Tools e ambienti per lo sviluppo di ontologie per il ... - CHERSI/libri
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<strong>Tools</strong> e <strong>ambienti</strong> <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sv<strong>il</strong>uppo</strong> <strong>di</strong> onto<strong>lo</strong>gie <strong>per</strong> <strong>il</strong> web semantico<br />
Simon chiama questa <strong>di</strong>fficoltà bounded rationality (razionalità limitata). Questi problemi,<br />
spesso, si presentano molto complessi e ciò richiede che <strong>per</strong> essere analizzati si ricorra alla<br />
<strong>lo</strong>ro scomposizione. Ciò implica la necessità <strong>di</strong> identificare sistematicamente i componenti<br />
del sistema al<strong>lo</strong> scopo <strong>di</strong> costruire soluzioni adeguate oppure <strong>di</strong> reimplementare progetti<br />
preesistenti.<br />
Per <strong>lo</strong> scambio <strong>di</strong> queste informazioni, nel web, si adotta l’XML, un mezzo <strong>di</strong> esplicita<br />
rappresentazione della conoscenza, ma che non porta con sé alcuna semantica e<br />
“costringe” l’utente a interpretare <strong>il</strong> significato dei dati con<strong>di</strong>visi, <strong>per</strong> riuscire a<br />
comprendere in maniera chiara <strong>il</strong> dominio applicativo. Nella pratica, conoscere <strong>il</strong> dominio<br />
del problema aiuta a risolvere i problemi che si possono incontrare durante l’elaborazione.<br />
Ciò è <strong>di</strong> fondamentale importanza quando <strong>il</strong> problema è complesso e si ha necessità (come<br />
su ricordato) <strong>di</strong> sud<strong>di</strong>videre <strong>il</strong> lavoro. La collaborazione è possib<strong>il</strong>e so<strong>lo</strong> tra co<strong>lo</strong>ro che<br />
conoscono <strong>il</strong> dominio e le sue caratteristiche. Pertanto si deve ricorrere ad una preventiva<br />
“spiegazione” del problema tra tutti i partecipanti al gruppo <strong>di</strong> lavoro.<br />
Le onto<strong>lo</strong>gie rappresentano la soluzione <strong>per</strong> tali problemi, <strong>per</strong>ché esse co<strong>di</strong>ficano anche la<br />
semantica dei termini e fanno sì che <strong>il</strong> significato associato a un concetto sia <strong>lo</strong> stesso <strong>per</strong><br />
l’autore e <strong>per</strong> l’utente. Da tenere presente, <strong>per</strong>ò, che le onto<strong>lo</strong>gie sono recenti e non hanno<br />
ancora un livel<strong>lo</strong> <strong>di</strong> maturazione adeguato (<strong>di</strong> cui invece XML può vantarsi); <strong>per</strong> tale<br />
motivo le onto<strong>lo</strong>gie sono effettivamente adottate so<strong>lo</strong> nelle situazioni in cui la capacità <strong>di</strong><br />
rappresentare la semantica è tanto importante da scavalcare i vantaggi della maturità <strong>di</strong><br />
XML.<br />
Al giorno d’oggi, le onto<strong>lo</strong>gie sono ut<strong>il</strong>izzate prevalentemente da es<strong>per</strong>ti nel campo delle<br />
nuove tecno<strong>lo</strong>gie e ciò rende <strong>il</strong> <strong>lo</strong>ro uso quasi “proibitivo” <strong>per</strong> gli utenti me<strong>di</strong>. La<br />
complessità dell’ut<strong>il</strong>izzo dei tool esistenti <strong>per</strong> la costruzione <strong>di</strong> onto<strong>lo</strong>gie, rallenta<br />
ulteriormente la <strong>lo</strong>ro <strong>di</strong>ffusione. Questi programmi infatti sono ancora in una fase <strong>di</strong><br />
transizione, <strong>per</strong>tanto non sono in grado <strong>di</strong> guidare <strong>il</strong> neofita durante tutto <strong>il</strong> cic<strong>lo</strong> <strong>di</strong><br />
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