Quaderno Borgoantico n° 13 - associazione Borgoantico
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14<br />
Gasparo Lodron, affresco, Palazzo<br />
Lodron, Trento<br />
d’Alba, al comando del quale con<br />
le loro compagnie a combattere gli<br />
Ugonotti vi erano Alberigo e Gerolamo<br />
Lodron. Mentre nell’ottobre<br />
del 1568 Gasparo è al “campo”<br />
cattolico nei pressi Cambres e successivamente<br />
accompagnò l’imperatore<br />
prima in Spagna e di seguito<br />
a Roma.<br />
Nel 1570 Felice e Agostino si trovano<br />
in Puglia alla difesa di Manfredonia<br />
ove durate i combattimenti<br />
Agostino fu gravemente ferito.<br />
Felice cercò di portarlo a casa ma<br />
il 18 dicembre, durante il viaggio,<br />
morì nei pressi di Ferrara. Il feretro<br />
fu portato a Villalagarina e sepolto<br />
nella pieve. Felice, sconvolto<br />
per la morte del fratello, ripartì al<br />
servizio della Spagna mentre Dina<br />
tornò a vivere assieme a suo marito<br />
Ettore a Castel Romano.<br />
Le potenze cristiane durante l’inverno<br />
del 1570, dopo una lunga<br />
serie di negoziati, stipularono una<br />
alleanza detta “Santa Lega” contro<br />
i Turchi. Fu predisposta una consistente<br />
flotta navale al comando di<br />
don Giovanni d’Austria, figlio naturale<br />
di Carlo V, alla quale si unirono<br />
nell’agosto del 1571 a Messina<br />
cinque grosse navi cariche di oltre<br />
3.000 soldati tedeschi, al comando<br />
di Alberigo Lodron e di Vinciguer-<br />
ra d’Arco. Il 7 ottobre i cristiani si<br />
scontrarono con la flotta ottomana<br />
nei pressi di Lepanto riportando una<br />
straordinaria vittoria.<br />
Dopo la battaglia Alberigo si ritirò<br />
nel suo Castel Morlasco in Piemonte<br />
ove morì, mentre Gasparo<br />
rimase nei Paesi Bassi, si recò poi a<br />
Vienna, ove gli fu conferito il titolo<br />
di scudiero e consigliere intimo<br />
dell’imperatore Massimiliano II,<br />
dal quale nello stesso anno ottenne<br />
pure il titolo e la dignità di conte<br />
palatino maggiore e di cavaliere<br />
aureo. Ritornato nei paesi Bassi<br />
partecipò attivamente alla guerra<br />
sino a quando nel 1572 morì sua<br />
moglie, Caterina Hoyos. Dopo un<br />
periodo di sconforto per la morte<br />
della moglie Gasparo riprese l’attività<br />
di diplomatico e partecipò<br />
direttamente o indirettamente a<br />
diverse battaglie e ai cruenti avvenimenti<br />
del tempo che qualche<br />
tempo dopo fece affrescare nelle<br />
sale di Castelnuovo.<br />
Girolamo invece, al comando di<br />
1.500 tedeschi, partecipò alle guerre<br />
spagnole e alla riconquista da parte<br />
di Giovanni d’Austria della Tunisia.<br />
Antonio era a Villa in qualità di reggente<br />
del feudo di Castellano quando<br />
fu emessa la sentenza capitale a<br />
un suddito, cosa della quale fece, il<br />
28 marzo del 1573 un dettagliato<br />
resoconto scritto a Felice.<br />
Allo stesso Felice nel 1574 Gasparo<br />
confidò l’intenzione di risposarsi<br />
con la contessa Anna Berka,<br />
figlia di Ladislao signore di Taub e<br />
di Leipa, damigella dell’imperatrice<br />
Maria, e di ritirarsi a Castelnuovo,<br />
cosa che fece.<br />
Felice nel mese di maggio del 1575<br />
si recò in Boemia per assoldare<br />
milizie per la guerra e confidò ad<br />
Antonio la paura d’essere ucciso<br />
o fatto prigioniero. Antonio cercò<br />
di fargli coraggio, gli propose<br />
persino una ricca e nobile moglie<br />
ma le trattative s’interruppero e il<br />
matrimonio non si celebrò, anche<br />
se sembra che Felice si sia sposa-<br />
Quaderni del <strong>Borgoantico</strong> <strong>13</strong><br />
to con una tedesca di cui non c’è<br />
dato di conoscere il nome e dalla<br />
quale ebbe due figli che morirono<br />
in tenera età. Certa invece è una<br />
figlia naturale, Giustina, che andò<br />
sposa al capitano Leonida di Cristoforo<br />
Gusich.<br />
Dall’Ungheria si propagò la peste<br />
che giunse anche a Salisburgo ma<br />
Antonio abbandonò per tempo<br />
la città rifugiarsi nella sua pieve<br />
a Villalagarina. La peste arrivò<br />
anche nel Trentino e Antonio si<br />
preoccupò molto anche per i suoi<br />
fedeli, superato il pericolo donò<br />
alla chiesa, quasi fosse un voto,<br />
un apparato da messa solenne di<br />
colore rosso con un artistico crocefisso<br />
a ricamo, lo stemma Lodron<br />
e la data 1574; l’anno successivo<br />
fece ricostruire il campanile della<br />
chiesa.<br />
Mentre Gaspero godeva a Castellano<br />
il meritato riposo Antonio<br />
ritornò a Salisburgo, Ginevra<br />
si risposò con Giovanni von<br />
Scheeberg, cancelliere alla corte<br />
d’Innsbruck, vedovo con figli, che<br />
morì nel febbraio del 1578. Ginevra<br />
rimase per un anno ad accudire<br />
i figli che il marito aveva avuto<br />
dalla prima moglie, poi tornò a<br />
Castellano ove resse per conto di<br />
Antonio il feudo.<br />
Antonio ritornato a Salisburgo<br />
fu inviato a Roma per assolvere<br />
importanti affari di stato di quel<br />
principato, ma a causa della peste<br />
che aveva invaso tutta la penisola<br />
le trattative non progredivano<br />
anche perché il papa s’era rifugiato<br />
a Frascati e il cardinale Madruzzo<br />
a Tivoli.<br />
Ottenuta finalmente udienza,<br />
Antonio, non trattò solo gli affari di<br />
Salisburgo ma pensò anche alla sua<br />
pieve per la quale ottenne alcuni<br />
privilegi e per sé la dispensa dalla<br />
residenza e la facoltà d’avvalersi di<br />
un “vice-pievano”.<br />
Nell’ottobre del 1584 morì Felice e<br />
Antonio ereditò il feudo di Castellano.