ESZ NEWS N. 60 Febbraio 2013.pdf - Edizioni Suvini Zerboni
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Due prime in estremo Oriente<br />
che indagano le potenzialità del<br />
suono, due omaggi a Giacinto<br />
Scelsi e un concerto monografico<br />
Roberto Fabbriciani<br />
Roberto Fabbriciani ha<br />
eseguito il 20 gennaio alla<br />
Stanza di Trieste, per<br />
l’Associazione Musicale Libera,<br />
una serie di proprie<br />
composizioni: 3 studi per flauto<br />
solo, Suoni per Gigi per flauto e<br />
nastro magnetico e Pensieri nel<br />
vento per flauto e nastro<br />
magnetico, insieme a Zeus<br />
joueur de flûtes per flauti e<br />
nastro magnetico di Henri<br />
Pousseur/Roberto Fabbriciani.<br />
Il 22 marzo il flautista ripropone<br />
al Sonic Fusion Festival di<br />
Salford Suoni per Gigi e Zeus<br />
joueur de flûtes.<br />
Andrea Mannucci<br />
Solo per flauto è in programma<br />
il 22 marzo al Sonic Fusion<br />
Festival di Salford<br />
nell’interpretazione di<br />
Roberto Fabbriciani.<br />
4<br />
Nicola Sani<br />
Scavi e percorsi<br />
T<br />
re le prime esecuzioni assolute per Nicola Sani nella<br />
prima parte del 2013. Apre la serie Astratto II per violino<br />
e violoncello, in programma il 23 febbraio allo Studio<br />
Haru di Nagoya (Giappone) nell’interpretazione dei<br />
Solisti del Trio Musica QuLakoza: Rika Soukawa e<br />
Hikaru Sato. Spiega l’Autore: «Questo nuovo lavoro<br />
cerca nel suono dei due strumenti e nei<br />
modi con cui dialogano e intervengono<br />
l’uno nell’altro una prospettiva<br />
completamente astratta da qualsiasi<br />
vincolo. È un percorso di “scavo” nella<br />
materia, di combustioni, specchi, scambi<br />
di materiale grezzo. I due strumenti sono<br />
lontani, anche fisicamente, e misurano la<br />
loro distanza attraverso diverse possibilità<br />
di entrare in relazione l’uno con l’altro,<br />
l’uno dentro l’altro. Lo spazio che<br />
intercorre tra di loro è quello dell’ascolto,<br />
che lascia agli interpreti il modo di trovare<br />
il proprio cammino, di pensarlo, di<br />
reinterpretarlo, trasformandolo in un<br />
progetto di tempo, ogni volta diverso».<br />
Il 10 marzo Arnaldo De Felice propone alla Sala Poly di<br />
Pechino Hallucinée de lumière parmi les ombres per<br />
oboe solo, con repliche il 18 marzo al Teatro Manzoni di<br />
Bologna per la rassegna “Musica Insieme”, in prima<br />
esecuzione italiana, e il 20 marzo a Roma, nella Sala<br />
del Gonfalone. Così Sani presenta il lavoro: «Questa<br />
nuova composizione nasce dal mio incontro con<br />
l’oboista e compositore Arnaldo De Felice e dai discorsi<br />
condivisi con lui sul modo di pensare il suono. Un suono<br />
ruvido, grezzo, spontaneo, immediato, cosciente,<br />
antagonista, basato sulle sonorità estreme dell’oboe.<br />
Hallucinée de lumière parmi les ombres è un dialogo<br />
interiore tra i suoni, l’aria e i ritmi dell’inconscio, un<br />
viaggio introspettivo attraverso i timbri generati<br />
dall’oboe, pensati come forma acusticamente elaborata<br />
nelle strategie esecutive nel tempo e nello spazio<br />
determinate e sperimentate con l’interprete. Non si<br />
ascoltano i suoni tradizionali dello strumento, ma la loro<br />
trasfigurazione in un universo di sonorità dilatate,<br />
elaborate già nel loro manifestarsi ed espanse nelle<br />
possibili multifonie. Dall’oboe si dirama un cosmo di<br />
suoni che richiama gli orizzonti della vocalità. Il silenzio<br />
entra in questa drammaturgia come senso del limite,<br />
della solitudine, elemento di tensione, dialogo, contrasto<br />
e sospensione. La struttura della partitura è aperta e<br />
permette diversi percorsi e molteplici livelli interpretativi.<br />
Attraverso l’idea di una continua esplorazione delle<br />
periferie del suono, vengono messi in relazione codici<br />
diversi, echi e frammenti. Così si crea un dialogo tra<br />
forze in opposizione, strutture che si aprono verso<br />
orizzonti illimitati e improvvise figurazioni ritmiche.<br />
Il tempo viene eliminato e la materia conosciuta rimane<br />
in sospensione, a galleggiare in un mare di linee sonore<br />
che l’attraversano. È un altro mare, dove si incontrano<br />
isole sonore da esplorare, da ascoltare in maniera<br />
diversa e dove si raccoglie ciò che si riconosce e ciò che<br />
si scopre. Il titolo della composizione deriva da una<br />
poesia di Giacinto Scelsi, profondo esploratore di<br />
quell’universo ancora in gran parte pieno di misteri che<br />
chiamiamo suono». E proprio a Scelsi si rifà la novità in<br />
cartellone il 1° maggio al Grosser WDR Sendesaal di<br />
Colonia per il Festival Acht Brücken, Musik Triennale<br />
Köln, dove il Klangforum Wien diretto da Johannes<br />
Kalitzke proporrà Gimme Scelsi per ensemble e<br />
elettronica. Così Sani introduce il lavoro: «Questa<br />
composizione è scritta su commissione del Klangforum<br />
Wien, in occasione del progetto “Giacinto Scelsi<br />
Revisited” realizzato dall’ensemble<br />
viennese in collaborazione con la<br />
Fondazione Isabella Scelsi. L’importanza<br />
di Scelsi non è per me legata soltanto al<br />
significato della sua vasta produzione<br />
musicale, ma risiede soprattutto nelle<br />
questioni da lui poste sul modo di<br />
affrontare la prassi sperimentale nella<br />
composizione, mettendola concretamente<br />
in opera senza venire meno a una<br />
necessità espressiva, comunicativa e<br />
poetica. In altre parole, al di là della sua<br />
attività compositiva, Scelsi ha posto al<br />
centro dell’attenzione temi che fanno di lui<br />
uno dei più grandi utopisti del XX secolo,<br />
anticipatore del moderno concetto di<br />
experimental music. Ho conosciuto Giacinto Scelsi<br />
soltanto di vista, in una Roma di molti anni fa, durante la<br />
stagione che culturalmente è stata definita “dell’effimero”<br />
e politicamente degli “anni di piombo”: gli anni Settanta,<br />
complessi e drammatici ma pieni di fermenti creativi, in<br />
cui la “città eterna” sembrava esplodere di suoni, poesie,<br />
immagini, colori e rivendicazioni sociali. In quella Roma,<br />
frequentata dai protagonisti delle avanguardie sonore,<br />
del teatro sperimentale, della danza contemporanea, del<br />
free jazz, dell’improvvisazione musicale, dove la nuova<br />
musica si univa al rock progressivo e alla riscoperta del<br />
repertorio popolare, si cominciava a diffondere la musica<br />
di Giacinto Scelsi. La si ascoltava nei “santuari” delle<br />
avanguardie: gli scantinati, i teatri sperimentali, le<br />
gallerie d’arte, i locali off nel quartiere di Trastevere, o<br />
presso alcune istituzioni culturali “illuminate”. Gimme<br />
Scelsi è un omaggio a quegli anni, in cui scoprivo un<br />
nuovo mondo sonoro dove rock e avanguardie erano un<br />
riferimento unico; un omaggio e un pensiero<br />
riconoscente all’influenza che la musica di Scelsi ha<br />
avuto sui linguaggi delle nuove generazioni, sulle<br />
sperimentazioni del rock progressivo, sulla cultura<br />
psichedelica, sulle diverse musiche e sulle musiche<br />
“diverse”». L’Ensemble Orchestral Contemporain è stato<br />
diretto da Daniel Kawka in Deux, le contraire de “un” per<br />
ensemble il 18 gennaio al Théâtre Copeau, Opéra<br />
Théâtre de Saint-Étienne, e il 23 gennaio al Grand<br />
Théâtre de Provence di Aix-en-Provence per il Festival<br />
Présences di Radio France. Roberto Fabbriciani<br />
proporrà il 22 marzo al Sonic Fusion Festival di Salford<br />
I binari del tempo per flauto e nastro magnetico. Infine,<br />
l’Associazione Musica d’Oggi di Roma organizza l’8<br />
aprile alla Sala Puccini del Circolo del Ministero delle<br />
Infrastrutture, nell’ambito del ciclo “Incontri con l’Autore”,<br />
un concerto monografico dedicato a Nicola Sani, durante<br />
il quale verranno eseguiti dall’Ensemble Musica d’Oggi<br />
A Lina Bucci Fortuna per pianoforte, Come una specie<br />
d’infinito per violoncello e pianoforte e Oltre il deserto<br />
spazio per flauto, clarinetto, violino, violoncello e<br />
pianoforte; verranno inoltre proiettati estratti dal video<br />
dell’opera Il tempo sospeso del volo.<br />
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