Maggio - Giugno - Associazione Polesani nel Mondo

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Maggio-Giugno 2009 2009 Eventi Titolo 18 Il Il Ministro Matteoli in in visita alla scuola italiana di di Montevideo Dal 25 al 27 Giugno il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, On. Altero Matteoli è giunto a Montevideo nel corso di una missione istituzionale in America Latina che ha toccato anche Cile e Venezuela. Durante la sua permanenza il Ministro Matteoli ha incontrato il Ministro dell’Industria Daniel Martinez, dopodichè il Ministro dei Trasporti e Opere Pubbliche Victor Rossi, con il quale, ha proceduto alla firma di un Memorandum di Intesa Italia Uruguay sulla cooperazione nel settore delle infrastrutture. Successivamente, il Ministro Matteoli ha incontrato la comunità imprenditoriale Italiana e gli organi di stampa italiana presenti in Uruguay. Nella sua breve permanenza, l’On. Matteoli ha visitato anche il porto di Montevideo e le sue installazioni. Finalmente ha voluto co- noscere la Scuola Italiana di Montevideo, famosa in Italia come “la piccola città della cultura”. Il Ministro Matteoli ha manifestato l’interesse del governo Berlusconi di potenziare le relazioni con i paesi Sudamericani e specialmente l’Uruguay considerato con una democrazia consolidata dove è possibile fare accordi che saranno rispettati. L’On. Matteoli ha sottoscritto con il suo omologo uruguayano Victor Rossi un accordo sulla possibilità di nuove inversioni dell’Italia in Uruguay. Il Memorandum stabilisce cooperazione tecnica e giuridica in temi di infrastrutture di vialità, ferroviarie, aeree e marittime. Inoltre si è firmato un accordo per il quale gli Uruguayani con patente automobilistica possono utilizzarla in Italia senza necessità di rendere esami e viceversa per gli Italiani in Uruguay.
Come è cambiata la campagna da cinquan’anni a questa parte! Raffaele Peretto, attento studioso della terra polesana, ha iniziato con una nota malinconica e nostalgica la sua relazione al Lo studioso Raffaele Peretto I I percorsi della memoria Dallo studioso Raffaele Peretto un monito per la salvaguardia dei valori della tradizione Museo dei Grandi Fiumi, ospite dell’associazione Barbujani, promotrice dell’iniziativa denominata “I percorsi della memoria”, articolatasi in un seguito ciclo di incontri sulla storia e le tradizioni che affondano le loro radici nel passato. Uno spasmodico sfruttamento agricolo - ha sottolineato Peretto - negli ultimi cinquant’anni ha fatto piazza pulita dei filari di alberi, ha cancellato siepi, inquinato fossati che un tempo pullulavano di vita acquatica. Ancora permangono però relitti dell’interessante civiltà agreste: sparse testimonianze di un passato che si sta sempre più allontanando. Tipica era la casa rurale polesana, caratterizzata da una sua identità che la connotava, distinguendola da quella ferrarese o mantovana, col suo fienile, i rustici e la grande corte, fondamentale per le attività connesse con l’agricoltura, ma anche punto di aggregazione di una umanità varia che comprendeva tutte le età. C’è stato un grave errore nella gestione politica del territorio - ha lamentato Peretto - che ha determinato il rapido eclissarsi di queste originali strutture. Pochissime si sono salvate e sono state restaurate, la maggior parte è stata sostituita da abitazioni senza storia, assimilate a gusti generici e privi di identità. Il benessere del dopoguerra ha portato a svalutare il passato, a sostituire i mobili rustici della cucina con quelli di formica, ad abbattere le abitazioni rurali per costruire villette all’americana. In pochi anni l’agricoltura ha subi- to una rivoluzione che ha cancellato secoli di ingegno e di duro lavoro. Una testimonianza è data dall’aratro che dal tempo degli egiziani e dei romani è giunto pressoché invariato fino agli anni cinquanta del secolo da poco concluso, trainato da un lungo “tiro” buoi e reso attivo dalla forza delle braccia del contadino. Poi in breve tutto è stato meccanizzato ed è sparita la poesia della campagna, a proposito della quale Raffaele Peretto ha citato scritti di alcuni autori quali Beggio, Conforto Pavarin e Rizzi. Una civiltà ormai lontana, fatta di duro lavoro, di ingegno, ma anche di povertà che forse proprio per quest’ultimo aspetto è stata velocemente soppiantata e rimossa. Ma non si può dimenticare l’umanità e i valori praticati; da ricordare in particolare la suggestione del filò nelle stalle in un ambiente, come al tempo della nascita di Gesù, riscaldato dal caldo animale in grado di proteggere dai freddi invernali. Un tempo a soffrire erano gli uomini, oggi è l’ambiente - ha concluso Peretto - mettendo l’accento sulla necessità di un’azione di recupero dei principali aspetti e valori della civiltà contadina. Una società povera, ma animata da canzoni che venivano intonate in coro sia durante il lavoro che nei momenti ricreativi. Ed un’importante saggio canoro è stato offerto al numeroso pubblico dal Alcuni momenti delle interpretazioni del gruppo Cante e Ciacole gruppo “Cante e Ciacole”, che ha allietato il pubblico interpretando alcune delle più belle canzoni del passato, partendo dalla “Campagnola” e concludendo con la scoppiettante “Uva focarina”. L. S. Maggio-Giugno 2009 2009 Titolo Tradizione e cultura 19
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