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IL CALITRANO<br />
periodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioni<br />
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB - Firenze 1<br />
ANNO XXXII - NUMERO <strong>50</strong> (nuova serie) MAGGIO-AGOSTO 2012<br />
CENTRO STUDI CALITRANI<br />
Via Pietro Nenni, 1 - 83045 Calitri (AV)<br />
www.ilcalitrano.it<br />
ISSN 1720-5638
IN COPERTINA:<br />
Calitri, fine anni ’70 in contrada Gghisc’ch’. Filomena<br />
Martiniello (pescè / 25.08.1907<br />
† 29.11.1992) intenta a Str’zz’lià, ossia staccare<br />
le pannocchie dalla canna, mentre la signora<br />
Lucia Zarrilli (v’ton’ / 01.11.1926<br />
† 16.05.1996) strappa r’ m’nnagl’ dalla spiga.<br />
(Foto Gerardo Melaccio)<br />
RICORDA CHE<br />
LA TUA OFFERTA<br />
È DECISIVA PER<br />
LA PUBBLICAZIONE<br />
DI QUESTO<br />
GIORNALE<br />
IN QUESTO NUMERO<br />
I diritti di cittadinanza<br />
di A. Raffaele Salvante 3<br />
La figura<br />
dell’On. Salvatore Scoca<br />
di Roberto Innocenti Torelli<br />
e Claudio Mazzoccoli 4<br />
Michele Cerreta, ingegnere<br />
Da “La Nazione” 6<br />
Personaggi<br />
Michele Arcangelo Di Maio<br />
del prof. Pietro Cerreta 7<br />
Ricordare per chi non sa<br />
del prof. Gerardo Melaccio 9<br />
<strong>Il</strong> riferimento anomalo<br />
del dott. Marco Bozza 10<br />
Medicina Ayurvedica<br />
del dott. Noris A. Cucciniello 11<br />
Caro amico ti scrivo<br />
del dott. Raffaele Marra 17<br />
Io sono Achille<br />
Lycia Santos Do Castilla 18<br />
DIALETTO E CULTURA POPOLARE 19<br />
LA NOSTRA BIBLIOTECA 19<br />
SOLIDARIETÀ COL GIORNALE 21<br />
MOVIMENTO DEMOGRAFICO 22<br />
REQUIESCANT IN PACE 23<br />
LA XXXI FIERA<br />
INTERREGIONALE DI CALITRI<br />
si svolgerà<br />
dal 28 agosto al 2 settembre 2012<br />
Per ulteriori informazioni rivolgersi a:<br />
Indirizzo: Centro Fieristico - S.S. 399 - 83045 Calitri<br />
(Av)<br />
Telefono e fax: +39 0827 30001<br />
E-mail: infofieracalitri@gmail.com<br />
IL CALITRANO<br />
ANNO XXXII - N. <strong>50</strong> n.s.<br />
Periodico quadrimestrale<br />
di ambiente - dialetto - storia e tradizioni<br />
dell’Associazione Culturale “Caletra”<br />
Fondato nel 1981<br />
Sito Internet:<br />
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E-mail:<br />
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Creato e aggiornato gratuitamente<br />
da ITACA www.itacamedia.it<br />
Direttore<br />
Martina Salvante<br />
Direttore Responsabile<br />
A. Raffaele Salvante<br />
Segreteria<br />
Michela Salvante<br />
Direzione, Redazione,<br />
Amministrazione<br />
83045 Calitri (AV) - Via Pietro Nenni, 1<br />
Tel. 328 1756103<br />
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dei singoli autori, i quali se ne<br />
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Chiuso in stampa il 10 luglio 2012
N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012 IL CALITRANO<br />
OCCORRE FARE CRESCERE LA CULTURA DELLA CORRESPONSABILITÀ<br />
I DOVERI DI CITTADINANZA<br />
Quando si parla di persone, e perciò di cittadini, ci si riferisce sia alla irriducibile identità e interiorità<br />
che costituiscono il singolo individuo, sia al rapporto fondamentale con gli altri che è alla base<br />
della comunità umana (Commissione teologica internazionale, 2005).<br />
on abbiamo alcuna presunzione<br />
Ndi “insegnare” agli altri come deve<br />
girare il mondo, né siamo preventivamente<br />
schierati da alcuna parte<br />
politica, ma sono molti gli interrogativi<br />
che vengono rivolti alle istituzioni<br />
locali nel momento storico presente,<br />
che vede una enorme frattura fra<br />
responsabili della cosa pubblica e la<br />
cittadinanza, emarginata e ghettizzata,<br />
come inutile zavorra.<br />
Le complessità del nuovo quadro socio-culturale<br />
e le sue trasformazioni<br />
quantitative e qualitative, che con<br />
impressionanti accelerazioni investono<br />
il mondo, sollevano inquietanti<br />
problemi e severe domande, che ci<br />
lasciano quanto meno perplessi quando<br />
volgiamo lo sguardo, ad oltre un<br />
anno dalle elezioni comunali, per<br />
constatare le realizzazioni effettuate:<br />
a noi pare di vedere un arido deserto.<br />
Solo in un campo, poco invidiabile<br />
d’altronde, non temiamo concorrenze,<br />
e cioè nella insostenibile trafila<br />
di reciproche asprezze, con inutili e<br />
inqualificabili ripicche, gelosie o durezze:<br />
conclusione, ognuno delle due<br />
parti (maggioranza e minoranza) è<br />
rimasta ossessionata dai suoi crucci,<br />
e non considera possibile nessun<br />
cambiamento, nessuna rinunzia, nessuna<br />
seria trattativa, a discapito dell’intera<br />
popolazione.<br />
È assolutamente negativo impantanarsi<br />
negli inutili odi e nelle contese<br />
senza fine mentre il paese va allo sfascio,<br />
costringendo i cittadini a vivere<br />
in una squallida mediocrità, avulsi e<br />
refrattari ad ogni tipo di “fraternità”<br />
in chiave civile; perché possiamo costruire<br />
case, strade, quartieri, ma non<br />
il “paese” se una parte dei cittadini<br />
vengono esclusi e sono costretti a vivere<br />
gli uni accanto agli altri, allinea-<br />
ti, accontentandosi, senza accorgersene,<br />
di non urtarsi reciprocamente.<br />
Proviamo almeno ad usare le parole<br />
a tempo e a luogo; fermiamo questa<br />
orrida frenesia di parole; impariamo<br />
ad amare questo nostro paese, a conoscerlo,<br />
a cercarne l’anima nascosta,<br />
perché coesione, amicizia, accoglienza<br />
siano finalmente il nostro segno<br />
distintivo.<br />
Si nota una estrema confusione nello<br />
stabilire le priorità del Paese, e<br />
questo porta con se l’opacità degli<br />
obiettivi da perseguire e il conseguente<br />
operare che deve essere finalizzato<br />
per il loro ottenimento. Se<br />
il Paese deve scegliere di essere una<br />
meta turistica, bisogna darsi da fare,<br />
accorciarsi le maniche ed operare affinché<br />
questo sia reso possibile, non<br />
possiamo drogarci di parole, ma ci<br />
vogliono dei progetti che necessariamente<br />
avranno la loro attuazione<br />
nel corso degli anni, ma intanto, bisogna<br />
approntarli; ad esempio perché<br />
non pensare a buttare le basi per<br />
la costruzione – nel Corso ingombro<br />
di ruderi pericolanti – di una<br />
passeggiata turistica che vada dalla<br />
piazza fino al bar Tiffany con una<br />
meravigliosa panoramica che domina<br />
l’intera vallata dell’Ofanto? Pochi<br />
Paesi nei nostri dintorni hanno<br />
la fortuna di avere un panorama così<br />
invidiabile.<br />
Questa amministrazione ha un incaricato<br />
che si interessi “sul serio” del<br />
ritorno a Calitri dei reperti archeologici<br />
trafugati, dall’Orto della Corte,<br />
con i loro preziosi corredi? Si dice<br />
che risalgono al nono secolo a.C.<br />
quindi all’epoca della fondazione di<br />
Roma. Se così fosse non può sfuggire<br />
a nessuno l’enorme valore di un<br />
simile rinvenimento: perché, dopo<br />
anni, nessuno se ne interessa?<br />
3<br />
Come è possibile che l’edificio di<br />
fronte alla ex casa dell’ECA è vuoto<br />
da circa un anno? È vero che la ASL<br />
viene trasferita all’Ospedale di Bisaccia<br />
e il Difensore civico a S. Angelo<br />
dei Lombardi? È vero che ci sono<br />
dei cittadini che vorrebbero costruire<br />
delle tombe nel cimitero, e<br />
che si vuole impiantare sul terreno<br />
civico delle pale eoliche?<br />
<strong>Il</strong> popolo ha il diritto di essere informato<br />
dalle autorità competenti e non<br />
dal chiacchiericcio di bottega.<br />
C’è una mancanza di incisività nel<br />
rilancio economico: c’è forse qualcuno<br />
dell’Amministrazione comunale<br />
che sta progettando un piano per<br />
attirare Aziende sul nostro territorio?<br />
non ci sembra, mentre la disoccupazione<br />
sta strozzando interi nuclei familiari.<br />
Per i giovani e la dissacrante disoccupazione<br />
abbiamo sentito soltanto<br />
parole vuote, senza fatti concreti.<br />
Non è legittimabile alcun atteggiamento<br />
di rassegnazione, di disimpegno<br />
o di chiusura egoistica ma occorre<br />
operare con urgenza e responsabilità<br />
dentro un contesto preciso di relazioni<br />
umane, che si esprimono concretamente<br />
tra le persone interessate.<br />
Certo non sono problematiche di poco<br />
conto e diversi sono i servizi e diverse<br />
le competenze, ma la responsabilità<br />
è unica e lo stile proprio del<br />
servizio è “il dialogo”; il nostro lavoro,<br />
l’amore e gli affetti che danno<br />
calore e senso alla vita, i molteplici<br />
impegni che riempiono l’esistenza<br />
quotidiana possono essere trasformati<br />
e assumere in significato nuovo per<br />
una crescita matura e per una comunità<br />
adulta, capace di essere sempre<br />
attenta alle esigenze particolari di<br />
ciascuno.<br />
Raffaele Salvante
IL CALITRANO N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012<br />
La figura dell’On. Salvatore Scoca<br />
attraverso la lettura degli atti<br />
della Assemblea Costituente<br />
La figura dell’On. Salvatore Scoca, anche<br />
se ancora non ben conosciuta dalla<br />
opinione pubblica, dovrebbe invece, a<br />
nostro modo di vedere, meritare una importanza<br />
superiore. Non certo per sminiuire<br />
il valore di altri Costrituenti, ma<br />
perché grazie al suo impegno ed alla sua<br />
tenacia, durante i Lavori della seduta del<br />
23 Maggio 1947, Presidente l’On. Terracini,<br />
venne approvato l’Articolo 53, che<br />
la Costituzione pone a base del Sistema<br />
Tributario della Repubblica<br />
L’innegabile merito dell’On. Salvatore<br />
Scoca, navigato ed esperto personaggio<br />
politico (all’epoca aveva 53 anni ed era<br />
reduce dalla esperienza di Sottosegretario<br />
alle Finanze del Governo De Gasperi dal<br />
17 Luglio 1946 al 18 Ottobre 1946 1), è<br />
quello di aver collaborato in modo deciso<br />
a delineare nel modo più ampio, attraverso<br />
le relazioni condotte in Assemblea<br />
Costituente, come interpretare i bisogni<br />
della Nazione, traguardando gli anni a<br />
venire. Seguendo uno dei passi della<br />
Seduta della Assemblea Costituente del<br />
23/05/1947, leggiamo (On. Scoca. Ass.<br />
Costituente, 23/05/1947) “…Non è questo<br />
il momento più opportuno per attuarla,<br />
ma credo necessario che si inserisca<br />
nella nostra Costituzione, in luogo<br />
del principio enunciato dall’articolo 25<br />
del vecchio Statuto, un principio informato<br />
a un criterio più democratico, più<br />
aderente alla coscienza della solidarietà<br />
sociale e più conforme alla evoluzione<br />
delle legislazioni più progredite…”.<br />
L’Italia, in quel 1947 era quella che usciva,<br />
da appena due anni, dal dramma della seconda<br />
guerra mondiale. Dovunque si voltasse<br />
lo sguardo si vedevano macerie. Miseria,<br />
fame. analfabetismo determinavano<br />
urgenze che i Costituenti ben comprendevano.<br />
Quello che i Padri Costituenti descrivevano<br />
era il sogno che i posteri avrebbero<br />
dovuto realizzare attraverso la passione,<br />
l’impegno, la laboriosità, l’onestà.<br />
Ben conoscevano i nostri Padri Costuenti<br />
i principi di Equità, Solidarietà e Progressività.<br />
I primi due elementi emergono<br />
come caratterizzanti l’intero disegno<br />
costituzionale, mentre il terzo è stato posto<br />
a suggello del cuore economico del<br />
di Roberto Innocenti Torelli e Claudio Mazzoccoli<br />
paese (il Sistema Tributario), in modo da<br />
assicurare allo Stato i mezzi per fare fronte<br />
agli impegni economici derivanti dagli<br />
altri articoli, che ne delineano la struttura<br />
ed i suoi doveri al servizio della Persona.<br />
In questa architrave che vede la Persona<br />
al centro e lo Stato al Servizio di questa<br />
(e non il contrario come accade purtroppo<br />
oggi…) si inquadrano i principi informativi<br />
della tassazione. Essi, pertanto, costituiscono<br />
i cardini del nostro Sistema<br />
Costituzionale, una conquista fondamentale<br />
recepita dall’Articolo 53 della nostra<br />
Carta, laddove si afferma che “Tutti sono<br />
tenuti a concorrere alle spese pubbliche<br />
in ragione della loro capacità contributiva.<br />
<strong>Il</strong> sistema tributario è informato a<br />
criteri di progressività”.<br />
Tale impostazione, ci piace ricordarlo,<br />
andava a mutare profondamente, nella<br />
sostanza, il sistema messo in atto dallo<br />
Statuto Albertino la cui attuazione aveva<br />
dato vita ad un’evidente sperequazione<br />
in favore della “tassazione indiretta che<br />
colpiva in misura insostenibile le classi<br />
più povere…”.<br />
Salvatore Scoca, come relatore per gli<br />
articoli aggiuntivi in ambito tributario,<br />
rispondendo alle obiezioni dei colleghi<br />
4<br />
della “Commissione de Settantacinque”,<br />
quella che aveva il compito di redigere<br />
effettivamente la Carta Costituzionale,<br />
delinea i due fondamentali elementi che<br />
dovranno poi entrare a fare parte del -<br />
l’enunciato finale dell’Articolo 53 2.<br />
1. La Capacità Contributiva Effettiva<br />
come base della imposizione<br />
2. La Progressività come base del calcolo<br />
delle imposte<br />
La prima caratteristica è la Capacità<br />
Contributiva Effettiva.<br />
Per il primo punto, ecco come si esprime<br />
il relatore (On. Scoca. Ass. Costituente,<br />
23/05/1947) “…Non si può negare che il<br />
cittadino, prima di essere chiamato a<br />
corrispondere una quota parte della sua<br />
ricchezza allo Stato, per la soddisfazione<br />
dei bisogni pubblici, deve soddisfare i bisogni<br />
elementari di vita suoi propri e di<br />
coloro ai quali, per obbligo morale e giuridico,<br />
deve provvedere”. Riteniamo che<br />
questa definizione, ad oggi non rispettata<br />
dall’attuale sistema tributario, rappresenti<br />
un elemento fondamentale per uno stato il<br />
cui compito primario è lo Sviluppo della<br />
persone. Dal principio della necessità<br />
della deduzione nell’effettivo importo<br />
delle spese necessarie alla vita ed al sostegno<br />
della Persona e delle persone comunque<br />
a suo carico, posto a base della<br />
determinazione della Capacità Contributiva<br />
Effettiva, vengono poi derivati da<br />
Scoca due importanti obblighi per il legislatore,<br />
anche questi, evidentemente, disattesi<br />
dal sistema tributario attuale.<br />
<strong>Il</strong> primo: “Da ciò discende la necessità<br />
della esclusione dei redditi minimi dalla<br />
imposizione; minimi che lo Stato ha interesse<br />
a tenere sufficientemente elevati,<br />
per consentire il miglioramento delle<br />
condizioni di vita delle classi meno abbienti,<br />
che contribuisce al miglioramento<br />
morale e fisico delle stesse ed in<br />
definitiva anche all’aumento della loro<br />
capacità produttiva”.<br />
<strong>Il</strong> secondo: “Da ciò discende pure che<br />
debbono essere tenuti in opportuna con -<br />
siderazione i carichi di famiglia del contribuente”.
N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012 IL CALITRANO<br />
La conclusione è poi molto importante:<br />
“Sono, questi, aspetti caratteristici<br />
di quella capacità contributiva, che la<br />
formulazione concordata dell’articolo<br />
aggiuntivo pone a base della imposizione…”.<br />
La seconda caratteristica è la Progressività.<br />
(On. Scoca. Ass. Costituente, 23/05/1947)<br />
“… se poi consideriamo che più dei tributi<br />
diretti rendono i tributi indiretti e<br />
questi attuano una progressione a rovescio,<br />
in quanto, essendo stabiliti prevalentemente<br />
sui consumi, gravano maggiormente<br />
sulle classi meno abbienti, si<br />
vede come in effetti la distribuzione del<br />
carico tributario avvenga non già in<br />
senso progressivo e neppure proporzionale,<br />
ma in senso regressivo. <strong>Il</strong> che costituisce<br />
una grave ingiustizia sociale,<br />
che va eliminata, con una meditata e<br />
seria riforma tributaria.”<br />
È francamente difficile non vedere, in<br />
queste parole, la realtà dell’Italia dei nostri<br />
giorni, che necessita finalmente del<br />
rinnovamento del “patto fiscale”, che avvenga<br />
stavolta effettivamente nel segno<br />
della Costituzione, a differenza di quanto<br />
accadde nel 1973, quando un altro patto<br />
condusse al sistema attuale. Fondamentale<br />
è dunque riscoprire il senso di democrazia,<br />
di solidarietà e di equità che vengono<br />
ripetuti a più riprese negli atti della<br />
Costituente, ma che risuonano nel verbale<br />
del 23/05/1947 come i veri principi<br />
che devono ispirare il Sistema Tributario.<br />
Indubbio è che il disegno della Costituzione<br />
Italiana richiedeva siffatte caratteristiche<br />
al suo cuore economico. La<br />
relazione di Scoca prosegue con altre importantissime<br />
considerazioni puntualmente<br />
espresse: (On. Scoca. Ass. Costituente,<br />
23/05/1947) “La regola della progressività<br />
deve essere effettivamente operante;<br />
e perciò nella primitiva formulazione<br />
dell’articolo aggiuntivo da me proposto<br />
avevo detto che il concorso di tutti<br />
alle spese pubbliche deve avvenire in<br />
modo che l’onere tributario complessivo<br />
gravante su ciascuno risulti informato<br />
al criterio della progressività. Ciò significa<br />
che la progressione applicata ai tributi<br />
sul reddito globale o sul patrimonio<br />
dev’esser tale da correggere le iniquità<br />
derivanti dagli altri tributi, ed in<br />
particolare da quelli sui consumi.”<br />
Quello che oggi preoccupa ancor più è<br />
vedere che, anziché progredire, lo stato<br />
della nazione è andato regredendo. Per<br />
capire la gravità della situazione, è sufficiente<br />
confrontare la realtà di oggi, in<br />
cui lo Stato Sociale e principi come la<br />
Solidarietà vengono messi in discussione<br />
dai profeti del liberismo più sfrenato, con<br />
quanto nel settembre del 1900 Giolitti<br />
affermò “…il paese, dice l’On. Sonnino,<br />
è ammalato politicamente e moralmente,<br />
ed è vero; ma la causa più grave di<br />
tale malattia è il fatto che le classi dirigenti<br />
spesero enormi somme a beneficio<br />
proprio quasi esclusivo e vi fecero fronte<br />
con imposte, il peso delle quali cade<br />
in gran parte sulle classi più povere;<br />
noi abbiamo un gran numero di imposte<br />
sulla miseria: il sale, il lotto, la tassa<br />
sul grano, sul petrolio, il dazio sul consumo,<br />
ecc. … NON NE ABBIAMO<br />
UNA SOLA che colpisca esclusivamente<br />
la ricchezza vera; perfino le tasse sugli<br />
affari e le tasse giudiziarie sono progressive<br />
a rovescio; quando nel 1893,<br />
per stringenti necessità finanziarie, io<br />
dovetti chiedere alle classi più ricche<br />
un lieve sacrificio, sorse da una parte<br />
delle medesime una ribellione assai più<br />
efficace contro il governo che quella dei<br />
poveri contadini siciliani, e l’On. Sonnino,<br />
andato al governo dopo di me,<br />
dovette provvedere alle finanze RIAL-<br />
ZANDO ancora il prezzo del sale e il<br />
dazio sui cereali. Io deploro quanti altri<br />
mai la lotta di classe; ma, siamo giusti:<br />
chi l’ha iniziata?”<br />
APPENDICI<br />
1. Presentazione della Associazione<br />
La Associazione ARTICOLO 53 nasce<br />
alcuni anni fa come iniziativa libera e<br />
spontanea di personaggi della Società Civile<br />
che hanno deciso di dedicare il loro<br />
impegno a sostegno della battaglia per<br />
un FISCO EQUO, SOLIDALE e CO-<br />
STITUZIONALE. Non ha pertanto alcun<br />
carattere politico e non riceve alcun<br />
finanziamento o sovvenzione.<br />
<strong>Il</strong> nostro impegno parte dallo Studio della<br />
Costituzione. dalla Analisi dei verbali<br />
della Assemblea Costituente e dalla verifica<br />
puntuale della mancata attuazione<br />
del dettato Costituzionale in tutte le forme<br />
nel quale il Sistema Tributario è stato<br />
gestito dalla classe politica a partire dal<br />
1973 in poi.<br />
<strong>Il</strong> tavolo di studio, frutto della fattiva collaborazione<br />
degli aderenti, ha condotto a<br />
documenti, alcuni dei quali in fase di<br />
pubblicazione su questo nuovo sito, ha<br />
condotto a Libri (FISCO: La Costituzione<br />
Tradita, del 2008), a Collaborazioni<br />
con altri autori per contributi a Libri, a<br />
discussioni con le Forze Politiche e, ultimo<br />
in ordine di tempo, ma non certo atto<br />
conclusivo, il Convegno FISCO, EVA-<br />
SIONE FISCALE e DEBITO PUBBLI-<br />
CO: Torniamo alla Costituzione, tenutosi<br />
a Firenze il 26 Febbraio 2011 e che<br />
ha visto riuniti i membri della nostra Associazione<br />
e della Associazione ARDep<br />
5<br />
(Associazione per la Riduzione del Debito<br />
Pubblico).<br />
L’impegno precipuo della Associazione è<br />
quello di Difendere la Costituzione attraverso<br />
la sua Attuazione. Se infatti il<br />
Dettato Costituzionale non viene attuato,<br />
come oggi accade per tanti articoli, resta<br />
SEME SENZA FRUTTO. Una nazione<br />
che si sviluppa senza seguire la propria<br />
costituzione, finisce per trovarsi nella situazione<br />
di trovarsi regolata da una “costituzione<br />
materiale” che diverge in tutto<br />
o in parte da quella Naturale del 1947,<br />
promulgata il 1° gennaio 1948.<br />
Produrre la fine della vera ed unica Costituzione<br />
Italiana, quella del 1948 (pur<br />
senza un atto formale, ma per continuo<br />
svuotamento ed allontanamento) è la<br />
operazione in cui sembra impegnata la<br />
gran parte della classe politica del nostro<br />
paese da decenni.<br />
La opinione pubblica, distolta dalle ansie<br />
legate alla vita di ogni giorno e dai casi<br />
che i media propongono, non riesce ancora<br />
a distinguere la deriva anticostituzionale<br />
in corso, né percepisce il pericolo<br />
che incombe sullo stato sociale e sugli<br />
equilibri che mantengono unito, solidale<br />
e… “Italiano” il nostro paese.<br />
La Costituzione della Repubblica Italiana,<br />
fondamentale per il mantenimento e<br />
lo sviluppo della Unità nazionale ha, sin<br />
dalla sua promulgazione, il cuore economico<br />
nell’Articolo 53.<br />
Rarissimo caso, se non unico al mondo,<br />
la Costituzione Italiana, ha dato indicazioni<br />
precise su come costruire il Sistema<br />
Tributario. Non solo… Nel 1971 una<br />
legge Delega, la 825/71 chiarì, ad opera<br />
stavolta del Legislatore (composto per<br />
buona parte da Padri Costituenti…), il<br />
modo in cui costruire un SISTEMA TRI-<br />
BUTARIO NEL SOLCO DEL DETTA-<br />
TO COSTITUZIONALE.<br />
Nel 1973, anziché far seguire i soli decreti<br />
attuativi della legge delega 825/71,<br />
fu varata la legge 600/73, alla base del<br />
fallimentare Sistema Tributario attuale…<br />
Dunque, nel 1973, avvenne qualcosa che<br />
possiamo oggi politicamente definire un<br />
TRADIMENTO DELLA COSTITU-<br />
ZIONE.<br />
Nel 2012, a 64 anni dalla promulgazione<br />
della Carta Costituzionale, purtroppo siamo<br />
costretti a denunziare che l’Articolo<br />
53 non è ancora attuato. Con esso, tutti<br />
gli articoli che si ispirano allo sviluppo<br />
dell’individuo, alla formazione, alle famiglie,<br />
alla maternità, alla tutela dei diritti<br />
da parte dello Stato, sono messi in<br />
pericolo.<br />
Serve un’opera capillare di INFORMA-<br />
ZIONE prima e di FORMAZIONE poi.<br />
E questo è l’impegno a cui ci sentiamo<br />
chiamati.
IL CALITRANO N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012<br />
2. Dati Storici<br />
Conclusioni<br />
Confidiamo che questo excursus del -<br />
l’opera dell’On. Salvatore Scoca, per<br />
quanto limitato alla sua partecipazione alla<br />
Assemblea Costituente, serva a rendere<br />
omaggio ad una figura certamente significativa<br />
per il nostro paese e di stimolo per<br />
quanti, come noi di Articolo 53, si battono<br />
quotidianamente affiché il disegno costituzionale<br />
venga attuato concretamente nel<br />
nostro Paese. È evidente infatti che, a più<br />
di sessanta anni dalla sua promulgazione,<br />
la Costituzione è ben lungi dall’essere stata<br />
attuata. Ne abbiamo purtroppo costantemente<br />
conferma.<br />
Firenze, 29 Maggio 2012<br />
Roberto Innocenti Torelli<br />
Responsabile<br />
Associazione Articolo 53<br />
Salvatore Scoca - Meuccio Ruini<br />
Ing. Claudio Mazzoccoli<br />
Membro della<br />
Associazione Articolo 53<br />
Salvatore Scoca - Meuccio Ruini<br />
Associazione ARTICOLO 53<br />
<strong>Il</strong> Presidente Roberto Innocenti Torelli<br />
http://sites.google.com/site/articolo53<br />
articolo53@gmail.com<br />
NOTE<br />
1 Si veda nella Appendice: Dati Storici la Figura 1.<br />
2 Si veda nella Appendice: Dati Storici la Figura 2.<br />
6<br />
LAUREA<br />
<strong>Il</strong> 18 aprile 2012 presso la Seconda<br />
Università di Napoli Facoltà di<br />
medicina e chirurgia - Polo didattico<br />
ASL Avellino Grottaminarda, si è<br />
felicemente laureata la signorina<br />
Enza METALLO<br />
discutendo col chiar.mo professore<br />
Camillo Vittozzi la tesi “Disprassia<br />
congenita: aspetti neurobiologici<br />
ed emozionali”.<br />
La Redazione è vicina alla felicità dei<br />
genitori Franca e Giovanni, dell’amata<br />
sorella Rosa, e dei parenti tutti, ed<br />
augura alla novella dott.ssa ogni bene<br />
per il suo futuro professionale.<br />
Ci piace segnalarvi questo giovane ingegnere dott. Michele Cerreta, figlio del nostro concittadino Luigi (benfigliuol’) residenti a Lucca, riportando<br />
quanto scriveva “LA NAZIONE” di Lucca del gennaio 2012. Vi invitiamo inoltre a consultare il sito www.pizero.net
N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012 IL CALITRANO<br />
ichele Arcangelo Di Maio, nacque a<br />
MCalitri nel 1931 da Benedetto e da<br />
Rosa Cerreta e, come molti altri ragazzi,<br />
trascorse parte dell’adolescenza nel suo<br />
paese, prima di andar fuori per continuare<br />
gli studi. Dopo aver conseguito il Diploma<br />
di Geometra a Salerno, si iscrisse<br />
all’Istituto Superiore di Educazione Fisica<br />
della Farnesina di Roma, appena rinato<br />
dopo il Fascismo. Tornò, quindi, a<br />
Calitri come docente di questa materia e<br />
prestò servizio presso la Scuola Media e<br />
l’Istituto Tecnico Commerciale.<br />
Conobbe allora Marisa Franco, originaria<br />
di Bovino, giunta nell’Istituto Tecnico<br />
Commerciale in qualità d’insegnante<br />
d’Inglese e con lei si fidanzò. Una canzone<br />
in voga a quel tempo era Love in<br />
Portofino. Insieme poi decisero di trasferirsi<br />
a Napoli e di sposarsi nel 1961.<br />
A Napoli, Michele ebbe la cattedra presso<br />
l’Istituto “Galiani”, che si trova in prossimità<br />
di Piazza Carlo III. Contemporaneamente<br />
si inserì come istruttore e preparatore<br />
atletico nell’ampio circuito napoletano<br />
delle attività sportive, collaborando<br />
con l’Associazione Italiana di Cultura e<br />
Sport.<br />
I suoi legami con la famiglia e con l’intera<br />
comunità di origine, però, si mantennero<br />
sempre fortissimi. Tornava frequentemente<br />
a Calitri, dove trascorreva qualche<br />
giorno con immenso piacere. Nell’andirivieni<br />
in mezzo alla gente durante le feste<br />
patronali, cioè nel tradizionale andare su<br />
e giù tra le bancarelle o appresso alla processione<br />
di San Canio e dell’Immacolata,<br />
era difficile fare due passi con<br />
lui. Si fermava ad ogni piè<br />
sospinto, ora con uno ora con<br />
un altro. A volte solo per un<br />
rapido saluto, ma più spesso per<br />
farsi raccontare anche le novità.<br />
Rientrava a casa sempre a notte<br />
fonda, dopo aver partecipato a<br />
infinite chiacchiere con gli<br />
amici ritrovati e ai tanti successivi<br />
allegri capannelli formati<br />
intorno alla sua figura aitante, al<br />
suo inconfondibile modo di<br />
gesticolare e alla sua schietta<br />
risata.<br />
E i calitrani ricambiavano i<br />
sentimenti d’affetto per lui.<br />
Quando è giunta la notizia della<br />
sua morte, avvenuta il 12 di -<br />
cembre del 2011, qui a Calitri<br />
PERSONAGGI<br />
<strong>Il</strong> campione calitrano<br />
Olimpiadi Invernali di Cortina, 1956. Michele<br />
Di Maio con Sophia Loren.<br />
c’è stato un sincero dispiacere. Nonostante<br />
la recente malattia, Michele era<br />
stato visto in macchina poco tempo prima<br />
e nulla lasciava immaginare che la sua<br />
vita fosse ridotta al lumicino.<br />
Tempo addietro, quando egli già non<br />
stava più bene, io e lui ci siamo fermati al<br />
Belvedere del Corso, poco distanti dal<br />
grigio torrione emerso dai ruderi del terremoto<br />
dell’80. Spaziavamo lo sguardo<br />
nella valle dell’Ofanto e ammiravamo le<br />
varie gradazioni di verde davanti a noi e,<br />
Olimpiadi Invernali di Cortina, 1956. Michele Di Maio e Lino Lacedelli,<br />
uno dei conquistatori del K2.<br />
7<br />
in alto, il cielo azzurro e terso. Di fronte,<br />
sui monti dell’Appennino, i nostri occhi si<br />
fermavano progressivamente sulla grande<br />
cupola rotonda dell’Osservatorio Astronomico<br />
di Castelgrande, poi su Pescopagano<br />
e infine su Sant’Andrea di Conza.<br />
Intanto il sole cominciava a nascondersi<br />
dietro le tre gobbe di Gagliano mettendo<br />
in scena a poco a poco, alla nostra destra,<br />
il rosso bellissimo del tramonto. È stato<br />
allora che Michele sorridendo mi ha detto<br />
all’improvviso: « È questo che mi mancherà,<br />
quando morrò».<br />
Ricordo sempre questa frase ogni volta<br />
che vado a fargli visita al cimitero. E non<br />
mi pare vero che ora stia lì, dopo averlo<br />
visto all’opera nelle attività più impensate:<br />
riparare la sua scoppiettante campagnola,<br />
caricare la sua barca a vela per portarla<br />
a Campomarino, usare i colori a tempera<br />
per esprimere la sua vena artistica,<br />
andare a caccia con Diva, il suo cane<br />
fedele, uscire dall’acqua del Lago di<br />
Monticchio dopo essersi immerso con un<br />
gesto da esperto nuotatore.<br />
Michele era davvero una persona speciale.<br />
Non lo dico perché era mio cugino,<br />
ma per tutto ciò che sapeva fare e che<br />
altri non osavano neppure pensare. E per<br />
la simpatia che era capace di catturare<br />
dalla gente. Con lui, anche i più timidi si<br />
sentivano invogliati a parlare, qualunque<br />
fosse il pretesto occasionale da cui poteva<br />
iniziare la conversazione.<br />
Per queste ragioni, e non solo per la sua<br />
dedizione allo sport, i suoi amici lo chiamavano<br />
«il Campione». In un certo senso<br />
lo era davvero e, comunque,<br />
egli era stato a stretto contatto<br />
con dei veri campioni. Come<br />
studente della Farnesina aveva<br />
anche fatto parte dello staff tecnico<br />
delle Olimpiadi Invernali<br />
di Cortina d’Ampezzo nel<br />
1956, cioè del gruppo di giovani<br />
atleti incaricati di curare la<br />
tenuta delle piste sulle quali<br />
avvenivano le gare di sci. A<br />
Cortina trascorreva il tempo<br />
libero con Lino Lacedelli, uno<br />
dei conquistatori del K2, ed<br />
altri atleti conosciuti sui campi<br />
da sci. Durante la sfilata olimpica<br />
inaugurale fece parte della<br />
squadra dei portabandiere e, tra<br />
le sue mansioni, ebbe anche<br />
quella di accompagnare le per-
IL CALITRANO N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012<br />
Roma, Michele Di Maio e Marisa Franco,<br />
durante una gita scolastica.<br />
sonalità e i giornalisti accreditati alla<br />
manifestazione. Nel suo album ho trovato<br />
molte foto di quell’evento, tra cui<br />
una in cui è ritratto con una giovanissima<br />
Sophia Loren.<br />
Michele tornò a Calitri da Cortina portando<br />
con sé un paio di sci. Noialtri bambini,<br />
che non li avevamo mai visti,<br />
seguimmo con curiosità festosa le sue<br />
evoluzioni sulla neve, che quell’anno fu<br />
abbondante.<br />
Poi vennero le Olimpiadi del 1960. Gli<br />
organizzatori scelsero la via Appia come<br />
percorso lungo il quale la fiaccola olimpica,<br />
accesa in Grecia e portata per mare<br />
a Siracusa, doveva salire verso nord per<br />
giungere a Roma. <strong>Il</strong> tracciato di questa<br />
antica arteria romana, come si sa, passa<br />
per Pescopagano e Sant’Andrea di<br />
Conza. In qualità di allenatore degli<br />
alunni che partecipavano alle gare provinciali<br />
di atletica, Michele fu<br />
chiamato a far parte della<br />
commissione che selezionò<br />
due tedofori di Calitri: Ettore<br />
Cicoria e Peppino Galgano.<br />
Come geometra, Michele progettò<br />
alcune abitazioni. Tra<br />
queste è da ricordare proprio<br />
la sua casa di campagna, a<br />
Gagliano. Essa, immersa nei<br />
campi, è circondata da un<br />
vigneto e da alberi da frutta,<br />
nonché da numerosi alveari.<br />
Al suo interno contiene inoltre<br />
un laboratorio per la produzione<br />
di miele, che insieme<br />
allo sport è stata la sua grande<br />
passione. Ma più che di casa<br />
di campagna andrebbe bene<br />
il termine di magione, dal<br />
mo mento che questa costruzione<br />
fu da lui progettata perché<br />
fosse ospitale, con un bel<br />
porticato, una grande veranda<br />
e tutti i comfort moderni. Questo edificio<br />
fu realizzato con i risparmi dell’intera<br />
famiglia, a poco a poco, a cominciare<br />
dagli anni settanta. A farla sorgere<br />
e a completarla è stato il suo carissimo<br />
amico Michele Del Re, un artigiano<br />
poliedrico che definire semplicemente<br />
muratore è troppo riduttivo e che invece<br />
bisognerebbe considerare un «tesoro<br />
vivente» per tutto il pregio che sa conferire<br />
alle cose che fa.<br />
Nelle ampie stanze di questa residenza,<br />
dunque, egli aveva il piacere di ricevere i<br />
suoi amici, con la complice collaborazione<br />
delle sorelle Maria e Teresa, le<br />
quali non si sottraevano alla fatica di preparare<br />
per essi lauti pranzi. Spesso gli<br />
invitati erano i membri dell’Associazione<br />
Amici dell’Irpinia che venivano da<br />
Napoli o anche da più lontano. E a volte,<br />
per evitar loro la fatica di guidare per chilometri<br />
fino a Calitri, Michele noleggiava<br />
addirittura un autobus che li accompagnasse<br />
da lui. Alla fine della giornata trascorsa<br />
nell’aria pura di Gagliano e prima<br />
di tornare a casa essi ricevevano in regalo<br />
i frutti degli alberi di quei campi, nonché<br />
barattoli del suo miele.<br />
Tuttavia, egli, nonostante i suoi multiformi<br />
interessi, non perse mai di vista<br />
l’educazione dei figli.<br />
Ho diversi debiti di riconoscenza nei<br />
riguardi di Michele. Ne vorrei citare solo<br />
due. <strong>Il</strong> primo è che fin da tenera età ho<br />
imparato da lui a guardare fuori dal piccolo<br />
nido di casa mia, trasportato in giro<br />
per il paese sulla canna della sua bicicletta,<br />
poi lungo le strade dei paesi vicini<br />
sul sedile posteriore della sua vespa e,<br />
infine, all’interno della sua seicento<br />
nuova fiammante. E da grande, quando<br />
Olimpiadi di Roma, 1960. Passaggio della fiaccola olimpica per<br />
Sant’Andrea di Conza. Michele Di Maio con il tedoforo Ettore Cicoria<br />
e con Alfonso Acocella.<br />
8<br />
Calitri, Michele Di Maio e Marisa Franco,<br />
con alcuni professori dell’Istituto Tecnico<br />
Commerciale e della Scuola Media. Alle loro<br />
spalle l’edificio scolastico recentemente<br />
demolito.<br />
mi trasferii a Napoli per studiare al -<br />
l’Università, fu proprio lui ad offrirmi<br />
le occasioni più propizie per allargare le<br />
mie limitate conoscenze.<br />
<strong>Il</strong> secondo è per l’incoraggiamento da<br />
lui ricevuto ogni volta che ho intrapreso<br />
un lavoro impegnativo. Michele mi spronava<br />
ad andare sempre avanti, anche<br />
quando non sapeva bene di che natura<br />
fosse lo scoglio che dovevo superare. In<br />
particolare, devo a lui il sostegno morale<br />
e materiale nella costruzione dei primi<br />
exhibit scientifici interattivi per la manifestazione<br />
napoletana «Futuro Remoto»<br />
e per tutto ciò che concerne le iniziative<br />
di divulgazione scientifica che successivamente<br />
ho proposto qui a<br />
Calitri.<br />
Michele ha avuto anche i suoi<br />
difetti, come d’altra parte tutti<br />
noi. Ma certamente non gli si<br />
può imputare quello dell’indifferenza<br />
verso coloro che<br />
attraversavano vicende delicate.<br />
Per queste persone si è<br />
sempre adoperato, molto<br />
discretamente, affinché trovassero<br />
la strada giusta, suggerendo<br />
a loro concrete op -<br />
portunità di soluzione dei problemi.<br />
Egli si fidava della<br />
massima che gli aveva insegnato<br />
sua madre: «<strong>Il</strong> Signore<br />
chiude una porta e ne apre<br />
un’altra». Frase che esprime<br />
il fondamentale atto di spe-<br />
ranza che ha accompagnato<br />
l’intera sua vita.<br />
Pietro Cerreta
N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012 IL CALITRANO<br />
RICORDARE PER CHI NON SA - PARTE X<br />
Fanciulli che crescono con occhi profondi,<br />
Di nulla sanno, crescono e muoiono<br />
E tutti gli uomini vanno per la loro strada.<br />
Dolci frutti che nascono dagli acerbi<br />
E cadono già di notte come uccellini morti,<br />
Giacciono pochi giorni e marciscono.<br />
Tutto ciò, e questi giochi, a noi che giovano?<br />
A noi che pure siamo adulti ed eternamente<br />
soli,<br />
Che vagando non cerchiamo mai una meta?<br />
Che gioia, di queste cose averne viste tante?<br />
E tuttavia, dice molto che dice «Sera»,<br />
Una parola da cui scorre profondità e tristezza<br />
Come greve miele dagli incavati favi.<br />
«Ballata della vita esteriore»<br />
(di Hugo Von Hafmannsthal)<br />
esse da parte le ultime, isolate testi-<br />
Mmonianze che ancora sopravvivono<br />
alle sofferenze della vecchiaia, a Calitri è<br />
scomparso pure il vasto mondo degli artigiani.<br />
Insieme a quello dei contadini, poco<br />
più di mezzo secolo fa, esso rappresentava<br />
il secondi pilastro dell’attività economica<br />
e produttiva della popolazione.<br />
La parte antica delle case, quella che in<br />
anni non lontani riecheggiava di voci e di<br />
rumori dentro le botteghe di artigiani intenti<br />
al lavoro dalla mattina alla sera dopo<br />
che l’abituale gruppo di amici aveva consumato<br />
il caffè al solito bar e soddisfatto i<br />
bisogni del corpo nel “Pascone” che lambiva<br />
la periferia del centro abitativo, oggi<br />
è ridotta a un camminare monotono e occasionale<br />
per stradine e vicoli avvolti dal<br />
silenzio di una realtà diventata da molti<br />
anni testimonianza muta di un’epoca<br />
scomparsa per sempre. Allora non c’era<br />
angolo del caseggiato che al passante non<br />
offriva la presenza di una bottega spalancata,<br />
magari poco spaziosa perché adattata<br />
ad una funzione di emergenza, con dentro<br />
il “Mastro” al lavoro insieme a qualche<br />
discepolo-apprendista. Ricordare oggi<br />
com’era Calitri ieri, quando il popolo che<br />
ci viveva era quasi un affresco di famiglie<br />
numerose con una storia insignificante<br />
fatta di vite semplici, spesso umili e difficili,<br />
tormentate da stenti e confortate da<br />
speranze ed attese, significa raccontare la<br />
storia di vite vissute nella maniera più comune<br />
e naturale.<br />
di Gerardo Melaccio<br />
Più di mezzo secolo fa il nostro Paese si<br />
presentava sotto un aspetto diverso da<br />
quello odierno. Gli abitanti erano tanti e le<br />
risorse per vivere piuttosto ristrette. Si<br />
coltivava la terra in ogni maniera, con le<br />
braccia e con gli animali; si seminava e si<br />
aspettava il raccolto. Si allevavano animali<br />
domestici e animali da fatica; galline,<br />
conigli e tacchini; pecore, capre, buoi e<br />
maiali per la famiglia. Bastava percorrere<br />
le campagne e frequentare le strade che<br />
tagliavano l’abitato per averne le prove<br />
concrete. Nel periodo adatto i campi erano<br />
popolati di contadini al lavoro che rallegravano<br />
lo spirito coi canti completando<br />
le colorature naturali. <strong>Il</strong> centro abitativo e<br />
le stradine periferiche riecheggiavano di<br />
rumori che animavano le botteghe degli<br />
artigiani intenti al compimento del proprio<br />
dovere. Ce n’erano di tutti i tipi e di<br />
ogni condizione: anziani e giovani, sposati<br />
con moglie e figli, scapoli di una certa<br />
età per scelta personale. L’estrazione<br />
sociale era più o meno la stessa per la<br />
maggior parte di essi: figli di artigiani che<br />
continuavano il mestiere paterno; “Mastri”<br />
fatti da poco o per scelta propria o<br />
per decisione presa in famiglia.<br />
Appena trovata la strada, i giovani che si<br />
avviavano al mondo del lavoro artigianale,<br />
venivano affidati al maestro che dava<br />
maggiore affidamento e già il giorno dopo<br />
cominciavano a prendere dimestichezza<br />
con la bottega e con l’attrezzatura. Ricevevano<br />
un po’ alla volta i primi rudimenti<br />
di formazione. Imparavano a familiarizzare<br />
con gli attrezzi più semplici prima<br />
di prendere contatto con quelli più complicati.<br />
Imparavano a distinguere la materia<br />
prima. Osservavano e ascoltavano con<br />
attenzione i suggerimenti del maestro che<br />
era competente, intransigente e di poche<br />
parole. I segreti del mestiere più che essere<br />
svelati con l’insegnamento, spesso bisognava<br />
scoprirli con prontezza di riflessi,<br />
comprenderli e rubarli furtivamente con<br />
l’intelligenza.<br />
Nella bottega c’era sempre da fare qualcosa,<br />
anche quando tardavano le ordinazioni<br />
private. Nella circostanza il “Mastro” concedeva<br />
ampia facoltà di suoi apprendisti di<br />
attendere alla realizzazione di lavoretti in<br />
proprio. Le circostanze per imparare in<br />
fretta non mancavano e i ragazzi che avevano<br />
voglia di farlo potevano sfruttare<br />
l’occasione specialmente se avevano la<br />
fortuna di venire affidati ad una guida di<br />
mente elastica, di discreto livello di cono-<br />
9<br />
scenze scolastiche e di stima per i suoi allievi.<br />
Quasi tutti i maestri di bottega non<br />
trascuravano l’informazione, la lettura del<br />
giornale e l’occasione di innalzare la loro<br />
coscienza civile, sociale e politica. Sapevano<br />
essere pratici e teorici al tempo stesso.<br />
Sapevano badare a sé stessi e amavano<br />
discutere dei problemi che li toccavano da<br />
vicino. Sapevano fare i padri di famiglia e<br />
sapevano svolgere con coscienza il loro<br />
ruolo di cittadini consapevoli e responsabili.<br />
Magari avendo poca scuola, ma pure<br />
tanta esperienza vissuta e praticata.<br />
Per gli apprendisti il tempo per imparare il<br />
mestiere e mettersi in proprio era piuttosto<br />
lungo. Le ragioni c’erano ed erano tante.<br />
La scarsezza delle risorse economiche in<br />
famiglia rendeva difficile mettere su un<br />
piccolo laboratorio e adeguatamente attrezzato;<br />
il tempo per farsi un nome comportava<br />
esperienza e lungaggini; conquistare<br />
la fiducia della clientela esigenza e<br />
contesa dalla concorrenza; la mancanza di<br />
capitale per l’approvvigionamento della<br />
materia prima; le difficoltà di eseguire e<br />
consegnare ordinazioni a credito ai clienti<br />
che si trovavano in difficoltà economiche.<br />
Di solito l’età di che veniva destinato all’apprendistato<br />
di un mestiere coincideva<br />
più o meno con quella della conclusione<br />
della frequenza della Scuola Elementare.<br />
In casi eccezionali, con il conseguimento<br />
della Licenza Media o di Avviamento Professionale.<br />
In realtà, più che la scuola, le<br />
prospettive per il futuro dei figli delle famiglie<br />
calitrane di allora erano pochissime<br />
e quasi obbligate: l’attività agricola, quella<br />
artigianale e quella dell’operaio: unici<br />
sbocchi facilmente reperibili e la possibilità<br />
immediata di dare una mano ai genitori<br />
in difficoltà per mandare avanti la casa.<br />
In quegli anni il lavoro era alla base di tutto,<br />
ma poterlo svolgere in proprio senza<br />
dover rinunciare alla libertà e all’autonomia<br />
di sé stessi, era, a dir poco, un privilegio.<br />
Importava l’utile che si ricavava, ma<br />
contava molto di più il rispetto e la stima,<br />
la possibilità di percorrere la propria strada<br />
con la mente e con le forze personali.<br />
Tra le molteplici categorie artigianali correvano<br />
sentimenti contrapposti: amicizia,<br />
rispetto e solidarietà da una parte; gelosia,<br />
invidia e discredito dall’altra. Naturalmente<br />
l’effetto di tale atteggiamento si ripercuoteva<br />
sul comportamento delle persone<br />
che ricorrevano al loro lavoro.<br />
Una delle abitudini che praticava buona<br />
parte degli artigiani calitrani era quella di
IL CALITRANO N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012<br />
svolgere delle attività collaterali. Quella<br />
della coltivazione di un pezzo di terra ereditato<br />
che veniva adibito a seminativo, a<br />
vigneto, a uliveto, a orto e a frutteto, a<br />
seconda del sito e della contrada del territorio<br />
costituiva quasi un luogo comune<br />
per molti di loro. Sicché, nei periodi stagionali<br />
si improvvisavano agricoltori, vignaioli,<br />
ortolani e ortofrutticoltori. Sospendevano<br />
per quanto era necessario gli<br />
impegni del mestiere e sbrigavano i lavori<br />
campestri facendosi aiutare anche dai<br />
discepoli. Per costoro era una vera festa,<br />
non tanto perché sospendevano gli impegni<br />
interni, quanto perché potevano stare<br />
all’aperto, erano meno controllati e potevano<br />
gustare l’ottima cucina della padrona.<br />
Peccato che tali occasioni capitavano<br />
pochissime volte all’anno!<br />
A parte questi rari casi di vero gradimento,<br />
la quotidianità delle botteghe dove si lavorava<br />
scorreva senza novità e con estre-<br />
ultimo decennio della nostra storia,<br />
L’ non solo politica ma anche culturale,<br />
ha subito un abbassamento di spessore in<br />
termini di punti di riferimento a cui guardare<br />
con costanza e ammirazione.<br />
Lo sviluppo dell’apparire forzato; del volo<br />
senz’ali; del respiro senza polmoni; del<br />
trucco amplificato dall’immagine; della<br />
capacità di essere tutti santi senza mai essersi<br />
confessati, ci ha condotti ciecamente<br />
in un cono d’ombra.<br />
Siamo stati tutti bravi a mettere nel cassetto<br />
l’idea dell’uomo savio, preparato,<br />
intelligente, lungimirante per rispolverare<br />
la strada a condottieri senza briglie, che<br />
hanno avuto la persuasione di spacciarsi<br />
per grandi combattenti.<br />
La tv spazzatura ci ha regalato ministri,<br />
sottosegretari, funzionari di partito, consiglieri<br />
regionali, il tutto sotto la sapiente<br />
regia di semplici venditori di tappeti a cui<br />
abbiamo regalato spazi istituzionali che<br />
mai dovevano essere concessi, visto il<br />
danno di credibilità ancora vivo sotto gli<br />
occhi di tutti. È come se la società avesse<br />
smesso di pensare; avesse parcheggiato il<br />
proprio pensiero sotto la suola delle scarpe,<br />
ponendosi come spettatrice passiva di<br />
uno spettacolo a cui tutti avrebbero voluto<br />
partecipare nonostante lati opachi ed eticamente<br />
impuri.<br />
Mentre questo film è andato in onda per<br />
anni interi, oltreconfine regnava stupore e<br />
sbigottimento sulla narcotizzazione degli<br />
italiani, genuflessi ad omuncoli senza ritegno,<br />
senza la giusta maturità meritocra-<br />
ma regolarità. Salvo i casi di qualche<br />
sconcezza e di qualche intemperanza di<br />
comportamento, di insofferenza o di malumore,<br />
tutto rientrava nella norma. E la<br />
norma consisteva nel ritagliare e cucire<br />
pezzi di stoffa, informare tomaie di capretto<br />
e di vitello, suolare un plantare;<br />
spingere avanti e indietro in ferro da stiro<br />
arroventato e fumante; piallare tavole e<br />
incastonare traversini di legno stagionato;<br />
stagnare una caldaia; manipolare l’argilla;<br />
impastare sabbia e cemento; sovrapporre<br />
e appiccicare mattoni; squadrare e<br />
mettere a piombo pietre per murature; ferrare<br />
asini e muli svolgendo il proprio mestiere<br />
con orgoglio e dignità, competenza<br />
e attaccamento. Si badava alle novità dei<br />
gusti e della tecnologia cercando di soddisfare<br />
l’esigenza dei clienti. Non ci si risparmiava<br />
pur di guadagnarsi l’apprezzamento<br />
professionale. Si cercava di migliorare<br />
il frutto del lavoro sotto il profilo<br />
tica e tecnica per guidare le sorti di un<br />
paese.<br />
Se guardiamo in casa nostra, nella nostra<br />
piccola comunità calitrana, l’oasi del mito<br />
eterno vive con disinvoltura, dando al mito<br />
stesso un’importanza che non merita<br />
in quanto nella maggior parte dei casi andrebbe<br />
bistrattato.<br />
Da cantanti famosi a politici vecchi e prostatici,<br />
quando qualcuno di questi soggetti<br />
cavalca il suolo domestico è come se<br />
fosse in odore di santità. Si affollano sale,<br />
si ascoltano canzoni, s’imbastiscono appuntamenti<br />
folcloristici ove l’attrazione<br />
diventa il personaggio che si ammira in<br />
tutte le sue forme senza un perché, senza<br />
un vero e proprio motivo.<br />
Se a qualcuno chiedi perché quel cantante<br />
piace o cosa impersoni di straordinario<br />
quel politico, gli occhi dell’intervistato<br />
iniziano a ruotare nel vuoto, in cerca di<br />
una risposta che eviti l’assenza di suoni<br />
vocali, ma dopo un po’ ti senti dire: perché<br />
è di Calitri, oppure, ha fatto tanto per<br />
le nostre zone, senza sapere decifrare, in<br />
termini concreti, il tanto.<br />
Se nel piccolo, il bagliore dell’effimero<br />
scalda i cuori, a livello nazionale, l’italiano<br />
medio ha spinto così forte la corrente<br />
del futile che oggi si trova a dover fare un<br />
impegnativo mea culpa, a fronte di un<br />
commissariamento totale della società, i<br />
cui effetti negativi sembrano inarrestabili.<br />
La crisi economica, la disoccupazione,<br />
l’assenza di merito, la difficoltà di sapere<br />
convivere nel rispetto delle regole, sono<br />
10<br />
qualitativo prima ancora che sotto quello<br />
economico. Si teneva molto alla decenza<br />
del tenore di vita di ciascuno e di tutti.<br />
Educati alla pratica dell’onestà, gli artigiani<br />
di Calitri si tenevano lontani dalla<br />
spregiudicatezza del profitto e dall’avidità,<br />
dal parassitismo che viveva di imbrogli<br />
e di falsificazioni.<br />
Le botteghe dei barbieri in particolare, dei<br />
sarti, calzolai e falegnami erano luoghi<br />
molto frequentati dove si tenevano accese<br />
discussioni di notizie, di opinioni e di fatti<br />
di cronaca. Quando il tempo lo permetteva,<br />
diventavano luoghi di ritrovo dove<br />
circolavano notizie fresche fresche sui fatti<br />
che accadevano in paese; sedi di incontro-scontro<br />
tra opinionisti e chiacchieroni<br />
di mestiere; tra allegroni e fanfaroni, persone<br />
serie e persone ingenue e bonaccione.<br />
Si trattava di un modo di essere paesano<br />
che dura ancora e che si va arricchendo<br />
e trasformando sempre di più.<br />
IL RIFERIMENTO ANOMALO<br />
di Marco Bozza<br />
tutti casi legati a congiunture internazionali,<br />
o all’incapacità dei falsi miti di progresso<br />
che abbiamo osannato?<br />
<strong>Il</strong> vero problema sta nella complicità della<br />
società italiana alla determinazione di<br />
questo appiattimento. La grande Italia dei<br />
grandi italiani che con la loro brillantezza<br />
intellettuale e materiale ancora oggi ci<br />
permettono di essere ricordati nel mondo,<br />
ha ceduto il posto a manutengoli di<br />
borgata, che senza né arte e né parte si<br />
sono azzerati in un sistema marcio, tanto<br />
da generare, elettoralmente parlando,<br />
profonda venerazione per la comicità.<br />
Diventa quindi difficile capire come cambiare<br />
rotta, ammesso che si voglia cambiare.<br />
Passare dal complesso al semplice,<br />
dall’opaco alla trasparenza, dall’omuncolo<br />
all’uomo vero, significa proiettare mentalmente<br />
una rivoluzione copernicana che<br />
durerà negli anni e a cui credono in pochi.<br />
Una famosa canzone recitava: “finché la<br />
barca va, lasciala andare”. Non dimentichiamo<br />
però cosa succede ai naviganti<br />
quando la nave su cui bivaccano la si affidi<br />
nelle mani di un comandante alticcio<br />
preso da lussuria momentanea: il ballo finisce,<br />
si spengono le luci e i giubbotti di<br />
salvataggio non bastano.<br />
Se quindi la società italiana continuerà ad<br />
ispirarsi a profeti di sventura, si troverà in<br />
una posizione in cui riportare la nave in<br />
asse non vi riuscirà più nessuno.<br />
Marco Bozza<br />
http://marcobozza.blogspot.com/
N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012 IL CALITRANO<br />
LE NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA<br />
Medicina ayurvedica e… non solo<br />
arlando di medicina ayurvedica non si può<br />
Pnon parlare della Withamnia Somnifera o<br />
Ashwaganda, pianta delle Solanacee di cui si utilizza<br />
la radice. I suoi principali principi attivi sono<br />
dei lattoni steroidei come i withanolidi e la<br />
withaferina e alcaloidi come la withasomnina e la<br />
withanina, ecc. Alle ben conosciute proprietà ansiolitiche,<br />
si associano potenti effetti antistress e<br />
nootropi con accrescimento della memoria: viene,<br />
infatti, utilizzata dalla medicina ayurvedica come<br />
agente che promuove l’apprendimento e il recupero<br />
della memoria in caso di demenza senile<br />
moderata ma non in quella grave.<br />
Azione immuno-modulante: i glicosidi withanolidi<br />
IX e X hanno azione immuno-stimolamnte e<br />
determinano aumento della cellularità a livello<br />
del midollo osseo e la withaferina produce immunosoppressione<br />
come è stato testato nelle infiammazioni<br />
da carragenina nei ratti. I withanolidi<br />
riducono il livello delle proteine della fase acuta<br />
e in tal senso sembra che mimano l’effetto degli<br />
antinfiammatori glicocorticoidi ( efficaci come<br />
sappiamo nel modulare la sintesi delle proteine<br />
interessate nell’infiammazione a differenza dei<br />
FANS che non hanno effetto sulle proteine).<br />
Quindi la W.S. è adattogena e immunomodulante.<br />
Ha inoltre interessanti azioni anticonvulsivanti<br />
in particolare nei bambini. Fatta questa premessa<br />
si potrebbe ipotizzare un ruolo dei principi attivi<br />
della W.S. nello stabilizzare i livelli di ossido nitrico<br />
(NO) a livello centrale e periferico. L’ossido<br />
nitrico è un gas della durata di sei secondi con<br />
proprietà vaso dilatanti, importanti azioni antipertrofiche<br />
al livello del miocardio, antiproliferative,<br />
antiaggreganti e miorilassanti oltre alle ben<br />
note azioni pro infiammatorie come è stato ampiamente<br />
documentato dagli studi della dottoressa<br />
Bucci dell’Istituto di Farmacologia Clinica<br />
dell’Università “Federico II” di Napoli proprio in<br />
infiammazioni indotte dalla carragenina in ratti.<br />
L’NO in eccesso indurrebbe, invece, aumento della<br />
tossicità del glutammato sui recettori NDMA a<br />
livello centrale e questo spiegherebbe l’utilità<br />
della withaferina nella profilassi delle convulsioni<br />
febbrili del bambino. Inoltre, l’NO è neurotrasmettitore<br />
importante per alcuni processi di<br />
apprendimento ed è comprovato che verrebbe<br />
prodotto dai macrofagi nelle risposte infiammatorie<br />
in risposte a stimoli specifici a partire da<br />
NOsintetasi inducibili andando poi a legare il Fe<br />
EME degli enzimi bersaglio. Ciò significa sul<br />
piano micromolecolare che l’NO in eccesso potrebbe<br />
interferire con alcune funzioni vitali delle<br />
cellule a sede mitocondriale. Di qui l’importanza<br />
di mantenere in equilibrio i suoi livelli iuxtacellulare.<br />
Abbiamo due enzimi a livello endoteliale e sono<br />
le NOsintetasi Gi (non sensibile alla tossina della<br />
pertosse) e Gs (sensibile alla tossina della pertosse)<br />
e questo potrebbe far pensare che il vaccino<br />
acellulare antipertosse potrebbe a lungo andare<br />
essere responsabile delle sempre più frequenti<br />
ipertensioni nei giovani. Infatti, il S.I. è in equilibrio<br />
dinamico secondo la teoria del NETWORK<br />
idiotipico di Yern e anticorpi bloccanti l’NOsintetasi<br />
si potrebbero produrre in risposta al vaccino<br />
inducendo la sintesi d i caveolina1 e di sfingolisina1<br />
inibendo la NOsintetasi endoteliale proprio<br />
come fa la tossina della pertosse in vivo. La disfunzione<br />
endoteriale inoltre, riduce la biodisponibilità<br />
di NO con conseguente aumento delle<br />
specie reattive dell’ossigeno (anione superossido,<br />
perossinitrito, ecc.) e dello stress ossidativo.<br />
<strong>Il</strong> perossinitrito (ONOO) è responsabile di numerosi<br />
effetti dannosi a livello cardiovascolare<br />
fra cui la liperossidazione, la apoptosi dei miociti<br />
e l’inattivazione di enzimi necessari alla funzione<br />
contrattile. Un ottimo rimedio per l’ipertensione<br />
giovanile potrebbe essere l’iperico, pianta<br />
nota come pianta di giugno o scaccia diavoli o<br />
erba di San Giovanni, nota per le proprietà antidepressive<br />
per il suo contenuto in ipericina che<br />
inibirebbe le monoaminossodasi con relativo aumento<br />
dei neurotrasmettitori a livello centrale.<br />
L’iperico è noto come induttore enzimatico del<br />
citocromo P4<strong>50</strong> che è uno dei tre sistemi enzimatici<br />
dipendenti dalla fosfolipasi A2 con la cilcossogenasi<br />
e la lipossigenasi.<br />
Noto è anche il ruolo delle fosfolipasi A2 nell’angiogenesi<br />
tumorale oltre che in alcune malattie<br />
infiammatorie croniche e nell’asma. La fosfolipasi<br />
A2 porterebbe alla sintesi tra l’altro di<br />
ossido nitrico. È ipotizzabile pertanto, che la sintesi<br />
di derivati dell’acido arachidonico a partire<br />
dal citocromo P4<strong>50</strong> come il 19-20 idrossi acido<br />
arachidonico libererebbe dei mediatori chimici<br />
intracellulari fino alla disinibizione delle NOsintetasi<br />
da parte del sistema caveolina1- stingolisina1.<br />
Quindi, un’aumentata biodisponibilità di arginina<br />
precursore dell’ossido nitrico associata a iperico<br />
potrebbe avere un’efficacia terapeutica nell’ipertensioni<br />
giovanili e nel controllo delle crisi ipertensive<br />
in menopausa dove viene meno l’effetto<br />
protettivo degli estrogeni.<br />
Naturalmente è da ricordare che l’induzione del<br />
citocromo P4<strong>50</strong> inficerebbe la terapia con farmaci<br />
anti-ipertensivi visto che ne aumenterebbe il<br />
metabolismo e infatti sappiamo che la biodisponibilità<br />
orale di taluni farmaci anti-ipertensivi<br />
viene meno proprio poter l’azione del CYTP4<strong>50</strong><br />
a livello gastrointestinale; ciò giustificherebbe<br />
l’inefficacia di taluni farmaci nel controllo delle<br />
ipertensioni in terapia di lunga data. C’è da aggiungere<br />
anche, che gli americani classificano in<br />
POOR Metabolizers ed Estensive Metabolizers i<br />
11<br />
pazienti con diversa compliance dei farmaci per<br />
l’esistenza di diverse isoforme enzimatiche del<br />
CYT P4<strong>50</strong> geneticamente indotte.<br />
Ritornando poi alle fosfolipasi A2 sappiamo che<br />
potenti inibitori sono l’actinomicina D, il deflazacort<br />
(Deflan nome commerciale) e il DHEA e<br />
questo potrebbe suggerire nuove strategie terapeutiche<br />
soprattutto nel microcitoma polmonare.<br />
Questo vale anche nell’infiammazioni legate<br />
alle protesi d’anca, dove la fosfolipasi A2 gioca<br />
un ruolo diretto nell’insorgenza dei disturbi di<br />
attecchimento della stessa protesi. <strong>Il</strong> Deflan associato<br />
alla propoli EVSP può essere un ottimo<br />
rimedio.<br />
La propoli EVSP è un prodotto a base di propoli,<br />
astragalus membranacaeus e uncaria. L’astragalus<br />
è noto per le sue proprietà antinfiammatorie in<br />
quanto è un ehnancer diretto del ‘IL2 che è una<br />
citochina che stimola le cellule T-Helper1 deputate<br />
alle reazioni cellulo-mediate contro antigeni<br />
esterni. Questo è stato dimostrato dalla medicina<br />
ayurvedica in una “long-term immonorestorative<br />
therapy nell’AIDS”.<br />
Astragalus, curcuma longa e Withamnia Somnifera<br />
sono state ampiamente testate nella sindrome<br />
da immuno-deficienza acquisita; in particolare<br />
la curcuma oltre ad aumentare i livelli di<br />
IL2 induce la sintesi di IL10 che ha azione stabilizzante<br />
i livelli di NO e attività anti-interferonica<br />
testimoniata dal fatto che il gene de IL10<br />
è similare a quello del virus di Epstein-Bar<br />
BCRF1 che servirebbe al virus per penetrare le<br />
membrane cellulari.<br />
La curcuma sarebbe quindi utile nella Leaky Gutsyndrome,<br />
cioè la sindrome da alterata porosità<br />
intestinale legata proprio a un eccesso di interferone<br />
GAMMA e che è alla base dei problemi di<br />
intolleranze alimentari e di malattie allergiche.<br />
Inoltre, l’associazione iperico che è un ottimo<br />
anti retro virale e queste erbe della medicina<br />
ayurvedica potrebbe aprire nuovi spiragli nella<br />
lotta all’AIDS e forse anche nel trattamento di alcune<br />
leucemie legate al ‘HTLV I° di supporto<br />
ovviamente ai chemioterapici tradizionali. Lo<br />
stesso vale anche per alcuni tumori come il carcinoma<br />
del colon e quello della mammella. Ciò è<br />
stato ampiamente dimostrato da studi recenti pubblicati<br />
sull’ European Journal of Cancer di maggio<br />
effettuati da un team di ricercatori guidato<br />
dalla dottoressa Adriana Albini; l’iperforina principio<br />
attivo contenuto nell’iperico combatte la<br />
neovascolarizzazione tumorale. Come la curcumina<br />
contenuta nella curcuma longa bloccherebbe<br />
delle proteine transattivanti note come NFKB<br />
interruttori principali dei circuiti di infiammazione<br />
e angiogenesi infiammatoria.<br />
Dott. Noris Antonio Cucciniello
IL CALITRANO N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012<br />
Ventesimo anno di fondazione<br />
dell’Associazione Romana dei calitrani<br />
alitri, sabato 9 giugno 2012 presso i<br />
Clocali della ex casa dell’ECA si è<br />
svolta, nella solita appassionata cornice<br />
la celebrazione del 20° anniversario di<br />
fondazione dell’Associazione Romana<br />
dei Calitrani, sotto la sempre accorta ed<br />
attenta regia del presidente dott. Antonio<br />
Cicoira.<br />
Dopo i rituali e consueti saluti si è proceduto<br />
alla consegna di una pergamena<br />
alla donna e all’uomo più anziani di Calitri,<br />
è seguita una breve e sostanziosa<br />
relazione sulla terza età tenuta dalla<br />
dott.ssa Olga Cucciniello; i ragazzi della<br />
scuola media hanno intrattenuto gli<br />
astanti con alcune scene di vita calitrana<br />
recitate in dialetto.<br />
La manifestazione si è conclusa con una<br />
serata danzante, con declamazioni di versi,<br />
brani ed aneddoti sempre in dialetto.<br />
Rinfresco ed ospitalità offerti dall’Associazione.<br />
Due alunni con l’insegnante Enza Pagliarulo mentre recitano un brano in dialetto.<br />
L’Istituto Comprensivo Statale di Calitri nella giornata del 24 maggio 2012, con gli scolari della<br />
1 a e della 2 a classe della Scuola Primaria e della Scuola dell’Infanzia, ha organizzato nei propri locali una<br />
magnifica, grande festa “Un tuffo nel passato” che ha visto una straordinaria partecipazione di popolo,<br />
entusiasta per l’eccellente rappresentazione teatrale dialettale “All’America non si va” a cura dei bambini<br />
della classe 2 a primaria, preparata da un’ottima equipe di volenterose insegnanti, unitamente al preside<br />
Granese. È seguita una classica “quadriglia” a cura dei bambini dell’ultimo anno dell’Infanzia accompagnati<br />
da musicisti e cantori locali, e si è conclusa con un ricco e variegato itinerario gastronomico.<br />
12
N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012 IL CALITRANO<br />
Castel San Pietro Terme (BO), 04.02.2012.<br />
69°Compleanno di Raffaele Di Milia (cuzzett’)<br />
con il figlio Antonio (26.02.1975 residente ad<br />
Imola), e il piccolo Raffaele Di Milia (nato ad<br />
Imola il 06.01.2011), la figlia Angela (31.07.1982<br />
residente a Castel San Pietro Terme) e il piccolo<br />
Gabriele Forgione (nato a Bologna il<br />
24.11.2011), manca l’altro figlio Giovanni residente<br />
a Boston USA. Auguri dalla Redazione.<br />
Bergamo 03/02/2012. Nozze d’oro di Lorenzo Cubelli ed Angela Matarazzo con i figli Vincenzo e<br />
Fabio ed i nipoti Davide, Andrea e Lorenzo. Auguri dalla Redazione.<br />
Calitri, 22.01.2012. Nozze d’oro di Rosa Zarrilli (sciampagniegghij) e Vito<br />
Russo (bella scrima). Prima fila da sinistra in piedi: Elena La Penna la<br />
nuora, il festeggiato, Angelo Russo il figlio, la festeggiata, Vito Russo nipote,<br />
Angela Gautieri la nuora, Pietro Russo il figlio. Seduti da sinistra: Roberta<br />
Russo nipote, Enzo Russo nipote, Marirosa Russo nipote e Catia<br />
Russo altra nipote. Auguri da tutti i parenti, amici e dalla Redazione.<br />
Gilly (Belgio), 25.02.2012. 60° Anniversario di matrimonio di Teresa Senerchia (m’l’mar’) e Donato<br />
Rubino (lu ccianà). Qui con tutta la famiglia: figli Vincenzo e Michele, le nuore, i nipoti e i pronipoti.<br />
Auguri dalla Redazione e da tutti i parenti.<br />
13<br />
Fiuggi, ottobre 2011. Concorso Nazionale per<br />
Bande. Michele Acocella (r’ mecca), il 30.03.2012<br />
compie 65 anni. Auguri dalla moglie, dai figli,<br />
dal genero, dai nipoti e dalla Redazione.<br />
Calitri, 25.12.2011. La piccola Ginevra Capossela festeggia il suo primo<br />
Natale con i nonni Michele Capossela e Rosa Scoca.
IL CALITRANO N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012<br />
Amalfi (SA), 25.04.2012. Una gita tra amici. Da<br />
sinistra in fondo: Canio Codella e Pasquale<br />
Margotta. Avanti da sinistra: Valeria Capossela,<br />
Chiara Rainone col marito Salvatore Caruso, Danilo<br />
Caputo e Antonio Maffucci.<br />
Tre dei quattro fratelli Paolantonio emigrati<br />
negli USA, da sinistra: Angelo (19.09.1882 -<br />
† NY settembre 1963), Canio Vincenzo<br />
(01.04.1887 - † NY luglio 1967) e Nicola<br />
(12.11.1890 - † NY 08.01.1959). Nella foto<br />
manca Francesco (18.06.1879).<br />
Poggibonsi (SI), 13.06.2010. Battesimo della piccola Greta Gelli;<br />
da sinistra: Teresa Leone, Naomi Gautieri, Mirco Gautieri, la festeg -<br />
giata Greta Gelli, Antonio Leone, Angela Zarrilli.<br />
Calitri, 27.05.2011. Festa del Milan Club Calitri in occasione dello scudetto. In piedi prima fila da sinistra: Fabrizio<br />
Lampariello, Antonello Rabasca, Remo Scoca, Canio Toglia, Giuseppe Toglia, Pietro Zarrilli (pr’fssor’), Roberto Salvante, Angelo<br />
Maffucci, Giovanni Buldo (bù bù); Antonio Di Luzio. Accovacciati da sinistra: Angelo Galgano tifoso del Napoli<br />
(brattiell’), Demetrio Nicolais, Giuseppe Cicoira (mastron’), Vito Nicolais (mò mor’), Francesco Codella (bedin’), Angelo Margotta<br />
(f’lec’) e Emilio Creddo (milio). Seduti da sinistra in prima fila: Canio Scoca (piscia p’r’tiegghij), Vincenzo Cubelli<br />
(cuviell’), Giovanni Cerreta (ricca recca), dietro Pasquale Lucrezia (borbon’), e infine Raffaele Tuozzolo (tozzolin’).<br />
Marcinelle (Belgio) 22.08.2011, 60°Anniversario di matrimonio di Giuseppina Mignone (piatt’ piatt’) e Vincenzo<br />
Catano (can’sin’), da sinistra: Antonio Catano, nipote,dott. prof. Antonio Catano, figlio, Anna Segeri, nuora,<br />
Massimo Catano, nipote si vede appena – i festeggiati – la piccola Nina Cormans, pronipote, Stefania Ciardiello,<br />
nipote, Raffaele Catano (can’sin’), Giacinta Tuozzolo (patessa), Filomena Catano figlia dei festeggiati, dott.<br />
J. Marie Jacquelin, genero, dietro : la piccola Penelope Cormans in braccio al padre Akel Cormans, nipote.<br />
14<br />
Torino, 31.08.1974. Matrimonio di Salvatore Lantella (salva salva / 22.01.1952)<br />
e Elena Barillà. Da sinistra: Giovanni Lantella (02.10.1948 - † 10.11.2003)<br />
fratello dello sposo, Rosa Di Guglielmo (carm’niell’) madre dello sposo, gli<br />
sposi, e il padre dello sposo Vito Lantella (salva salva).
N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012 IL CALITRANO<br />
Calitri, 02.06.2012 Matrimonio di Angela Toglia<br />
e Antonio Fonso. Auguri dalla Redazione.<br />
Salerno, 03.06.2011. Matrimonio di Nilde Del<br />
Cogliano e Alessandro Lamberti. Auguri dalla<br />
Redazione.<br />
<strong>Il</strong> piccolo Manuel Del Cogliano nato il<br />
16.03.2012 da Angela Landolfi e Antonio Marco.<br />
Calitri, 19.05.2012. Matrimonio di Chiara Rainone e Salvatore Caruso. Da sinistra: i testimoni Luca<br />
Russo, Lucia Rainone – gli sposi – Michele Di Carlo e Nicola Acocella. Auguri dalla Redazione.<br />
Quaglietta (AV), 26.05.2012. Matrimonio di Rosa<br />
Perna e Lorenzo Russo (cascina) nella Chiesa<br />
Santa Maria del Carmine. Auguri dalla Redazione.<br />
Caserta, 07.09.2011. Matrimonio di Angela<br />
Landolfi e A. Marco Del Cogliano. Auguri dalla<br />
Redazione.<br />
15<br />
Calitri, 16.06.2012. Matrimonio di Angela Lopriore<br />
e Gennaro Leo di Corato (BA). Auguri<br />
dalla Redazione.<br />
Calitri, aprile 1953. Matrimonio di Maria Antonia<br />
Giuliano (14.01.1929) e Armando De<br />
Nicola (21.08.1928 - † 23.10.2010).
IL CALITRANO N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012<br />
Calitri Scalo, 04.03.2012. Michele Acocella (r’mecca) durante la manifestazione per il ripristino della<br />
linea ferroviaria Avellino-Rocchetta.<br />
Visita il sito de IL CALITRANO<br />
www.ilcalitrano.it<br />
vi troverai tutti i numeri<br />
arretrati del giornale,<br />
scaricabili<br />
www.ilcalitrano.it<br />
Per conoscere i libri<br />
della Biblioteca del<br />
Centro Studi Calitrani.<br />
“IRPINIA LASER” di Briuolo Giovanni. È un’azienda giovane che si sta affermando nella produzione<br />
diretta di cartucce rigenerate per stampanti laser e ink jet.<br />
16<br />
Calitri, 04.05.2012. presso la Scola Media di Calitri<br />
si è tenuta l’elezione del baby sindaco con la<br />
vittoria di Benedetto Cestone. <strong>Il</strong> giovane “primo<br />
cittadino” ha proposto di organizzare una raccolta<br />
fondi da destinare a bambini che vivono in<br />
condizioni svantaggiate. Auguriamo un buon e<br />
proficuo lavoro!<br />
www.ilcalitrano.it<br />
Alle scadenze ormai fisse di<br />
Pasqua, Ferragosto e Natale<br />
ti porta in casa il giornale<br />
appena stampato<br />
Mariano C.se, 15.06.2012. Donato Maffucci detto<br />
“genio” nel giorno del suo 13°compleanno.<br />
Auguri.
N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012 IL CALITRANO<br />
CARO AMICO TI SCRIVO<br />
aro amico ti scrivo, così iniziava una<br />
C canzone di Lucio Dalla. Come lui al<br />
suo, io a te, caro amico, scrivo qualcosa.<br />
Diversamente da lui che metteva al corrente,<br />
io scrivo per ricordarti di me, essendoti<br />
allontanato. La vita è così. A volte<br />
allontana.<br />
Sono il luogo, il paese dove sei nato. Ti<br />
scrivo per farti sapere che la tua partenza<br />
mi afflisse e lasciò un ’amaro che sento<br />
ancora.<br />
Ricordo quando scolaro correvi verso la<br />
piazza, con il vestito che qualcuno ti aveva<br />
cucito con stoffe di altri vestiti, perché<br />
le condizioni della famiglia non permettevano<br />
altro. E quando lì, nello spazio<br />
dov’era la fontana, tutti belli allineati, il<br />
sabato svolgevate i saggi ginnici previsti<br />
per quelli della tua classe.<br />
Ricordo la gioia di vedervi vigorosi. Vi<br />
sentivo promessa, seme di una leggenda.<br />
Ho conservato per voi queste immagini,<br />
ed oggi ve le rendo perché ricordo che<br />
nessuno ve le ha fissate in una foto. E se<br />
ritratti in posa circolano di allora sono<br />
solo di capi e funzionari, di qualcuno che<br />
chiamavate “superiore”.<br />
L’amaro che sento della tua partenza è<br />
quella della mia terra lasciata senza corse,<br />
e risa. Lo so che nessuno di chi è andato,<br />
m’ha davvero rifiutato, ma lo stesso<br />
mi sento come derelitto.<br />
Voglio ricordarti come sono fatto. Una<br />
rotabile veloce mi attraversa, da cima a<br />
fondovalle, dove scorre l’Ofanto. <strong>Il</strong> fiume<br />
ti fu caro da bambino, da quando<br />
scendesti con la tua famiglia ad abitare<br />
alla stazione. Qui ci sono ancora binari,<br />
caselli, ponti e ferrovia, ma tutto è fermo,<br />
chiuso. Le porte e le finestre sono<br />
murate, e tutto da tempo è smesso e in<br />
disuso. Del resto anche in paese le strade<br />
sono più vuote. E non ci sono più bambini<br />
che correvano e giocavano, come<br />
facevate voi, a rincorrersi, a nascondersi,<br />
a tana oppure a s’tt’mana.<br />
Di quando stavi alla stazione ricordo il<br />
fischio del treno, che tu e i tuoi amici,<br />
chiamavate mostro nero. Quel fischio<br />
lo ricordo, t’era così intimo e caro, tanto<br />
che lo imitavi ritornando di corsa dal<br />
paese allo scalo. Ricordo pure di allora<br />
che quando qui nevicava ti facevi gli<br />
sci con delle pale per spalare la neve.<br />
Le fissavi ai piedi e, per la discesa del<br />
Ficocchia, imitavi sciatori famosi di cui<br />
avevi sentito soltanto parlare. Ricordo,<br />
di allora, il macchinista, qualche volta,<br />
farti salire sulla locomotiva mentre manovrava<br />
per portarla sul binario morto.<br />
E tu, col volto brillante come il sole,<br />
gioivi come solo gioisce un dio. Poi un<br />
giorno quello stesso treno ti portò via.<br />
Per sempre, però, non lo posso pensare<br />
e non lo voglio dire. Così io resto qui,<br />
ancora ad aspettarti. Non io soltanto.<br />
Forse non sai che da quando andasti il<br />
tempo perfino s’è rattristato. E non nevica<br />
più come nevicava allora. Ma qualcuno<br />
di qui si è accorto che il nostro<br />
umore è cambiato, e per favorirti il ritorno,<br />
la strada, che tu sapevi sterrata e<br />
Per ricordare Lucio Dalla<br />
Come volano le rondinelle<br />
sei volato nel cielo infinito,<br />
sei per tutti il ricordo più bello,<br />
sei accanto al Signor della Vita.<br />
Questa partenza così anticipata<br />
tutta la gente è rimasta scioccata,<br />
ma tu non sarai dimenticato<br />
per la cultura che ci hai regalato.<br />
Per gli italiani tu eri il sole,<br />
eri l’artista di grande valore,<br />
la tua poesia piena di melodia<br />
portava nei cuori tanta armonia.<br />
La tua fede era così profonda<br />
nei confronti del Padrone del Mondo.<br />
Tu amavi Dio con generoso cuore<br />
dando ai poveri l’aiuto e l’amore<br />
Davi a tutti tanta felicità<br />
che mai nessuno scordare potrà.<br />
La tua musica è la cosa più bella<br />
per la pace e l’amore sulla terra.<br />
L’immortale donna è giovane e strana,<br />
lei ti porta nel cielo infinito,<br />
per la mano ti porta lontano,<br />
ti accompagna dal Signor della Vita.<br />
Pietro Lattarulo da Bisaccia<br />
(detto il Lupo Poeta)<br />
17<br />
pietrosa, l’ha asfaltata, e in tanti punti<br />
allargata.<br />
I paesaggi sono rimasti indenni, anche<br />
se qualche trasformazione è avvenuta.<br />
Nonostante questo, nonostante il tempo e<br />
i terremoti, che mi hanno a loro modo<br />
scrollato, mi riconosceresti in ogni luogo,<br />
e quasi in ogni casa.<br />
A Salita ospedale è vietato l’accesso per<br />
pericolo crolli, così dice un cartellone.<br />
Al di là di Vico Castello l’accesso è vietato<br />
per un cantiere aperto (la Soprintendenza<br />
sta riportando alla luce le strutture<br />
più antiche dell’abitato). In Corso Matteotti,<br />
cadute le case, c’è uno spiazzo con<br />
i loro resti. C’è anche una torre di un<br />
muro di cinta, che tu non sai. Per compensare<br />
le perdite, mi hanno allungato<br />
un po’ da una parte, un altro poco dall’altra.<br />
Ma più verso il piano, nella direzione<br />
che porta a Bisaccia.<br />
Sono il tuo paese in cima a una collina,<br />
sopra la sua valle. Se non ci hai fatto caso,<br />
sono come il grafico un poco della<br />
vita. Con picchi di successo e crisi. Io<br />
so che quando stavi a valle, la tua vita<br />
era gioia, amori di collina.<br />
Caro amico, non so dove ti trovi, se in<br />
un basso delle cose o ospite di loro in<br />
qualche bel palazzo. Ma vorrei che dentro<br />
tu abbia ancora lo spirito aperto, che<br />
è in questo paesaggio, e il fresco, come è<br />
ancora l’aria, qui sempre ogni mattina.<br />
Antonio Leone<br />
11.06.1940 - † 09.06.2011<br />
Dott. Raffaele Marra<br />
Caserta<br />
“Ci sono giorni pieni di vento,<br />
ci sono giorni pieni di rabbia,<br />
ci sono giorni pieni di lacrime,<br />
e poi ci sono giorni pieni di amore<br />
che ti danno il coraggio di andare<br />
avanti per tutti gli altri giorni”.<br />
La famiglia ringrazia di cuore tutti<br />
coloro che le sono stati vicino.
IL CALITRANO N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012<br />
IO SONO ACHILLE:<br />
VI RACCONTO LA MIA STORIA<br />
ella scrittura di V. Rossi siamo abituati a<br />
Nvedere descritte e vissute la natura, la vita,<br />
l’Amore; ma soprattutto la poesia che in ognuna<br />
di queste cose è la componente più importante.<br />
Tutto nella natura appare a Rossi carico<br />
di significati espressivi come fonte di emozione,<br />
ma contemporaneamente anche come<br />
stimolo di significati intellettuali; e queste riflessioni<br />
ricollegano ad eventi che in qualche<br />
modo possono vedersi fuori dal “tempo” e<br />
dalle consuetudini. Ho appena finito di leggere<br />
il suo ultimo lavoro: « Io sono Achille: Vi<br />
racconto la mia storia.»<br />
Achille non è altro che un gatto che dopo il<br />
latte materno e l’abbandono della madre spalanca<br />
gli occhi su un mondo ostile che apparentemente<br />
non lo vuole, e lui, con una sorta<br />
di disperazione, parte alla conquista della vita.<br />
In questo pellegrinaggio trova poche carezze,<br />
la fame, la solitudine e la fatica di vivere. Fortunosamente<br />
poi viene portato dal “Filosofo<br />
poeta” e finalmente trova la sicurezza di un rifugio<br />
e ciò che serve per vivere… Al momento,<br />
crede quasi di essere approdato in paradiso,<br />
ma poi si accorge che questo non basta; per<br />
essere felice ha bisogno dell’amore e di un<br />
amico e istintivamente si accorge che deve<br />
conquistarseli.<br />
Dopo una serie di peripezie, riesce a farsi notare<br />
e a farsi accettare come compagno di<br />
viaggio nelle lunghe passeggiate con il “Poeta<br />
filosofo” fino ad arrivare all’amicizia che conta,<br />
al dialogo. In Achille l’amicizia e l’amore<br />
nascono quasi come un miracolo. Vincenzo<br />
Rossi li ha dati ad Achille umanizzandolo; rimane<br />
quasi fulminato da una luce calda ed<br />
improvvisa svelandogli sensazioni sconosciute<br />
che aprono la magica chiave attraverso la<br />
quale si dischiudono i valori dell’anima. Credo<br />
quindi che l’apparente semplicità di questo<br />
scritto, venga da profonde meditazioni del suo<br />
universo interiore, depositarie di un’antica unitarietà<br />
di fede, come trovo ci sia quel flusso di<br />
comunicazione essenziale, di fronte all’immanenza<br />
delle universali sofferenze.<br />
Una scrittura poetica che trasmette immagini<br />
che hanno, in un certo qual modo, l’indicazione<br />
per quel “cammino” evolutivo che ogni<br />
essere umano dovrebbe compiere, avvalendosi<br />
di volta in volta, di una creatività sempre<br />
nuova, suggestiva, affascinante. Trovo in questo<br />
scritto che l’idea per diventare visione necessiti<br />
di grande e approfondita riflessione, per<br />
comprendere nella sua interezza il significato<br />
nascosto, è necessario che il lettore non si fer-<br />
di Lycia Santos Do Castilla<br />
mi alle apparenze… Un racconto quindi che è<br />
semplice del testo, troveremo un richiamo silenzioso,<br />
una sorta di ultrasuono che solo la<br />
parte più nascosta di noi può sentire… Un racconto<br />
quindi che è semplice e complesso, come<br />
complessa è la vita; credo che il viaggio di<br />
Achille dentro la favola nasconda la grande<br />
verità delle “Valigie di cartone”. L’abbandono,<br />
il viaggio per terre lontane e sconosciute, la fatica<br />
di farsi accettare, le nostalgie, il bisogno<br />
d’affetto, la fatica di vivere… <strong>Il</strong> racconto che<br />
prima era favola, diventa metafora… Discorso<br />
questo di Vincenzo Rossi dove la tecnica scrittoria,<br />
in un certo senso, gareggi con la pittura,<br />
in quanto legata alle leggi di energia spirituale<br />
che opera come mezzo di rivelazione, poiché<br />
le immagini che vivono nella realtà del suo<br />
animo immaginifico hanno la forza di divenire<br />
quasi reali nello scritto. Si ha così la netta impressione<br />
che Vincenzo Rossi, guardando la<br />
natura, possa sempre vedere o ritrovare il lampo<br />
del lume primordiale; nella descrizione<br />
poetica può dare colore all’aria, come in questo<br />
scritto ha saputo dare umanità ad Achille.<br />
<strong>Il</strong> racconto si snoda tra la linea sottile che passa<br />
nella realtà, nel sogno e nelle intermittenze<br />
della memoria, scendendo con precisione estetica<br />
un tempo fuori dal tempo, in un narrato<br />
che passa attraverso la morbidezza delle trame<br />
narrative arriva alla profondità dei contenuti.<br />
Una storia scandita da un largo respiro compositivo,<br />
che dà spazio all’attualità della vita,<br />
fatta di pieni illusori e vuoti reali: il nitore<br />
incisivo dello stile ce ne offre un’immagine<br />
lucida, ma anche melanconica per la solitudi-<br />
18<br />
ne dell’uomo, che si ha anche in mezzo alla<br />
folla…<br />
Una scrittura che ha pause e ritmo, entro il<br />
quale si inserisce e ci viene incontro il maestoso<br />
silenzio della natura.<br />
Nei suoi testi di scrittura ho rilevato spesso<br />
un’energia primaria, legata ai significati e ai<br />
ritmi poetici che ne rilevano la più intima essenza…<br />
Così troviamo che il discorso con Achille si<br />
amplia sino a toccare “luci ed ombre” dell’essere<br />
umano.<br />
Un Vincenzo Rossi quindi, in cui un po’ parla<br />
il poeta, in po’ il filosofo, che alla fine si<br />
uniscono, dove il pensiero umano non ha più<br />
potere di andare oltre quelle quattro domande<br />
che non consumano lui, ma l’umanità intera…<br />
<strong>Il</strong> suo pensiero è come fiamma che brucia nell’energia<br />
primordiale, piena di misteriosi percorsi<br />
del sapere, per cercare di squarciare il<br />
velo di quella perduta dimensione del Divino,<br />
quando l’uomo era ancora angelo, dove<br />
solo era possibile sapere…<br />
Quattro domande:<br />
1. Quando è nato, quando finirà e che senso<br />
ha l’ Eterno?<br />
2. Dove comincia e dove finisce l’infinito?<br />
3. Che cos’è la vita?<br />
4. Che cos’è la morte?<br />
Quattro domande: ermetiche, chiuse, impenetrabili,<br />
dove “l’ignoto” lascia il discorso<br />
aperto, stimolante, ma senza soluzione…<br />
Nell’anima del tempo…<br />
Calitri, 2001/2002. Quattro generazioni della famiglia Nigro (br’handiegghij). Da sinistra: Michele, il figlio<br />
Giovanni, il nipote Michele e il pronipote Errico.
N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012 IL CALITRANO<br />
DIALETTO E CULTURA POPOLARE<br />
PARTICOLARI MODI DI DIRE CALITRANI<br />
A cura di Giovanni Sicuranza<br />
Cum Dij r’hav’ cumb’nat’<br />
tutt’ li zuopp’ ndà la strada.<br />
Mast’ Orazij lu sciangat’, e<br />
Cija r’ Nunfrij staj a lu lat’,<br />
u’ T’niegghj facc’ frond’, e<br />
la V’lata n’ poch’ cchiù ammond’;<br />
mò eja arr’vata C’cchina r’ Ndruglia cu la maglieria<br />
e M’cel’ cu la salumeria.<br />
Rospa Ciomba n’dà la strada già era nata,<br />
Rella lu barbier s’hav’ mbarat’ nu bell’ m’stier’,<br />
Cu dduj sold’ r’ sap’nett’ n’ nzapona sei o sett’;<br />
N’g’lina r’ P’l’c’nella ric’: Ij sacc’ fa pur’ la tarantella.<br />
Cija r’ Gg’n’ros’ staj nguitata ca lu Sciarp’ s’èia n’zrat’;<br />
la figlia r’ lu Carc’rier’ fusc’ cum’ n’all’vrier’.<br />
LA NOSTRA<br />
BIBLIOTECA<br />
Noris Antonio Cucciniello: Non è mai<br />
tardi, Commedia teatrale in quattro atti<br />
– Grafica elettronica srl, Napoli 2012<br />
Antonio Marco Del Cogliano e Irma Loredana<br />
Galgano hanno dato vita nell’ottobre<br />
del 2010 all’Agenzia Letteraria Penelope,<br />
estensione della Libreria ITACA,<br />
che si occupa di servizi editoriali quali<br />
scouting letterario, valutazione di opere,<br />
editing, correzione di bozze, impaginazione<br />
e grafica di copertina, stampa libri,<br />
traduzioni, scrittura e correzione tesi<br />
di laurea, ufficio stampa e promozione.<br />
L’Agenzia si avvale saltuariamente di collaboratori<br />
esterni anche se la vera anima<br />
del progetto sono i fondatori, fermamente<br />
convinti nei valori della cultura e del -<br />
l’istruzione e fortemente intenzionati a<br />
portare avanti i loro progetti. Oggi presentano<br />
la commedia d’esordio del medico-scrittore<br />
calitrano Noris Antonio<br />
Cucciniello NON È MAI TARDI, con<br />
Li zuopp’ ndà la strada<br />
prefazione di Irma Loredana Galgano. Un<br />
viaggio nel tempo che vi porterà sul finire<br />
degli anni sessanta e settanta, quando alla<br />
durezza delle condizioni economiche si<br />
contrappone il desiderio di rivalsa del protagonista,<br />
fermamente intenzionato a realizzare<br />
il sogno dei suoi genitori: vivere<br />
un futuro dignitosamente migliore. <strong>Il</strong> tema<br />
dell’emigrazione viene affrontato con<br />
amara consapevolezza ma tanta ilarità,<br />
scaturita dall’abilità dell’autore di giocare<br />
con le parole e con il loro significato, dall’aiuto<br />
dell’impiego del dialetto napoletano<br />
e dalla bravura nel ricreare scene e<br />
ambienti familiari. <strong>Il</strong> testo è in vendita<br />
presso la Libreria Itaca di Calitri e on line.<br />
L’Agenzia Letteraria Penelope si trova a<br />
Calitri, presso la Libreria Itaca, in Via<br />
Campo Sportivo <strong>50</strong>. Per informazioni, è<br />
possibile visitare il sito www.penelope<br />
scrittura.it, inviare una mail agli indirizzi<br />
info@penelopescrittura.it o penelope<br />
scrittura@gmail.com, infine chiamare i<br />
numeri telefonici 0827 1885108 o 366<br />
1015267.<br />
AA.VV., E una nuova luce si accese.<br />
Raccolta di ricordi, immagini e fotografie<br />
dei primi professori e dei primi alunni<br />
19<br />
Nazzaren’ e la m’glier’ tutt’ e dduj r’ na manera,<br />
Licch’ Licch’ staj a la banca, e<br />
Mangiaterra a la coperativa.<br />
Salva Salva a la Direttric’ mò n’ n’hav’n’ cchiù che dic’.<br />
Zi R’min’ch’ lu Sahr’stan’ pur a l’atu lat’ s’ n’ vol’ scasà.<br />
R’sponn’ Mariuccia r’ la Bar’nessa:<br />
Ng’ sò pur’ ij miezz’ a li fessa.<br />
Vincenzo Buldo<br />
(muss’ r’ checcia)<br />
P.S. Si capisce benissimo il significato scherzoso di questa<br />
composizione dei primi anni ’<strong>50</strong>, che veniva recitata negli<br />
sposalizi e che non vuole portare offesa ad alcuna persona.<br />
del Liceo Scientifico di Calitri, a cura di<br />
Pietro Cerreta, Quaderni de “<strong>Il</strong> <strong>Calitrano</strong>”,<br />
Vol. 4, Edizioni Polistampa Firenze,<br />
2012<br />
L’apertura del Liceo Scientifico di Calitri<br />
avvenne in un giorno della metà di ottobre<br />
del 1961, quale di preciso però non è noto.<br />
Si sa poco o nulla anche dei fatti che la<br />
precedettero, eccetto che in essa ebbe un<br />
ruolo importante l’On. Salvatore Scoca.<br />
Mancano inoltre i documenti relativi alle<br />
prime attività didattiche che vi si tennero.<br />
A cinquan t’anni da quegli avvenimenti<br />
credo che sarebbe auspicabile una loro ricostruzione<br />
storica. L’impresa, purtroppo,<br />
non appare facile.<br />
Ho pensato perciò di raccogliere almeno<br />
le testimonianze dei primi professori e<br />
dei primi alunni della nuova Scuola.<br />
L’ho fatto innanzitutto per individuare le<br />
persone le quali sognarono un futuro migliore<br />
per i ragazzi della nostra terra e<br />
per rivolgere a loro un grato ricordo.<br />
Non sono stati pochi, infatti, gli studenti<br />
che, usciti da quei banchi, sono diventati<br />
matematici, fisici, chimici, ingegneri,<br />
medici, ecc. e si sono poi realmente fatti<br />
strada in Italia e nel mondo.
IL CALITRANO N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012<br />
L’iniziativa di questa raccolta<br />
è mia personale, ma<br />
non è arbitraria. Ero tra i<br />
primi diciassette alunni e mi<br />
sento erede del patrimonio<br />
originario di quella novità.<br />
Costanza Convenevole, la<br />
preside a cui venne affidato<br />
il compito di far da levatrice<br />
al nostro Liceo Scientifico,<br />
paragonò la nascita della<br />
Scuola a una nuova luce<br />
che si accese in Calitri. Per<br />
me e per molti altri l’immagine<br />
riassume perfettamente<br />
ciò che accadde.<br />
Questo non è un libro di<br />
storia, poiché sono pochi i<br />
documenti che mi è stato<br />
possibile consultare, ma di<br />
ricordi, di esperienze vissute,<br />
di notizie, di fotografie<br />
e di emozioni, i cui autori<br />
sono maturi ed affermati<br />
professionisti. Sullo<br />
sfondo delle vicende da loro<br />
descritte il lettore può<br />
cogliere anche i vivaci<br />
aspetti del mondo calitrano<br />
di quel tempo e i fermenti<br />
della sua evoluzione.<br />
Con l’aiuto di altri avrei<br />
certamente realizzato un lavoro<br />
migliore. Sono tuttavia<br />
convinto di aver messo<br />
insieme un quadro che, pur<br />
nella varietà dei punti di vista,<br />
offre ai lettori informazioni<br />
coerenti. Accontentiamoci<br />
per il momento di questo risultato<br />
provvisorio, in attesa di averne uno definitivo<br />
quando, spero nel futuro, potranno finalmente<br />
essere svolte adeguate ricerche<br />
storiche.<br />
Pietro Cerreta (pietro.cerreta@alice.it)<br />
Emilio Ricciardi: Conza. Storia arte fede,<br />
Grafiche & Stampa Pannisco, Calitri<br />
2010<br />
Negli ultimi anni la Pro-Loco “Compsa” si<br />
è fatta promotrice di numerose iniziative<br />
volte a valorizzare il patrimonio culturale<br />
dell’Irpinia, intensificando gli studi su<br />
Conza antica e sulle sue testimonianze di<br />
storia, di arte e di fede. All’opera degli<br />
studiosi si è affiancata quella dei giovani<br />
volontari del servizio civile, i quali, nell’ambito<br />
di alcuni progetti mirati alla salvaguardia<br />
del patrimonio storico-artistico,<br />
tra il 2007 e il 2009 hanno portato a termine<br />
il censimento delle epigrafi ritrovate<br />
nel territorio conzano.<br />
Tutte le epigrafi (presenti e scomparse)<br />
di cui si avesse notizia sono state riportate<br />
in un volume curato dalla stessa Pro-Loco,<br />
fornendo agli studiosi un potente strumento<br />
di lavoro ma soprattutto offrendo<br />
alla comunità un dono di inestimabile valore,<br />
in grado di rafforzare negli abitanti il<br />
senso di appartenenza a una terra che ha<br />
visto minacciata la sua identità prima dalle<br />
distruzioni causate dal sisma del 1980,<br />
poi dallo spopolamento dei paesi e da una<br />
malintesa esigenza di “modernizzazione”<br />
che spesso ha generato – nel nome del recupero<br />
dei beni culturali – iniziative legate<br />
più al consumo che alla salvaguardia di<br />
quei beni.<br />
<strong>Il</strong> volume, pubblicato nel trentennale del<br />
terremoto che nel 1980 rase al suolo Conza,<br />
è arricchito dalla prefazione di Ruggero<br />
Martines e da sei saggi che costituiscono<br />
altrettante chiavi di lettura della città irpina<br />
e della sua lunga storia. Nel primo di essi<br />
Paolo Galli, un geologo in forza alla Protezione<br />
Civile Nazionale, ripercorre la storia<br />
della città attraverso i sismi che l’hanno<br />
colpita negli ultimi dieci secoli, a partire<br />
dal terremoto che nel 989 d.C. pose per<br />
20<br />
sempre fine alla grandezza<br />
di Compsa.<br />
Nel secondo studio Luigi<br />
Lariccia, rileggendo le epigrafi<br />
più significative, molte<br />
delle quali ancora inedite,<br />
ricostruisce diversi aspetti<br />
della vita quotidiana della<br />
città antica e introduce degnamente<br />
l’ampio e circostanziato<br />
lavoro di Angelo<br />
Colantuono, che racconta<br />
cinque secoli di storia<br />
conzana nel contesto della<br />
“Longo bar dia del sud” e<br />
analizza l’eredità che i Longobardi<br />
hanno lasciato nella<br />
lingua e nel paesaggio dell’Irpinia.<br />
Nel quarto dei saggi proposti<br />
si è cercato di delineare<br />
l’immagine antica<br />
della città mettendo a confronto<br />
le fonti scritte e le<br />
testimonianze iconografiche<br />
di età moderna, mentre<br />
Concetta Zarrilli ha studiato<br />
le sculture conservate<br />
nella cattedrale. <strong>Il</strong> suo saggio<br />
è ricco di importanti<br />
precisazioni; in particolare<br />
l’ipotesi di ricostruzione<br />
del monumento funebre<br />
di Luigi Gesualdo risulta<br />
molto convincente.<br />
Infine alla lunga esperienza<br />
di Gerardo Cioffari è stata<br />
affidata la biografia di Vito<br />
Acocella, autore di numerose<br />
opere sulla storia di Conza. Cioffari<br />
illustra i momenti salienti della vita e della<br />
lunga storia professionale dello storico<br />
calitrano e mette in evidenza il rigore metodologico<br />
che pervade le sue opere, con<br />
le quali gli studiosi di storia locale sono<br />
tuttora obbligati a confrontarsi.<br />
Ma il cuore del libro è la raccolta di epigrafi,<br />
risultato degli sforzi e della passione<br />
di un gruppo di ragazzi fortemente motivati,<br />
coordinati dal presidente della Pro-<br />
Loco Clemente Farese. La ricaduta dell’iniziativa<br />
è stata immediata, poiché il lavoro<br />
è stato ripreso e citato in uno studio<br />
uscito pochi mesi fa (A. BUONOPANE, Iter<br />
epigraphicum compsanum, in “Rendiconti<br />
della Pontificia Accademia Romana di<br />
Archeologia” LXXXIII, 2011-2012, pp.<br />
313-338), confermando una volta di più<br />
la necessità di porre alla base di ogni iniziativa<br />
di valorizzazione di un territorio lo<br />
studio delle testimonianze antiche, unico<br />
strumento che possa garantire la corretta<br />
comprensione delle sue peculiarità artistiche,<br />
architettoniche e culturali.<br />
Dott. Emilio Ricciardi
N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012 IL CALITRANO<br />
DA CALITRI<br />
S O L I D A R I E TÀ C O L G I O R N A L E<br />
Euro 5: Vallario Vincenzo<br />
Euro 10: Margotta Giuseppina ved. Gervasi, Di Muro Claudio,<br />
Zabatta Maria Rosa, Di Cairano Michele, Leone Luigi, Di Milia<br />
Michele, Maffucci Michele, Gervasi Canio Mario, Zarrilli Luigia,<br />
Rabasca Antonio, Maffucci Vincenzo, Polidori Panelli Rosa, Di<br />
Cecca Vito, Cestone Giuseppe<br />
Euro 15: Luongo Donata vedova Di Luzio, Di Cecca Maria,<br />
Cianci Gaetano, Strollo Salvatore e Luongo Santina, Del Cogliano<br />
Antonia, Di Luzio Antonietta e Metallo Antonio, Di Cecca<br />
Angelo<br />
Euro 20: Roselli Francesco, Marzullo Giuseppe, Cerreta Vincenzo<br />
e Scoca Teresa, Cerreta Maretta, Di Mattia Giuseppe e Fatone<br />
Francesca, Nigro Antonietta, Di Napoli Patrizia, Cialeo<br />
Francesco, Metallo Canio e Di Milia Rosa, Caruso Semira,<br />
Codella Francesco, Codella Teresa, Scoca Vito, Roina Carmine,<br />
Vigorito Antonio, Codella Giuseppe, Zabatta Pietro e Cappiello<br />
Angela, Panniello Giovanni, Metallo Giovanni, Acocella Attilio<br />
Euro 25: Miranda Pasquale Antonio<br />
Euro 30: Cartolibreria Itaca, Basile Francesco Vincenzo, Savanella<br />
Concettina<br />
DA VARIE LOCALITÀ ITALIANE<br />
Euro 10: Libreria già Nardecchia (Roma), De Felice Michele<br />
(Avellino), Di Tolve Rosa (Vallata), Galgano Maria Rosaria (Mugnano<br />
del Cardinale), Metallo Vincenzo (San Giovanni Valdarno),<br />
Gautieri Vito (Bollate), Senerchia Mario (Vicchio di Mugello), Tirelli<br />
Margherita (Salerno), Cecere Marco (Firenze), Briuolo Luigi<br />
(Alessandria), Cerreta Rosa Maria (Nova Milanese), Galgano<br />
Franco (Oleggio), Cianci Michelina (Torino), Fastiggi Vittorio<br />
(Mariano C.se), Di Cairano Antonio (Guidonia), Mastronicola<br />
Vittorio (Frosinone), Iannolillo Salvatore e<br />
Gautieri Angela (Riccione), Maffucci Gaetana<br />
(Casale Monferrato), Di Napoli Domenico<br />
(Lentate S.S.)<br />
Euro 15: Zarrilli Vito (Roma), Scoca Rosa<br />
(Mariano C.se), Lattarulo Pietro (Bisaccia),<br />
Santeusania Giuseppe (Livorno), Di<br />
Cecca Roberto (Milano), Tornatore Pasquale<br />
(Lavello), Senerchia Vincenzo (Casalgrande),<br />
Scoca Francesca (Lavena Ponte<br />
Tresa), Acocella Ada (Castelfranci), Fatone<br />
Giuseppe (Roma), Margotta Giuseppina<br />
(Mariano C.se)<br />
Euro 20: Zarrilli Maria (Cormano), Codella<br />
Berardino (Roma), Galgano Luciana<br />
(Roma), Rubino Canio Salvatore (Briosco),<br />
D’Amelio Grazia (Gallicano nel L.),<br />
Scoca Michele (Mariano C.se), Gautieri<br />
Pasquale (Bollate), Bartllà Elena e Lantella<br />
Salvatore (Torino), Chiodi De Ascentiis<br />
Doriana (Roseto degli Abruzzi), Anna Gal-<br />
gano (Milano), Germano Pasquale (Briosco),<br />
Cupidi Rossi Rosetta (Canino), Scoca<br />
Pasquale (Lavena Ponte Tresa), Scoca Mauro<br />
(Arese), Lantella Salvatore (Torino),<br />
21<br />
Manzoli Flavia e Ascanio (Genova), Maffucci Michele (Cassino),Russo<br />
Adolfo (Modena), Margotta Mario (San Donato M.se),<br />
Rabasca Corcione Barbara (Caserta), Di Maio Anna (Quercegrossa)<br />
Euro 25: Di Napoli Vincenzo (Bollate), Della Badia Angelo (Napoli),<br />
Di Cecca Michele (Paola), Rossi Vincenzo (Cerro al Volturno),<br />
Di Milia Mario (Busto A.), Cerreta Canio (Firenze), Vallario<br />
Giuseppe Nicola (S. Miniato Basso), Armiento Giuseppina<br />
(Castellabate), Frasca Rosetta (Roma), Di Maio Anna (Quercegrossa)<br />
Euro 30: Lo Sasso Rocco (Avellino), Nappi Gaetana (Bergamasco),<br />
Lo Buono Maria Rosaria (Rimini), Di Muro G. Antonio e<br />
Marina (Milano), Cestone Canio (Roma), Acocella Nicola (Roma),<br />
Forgione Angiolina (Roma), Cianci Mario (Napoli), Di Cecca<br />
Vincenzo (Mariano C.se), Bazzani Paolo (Barberino Val d’Elsa)<br />
Euro 35: Di Cairano Giuseppe (Milano), Di Maio Giovanna<br />
(Roma)<br />
Euro 40: Tozzoli Maria (Napoli), Puccio Francesco e Frucci<br />
Maria (Lido di Ostia)<br />
Euro <strong>50</strong>: Tozzoli Giovanni Paolo (Roma), Tuozzolo Giovannino<br />
(Roma), Messina Giuseppe (Roma), Tuozzolo Donato (Roma),<br />
De Nicola Stefania (Minturno), Messina Giuseppe (Roma), Maffucci<br />
Antonio (Poggio a Caiano), Polestra Vincenzo (Bolzano),<br />
Fierravanti Lucia (Olgiate Conasco), Donato Maffucci (Mariano<br />
C.se), Zarrilli Rosetta (Lavena Ponte Tresa)<br />
Euro 60: Agriturismo Valle Ofanto (Rapone)<br />
DALL’ESTERO<br />
BELGIO: euro 10 Rinaldi Vincenzo; euro 20 Catano Vincenzo<br />
GERMANIA: euro 20 Zarrilli Canio, Klaus e Giuseppina Koschmieder<br />
SVIZZERA: euro <strong>50</strong> Scoca Luigi; euro 30 Acocella Filippo,<br />
Scoca Lucrezia Angela; euro 20 De Nicola Gerardo Giacomo<br />
CRESIMA - Calitri, 06 maggio 2012, il giorno della cresima della signorina Martina<br />
Carlucci; da sinistra la festeggiata, la madre Maria Martiniello, la nonna Rosina Caruso e la<br />
bisnonna Giuseppina Caruso. Ben quattro generazioni.
IL CALITRANO N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012<br />
MOVIMENTO DEMOGRAFICO<br />
Rubrica a cura di Anna Rosania<br />
I dati, relativi al periodo dal 21 febbraio 2011 al 18 giugno 2012<br />
sono stati rilevati presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Calitri.<br />
NATI<br />
Acocella Joseph di Michele e di Quaglietta Rosa 05.12.2011<br />
Saluzzi Francesca di Danilo e Melaccio Teodora 12.02.2012<br />
Del Cogliano Manuel di A.Marco e Landolfi Angela 16.03.2012<br />
Di Milia Cristian di Michele e Cianci Giovanna 28.03.2012<br />
Mannetti Grazia Elisabetta di Francesco e Cappiello Rosa 02.04.2012<br />
Fiordellisi Domiziana di Giuseppe e Di Maio Marialba 03.04.2012<br />
Tornillo Martina di Vincenzo e Laurano Antonella 17.04.2012<br />
Iannece Carmine di Antonio e Maffucci Enza 18.04.2012<br />
Di Terlizzi Mattia di Marco e Fastiggi Mariangela 24.04.2012<br />
Pasqualicchio Davide di Giovanni e Vertudez Jacquelyn 27.04.2012<br />
Greco Sofia di Giuseppe e Fastiggi Antonella 28.04.2012<br />
Fiordellisi Arianna di Vito e Di Maio Rosalba 18.05.2012<br />
Cerreta Andrea di Alfonso e Lomuscio Giulia 21.05.2012<br />
Pezzella Chiara Concetta Pia di Antonio e Di Maio Giuseppina 22.05.2012<br />
Diasparra Gianluigi di Vincenzo e Chis Stela Mariana 24.05.2012<br />
MATRIMONI<br />
Ferrari Marco e Scarlatella Dora 08.10.2011<br />
Francesco Salvatore e Di Milia Maria Lucia 24.03.2012<br />
Imperio Fabrizio e Cestone Rosa 23.04.2012<br />
Cerreta Michele e Di Maio Maria Carolina 30.04.2012<br />
Ruggiero Vittorio e Basile Bianca 12.05.2012<br />
Mauro Alessandro e Di Giuseppe Maria Pia 17.05.2012<br />
Caruso Salvatore e Rainone Chiara 19.05.2012<br />
Tavarone Angelo e Galgano Rita 19.05.2012<br />
Russo Lorenzo e Perna Rosa 26.05.2012<br />
Fonso Antonio e Toglia Angela 02.06.2012<br />
Leo Gennaro e Lopriore Angela 16.06.2012<br />
MORTI<br />
Codella Francesca 17.09.1923 - † 22.02.2012<br />
Borea Mario 14.10.1929 - † 26.02.2012<br />
Di Napoli Antonia 03.10.1924 - † 28.02.2012<br />
Zarrilli Maria 22.07.1928 - † 01.03.2012<br />
Cestone Maria Agnese 07.01.1928 - † 05.03.2012<br />
Di Milia Angela 17.02.1926 - † 08.03.2012<br />
Russo Attilio Vincenzo 23.11.1926 - † 09.03.2012<br />
Russo Maria Rosa Assunta 14.08.1918 - † 24.03.2012<br />
Di Guglielmo Carmine 25.08.19<strong>50</strong> - † 28.03.2012<br />
Tornillo Taormina 09.09.1921 - † 29.03.2012<br />
Cantarella Maria Antonia 04.04.1914 - † 29.03.2012<br />
Tartaglia Canio 25.05.1925 - † 20.04.2012<br />
Rubino Angelomaria 04.08.1928 - † 21.04.2012<br />
Di Maio Assunta 02.06.1931 - † 30.04.2012<br />
Zarrilli Rosa 11.03.1930 - † 04.05.2012<br />
Acocella Maria Rosa 13.10.1928 - † 26.05.2012<br />
Natale Mattia Antonietta (Suor Pia) 07.03.1926 - † 03.06.2012<br />
Ci scusiamo per qualsiasi eventuale errore.<br />
22<br />
Michele Borea<br />
01.01.1929 - † 28.01.2012<br />
Grazie papà per quello che sei stato.<br />
<strong>Il</strong> tuo presente è stato una lezione di vita .<br />
Hai investito il tuo tempo in maniera esemplare,<br />
senza mai stancarti di dare amore e disponibilità.<br />
Le tue mani… grandi hanno toccato<br />
il dolore di tanta gente.<br />
La tua forza, il tuo sapere ascoltare<br />
e la tua semplicità, hanno dato coraggio a quanti ne<br />
avevano bisogno.<br />
Queste cose, per noi, sarà difficile dimenticare.<br />
Ma soprattutto sarà difficile dimenticare<br />
il tuo grande cuore.<br />
Oggi, il vuoto e il silenzio regnano<br />
intorno alle tue cose.<br />
Abbiamo voluto conservare intatto quel tuo piccolo<br />
mondo campestre che in tanti hanno conosciuto.<br />
E sarà lì, in quel silenzio penetrante che testimonia<br />
la tua mancanza, che ti cercheremo.<br />
Noi ti cercheremo con forza<br />
per sentire ancora viva la tua presenza.<br />
Sarai sempre con noi.<br />
I figli Marianna e Vincenzo così lo ricordano<br />
Antonio Del Cogliano<br />
10.11.1915 - † 10.02.2012<br />
Manca al corpo la tua stretta,<br />
di braccia antiche e labbra silenti.<br />
Vero qual primo raggio sul far dell’aurora,<br />
l’anima invoca te ancora al suo fianco.<br />
Pura rugiada nell’arcobaleno,<br />
è buia e fredda la vita<br />
senza i tuoi occhi.<br />
Tornare a cercarti, tenerti le mani,<br />
giacere sul tuo cuore grande,<br />
non voler né saper rassegnarsi<br />
a che tu più non sia.<br />
Vegliaci, parlaci, lasciati sognare,<br />
amico leale…<br />
se il buio prevale, ora e sempre,<br />
non lesinarci carezze, da Lassù…<br />
I tuoi cari
N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012 IL CALITRANO<br />
R E Q U I E S C A N T I N P A C E<br />
Vincenzo Cirminiello<br />
10.02.1926 † 03.02.2012<br />
<strong>Il</strong> Signore conosce<br />
la via dei giusti,<br />
mentre la via degli empi<br />
andrà in rovina.<br />
(Salmo I-6)<br />
Vitalina Di Milia<br />
31.07.1961 - † 18.08.2011<br />
Conserviamo, con amore,<br />
il ricordo<br />
della tua persona sempre<br />
gentile, cortese<br />
affabile. <strong>Il</strong> Signore ti<br />
ricompenserà.<br />
Ci mancherai.<br />
Daniela Pagni in Aristico<br />
Siena<br />
13.11.1947 - † 12.04.2012<br />
Io ti conoscevo<br />
per sentito dire,<br />
ma ora i miei occhi ti<br />
hanno visto.<br />
Perciò mi ricredo<br />
e mi pento.<br />
(Giobbe 42-5)<br />
Vincenzo Quaranta<br />
21.08.1916 - † 25.12.2011<br />
La Parola del Signore<br />
è pura:<br />
rimane in eterno.<br />
(Salmo 19-10)<br />
Beniamino Nicolais<br />
25.10.1923 - † 12.01.1997<br />
Angela Rauseo<br />
19.03.1925 - † 19.07.2011<br />
Resterai sempre<br />
nel cuore di quanti<br />
ti vollero bene.<br />
Mariantonia Rubino Francesco Della Valva<br />
01.02.1920 - † 29.04.2008 19.02.1916 - † 10.11.2005<br />
In noi è viva la speranza<br />
che non ci avete abbandonati,<br />
e che dal cielo continuate a starci vicino.<br />
Ne serbiamo gelosamente<br />
la memoria.<br />
Caro papà,<br />
tra le vecchie foto di famiglia<br />
ne abbiamo trovato una che ti ritrae mentre<br />
tra i tuoi pini tanto amati affettuosamente<br />
sorridi a scorazzanti nipotini con la tua immancabile<br />
cravatta rossa svolazzante sul petto.<br />
<strong>Il</strong> cuore si gonfia di tristezza<br />
e lo sguardo tremola di pianto.<br />
23<br />
Michele Cianci<br />
14.04.1925<br />
† Firenze 24.03.2012<br />
Lo ricordano<br />
la moglie Gigliola,<br />
i figli Massimo e Carla,<br />
i nipoti, il fratello Mario,<br />
la sorella Luisa<br />
e quanti lo conobbero<br />
e lo stimarono<br />
a Firenze e a Calitri.<br />
Vito Di Leo Angela Rosa Russo<br />
07.04.1919 - † 28.01.2012 02.09.1923 - † 03.11.1999<br />
Concetta Rabasca<br />
22.10.1916 - † 08.12.2011<br />
Dedicò la sua vita<br />
al lavoro e alla famiglia.<br />
Raccolse stima e affetto<br />
da coloro che ebbero<br />
modo di apprezzarne<br />
l’onestà e la grande<br />
bontà di cuore.<br />
Buoni, onesti ed operosi,<br />
amati e stimati da tutti,<br />
lasciano sulla terra<br />
le tracce luminose<br />
delle loro elette virtù.<br />
Michele Nigro<br />
12.05.1927 - † 22.10.2007<br />
Ester Borea<br />
in Lampariello<br />
15.12.1917 - † 06.12.2011<br />
Io, o Signore,<br />
nella tua grande<br />
misericordia,<br />
posso entrare nella<br />
tua casa.<br />
(Salmo V 8)<br />
Concetta Scilimpaglia<br />
19.01.1944 - † Avellino 28.02.2011<br />
Angela Senerchia<br />
01.11.1936 - † 15.05.2006<br />
La grazia della donna<br />
rallegra il marito,<br />
il suo senno gli rimpolpa<br />
le ossa.<br />
(Siracide 26-13)<br />
La sua vita è stata arida e crudele,<br />
ha vissuto nel dolore e nella sofferenza,<br />
il suo mondo è stato una sedia a rotelle.<br />
Sperando che questa sua dipartita<br />
abbia nell’aldilà una risoluzione<br />
più consona ad un essere umano.<br />
<strong>Il</strong> fratello<br />
È andato in cielo a<br />
raggiungere quelli<br />
che lo amarono e ad<br />
attendere quelli<br />
che ha amato<br />
Gerardo Giacomo<br />
De Nicola<br />
25.07.1936 - † 25.02.2012<br />
L’onestà fu il suo ideale,<br />
il lavoro la sua vita,<br />
la famiglia il suo affetto.<br />
A tutti coloro che lo<br />
conobbero<br />
e lo amarono perché<br />
rimanga vivo<br />
il suo ricordo.
In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Firenze CMP<br />
per la restituzione al mittente previo pagamento resi<br />
Calitri, anno scolastico 1957/58, classe 1a Elementare con l’insegnante Fiorina Metallo (a barona); prima fila in piedi da sinistra: Vito Michele Mucci (vardar’),<br />
Michele Buldo (muss’ r’ checcia) si vede solo la testa, Salvatore Lantella (salva salva), Antonio Scoca (piscia p’rtiegghj), Tuozzolo Vito (zia Lena), Canio Russo<br />
(battista), Vincenzo Cianci (ngappauciegghj), Vittorio Vito Tornillo (p’stier’), Luigi Zarrilli (scatozza), Giovanni Toglia (cappiegghj), Giovanni Sperduto (sperdut’), Canio<br />
Germano (zemmar’), Michele Leone (pista pista), Raffaele Nicolais (p’scion’) e Donato Maffucci (patr’nett’). A terra: Carmine Della Badia, Pasquale Di Maio<br />
(mangia terra), Rosario Di Pietro (m’rres’), Vito Gautieri (u’ luongh’), Giovanni Di Milia (paglier’), Michele Zabatta (ciend’ capigghj), Angelo Leone (angiubbell’), Canio<br />
Scoca (piscia p’rtiegghj) e Angelomaria Leone (pista pista).