vita maggio - Giuseppini del Murialdo
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SPIRITUALITA` : SAN GIUSEPPE<br />
PEDRO OLEA<br />
La figura di san Giuseppe è vista significativamente dal <strong>Murialdo</strong> come “l’om<br />
bra” necessaria al quadro <strong>del</strong>l’Incarnazione<br />
San Leonardo <strong>Murialdo</strong>, occupando un<br />
posto come quello di rettore <strong>del</strong> collegio<br />
Artigianelli di Torino, luogo di aperta devozione<br />
al Santo Patriarca, nutrì una grande devozione<br />
verso San Giuseppe, devozione che<br />
forse ebbe i primi germi in famiglia e poi nel<br />
collegio degli Scolopi di Savona, dove studiò,<br />
ma che certamente ebbe un grande impulso dal<br />
suo ingresso nel collegio, dove il Berizzi aveva<br />
fatto <strong>del</strong>la devozione al santo un punto centrale.<br />
Il primo testo che troviamo nei suoi scritti è<br />
un panegirico <strong>del</strong> santo per la sua festa, forse<br />
<strong>del</strong> 1857, pronunciato nell’istituto detto Ritiro<br />
di S. Giuseppe, chiamato anche “le Orfanelle”,<br />
e diretto dalle suore di S. Giuseppe. In esso S.<br />
Leonardo accenna al fatto che S. Giuseppe era<br />
<strong>del</strong>la famiglia reale di Davide, ma volle vivere<br />
in povertà perché l’uomo–Dio voleva condurre<br />
una <strong>vita</strong> povera. Un altro concetto espresso in<br />
questo panegirico è che Giuseppe, come sposo<br />
di Maria “possedé la parte migliore degli affetti<br />
<strong>del</strong> cuore di Maria, il più puro, il più santo”;<br />
fu il consorte che condivise le gioie e i dolori,<br />
le speranze e i timori con Maria sua sposa.<br />
Infatti non esiste dignità più alta, eccettuata<br />
la maternità di Maria, di quella di essere<br />
il suo sposo e di essere chiamato padre<br />
da Gesù. La casa di Giuseppe diventò<br />
il Tempio di Dio giacché Dio stesso<br />
vi abitava sotto spoglie mortali e<br />
Giuseppe viveva per Gesù assumendo<br />
per lui cuore e viscere di<br />
padre, e divenendo per affezione<br />
ciò che non era per<br />
natura.<br />
Il 7 Maggio 1875<br />
S. Giuseppe "l'ombra" <strong>del</strong> quadro (dip. Reffo - Viterbo)<br />
parlando ai confratelli <strong>del</strong> perché l’umiltà è il<br />
primo carattere distintivo <strong>del</strong>la congregazione<br />
spiega che è la caratteristica propria di S. Giuseppe<br />
e quindi la congregazione deve ricopiarlo,<br />
esprimerlo. Quindi una prima caratteristica<br />
<strong>del</strong> santo è l’umiltà. Nel Vangelo non ricorre<br />
nemmeno una sua parola e Maria gli presta la<br />
sua voce: “Io e tuo padre…”; non solo, ma sparisce<br />
dalla terra senza che si sappia come, quando<br />
e dove. Poi indica S. Giuseppe come un’ombra,<br />
un’ombra nel gran quadro che è l’economia<br />
<strong>del</strong> mistero <strong>del</strong>l’Incarnazione. La<br />
missione di Giuseppe è nascondere e oscurare.<br />
In questo quadro ci sono quattro personaggi:<br />
Dio Padre, Gesù Cristo, lo Spirito Santo,<br />
Maria Vergine. S. Giuseppe è l’ombra <strong>del</strong> quadro,<br />
ma diversamente dall’ombra dei quadri, il<br />
cui scopo è quello di far risaltare le figure, qui<br />
ci vuole un’ombra che stemperi lo splendore di<br />
questi quattro personaggi fino a quando piaccia<br />
al Padre manifestarlo al mondo.<br />
La Vergine è nascosta all’ombra di Giuseppe:<br />
la sua verginità e la sua maternità sono coperte<br />
dal suo matrimonio con san Giuseppe.<br />
Lo Spirito Santo è ugualmente velato dal<br />
santo: “quel che è nato viene dallo Spirito Santo…”<br />
è il suo capolavoro, ma Giuseppe ne spegne<br />
i raggi.<br />
Così il Figlio <strong>del</strong>l’uomo, l’Uomo-Dio, è nascosto<br />
in questa oscurità, tanto da passare per<br />
“Figlio <strong>del</strong> falegname”.<br />
Dio Padre non appare padre di Gesù Cristo<br />
finché non proclama: “Questo è il mio figlio, in<br />
cui mi sono compiaciuto”.<br />
La missione di S. Giuseppe è quella di<br />
oscurare ed è questa singolarità che lo fa unico.<br />
Gli apostoli, i martiri, i santi hanno come<br />
missione glorificare Cristo, Giuseppe quella di<br />
nasconderlo fino all’ora <strong>del</strong>la sua manifestazione.<br />
Seguiva il <strong>Murialdo</strong> dicendo che, se Gesù<br />
non si fosse nascosto, le potenze <strong>del</strong> secolo<br />
“non avrebbero crocifisso il Signore <strong>del</strong>la gloria”,<br />
quindi Gesù Cristo usò lo stratagemma di<br />
nascondersi all’ombra di Giuseppe per non essere<br />
conosciuto. Ma siccome oscurare la gloria<br />
divina è <strong>maggio</strong>r miracolo che manifestarla,<br />
perciò l’onnipotenza e la sapienza di Dio non si<br />
manifestò meno grande in S. Giuseppe che in<br />
altri santi e questo santo deve essere visto come<br />
“quelle auguste Tenebre, di cui parla la Scrittura,<br />
sotto cui la Maestà di Dio si volle nascondere<br />
(Sal. 17,12), compito oscuro ma sublime”. E<br />
conclude dicendo che come quelle nuvole, di<br />
cui il sole rischiara solo la parte che noi non ve-<br />
AVVICINANDOCI A S. GIUSEPPE<br />
È stato appena pubblicato dall’editrice<br />
Esperienze un volumetto (70 pagine)<br />
<strong>del</strong> giuseppino Pedro Olea su san Giuseppe,<br />
richiedibile anche in redazione<br />
(4 euro). L’invito è di accostarci al nostro<br />
santo, patrono di tutta la Chiesa, fondandoci<br />
su sicure basi teologiche e non<br />
solo devozionali. È interessante guardare<br />
a lui che congiunge l’antico e il nuovo<br />
testamento, alla sua famiglia unica al<br />
mondo, alle sue qualità di uomo giusto,<br />
sposo e lavoratore. Il quadro è completato<br />
con un excursus su san Giuseppe nella<br />
liturgia, in Giovanni Paolo II e in san<br />
Leonardo <strong>Murialdo</strong>.<br />
diamo, e che tanto più splendono dalla parte <strong>del</strong><br />
cielo quanto più oscure sono dalla parte <strong>del</strong>la<br />
terra, così la gloria di S. Giuseppe brilla<br />
agli occhi di Dio e degli angeli in ragione<br />
<strong>del</strong>la sua oscurità agli occhi degli uomini.<br />
Perciò la congregazione doveva essere<br />
umile dinanzi agli uomini, per<br />
esser grande aagli occhi di Dio.<br />
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