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avano, eccessivo consumo di olio per le lampade e soprattutto l'assol_<br />
dante frastuono dei visitatori tra cui, numerosi, i terribili « regaz_<br />
zini» del rione) venne ridotto nell'anno 1765, per ordine del guar-<br />
diano, padre Urbano da Roma, alla sola rappresentazione del Mistero,<br />
alla capanna, cioè, ai Magi e qualche pastore. Così la cappella della<br />
Concezione, che prima era occupata interamente dal presepio, rima_<br />
neva quasi tutta libera per la celebrazione delle messe e per il popolo.<br />
In quell'occasione gran parte dei cerchi della gloria, lavoro di un certo<br />
Bicchierosi (I) e diverse figure furono cedute ai padri dell'Aracoeli per<br />
32 scudi. Ma quando, nel 1769, il guardiano si dimise, il presepio<br />
ritornò gradualmente all'antico splendore che lo aveva reso celebre. Al<br />
cielo, ottenuto con tendoni dipinti dal giovane minorita padre Luigi da<br />
AnticoIi, si aggiunsero scene di boschi, monti e capanne opera di un<br />
Tommaso Fabi, l'Eterno Padre di un Costantini; che lavoravano sotto<br />
la direzione del sacerdote don Antonio Sassi. Però i religiosi, intolleranti<br />
che la direzione artistica del presepio fosse affidata ad un estra-<br />
neo, sia pur sacerdote, si spinsero a curiosi eccessi: il questuante non<br />
voleva più somministrare l'olio per l'illuminazione e ci volle del bello<br />
e del buono per indudo a darne un barilotto. Beghe a non finire sor-<br />
sero con i pittori e con gli altri artigiani che pretendevano cifre maggiori<br />
del convenuto. La principessa donna Maria Maddalena Borromei<br />
Altieri, cucì personalmente i vestiti di San Giuseppe, della Vergine e<br />
del Bambino Gesù. In quattro anni, per varii lavori, vennero spesi<br />
scudi 167 e baiocchi 53.<br />
Anche i padri dell' Aracoeli, in emulazione con i confrateIIi traste-<br />
verini, arricchivano sempre più gli elementi del loro presepio, cui<br />
diedero, nel 1774, una sede stabile nella penultima cappella della navata<br />
sinistra, dove si trova tuttora.<br />
II secolo decimonono democratizza il presepio che dalle chiese<br />
sale in palazzi e casupole (come in quella del calzolaio del rione<br />
Parione cui accennai altrove - Capitolium, dicembre 1953); ed infine<br />
(I) Non Bicchierosi, come dice il manoscritto, ma probabilmente Antonio<br />
Bicchierari un pittore-decoratore vissuto tra la fine del '600 ed il 1760-1770 che<br />
lavorò in particolare negli addobbi delle chiese e nelle glorie per le canonizzazioni<br />
in San Pietro.<br />
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