06.06.2013 Views

50 - Il Calitrano

50 - Il Calitrano

50 - Il Calitrano

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

IL CALITRANO<br />

periodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioni<br />

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB - Firenze 1<br />

ANNO XXXII - NUMERO <strong>50</strong> (nuova serie) MAGGIO-AGOSTO 2012<br />

CENTRO STUDI CALITRANI<br />

Via Pietro Nenni, 1 - 83045 Calitri (AV)<br />

www.ilcalitrano.it<br />

ISSN 1720-5638


IN COPERTINA:<br />

Calitri, fine anni ’70 in contrada Gghisc’ch’. Filomena<br />

Martiniello (pescè / 25.08.1907<br />

† 29.11.1992) intenta a Str’zz’lià, ossia staccare<br />

le pannocchie dalla canna, mentre la signora<br />

Lucia Zarrilli (v’ton’ / 01.11.1926<br />

† 16.05.1996) strappa r’ m’nnagl’ dalla spiga.<br />

(Foto Gerardo Melaccio)<br />

RICORDA CHE<br />

LA TUA OFFERTA<br />

È DECISIVA PER<br />

LA PUBBLICAZIONE<br />

DI QUESTO<br />

GIORNALE<br />

IN QUESTO NUMERO<br />

I diritti di cittadinanza<br />

di A. Raffaele Salvante 3<br />

La figura<br />

dell’On. Salvatore Scoca<br />

di Roberto Innocenti Torelli<br />

e Claudio Mazzoccoli 4<br />

Michele Cerreta, ingegnere<br />

Da “La Nazione” 6<br />

Personaggi<br />

Michele Arcangelo Di Maio<br />

del prof. Pietro Cerreta 7<br />

Ricordare per chi non sa<br />

del prof. Gerardo Melaccio 9<br />

<strong>Il</strong> riferimento anomalo<br />

del dott. Marco Bozza 10<br />

Medicina Ayurvedica<br />

del dott. Noris A. Cucciniello 11<br />

Caro amico ti scrivo<br />

del dott. Raffaele Marra 17<br />

Io sono Achille<br />

Lycia Santos Do Castilla 18<br />

DIALETTO E CULTURA POPOLARE 19<br />

LA NOSTRA BIBLIOTECA 19<br />

SOLIDARIETÀ COL GIORNALE 21<br />

MOVIMENTO DEMOGRAFICO 22<br />

REQUIESCANT IN PACE 23<br />

LA XXXI FIERA<br />

INTERREGIONALE DI CALITRI<br />

si svolgerà<br />

dal 28 agosto al 2 settembre 2012<br />

Per ulteriori informazioni rivolgersi a:<br />

Indirizzo: Centro Fieristico - S.S. 399 - 83045 Calitri<br />

(Av)<br />

Telefono e fax: +39 0827 30001<br />

E-mail: infofieracalitri@gmail.com<br />

IL CALITRANO<br />

ANNO XXXII - N. <strong>50</strong> n.s.<br />

Periodico quadrimestrale<br />

di ambiente - dialetto - storia e tradizioni<br />

dell’Associazione Culturale “Caletra”<br />

Fondato nel 1981<br />

Sito Internet:<br />

www.ilcalitrano.it<br />

E-mail:<br />

info@ilcalitrano.it<br />

Creato e aggiornato gratuitamente<br />

da ITACA www.itacamedia.it<br />

Direttore<br />

Martina Salvante<br />

Direttore Responsabile<br />

A. Raffaele Salvante<br />

Segreteria<br />

Michela Salvante<br />

Direzione, Redazione,<br />

Amministrazione<br />

83045 Calitri (AV) - Via Pietro Nenni, 1<br />

Tel. 328 1756103<br />

Poste Italiane S.p.A. Spedizione in<br />

abbonamento postale 70% DCB Firenze 1<br />

C. C. P. n. 11384<strong>50</strong>0<br />

La collaborazione è aperta a tutti,<br />

ma in nessun caso instaura un rapporto<br />

di lavoro ed è sempre da intendersi<br />

a titolo di volontariato.<br />

I lavori pubblicati riflettono il pensiero<br />

dei singoli autori, i quali se ne<br />

assumono le responsabilità di fronte<br />

alla legge.<br />

<strong>Il</strong> giornale viene diffuso gratuitamente.<br />

Attività editoriale di natura non<br />

commerciale nei sensi previsti dall’art. 4<br />

del DPR 16.10.1972 n. 633<br />

e successive modificazioni.<br />

Le spese di stampa e postali sono<br />

coperte dalla solidarietà dei lettori.<br />

Stampa: Polistampa - Firenze<br />

Autorizzazione n. 2912 del 13/2/1981<br />

del Tribunale di Firenze<br />

<strong>Il</strong> Foro competente per ogni controversia<br />

è quello di Firenze.<br />

Accrediti su c/c postale n. 11384<strong>50</strong>0 intestato<br />

a “IL CALITRANO” - Calitri oppure<br />

c/c bancario 61943/00 intestato a Salvante<br />

A. Raffaele c/o Sede Centrale della<br />

Cassa di Risparmio di Firenze Spa - Via<br />

Bufalini, 6 - <strong>50</strong>122 Firenze - IBAN IT37<br />

D061 6002 8000 0006 1943 C00 -<br />

SWIFT CRFI IT 3F XXX (dall’estero)<br />

Chiuso in stampa il 10 luglio 2012


N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012 IL CALITRANO<br />

OCCORRE FARE CRESCERE LA CULTURA DELLA CORRESPONSABILITÀ<br />

I DOVERI DI CITTADINANZA<br />

Quando si parla di persone, e perciò di cittadini, ci si riferisce sia alla irriducibile identità e interiorità<br />

che costituiscono il singolo individuo, sia al rapporto fondamentale con gli altri che è alla base<br />

della comunità umana (Commissione teologica internazionale, 2005).<br />

on abbiamo alcuna presunzione<br />

Ndi “insegnare” agli altri come deve<br />

girare il mondo, né siamo preventivamente<br />

schierati da alcuna parte<br />

politica, ma sono molti gli interrogativi<br />

che vengono rivolti alle istituzioni<br />

locali nel momento storico presente,<br />

che vede una enorme frattura fra<br />

responsabili della cosa pubblica e la<br />

cittadinanza, emarginata e ghettizzata,<br />

come inutile zavorra.<br />

Le complessità del nuovo quadro socio-culturale<br />

e le sue trasformazioni<br />

quantitative e qualitative, che con<br />

impressionanti accelerazioni investono<br />

il mondo, sollevano inquietanti<br />

problemi e severe domande, che ci<br />

lasciano quanto meno perplessi quando<br />

volgiamo lo sguardo, ad oltre un<br />

anno dalle elezioni comunali, per<br />

constatare le realizzazioni effettuate:<br />

a noi pare di vedere un arido deserto.<br />

Solo in un campo, poco invidiabile<br />

d’altronde, non temiamo concorrenze,<br />

e cioè nella insostenibile trafila<br />

di reciproche asprezze, con inutili e<br />

inqualificabili ripicche, gelosie o durezze:<br />

conclusione, ognuno delle due<br />

parti (maggioranza e minoranza) è<br />

rimasta ossessionata dai suoi crucci,<br />

e non considera possibile nessun<br />

cambiamento, nessuna rinunzia, nessuna<br />

seria trattativa, a discapito dell’intera<br />

popolazione.<br />

È assolutamente negativo impantanarsi<br />

negli inutili odi e nelle contese<br />

senza fine mentre il paese va allo sfascio,<br />

costringendo i cittadini a vivere<br />

in una squallida mediocrità, avulsi e<br />

refrattari ad ogni tipo di “fraternità”<br />

in chiave civile; perché possiamo costruire<br />

case, strade, quartieri, ma non<br />

il “paese” se una parte dei cittadini<br />

vengono esclusi e sono costretti a vivere<br />

gli uni accanto agli altri, allinea-<br />

ti, accontentandosi, senza accorgersene,<br />

di non urtarsi reciprocamente.<br />

Proviamo almeno ad usare le parole<br />

a tempo e a luogo; fermiamo questa<br />

orrida frenesia di parole; impariamo<br />

ad amare questo nostro paese, a conoscerlo,<br />

a cercarne l’anima nascosta,<br />

perché coesione, amicizia, accoglienza<br />

siano finalmente il nostro segno<br />

distintivo.<br />

Si nota una estrema confusione nello<br />

stabilire le priorità del Paese, e<br />

questo porta con se l’opacità degli<br />

obiettivi da perseguire e il conseguente<br />

operare che deve essere finalizzato<br />

per il loro ottenimento. Se<br />

il Paese deve scegliere di essere una<br />

meta turistica, bisogna darsi da fare,<br />

accorciarsi le maniche ed operare affinché<br />

questo sia reso possibile, non<br />

possiamo drogarci di parole, ma ci<br />

vogliono dei progetti che necessariamente<br />

avranno la loro attuazione<br />

nel corso degli anni, ma intanto, bisogna<br />

approntarli; ad esempio perché<br />

non pensare a buttare le basi per<br />

la costruzione – nel Corso ingombro<br />

di ruderi pericolanti – di una<br />

passeggiata turistica che vada dalla<br />

piazza fino al bar Tiffany con una<br />

meravigliosa panoramica che domina<br />

l’intera vallata dell’Ofanto? Pochi<br />

Paesi nei nostri dintorni hanno<br />

la fortuna di avere un panorama così<br />

invidiabile.<br />

Questa amministrazione ha un incaricato<br />

che si interessi “sul serio” del<br />

ritorno a Calitri dei reperti archeologici<br />

trafugati, dall’Orto della Corte,<br />

con i loro preziosi corredi? Si dice<br />

che risalgono al nono secolo a.C.<br />

quindi all’epoca della fondazione di<br />

Roma. Se così fosse non può sfuggire<br />

a nessuno l’enorme valore di un<br />

simile rinvenimento: perché, dopo<br />

anni, nessuno se ne interessa?<br />

3<br />

Come è possibile che l’edificio di<br />

fronte alla ex casa dell’ECA è vuoto<br />

da circa un anno? È vero che la ASL<br />

viene trasferita all’Ospedale di Bisaccia<br />

e il Difensore civico a S. Angelo<br />

dei Lombardi? È vero che ci sono<br />

dei cittadini che vorrebbero costruire<br />

delle tombe nel cimitero, e<br />

che si vuole impiantare sul terreno<br />

civico delle pale eoliche?<br />

<strong>Il</strong> popolo ha il diritto di essere informato<br />

dalle autorità competenti e non<br />

dal chiacchiericcio di bottega.<br />

C’è una mancanza di incisività nel<br />

rilancio economico: c’è forse qualcuno<br />

dell’Amministrazione comunale<br />

che sta progettando un piano per<br />

attirare Aziende sul nostro territorio?<br />

non ci sembra, mentre la disoccupazione<br />

sta strozzando interi nuclei familiari.<br />

Per i giovani e la dissacrante disoccupazione<br />

abbiamo sentito soltanto<br />

parole vuote, senza fatti concreti.<br />

Non è legittimabile alcun atteggiamento<br />

di rassegnazione, di disimpegno<br />

o di chiusura egoistica ma occorre<br />

operare con urgenza e responsabilità<br />

dentro un contesto preciso di relazioni<br />

umane, che si esprimono concretamente<br />

tra le persone interessate.<br />

Certo non sono problematiche di poco<br />

conto e diversi sono i servizi e diverse<br />

le competenze, ma la responsabilità<br />

è unica e lo stile proprio del<br />

servizio è “il dialogo”; il nostro lavoro,<br />

l’amore e gli affetti che danno<br />

calore e senso alla vita, i molteplici<br />

impegni che riempiono l’esistenza<br />

quotidiana possono essere trasformati<br />

e assumere in significato nuovo per<br />

una crescita matura e per una comunità<br />

adulta, capace di essere sempre<br />

attenta alle esigenze particolari di<br />

ciascuno.<br />

Raffaele Salvante


IL CALITRANO N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012<br />

La figura dell’On. Salvatore Scoca<br />

attraverso la lettura degli atti<br />

della Assemblea Costituente<br />

La figura dell’On. Salvatore Scoca, anche<br />

se ancora non ben conosciuta dalla<br />

opinione pubblica, dovrebbe invece, a<br />

nostro modo di vedere, meritare una importanza<br />

superiore. Non certo per sminiuire<br />

il valore di altri Costrituenti, ma<br />

perché grazie al suo impegno ed alla sua<br />

tenacia, durante i Lavori della seduta del<br />

23 Maggio 1947, Presidente l’On. Terracini,<br />

venne approvato l’Articolo 53, che<br />

la Costituzione pone a base del Sistema<br />

Tributario della Repubblica<br />

L’innegabile merito dell’On. Salvatore<br />

Scoca, navigato ed esperto personaggio<br />

politico (all’epoca aveva 53 anni ed era<br />

reduce dalla esperienza di Sottosegretario<br />

alle Finanze del Governo De Gasperi dal<br />

17 Luglio 1946 al 18 Ottobre 1946 1), è<br />

quello di aver collaborato in modo deciso<br />

a delineare nel modo più ampio, attraverso<br />

le relazioni condotte in Assemblea<br />

Costituente, come interpretare i bisogni<br />

della Nazione, traguardando gli anni a<br />

venire. Seguendo uno dei passi della<br />

Seduta della Assemblea Costituente del<br />

23/05/1947, leggiamo (On. Scoca. Ass.<br />

Costituente, 23/05/1947) “…Non è questo<br />

il momento più opportuno per attuarla,<br />

ma credo necessario che si inserisca<br />

nella nostra Costituzione, in luogo<br />

del principio enunciato dall’articolo 25<br />

del vecchio Statuto, un principio informato<br />

a un criterio più democratico, più<br />

aderente alla coscienza della solidarietà<br />

sociale e più conforme alla evoluzione<br />

delle legislazioni più progredite…”.<br />

L’Italia, in quel 1947 era quella che usciva,<br />

da appena due anni, dal dramma della seconda<br />

guerra mondiale. Dovunque si voltasse<br />

lo sguardo si vedevano macerie. Miseria,<br />

fame. analfabetismo determinavano<br />

urgenze che i Costituenti ben comprendevano.<br />

Quello che i Padri Costituenti descrivevano<br />

era il sogno che i posteri avrebbero<br />

dovuto realizzare attraverso la passione,<br />

l’impegno, la laboriosità, l’onestà.<br />

Ben conoscevano i nostri Padri Costuenti<br />

i principi di Equità, Solidarietà e Progressività.<br />

I primi due elementi emergono<br />

come caratterizzanti l’intero disegno<br />

costituzionale, mentre il terzo è stato posto<br />

a suggello del cuore economico del<br />

di Roberto Innocenti Torelli e Claudio Mazzoccoli<br />

paese (il Sistema Tributario), in modo da<br />

assicurare allo Stato i mezzi per fare fronte<br />

agli impegni economici derivanti dagli<br />

altri articoli, che ne delineano la struttura<br />

ed i suoi doveri al servizio della Persona.<br />

In questa architrave che vede la Persona<br />

al centro e lo Stato al Servizio di questa<br />

(e non il contrario come accade purtroppo<br />

oggi…) si inquadrano i principi informativi<br />

della tassazione. Essi, pertanto, costituiscono<br />

i cardini del nostro Sistema<br />

Costituzionale, una conquista fondamentale<br />

recepita dall’Articolo 53 della nostra<br />

Carta, laddove si afferma che “Tutti sono<br />

tenuti a concorrere alle spese pubbliche<br />

in ragione della loro capacità contributiva.<br />

<strong>Il</strong> sistema tributario è informato a<br />

criteri di progressività”.<br />

Tale impostazione, ci piace ricordarlo,<br />

andava a mutare profondamente, nella<br />

sostanza, il sistema messo in atto dallo<br />

Statuto Albertino la cui attuazione aveva<br />

dato vita ad un’evidente sperequazione<br />

in favore della “tassazione indiretta che<br />

colpiva in misura insostenibile le classi<br />

più povere…”.<br />

Salvatore Scoca, come relatore per gli<br />

articoli aggiuntivi in ambito tributario,<br />

rispondendo alle obiezioni dei colleghi<br />

4<br />

della “Commissione de Settantacinque”,<br />

quella che aveva il compito di redigere<br />

effettivamente la Carta Costituzionale,<br />

delinea i due fondamentali elementi che<br />

dovranno poi entrare a fare parte del -<br />

l’enunciato finale dell’Articolo 53 2.<br />

1. La Capacità Contributiva Effettiva<br />

come base della imposizione<br />

2. La Progressività come base del calcolo<br />

delle imposte<br />

La prima caratteristica è la Capacità<br />

Contributiva Effettiva.<br />

Per il primo punto, ecco come si esprime<br />

il relatore (On. Scoca. Ass. Costituente,<br />

23/05/1947) “…Non si può negare che il<br />

cittadino, prima di essere chiamato a<br />

corrispondere una quota parte della sua<br />

ricchezza allo Stato, per la soddisfazione<br />

dei bisogni pubblici, deve soddisfare i bisogni<br />

elementari di vita suoi propri e di<br />

coloro ai quali, per obbligo morale e giuridico,<br />

deve provvedere”. Riteniamo che<br />

questa definizione, ad oggi non rispettata<br />

dall’attuale sistema tributario, rappresenti<br />

un elemento fondamentale per uno stato il<br />

cui compito primario è lo Sviluppo della<br />

persone. Dal principio della necessità<br />

della deduzione nell’effettivo importo<br />

delle spese necessarie alla vita ed al sostegno<br />

della Persona e delle persone comunque<br />

a suo carico, posto a base della<br />

determinazione della Capacità Contributiva<br />

Effettiva, vengono poi derivati da<br />

Scoca due importanti obblighi per il legislatore,<br />

anche questi, evidentemente, disattesi<br />

dal sistema tributario attuale.<br />

<strong>Il</strong> primo: “Da ciò discende la necessità<br />

della esclusione dei redditi minimi dalla<br />

imposizione; minimi che lo Stato ha interesse<br />

a tenere sufficientemente elevati,<br />

per consentire il miglioramento delle<br />

condizioni di vita delle classi meno abbienti,<br />

che contribuisce al miglioramento<br />

morale e fisico delle stesse ed in<br />

definitiva anche all’aumento della loro<br />

capacità produttiva”.<br />

<strong>Il</strong> secondo: “Da ciò discende pure che<br />

debbono essere tenuti in opportuna con -<br />

siderazione i carichi di famiglia del contribuente”.


N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012 IL CALITRANO<br />

La conclusione è poi molto importante:<br />

“Sono, questi, aspetti caratteristici<br />

di quella capacità contributiva, che la<br />

formulazione concordata dell’articolo<br />

aggiuntivo pone a base della imposizione…”.<br />

La seconda caratteristica è la Progressività.<br />

(On. Scoca. Ass. Costituente, 23/05/1947)<br />

“… se poi consideriamo che più dei tributi<br />

diretti rendono i tributi indiretti e<br />

questi attuano una progressione a rovescio,<br />

in quanto, essendo stabiliti prevalentemente<br />

sui consumi, gravano maggiormente<br />

sulle classi meno abbienti, si<br />

vede come in effetti la distribuzione del<br />

carico tributario avvenga non già in<br />

senso progressivo e neppure proporzionale,<br />

ma in senso regressivo. <strong>Il</strong> che costituisce<br />

una grave ingiustizia sociale,<br />

che va eliminata, con una meditata e<br />

seria riforma tributaria.”<br />

È francamente difficile non vedere, in<br />

queste parole, la realtà dell’Italia dei nostri<br />

giorni, che necessita finalmente del<br />

rinnovamento del “patto fiscale”, che avvenga<br />

stavolta effettivamente nel segno<br />

della Costituzione, a differenza di quanto<br />

accadde nel 1973, quando un altro patto<br />

condusse al sistema attuale. Fondamentale<br />

è dunque riscoprire il senso di democrazia,<br />

di solidarietà e di equità che vengono<br />

ripetuti a più riprese negli atti della<br />

Costituente, ma che risuonano nel verbale<br />

del 23/05/1947 come i veri principi<br />

che devono ispirare il Sistema Tributario.<br />

Indubbio è che il disegno della Costituzione<br />

Italiana richiedeva siffatte caratteristiche<br />

al suo cuore economico. La<br />

relazione di Scoca prosegue con altre importantissime<br />

considerazioni puntualmente<br />

espresse: (On. Scoca. Ass. Costituente,<br />

23/05/1947) “La regola della progressività<br />

deve essere effettivamente operante;<br />

e perciò nella primitiva formulazione<br />

dell’articolo aggiuntivo da me proposto<br />

avevo detto che il concorso di tutti<br />

alle spese pubbliche deve avvenire in<br />

modo che l’onere tributario complessivo<br />

gravante su ciascuno risulti informato<br />

al criterio della progressività. Ciò significa<br />

che la progressione applicata ai tributi<br />

sul reddito globale o sul patrimonio<br />

dev’esser tale da correggere le iniquità<br />

derivanti dagli altri tributi, ed in<br />

particolare da quelli sui consumi.”<br />

Quello che oggi preoccupa ancor più è<br />

vedere che, anziché progredire, lo stato<br />

della nazione è andato regredendo. Per<br />

capire la gravità della situazione, è sufficiente<br />

confrontare la realtà di oggi, in<br />

cui lo Stato Sociale e principi come la<br />

Solidarietà vengono messi in discussione<br />

dai profeti del liberismo più sfrenato, con<br />

quanto nel settembre del 1900 Giolitti<br />

affermò “…il paese, dice l’On. Sonnino,<br />

è ammalato politicamente e moralmente,<br />

ed è vero; ma la causa più grave di<br />

tale malattia è il fatto che le classi dirigenti<br />

spesero enormi somme a beneficio<br />

proprio quasi esclusivo e vi fecero fronte<br />

con imposte, il peso delle quali cade<br />

in gran parte sulle classi più povere;<br />

noi abbiamo un gran numero di imposte<br />

sulla miseria: il sale, il lotto, la tassa<br />

sul grano, sul petrolio, il dazio sul consumo,<br />

ecc. … NON NE ABBIAMO<br />

UNA SOLA che colpisca esclusivamente<br />

la ricchezza vera; perfino le tasse sugli<br />

affari e le tasse giudiziarie sono progressive<br />

a rovescio; quando nel 1893,<br />

per stringenti necessità finanziarie, io<br />

dovetti chiedere alle classi più ricche<br />

un lieve sacrificio, sorse da una parte<br />

delle medesime una ribellione assai più<br />

efficace contro il governo che quella dei<br />

poveri contadini siciliani, e l’On. Sonnino,<br />

andato al governo dopo di me,<br />

dovette provvedere alle finanze RIAL-<br />

ZANDO ancora il prezzo del sale e il<br />

dazio sui cereali. Io deploro quanti altri<br />

mai la lotta di classe; ma, siamo giusti:<br />

chi l’ha iniziata?”<br />

APPENDICI<br />

1. Presentazione della Associazione<br />

La Associazione ARTICOLO 53 nasce<br />

alcuni anni fa come iniziativa libera e<br />

spontanea di personaggi della Società Civile<br />

che hanno deciso di dedicare il loro<br />

impegno a sostegno della battaglia per<br />

un FISCO EQUO, SOLIDALE e CO-<br />

STITUZIONALE. Non ha pertanto alcun<br />

carattere politico e non riceve alcun<br />

finanziamento o sovvenzione.<br />

<strong>Il</strong> nostro impegno parte dallo Studio della<br />

Costituzione. dalla Analisi dei verbali<br />

della Assemblea Costituente e dalla verifica<br />

puntuale della mancata attuazione<br />

del dettato Costituzionale in tutte le forme<br />

nel quale il Sistema Tributario è stato<br />

gestito dalla classe politica a partire dal<br />

1973 in poi.<br />

<strong>Il</strong> tavolo di studio, frutto della fattiva collaborazione<br />

degli aderenti, ha condotto a<br />

documenti, alcuni dei quali in fase di<br />

pubblicazione su questo nuovo sito, ha<br />

condotto a Libri (FISCO: La Costituzione<br />

Tradita, del 2008), a Collaborazioni<br />

con altri autori per contributi a Libri, a<br />

discussioni con le Forze Politiche e, ultimo<br />

in ordine di tempo, ma non certo atto<br />

conclusivo, il Convegno FISCO, EVA-<br />

SIONE FISCALE e DEBITO PUBBLI-<br />

CO: Torniamo alla Costituzione, tenutosi<br />

a Firenze il 26 Febbraio 2011 e che<br />

ha visto riuniti i membri della nostra Associazione<br />

e della Associazione ARDep<br />

5<br />

(Associazione per la Riduzione del Debito<br />

Pubblico).<br />

L’impegno precipuo della Associazione è<br />

quello di Difendere la Costituzione attraverso<br />

la sua Attuazione. Se infatti il<br />

Dettato Costituzionale non viene attuato,<br />

come oggi accade per tanti articoli, resta<br />

SEME SENZA FRUTTO. Una nazione<br />

che si sviluppa senza seguire la propria<br />

costituzione, finisce per trovarsi nella situazione<br />

di trovarsi regolata da una “costituzione<br />

materiale” che diverge in tutto<br />

o in parte da quella Naturale del 1947,<br />

promulgata il 1° gennaio 1948.<br />

Produrre la fine della vera ed unica Costituzione<br />

Italiana, quella del 1948 (pur<br />

senza un atto formale, ma per continuo<br />

svuotamento ed allontanamento) è la<br />

operazione in cui sembra impegnata la<br />

gran parte della classe politica del nostro<br />

paese da decenni.<br />

La opinione pubblica, distolta dalle ansie<br />

legate alla vita di ogni giorno e dai casi<br />

che i media propongono, non riesce ancora<br />

a distinguere la deriva anticostituzionale<br />

in corso, né percepisce il pericolo<br />

che incombe sullo stato sociale e sugli<br />

equilibri che mantengono unito, solidale<br />

e… “Italiano” il nostro paese.<br />

La Costituzione della Repubblica Italiana,<br />

fondamentale per il mantenimento e<br />

lo sviluppo della Unità nazionale ha, sin<br />

dalla sua promulgazione, il cuore economico<br />

nell’Articolo 53.<br />

Rarissimo caso, se non unico al mondo,<br />

la Costituzione Italiana, ha dato indicazioni<br />

precise su come costruire il Sistema<br />

Tributario. Non solo… Nel 1971 una<br />

legge Delega, la 825/71 chiarì, ad opera<br />

stavolta del Legislatore (composto per<br />

buona parte da Padri Costituenti…), il<br />

modo in cui costruire un SISTEMA TRI-<br />

BUTARIO NEL SOLCO DEL DETTA-<br />

TO COSTITUZIONALE.<br />

Nel 1973, anziché far seguire i soli decreti<br />

attuativi della legge delega 825/71,<br />

fu varata la legge 600/73, alla base del<br />

fallimentare Sistema Tributario attuale…<br />

Dunque, nel 1973, avvenne qualcosa che<br />

possiamo oggi politicamente definire un<br />

TRADIMENTO DELLA COSTITU-<br />

ZIONE.<br />

Nel 2012, a 64 anni dalla promulgazione<br />

della Carta Costituzionale, purtroppo siamo<br />

costretti a denunziare che l’Articolo<br />

53 non è ancora attuato. Con esso, tutti<br />

gli articoli che si ispirano allo sviluppo<br />

dell’individuo, alla formazione, alle famiglie,<br />

alla maternità, alla tutela dei diritti<br />

da parte dello Stato, sono messi in<br />

pericolo.<br />

Serve un’opera capillare di INFORMA-<br />

ZIONE prima e di FORMAZIONE poi.<br />

E questo è l’impegno a cui ci sentiamo<br />

chiamati.


IL CALITRANO N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012<br />

2. Dati Storici<br />

Conclusioni<br />

Confidiamo che questo excursus del -<br />

l’opera dell’On. Salvatore Scoca, per<br />

quanto limitato alla sua partecipazione alla<br />

Assemblea Costituente, serva a rendere<br />

omaggio ad una figura certamente significativa<br />

per il nostro paese e di stimolo per<br />

quanti, come noi di Articolo 53, si battono<br />

quotidianamente affiché il disegno costituzionale<br />

venga attuato concretamente nel<br />

nostro Paese. È evidente infatti che, a più<br />

di sessanta anni dalla sua promulgazione,<br />

la Costituzione è ben lungi dall’essere stata<br />

attuata. Ne abbiamo purtroppo costantemente<br />

conferma.<br />

Firenze, 29 Maggio 2012<br />

Roberto Innocenti Torelli<br />

Responsabile<br />

Associazione Articolo 53<br />

Salvatore Scoca - Meuccio Ruini<br />

Ing. Claudio Mazzoccoli<br />

Membro della<br />

Associazione Articolo 53<br />

Salvatore Scoca - Meuccio Ruini<br />

Associazione ARTICOLO 53<br />

<strong>Il</strong> Presidente Roberto Innocenti Torelli<br />

http://sites.google.com/site/articolo53<br />

articolo53@gmail.com<br />

NOTE<br />

1 Si veda nella Appendice: Dati Storici la Figura 1.<br />

2 Si veda nella Appendice: Dati Storici la Figura 2.<br />

6<br />

LAUREA<br />

<strong>Il</strong> 18 aprile 2012 presso la Seconda<br />

Università di Napoli Facoltà di<br />

medicina e chirurgia - Polo didattico<br />

ASL Avellino Grottaminarda, si è<br />

felicemente laureata la signorina<br />

Enza METALLO<br />

discutendo col chiar.mo professore<br />

Camillo Vittozzi la tesi “Disprassia<br />

congenita: aspetti neurobiologici<br />

ed emozionali”.<br />

La Redazione è vicina alla felicità dei<br />

genitori Franca e Giovanni, dell’amata<br />

sorella Rosa, e dei parenti tutti, ed<br />

augura alla novella dott.ssa ogni bene<br />

per il suo futuro professionale.<br />

Ci piace segnalarvi questo giovane ingegnere dott. Michele Cerreta, figlio del nostro concittadino Luigi (benfigliuol’) residenti a Lucca, riportando<br />

quanto scriveva “LA NAZIONE” di Lucca del gennaio 2012. Vi invitiamo inoltre a consultare il sito www.pizero.net


N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012 IL CALITRANO<br />

ichele Arcangelo Di Maio, nacque a<br />

MCalitri nel 1931 da Benedetto e da<br />

Rosa Cerreta e, come molti altri ragazzi,<br />

trascorse parte dell’adolescenza nel suo<br />

paese, prima di andar fuori per continuare<br />

gli studi. Dopo aver conseguito il Diploma<br />

di Geometra a Salerno, si iscrisse<br />

all’Istituto Superiore di Educazione Fisica<br />

della Farnesina di Roma, appena rinato<br />

dopo il Fascismo. Tornò, quindi, a<br />

Calitri come docente di questa materia e<br />

prestò servizio presso la Scuola Media e<br />

l’Istituto Tecnico Commerciale.<br />

Conobbe allora Marisa Franco, originaria<br />

di Bovino, giunta nell’Istituto Tecnico<br />

Commerciale in qualità d’insegnante<br />

d’Inglese e con lei si fidanzò. Una canzone<br />

in voga a quel tempo era Love in<br />

Portofino. Insieme poi decisero di trasferirsi<br />

a Napoli e di sposarsi nel 1961.<br />

A Napoli, Michele ebbe la cattedra presso<br />

l’Istituto “Galiani”, che si trova in prossimità<br />

di Piazza Carlo III. Contemporaneamente<br />

si inserì come istruttore e preparatore<br />

atletico nell’ampio circuito napoletano<br />

delle attività sportive, collaborando<br />

con l’Associazione Italiana di Cultura e<br />

Sport.<br />

I suoi legami con la famiglia e con l’intera<br />

comunità di origine, però, si mantennero<br />

sempre fortissimi. Tornava frequentemente<br />

a Calitri, dove trascorreva qualche<br />

giorno con immenso piacere. Nell’andirivieni<br />

in mezzo alla gente durante le feste<br />

patronali, cioè nel tradizionale andare su<br />

e giù tra le bancarelle o appresso alla processione<br />

di San Canio e dell’Immacolata,<br />

era difficile fare due passi con<br />

lui. Si fermava ad ogni piè<br />

sospinto, ora con uno ora con<br />

un altro. A volte solo per un<br />

rapido saluto, ma più spesso per<br />

farsi raccontare anche le novità.<br />

Rientrava a casa sempre a notte<br />

fonda, dopo aver partecipato a<br />

infinite chiacchiere con gli<br />

amici ritrovati e ai tanti successivi<br />

allegri capannelli formati<br />

intorno alla sua figura aitante, al<br />

suo inconfondibile modo di<br />

gesticolare e alla sua schietta<br />

risata.<br />

E i calitrani ricambiavano i<br />

sentimenti d’affetto per lui.<br />

Quando è giunta la notizia della<br />

sua morte, avvenuta il 12 di -<br />

cembre del 2011, qui a Calitri<br />

PERSONAGGI<br />

<strong>Il</strong> campione calitrano<br />

Olimpiadi Invernali di Cortina, 1956. Michele<br />

Di Maio con Sophia Loren.<br />

c’è stato un sincero dispiacere. Nonostante<br />

la recente malattia, Michele era<br />

stato visto in macchina poco tempo prima<br />

e nulla lasciava immaginare che la sua<br />

vita fosse ridotta al lumicino.<br />

Tempo addietro, quando egli già non<br />

stava più bene, io e lui ci siamo fermati al<br />

Belvedere del Corso, poco distanti dal<br />

grigio torrione emerso dai ruderi del terremoto<br />

dell’80. Spaziavamo lo sguardo<br />

nella valle dell’Ofanto e ammiravamo le<br />

varie gradazioni di verde davanti a noi e,<br />

Olimpiadi Invernali di Cortina, 1956. Michele Di Maio e Lino Lacedelli,<br />

uno dei conquistatori del K2.<br />

7<br />

in alto, il cielo azzurro e terso. Di fronte,<br />

sui monti dell’Appennino, i nostri occhi si<br />

fermavano progressivamente sulla grande<br />

cupola rotonda dell’Osservatorio Astronomico<br />

di Castelgrande, poi su Pescopagano<br />

e infine su Sant’Andrea di Conza.<br />

Intanto il sole cominciava a nascondersi<br />

dietro le tre gobbe di Gagliano mettendo<br />

in scena a poco a poco, alla nostra destra,<br />

il rosso bellissimo del tramonto. È stato<br />

allora che Michele sorridendo mi ha detto<br />

all’improvviso: « È questo che mi mancherà,<br />

quando morrò».<br />

Ricordo sempre questa frase ogni volta<br />

che vado a fargli visita al cimitero. E non<br />

mi pare vero che ora stia lì, dopo averlo<br />

visto all’opera nelle attività più impensate:<br />

riparare la sua scoppiettante campagnola,<br />

caricare la sua barca a vela per portarla<br />

a Campomarino, usare i colori a tempera<br />

per esprimere la sua vena artistica,<br />

andare a caccia con Diva, il suo cane<br />

fedele, uscire dall’acqua del Lago di<br />

Monticchio dopo essersi immerso con un<br />

gesto da esperto nuotatore.<br />

Michele era davvero una persona speciale.<br />

Non lo dico perché era mio cugino,<br />

ma per tutto ciò che sapeva fare e che<br />

altri non osavano neppure pensare. E per<br />

la simpatia che era capace di catturare<br />

dalla gente. Con lui, anche i più timidi si<br />

sentivano invogliati a parlare, qualunque<br />

fosse il pretesto occasionale da cui poteva<br />

iniziare la conversazione.<br />

Per queste ragioni, e non solo per la sua<br />

dedizione allo sport, i suoi amici lo chiamavano<br />

«il Campione». In un certo senso<br />

lo era davvero e, comunque,<br />

egli era stato a stretto contatto<br />

con dei veri campioni. Come<br />

studente della Farnesina aveva<br />

anche fatto parte dello staff tecnico<br />

delle Olimpiadi Invernali<br />

di Cortina d’Ampezzo nel<br />

1956, cioè del gruppo di giovani<br />

atleti incaricati di curare la<br />

tenuta delle piste sulle quali<br />

avvenivano le gare di sci. A<br />

Cortina trascorreva il tempo<br />

libero con Lino Lacedelli, uno<br />

dei conquistatori del K2, ed<br />

altri atleti conosciuti sui campi<br />

da sci. Durante la sfilata olimpica<br />

inaugurale fece parte della<br />

squadra dei portabandiere e, tra<br />

le sue mansioni, ebbe anche<br />

quella di accompagnare le per-


IL CALITRANO N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012<br />

Roma, Michele Di Maio e Marisa Franco,<br />

durante una gita scolastica.<br />

sonalità e i giornalisti accreditati alla<br />

manifestazione. Nel suo album ho trovato<br />

molte foto di quell’evento, tra cui<br />

una in cui è ritratto con una giovanissima<br />

Sophia Loren.<br />

Michele tornò a Calitri da Cortina portando<br />

con sé un paio di sci. Noialtri bambini,<br />

che non li avevamo mai visti,<br />

seguimmo con curiosità festosa le sue<br />

evoluzioni sulla neve, che quell’anno fu<br />

abbondante.<br />

Poi vennero le Olimpiadi del 1960. Gli<br />

organizzatori scelsero la via Appia come<br />

percorso lungo il quale la fiaccola olimpica,<br />

accesa in Grecia e portata per mare<br />

a Siracusa, doveva salire verso nord per<br />

giungere a Roma. <strong>Il</strong> tracciato di questa<br />

antica arteria romana, come si sa, passa<br />

per Pescopagano e Sant’Andrea di<br />

Conza. In qualità di allenatore degli<br />

alunni che partecipavano alle gare provinciali<br />

di atletica, Michele fu<br />

chiamato a far parte della<br />

commissione che selezionò<br />

due tedofori di Calitri: Ettore<br />

Cicoria e Peppino Galgano.<br />

Come geometra, Michele progettò<br />

alcune abitazioni. Tra<br />

queste è da ricordare proprio<br />

la sua casa di campagna, a<br />

Gagliano. Essa, immersa nei<br />

campi, è circondata da un<br />

vigneto e da alberi da frutta,<br />

nonché da numerosi alveari.<br />

Al suo interno contiene inoltre<br />

un laboratorio per la produzione<br />

di miele, che insieme<br />

allo sport è stata la sua grande<br />

passione. Ma più che di casa<br />

di campagna andrebbe bene<br />

il termine di magione, dal<br />

mo mento che questa costruzione<br />

fu da lui progettata perché<br />

fosse ospitale, con un bel<br />

porticato, una grande veranda<br />

e tutti i comfort moderni. Questo edificio<br />

fu realizzato con i risparmi dell’intera<br />

famiglia, a poco a poco, a cominciare<br />

dagli anni settanta. A farla sorgere<br />

e a completarla è stato il suo carissimo<br />

amico Michele Del Re, un artigiano<br />

poliedrico che definire semplicemente<br />

muratore è troppo riduttivo e che invece<br />

bisognerebbe considerare un «tesoro<br />

vivente» per tutto il pregio che sa conferire<br />

alle cose che fa.<br />

Nelle ampie stanze di questa residenza,<br />

dunque, egli aveva il piacere di ricevere i<br />

suoi amici, con la complice collaborazione<br />

delle sorelle Maria e Teresa, le<br />

quali non si sottraevano alla fatica di preparare<br />

per essi lauti pranzi. Spesso gli<br />

invitati erano i membri dell’Associazione<br />

Amici dell’Irpinia che venivano da<br />

Napoli o anche da più lontano. E a volte,<br />

per evitar loro la fatica di guidare per chilometri<br />

fino a Calitri, Michele noleggiava<br />

addirittura un autobus che li accompagnasse<br />

da lui. Alla fine della giornata trascorsa<br />

nell’aria pura di Gagliano e prima<br />

di tornare a casa essi ricevevano in regalo<br />

i frutti degli alberi di quei campi, nonché<br />

barattoli del suo miele.<br />

Tuttavia, egli, nonostante i suoi multiformi<br />

interessi, non perse mai di vista<br />

l’educazione dei figli.<br />

Ho diversi debiti di riconoscenza nei<br />

riguardi di Michele. Ne vorrei citare solo<br />

due. <strong>Il</strong> primo è che fin da tenera età ho<br />

imparato da lui a guardare fuori dal piccolo<br />

nido di casa mia, trasportato in giro<br />

per il paese sulla canna della sua bicicletta,<br />

poi lungo le strade dei paesi vicini<br />

sul sedile posteriore della sua vespa e,<br />

infine, all’interno della sua seicento<br />

nuova fiammante. E da grande, quando<br />

Olimpiadi di Roma, 1960. Passaggio della fiaccola olimpica per<br />

Sant’Andrea di Conza. Michele Di Maio con il tedoforo Ettore Cicoria<br />

e con Alfonso Acocella.<br />

8<br />

Calitri, Michele Di Maio e Marisa Franco,<br />

con alcuni professori dell’Istituto Tecnico<br />

Commerciale e della Scuola Media. Alle loro<br />

spalle l’edificio scolastico recentemente<br />

demolito.<br />

mi trasferii a Napoli per studiare al -<br />

l’Università, fu proprio lui ad offrirmi<br />

le occasioni più propizie per allargare le<br />

mie limitate conoscenze.<br />

<strong>Il</strong> secondo è per l’incoraggiamento da<br />

lui ricevuto ogni volta che ho intrapreso<br />

un lavoro impegnativo. Michele mi spronava<br />

ad andare sempre avanti, anche<br />

quando non sapeva bene di che natura<br />

fosse lo scoglio che dovevo superare. In<br />

particolare, devo a lui il sostegno morale<br />

e materiale nella costruzione dei primi<br />

exhibit scientifici interattivi per la manifestazione<br />

napoletana «Futuro Remoto»<br />

e per tutto ciò che concerne le iniziative<br />

di divulgazione scientifica che successivamente<br />

ho proposto qui a<br />

Calitri.<br />

Michele ha avuto anche i suoi<br />

difetti, come d’altra parte tutti<br />

noi. Ma certamente non gli si<br />

può imputare quello dell’indifferenza<br />

verso coloro che<br />

attraversavano vicende delicate.<br />

Per queste persone si è<br />

sempre adoperato, molto<br />

discretamente, affinché trovassero<br />

la strada giusta, suggerendo<br />

a loro concrete op -<br />

portunità di soluzione dei problemi.<br />

Egli si fidava della<br />

massima che gli aveva insegnato<br />

sua madre: «<strong>Il</strong> Signore<br />

chiude una porta e ne apre<br />

un’altra». Frase che esprime<br />

il fondamentale atto di spe-<br />

ranza che ha accompagnato<br />

l’intera sua vita.<br />

Pietro Cerreta


N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012 IL CALITRANO<br />

RICORDARE PER CHI NON SA - PARTE X<br />

Fanciulli che crescono con occhi profondi,<br />

Di nulla sanno, crescono e muoiono<br />

E tutti gli uomini vanno per la loro strada.<br />

Dolci frutti che nascono dagli acerbi<br />

E cadono già di notte come uccellini morti,<br />

Giacciono pochi giorni e marciscono.<br />

Tutto ciò, e questi giochi, a noi che giovano?<br />

A noi che pure siamo adulti ed eternamente<br />

soli,<br />

Che vagando non cerchiamo mai una meta?<br />

Che gioia, di queste cose averne viste tante?<br />

E tuttavia, dice molto che dice «Sera»,<br />

Una parola da cui scorre profondità e tristezza<br />

Come greve miele dagli incavati favi.<br />

«Ballata della vita esteriore»<br />

(di Hugo Von Hafmannsthal)<br />

esse da parte le ultime, isolate testi-<br />

Mmonianze che ancora sopravvivono<br />

alle sofferenze della vecchiaia, a Calitri è<br />

scomparso pure il vasto mondo degli artigiani.<br />

Insieme a quello dei contadini, poco<br />

più di mezzo secolo fa, esso rappresentava<br />

il secondi pilastro dell’attività economica<br />

e produttiva della popolazione.<br />

La parte antica delle case, quella che in<br />

anni non lontani riecheggiava di voci e di<br />

rumori dentro le botteghe di artigiani intenti<br />

al lavoro dalla mattina alla sera dopo<br />

che l’abituale gruppo di amici aveva consumato<br />

il caffè al solito bar e soddisfatto i<br />

bisogni del corpo nel “Pascone” che lambiva<br />

la periferia del centro abitativo, oggi<br />

è ridotta a un camminare monotono e occasionale<br />

per stradine e vicoli avvolti dal<br />

silenzio di una realtà diventata da molti<br />

anni testimonianza muta di un’epoca<br />

scomparsa per sempre. Allora non c’era<br />

angolo del caseggiato che al passante non<br />

offriva la presenza di una bottega spalancata,<br />

magari poco spaziosa perché adattata<br />

ad una funzione di emergenza, con dentro<br />

il “Mastro” al lavoro insieme a qualche<br />

discepolo-apprendista. Ricordare oggi<br />

com’era Calitri ieri, quando il popolo che<br />

ci viveva era quasi un affresco di famiglie<br />

numerose con una storia insignificante<br />

fatta di vite semplici, spesso umili e difficili,<br />

tormentate da stenti e confortate da<br />

speranze ed attese, significa raccontare la<br />

storia di vite vissute nella maniera più comune<br />

e naturale.<br />

di Gerardo Melaccio<br />

Più di mezzo secolo fa il nostro Paese si<br />

presentava sotto un aspetto diverso da<br />

quello odierno. Gli abitanti erano tanti e le<br />

risorse per vivere piuttosto ristrette. Si<br />

coltivava la terra in ogni maniera, con le<br />

braccia e con gli animali; si seminava e si<br />

aspettava il raccolto. Si allevavano animali<br />

domestici e animali da fatica; galline,<br />

conigli e tacchini; pecore, capre, buoi e<br />

maiali per la famiglia. Bastava percorrere<br />

le campagne e frequentare le strade che<br />

tagliavano l’abitato per averne le prove<br />

concrete. Nel periodo adatto i campi erano<br />

popolati di contadini al lavoro che rallegravano<br />

lo spirito coi canti completando<br />

le colorature naturali. <strong>Il</strong> centro abitativo e<br />

le stradine periferiche riecheggiavano di<br />

rumori che animavano le botteghe degli<br />

artigiani intenti al compimento del proprio<br />

dovere. Ce n’erano di tutti i tipi e di<br />

ogni condizione: anziani e giovani, sposati<br />

con moglie e figli, scapoli di una certa<br />

età per scelta personale. L’estrazione<br />

sociale era più o meno la stessa per la<br />

maggior parte di essi: figli di artigiani che<br />

continuavano il mestiere paterno; “Mastri”<br />

fatti da poco o per scelta propria o<br />

per decisione presa in famiglia.<br />

Appena trovata la strada, i giovani che si<br />

avviavano al mondo del lavoro artigianale,<br />

venivano affidati al maestro che dava<br />

maggiore affidamento e già il giorno dopo<br />

cominciavano a prendere dimestichezza<br />

con la bottega e con l’attrezzatura. Ricevevano<br />

un po’ alla volta i primi rudimenti<br />

di formazione. Imparavano a familiarizzare<br />

con gli attrezzi più semplici prima<br />

di prendere contatto con quelli più complicati.<br />

Imparavano a distinguere la materia<br />

prima. Osservavano e ascoltavano con<br />

attenzione i suggerimenti del maestro che<br />

era competente, intransigente e di poche<br />

parole. I segreti del mestiere più che essere<br />

svelati con l’insegnamento, spesso bisognava<br />

scoprirli con prontezza di riflessi,<br />

comprenderli e rubarli furtivamente con<br />

l’intelligenza.<br />

Nella bottega c’era sempre da fare qualcosa,<br />

anche quando tardavano le ordinazioni<br />

private. Nella circostanza il “Mastro” concedeva<br />

ampia facoltà di suoi apprendisti di<br />

attendere alla realizzazione di lavoretti in<br />

proprio. Le circostanze per imparare in<br />

fretta non mancavano e i ragazzi che avevano<br />

voglia di farlo potevano sfruttare<br />

l’occasione specialmente se avevano la<br />

fortuna di venire affidati ad una guida di<br />

mente elastica, di discreto livello di cono-<br />

9<br />

scenze scolastiche e di stima per i suoi allievi.<br />

Quasi tutti i maestri di bottega non<br />

trascuravano l’informazione, la lettura del<br />

giornale e l’occasione di innalzare la loro<br />

coscienza civile, sociale e politica. Sapevano<br />

essere pratici e teorici al tempo stesso.<br />

Sapevano badare a sé stessi e amavano<br />

discutere dei problemi che li toccavano da<br />

vicino. Sapevano fare i padri di famiglia e<br />

sapevano svolgere con coscienza il loro<br />

ruolo di cittadini consapevoli e responsabili.<br />

Magari avendo poca scuola, ma pure<br />

tanta esperienza vissuta e praticata.<br />

Per gli apprendisti il tempo per imparare il<br />

mestiere e mettersi in proprio era piuttosto<br />

lungo. Le ragioni c’erano ed erano tante.<br />

La scarsezza delle risorse economiche in<br />

famiglia rendeva difficile mettere su un<br />

piccolo laboratorio e adeguatamente attrezzato;<br />

il tempo per farsi un nome comportava<br />

esperienza e lungaggini; conquistare<br />

la fiducia della clientela esigenza e<br />

contesa dalla concorrenza; la mancanza di<br />

capitale per l’approvvigionamento della<br />

materia prima; le difficoltà di eseguire e<br />

consegnare ordinazioni a credito ai clienti<br />

che si trovavano in difficoltà economiche.<br />

Di solito l’età di che veniva destinato all’apprendistato<br />

di un mestiere coincideva<br />

più o meno con quella della conclusione<br />

della frequenza della Scuola Elementare.<br />

In casi eccezionali, con il conseguimento<br />

della Licenza Media o di Avviamento Professionale.<br />

In realtà, più che la scuola, le<br />

prospettive per il futuro dei figli delle famiglie<br />

calitrane di allora erano pochissime<br />

e quasi obbligate: l’attività agricola, quella<br />

artigianale e quella dell’operaio: unici<br />

sbocchi facilmente reperibili e la possibilità<br />

immediata di dare una mano ai genitori<br />

in difficoltà per mandare avanti la casa.<br />

In quegli anni il lavoro era alla base di tutto,<br />

ma poterlo svolgere in proprio senza<br />

dover rinunciare alla libertà e all’autonomia<br />

di sé stessi, era, a dir poco, un privilegio.<br />

Importava l’utile che si ricavava, ma<br />

contava molto di più il rispetto e la stima,<br />

la possibilità di percorrere la propria strada<br />

con la mente e con le forze personali.<br />

Tra le molteplici categorie artigianali correvano<br />

sentimenti contrapposti: amicizia,<br />

rispetto e solidarietà da una parte; gelosia,<br />

invidia e discredito dall’altra. Naturalmente<br />

l’effetto di tale atteggiamento si ripercuoteva<br />

sul comportamento delle persone<br />

che ricorrevano al loro lavoro.<br />

Una delle abitudini che praticava buona<br />

parte degli artigiani calitrani era quella di


IL CALITRANO N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012<br />

svolgere delle attività collaterali. Quella<br />

della coltivazione di un pezzo di terra ereditato<br />

che veniva adibito a seminativo, a<br />

vigneto, a uliveto, a orto e a frutteto, a<br />

seconda del sito e della contrada del territorio<br />

costituiva quasi un luogo comune<br />

per molti di loro. Sicché, nei periodi stagionali<br />

si improvvisavano agricoltori, vignaioli,<br />

ortolani e ortofrutticoltori. Sospendevano<br />

per quanto era necessario gli<br />

impegni del mestiere e sbrigavano i lavori<br />

campestri facendosi aiutare anche dai<br />

discepoli. Per costoro era una vera festa,<br />

non tanto perché sospendevano gli impegni<br />

interni, quanto perché potevano stare<br />

all’aperto, erano meno controllati e potevano<br />

gustare l’ottima cucina della padrona.<br />

Peccato che tali occasioni capitavano<br />

pochissime volte all’anno!<br />

A parte questi rari casi di vero gradimento,<br />

la quotidianità delle botteghe dove si lavorava<br />

scorreva senza novità e con estre-<br />

ultimo decennio della nostra storia,<br />

L’ non solo politica ma anche culturale,<br />

ha subito un abbassamento di spessore in<br />

termini di punti di riferimento a cui guardare<br />

con costanza e ammirazione.<br />

Lo sviluppo dell’apparire forzato; del volo<br />

senz’ali; del respiro senza polmoni; del<br />

trucco amplificato dall’immagine; della<br />

capacità di essere tutti santi senza mai essersi<br />

confessati, ci ha condotti ciecamente<br />

in un cono d’ombra.<br />

Siamo stati tutti bravi a mettere nel cassetto<br />

l’idea dell’uomo savio, preparato,<br />

intelligente, lungimirante per rispolverare<br />

la strada a condottieri senza briglie, che<br />

hanno avuto la persuasione di spacciarsi<br />

per grandi combattenti.<br />

La tv spazzatura ci ha regalato ministri,<br />

sottosegretari, funzionari di partito, consiglieri<br />

regionali, il tutto sotto la sapiente<br />

regia di semplici venditori di tappeti a cui<br />

abbiamo regalato spazi istituzionali che<br />

mai dovevano essere concessi, visto il<br />

danno di credibilità ancora vivo sotto gli<br />

occhi di tutti. È come se la società avesse<br />

smesso di pensare; avesse parcheggiato il<br />

proprio pensiero sotto la suola delle scarpe,<br />

ponendosi come spettatrice passiva di<br />

uno spettacolo a cui tutti avrebbero voluto<br />

partecipare nonostante lati opachi ed eticamente<br />

impuri.<br />

Mentre questo film è andato in onda per<br />

anni interi, oltreconfine regnava stupore e<br />

sbigottimento sulla narcotizzazione degli<br />

italiani, genuflessi ad omuncoli senza ritegno,<br />

senza la giusta maturità meritocra-<br />

ma regolarità. Salvo i casi di qualche<br />

sconcezza e di qualche intemperanza di<br />

comportamento, di insofferenza o di malumore,<br />

tutto rientrava nella norma. E la<br />

norma consisteva nel ritagliare e cucire<br />

pezzi di stoffa, informare tomaie di capretto<br />

e di vitello, suolare un plantare;<br />

spingere avanti e indietro in ferro da stiro<br />

arroventato e fumante; piallare tavole e<br />

incastonare traversini di legno stagionato;<br />

stagnare una caldaia; manipolare l’argilla;<br />

impastare sabbia e cemento; sovrapporre<br />

e appiccicare mattoni; squadrare e<br />

mettere a piombo pietre per murature; ferrare<br />

asini e muli svolgendo il proprio mestiere<br />

con orgoglio e dignità, competenza<br />

e attaccamento. Si badava alle novità dei<br />

gusti e della tecnologia cercando di soddisfare<br />

l’esigenza dei clienti. Non ci si risparmiava<br />

pur di guadagnarsi l’apprezzamento<br />

professionale. Si cercava di migliorare<br />

il frutto del lavoro sotto il profilo<br />

tica e tecnica per guidare le sorti di un<br />

paese.<br />

Se guardiamo in casa nostra, nella nostra<br />

piccola comunità calitrana, l’oasi del mito<br />

eterno vive con disinvoltura, dando al mito<br />

stesso un’importanza che non merita<br />

in quanto nella maggior parte dei casi andrebbe<br />

bistrattato.<br />

Da cantanti famosi a politici vecchi e prostatici,<br />

quando qualcuno di questi soggetti<br />

cavalca il suolo domestico è come se<br />

fosse in odore di santità. Si affollano sale,<br />

si ascoltano canzoni, s’imbastiscono appuntamenti<br />

folcloristici ove l’attrazione<br />

diventa il personaggio che si ammira in<br />

tutte le sue forme senza un perché, senza<br />

un vero e proprio motivo.<br />

Se a qualcuno chiedi perché quel cantante<br />

piace o cosa impersoni di straordinario<br />

quel politico, gli occhi dell’intervistato<br />

iniziano a ruotare nel vuoto, in cerca di<br />

una risposta che eviti l’assenza di suoni<br />

vocali, ma dopo un po’ ti senti dire: perché<br />

è di Calitri, oppure, ha fatto tanto per<br />

le nostre zone, senza sapere decifrare, in<br />

termini concreti, il tanto.<br />

Se nel piccolo, il bagliore dell’effimero<br />

scalda i cuori, a livello nazionale, l’italiano<br />

medio ha spinto così forte la corrente<br />

del futile che oggi si trova a dover fare un<br />

impegnativo mea culpa, a fronte di un<br />

commissariamento totale della società, i<br />

cui effetti negativi sembrano inarrestabili.<br />

La crisi economica, la disoccupazione,<br />

l’assenza di merito, la difficoltà di sapere<br />

convivere nel rispetto delle regole, sono<br />

10<br />

qualitativo prima ancora che sotto quello<br />

economico. Si teneva molto alla decenza<br />

del tenore di vita di ciascuno e di tutti.<br />

Educati alla pratica dell’onestà, gli artigiani<br />

di Calitri si tenevano lontani dalla<br />

spregiudicatezza del profitto e dall’avidità,<br />

dal parassitismo che viveva di imbrogli<br />

e di falsificazioni.<br />

Le botteghe dei barbieri in particolare, dei<br />

sarti, calzolai e falegnami erano luoghi<br />

molto frequentati dove si tenevano accese<br />

discussioni di notizie, di opinioni e di fatti<br />

di cronaca. Quando il tempo lo permetteva,<br />

diventavano luoghi di ritrovo dove<br />

circolavano notizie fresche fresche sui fatti<br />

che accadevano in paese; sedi di incontro-scontro<br />

tra opinionisti e chiacchieroni<br />

di mestiere; tra allegroni e fanfaroni, persone<br />

serie e persone ingenue e bonaccione.<br />

Si trattava di un modo di essere paesano<br />

che dura ancora e che si va arricchendo<br />

e trasformando sempre di più.<br />

IL RIFERIMENTO ANOMALO<br />

di Marco Bozza<br />

tutti casi legati a congiunture internazionali,<br />

o all’incapacità dei falsi miti di progresso<br />

che abbiamo osannato?<br />

<strong>Il</strong> vero problema sta nella complicità della<br />

società italiana alla determinazione di<br />

questo appiattimento. La grande Italia dei<br />

grandi italiani che con la loro brillantezza<br />

intellettuale e materiale ancora oggi ci<br />

permettono di essere ricordati nel mondo,<br />

ha ceduto il posto a manutengoli di<br />

borgata, che senza né arte e né parte si<br />

sono azzerati in un sistema marcio, tanto<br />

da generare, elettoralmente parlando,<br />

profonda venerazione per la comicità.<br />

Diventa quindi difficile capire come cambiare<br />

rotta, ammesso che si voglia cambiare.<br />

Passare dal complesso al semplice,<br />

dall’opaco alla trasparenza, dall’omuncolo<br />

all’uomo vero, significa proiettare mentalmente<br />

una rivoluzione copernicana che<br />

durerà negli anni e a cui credono in pochi.<br />

Una famosa canzone recitava: “finché la<br />

barca va, lasciala andare”. Non dimentichiamo<br />

però cosa succede ai naviganti<br />

quando la nave su cui bivaccano la si affidi<br />

nelle mani di un comandante alticcio<br />

preso da lussuria momentanea: il ballo finisce,<br />

si spengono le luci e i giubbotti di<br />

salvataggio non bastano.<br />

Se quindi la società italiana continuerà ad<br />

ispirarsi a profeti di sventura, si troverà in<br />

una posizione in cui riportare la nave in<br />

asse non vi riuscirà più nessuno.<br />

Marco Bozza<br />

http://marcobozza.blogspot.com/


N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012 IL CALITRANO<br />

LE NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA<br />

Medicina ayurvedica e… non solo<br />

arlando di medicina ayurvedica non si può<br />

Pnon parlare della Withamnia Somnifera o<br />

Ashwaganda, pianta delle Solanacee di cui si utilizza<br />

la radice. I suoi principali principi attivi sono<br />

dei lattoni steroidei come i withanolidi e la<br />

withaferina e alcaloidi come la withasomnina e la<br />

withanina, ecc. Alle ben conosciute proprietà ansiolitiche,<br />

si associano potenti effetti antistress e<br />

nootropi con accrescimento della memoria: viene,<br />

infatti, utilizzata dalla medicina ayurvedica come<br />

agente che promuove l’apprendimento e il recupero<br />

della memoria in caso di demenza senile<br />

moderata ma non in quella grave.<br />

Azione immuno-modulante: i glicosidi withanolidi<br />

IX e X hanno azione immuno-stimolamnte e<br />

determinano aumento della cellularità a livello<br />

del midollo osseo e la withaferina produce immunosoppressione<br />

come è stato testato nelle infiammazioni<br />

da carragenina nei ratti. I withanolidi<br />

riducono il livello delle proteine della fase acuta<br />

e in tal senso sembra che mimano l’effetto degli<br />

antinfiammatori glicocorticoidi ( efficaci come<br />

sappiamo nel modulare la sintesi delle proteine<br />

interessate nell’infiammazione a differenza dei<br />

FANS che non hanno effetto sulle proteine).<br />

Quindi la W.S. è adattogena e immunomodulante.<br />

Ha inoltre interessanti azioni anticonvulsivanti<br />

in particolare nei bambini. Fatta questa premessa<br />

si potrebbe ipotizzare un ruolo dei principi attivi<br />

della W.S. nello stabilizzare i livelli di ossido nitrico<br />

(NO) a livello centrale e periferico. L’ossido<br />

nitrico è un gas della durata di sei secondi con<br />

proprietà vaso dilatanti, importanti azioni antipertrofiche<br />

al livello del miocardio, antiproliferative,<br />

antiaggreganti e miorilassanti oltre alle ben<br />

note azioni pro infiammatorie come è stato ampiamente<br />

documentato dagli studi della dottoressa<br />

Bucci dell’Istituto di Farmacologia Clinica<br />

dell’Università “Federico II” di Napoli proprio in<br />

infiammazioni indotte dalla carragenina in ratti.<br />

L’NO in eccesso indurrebbe, invece, aumento della<br />

tossicità del glutammato sui recettori NDMA a<br />

livello centrale e questo spiegherebbe l’utilità<br />

della withaferina nella profilassi delle convulsioni<br />

febbrili del bambino. Inoltre, l’NO è neurotrasmettitore<br />

importante per alcuni processi di<br />

apprendimento ed è comprovato che verrebbe<br />

prodotto dai macrofagi nelle risposte infiammatorie<br />

in risposte a stimoli specifici a partire da<br />

NOsintetasi inducibili andando poi a legare il Fe<br />

EME degli enzimi bersaglio. Ciò significa sul<br />

piano micromolecolare che l’NO in eccesso potrebbe<br />

interferire con alcune funzioni vitali delle<br />

cellule a sede mitocondriale. Di qui l’importanza<br />

di mantenere in equilibrio i suoi livelli iuxtacellulare.<br />

Abbiamo due enzimi a livello endoteliale e sono<br />

le NOsintetasi Gi (non sensibile alla tossina della<br />

pertosse) e Gs (sensibile alla tossina della pertosse)<br />

e questo potrebbe far pensare che il vaccino<br />

acellulare antipertosse potrebbe a lungo andare<br />

essere responsabile delle sempre più frequenti<br />

ipertensioni nei giovani. Infatti, il S.I. è in equilibrio<br />

dinamico secondo la teoria del NETWORK<br />

idiotipico di Yern e anticorpi bloccanti l’NOsintetasi<br />

si potrebbero produrre in risposta al vaccino<br />

inducendo la sintesi d i caveolina1 e di sfingolisina1<br />

inibendo la NOsintetasi endoteliale proprio<br />

come fa la tossina della pertosse in vivo. La disfunzione<br />

endoteriale inoltre, riduce la biodisponibilità<br />

di NO con conseguente aumento delle<br />

specie reattive dell’ossigeno (anione superossido,<br />

perossinitrito, ecc.) e dello stress ossidativo.<br />

<strong>Il</strong> perossinitrito (ONOO) è responsabile di numerosi<br />

effetti dannosi a livello cardiovascolare<br />

fra cui la liperossidazione, la apoptosi dei miociti<br />

e l’inattivazione di enzimi necessari alla funzione<br />

contrattile. Un ottimo rimedio per l’ipertensione<br />

giovanile potrebbe essere l’iperico, pianta<br />

nota come pianta di giugno o scaccia diavoli o<br />

erba di San Giovanni, nota per le proprietà antidepressive<br />

per il suo contenuto in ipericina che<br />

inibirebbe le monoaminossodasi con relativo aumento<br />

dei neurotrasmettitori a livello centrale.<br />

L’iperico è noto come induttore enzimatico del<br />

citocromo P4<strong>50</strong> che è uno dei tre sistemi enzimatici<br />

dipendenti dalla fosfolipasi A2 con la cilcossogenasi<br />

e la lipossigenasi.<br />

Noto è anche il ruolo delle fosfolipasi A2 nell’angiogenesi<br />

tumorale oltre che in alcune malattie<br />

infiammatorie croniche e nell’asma. La fosfolipasi<br />

A2 porterebbe alla sintesi tra l’altro di<br />

ossido nitrico. È ipotizzabile pertanto, che la sintesi<br />

di derivati dell’acido arachidonico a partire<br />

dal citocromo P4<strong>50</strong> come il 19-20 idrossi acido<br />

arachidonico libererebbe dei mediatori chimici<br />

intracellulari fino alla disinibizione delle NOsintetasi<br />

da parte del sistema caveolina1- stingolisina1.<br />

Quindi, un’aumentata biodisponibilità di arginina<br />

precursore dell’ossido nitrico associata a iperico<br />

potrebbe avere un’efficacia terapeutica nell’ipertensioni<br />

giovanili e nel controllo delle crisi ipertensive<br />

in menopausa dove viene meno l’effetto<br />

protettivo degli estrogeni.<br />

Naturalmente è da ricordare che l’induzione del<br />

citocromo P4<strong>50</strong> inficerebbe la terapia con farmaci<br />

anti-ipertensivi visto che ne aumenterebbe il<br />

metabolismo e infatti sappiamo che la biodisponibilità<br />

orale di taluni farmaci anti-ipertensivi<br />

viene meno proprio poter l’azione del CYTP4<strong>50</strong><br />

a livello gastrointestinale; ciò giustificherebbe<br />

l’inefficacia di taluni farmaci nel controllo delle<br />

ipertensioni in terapia di lunga data. C’è da aggiungere<br />

anche, che gli americani classificano in<br />

POOR Metabolizers ed Estensive Metabolizers i<br />

11<br />

pazienti con diversa compliance dei farmaci per<br />

l’esistenza di diverse isoforme enzimatiche del<br />

CYT P4<strong>50</strong> geneticamente indotte.<br />

Ritornando poi alle fosfolipasi A2 sappiamo che<br />

potenti inibitori sono l’actinomicina D, il deflazacort<br />

(Deflan nome commerciale) e il DHEA e<br />

questo potrebbe suggerire nuove strategie terapeutiche<br />

soprattutto nel microcitoma polmonare.<br />

Questo vale anche nell’infiammazioni legate<br />

alle protesi d’anca, dove la fosfolipasi A2 gioca<br />

un ruolo diretto nell’insorgenza dei disturbi di<br />

attecchimento della stessa protesi. <strong>Il</strong> Deflan associato<br />

alla propoli EVSP può essere un ottimo<br />

rimedio.<br />

La propoli EVSP è un prodotto a base di propoli,<br />

astragalus membranacaeus e uncaria. L’astragalus<br />

è noto per le sue proprietà antinfiammatorie in<br />

quanto è un ehnancer diretto del ‘IL2 che è una<br />

citochina che stimola le cellule T-Helper1 deputate<br />

alle reazioni cellulo-mediate contro antigeni<br />

esterni. Questo è stato dimostrato dalla medicina<br />

ayurvedica in una “long-term immonorestorative<br />

therapy nell’AIDS”.<br />

Astragalus, curcuma longa e Withamnia Somnifera<br />

sono state ampiamente testate nella sindrome<br />

da immuno-deficienza acquisita; in particolare<br />

la curcuma oltre ad aumentare i livelli di<br />

IL2 induce la sintesi di IL10 che ha azione stabilizzante<br />

i livelli di NO e attività anti-interferonica<br />

testimoniata dal fatto che il gene de IL10<br />

è similare a quello del virus di Epstein-Bar<br />

BCRF1 che servirebbe al virus per penetrare le<br />

membrane cellulari.<br />

La curcuma sarebbe quindi utile nella Leaky Gutsyndrome,<br />

cioè la sindrome da alterata porosità<br />

intestinale legata proprio a un eccesso di interferone<br />

GAMMA e che è alla base dei problemi di<br />

intolleranze alimentari e di malattie allergiche.<br />

Inoltre, l’associazione iperico che è un ottimo<br />

anti retro virale e queste erbe della medicina<br />

ayurvedica potrebbe aprire nuovi spiragli nella<br />

lotta all’AIDS e forse anche nel trattamento di alcune<br />

leucemie legate al ‘HTLV I° di supporto<br />

ovviamente ai chemioterapici tradizionali. Lo<br />

stesso vale anche per alcuni tumori come il carcinoma<br />

del colon e quello della mammella. Ciò è<br />

stato ampiamente dimostrato da studi recenti pubblicati<br />

sull’ European Journal of Cancer di maggio<br />

effettuati da un team di ricercatori guidato<br />

dalla dottoressa Adriana Albini; l’iperforina principio<br />

attivo contenuto nell’iperico combatte la<br />

neovascolarizzazione tumorale. Come la curcumina<br />

contenuta nella curcuma longa bloccherebbe<br />

delle proteine transattivanti note come NFKB<br />

interruttori principali dei circuiti di infiammazione<br />

e angiogenesi infiammatoria.<br />

Dott. Noris Antonio Cucciniello


IL CALITRANO N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012<br />

Ventesimo anno di fondazione<br />

dell’Associazione Romana dei calitrani<br />

alitri, sabato 9 giugno 2012 presso i<br />

Clocali della ex casa dell’ECA si è<br />

svolta, nella solita appassionata cornice<br />

la celebrazione del 20° anniversario di<br />

fondazione dell’Associazione Romana<br />

dei Calitrani, sotto la sempre accorta ed<br />

attenta regia del presidente dott. Antonio<br />

Cicoira.<br />

Dopo i rituali e consueti saluti si è proceduto<br />

alla consegna di una pergamena<br />

alla donna e all’uomo più anziani di Calitri,<br />

è seguita una breve e sostanziosa<br />

relazione sulla terza età tenuta dalla<br />

dott.ssa Olga Cucciniello; i ragazzi della<br />

scuola media hanno intrattenuto gli<br />

astanti con alcune scene di vita calitrana<br />

recitate in dialetto.<br />

La manifestazione si è conclusa con una<br />

serata danzante, con declamazioni di versi,<br />

brani ed aneddoti sempre in dialetto.<br />

Rinfresco ed ospitalità offerti dall’Associazione.<br />

Due alunni con l’insegnante Enza Pagliarulo mentre recitano un brano in dialetto.<br />

L’Istituto Comprensivo Statale di Calitri nella giornata del 24 maggio 2012, con gli scolari della<br />

1 a e della 2 a classe della Scuola Primaria e della Scuola dell’Infanzia, ha organizzato nei propri locali una<br />

magnifica, grande festa “Un tuffo nel passato” che ha visto una straordinaria partecipazione di popolo,<br />

entusiasta per l’eccellente rappresentazione teatrale dialettale “All’America non si va” a cura dei bambini<br />

della classe 2 a primaria, preparata da un’ottima equipe di volenterose insegnanti, unitamente al preside<br />

Granese. È seguita una classica “quadriglia” a cura dei bambini dell’ultimo anno dell’Infanzia accompagnati<br />

da musicisti e cantori locali, e si è conclusa con un ricco e variegato itinerario gastronomico.<br />

12


N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012 IL CALITRANO<br />

Castel San Pietro Terme (BO), 04.02.2012.<br />

69°Compleanno di Raffaele Di Milia (cuzzett’)<br />

con il figlio Antonio (26.02.1975 residente ad<br />

Imola), e il piccolo Raffaele Di Milia (nato ad<br />

Imola il 06.01.2011), la figlia Angela (31.07.1982<br />

residente a Castel San Pietro Terme) e il piccolo<br />

Gabriele Forgione (nato a Bologna il<br />

24.11.2011), manca l’altro figlio Giovanni residente<br />

a Boston USA. Auguri dalla Redazione.<br />

Bergamo 03/02/2012. Nozze d’oro di Lorenzo Cubelli ed Angela Matarazzo con i figli Vincenzo e<br />

Fabio ed i nipoti Davide, Andrea e Lorenzo. Auguri dalla Redazione.<br />

Calitri, 22.01.2012. Nozze d’oro di Rosa Zarrilli (sciampagniegghij) e Vito<br />

Russo (bella scrima). Prima fila da sinistra in piedi: Elena La Penna la<br />

nuora, il festeggiato, Angelo Russo il figlio, la festeggiata, Vito Russo nipote,<br />

Angela Gautieri la nuora, Pietro Russo il figlio. Seduti da sinistra: Roberta<br />

Russo nipote, Enzo Russo nipote, Marirosa Russo nipote e Catia<br />

Russo altra nipote. Auguri da tutti i parenti, amici e dalla Redazione.<br />

Gilly (Belgio), 25.02.2012. 60° Anniversario di matrimonio di Teresa Senerchia (m’l’mar’) e Donato<br />

Rubino (lu ccianà). Qui con tutta la famiglia: figli Vincenzo e Michele, le nuore, i nipoti e i pronipoti.<br />

Auguri dalla Redazione e da tutti i parenti.<br />

13<br />

Fiuggi, ottobre 2011. Concorso Nazionale per<br />

Bande. Michele Acocella (r’ mecca), il 30.03.2012<br />

compie 65 anni. Auguri dalla moglie, dai figli,<br />

dal genero, dai nipoti e dalla Redazione.<br />

Calitri, 25.12.2011. La piccola Ginevra Capossela festeggia il suo primo<br />

Natale con i nonni Michele Capossela e Rosa Scoca.


IL CALITRANO N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012<br />

Amalfi (SA), 25.04.2012. Una gita tra amici. Da<br />

sinistra in fondo: Canio Codella e Pasquale<br />

Margotta. Avanti da sinistra: Valeria Capossela,<br />

Chiara Rainone col marito Salvatore Caruso, Danilo<br />

Caputo e Antonio Maffucci.<br />

Tre dei quattro fratelli Paolantonio emigrati<br />

negli USA, da sinistra: Angelo (19.09.1882 -<br />

† NY settembre 1963), Canio Vincenzo<br />

(01.04.1887 - † NY luglio 1967) e Nicola<br />

(12.11.1890 - † NY 08.01.1959). Nella foto<br />

manca Francesco (18.06.1879).<br />

Poggibonsi (SI), 13.06.2010. Battesimo della piccola Greta Gelli;<br />

da sinistra: Teresa Leone, Naomi Gautieri, Mirco Gautieri, la festeg -<br />

giata Greta Gelli, Antonio Leone, Angela Zarrilli.<br />

Calitri, 27.05.2011. Festa del Milan Club Calitri in occasione dello scudetto. In piedi prima fila da sinistra: Fabrizio<br />

Lampariello, Antonello Rabasca, Remo Scoca, Canio Toglia, Giuseppe Toglia, Pietro Zarrilli (pr’fssor’), Roberto Salvante, Angelo<br />

Maffucci, Giovanni Buldo (bù bù); Antonio Di Luzio. Accovacciati da sinistra: Angelo Galgano tifoso del Napoli<br />

(brattiell’), Demetrio Nicolais, Giuseppe Cicoira (mastron’), Vito Nicolais (mò mor’), Francesco Codella (bedin’), Angelo Margotta<br />

(f’lec’) e Emilio Creddo (milio). Seduti da sinistra in prima fila: Canio Scoca (piscia p’r’tiegghij), Vincenzo Cubelli<br />

(cuviell’), Giovanni Cerreta (ricca recca), dietro Pasquale Lucrezia (borbon’), e infine Raffaele Tuozzolo (tozzolin’).<br />

Marcinelle (Belgio) 22.08.2011, 60°Anniversario di matrimonio di Giuseppina Mignone (piatt’ piatt’) e Vincenzo<br />

Catano (can’sin’), da sinistra: Antonio Catano, nipote,dott. prof. Antonio Catano, figlio, Anna Segeri, nuora,<br />

Massimo Catano, nipote si vede appena – i festeggiati – la piccola Nina Cormans, pronipote, Stefania Ciardiello,<br />

nipote, Raffaele Catano (can’sin’), Giacinta Tuozzolo (patessa), Filomena Catano figlia dei festeggiati, dott.<br />

J. Marie Jacquelin, genero, dietro : la piccola Penelope Cormans in braccio al padre Akel Cormans, nipote.<br />

14<br />

Torino, 31.08.1974. Matrimonio di Salvatore Lantella (salva salva / 22.01.1952)<br />

e Elena Barillà. Da sinistra: Giovanni Lantella (02.10.1948 - † 10.11.2003)<br />

fratello dello sposo, Rosa Di Guglielmo (carm’niell’) madre dello sposo, gli<br />

sposi, e il padre dello sposo Vito Lantella (salva salva).


N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012 IL CALITRANO<br />

Calitri, 02.06.2012 Matrimonio di Angela Toglia<br />

e Antonio Fonso. Auguri dalla Redazione.<br />

Salerno, 03.06.2011. Matrimonio di Nilde Del<br />

Cogliano e Alessandro Lamberti. Auguri dalla<br />

Redazione.<br />

<strong>Il</strong> piccolo Manuel Del Cogliano nato il<br />

16.03.2012 da Angela Landolfi e Antonio Marco.<br />

Calitri, 19.05.2012. Matrimonio di Chiara Rainone e Salvatore Caruso. Da sinistra: i testimoni Luca<br />

Russo, Lucia Rainone – gli sposi – Michele Di Carlo e Nicola Acocella. Auguri dalla Redazione.<br />

Quaglietta (AV), 26.05.2012. Matrimonio di Rosa<br />

Perna e Lorenzo Russo (cascina) nella Chiesa<br />

Santa Maria del Carmine. Auguri dalla Redazione.<br />

Caserta, 07.09.2011. Matrimonio di Angela<br />

Landolfi e A. Marco Del Cogliano. Auguri dalla<br />

Redazione.<br />

15<br />

Calitri, 16.06.2012. Matrimonio di Angela Lopriore<br />

e Gennaro Leo di Corato (BA). Auguri<br />

dalla Redazione.<br />

Calitri, aprile 1953. Matrimonio di Maria Antonia<br />

Giuliano (14.01.1929) e Armando De<br />

Nicola (21.08.1928 - † 23.10.2010).


IL CALITRANO N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012<br />

Calitri Scalo, 04.03.2012. Michele Acocella (r’mecca) durante la manifestazione per il ripristino della<br />

linea ferroviaria Avellino-Rocchetta.<br />

Visita il sito de IL CALITRANO<br />

www.ilcalitrano.it<br />

vi troverai tutti i numeri<br />

arretrati del giornale,<br />

scaricabili<br />

www.ilcalitrano.it<br />

Per conoscere i libri<br />

della Biblioteca del<br />

Centro Studi Calitrani.<br />

“IRPINIA LASER” di Briuolo Giovanni. È un’azienda giovane che si sta affermando nella produzione<br />

diretta di cartucce rigenerate per stampanti laser e ink jet.<br />

16<br />

Calitri, 04.05.2012. presso la Scola Media di Calitri<br />

si è tenuta l’elezione del baby sindaco con la<br />

vittoria di Benedetto Cestone. <strong>Il</strong> giovane “primo<br />

cittadino” ha proposto di organizzare una raccolta<br />

fondi da destinare a bambini che vivono in<br />

condizioni svantaggiate. Auguriamo un buon e<br />

proficuo lavoro!<br />

www.ilcalitrano.it<br />

Alle scadenze ormai fisse di<br />

Pasqua, Ferragosto e Natale<br />

ti porta in casa il giornale<br />

appena stampato<br />

Mariano C.se, 15.06.2012. Donato Maffucci detto<br />

“genio” nel giorno del suo 13°compleanno.<br />

Auguri.


N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012 IL CALITRANO<br />

CARO AMICO TI SCRIVO<br />

aro amico ti scrivo, così iniziava una<br />

C canzone di Lucio Dalla. Come lui al<br />

suo, io a te, caro amico, scrivo qualcosa.<br />

Diversamente da lui che metteva al corrente,<br />

io scrivo per ricordarti di me, essendoti<br />

allontanato. La vita è così. A volte<br />

allontana.<br />

Sono il luogo, il paese dove sei nato. Ti<br />

scrivo per farti sapere che la tua partenza<br />

mi afflisse e lasciò un ’amaro che sento<br />

ancora.<br />

Ricordo quando scolaro correvi verso la<br />

piazza, con il vestito che qualcuno ti aveva<br />

cucito con stoffe di altri vestiti, perché<br />

le condizioni della famiglia non permettevano<br />

altro. E quando lì, nello spazio<br />

dov’era la fontana, tutti belli allineati, il<br />

sabato svolgevate i saggi ginnici previsti<br />

per quelli della tua classe.<br />

Ricordo la gioia di vedervi vigorosi. Vi<br />

sentivo promessa, seme di una leggenda.<br />

Ho conservato per voi queste immagini,<br />

ed oggi ve le rendo perché ricordo che<br />

nessuno ve le ha fissate in una foto. E se<br />

ritratti in posa circolano di allora sono<br />

solo di capi e funzionari, di qualcuno che<br />

chiamavate “superiore”.<br />

L’amaro che sento della tua partenza è<br />

quella della mia terra lasciata senza corse,<br />

e risa. Lo so che nessuno di chi è andato,<br />

m’ha davvero rifiutato, ma lo stesso<br />

mi sento come derelitto.<br />

Voglio ricordarti come sono fatto. Una<br />

rotabile veloce mi attraversa, da cima a<br />

fondovalle, dove scorre l’Ofanto. <strong>Il</strong> fiume<br />

ti fu caro da bambino, da quando<br />

scendesti con la tua famiglia ad abitare<br />

alla stazione. Qui ci sono ancora binari,<br />

caselli, ponti e ferrovia, ma tutto è fermo,<br />

chiuso. Le porte e le finestre sono<br />

murate, e tutto da tempo è smesso e in<br />

disuso. Del resto anche in paese le strade<br />

sono più vuote. E non ci sono più bambini<br />

che correvano e giocavano, come<br />

facevate voi, a rincorrersi, a nascondersi,<br />

a tana oppure a s’tt’mana.<br />

Di quando stavi alla stazione ricordo il<br />

fischio del treno, che tu e i tuoi amici,<br />

chiamavate mostro nero. Quel fischio<br />

lo ricordo, t’era così intimo e caro, tanto<br />

che lo imitavi ritornando di corsa dal<br />

paese allo scalo. Ricordo pure di allora<br />

che quando qui nevicava ti facevi gli<br />

sci con delle pale per spalare la neve.<br />

Le fissavi ai piedi e, per la discesa del<br />

Ficocchia, imitavi sciatori famosi di cui<br />

avevi sentito soltanto parlare. Ricordo,<br />

di allora, il macchinista, qualche volta,<br />

farti salire sulla locomotiva mentre manovrava<br />

per portarla sul binario morto.<br />

E tu, col volto brillante come il sole,<br />

gioivi come solo gioisce un dio. Poi un<br />

giorno quello stesso treno ti portò via.<br />

Per sempre, però, non lo posso pensare<br />

e non lo voglio dire. Così io resto qui,<br />

ancora ad aspettarti. Non io soltanto.<br />

Forse non sai che da quando andasti il<br />

tempo perfino s’è rattristato. E non nevica<br />

più come nevicava allora. Ma qualcuno<br />

di qui si è accorto che il nostro<br />

umore è cambiato, e per favorirti il ritorno,<br />

la strada, che tu sapevi sterrata e<br />

Per ricordare Lucio Dalla<br />

Come volano le rondinelle<br />

sei volato nel cielo infinito,<br />

sei per tutti il ricordo più bello,<br />

sei accanto al Signor della Vita.<br />

Questa partenza così anticipata<br />

tutta la gente è rimasta scioccata,<br />

ma tu non sarai dimenticato<br />

per la cultura che ci hai regalato.<br />

Per gli italiani tu eri il sole,<br />

eri l’artista di grande valore,<br />

la tua poesia piena di melodia<br />

portava nei cuori tanta armonia.<br />

La tua fede era così profonda<br />

nei confronti del Padrone del Mondo.<br />

Tu amavi Dio con generoso cuore<br />

dando ai poveri l’aiuto e l’amore<br />

Davi a tutti tanta felicità<br />

che mai nessuno scordare potrà.<br />

La tua musica è la cosa più bella<br />

per la pace e l’amore sulla terra.<br />

L’immortale donna è giovane e strana,<br />

lei ti porta nel cielo infinito,<br />

per la mano ti porta lontano,<br />

ti accompagna dal Signor della Vita.<br />

Pietro Lattarulo da Bisaccia<br />

(detto il Lupo Poeta)<br />

17<br />

pietrosa, l’ha asfaltata, e in tanti punti<br />

allargata.<br />

I paesaggi sono rimasti indenni, anche<br />

se qualche trasformazione è avvenuta.<br />

Nonostante questo, nonostante il tempo e<br />

i terremoti, che mi hanno a loro modo<br />

scrollato, mi riconosceresti in ogni luogo,<br />

e quasi in ogni casa.<br />

A Salita ospedale è vietato l’accesso per<br />

pericolo crolli, così dice un cartellone.<br />

Al di là di Vico Castello l’accesso è vietato<br />

per un cantiere aperto (la Soprintendenza<br />

sta riportando alla luce le strutture<br />

più antiche dell’abitato). In Corso Matteotti,<br />

cadute le case, c’è uno spiazzo con<br />

i loro resti. C’è anche una torre di un<br />

muro di cinta, che tu non sai. Per compensare<br />

le perdite, mi hanno allungato<br />

un po’ da una parte, un altro poco dall’altra.<br />

Ma più verso il piano, nella direzione<br />

che porta a Bisaccia.<br />

Sono il tuo paese in cima a una collina,<br />

sopra la sua valle. Se non ci hai fatto caso,<br />

sono come il grafico un poco della<br />

vita. Con picchi di successo e crisi. Io<br />

so che quando stavi a valle, la tua vita<br />

era gioia, amori di collina.<br />

Caro amico, non so dove ti trovi, se in<br />

un basso delle cose o ospite di loro in<br />

qualche bel palazzo. Ma vorrei che dentro<br />

tu abbia ancora lo spirito aperto, che<br />

è in questo paesaggio, e il fresco, come è<br />

ancora l’aria, qui sempre ogni mattina.<br />

Antonio Leone<br />

11.06.1940 - † 09.06.2011<br />

Dott. Raffaele Marra<br />

Caserta<br />

“Ci sono giorni pieni di vento,<br />

ci sono giorni pieni di rabbia,<br />

ci sono giorni pieni di lacrime,<br />

e poi ci sono giorni pieni di amore<br />

che ti danno il coraggio di andare<br />

avanti per tutti gli altri giorni”.<br />

La famiglia ringrazia di cuore tutti<br />

coloro che le sono stati vicino.


IL CALITRANO N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012<br />

IO SONO ACHILLE:<br />

VI RACCONTO LA MIA STORIA<br />

ella scrittura di V. Rossi siamo abituati a<br />

Nvedere descritte e vissute la natura, la vita,<br />

l’Amore; ma soprattutto la poesia che in ognuna<br />

di queste cose è la componente più importante.<br />

Tutto nella natura appare a Rossi carico<br />

di significati espressivi come fonte di emozione,<br />

ma contemporaneamente anche come<br />

stimolo di significati intellettuali; e queste riflessioni<br />

ricollegano ad eventi che in qualche<br />

modo possono vedersi fuori dal “tempo” e<br />

dalle consuetudini. Ho appena finito di leggere<br />

il suo ultimo lavoro: « Io sono Achille: Vi<br />

racconto la mia storia.»<br />

Achille non è altro che un gatto che dopo il<br />

latte materno e l’abbandono della madre spalanca<br />

gli occhi su un mondo ostile che apparentemente<br />

non lo vuole, e lui, con una sorta<br />

di disperazione, parte alla conquista della vita.<br />

In questo pellegrinaggio trova poche carezze,<br />

la fame, la solitudine e la fatica di vivere. Fortunosamente<br />

poi viene portato dal “Filosofo<br />

poeta” e finalmente trova la sicurezza di un rifugio<br />

e ciò che serve per vivere… Al momento,<br />

crede quasi di essere approdato in paradiso,<br />

ma poi si accorge che questo non basta; per<br />

essere felice ha bisogno dell’amore e di un<br />

amico e istintivamente si accorge che deve<br />

conquistarseli.<br />

Dopo una serie di peripezie, riesce a farsi notare<br />

e a farsi accettare come compagno di<br />

viaggio nelle lunghe passeggiate con il “Poeta<br />

filosofo” fino ad arrivare all’amicizia che conta,<br />

al dialogo. In Achille l’amicizia e l’amore<br />

nascono quasi come un miracolo. Vincenzo<br />

Rossi li ha dati ad Achille umanizzandolo; rimane<br />

quasi fulminato da una luce calda ed<br />

improvvisa svelandogli sensazioni sconosciute<br />

che aprono la magica chiave attraverso la<br />

quale si dischiudono i valori dell’anima. Credo<br />

quindi che l’apparente semplicità di questo<br />

scritto, venga da profonde meditazioni del suo<br />

universo interiore, depositarie di un’antica unitarietà<br />

di fede, come trovo ci sia quel flusso di<br />

comunicazione essenziale, di fronte all’immanenza<br />

delle universali sofferenze.<br />

Una scrittura poetica che trasmette immagini<br />

che hanno, in un certo qual modo, l’indicazione<br />

per quel “cammino” evolutivo che ogni<br />

essere umano dovrebbe compiere, avvalendosi<br />

di volta in volta, di una creatività sempre<br />

nuova, suggestiva, affascinante. Trovo in questo<br />

scritto che l’idea per diventare visione necessiti<br />

di grande e approfondita riflessione, per<br />

comprendere nella sua interezza il significato<br />

nascosto, è necessario che il lettore non si fer-<br />

di Lycia Santos Do Castilla<br />

mi alle apparenze… Un racconto quindi che è<br />

semplice del testo, troveremo un richiamo silenzioso,<br />

una sorta di ultrasuono che solo la<br />

parte più nascosta di noi può sentire… Un racconto<br />

quindi che è semplice e complesso, come<br />

complessa è la vita; credo che il viaggio di<br />

Achille dentro la favola nasconda la grande<br />

verità delle “Valigie di cartone”. L’abbandono,<br />

il viaggio per terre lontane e sconosciute, la fatica<br />

di farsi accettare, le nostalgie, il bisogno<br />

d’affetto, la fatica di vivere… <strong>Il</strong> racconto che<br />

prima era favola, diventa metafora… Discorso<br />

questo di Vincenzo Rossi dove la tecnica scrittoria,<br />

in un certo senso, gareggi con la pittura,<br />

in quanto legata alle leggi di energia spirituale<br />

che opera come mezzo di rivelazione, poiché<br />

le immagini che vivono nella realtà del suo<br />

animo immaginifico hanno la forza di divenire<br />

quasi reali nello scritto. Si ha così la netta impressione<br />

che Vincenzo Rossi, guardando la<br />

natura, possa sempre vedere o ritrovare il lampo<br />

del lume primordiale; nella descrizione<br />

poetica può dare colore all’aria, come in questo<br />

scritto ha saputo dare umanità ad Achille.<br />

<strong>Il</strong> racconto si snoda tra la linea sottile che passa<br />

nella realtà, nel sogno e nelle intermittenze<br />

della memoria, scendendo con precisione estetica<br />

un tempo fuori dal tempo, in un narrato<br />

che passa attraverso la morbidezza delle trame<br />

narrative arriva alla profondità dei contenuti.<br />

Una storia scandita da un largo respiro compositivo,<br />

che dà spazio all’attualità della vita,<br />

fatta di pieni illusori e vuoti reali: il nitore<br />

incisivo dello stile ce ne offre un’immagine<br />

lucida, ma anche melanconica per la solitudi-<br />

18<br />

ne dell’uomo, che si ha anche in mezzo alla<br />

folla…<br />

Una scrittura che ha pause e ritmo, entro il<br />

quale si inserisce e ci viene incontro il maestoso<br />

silenzio della natura.<br />

Nei suoi testi di scrittura ho rilevato spesso<br />

un’energia primaria, legata ai significati e ai<br />

ritmi poetici che ne rilevano la più intima essenza…<br />

Così troviamo che il discorso con Achille si<br />

amplia sino a toccare “luci ed ombre” dell’essere<br />

umano.<br />

Un Vincenzo Rossi quindi, in cui un po’ parla<br />

il poeta, in po’ il filosofo, che alla fine si<br />

uniscono, dove il pensiero umano non ha più<br />

potere di andare oltre quelle quattro domande<br />

che non consumano lui, ma l’umanità intera…<br />

<strong>Il</strong> suo pensiero è come fiamma che brucia nell’energia<br />

primordiale, piena di misteriosi percorsi<br />

del sapere, per cercare di squarciare il<br />

velo di quella perduta dimensione del Divino,<br />

quando l’uomo era ancora angelo, dove<br />

solo era possibile sapere…<br />

Quattro domande:<br />

1. Quando è nato, quando finirà e che senso<br />

ha l’ Eterno?<br />

2. Dove comincia e dove finisce l’infinito?<br />

3. Che cos’è la vita?<br />

4. Che cos’è la morte?<br />

Quattro domande: ermetiche, chiuse, impenetrabili,<br />

dove “l’ignoto” lascia il discorso<br />

aperto, stimolante, ma senza soluzione…<br />

Nell’anima del tempo…<br />

Calitri, 2001/2002. Quattro generazioni della famiglia Nigro (br’handiegghij). Da sinistra: Michele, il figlio<br />

Giovanni, il nipote Michele e il pronipote Errico.


N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012 IL CALITRANO<br />

DIALETTO E CULTURA POPOLARE<br />

PARTICOLARI MODI DI DIRE CALITRANI<br />

A cura di Giovanni Sicuranza<br />

Cum Dij r’hav’ cumb’nat’<br />

tutt’ li zuopp’ ndà la strada.<br />

Mast’ Orazij lu sciangat’, e<br />

Cija r’ Nunfrij staj a lu lat’,<br />

u’ T’niegghj facc’ frond’, e<br />

la V’lata n’ poch’ cchiù ammond’;<br />

mò eja arr’vata C’cchina r’ Ndruglia cu la maglieria<br />

e M’cel’ cu la salumeria.<br />

Rospa Ciomba n’dà la strada già era nata,<br />

Rella lu barbier s’hav’ mbarat’ nu bell’ m’stier’,<br />

Cu dduj sold’ r’ sap’nett’ n’ nzapona sei o sett’;<br />

N’g’lina r’ P’l’c’nella ric’: Ij sacc’ fa pur’ la tarantella.<br />

Cija r’ Gg’n’ros’ staj nguitata ca lu Sciarp’ s’èia n’zrat’;<br />

la figlia r’ lu Carc’rier’ fusc’ cum’ n’all’vrier’.<br />

LA NOSTRA<br />

BIBLIOTECA<br />

Noris Antonio Cucciniello: Non è mai<br />

tardi, Commedia teatrale in quattro atti<br />

– Grafica elettronica srl, Napoli 2012<br />

Antonio Marco Del Cogliano e Irma Loredana<br />

Galgano hanno dato vita nell’ottobre<br />

del 2010 all’Agenzia Letteraria Penelope,<br />

estensione della Libreria ITACA,<br />

che si occupa di servizi editoriali quali<br />

scouting letterario, valutazione di opere,<br />

editing, correzione di bozze, impaginazione<br />

e grafica di copertina, stampa libri,<br />

traduzioni, scrittura e correzione tesi<br />

di laurea, ufficio stampa e promozione.<br />

L’Agenzia si avvale saltuariamente di collaboratori<br />

esterni anche se la vera anima<br />

del progetto sono i fondatori, fermamente<br />

convinti nei valori della cultura e del -<br />

l’istruzione e fortemente intenzionati a<br />

portare avanti i loro progetti. Oggi presentano<br />

la commedia d’esordio del medico-scrittore<br />

calitrano Noris Antonio<br />

Cucciniello NON È MAI TARDI, con<br />

Li zuopp’ ndà la strada<br />

prefazione di Irma Loredana Galgano. Un<br />

viaggio nel tempo che vi porterà sul finire<br />

degli anni sessanta e settanta, quando alla<br />

durezza delle condizioni economiche si<br />

contrappone il desiderio di rivalsa del protagonista,<br />

fermamente intenzionato a realizzare<br />

il sogno dei suoi genitori: vivere<br />

un futuro dignitosamente migliore. <strong>Il</strong> tema<br />

dell’emigrazione viene affrontato con<br />

amara consapevolezza ma tanta ilarità,<br />

scaturita dall’abilità dell’autore di giocare<br />

con le parole e con il loro significato, dall’aiuto<br />

dell’impiego del dialetto napoletano<br />

e dalla bravura nel ricreare scene e<br />

ambienti familiari. <strong>Il</strong> testo è in vendita<br />

presso la Libreria Itaca di Calitri e on line.<br />

L’Agenzia Letteraria Penelope si trova a<br />

Calitri, presso la Libreria Itaca, in Via<br />

Campo Sportivo <strong>50</strong>. Per informazioni, è<br />

possibile visitare il sito www.penelope<br />

scrittura.it, inviare una mail agli indirizzi<br />

info@penelopescrittura.it o penelope<br />

scrittura@gmail.com, infine chiamare i<br />

numeri telefonici 0827 1885108 o 366<br />

1015267.<br />

AA.VV., E una nuova luce si accese.<br />

Raccolta di ricordi, immagini e fotografie<br />

dei primi professori e dei primi alunni<br />

19<br />

Nazzaren’ e la m’glier’ tutt’ e dduj r’ na manera,<br />

Licch’ Licch’ staj a la banca, e<br />

Mangiaterra a la coperativa.<br />

Salva Salva a la Direttric’ mò n’ n’hav’n’ cchiù che dic’.<br />

Zi R’min’ch’ lu Sahr’stan’ pur a l’atu lat’ s’ n’ vol’ scasà.<br />

R’sponn’ Mariuccia r’ la Bar’nessa:<br />

Ng’ sò pur’ ij miezz’ a li fessa.<br />

Vincenzo Buldo<br />

(muss’ r’ checcia)<br />

P.S. Si capisce benissimo il significato scherzoso di questa<br />

composizione dei primi anni ’<strong>50</strong>, che veniva recitata negli<br />

sposalizi e che non vuole portare offesa ad alcuna persona.<br />

del Liceo Scientifico di Calitri, a cura di<br />

Pietro Cerreta, Quaderni de “<strong>Il</strong> <strong>Calitrano</strong>”,<br />

Vol. 4, Edizioni Polistampa Firenze,<br />

2012<br />

L’apertura del Liceo Scientifico di Calitri<br />

avvenne in un giorno della metà di ottobre<br />

del 1961, quale di preciso però non è noto.<br />

Si sa poco o nulla anche dei fatti che la<br />

precedettero, eccetto che in essa ebbe un<br />

ruolo importante l’On. Salvatore Scoca.<br />

Mancano inoltre i documenti relativi alle<br />

prime attività didattiche che vi si tennero.<br />

A cinquan t’anni da quegli avvenimenti<br />

credo che sarebbe auspicabile una loro ricostruzione<br />

storica. L’impresa, purtroppo,<br />

non appare facile.<br />

Ho pensato perciò di raccogliere almeno<br />

le testimonianze dei primi professori e<br />

dei primi alunni della nuova Scuola.<br />

L’ho fatto innanzitutto per individuare le<br />

persone le quali sognarono un futuro migliore<br />

per i ragazzi della nostra terra e<br />

per rivolgere a loro un grato ricordo.<br />

Non sono stati pochi, infatti, gli studenti<br />

che, usciti da quei banchi, sono diventati<br />

matematici, fisici, chimici, ingegneri,<br />

medici, ecc. e si sono poi realmente fatti<br />

strada in Italia e nel mondo.


IL CALITRANO N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012<br />

L’iniziativa di questa raccolta<br />

è mia personale, ma<br />

non è arbitraria. Ero tra i<br />

primi diciassette alunni e mi<br />

sento erede del patrimonio<br />

originario di quella novità.<br />

Costanza Convenevole, la<br />

preside a cui venne affidato<br />

il compito di far da levatrice<br />

al nostro Liceo Scientifico,<br />

paragonò la nascita della<br />

Scuola a una nuova luce<br />

che si accese in Calitri. Per<br />

me e per molti altri l’immagine<br />

riassume perfettamente<br />

ciò che accadde.<br />

Questo non è un libro di<br />

storia, poiché sono pochi i<br />

documenti che mi è stato<br />

possibile consultare, ma di<br />

ricordi, di esperienze vissute,<br />

di notizie, di fotografie<br />

e di emozioni, i cui autori<br />

sono maturi ed affermati<br />

professionisti. Sullo<br />

sfondo delle vicende da loro<br />

descritte il lettore può<br />

cogliere anche i vivaci<br />

aspetti del mondo calitrano<br />

di quel tempo e i fermenti<br />

della sua evoluzione.<br />

Con l’aiuto di altri avrei<br />

certamente realizzato un lavoro<br />

migliore. Sono tuttavia<br />

convinto di aver messo<br />

insieme un quadro che, pur<br />

nella varietà dei punti di vista,<br />

offre ai lettori informazioni<br />

coerenti. Accontentiamoci<br />

per il momento di questo risultato<br />

provvisorio, in attesa di averne uno definitivo<br />

quando, spero nel futuro, potranno finalmente<br />

essere svolte adeguate ricerche<br />

storiche.<br />

Pietro Cerreta (pietro.cerreta@alice.it)<br />

Emilio Ricciardi: Conza. Storia arte fede,<br />

Grafiche & Stampa Pannisco, Calitri<br />

2010<br />

Negli ultimi anni la Pro-Loco “Compsa” si<br />

è fatta promotrice di numerose iniziative<br />

volte a valorizzare il patrimonio culturale<br />

dell’Irpinia, intensificando gli studi su<br />

Conza antica e sulle sue testimonianze di<br />

storia, di arte e di fede. All’opera degli<br />

studiosi si è affiancata quella dei giovani<br />

volontari del servizio civile, i quali, nell’ambito<br />

di alcuni progetti mirati alla salvaguardia<br />

del patrimonio storico-artistico,<br />

tra il 2007 e il 2009 hanno portato a termine<br />

il censimento delle epigrafi ritrovate<br />

nel territorio conzano.<br />

Tutte le epigrafi (presenti e scomparse)<br />

di cui si avesse notizia sono state riportate<br />

in un volume curato dalla stessa Pro-Loco,<br />

fornendo agli studiosi un potente strumento<br />

di lavoro ma soprattutto offrendo<br />

alla comunità un dono di inestimabile valore,<br />

in grado di rafforzare negli abitanti il<br />

senso di appartenenza a una terra che ha<br />

visto minacciata la sua identità prima dalle<br />

distruzioni causate dal sisma del 1980,<br />

poi dallo spopolamento dei paesi e da una<br />

malintesa esigenza di “modernizzazione”<br />

che spesso ha generato – nel nome del recupero<br />

dei beni culturali – iniziative legate<br />

più al consumo che alla salvaguardia di<br />

quei beni.<br />

<strong>Il</strong> volume, pubblicato nel trentennale del<br />

terremoto che nel 1980 rase al suolo Conza,<br />

è arricchito dalla prefazione di Ruggero<br />

Martines e da sei saggi che costituiscono<br />

altrettante chiavi di lettura della città irpina<br />

e della sua lunga storia. Nel primo di essi<br />

Paolo Galli, un geologo in forza alla Protezione<br />

Civile Nazionale, ripercorre la storia<br />

della città attraverso i sismi che l’hanno<br />

colpita negli ultimi dieci secoli, a partire<br />

dal terremoto che nel 989 d.C. pose per<br />

20<br />

sempre fine alla grandezza<br />

di Compsa.<br />

Nel secondo studio Luigi<br />

Lariccia, rileggendo le epigrafi<br />

più significative, molte<br />

delle quali ancora inedite,<br />

ricostruisce diversi aspetti<br />

della vita quotidiana della<br />

città antica e introduce degnamente<br />

l’ampio e circostanziato<br />

lavoro di Angelo<br />

Colantuono, che racconta<br />

cinque secoli di storia<br />

conzana nel contesto della<br />

“Longo bar dia del sud” e<br />

analizza l’eredità che i Longobardi<br />

hanno lasciato nella<br />

lingua e nel paesaggio dell’Irpinia.<br />

Nel quarto dei saggi proposti<br />

si è cercato di delineare<br />

l’immagine antica<br />

della città mettendo a confronto<br />

le fonti scritte e le<br />

testimonianze iconografiche<br />

di età moderna, mentre<br />

Concetta Zarrilli ha studiato<br />

le sculture conservate<br />

nella cattedrale. <strong>Il</strong> suo saggio<br />

è ricco di importanti<br />

precisazioni; in particolare<br />

l’ipotesi di ricostruzione<br />

del monumento funebre<br />

di Luigi Gesualdo risulta<br />

molto convincente.<br />

Infine alla lunga esperienza<br />

di Gerardo Cioffari è stata<br />

affidata la biografia di Vito<br />

Acocella, autore di numerose<br />

opere sulla storia di Conza. Cioffari<br />

illustra i momenti salienti della vita e della<br />

lunga storia professionale dello storico<br />

calitrano e mette in evidenza il rigore metodologico<br />

che pervade le sue opere, con<br />

le quali gli studiosi di storia locale sono<br />

tuttora obbligati a confrontarsi.<br />

Ma il cuore del libro è la raccolta di epigrafi,<br />

risultato degli sforzi e della passione<br />

di un gruppo di ragazzi fortemente motivati,<br />

coordinati dal presidente della Pro-<br />

Loco Clemente Farese. La ricaduta dell’iniziativa<br />

è stata immediata, poiché il lavoro<br />

è stato ripreso e citato in uno studio<br />

uscito pochi mesi fa (A. BUONOPANE, Iter<br />

epigraphicum compsanum, in “Rendiconti<br />

della Pontificia Accademia Romana di<br />

Archeologia” LXXXIII, 2011-2012, pp.<br />

313-338), confermando una volta di più<br />

la necessità di porre alla base di ogni iniziativa<br />

di valorizzazione di un territorio lo<br />

studio delle testimonianze antiche, unico<br />

strumento che possa garantire la corretta<br />

comprensione delle sue peculiarità artistiche,<br />

architettoniche e culturali.<br />

Dott. Emilio Ricciardi


N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012 IL CALITRANO<br />

DA CALITRI<br />

S O L I D A R I E TÀ C O L G I O R N A L E<br />

Euro 5: Vallario Vincenzo<br />

Euro 10: Margotta Giuseppina ved. Gervasi, Di Muro Claudio,<br />

Zabatta Maria Rosa, Di Cairano Michele, Leone Luigi, Di Milia<br />

Michele, Maffucci Michele, Gervasi Canio Mario, Zarrilli Luigia,<br />

Rabasca Antonio, Maffucci Vincenzo, Polidori Panelli Rosa, Di<br />

Cecca Vito, Cestone Giuseppe<br />

Euro 15: Luongo Donata vedova Di Luzio, Di Cecca Maria,<br />

Cianci Gaetano, Strollo Salvatore e Luongo Santina, Del Cogliano<br />

Antonia, Di Luzio Antonietta e Metallo Antonio, Di Cecca<br />

Angelo<br />

Euro 20: Roselli Francesco, Marzullo Giuseppe, Cerreta Vincenzo<br />

e Scoca Teresa, Cerreta Maretta, Di Mattia Giuseppe e Fatone<br />

Francesca, Nigro Antonietta, Di Napoli Patrizia, Cialeo<br />

Francesco, Metallo Canio e Di Milia Rosa, Caruso Semira,<br />

Codella Francesco, Codella Teresa, Scoca Vito, Roina Carmine,<br />

Vigorito Antonio, Codella Giuseppe, Zabatta Pietro e Cappiello<br />

Angela, Panniello Giovanni, Metallo Giovanni, Acocella Attilio<br />

Euro 25: Miranda Pasquale Antonio<br />

Euro 30: Cartolibreria Itaca, Basile Francesco Vincenzo, Savanella<br />

Concettina<br />

DA VARIE LOCALITÀ ITALIANE<br />

Euro 10: Libreria già Nardecchia (Roma), De Felice Michele<br />

(Avellino), Di Tolve Rosa (Vallata), Galgano Maria Rosaria (Mugnano<br />

del Cardinale), Metallo Vincenzo (San Giovanni Valdarno),<br />

Gautieri Vito (Bollate), Senerchia Mario (Vicchio di Mugello), Tirelli<br />

Margherita (Salerno), Cecere Marco (Firenze), Briuolo Luigi<br />

(Alessandria), Cerreta Rosa Maria (Nova Milanese), Galgano<br />

Franco (Oleggio), Cianci Michelina (Torino), Fastiggi Vittorio<br />

(Mariano C.se), Di Cairano Antonio (Guidonia), Mastronicola<br />

Vittorio (Frosinone), Iannolillo Salvatore e<br />

Gautieri Angela (Riccione), Maffucci Gaetana<br />

(Casale Monferrato), Di Napoli Domenico<br />

(Lentate S.S.)<br />

Euro 15: Zarrilli Vito (Roma), Scoca Rosa<br />

(Mariano C.se), Lattarulo Pietro (Bisaccia),<br />

Santeusania Giuseppe (Livorno), Di<br />

Cecca Roberto (Milano), Tornatore Pasquale<br />

(Lavello), Senerchia Vincenzo (Casalgrande),<br />

Scoca Francesca (Lavena Ponte<br />

Tresa), Acocella Ada (Castelfranci), Fatone<br />

Giuseppe (Roma), Margotta Giuseppina<br />

(Mariano C.se)<br />

Euro 20: Zarrilli Maria (Cormano), Codella<br />

Berardino (Roma), Galgano Luciana<br />

(Roma), Rubino Canio Salvatore (Briosco),<br />

D’Amelio Grazia (Gallicano nel L.),<br />

Scoca Michele (Mariano C.se), Gautieri<br />

Pasquale (Bollate), Bartllà Elena e Lantella<br />

Salvatore (Torino), Chiodi De Ascentiis<br />

Doriana (Roseto degli Abruzzi), Anna Gal-<br />

gano (Milano), Germano Pasquale (Briosco),<br />

Cupidi Rossi Rosetta (Canino), Scoca<br />

Pasquale (Lavena Ponte Tresa), Scoca Mauro<br />

(Arese), Lantella Salvatore (Torino),<br />

21<br />

Manzoli Flavia e Ascanio (Genova), Maffucci Michele (Cassino),Russo<br />

Adolfo (Modena), Margotta Mario (San Donato M.se),<br />

Rabasca Corcione Barbara (Caserta), Di Maio Anna (Quercegrossa)<br />

Euro 25: Di Napoli Vincenzo (Bollate), Della Badia Angelo (Napoli),<br />

Di Cecca Michele (Paola), Rossi Vincenzo (Cerro al Volturno),<br />

Di Milia Mario (Busto A.), Cerreta Canio (Firenze), Vallario<br />

Giuseppe Nicola (S. Miniato Basso), Armiento Giuseppina<br />

(Castellabate), Frasca Rosetta (Roma), Di Maio Anna (Quercegrossa)<br />

Euro 30: Lo Sasso Rocco (Avellino), Nappi Gaetana (Bergamasco),<br />

Lo Buono Maria Rosaria (Rimini), Di Muro G. Antonio e<br />

Marina (Milano), Cestone Canio (Roma), Acocella Nicola (Roma),<br />

Forgione Angiolina (Roma), Cianci Mario (Napoli), Di Cecca<br />

Vincenzo (Mariano C.se), Bazzani Paolo (Barberino Val d’Elsa)<br />

Euro 35: Di Cairano Giuseppe (Milano), Di Maio Giovanna<br />

(Roma)<br />

Euro 40: Tozzoli Maria (Napoli), Puccio Francesco e Frucci<br />

Maria (Lido di Ostia)<br />

Euro <strong>50</strong>: Tozzoli Giovanni Paolo (Roma), Tuozzolo Giovannino<br />

(Roma), Messina Giuseppe (Roma), Tuozzolo Donato (Roma),<br />

De Nicola Stefania (Minturno), Messina Giuseppe (Roma), Maffucci<br />

Antonio (Poggio a Caiano), Polestra Vincenzo (Bolzano),<br />

Fierravanti Lucia (Olgiate Conasco), Donato Maffucci (Mariano<br />

C.se), Zarrilli Rosetta (Lavena Ponte Tresa)<br />

Euro 60: Agriturismo Valle Ofanto (Rapone)<br />

DALL’ESTERO<br />

BELGIO: euro 10 Rinaldi Vincenzo; euro 20 Catano Vincenzo<br />

GERMANIA: euro 20 Zarrilli Canio, Klaus e Giuseppina Koschmieder<br />

SVIZZERA: euro <strong>50</strong> Scoca Luigi; euro 30 Acocella Filippo,<br />

Scoca Lucrezia Angela; euro 20 De Nicola Gerardo Giacomo<br />

CRESIMA - Calitri, 06 maggio 2012, il giorno della cresima della signorina Martina<br />

Carlucci; da sinistra la festeggiata, la madre Maria Martiniello, la nonna Rosina Caruso e la<br />

bisnonna Giuseppina Caruso. Ben quattro generazioni.


IL CALITRANO N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012<br />

MOVIMENTO DEMOGRAFICO<br />

Rubrica a cura di Anna Rosania<br />

I dati, relativi al periodo dal 21 febbraio 2011 al 18 giugno 2012<br />

sono stati rilevati presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Calitri.<br />

NATI<br />

Acocella Joseph di Michele e di Quaglietta Rosa 05.12.2011<br />

Saluzzi Francesca di Danilo e Melaccio Teodora 12.02.2012<br />

Del Cogliano Manuel di A.Marco e Landolfi Angela 16.03.2012<br />

Di Milia Cristian di Michele e Cianci Giovanna 28.03.2012<br />

Mannetti Grazia Elisabetta di Francesco e Cappiello Rosa 02.04.2012<br />

Fiordellisi Domiziana di Giuseppe e Di Maio Marialba 03.04.2012<br />

Tornillo Martina di Vincenzo e Laurano Antonella 17.04.2012<br />

Iannece Carmine di Antonio e Maffucci Enza 18.04.2012<br />

Di Terlizzi Mattia di Marco e Fastiggi Mariangela 24.04.2012<br />

Pasqualicchio Davide di Giovanni e Vertudez Jacquelyn 27.04.2012<br />

Greco Sofia di Giuseppe e Fastiggi Antonella 28.04.2012<br />

Fiordellisi Arianna di Vito e Di Maio Rosalba 18.05.2012<br />

Cerreta Andrea di Alfonso e Lomuscio Giulia 21.05.2012<br />

Pezzella Chiara Concetta Pia di Antonio e Di Maio Giuseppina 22.05.2012<br />

Diasparra Gianluigi di Vincenzo e Chis Stela Mariana 24.05.2012<br />

MATRIMONI<br />

Ferrari Marco e Scarlatella Dora 08.10.2011<br />

Francesco Salvatore e Di Milia Maria Lucia 24.03.2012<br />

Imperio Fabrizio e Cestone Rosa 23.04.2012<br />

Cerreta Michele e Di Maio Maria Carolina 30.04.2012<br />

Ruggiero Vittorio e Basile Bianca 12.05.2012<br />

Mauro Alessandro e Di Giuseppe Maria Pia 17.05.2012<br />

Caruso Salvatore e Rainone Chiara 19.05.2012<br />

Tavarone Angelo e Galgano Rita 19.05.2012<br />

Russo Lorenzo e Perna Rosa 26.05.2012<br />

Fonso Antonio e Toglia Angela 02.06.2012<br />

Leo Gennaro e Lopriore Angela 16.06.2012<br />

MORTI<br />

Codella Francesca 17.09.1923 - † 22.02.2012<br />

Borea Mario 14.10.1929 - † 26.02.2012<br />

Di Napoli Antonia 03.10.1924 - † 28.02.2012<br />

Zarrilli Maria 22.07.1928 - † 01.03.2012<br />

Cestone Maria Agnese 07.01.1928 - † 05.03.2012<br />

Di Milia Angela 17.02.1926 - † 08.03.2012<br />

Russo Attilio Vincenzo 23.11.1926 - † 09.03.2012<br />

Russo Maria Rosa Assunta 14.08.1918 - † 24.03.2012<br />

Di Guglielmo Carmine 25.08.19<strong>50</strong> - † 28.03.2012<br />

Tornillo Taormina 09.09.1921 - † 29.03.2012<br />

Cantarella Maria Antonia 04.04.1914 - † 29.03.2012<br />

Tartaglia Canio 25.05.1925 - † 20.04.2012<br />

Rubino Angelomaria 04.08.1928 - † 21.04.2012<br />

Di Maio Assunta 02.06.1931 - † 30.04.2012<br />

Zarrilli Rosa 11.03.1930 - † 04.05.2012<br />

Acocella Maria Rosa 13.10.1928 - † 26.05.2012<br />

Natale Mattia Antonietta (Suor Pia) 07.03.1926 - † 03.06.2012<br />

Ci scusiamo per qualsiasi eventuale errore.<br />

22<br />

Michele Borea<br />

01.01.1929 - † 28.01.2012<br />

Grazie papà per quello che sei stato.<br />

<strong>Il</strong> tuo presente è stato una lezione di vita .<br />

Hai investito il tuo tempo in maniera esemplare,<br />

senza mai stancarti di dare amore e disponibilità.<br />

Le tue mani… grandi hanno toccato<br />

il dolore di tanta gente.<br />

La tua forza, il tuo sapere ascoltare<br />

e la tua semplicità, hanno dato coraggio a quanti ne<br />

avevano bisogno.<br />

Queste cose, per noi, sarà difficile dimenticare.<br />

Ma soprattutto sarà difficile dimenticare<br />

il tuo grande cuore.<br />

Oggi, il vuoto e il silenzio regnano<br />

intorno alle tue cose.<br />

Abbiamo voluto conservare intatto quel tuo piccolo<br />

mondo campestre che in tanti hanno conosciuto.<br />

E sarà lì, in quel silenzio penetrante che testimonia<br />

la tua mancanza, che ti cercheremo.<br />

Noi ti cercheremo con forza<br />

per sentire ancora viva la tua presenza.<br />

Sarai sempre con noi.<br />

I figli Marianna e Vincenzo così lo ricordano<br />

Antonio Del Cogliano<br />

10.11.1915 - † 10.02.2012<br />

Manca al corpo la tua stretta,<br />

di braccia antiche e labbra silenti.<br />

Vero qual primo raggio sul far dell’aurora,<br />

l’anima invoca te ancora al suo fianco.<br />

Pura rugiada nell’arcobaleno,<br />

è buia e fredda la vita<br />

senza i tuoi occhi.<br />

Tornare a cercarti, tenerti le mani,<br />

giacere sul tuo cuore grande,<br />

non voler né saper rassegnarsi<br />

a che tu più non sia.<br />

Vegliaci, parlaci, lasciati sognare,<br />

amico leale…<br />

se il buio prevale, ora e sempre,<br />

non lesinarci carezze, da Lassù…<br />

I tuoi cari


N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012 IL CALITRANO<br />

R E Q U I E S C A N T I N P A C E<br />

Vincenzo Cirminiello<br />

10.02.1926 † 03.02.2012<br />

<strong>Il</strong> Signore conosce<br />

la via dei giusti,<br />

mentre la via degli empi<br />

andrà in rovina.<br />

(Salmo I-6)<br />

Vitalina Di Milia<br />

31.07.1961 - † 18.08.2011<br />

Conserviamo, con amore,<br />

il ricordo<br />

della tua persona sempre<br />

gentile, cortese<br />

affabile. <strong>Il</strong> Signore ti<br />

ricompenserà.<br />

Ci mancherai.<br />

Daniela Pagni in Aristico<br />

Siena<br />

13.11.1947 - † 12.04.2012<br />

Io ti conoscevo<br />

per sentito dire,<br />

ma ora i miei occhi ti<br />

hanno visto.<br />

Perciò mi ricredo<br />

e mi pento.<br />

(Giobbe 42-5)<br />

Vincenzo Quaranta<br />

21.08.1916 - † 25.12.2011<br />

La Parola del Signore<br />

è pura:<br />

rimane in eterno.<br />

(Salmo 19-10)<br />

Beniamino Nicolais<br />

25.10.1923 - † 12.01.1997<br />

Angela Rauseo<br />

19.03.1925 - † 19.07.2011<br />

Resterai sempre<br />

nel cuore di quanti<br />

ti vollero bene.<br />

Mariantonia Rubino Francesco Della Valva<br />

01.02.1920 - † 29.04.2008 19.02.1916 - † 10.11.2005<br />

In noi è viva la speranza<br />

che non ci avete abbandonati,<br />

e che dal cielo continuate a starci vicino.<br />

Ne serbiamo gelosamente<br />

la memoria.<br />

Caro papà,<br />

tra le vecchie foto di famiglia<br />

ne abbiamo trovato una che ti ritrae mentre<br />

tra i tuoi pini tanto amati affettuosamente<br />

sorridi a scorazzanti nipotini con la tua immancabile<br />

cravatta rossa svolazzante sul petto.<br />

<strong>Il</strong> cuore si gonfia di tristezza<br />

e lo sguardo tremola di pianto.<br />

23<br />

Michele Cianci<br />

14.04.1925<br />

† Firenze 24.03.2012<br />

Lo ricordano<br />

la moglie Gigliola,<br />

i figli Massimo e Carla,<br />

i nipoti, il fratello Mario,<br />

la sorella Luisa<br />

e quanti lo conobbero<br />

e lo stimarono<br />

a Firenze e a Calitri.<br />

Vito Di Leo Angela Rosa Russo<br />

07.04.1919 - † 28.01.2012 02.09.1923 - † 03.11.1999<br />

Concetta Rabasca<br />

22.10.1916 - † 08.12.2011<br />

Dedicò la sua vita<br />

al lavoro e alla famiglia.<br />

Raccolse stima e affetto<br />

da coloro che ebbero<br />

modo di apprezzarne<br />

l’onestà e la grande<br />

bontà di cuore.<br />

Buoni, onesti ed operosi,<br />

amati e stimati da tutti,<br />

lasciano sulla terra<br />

le tracce luminose<br />

delle loro elette virtù.<br />

Michele Nigro<br />

12.05.1927 - † 22.10.2007<br />

Ester Borea<br />

in Lampariello<br />

15.12.1917 - † 06.12.2011<br />

Io, o Signore,<br />

nella tua grande<br />

misericordia,<br />

posso entrare nella<br />

tua casa.<br />

(Salmo V 8)<br />

Concetta Scilimpaglia<br />

19.01.1944 - † Avellino 28.02.2011<br />

Angela Senerchia<br />

01.11.1936 - † 15.05.2006<br />

La grazia della donna<br />

rallegra il marito,<br />

il suo senno gli rimpolpa<br />

le ossa.<br />

(Siracide 26-13)<br />

La sua vita è stata arida e crudele,<br />

ha vissuto nel dolore e nella sofferenza,<br />

il suo mondo è stato una sedia a rotelle.<br />

Sperando che questa sua dipartita<br />

abbia nell’aldilà una risoluzione<br />

più consona ad un essere umano.<br />

<strong>Il</strong> fratello<br />

È andato in cielo a<br />

raggiungere quelli<br />

che lo amarono e ad<br />

attendere quelli<br />

che ha amato<br />

Gerardo Giacomo<br />

De Nicola<br />

25.07.1936 - † 25.02.2012<br />

L’onestà fu il suo ideale,<br />

il lavoro la sua vita,<br />

la famiglia il suo affetto.<br />

A tutti coloro che lo<br />

conobbero<br />

e lo amarono perché<br />

rimanga vivo<br />

il suo ricordo.


In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Firenze CMP<br />

per la restituzione al mittente previo pagamento resi<br />

Calitri, anno scolastico 1957/58, classe 1a Elementare con l’insegnante Fiorina Metallo (a barona); prima fila in piedi da sinistra: Vito Michele Mucci (vardar’),<br />

Michele Buldo (muss’ r’ checcia) si vede solo la testa, Salvatore Lantella (salva salva), Antonio Scoca (piscia p’rtiegghj), Tuozzolo Vito (zia Lena), Canio Russo<br />

(battista), Vincenzo Cianci (ngappauciegghj), Vittorio Vito Tornillo (p’stier’), Luigi Zarrilli (scatozza), Giovanni Toglia (cappiegghj), Giovanni Sperduto (sperdut’), Canio<br />

Germano (zemmar’), Michele Leone (pista pista), Raffaele Nicolais (p’scion’) e Donato Maffucci (patr’nett’). A terra: Carmine Della Badia, Pasquale Di Maio<br />

(mangia terra), Rosario Di Pietro (m’rres’), Vito Gautieri (u’ luongh’), Giovanni Di Milia (paglier’), Michele Zabatta (ciend’ capigghj), Angelo Leone (angiubbell’), Canio<br />

Scoca (piscia p’rtiegghj) e Angelomaria Leone (pista pista).

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!