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ESZ NEWS N. 60 Febbraio 2013.pdf - Edizioni Suvini Zerboni

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Vittorio Montalti<br />

Commissione della<br />

Verona Opera Academy<br />

e una prima pianistica<br />

Franco Venturini ha eseguito<br />

Don’t Shoot The Piano Players<br />

per pianoforte solo il 4 gennaio<br />

alle Torri dell’Acqua di Budrio,<br />

per la Fondazione Cocchi,<br />

limitatamente ai movimenti<br />

II. Keith e III. Friedrich, e in<br />

versione integrale il 18 gennaio<br />

all’Istituto Italiano di Cultura di<br />

Parigi.<br />

10<br />

Pasquale Corrado<br />

Maschere tragiche del potere<br />

L<br />

a Verona Opera Academy, nell’ambito del progetto<br />

OperaNova sostenuto dalla Fondazione Arena di Verona,<br />

ha commissionato a Pasquale Corrado l’opera in un<br />

prologo e otto scene Mr. Macbeth su libretto di Julio<br />

Garcia-Clavijo. L’opera sarà messa in scena nella<br />

prossima stagione al Teatro Filarmonico di Verona con la<br />

regia di Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi, la scenografia<br />

di Alessandro Turoni e i costumi di Giulia Giannino. La<br />

commissione rientra nel progetto di opere nuove tratte da<br />

soggetti verdiani nel bicentenario della nascita del<br />

compositore. Queste le motivazioni dell’Autore<br />

nell’affrontare il soggetto shakespeariano: «Ma chi è il<br />

Macbeth dei giorni nostri? Il “terrorismo” di oggi viene<br />

esercitato dai mercati finanziari, le multinazionali di traffici<br />

loschi, le grandi industrie come quella farmaceutica e le<br />

agenzie di rating che determinano con i loro<br />

declassamenti e promozioni le sorti di intere nazioni.<br />

Ora alla guerra si gioca con armi che uccidono con<br />

maggior sottigliezza e maggior efficacia. Poi c’è<br />

l’oscurantismo, l’assenza di spiegazioni da parte dei<br />

circoli del potere, il controllo della popolazione attraverso<br />

inganni contorti, il sentire in continuazione che non può<br />

che essere così, che non ci sono alternative a questo<br />

sistema malato; non si intravede all’orizzonte nessuna<br />

foresta di Birnam a riportare il bene. Per di più, a volte,<br />

invece di fare avanzare questa metaforica foresta contro<br />

quelli che dovrebbero essere puniti, mettiamo il tappeto<br />

rosso sotto i loro piedi e li riconosciamo come eroi. Il<br />

regno scozzese di Shakespeare diventa, nel nostro<br />

progetto, una grande impresa. Si tratta di un’azienda non<br />

produttiva, cioè, di una macchina che moltiplica<br />

esponenzialmente il denaro che mal nutre e gonfia il<br />

nostro sistema economico. Duncan è il presidente<br />

dell’azienda; la corte dei nobili, il consiglio di<br />

amministrazione; Macbeth e Banquo giovani finanzieri<br />

rampanti; Lady la segretaria del capo; e le streghe,<br />

composte da una sorta di coro, sono sempre in mezzo a<br />

loro, figure “casuali” che non rappresentano il male in sé<br />

ma che vengono utilizzate da Macbeth di volta in volta<br />

per dare voce a quelli che sono i suoi desideri nascosti.<br />

L’intento è di mostrare attraverso la metafora economica<br />

la distruzione delle relazioni intime, d’amore e d’amicizia<br />

e soprattutto di quella con se stessi. Da ciò deriva la<br />

concentrazione su pochi personaggi – Duncan, padre<br />

padrone, Macbeth e Banquo amici fraterni – e sulla storia<br />

d’amore tra Lady e Macbeth. Duncan è un self made<br />

man, con i suoi personali valori: crede negli “uomini” che<br />

si è coltivato, ha un’etica aziendale, ed è monco di altri: è<br />

un po’ laido, ama le donne, il denaro, è egotico; un padre<br />

putativo che stima i suoi finanzieri e si fida di loro, un<br />

amore vanesio e condizionato, non intende infatti lasciare<br />

il suo incarico a nessuno. Banquo lavora come Macbeth<br />

alla Duncan Company da almeno 15 anni, i due sono stati<br />

scelti da giovanissimi e sono paritetici nella gerarchia<br />

Christophe Bertrand<br />

Il Festival UltraSchall di Berlino ha ospitato il 18 gennaio<br />

il Kammerensemble Neue Musik Berlin in Hendeka per<br />

flauto, violino, viola, violoncello e pianoforte; il 19<br />

gennaio l’Ensemble Linea diretto da Jean-Philippe Wurtz<br />

in Satka per flauto, clarinetto, violino, violoncello,<br />

pianoforte e percussione, entrambi alla St. Elisabeth-<br />

Kirche; il 20 gennaio l’Arditti String Quartet in Quatuor II<br />

per quartetto d’archi al Theater der Universität der<br />

Michele dall’Ongaro<br />

Il pianista Aldo Orvieto e l’Orchestra di Padova e del<br />

Veneto hanno in programma nel mese di aprile la<br />

registrazione di La primavera per pianoforte e orchestra<br />

d’archi, Freddo per violino, violoncello, pianoforte e<br />

orchestra, e Checkpoint per orchestra, in previsione della<br />

pubblicazione di un Cd monografico. Una novità di<br />

Michele dall’Ongaro, un Concerto per pianoforte e<br />

orchestra scritto per il solista Maurizio Baglini, sarà<br />

aziendale. Non esistono protagonista e antagonista nel<br />

senso che non crediamo nel buono e nel cattivo,<br />

semplicemente, nel momento in cui si sviluppa la storia,<br />

le circostanze come costellazioni si sono allineate a<br />

favore di Macbeth. Di Lady ci interessa la demolizione di<br />

una storia d’amore, un rapporto di coppia a un bivio, in<br />

cui Lady non è più disposta a sottostare alle dinamiche di<br />

una relazione clandestina e a subire il maschilismo del<br />

“vecchio porco”. La loro relazione, al principio solida, una<br />

volta pubblica approda alla sua distruzione,<br />

probabilmente proprio per il modo in cui è stata<br />

legittimata. Macbeth è un cavallo di razza che salva<br />

l’azienda con la sua genialità e che si lascia vincere<br />

dall’ambizione. Mostriamo il percorso di autodistruzione di<br />

un uomo che inizia la sua carriera felicemente e che si<br />

trasforma in una mela marcia dalla pelle perfetta,<br />

condannato a non poter più dormire, vittima del suo<br />

successo. Il nostro Macbeth avrebbe commesso<br />

ugualmente gli omicidi al di là delle streghe e di Lady,<br />

perché avrebbe incontrato l’appoggio di qualche altro<br />

segno o referente. L’intervento delle “streghe” e la<br />

sollecitazione di Lady sono qui solo interpretazioni<br />

cercate o provocate da lui per annullare il suo senso di<br />

colpa per ciò che già desidera da tempo. Le nostre<br />

streghe sono dentro Macbeth, che ascolta dei segni e li<br />

decodifica a suo piacimento. Non per questo vanno<br />

sminuite, tanto meno le “predizioni” che Macbeth stesso<br />

ricava dalle loro parole devono essere meno potenti.<br />

Le circostanze ci aiuteranno a portare avanti la storia di<br />

forma polivalente: come narratori, come comparse o<br />

come rappresentanti del quotidiano». Il 12 febbraio<br />

Alfonso Alberti presenta in prima esecuzione assoluta al<br />

Conservatorio “G. Verdi” di Milano, per l’Associazione<br />

Musica/Realtà, Dactylos per pianoforte. Così lo descrive il<br />

suo Autore: «Dactylos è come un pianoforte che suona<br />

parole. Parole incontenibili, sfuggenti, velocissime.<br />

Il brano scorre inarrestabile fino quasi a guizzare sotto le<br />

dita del pianista. Segni e simboli che diventano suoni<br />

meccanici, ossessivi, martellanti. Costruito secondo uno<br />

schema ritmico pulsante, il brano prende forma anche<br />

attraverso un’attenta gestualità esecutiva. Dactylos è la<br />

rappresentazione musicale di un corpo umano in azione<br />

nello spazio come un’opera d’arte divisa tra le tenaglie<br />

della materia e l’agilità dell’astrazione. Il brano<br />

contrappone la compostezza del corpo alla frenesia della<br />

narrazione, trovando il punto di contatto tra questi due<br />

universi nella rapida ma composta gestualità della<br />

digitazione delle noteparole. Dactylos esplora la tensione<br />

della “calma apparente”, territorio dove la forza del<br />

carattere si oppone ai vincoli dello spazio, facendo<br />

apparire quieto un animo in tempesta». È stato infine<br />

possibile ascoltare Wam per tromba e elettronica il 25<br />

gennaio al Soho di Copenhagen, nell’interpretazione di<br />

Jonas Wiik.<br />

Künste. Okhtor per orchestra è invece in cartellone il<br />

1° febbraio a Colonia, alla Kölner Philharmonie, per la<br />

rassegna Musik der Zeit nell’interpretazione del WDR<br />

Sinfonieorchester Köln diretto da Emilio Pomarico.<br />

Virya per flauto, clarinetto, pianoforte e percussione è<br />

infine programmato per il 21 febbraio nell’esecuzione<br />

del Mangalam! Trio al Palais de Beaux Arts di Bruxelles,<br />

nel quadro della rassegna “Ictus Zone”.<br />

proposta in prima assoluta al Teatro Dal Verme di Milano<br />

il 9 maggio, con replica l’11 maggio, dall’Orchestra<br />

I Pomeriggi Musicali, committente del lavoro, sotto la<br />

direzione di Fabien Gabel. Il Presidente della Repubblica<br />

Giorgio Napolitano, Capo dell’Ordine al Merito della<br />

Repubblica Italiana, ha conferito al compositore Michele<br />

dall’Ongaro l’onorificenza di Cavaliere.

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