4 SETT LA PAGINA SETTEMBRE 2010:progetto La Pagina futura.qxd
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N° 7 - Settembre <strong>2010</strong> (77°)<br />
Mensile gratuito
2<br />
Per i ferventi<br />
Voi, calciatori che<br />
pubblicamente<br />
chiamate il vostro dio<br />
ad assistervi per<br />
esorcizzare sbucciature,<br />
dileggiando l’umano<br />
senso del segno,<br />
sappiate che, sebbene<br />
il vostro dio sia<br />
normalmente<br />
impegnato in cosucce<br />
un po’ più importanti,<br />
pure proteggerà i<br />
vostri ammennicoli,<br />
a condizione però che<br />
i vostri riti<br />
propiziatori avvengano<br />
sempre in numero<br />
dispari e, ovviamente,<br />
siano seguiti dal toccar<br />
terra, come quando<br />
giocavate a rimpiattino.<br />
Non basta però,<br />
o ferventi adoratori<br />
del malleolo.<br />
E’ indispensabile che,<br />
durante l’intera tenzone,<br />
teniate nascosto in un<br />
vostro pertugio un<br />
astragalo di cane<br />
contenente<br />
3 cicche, 7 chiodi di<br />
garofano, 13 semi di<br />
girasole. COPPA TETA<br />
ANTIMAGO RASPUS<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6<br />
7<br />
8<br />
9<br />
10<br />
11<br />
12<br />
13<br />
14<br />
15<br />
16<br />
17<br />
18-19<br />
20<br />
21<br />
22<br />
23<br />
24<br />
A P A G I N A . . .<br />
INTERPAN<br />
Fiumi - P Fabbri<br />
Dal Montenegro alla Puglia - F Patrizi<br />
PAZZAGLIA<br />
Thai discovery... - A Melasecche<br />
Meno infortuni - G Talamonti<br />
ARREDO FAMIGLIA<br />
Il piacere - C Cardinali<br />
Diritti umani - M Ricci<br />
PRAGA - E Ruffinelli<br />
L’Italia ha molti amici in R. Ceca - A Pieralli<br />
Cosa faremo e come - S Pascarelli<br />
FONDAZIONE CARIT<br />
MAGICA UMBRIA - A Nesterova, testo di GR<br />
Nasce una nuova FIABA italiana in R. Ceca - AP<br />
Attività Amici dell’Italia - R Pietropaolo<br />
CASCATA MARMORE (1) - AN<br />
Associazione amici dell’Italia<br />
Rugby Terni: bravi! - GR<br />
CASCATA MARMORE (2) - AN<br />
A Praga con Caterina nella mente - R Mastodonti<br />
Il vecchio e il fascista - AP<br />
Liceo Classico - A Bregliozzi, B De Cesaris<br />
Astronomia - T Scacciafratte, G Cozzari<br />
Astronomia - P Casali, F Valentini<br />
Prevenzione inquinamento luminoso - F Capitoli<br />
Tutto sul NUL<strong>LA</strong> - E Lucci<br />
Corsi di matematica - GR<br />
AUTOPLUS<br />
SUPERCONTI<br />
<strong>LA</strong> <strong>PAGINA</strong> Mensile di attualità e cultura<br />
Registrazione n. 9 del 12 novembre 2002, Tribunale di Terni<br />
Redazione: Terni, Vico Catina 13 --- Tipolitografia: Federici - Terni<br />
DISTRIBUZIONE GRATUITA<br />
Direttore responsabile Michele Rito Liposi Direttore Giampiero Raspetti<br />
Editrice Projecta s.a.s. di Giampiero Raspetti e C. 0744424827 - 3482401774<br />
info@lapagina.info www.lapagina.info<br />
Le collaborazioni sono, salvo diversi accordi scritti, gratuite e non retribuite. E’ vietata la riproduzione anche parziale dei testi.<br />
Dove trovare <strong>La</strong> <strong>Pagina</strong><br />
ACQUASPARTA SUPERCONTI V.le Marconi; AMELIA SUPERCONTI V. Nocicchia; ASSISI<br />
SUPERCONTI S. Maria degli Angeli; CIVITA CASTEL<strong>LA</strong>NA SUPERCONTI V.Terni; MASSA<br />
MARTANA SUPERCONTI V. Roma; NARNI SUPERCONTI V. Flaminia Ternana; ORTE<br />
SUPERCONTI V. De Dominicis; ORVIETO SUPERCONTI - Strada della Direttissima;<br />
PERUGIA SUPERCONTI Centro Bellocchio; RIETI SUPERCONTI <strong>La</strong> Galleria; ROMA<br />
SUPERCONTI V. Sisenna; SUPERCONTI V. Casilina 1674 (Grotte Celoni); SPELLO<br />
SUPERCONTI C. Comm. <strong>La</strong> Chiona; TERNI ASD Burraco - V. Silvestri; CDS Terni - AZIENDA<br />
OSPEDALIERA - ASL - V. Tristano di Joannuccio; Cral INPS - V.le della Stazione; Cral<br />
Provincia di Terni; CRDC Comune di Terni; INPS - V.le della Stazione; Libreria ALTEROCCA -<br />
C.so Tacito; Pasta all’uovo Colasanti - V. Battisti 32; Pasticceria PAZZAGLIA - C.so Tacito;<br />
SUPERCONTI CENTRO; SUPERCONTI Centrocesure; SUPERCONTI C. Comm. Le fontane;<br />
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V. Maestri del <strong>La</strong>voro 1; TODI SUPERCONTI V. del Broglino; VITERBO SUPERCONTI<br />
V. Belluno; VITORCHIANO SUPERCONTI Località Pallone.<br />
G e r m o g l i<br />
Natura e Storia sono state generosissime con noi, ma<br />
forse, noi, siamo un po’ distratti... Un gruppo di amici decide<br />
allora di concentrarsi e di far conoscere le gemme di casa ad<br />
occhi non usuali, per vedere l’effetto che fa, con l’intento di<br />
far fiorire dei legami culturali al di fuori del nostro bel Paese.<br />
Abbiamo così intessuto contatti intensi e proficui con uomini<br />
di cultura, insegnanti, associazioni, scolaresche di: Austria,<br />
Repubblica Ceca, Cipro, Germania, Inghilterra, Francia,<br />
Malta, Norvegia, Spagna, Turchia. Oltre a dare continuità alle<br />
conoscenze reciproche dei nostri territori, si è stabilito di<br />
iniziare a lavorare insieme per il nostro <strong>progetto</strong> San Valentino<br />
nel mondo. Desiderio comune è che molti giovani, di diversa<br />
nazionalità e di religioni diverse (ricordate Serapia e Sabino?),<br />
in febbraio e a Terni, possano scambiarsi messaggi culturali,<br />
sociali, di solidarietà, d’amore cioè. Tale <strong>progetto</strong>, che<br />
troverete nel mio libro, di prossima pubblicazione, Germogli,<br />
fu deliberato, in parte, dal Collegio dei docenti del Liceo<br />
Classico in data 13 ottobre 1998, poco prima del mio<br />
pensionamento. Oggi, liberato da laccioli istituzionali,<br />
politici, ideologici, provo a realizzarlo in compagnia solo di<br />
persone colte, serie, prive di secondi scopi.<br />
Per il gemellaggio concreto, non potevamo che iniziare<br />
da Praga. Siamo infatti legati a questa città da una nobilissima<br />
concittadina che rappresenta al massimo livello le doti<br />
gentili così grandemente presenti nell’umanità umbra:<br />
Madre Maria Electa. Di Lei potrete sapere visitando i numerosi<br />
siti su internet o, più semplicemente, leggendo, a pagina 16,<br />
il mirabile articolo di Rosella Mastodonti. Abbiamo tenuto<br />
rapporti con il Sindaco del Municipio 8, incontrato l’addetto<br />
culturale dell’Istituto di Cultura Italiana in Praga, il redattore<br />
capo di CamiC, Magazine della Camera di Commercio e<br />
dell’Industria Italo Ceca. Per tutto il tempo della nostra<br />
visita siamo stati guidati dai bravissimi Sandro, Stefano,<br />
Alberto e dai soci della Associazione Amici dell’Italia, in<br />
particolare da Dagmar Koutná, una donna eccezionale che<br />
ci ha assistito in tutto, sostenuta certo da una innata e<br />
generosa umanità ma, soprattutto, dal suo amore per l’Italia.<br />
Riportiamo a pag 14 gli indirizzi dell’associazione garantendo<br />
che chiunque dei nostri lettori si dovesse recare a Praga, potrà<br />
trovare un sicuro, serissimo punto di riferimento in Dagmar<br />
e negli altri Amici dell’Italia, ora amicissimi di Terni.<br />
<strong>La</strong> <strong>Pagina</strong> non poteva non risentire di tali cambiamenti.<br />
Più pagine, molta e bella grafica. Presenteremo dei luoghi<br />
caratteristici visti con gli occhi di due artiste della grafica e<br />
della fotografia, Emanuela Ruffinelli e Albina Nesterova,<br />
ammaliate, come tanti, dal nostro territorio. Due bravissime<br />
grafiche, una italiana, l’altra ucraina. Emanuela presenterà ai<br />
lettori di Terni anche le immagini delle città con le quali ci<br />
gemelliamo; Albina presenterà, ai nuovi amici ed agli usuali<br />
lettori, il nostro territorio.<br />
Invitiamo tutti a stare vicini alla nostra ricerca del bene del<br />
territorio e a dire sì agli sponsor de <strong>La</strong> <strong>Pagina</strong>, perché solo<br />
grazie a loro ha ancora vita la nostra avventura culturale: io<br />
non sarei certo in grado di sostenere la minima parte dei costi<br />
occorrenti, né sono come alcuni penosi analfabeti che<br />
simulano testate giornalistiche al sol fine di trovare, prima o<br />
poi, qualche degenerato uomo politico che apra loro la strada<br />
della sovvenzione statale, quel latrocinio ruba soldi (tantissimi,<br />
mediamente più di un milione di euro l’anno a testata, per un<br />
numero enorme, incredibile di giornaletti!) agli italiani per<br />
sterzarli a questa infinita pletore di fogliacci che, per fortuna,<br />
nessuno legge. Noi siamo volutamente e orgogliosamente<br />
soli, nessuno alle spalle, non abbiamo beni al sole, aborriamo<br />
privilegi, lottiamo contro i padrini. Ci siamo sempre impegnati<br />
in vista del bene comune, e lo faremo ancora.<br />
Invitiamo anche a seguire le nostre attività: visite<br />
gemellari in molti paesi stranieri, conferenze, incontri<br />
culturali e, se ne avremo le opportunità, un cartellone<br />
culturale-artistico per la città di Terni. Intanto è già definita,<br />
con la direzione della BCT, l’attività annuale dei corsi gratuiti<br />
di matematica, di cui diamo tutti i dettagli a pagina 22.<br />
Incontri con giovani di 9 - 13 anni d’età e con adulti.<br />
Abbiamo già dei collaboratori: IArgentini, PCasali, PLucci,<br />
DDi Lorenzi, ELucci, FNeri, GMassarelli. Siamo<br />
particolarmente contenti della collaborazione degli ultimi<br />
tre: in tutto poco più di trenta anni, ma molto amore per<br />
la scienza e molto sale in testa. <strong>La</strong> speranza è quella di<br />
unire sempre più persone nella conoscenza matematica,<br />
non solo in veste di semplici acusmatici, ascoltatori cioè,<br />
e di organizzare mostre-mercato di libri scientifici.<br />
Quattro itinerari fondamentali si intrecciano mirabilmente<br />
nel nostro territorio: storici, artistici, naturalistici, spirituali.<br />
Cercheremo di farli conoscere quanto più possibile al di<br />
fuori di esso, ma cercheremo anche di farli amare ancor più<br />
al suo interno. Il nostro territorio è il più bello del mondo, ma<br />
non si mantiene da solo: occorre umanità, occorre scienza,<br />
ci vuole conoscenza. Giampiero Raspetti
4<br />
F I U M I<br />
<strong>La</strong>sciate l’Italia. Magari non per sempre,<br />
se non volete (o se, più probabilmente, non<br />
potete), ma solo per una lunga gita fuori dai<br />
confini, almeno con l’immaginazione.<br />
Dirigetevi a nord, superate le Alpi,<br />
percorrete la Svizzera e continuate ancora<br />
così, seguendo fedelmente il testardo e<br />
monotono ago della bussola. Poco prima di<br />
lasciare il territorio elvetico, incrocerete il<br />
Reno, uno dei fiumi simbolo d’Europa.<br />
Lo troverete già grandicello, anche se<br />
certo non maestoso e ampio come diventerà<br />
più a valle, quando segnerà il confine tra<br />
Francia e Germania, e poi ancora oltre,<br />
verso la sua foce olandese; ma, uscito dal<br />
<strong>La</strong>go di Costanza e dopo esser rotolato nelle<br />
cascate di Sciaffusa, ve lo ritroverete comunque vivace e deciso a segnare il confine tra<br />
Svizzera e Germania, con la corrente limpidamente diretta da Est verso Ovest.<br />
Guardatelo e ricordatevelo, ma continuate ancora il cammino verso nord: bastano pochi<br />
chilometri, una trentina o poco più. Il paesaggio non fa ancora in tempo a sembrare davvero<br />
tedesco che già vi ritroverete nella Schwarzwald, nella Foresta Nera, e nei pressi di<br />
Donaueschingen dovreste incrociare l’altro grande protagonista della potamologia europea:<br />
il neonato Danubio. <strong>La</strong> piccola cittadina del Baden-Württemberg ne celebra in pompa magna<br />
la sorgente, una pozza circolare e ammantata di monumenti, statue, e targhe in tutte le lingue<br />
parlate nelle nazioni che il Donau attraverserà nei quasi tremila chilometri che, da lì, ancora<br />
mancano alla sua foce nel Mar Nero. E subito dopo la celebrazione di cotanta nascita, appena<br />
fuori dalla cittadina, la direzione del gran fiume mitteleuropeo è già perfettamente definita:<br />
da Ovest verso Est.<br />
C’è già di che stupirsi. Se c’è una cosa chiara, nello studio delle acque, è che vanno<br />
pedestremente in discesa, dall’alto in basso, da monte a valle: e stupisce che i due fiumi più<br />
celebri d’Europa si sfiorino così, a pochi chilometri l’uno dall’altro, e per sovrappiù si<br />
dirigano impunemente in direzioni diametralmente opposte. Sfogliando gli atlanti geografici<br />
di vedono chiaramente le due sottili linee blu che si guardano in cagnesco, come treni che si<br />
incrociano: ma se per i treni è normale incrociarsi, lo stesso non vale per i fiumi, propulsi come<br />
sono solo dalla gravità. Possibile che il suolo all’incrocio tra Francia, Svizzera e Germania<br />
sia talmente contorto da canalizzare in maniera così diversa due vie d’acqua così vicine?<br />
Sfogliando gli atlanti storici, si vede chiaramente che questa separazione iniziale e<br />
ravvicinata era una manna per i consoli di Roma, che proprio Reno e Danubio elessero come<br />
frontiere larghe e mobili a protezione dell’Impero: e le poche fortificazioni in legno, anziché<br />
in acqua, vennero erette proprio qui, dove i due fiumi sono giovani e quindi fragili,<br />
attraversabili: e il limes e le legioni erano necessarie a rinforzare i confini.<br />
Così gli atlanti, geografici o storici che siano, sembrano dare conferme e certezze, mappe<br />
e riferimenti assoluti. Il Reno va da Est ad Ovest, prima di piegare deciso a Nord; il Danubio<br />
fa esattamente l’opposto, prima di piegare a Sud verso i Balcani. Basta scegliere, e tutto il resto<br />
sembra scritto, nelle mappe e nella storia. Però il Reno ha sorgenti indecise, rami diversi,<br />
l’Anteriore e il Posteriore, e se si volesse risalire per intero occorrerebbe ad un certo punto<br />
scegliere, decidere, abbandonare un pezzo di Reno per un altro. Il Danubio è ancora peggio:<br />
la fonte circolare di Donaueschingen è quasi pura forma senza sostanza, perché il Danubio<br />
comincia davvero ad essere tale solo poco fuori dalla città, alla confluenza tra la Breg e la<br />
Brigach, fiumiciattoli di meno di cinquanta chilometri che solo unendosi creano il Danubio:<br />
la Donauquelle, la sorgente celebrata con statue e targhe, un tempo giungeva anch’essa alla<br />
confluenza, e poteva così rivendicare una sorta di compartecipazione originale, ma adesso è<br />
stata incanalata, irreggimentata, e fatta confluire nella Brigach. Così, paradossalmente, il<br />
Danubio appena nato confluisce subito in uno dei suoi affluenti, e lo strano anello idrologico<br />
diventa un paradosso anche logico.<br />
Ed è solo l’inizio. Il Danubio, che nasce e muore in se stesso appena nato, non fa in<br />
tempo a percorrere una trentina di chilometri che sparisce davvero, lasciando il letto asciutto<br />
e misteriosamente triste, nei pressi di Immendingen. Bevuto dalla terra, dove finisce il fiume<br />
più famoso d’Europa? Attraverso linee misteriose e sotterranee giunge al <strong>La</strong>go di Costanza,<br />
e quindi, alla fin fine, nel suo rivale, il Reno.<br />
Gli atlanti, storici e geografici, non lo dicono. Il Danubio sparisce, e chi all’inizio aveva<br />
scelto con esso d’andare da Ovest ad Est è libero di sentirsi tradito, rovesciato dal destino.<br />
Però, inspiegabilmente, una quarantina di chilometri più a valle, il letto del Danubio<br />
torna di nuovo umido,<br />
bagnato, fluente. Torna fiume,<br />
e corre verso Ulm, Ratisbona,<br />
Passau. Cresce poi a Vienna,<br />
Bratislava, Belgrado, varca le<br />
Porte di Ferro, immenso,<br />
facendo girare navi e turbine,<br />
e giunge al mare.<br />
Natali e genealogia<br />
incerta e confusa, ma via retta<br />
e possente, a prescindere da<br />
essi. Potrebbe essere un buon<br />
insegnamento anche per gli<br />
uomini: se si sa dove si vuole<br />
arrivare, poco conta da dove<br />
si è iniziato a camminare.<br />
Piero Fabbri<br />
<strong>La</strong> linea barocca che dal<br />
Montenegro arriva alla Puglia<br />
Qual è la linea più breve tra il Montenegro e la Puglia? Prima<br />
di tracciare una retta sulla cartina, leggiamo gli antefatti.<br />
Il governo Prodi allora in carica firma un accordo che<br />
prevede l’acquisto di energia elettrica dal Montenegro e<br />
viene progettata la posa di un cavo di 415 chilometri che<br />
parte dalla città di Bar e arriva a Foggia.<br />
Cambia il governo e la delegazione italiana vola a Podgorica<br />
per rivedere i dettagli dell’accordo.<br />
Fa parte della delegazione la società A2A che si è formata<br />
dalla fusione di due aziende municipalizzate di Milano e<br />
Brescia ed ha vinto l’appalto. <strong>La</strong> A2A rileva le azioni<br />
maggioritarie della società nazionale del Montenegro da cui<br />
acquisterà energia, la Elektroprivreda, che il premier Milo<br />
Djukanovic ha messo in svendita con una scelta che appare<br />
assai poco nazionalista e conveniente, se non fosse che il<br />
denaro relativo all’acquisto, circa 300 milioni, passerà<br />
attraverso la Prva Banka, di cui sono azionisti maggioritari<br />
lo stesso Djukanovic e suo fratello.<br />
Intanto a Palazzo Chigi, i due paesi siglano l’accordo<br />
definitivo per il ponte elettrico che verrà gettato tra Bar e<br />
Foggia… ma passando per Pescara. Una variante che<br />
allunga il percorso originario di circa 300 chilometri e che<br />
prevede lo sventramento di mezzo Parco della Maiella.<br />
I comuni coinvolti nell’esproprio si costituiscono in un<br />
comitato, mentre il consorzio Abruzzo Energia, nato per la<br />
tutela del territorio, dà parere favorevole all’operazione; ma<br />
tale consorzio appartiene al 98% alla stessa A2A.<br />
<strong>La</strong> città di Pescara è diventata epicentro del contestato<br />
dirottamento del cavo dopo le elezioni municipali che hanno<br />
visto trionfare una compagine filo-governativa guidata da<br />
imprenditori interessati nel settore energetico.<br />
L’unica voce che si alza viene dall’opposizione<br />
montenegrina, che denuncia la colonizzazione straniera delle<br />
risorse pubbliche del paese, svendute per l’interesse privato<br />
del premier Djukanovic, noto contrabbandiere inquisito<br />
anche in Italia dalle procure di Bari e di Napoli che ne hanno<br />
richiesto l’arresto (ma come capo di governo gode di immunità).<br />
Per rispondere alla domanda con cui abbiamo aperto, come<br />
spiegare agli abruzzesi che la via più diretta tra il Montenegro<br />
e la Puglia passa per la Maiella?<br />
Scriveva Flaiano che in Italia la linea più breve fra due punti<br />
è l’arabesco. Figuriamoci quando i due punti sono uno la<br />
capitale del contrabbando dei Balcani, l’altro la culla del<br />
Barocco! Francesco Patrizi<br />
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6<br />
Thai discovery...<br />
L’idea che si ha della Thailandia<br />
deriva in gran parte<br />
dalle notizie amplificate<br />
dalla politica o da quelle<br />
relative al turismo sessuale.<br />
Vale però la pena di visitarla<br />
di persona seguendo<br />
possibilmente percorsi almeno<br />
in parte autonomi.<br />
Se ne trae l’immagine di un<br />
paese in via di sviluppo,<br />
con tutti i problemi e le<br />
contraddizioni relative, ma<br />
con tradizioni, storia e bellezze<br />
che appagano di certo<br />
il visitatore attento.<br />
L’ex Siam è infatti caratterizzato<br />
da un paesaggio<br />
bellissimo in cui risaie e<br />
templi si fondono mirabilmente.<br />
Ti colpiscono<br />
non solo i suoi Buddha<br />
dorati, sereni e meditativi,<br />
il suo mare cristallino e<br />
le sue spiagge bianchissime,<br />
ma soprattutto il<br />
suo popolo, educato, sorridente<br />
e fiero.<br />
<strong>La</strong> Thailandia è letteralmente<br />
la Terra degli<br />
Uomini Liberi, perché i<br />
Thai non sono mai stati<br />
colonizzati, ma anche <strong>La</strong><br />
Terra del Sorriso, infatti<br />
sorridono sempre e ovunque,<br />
salutando e accogliendo<br />
con il tradizionale<br />
gesto wai (mani congiunte<br />
come in preghiera e testa<br />
leggermente inclinata in<br />
avanti). E’ oggi un paese<br />
profondamente occidentalizzato<br />
nelle città più grandi<br />
e nelle località turistiche,<br />
ma ancora rurale e tribale,<br />
in diverse aree della parte<br />
più a nord del paese, meno<br />
conosciute dove i Thai lottano<br />
per mantenere la propria<br />
identità e unicità.<br />
Ti colpisce il caleidoscopio<br />
di usanze, di riti, i colori, la<br />
natura, i sorrisi, le tante povertà.<br />
I contrasti sono tutti<br />
molto vivi. I richiami dei<br />
venditori, le biciclette, i tuk<br />
tuk/risciò, la frutta, le pagode<br />
dorate, gli elefanti, gli<br />
incensi, le vecchie case, i<br />
mucchi di mercanzie ammassati<br />
ai margini delle<br />
strade, le gabbiette con gli<br />
uccelli, la famiglia reale, i<br />
monaci buddhisti vestiti<br />
color zafferano, i massaggi,<br />
la fioca e tremolante luce<br />
delle lanterne che volteggiano<br />
nel cielo, i fiori di<br />
loto, i tempietti votivi ai<br />
margini delle strade, i cibi<br />
speziati, i mercatini galleggianti<br />
sulle barche “dalla<br />
lunga coda”, le danzatrici<br />
a.melasecche@meta-group.com<br />
eleganti e bellissime: sono<br />
tutti elementi imprescindibili<br />
di un quadro unico, bizzarro<br />
ed affascinante.<br />
Per il turista la porta d’ingresso<br />
è costituita da Bangkok,<br />
capitale rumorosa e<br />
caotica, ma ciò che conquista<br />
è la campagna al nord<br />
dove le montagne digradano<br />
dalle pendici dell’Himalaya<br />
e lo scenario ti<br />
colpisce nel profondo.<br />
Qui le colline, le valli, le<br />
foreste emozionano ad ogni<br />
passo quando le percorri a<br />
dorso di elefante con le<br />
tribù sorridenti pronte ad<br />
accoglierti.<br />
Nelle ricchissime pianure<br />
del centro, dimorano<br />
ancora le antiche capitali,<br />
i cui maestosi ruderi<br />
possono essere visitati<br />
con lunghe passeggiate in<br />
bicicletta.<br />
Al sud le spiagge e le<br />
isole apprezzate, a ragion<br />
veduta, dagli stranieri.<br />
Nel visitare la Thailandia<br />
non bisogna farsi fuorviare<br />
da pregiudizi o da<br />
scontati luoghi comuni<br />
perché è un Paese affascinante<br />
che conquista velocemente<br />
l’animo e ripaga<br />
di ogni sforzo chi ha il<br />
coraggio di viverla intensamente<br />
e con rispetto.<br />
Meno infortuni<br />
ma anche meno lavoro nel 2009<br />
790mila infortuni e 1050<br />
morti sul lavoro nel 2009,<br />
sono i dati ufficiali forniti<br />
dall’INAIL. Essi evidenziano<br />
un leggero contenimento<br />
del fenomeno rispetto al<br />
2008 in calo rispettivamente<br />
del 9,7% e del 6,3%.<br />
C’è da rilevare come il calo<br />
degli infortuni sia da correlare<br />
in parte anche agli effetti<br />
della grave crisi che ha<br />
colpito il Paese nel 2009,<br />
con pesanti riflessi sul<br />
piano produttivo e occupazionale<br />
(complessivamente<br />
si stima intorno al 3%).<br />
Il calo infortunistico registrato<br />
per il 2009 dall’Inail<br />
è troppo esiguo per dormire<br />
sonni tranquilli. Ogni statistica<br />
comporta l’interpretazione<br />
della rilevazione e,<br />
nel nostro caso, la preoccupazione<br />
è lecita per un duplice<br />
motivo: innanzitutto,<br />
il trend non si orienta significativamente<br />
al ribasso; in<br />
secondo luogo fa sorgere<br />
seri interrogativi circa l’aumento<br />
occupazionale degli<br />
extracomunitari e il numero<br />
dei casi rilevati. <strong>La</strong> considerazione<br />
porta a pensare<br />
che esista una connessione<br />
fra lavoro nero e denuncia<br />
di infortuni di ridotta entità.<br />
Si teme che esista una tendenza<br />
a non ricorrere alle<br />
strutture territoriali per interventi<br />
di pronto soccorso,<br />
evitando così di dichiarare<br />
il luogo e le circostanze in<br />
cui le lesioni si sono verificate<br />
con l’illusorio e pericoloso<br />
vantaggio del datore<br />
di lavoro di ridurre i coefficienti<br />
d’incidenza e risparmiare<br />
sulla copertura<br />
assicurativa dei dipendenti.<br />
Contro gli infortuni e le<br />
morti sul lavoro, dunque,<br />
serve un’azione capace di<br />
mettere in campo una forte<br />
e incisiva politica di contrasto<br />
e di controllo preventivo:<br />
servono più ispettori,<br />
maggiori finanziamenti,<br />
intervenenti radicali sulla<br />
precarietà e sui contratti atipici,<br />
tutela dei diritti e della<br />
sicurezza del lavoratore,<br />
fare emergere le sacche di<br />
lavoro nero e intensificare<br />
energicamente la lotta al<br />
lavoro minorile. Occorre<br />
puntare sulla cultura e sulla<br />
formazione coinvolgendo<br />
la scuola. Convinciamoci<br />
che il <strong>progetto</strong> per il percorso<br />
educativo va subito<br />
intrapreso, basta riflettere<br />
sui dati (fonte articolo 21):<br />
dall’inizio dell’anno ad<br />
oggi, per lavoro, ci sono<br />
stati: 678 morti; 678.250<br />
infortuni;16.956 invalidi.<br />
Ing. Giocondo Talamonti<br />
Anche<br />
a casa<br />
vostra<br />
Vico Catina 15/A - Terni 0744471180<br />
ilconvivioterni@virgilio.it Chiuso di Domenica
8<br />
Si parla tanto di solitudine e sempre in<br />
termini negativi. Nell'immaginario collettivo<br />
evoca un contenuto spiacevole, un sentimento<br />
simile alla tristezza, qualcosa da evitare... E<br />
si tende ad associarla al non avere un/a compagno/a.<br />
Quando ci si riferisce ad una<br />
persona non sposata né fidanzata spesso si<br />
sente dire “è sola”, come se la condizione di<br />
“stare” da sola coincidesse con l'”esserlo”<br />
emotivamente. <strong>La</strong> lingua italiana in parte ne<br />
è complice, per l'uso intercambiabile dei due<br />
verbi in relazione al significato.<br />
Il sottinteso dell'espressione “è/sta da sola”<br />
suona più o meno del tipo “eh, poverina,<br />
soffrirà la solitudine...” Oppure “avrà qualche<br />
problema per cui nessuno riesce a stare con<br />
lei”. Ci sono persone che hanno un partner,<br />
e/o degli amici, e che comunque si sentono<br />
sole. Quando si rinuncia a sognare; quando si<br />
diventa pessimisti e dissacranti (o disfattisti);<br />
quando si perde la fiducia negli altri, lì si<br />
avverte un senso di solitudine fatto di<br />
Diritti Umani<br />
<strong>LA</strong> COMUNE DI PARIGI<br />
Con il diffondersi nella seconda<br />
metà dell’Ottocento<br />
del pensiero socialista cominciano<br />
a venire in primo<br />
piano i diritti economici e<br />
sociali come principale rivendicazione<br />
della classe<br />
proletaria. L’esperienza più<br />
importante dal punto di<br />
vista della crescita della<br />
consapevolezza e della<br />
rivendicazione dei diritti<br />
economici e sociali è quella<br />
de <strong>La</strong> Comune di Parigi del<br />
1871, frutto di un’insurrezione<br />
popolare spontanea<br />
dopo la sconfitta di Napoleone<br />
III da parte della<br />
Germania di Bismarck.<br />
Come scriveva Lenin: Dopo<br />
la rivoluzione del 18 Marzo,<br />
dopo la fuga da Parigi del<br />
governo... il popolo rimase<br />
padrone della situazione e<br />
il potere passò al proletariato.<br />
<strong>La</strong> Comune, cioè la<br />
rappresentanza dei parigini,<br />
fu eletta il 26 Marzo a suffragio<br />
universale maschile<br />
secondo i dettami del<br />
pensiero democratico e<br />
radicale ma, nei suoi provvedimenti,<br />
rappresentò il<br />
primo abbozzo di esperimento<br />
di democrazia socialista<br />
nella storia del<br />
movimento operaio con<br />
apporti fondamentali anche<br />
del pensiero anarchico federalista<br />
di Proudhon.<br />
Con una netta presa di posizione<br />
critica nei confronti<br />
del terrore giacobino gli<br />
uomini de <strong>La</strong> Comune avevano<br />
bruciato la ghigliottina<br />
davanti alla statua di<br />
Voltaire perché, come affermò<br />
un giornalista dell’epoca:<br />
Non si tratta più<br />
oggi di tagliare le teste, ma<br />
di aprire le intelligenze. Nel<br />
Manifesto programmatico<br />
si afferma: l’estensione dell’autonomia<br />
assoluta della<br />
Comune a tutte le località<br />
della Francia... l’autonomia<br />
della Comune non<br />
avrà per limite che il diritto<br />
di autonomia di tutti gli<br />
altri comuni aderenti al<br />
contratto, è il federalismo<br />
tipico degli anarchici che<br />
rifiutano come massima<br />
fonte di ingiustizie lo Stato<br />
centrale poliziesco e clericale<br />
in nome di comunità<br />
autonome e indipendenti<br />
federate tra loro. Si ha<br />
molta cura da parte dei comunardi<br />
di garantire i diritti<br />
mancanza, di delusioni, di sensazioni negative conseguenti<br />
a quelle convinzioni che sono o diventano la realtà che<br />
viviamo.<br />
Quando non si hanno (più) interessi, passioni, allora si<br />
respira una solitudine triste, inappagante.<br />
Le persone che con troppa facilità giudicano gli altri e quelle<br />
che si affliggono perché vivono continuamente nel timore<br />
del giudizio altrui, finiscono anch'esse per sentirsi sole e per<br />
ritrovarcisi davvero.<br />
Dunque: ci sono persone sole senza sapere di esserlo; ce ne<br />
sono altre che pensano di essere sole e non lo sono; altre<br />
ancora, che si sentono sole e realmente lo sono. Posto che le<br />
motivazioni possono essere diverse, è bene interrogarsi “se<br />
c'è qualcosa nel proprio modo di pensare, di fare, che<br />
contribuisce a creare la propria solitudine”, e ancor più fa<br />
bene adoperarsi per cambiare quella realtà: “cosa (mi)<br />
farebbe sentire meglio/mi darebbe la sensazione di non<br />
essere sola”... meglio ancora, com'è, per me, il contrario di<br />
“sola” e se già mi sentissi così cosa farei, cosa penserei...?”.<br />
Quando si vive una certa condizione (psico) emotiva è più<br />
facile perpetrarla che cambiarla. Perciò occorre impegnarsi,<br />
metter in campo la proprie energie e risorse per realizzare<br />
il cambiamento.<br />
Esiste una solitudine che mette più a contatto con se stessi,<br />
che regala una piacevole sensazione di riconciliazione e di<br />
serenità con se stessi e con il mondo.<br />
Diventa un momento di consapevolezza che (ti) fa vedere le<br />
cose da una prospettiva anche diversa. Educa all'ascolto<br />
delle sensazioni, recupera significati, apre nuove strade a<br />
desideri e bisogni.<br />
Dobbiamo assecondare l'andamento ondulatorio della vita:<br />
vuol dire concepire la solitudine, e altre condizioni della<br />
persona, come transitorie e non definitive, e legate da un<br />
equilibrio dove l'una si alterna all'altra.<br />
Nella musica classica è riconoscibile quando si arriva ad una<br />
tensione che scema poi in una scarica o una pausa, e questo<br />
civili e politici a tutti<br />
quando si afferma: la<br />
garanzia assoluta della<br />
libertà individuale, della<br />
libertà di coscienza e della<br />
libertà di lavoro, l’intervento<br />
permanente dei cittadini<br />
negli affari comunali<br />
attraverso la manifestazione<br />
delle loro idee e la<br />
libera difesa dei loro interessi...<br />
l’esercizio libero e<br />
giusto di riunione e di propaganda.<br />
L’affermazione<br />
della libertà di coscienza<br />
porta con coerenza al decreto<br />
del 2 Aprile nel quale<br />
si afferma: Considerando<br />
che il primo dei princìpi<br />
della repubblica francese è<br />
la libertà, considerando<br />
che la libertà di coscienza<br />
è la prima delle libertà,<br />
considerando che le spese<br />
per il culto sono contrarie<br />
a tale principio in quanto<br />
sono imposte ai cittadini<br />
contro la propria fede, considerando<br />
che il clero è<br />
stato complice dei delitti<br />
della monarchia contro la<br />
libertà, la Comune decreta:<br />
art. 1 - <strong>La</strong> Chiesa è separata<br />
dallo stato; art. 2 - Le<br />
spese del culto sono soppresse;<br />
art. 3 - I beni di manomorta<br />
appartenenti alle<br />
congregazioni religiose,<br />
mobili e immobili, sono<br />
dichiarati proprietà nazionale.<br />
Si proclama qui il<br />
principio liberale della separazione<br />
tra stato e chiesa<br />
che la Costituzione civile<br />
del clero (1790) della prima<br />
fase della Rivoluzione francese<br />
non aveva attuato,<br />
avendo sottoposto il clero<br />
allo stato, facendo eleggere<br />
i parroci e stipendiandoli.<br />
Inoltre l’istruzione pubblica<br />
assume un carattere puramente<br />
laico. Quanto ai diritti<br />
economici e sociali per<br />
quello che riguarda la proprietà<br />
non viene fuori dai<br />
documenti la sua negazione<br />
tipica del comunismo, ma<br />
la conferma della sua esistenza<br />
a patto che essa sia<br />
frutto del lavoro.<br />
<strong>La</strong> terra al contadino, gli<br />
strumenti di lavoro all’operaio,<br />
il lavoro per tutti.<br />
Viene fatta salva la piccola<br />
proprietà: ... che le piccole<br />
proprietà paghino una leggera<br />
imposta e che tutto il<br />
peso dell’imposta cada sui<br />
ricchi. Si parla anche non di<br />
esproprio ai padroni delle<br />
loro fabbriche, ma di indennizzo:<br />
Costituire un comitato<br />
arbitrale che dovrà<br />
decidere, al ritorno dei padroni,<br />
sulle condizioni di<br />
cessione definitiva delle<br />
fabbriche alle società operaie<br />
e sulle quote d’indennità<br />
che le società pagheranno<br />
ai padroni. Però affermazioni<br />
quali: Non più<br />
ricchissimi e poverissimi,<br />
fanno pensare anche alla<br />
necessità della sua abolizione.<br />
Il diritto al lavoro è<br />
sottinteso nella affermazione<br />
lavoro per tutti e<br />
Il piacere<br />
si ripete ciclicamente al di la dei timbri,<br />
tempi, note...<br />
Anche in fisiologia è così: ad una contrazione<br />
(muscolare) deve corrispondere e seguire<br />
una detensione che ristabilisca la condizione<br />
di partenza del muscolo e ne mantenga<br />
l'elasticità.<br />
Nel sesso funziona così: in un crescendo di<br />
sensazioni si giunge ad un acme per poi<br />
ridiscendere e tornare alle condizioni di<br />
partenza (eccitazione-orgasmo-risoluzione).<br />
E' il concetto di “dinamicità statica” e/o<br />
“staticità dinamica”. In psicologia lo si può<br />
esprimere anche così: mantenere il proprio<br />
Io (stabile) a governare (tra) l'Es ed il Super-Io;<br />
avere una centratura, un allineamento che<br />
(ci) mantiene saldi, ancorati a se stessi mentre<br />
riceviamo e viviamo gli eventi della vita.<br />
Stabili ma non rigidi! Pensateci... la rigidità<br />
crea fragilità: “se ricevo un urto mi rompo,<br />
mi frantumo” (come un oggetto in vetro).<br />
Mentre “se resto flessibile (nella mia stabilità)<br />
posso piegarmi, flettermi, ma conserverò la<br />
capacità di ricompormi” (come un oggetto<br />
di spugna).<br />
Chi sceglie il vetro pensa più a difendersi e a<br />
far male agli altri; chi opta per la spugna è<br />
più impegnato a ricercare la propria<br />
condizione di ben-essere. Sei vetro o spugna?<br />
E' ciò che vuoi realmente essere?<br />
Dott.ssa Claudia Cardinali<br />
Psicologa Psicoterapeuta Esperta in Sessuologia Clinica<br />
dovrebbe essere assicurato<br />
dalla gestione delle fabbriche<br />
da parte di società cooperative<br />
operaie che non<br />
somigliano però alle officine<br />
nazionali del ‘48 dove<br />
il gestore era lo stato.<br />
Scrive Lenin: per accentuare<br />
il suo carattere realmente<br />
democratico e proletario,<br />
<strong>La</strong> Comune decretò<br />
che lo stipendio di tutti i<br />
suoi funzionari e dei membri<br />
del governo non potesse<br />
sorpassare il salario normale<br />
degli operai e in nessun<br />
caso potesse superare i<br />
6000 franchi all’anno. Non<br />
si parla di esproprio delle<br />
case ma solo di condono<br />
agli inquilini del canone di<br />
affitto di tre trimestri.<br />
Chiaro è invece il diritto all’istruzione:<br />
Parigi vuole<br />
che il figlio del contadino<br />
sia istruito quanto il figlio<br />
del ricco, e gratis, dato che<br />
la scienza umana è il bene<br />
comune di tutti gli uomini.<br />
L’esperienza de <strong>La</strong> Comune<br />
durò pochi mesi e fu soffocata<br />
nel sangue dai centomila<br />
soldati dell’esercito<br />
francese che Bismarck<br />
aveva appositamente liberato<br />
dopo averli fatti prigionieri,<br />
ma al di là dei giudizi<br />
storici vari che sono stati<br />
dati resta un interessante e<br />
fondamentale esperimento<br />
di coniugazione dei diritti<br />
politici e civili con quelli<br />
economici e sociali.<br />
Prof. Marcello Ricci
Praga<br />
vista da Emy<br />
9
10<br />
L’Italia ha molti amici in Repubblica Ceca Cosa faremo e come<br />
L’Italia vanta molti amici in Repubblica Ceca come testimoniano, per esempio,<br />
i 2.388 membri dell’Associazione Amici dell’Italia, organizzazione nata nel<br />
giugno del 1990, solo pochi mesi dopo che l’allora Cecoslovacchia aveva<br />
riacquistato la libertà di decidere del proprio destino e i propri diritti civici.<br />
Un’amicizia, quella tra i due paesi, le cui profonde radici risalgono al<br />
Rinascimento e che, tra le altalenanti vicende storiche, arriva ad oggi sempre più<br />
salda e consapevole grazie anche all’encomiabile opera di indefessi uomini come<br />
il Dott. Rostislav Pietropaolo, tra i fondatori e da sempre vivace demiurgo<br />
dell’associazione che hanno fatto del sostegno e della promozione di questo<br />
legame una ragione di vita.<br />
Ed è allora che, sullo sfondo di questi presupposti così favorevoli, nel luglio del<br />
<strong>2010</strong> si va ad aggiungere un altro piccolo tassello a questo splendido mosaico che<br />
è l’amicizia di due popoli così diversi eppure così attratti gli uni dagli altri.<br />
<strong>La</strong> delegazione, composta da Sandro Pascarelli, Presidente nazionale dell’ANCAPI<br />
(Associazione Nazionale Circoli Aziendali Province Italiane) e da Giampiero<br />
Raspetti, ideatore e vulcanico direttore de <strong>La</strong> <strong>Pagina</strong>, accompagnata da 220<br />
partecipanti, di cui buona parte della città di Terni, si incontra a Praga in un clima<br />
informale di amicizia e di cordialità con Dagmar Koutná e Andreas Pieralli<br />
dell’Associazione Amici dell’Italia. Dopo aver ammirato le bellezze senza tempo<br />
della capitale boema e dopo la visita allo storico birrificio di Plzen, terra natale della<br />
celeberrima birra Pilsen, seguita dalla divertente e amichevole partita di rugby<br />
contro, o meglio insieme, alla formazione locale, l’incontro aveva lo scopo di<br />
conoscersi con più calma e di scambiarsi idee e aspettative reciproche per poter<br />
instaurare una collaborazione fruttuosa per entrambe le parti. Grazie alla passione<br />
di Giampiero è stato deciso di dedicare nei prossimi numeri ampio spazio su <strong>La</strong><br />
<strong>Pagina</strong> non solo all’esperienza praghese della delegazione ternana, ma, più in<br />
generale, alle attività di mutua collaborazione tra i due paesi di cui si faranno<br />
protagonisti enti, associazioni ed altre organizzazioni che, come l’ANCAPI e gli<br />
Amici dell’Italia hanno a cuore i rapporti tra Italia e Repubblica Ceca.<br />
Grazie anche alla professionalità nel campo della progettazione cui possono far<br />
affidamento Giampiero e i suoi collaboratori, si prevede di ricorrere in un<br />
prossimo futuro all’aiuto dei fondi europei per finanziare iniziative di scambio<br />
culturale tra la realtà di Terni e quella di Praga. Auspicato, anche, un nuovo<br />
gemellaggio tra il Comune di Terni e la città di Praga oltre che, in prospettiva,<br />
futuri rapporti di collaborazione tra la Camera di Commercio Italo-Ceca e quella<br />
di Terni affinché questa reciproca passione possa trovare anche uno sbocco<br />
concreto nello scambio di beni e servizi.<br />
Certo, la strada da fare è ancora lunga e faticosa. Il mondo dell’associazionismo,<br />
poi, legato com’è alla scarsità e variabilità dei finanziamenti pubblici o privati,<br />
particolarmente volubili in tempi di crisi come questi, è sempre esposto al rischio<br />
di battute d’arresto o, peggio, di rimanere imbrigliato nell’inerzia del “vorremmo<br />
ma non possiamo”. Noi, però, siamo sicuri che grazie alla genuina passione di<br />
tutte quelle persone che con sincerità mettono il loro cuore per il bene di questi<br />
progetti di collaborazione tra Italia e Repubblica Ceca, alla fine i risultati non<br />
tarderanno ad arrivare e per questo saremo sempre grati a tutti coloro che, in un<br />
modo o nell’altro, secondo le proprie possibilità, capacità e disposizioni,<br />
vorranno contribuire a questa nuova bella esperienza aiutando questo piccolo<br />
seme da poco piantato a crescere e a diventare un albero robusto e vigoroso.<br />
Andreas Pieralli - Redattore capo CamiC Magazine<br />
Il viaggio a Praga, nell’ambito del Circuito dei gemellaggi è risultato<br />
tanto entusiasmante quanto illuminante per capire quanto un <strong>progetto</strong><br />
come questo sia significante per riportare all’attenzione della comunità<br />
Ternana l’importanza di avere, oltre i confini del proprio territorio, in<br />
una dimensione europea, la possibilità di avvicinarsi a realtà intrise di<br />
cultura popolare, conoscenze storiche, usi, costumi, coscienza del<br />
proprio passato e del proprio presente. Tale dato non è assolutamente<br />
scontato in un mondo globalizzato e globalizzante che tende ad<br />
appiattire ogni differenza e ogni specificità.<br />
Tuttavia, dato che ogni momento storico conosce momenti contrari alla<br />
tendenza dominante, di fronte al global del XXI secolo, anche nel<br />
campo della cultura, del turismo, delle tradizioni emerge il local con la<br />
presunzione di comunicarlo e farlo conoscere. Internet, difatti, ha<br />
permesso di facilitare i contatti e i rapporti tra realtà distanti geograficamente,<br />
come la nostra Città e le comunità gemellate, ma che spesso ci accorgiamo<br />
essere molto simili per caratteristiche socio-geografiche, economiche,<br />
culturali, per dimensioni di popolazione e per l’impegno verso il<br />
mantenimento e la divulgazione delle tradizioni locali.<br />
I momenti della settimana a Praga, dati dalle visite, rievocazioni e<br />
incontri di sport, ma anche dal contatto quotidiano con l’Associazione<br />
“Amici dell’Italia” arricchito dal prezioso contributo dei soci guidati<br />
dalla splendida Dagmar Koutna, Presidente della Sezione di Praga, ha<br />
suggellato giornate di intensa amicizia, ha gettato le basi per una<br />
collaborazione <strong>futura</strong> e ci ha fatto capire il modello di sviluppo progettuale.<br />
Il <strong>progetto</strong> Il Circuito dei Gemellaggi iniziato con Praga è il primo atto<br />
di un rapporto di collaborazione tra le Associazioni dei vari paesi e la<br />
nostra realtà.<br />
Un’equipe è già al lavoro per la realizzazione di nuove iniziative.<br />
I promotori del <strong>progetto</strong> vogliono celebrare e dare nuovo significato ai<br />
gemellaggi intrapresi negli anni passati e riprendere, anche promovendone<br />
di nuovi, scambi e cooperazione nel campo dello sviluppo economico,<br />
commerciale, culturale, sportivo e delle risorse umane.<br />
Una entusiasmante scommessa è riuscire a rendere questo <strong>progetto</strong><br />
qualcosa di concreto per i cittadini Ternani: una opportunità che può<br />
permettere a numerose parti interessate (associazioni locali, scuole,<br />
istituzioni e imprese) di lavorare insieme per conoscere e far conoscere,<br />
per vedere, sentire, ascoltare, discutere e praticare il nostro e i territori<br />
gemellati. Non è nulla di nuovo, non ci vogliamo fregiare di meriti e di<br />
quelli che hanno effettuato chi sa che cosa, ma abbiamo la presunzione<br />
di mettere un piccolo tassello su un mosaico che inserisca la nostra città<br />
in un dialogo interculturale tra popoli e tra generazioni, nella conoscenza<br />
delle tradizioni locali europee.<br />
Lo svolgimento delle varie Settimane, che continueranno ad essere<br />
organizzate, ha il compito di far vivere le varietà delle culture locali<br />
europee con viaggi che saranno incentrati su temi di vita comune<br />
attraverso una serie accuratamente pianificata di attività culturali,<br />
turistiche, pedagogiche e ricreative.<br />
Non resta che darci appuntamento alla prossima meta.<br />
Sandro Pascarelli - Presidente Nazionale Ancapi<br />
FondazioneCassa di Risparmio di Terni e Narni<br />
Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, nella<br />
riunione del 23 luglio <strong>2010</strong>, ha deliberato un finanziamento di complessivi Euro 405.240,00 in<br />
favore dell’Azienda Ospedaliera “S. Maria” per l’acquisizione delle seguenti dotazioni sanitarie:<br />
apparecchiature, quali il fluorangiografo per la diagnosi delle<br />
malattie oculari, l’OCT per la diagnostica delle patologie<br />
maculari, una sedia per oftalmologia ed una sedia chirurgica per<br />
l’Unità Operativa di Oculistica;<br />
strumentazione “pH-impedenziometria” per lo studio e per la<br />
terapia della malattia da reflusso gastro-esofageo destinata alla<br />
Struttura Complessa di Endoscopia Digestiva;<br />
strumenti, quali neurotester, telepodometro, human tecar, capillaroscopia destinati<br />
all’Ambulatorio di “Prevenzione e cura del Piede Diabetico” per il potenziamento delle<br />
capacità diagnostiche nell’ambito della neuropatia diabetica.
I quattro elementi, magicamente fusi:<br />
la terra, generata da fuoco eruttivo e<br />
da emersione dalle acque, respira<br />
profumi primaverili, in ogni stagione.<br />
I sali minerali, che marina e lapilli<br />
sigillarono con tanta dovizia, immergono<br />
l’Umbria in sapori, di ara in ara, diversi.<br />
Quattro itinerari fondamentali si<br />
intrecciano: storici, artistici, naturalistici,<br />
spirituali.<br />
Necropoli, templi, città sotterranee,<br />
monasteri, abbazie, conventi, castelli,<br />
borghi, torri e muraglie costituiscono<br />
l’irripetibile patrimonio archelogico,<br />
artistico, architettonico sedimentato in<br />
Umbria da Etruschi e Romani, dal<br />
Medioevo e dal Rinascimento.<br />
Il caleidoscopio, dominato dal<br />
verdeumbria, si arricchisce di altri<br />
tenui colori: il rosa pallido, il giallo<br />
tufaceo, il miele ambrato, l’azzurro<br />
cenerino, il rosso mattone delle sue<br />
pietre e dei suoi tufi.<br />
Le alture e le gobbe, dolcemente<br />
ondulate, assumono forme lievi e<br />
pendenze deboli, spargendo ai loro<br />
piedi uliveti e vigneti.<br />
Querce, pioppi, aceri, olmi costeggiano<br />
fiumi e rivi luccicanti e sinuosi.<br />
I paesini, dalle case che si arrampicano<br />
l’una sull’altra, s’inerpicano fino a<br />
cattedrali e a fortezze feudali.<br />
Umbria,<br />
misura umana, oasi di pace.<br />
Magica Umbria<br />
11
12<br />
Nasce una nuova FIABA italiana in Repubblica Ceca<br />
Fiaba. Una parola magica: basta il suono di queste<br />
poche sillabe per riportarci alla memoria mondi lontani<br />
e storie perdute. Ma a volte, grazie alla perspicacia di<br />
alcune persone e alla grandezza dei loro sogni anche le<br />
fiabe possono diventare realtà.<br />
E così è stato per FIABA, il Fondo Italiano per<br />
l’Abbattimento delle Barriere Architettoniche.<br />
Fondata nel 2000 da Giuseppe Trieste, che ne è<br />
l’infaticabile e vulcanico presidente, FIABA si pone<br />
l’ambizioso e meritevole obiettivo di abbattere tutte<br />
quelle barriere, architettoniche, legislative o culturali che<br />
siano, che più o meno involontariamente ghettizzano le<br />
persone in base alle loro capacità motorie e di<br />
orientamento negando, di fatto, la piena realizzazione<br />
delle pari opportunità tra i cittadini. Oggi Fiaba è in<br />
Italia una realtà importante, in grado di interlocuire con<br />
il Governo, i Ministeri e tutte quelle istituzioni capaci di incidere realmente<br />
su un miglioramento nella società. Maggiori informazioni possono essere<br />
trovate sul sito www.fiaba.org. Ma è solo da pochi mesi che FIABA, grazie<br />
alla collaborazione dello Studio MeM, di Andreas Pieralli e di Domenico<br />
Virgulti, che credono fortemente nel <strong>progetto</strong>, approda con successo anche in<br />
Repubblica Ceca dove alla fine di luglio nasce FIABA Repubblica Ceca,<br />
associazione costituita a Praga con lo scopo di promuovere in questo Paese i<br />
princìpi su cui si basano le attività di FIABA in Italia. Pochi giorni dopo, il 19<br />
luglio, la neonata organizzazione fiabesca boema sigla il suo primo storico<br />
Protocollo d’Intesa. Partner firmatario è stato lo NIPI CR, l’Istituto<br />
Nazionale per l’Integrazione delle Persone a mobilità ridotta.<br />
L’obiettivo dell‘accordo è quello di impedire il sorgere e la diffusione di nuove<br />
Il Comitato Fondatore dell’Associazione è stato costituito il 13.12.1989.<br />
<strong>La</strong> fondazione stessa dell’Associazione, originariamente chiamata Associazione<br />
Cecoslovacchia-Italia, ha avuto luogo in occasione dell’assemblea costituente,<br />
tenutasi all’Istituto Italiano di Cultura il 7 giugno 1990 col concorso di 450<br />
membri costituenti, del Viceministro degli Esteri della Repubblica Federativa<br />
Cecoslovacca e dell’Ambasciatore della Repubblica Italiana.<br />
Dopo la divisione della Cecoslovacchia l’assemblea plenaria ha modificato il<br />
nome della Associazione in quello di Associazione Amici dell’Italia ed ha eletto<br />
presidente l’on.Vaclav Najemnik, membro della Commissione Esteri presso la<br />
Camera dei Deputati del Parlamento della Repubblica Ceca e presidente del<br />
Gruppo di amicizia ceco-italiana nel quadro della Unione Interparlamentare.<br />
<strong>La</strong> sesta Assemblea Generale ha eletto il presidente Petr Dostal, attuale vicepresidente<br />
statutario della Camera di commercio e dell’industria Italo-Ceca.<br />
L’Associazione, che conta ad oggi 2388 iscritti, svolge la sua attività in 12 città<br />
della Repubblica. Conformemente allo Statuto approvato dal Ministero<br />
dell’Interno e in cooperazione con il Ministero degli Esteri e con l’Ambasciata<br />
d’Italia a Praga, assiste lo sviluppo di rapporti diretti fra i cittadini, le<br />
organizzazioni e gli enti in tutte le sfere della vita sociale dei due Paesi e nella<br />
creazione dei presupposti di questi rapporti.<br />
Fra le attività più importanti realizzate finora dall’Associazione figurano:<br />
- organizzazione dei corsi d’italiano in varie città (solo a Praga hanno partecipato<br />
in 19 anni più di 4500 corsisti); - gestione amministrativa degli insegnanti dei<br />
corsi d’italiano presso l’Istituto Italiano di Cultura; - partecipazione alla costituzione<br />
dell’Associazione degli Insegnanti di Italiano; - pubblicazione del proprio<br />
Bollettino trimestrale in lingua ceca sotto il titolo Zpravodaj, dedicato ai rapporti<br />
ceco-italiani (con il sussidio finanziario della Sezione per le relazioni culturali e<br />
con i connazionali all’estero del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica<br />
Ceca); - attività editoriale e diffusione delle pubblicazioni che si occupano delle<br />
relazioni tra la Repubblica Ceca e l’Italia e dei vari campi della vita nei due paesi;<br />
barriere culturali e fisiche, stimolare gli organi preposti<br />
a rafforzare la vigilanza per garantire l’osservanza della<br />
normativa esistente e attuare in sinergia azioni atte a<br />
diffondere la cultura della diversità come ricchezza della<br />
società. Nel corso del suo tour nella Repubblica Ceca il<br />
Presidente di FIABA ha incontrato, inoltre, i referenti<br />
dell’Associazione Centrum Paraple, il Sindaco del<br />
Comune di Otvovice, il Vice Presidente e il Vice Segretario<br />
generale della Camera di Commercio e dell’Industria<br />
Italo Ceca, il portavoce del Presidente e l’Assessore ai<br />
Servizi Sociali della Regione della Boemia Centrale.<br />
È con un grande interesse che la giovane FIABA<br />
Repubblica Ceca si è incontrata durante le visite del<br />
comm. Trieste a Praga. In particolare il concetto di Total<br />
Quality, ovvero la promozione dell’accessibilità e della<br />
fruibilità universale per tutte le categorie di persone (non<br />
solo diversamente abili, dunque, ma anche anziani, donne in gravidanza o con<br />
bambini piccoli etc.) a livello di legislazione urbanistica ha trovato gli interlocutori<br />
cechi molto attenti ed interessati. Gli esordi della neonata FIABA Repubblica<br />
Ceca, dunque, sembrano essere dei migliori e sono sicuro che avrà un percorso<br />
di successo verso quell’obiettivo di lungo termine che è la sensibilizzazione a<br />
livello europeo delle istituzioni competenti affinché questi princìpi, che sono<br />
anzitutto princìpi di umanità e di diritti, possano valere in tutta Europa.<br />
Non mi rimane che fare a FIABA i miei migliori auguri di successo e di<br />
esprimere a livello personale il mio massimo apprezzamento e la mia più alta<br />
stima per l’encomiabile lavoro svolto dal comm. Trieste, una di quelle rare e<br />
preziose persone in grado di ispirare gli altri con poche ben ponderate parole.<br />
Grazie Giuseppe, grazie Fiaba. Andreas Pieralli<br />
Breve informazione sulle attività dell’A. Amici dell’Italia in Repubblica Ceca<br />
- collaborazione all’edizione di un dizionario ceco-italiano-tedesco ad uso dei<br />
partecipanti degli scambi di allievi, in cooperazione con gli studenti e gli<br />
insegnanti della provincia di Trento; - organizzazione di tre convegni ceco-italiani<br />
per gli insegnanti delle scuole medie inferiori e superiori con l’intervento di relatori<br />
provenienti dalle regioni Trentino-Alto Adige, Veneto ed Emilia-Romagna;<br />
- attivazione degli scambi di studenti e di insegnanti di diversi tipi di scuole;<br />
- organizzazione di concerti di musica lirica italiana con la partecipazione dei<br />
migliori studenti dei conservatori di tutta la Repubblica Ceca; - collaborazione con<br />
la Camera di Commercio e dell’Industria Italo-Ceca nell’allacciare i rappporti<br />
economici fra soggetti italiani e cechi; - organizzazione delle gite di promozione<br />
nelle zone meno visitate dell’Italia per rappresentanti di agenzie di turismo;<br />
- attività di collegamento per l’organizzazione dello scambio fra le Associazioni<br />
degli imprenditori e dei manager ceche e italiane; - organizzazione di un convegno<br />
sulla gastroenterologia in cooperazione con le società mediche dei due Paesi;<br />
- attività di collegamento per scambi nel campo dell’otorinolaringoiatria chirurgica<br />
fra le cliniche universitarie di Praga e Parma; - organizzazione delle escursioni<br />
storico-culturali per testimoni delle deportazioni e della resistenza antifascista sul<br />
territorio dei due Paesi; - partecipazione all’organizzazione della visita a Terezin<br />
da parte della delegazione proveniente dalla città-martire di Marzabotto e<br />
dell’atto commemorativo in occasione del 50° anniversario della distruzione di<br />
Lidice; - conferenze sulla storia dei rapporti ceco-italiani, sulle regioni italiane,<br />
sulle realtà e sulla vita contemporanea italiana; - organizzazione delle mostre e<br />
degli scambi di gruppi artistici.<br />
Questo succinto elenco non include ulteriori attività svolte dalle nostre succursali<br />
fuori Praga conformemente allo Statuto dell’Associazione.<br />
Rostislav Pietropaolo - vicepresidente statutario<br />
Telefono e fax: 0042 0 235 362 939; Indirizzo: Brixiho 21, 162 00 Praga 6, RC ;<br />
Cellulare: 0042 0 606 648 317; prateleitalie@seznam.cz - www.prateleitalie.eu
Cascata de le Marmore<br />
Spettacolo di raro fascino offerto dal precipitare delle acque<br />
del fiume Velino nel Nera, con tre maestosi salti che,<br />
circondati da vegetazione lussureggiante,<br />
coprono complessivamente un dislivello di 165 metri.<br />
Magica Umbria<br />
13
14<br />
L’Associazione Amici dell’Italia<br />
è una associazione civica senza fini di lucro. Con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri della<br />
RCeca e dell’Ambasciata d’Italia a Praga assiste lo sviluppo di rapporti diretti fra i cittadini, le<br />
organizzazioni e gli enti in tutte le sfere della vita sociale dei due paesi e nella creazione dei<br />
presupposti di questi rapporti. Dalla sua fondazione, il 7 giugno 1990, si sono iscritti 2.388 membri.<br />
Per mezzo di succursali locali svolge la sua attività su tutto il territorio della RC. Tra l´altro: *organizza dei<br />
corsi di lingua italiana e ceca, gestiti da lettori italiani e cechi; *pubblica il Notiziario trimestrale e le<br />
pubblicazioni orientate su rapporti ceco-italiani, su usi e costumi italiani e le loro specificità.<br />
Attualmente ha pubblicato Le varietà napoletane, in lingua ceca “Neapolské variace”, sta preparando<br />
la pubblicazione Sulla vita in Italia in ceco “O životě v Itálii” e una monografia Ci conosciamo da<br />
undici secoli, in ceco “Známe se jedenáct století”, dedicata alla storia di rapporti ceco-italiani.<br />
Su questo orientamento fa anche le conferenze e le esposizioni; *Coopera nello sviluppo dei<br />
gemellaggi fra le città ceche e italiane. L´Associazione è aperta a tutti coloro che sono disposti a<br />
sostenere le sue attività. Possono aderire anche tramite le pagine dell´internet clicando sulle voci O<br />
společnosti e Přihláška. Il contributo annuale è volontario. Ogni socio contribuisce secondo le sue possibilità.<br />
Společnost přátel Itálie je neziskovým občanským sdružením. S podporou Ministerstva<br />
zahraničních věcí ČR a Velvyslanectví Itálie v Praze napomáhá ve vytváření podmínek k rozvoji přímých<br />
styků mezi občany, organizacemi a institucemi ve všech oblastech společenského života obou zemí.<br />
Od jejího založení dne, 7 června 1990, se přihlásilo 2.388 členů. Prostřednictvím místních poboček<br />
rozvíjí činnost na celém území ČR. Mimo jiné: *pořádá kurzy italského a českého jazyka, vedené<br />
italskými i českými lektory; *vydává čtvrtletní Zpravodaj a knižní publikace. zaměřené na česko-italské<br />
vztahy, na italské reálie a jejich specifiku. V současné době vydala Neapolské variace, připravuje<br />
publikaci O životě v Itálii a monografii “Známe se jedenáct století” věnovanou dějinám česko-italských<br />
vztahů. S tímto zaměřením rozvíjí i přednáškovou a výstavní činnost; *spolupracuje při rozvíjení<br />
partnerských vztahů mezi českými a italskými městy. Společnost je otevřena všem, kteří chtějí podpořit její<br />
činnost. Mohou se přihlásit i prostřednictvím internetu kliknutím na hesla O společnosti a Přihláška.<br />
Roční členský příspěvek je dobrovolný. Každý člen přispívá podle svých možností.<br />
Analisi della postura<br />
Ipertermia<br />
Onde d’urto focalizzate<br />
Rieducazione ortopedica<br />
Rieducazione posturale globale<br />
Tecarterapia<br />
Test di valutazione e rieducazione isocinetica<br />
I rappresentanti del gruppo di Terni e dell’Associazione Amici<br />
dell’Italia incontrano la Dott.ssa Rossana Ruggiero, addetto culturale<br />
dell’Istituto di Cultura della Ambasciata Italiana a Praga.<br />
ASSOCIAZIONE AMICI DELL´ ITALIA<br />
Brixiho 21, 162 00 Praha 6<br />
Tel/fax 00420 235 362 939 606 648 317<br />
e-mail prateleitalie@seznam.cz<br />
www.prateleitalie.eu<br />
SPOLEČNOST PŘÁTEL ITÁLIE<br />
Brixiho 21, 162 00 Praha 6<br />
Tel/fax 00420 235 362 939 606 648 317<br />
e-mail prateleitalie@seznam.cz<br />
www.prateleitalie.eu<br />
Rugby Terni: bravi!<br />
S’acchiappano con veemenza... può sembrare violenza... tu,<br />
aduso al calcio, t’aspetti una scazzottatura generale.<br />
Macché... si riacchiappano, s’aggrappano e si sballottano qua e<br />
là... sempre placidi, mansueti (avvezzi alla mano... cioè!),<br />
imperturbabili, determinati. Nella tua mente fa di nuovo capolino<br />
il calcio e ti vien da pensare: ma i calciatori, così isterici,<br />
simulatori e pronti a vigliaccate, a quale subgenere sportivo e<br />
similumano appartengono? Utilizziamoli, via, come operatori<br />
ecologici... è il massimo, per loro! Soprattutto, al fine di non<br />
propalare orrori linguistici e considerazioni demenziali, non allochiamo<br />
alcuni di loro in televisione a scimmiottare le partite: non hanno<br />
niente da dire e non lo sanno neanche dire bene! Gli analfabeti in<br />
mutande, inopinatamente milionari, rendono però un bel servizio<br />
al nostro paese, insieme al gossip ed alle mostre di variopinte<br />
parrucche per cani. Qualcuno ringrazia.<br />
I nostri della palla ovale, giovani di spirito e di cultura, hanno invece combattuto<br />
indomitamente, con le mani, ma senza venir alle mani!<br />
L’avversario ceco, conoscendo il valore dei nostri ingenerato da velocità e schemi di gioco,<br />
decideva, all’ultimo momento, di dar luogo alla tenzone in un campetto di sabbia, contiguo<br />
al grande campo in erba.<br />
In un campo normale infatti, i cechi sarebbero stati surclassati dalla velocità e dalla sagacia<br />
tattica delle fere ternane.<br />
In un campo così ridotto invece e con i piedi impantanati nella sabbia, i pié veloci rossoverdi<br />
sarebbero stati tutti a portata delle loro possenti braccia.<br />
Le fere non si demoralizzano, accettano la sfida al motto: maggiori difficoltà, maggiori onori.<br />
Furibonde le mischie dalle quali è difficile guizzar via, attanagliati dai potenti magli cechi.<br />
Sorretti però dallo sfrenato tifo di un pubblico entusiata, guidato dalle intrepide ed<br />
instancabili <strong>La</strong>ura e Rita, hanno aggiunto gloria ai già blasonati colori. Solo il risultato,<br />
imposto con slealtà dai sovversivi del Soviet, penalizza i nostri giovani: 1173 a 11.<br />
PS Fuor di celia, si è trattato, in realtà, di un incontro sereno, sano, sportivo, avvincente.<br />
I giovani ternani, molti giovanissimi, hanno gareggiato alla pari con i molossi di Praga, più<br />
grandi di loro, nell’età e nella mole. Il pubblico si è divertito molto.<br />
Come da tradizione, la sera tutti insieme a cena in una birreria tipica praghese dove l’unico a<br />
non farsi onore è stato il cuoco locale. GR<br />
Fisioterapia e Riabilitazione<br />
Dir. San. Dr. Michele A. Martella - Aut. Reg. n. 8385 del 19/09/01<br />
Terni - Via Botticelli, 17 - Tel 0744.421523 - 401882
Magica Umbria<br />
Realizzata dal console romano Curio Dentato nel<br />
271 a.C. per evitare che le acque del Velino impaludassero<br />
la sovrastante pianura di Rieti, ha ispirato poeti e pittori.<br />
Era inserita nel Grand Tour che portava studiosi e regnanti<br />
d’Europa a visitare l’Italia.<br />
Citata da Virgilio nell’Eneide, fu visitata, rappresentata<br />
e cantata da Alfieri, Andersen, Belli, Byron, Corot,<br />
Galilei, Pellico.<br />
Cascata de le Marmore<br />
15
16<br />
Dal mio primo incontro<br />
con Madre Maria Electa<br />
sono trascorsi molti anni<br />
durante i quali “… lo sguardo<br />
- che mi aveva sedotta da<br />
un bellissimo antico ritratto 1<br />
- acuto e coraggioso senza<br />
essere spavaldo, sensibile<br />
ma non sognante, tenero e<br />
pieno di cose, sicuramente<br />
appartenuto ad una ragazza<br />
straordinaria” 2 ha continuato<br />
a nutrire in me un dialogo<br />
interiore che alimenta<br />
ancora esperienze bellissime.<br />
Tanti percorsi di ricerca,<br />
incontri fecondi di amicizie,<br />
esperienze didattiche,<br />
traduzioni teatrali, itinerari<br />
culturali… mi appaiono,<br />
tuttavia, essere piccola cosa<br />
al confronto della impegnativa,<br />
carica di responsabilità,<br />
interessantissima atti vità<br />
nella commissione storica<br />
diocesana del percorso di<br />
beatificazione della Serva<br />
di Dio Maria Electa, che ho<br />
accettato di condividere senza<br />
riserve, ma non senza paura.<br />
Nel frattempo, molti<br />
viaggi lungo il percorso<br />
europeo di Maria Electa.<br />
Sempre con interlocutori<br />
del mio lavoro, studenti e<br />
colleghi europei, mai, tuttavia,<br />
con una tanto numerosa<br />
e variegata compagnia<br />
di persone diverse per provenienza<br />
geografica, culturale,<br />
ideale, quali quelle con<br />
cui ho condiviso il mio più<br />
recente, bellissimo, viaggio<br />
a Praga.<br />
Soggetto organizzatore<br />
del viaggio l’Intercral di<br />
Terni, l’associazione, cioè,<br />
di vari circoli aziendali.<br />
Presenti la redazione della<br />
testata culturale cittadina<br />
<strong>La</strong> <strong>Pagina</strong>, la squadra locale<br />
di giovani rugbisti, alcuni<br />
giocatori di burraco<br />
Ancora a Praga con Caterina nella mente<br />
del Circolo Drago, giovani<br />
impegnate nella danze folk<br />
(e sicuramente dimentico i<br />
più), rappresentati a vario<br />
titolo nel grande gruppo<br />
che si è mosso (parte in bus<br />
e parte in aereo) in Luglio<br />
alla volta di Praga, scelta<br />
come terreno di impegno<br />
su cui sperimentare un<br />
<strong>progetto</strong> di interscambio<br />
socio-culturale.<br />
Soggetti dunque, in qualche<br />
modo, istituzionali, espressione<br />
di molteplici istanze<br />
della città: le molte decine<br />
di partecipanti ne rappresentano,<br />
infatti, vari e complessi<br />
aspetti. Senza contare<br />
che il viaggio avveniva in<br />
parallelo con altri Cral italiani<br />
(Perugia, Caserta, Catanzaro...)<br />
con i quali si è condiviso<br />
gran parte del percorso.<br />
Un <strong>progetto</strong> di interscambio<br />
culturale a Praga<br />
non poteva non prevedere<br />
un percorso di conoscenza<br />
della Carmelitana ternana<br />
che ha svolto un ruolo importante,<br />
nel secolo XVII,<br />
nella capitale boema, le cui<br />
spoglie sono conservate<br />
nella Chiesa del Carmelo,<br />
in Castello. Il gruppo degli<br />
organizzatori ha immediatamente<br />
e con vivo interesse<br />
recepito la mia proposta ed,<br />
in breve, l’itinerario Carmelitano<br />
è diventato punto<br />
qualificante dell’agenda di<br />
viaggio.<br />
A Praga una full immersion<br />
nelle meraviglie della<br />
capitale boema che mi affascina<br />
ancora come la prima<br />
volta, quando vi giunsi, con<br />
numerosissimi studenti al<br />
seguito, ancora ignara del<br />
tutto di Maria Electa, come,<br />
del resto, di lei ignara lo è<br />
molta parte dei ternani,<br />
inclusi questi miei recenti,<br />
simpaticissimi, compagni<br />
di viaggio.<br />
Sono tornata a Praga<br />
più volte dopo la seduzione<br />
dell’ incontro con la incredibile<br />
vicenda europea di<br />
Caterina e da allora ho<br />
sempre cercato di ripercorrere<br />
il cammino di questa<br />
giovane nostra concittadina<br />
che, sullo sfondo della<br />
guerra ‘dei Trenta anni’, ha<br />
compiuto la sua missione di<br />
fondazione dei Carmeli:<br />
prima a Vienna, nella più<br />
prestigiosa sede imperiale,<br />
poi nel territorio della avanguardia<br />
cattolica a Graz,<br />
fino alla difficile e complessa<br />
fondazione e gestione del<br />
Carmelo di Praga, nell’avamposto<br />
del cattolicesimo<br />
in terra boema, dove<br />
gli eventi storici avevano<br />
aperto fratture insanabili<br />
nel corpo della cristianità.<br />
Questo ultimo è stato,<br />
tuttavia, un viaggio particolare:<br />
tante diverse menti e<br />
tante personalità rappresentative<br />
della città, che, di<br />
questa pagina di storia locale,<br />
hanno potuto prendere<br />
coscienza, fino ad<br />
incontrare Maria Electa,<br />
lassù, in Castello, nella<br />
chiesa del Carmelo dove<br />
lei sta, celata dalla grata di<br />
ferro imposta dalla clausura<br />
Carmelitana, a testimoniare<br />
una vita, una sfida, la<br />
permanenza nel tempo di<br />
un sistema di valori e di<br />
significati universali.<br />
Madre Maria Mercedes,<br />
Priora del Carmelo di<br />
Terni, che tanta parte della<br />
sua vita ha speso e spende,<br />
con bruciante ardore, perché<br />
non si spenga il ricordo<br />
di Maria Eletta, ha fornito<br />
al gruppo un ricchissimo<br />
materiale di documentazione<br />
storico-teologico; dalla famosissima<br />
Chiesa del Bambino<br />
di Praga è giunto un giovane<br />
Carmelitano per celebrare<br />
la Messa, seguita con<br />
grandissima attenzione dal<br />
foltissimo gruppo di ternani.<br />
Una bellissima coincidenza<br />
ha fatto sì che il<br />
giorno della nostra presenza<br />
al Carmelo praghese<br />
coincidesse con la celebrazione<br />
del Santo Profeta<br />
Elia, origine dello spirito<br />
carmelitano di cui il celebrante<br />
ha illustrato la spiritualità<br />
con riflessioni di<br />
esperienza diretta in Palestina,<br />
della quale traspariva<br />
in lui una grande e tenera<br />
nostalgia. Due amiche<br />
hanno letto i Salmi, io ho<br />
illustrato la storia di Caterina,<br />
suscitando, come<br />
sempre accade in chi per la<br />
prima volta incontra Maria<br />
Eletta, un vivissimo interesse<br />
in tutti i presenti.<br />
Nella stessa giornata,<br />
totalmente dedicata a Maria<br />
Electa, abbiamo anche goduto<br />
dell’onore di essere<br />
ricevuti dalla Dottoressa<br />
Rossana Ruggiero, addetto<br />
culturale dell’Istituto di<br />
Cultura della nostra Ambasciata<br />
a Praga che, generosamente,<br />
aveva recepito la<br />
mia richiesta di accoglienza<br />
presso il bellissimo edificio<br />
storico che ospita l’Istituto 3 ,<br />
sede di un antico ospedale<br />
e luogo di identificazione<br />
della laboriosa comunità<br />
italiana presente nel cuore<br />
della potenza imperiale<br />
praghese già durante il<br />
periodo umanistico-rinascimentale,<br />
epoca d’oro della<br />
capitale boema.<br />
Con emozione ho visitato<br />
di nuovo la magnifica<br />
Cappella facente parte del<br />
complesso di edifici, dal<br />
soffitto stupendamente dipinto<br />
da artisti italiani; con<br />
vivo interesse abbiamo<br />
seguito la presentazione<br />
delle attività dell’Istituto e<br />
con pari attenzione la Dott.<br />
Ruggiero ha recepito il materiale<br />
documentario proveniente<br />
dal Carmelo di<br />
Terni e le informazioni su<br />
M. M. Electa, così vicina,<br />
culturalmente e logisticamente,<br />
al suo impegno di<br />
lavoro. Abbiamo lasciato<br />
l’Istituto con l’auspicio che<br />
questo incontro possa<br />
essere foriero di ulteriori<br />
sviluppi sul piano dell’interscambio<br />
culturale.<br />
Come costantemente<br />
verifico, chiunque abbia<br />
notizia della complessa<br />
biografia di Caterina viene<br />
immediatamente e profondamente<br />
coinvolto nella vicenda<br />
umana e spirituale<br />
della giovane Carmelitana<br />
ternana: mai uscita dalla<br />
nostra città se non per intraprendere,<br />
giovanissima,<br />
un cammino incredibile attraverso<br />
le capitali europee<br />
del ‘600; divenuta in breve<br />
cara ai monarchi più potenti<br />
dell’epoca coinvolti<br />
con lei in fitta corrispondenza;<br />
donna persino fragile<br />
di salute, per la quale,<br />
tuttavia, papi ed imperatori<br />
si muovono ed agiscono;<br />
individuata quale responsabile<br />
di istituzioni religiose<br />
cruciali per il destino della<br />
Chiesa, i Carmeli, appunto,<br />
riformati secondo lo spirito<br />
teresiano sullo sfondo<br />
dei laceranti conflitti aperti<br />
dalla riforma protestante.<br />
E’ veramente difficile -<br />
ho constatato in questi anni<br />
di impegno su di lei - rimanere<br />
indifferenti di fronte<br />
ad una biografia tanto in-<br />
tensa, sorprendente, ricca di<br />
colpi di scena, di intrecci<br />
storici e di profondità spirituale…<br />
elementi tutti che<br />
rendono la nostra Carmelitana<br />
una personalità di<br />
grande rilievo, capace di affascinare<br />
chiunque abbia la<br />
fortuna di incontrarla.<br />
Anche da questo recente<br />
percorso carmelitano praghese,<br />
tutti, credo, siamo tornati<br />
mutati: arricchiti, incuriositi,<br />
stupiti, interessati.<br />
Molti hanno chiesto ulteriori<br />
informazioni, qualcuno aveva<br />
cose da raccontarmi, qualcun<br />
altro esprimeva propositi<br />
di impegno di studio sulla<br />
vicenda della suora ternana<br />
che ha vissuto una vita<br />
tanto intensa e degna di<br />
essere ancora investigata.<br />
Un rammarico mi porto<br />
dentro: non essere riuscita<br />
ad incontrare Padre Anastasio,<br />
il Carmelitano molto ricco<br />
di esperienza e di anni, che<br />
vive a Praga, quando non è<br />
in Africa nella sua missione.<br />
Nel mio primo viaggio di<br />
studio fu generosissimo,<br />
accogliendoci - per fornire<br />
aiuto alla ricerca storica su<br />
Caterina - nella Chiesa del<br />
Bambino, allora (da non<br />
molto il muro di Berlino<br />
era caduto!) nella fase<br />
iniziale del restauro ora<br />
meravigliosamente concluso.<br />
Lo ricordo raffreddatissimo<br />
(lui abituato alle<br />
temperature africane!) ed<br />
impegnatissimo, nel gelido<br />
inverno praghese nei lavori<br />
di restauro, eppure pronto a<br />
sedersi con noi intorno ad<br />
un tavolo per sostenere il<br />
nostro primo percorso<br />
praghese di ricerca su<br />
Maria Electa.<br />
Ancora un buon motivo,<br />
dunque, per tornare al<br />
più presto a Praga, ancora<br />
sulle tracce di Caterina! 4<br />
Rosella Mastodonti<br />
1 - R. Mastodonti. Testo teatrale<br />
(fonti documentarie);<br />
2 - Immagine che Luciana Maria<br />
Mirri ha utilizzato in copertina<br />
per la recente biografia di M.<br />
M. Eletta edita da Città Nuova;<br />
3 - A. T. Cabrales - <strong>La</strong> Congregazione<br />
italiana di Praga.<br />
Luoghi e memorie dell’Istituto<br />
Italiano di Cultura - Ed. T.Byzac.<br />
4 - L’articolo è pubblicato nel<br />
Periodico della Associazione<br />
‘Amici di M.M. Eletta’.
Il vecchio e il fascista<br />
Era una giornata calda e afosa. Aria pesante, ferma e umida. Le nuvole che nei<br />
giorni scorsi oscuravano il cielo avevano fatto sperare in un temporale<br />
rinfrescante, ma alla fine non era caduta neanche una goccia d’acqua e la città<br />
rimaneva prigioniera di una torrida cappa soffocante.<br />
Anche quella mattina, come tutti i giorni, si era svegliato troppo presto, tormentato<br />
dai dolori alla schiena e allo stomaco. Si era alzato per andare in cucina e bere<br />
un bicchiere d’acqua. Erano quasi le quattro, fuori era ancora buio, ma ad oriente<br />
già si intravedevano i primi chiarori dell’alba. Neanche di notte la temperatura<br />
scendeva sotto i 30 gradi e non si riusciva a dormire. Come se non fossero<br />
sufficienti i dolori dell’età, quella notte il suo fragile sonno era stato turbato anche<br />
dai sogni angosciosi dove riviveva ancora la morte di sua moglie e di suo figlio.<br />
Per l’ennesima volta, poi, non poteva fare a meno di chiedersi che senso avesse<br />
avuto per lui rimanere in vita fino alla vecchiaia trascinando con sé i fantasmi del<br />
passato che, neanche dopo tutti quegli anni, non gli davano pace.<br />
Tornare a letto non aveva senso, faceva troppo caldo e si sentiva nervoso.<br />
Andò in salotto e si lasciò cadere sulla poltrona, accese la televisione nella<br />
speranza di distrarsi almeno un po’. Continuò a lungo a cambiare i canali<br />
cercando qualcosa da guardare finché non si addormentò.<br />
Quando si risvegliò si accorse che ormai era mattina e che la luce del giorno<br />
illuminava il soggiorno. Erano le otto passate. Si lavò, fece colazione con un po’<br />
di biscotti e di latte, dopodiché, come faceva ogni mattina, uscì sul piccolo<br />
terrazzo e dal dodicesimo e ultimo piano del palazzo di periferia nel quale<br />
viveva osservò la città che ancora sonnolenta e affaticata dal gran caldo a<br />
malavoglia e lentamente cominciava a muoversi.<br />
Tante volte aveva sostato sul quel piccolo terrazzino meditando di farla finita,<br />
con la voglia di lasciarsi cadere e liberarsi una volta per tutte dei ricordi dolorosi<br />
di sua moglie e di suo figlio. Ma non ne aveva mai avuto né il coraggio né la<br />
debolezza necessari. Si era rassegnato a vivere con quel dolore profondo e<br />
incessante ben consapevole che non sarebbe mai riuscito a superarlo e che la<br />
sua vita si sarebbe consumata nel ricordo di ciò che era accaduto. Il figlio ucciso<br />
dalla polizia durante una delle tante manifestazioni di quegli anni, la moglie<br />
consumata dal dolore e morta pochi anni dopo.<br />
Era rimasto solo. Solo con i ricordi della sua famiglia e solo con quel senso di<br />
impotenza verso un sistema che, per come la vedeva lui, era solo la<br />
realizzazione di tutto quello contro cui aveva lottato da giovane come partigiano.<br />
In quegli anni la rappresaglia fascista gli aveva portato via i genitori e,<br />
successivamente, il fratello catturato e ucciso sulle montagne. Quasi trent’anni<br />
dopo il figlio e poi la moglie. Era vissuto con la convinzione che esistesse un<br />
legame profondo tra quelle tragedie così lontane nel tempo, come se i colpevoli<br />
e i loro mandanti fossero, dopo tutto, le stesse persone.<br />
Pensò che quel giorno sarebbe dovuto uscire per provare a distrarsi un po’.<br />
Sentiva, infatti, che se fosse rimasto in casa le ombre del passato avrebbero<br />
continuato a tormentarlo senza tregua.<br />
A causa dell’afa, non era uscito di casa per quattro giorni. Si vestì, prese il<br />
bastone da passeggio e con passo lento e insicuro uscì. Non appena aperto il<br />
portone del palazzo un’ondata di aria bollente lo investì come una fiammata<br />
facendogli rimpiangere il fresco dell’atrio lastricato di pietra. Per un attimo, fermo<br />
sulla soglia, meditò di tornare indietro, non gli sembrava saggio alla sua età<br />
avventurarsi in quella calura, ma poi decise comunque di proseguire convinto<br />
che un po’ di moto gli avrebbe fatto bene. Si avviò verso la fermata dell’autobus<br />
che lo portò fino al parco dove era solito passeggiare quando faceva bel tempo.<br />
Era un parco cittadino molto grande, frequentato da tutta la città, risalente alla<br />
fine del XVIII secolo quando i signori dell’epoca trasformarono quella che era la<br />
loro riserva di caccia in un parco moderno aperto a tutti. Era attraversato da<br />
numerosi viali che si incrociavano perpendicolarmente e, qua e là, c’erano alcune<br />
grandi fontane intorno alle quali si rincorrevano sempre sciami schiamazzanti di<br />
bambini le cui grida di gioia gli rendevano così amabile quel posto.<br />
Vedere i bambini aveva un doppio effetto su di lui: da una parte lo mettevano di<br />
buon umore, aveva sempre avuto un debole per quella loro inesauribile energia<br />
e per quella fantasia così pura e innocente, dall’altra, però, gli mettevano<br />
tristezza.<br />
Gli ricordavano sempre che adesso lui sarebbe potuto essere nonno e che, in<br />
quello stesso momento, sarebbe potuto essere seduto lì accanto a sua moglie,<br />
con la quale avrebbe voluto invecchiare insieme, a guardare i nipotini giocare a<br />
pallone con suo figlio proprio come stava facendo un uomo alto vestito con una<br />
tuta azzurra insieme a due bambini che gli correvano intorno.<br />
Spesso diceva a se stesso che era meglio per lui non andarci nemmeno al<br />
parco, si ripeteva che vedere quelle famiglie spensierate non era una buona<br />
idea visti i ricordi tristi che gli riportavano alla mente. Ma ci tornava sempre, ne<br />
era attratto. Era come se in questo modo sentisse di poter vivere almeno un<br />
pallido riflesso della vita di famiglia, di nonno soddisfatto, che avrebbe potuto<br />
essere se non avessero ucciso suo figlio o, come sosteneva la polizia, se egli<br />
non fosse morto in un tragico incidente. Qualche volta capitava, mentre era<br />
seduto su una delle tante panchine verdi che si trovavano lungo i viali principali<br />
del parco, che un pallone deviasse fino a lui seguito, poco dopo, da un<br />
bambino sudato e trafelato che correva per riprenderselo.<br />
In quei pochi istanti, mentre restituiva il pallone al bambino, cercava a volte di<br />
scambiare con lui due parole, sapere come si chiamava o quanti anni aveva.<br />
Le sue risposte, come quelle di tutti i bimbi, erano sempre frettolose e incerte,<br />
voleva tornare subito a giocare e sicuramente il papà o il nonno, che da lontano<br />
lo guardava attento, lo aveva avvertito di non dare mai confidenza a nessuno,<br />
nemmeno al parco. Ed erano proprio quegli sguardi diffidenti di genitori e<br />
bambini che lo facevano sentire così solo, sguardi sospettosi che sembravano<br />
intuire non solo che lui non aveva nipoti, ma anche che un grande dolore lo<br />
tormentava. Per questo il più delle volte si sceglieva una panchina isolata,<br />
possibilmente in ombra, e trascorreva lunghe ore pomeridiane a guardare i<br />
bambini giocare.<br />
Anche quel giorno si trovò una panchina che prometteva ancora almeno un<br />
paio d’ore di ombra e lentamente si sedette appoggiando accanto a sé il<br />
bastone da passeggio. Oggi c’era poca gente nel parco, erano appena le nove<br />
eppure faceva già molto caldo e man mano che il sole saliva in cielo la<br />
temperatura saliva inesorabile. Nonostante questo decise di rimanere seduto<br />
lì ignorando la calura. Sperava di perdersi e di fondere i suoi pensieri con quelle<br />
piante silenziose, con quelle mamme apprensive e con quei bambini sempre in<br />
festa. Una donna apparve alla sua sinistra spingendo con calma sul viottolo un<br />
passeggino dove era seduta una bambina tutta vestita di rosso con lunghi<br />
boccoli biondi che reggeva un palloncino rosa attaccato a un filo bianco.<br />
Poco dietro di loro due bambini, una bambina e un bambino, si rincorrevano<br />
schiamazzando felici mentre un bassottino a pelo lungo li stava inseguendo<br />
abbaiando e scodinzolando. <strong>La</strong> madre li richiamò un paio di volte ammonendoli<br />
di fare attenzione a non cadere ma i bambini non sembravano preoccuparsene e<br />
continuavano a rincorrersi scambiandosi ogni poco i ruoli di inseguito e di<br />
inseguitore. Osservò la scena a lungo. Dai vani richiami della madre intuì che<br />
il bambino si chiamava Adriano e poteva avere all’incirca 6 o 7 anni mentre la<br />
bimba, che la mamma chiamava Caterina, non poteva avere più di 5 anni.<br />
Quel quadretto familiare lo aveva incantato.<br />
Rimaneva sempre affascinato dai giochi dei bambini, era una visione della quale<br />
non si sarebbe mai stancato. Era capace di guardarli per ore intere. Amava la<br />
loro fantasia senza confini, la capacità che avevano di passare da un gioco<br />
all’altro inventandosi continuamente nuove situazioni, ruoli, compiti e sfide di<br />
tutti i tipi. Era bellissimo vedere come rimanevano stupiti di fronte a una rana<br />
che saltava in uno stagno oppure un passerotto che catturava un vermiciattolo,<br />
ogni cosa per loro era fonte di stupore e anche un banale rametto poteva<br />
diventare la bacchetta magica di chissà quale potentissimo stregone.<br />
Vedere quella innocenza, quella genuinità e quella spontaneità lo rendeva<br />
sereno perché sentiva che, nonostante tutto, nel mondo c’era sempre ancora<br />
del bene e che l’uomo, di fondo, nella sua veste più infantile, era<br />
sostanzialmente una creatura buona. Aveva bisogno di quelle sensazioni<br />
perché lo aiutavano a scacciare, almeno per qualche ora, l’amarezza della sua<br />
vita e il rancore per le perdite subite. Quando vedeva bambini come questi<br />
giocare innocentemente pieni di allegria riusciva ancora a pensare che ci fosse<br />
una speranza per il mondo e che, un giorno, nessuno avrebbe più dovuto<br />
subire per mano di un suo simile quello che lui, trent’anni prima, aveva vissuto.<br />
Perso tra le grida di gioia e i piccoli grandi pianti dei bambini rimase lì seduto<br />
osservando la vita intorno a sé per una mezz’oretta quando vide arrivare da<br />
una vialetto alla sua destra un anziano signore distinto. Aveva un portamento<br />
elegante per la sua età, vestiva una bella camicia azzurra e un paio di<br />
pantaloni beige ben stirati. Come lo aveva intravisto aveva subito capito che era<br />
diretto verso la sua panchina e dal suo passo deciso aveva anche intuito che<br />
probabilmente aveva voglia di chiacchierare. Tra persone anziane capitava<br />
spesso e anche se lui non era propriamente una persona loquace, tuttavia a<br />
volte la solitudine lo portava a scambiare due parole con qualcuno.<br />
Adesso, però, c’era qualcosa in quell’uomo che di primo acchito non gli piacque.<br />
Andreas Pieralli 1 di 3<br />
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18<br />
Perché un classico non finisce mai di<br />
dire ciò che ha da dire<br />
L’Associazione Italiana di Cultura Classica e i<br />
giovani: un dialogo aperto<br />
Far dialogare i ragazzi di oggi - sempre alle prese con<br />
SMS e ipod - con Cicerone o Lucrezio. Di più, farli<br />
riflettere sui valori della classicità. Impossibile?<br />
Direi proprio di no, stando al successo riscosso dal<br />
concorso Vite parallele: personaggi a confronto,<br />
proposto dall’A.I.C.C. alle scuole medie e ai licei della<br />
provincia di Terni. Un successo fatto non solo di numeri<br />
- cinquanta i partecipanti alle tre sezioni (terza media,<br />
biennio e triennio liceali) - ma soprattutto di qualità della<br />
riflessione, di creatività, di passione.<br />
Segno che, al di là dei luoghi comuni che li vorrebbero<br />
apatici, distratti, disimpegnati, i giovani di oggi sanno<br />
raccogliere le sfide, anche le più impegnative dal punto<br />
di vista culturale ed umano, come dimostrano gli<br />
elaborati delle due giovani vincitrici della sezione<br />
triennio, entrambe del liceo classico “ G.C. Tacito”:<br />
Benedetta De Cesaris e Sara Maria Fantini.<br />
Ne “<strong>La</strong> saggezza dei folli”, Benedetta De Cesaris (II IF),<br />
fa incontrare Tasso nella reclusione di S. Anna con uno<br />
dei suoi daimones, Lucrezio che, per intervalla insaniae,<br />
lo guida sulla via della saggezza.<br />
Sara Maria Fantini (II IT) con la sceneggiatura teatrale<br />
“Clamor validus” (che pubblicheremo nel prossimo<br />
numero de <strong>La</strong> <strong>Pagina</strong>), ambientata nel monastero di<br />
Gandersheim (X sec. d.C.), coglie il delicato rapporto tra<br />
mondo classico e medioevo cristiano, analizzando i<br />
tormenti e la spiritualità della monaca Roswitha,<br />
appassionata lettrice delle opere di Terenzio e lei stessa<br />
autrice di drammi a lui ispirati.<br />
Prof.ssa Annarita Bregliozzi<br />
Presidente dell’AICC - Delegazione di Terni<br />
Cari giovani, non fatevi del male con “grandi<br />
o famosi fratelli e scellerati gossip”, idiozie create<br />
ad arte per fabbricare mentecatti.<br />
Fatevi del bene leggendo, tra altri classici,<br />
<strong>La</strong> Gerusalemme liberata e il De rerum natura.<br />
<strong>La</strong> saggezza dei folli<br />
Spifferi d’aria gelida<br />
penetravano tra le porte<br />
scardinate delle celle fredde<br />
e sudice dell’ospedale.<br />
Sibilavano lente, inquietanti,<br />
mentre alzavano momentanei<br />
aliti di polvere.<br />
Di quando in quando qualcuno<br />
tossiva, qualcun altro<br />
batteva i denti, qualcun<br />
altro ancora azzardava una<br />
languida risata. Una delle<br />
tante celle, invece, restava<br />
in silenzio, immersa nella<br />
penombra e rischiarata<br />
debolmente solo dal pallore<br />
della luna piena. Un uomo<br />
se ne stava rannicchiato su<br />
una sedia traballante, tarlata,<br />
accanto ad uno scrittoio<br />
logoro e sporco d’inchiostro,<br />
su cui poggiava una pila di<br />
fogli sgualciti, scritti ma pieni<br />
di macchie e imperfezioni.<br />
L’uomo teneva in mano<br />
una penna, talvolta la intingeva<br />
nel calamaio e poi restava<br />
ad osservarla, finché<br />
le gocce nere non andavano<br />
a depositarsi sul foglio,<br />
dilatandosi mentre la carta<br />
le assorbiva e ne faceva un<br />
disegno irregolare. Era un<br />
uomo maturo, con gli occhi<br />
vuoti e i capelli incolti e impastati.<br />
I fasci di luce della<br />
luna facevano scorgere a<br />
tratti le cicatrici lattee che<br />
aveva sul volto, a tratti ferite<br />
ancora fresche ed incrostate<br />
di sangue. Una<br />
folata di vento scompigliò<br />
appena la pila di fogli.<br />
L’uomo allora si alzò di<br />
scatto e gettò bruscamente<br />
il pennino a terra, mentre<br />
prendeva a girare affannosa-<br />
mente per tutto il perimetro<br />
della stanza,<br />
dondolandosi avanti e indietro<br />
e scuotendo il capo.<br />
Maledetti, maledette creature...<br />
creature maligne,<br />
infide, figlie del diavolo...<br />
MALEDETTI! - urlò acceso<br />
d’ira. Poi parve calmarsi<br />
tutto d’un tratto, mise<br />
le schiena al muro e scivolò<br />
fino a terra, prendendosi il<br />
capo tra le mani e continuando<br />
a dondolare avanti<br />
e indietro. Un altro alito di<br />
vento raggiunse il buio cubicolo<br />
e accarezzò tenue i<br />
capelli unti dell’uomo.<br />
Basta! Basta! <strong>La</strong>sciatemi in<br />
pace, miserabili!<br />
Ti è così molesta la mia<br />
visita, Torquato?<br />
Qualcuno aveva parlato:<br />
una voce profonda, calda e<br />
sconosciuta. L’uomo fermò<br />
di colpo il suo movimento<br />
convulso d’andirivieni e<br />
alzò cauto lo sguardo verso<br />
il punto in cui gli era<br />
sembrato di udire la voce.<br />
Dall’ombra emerse una<br />
figura, un uomo alto, calvo,<br />
sbarbato, col viso lungo e il<br />
mento appuntito, e con due<br />
occhi neri come la pece ma<br />
a tratti striati da uno strano<br />
guizzo rossiccio. Indossava<br />
una tunica lunga fino alle<br />
caviglie, sotto alla quale<br />
spuntavano i piedi nudi.<br />
Chi... che...che volete? Chi<br />
siete? balbettò incerto<br />
Torquato, passandosi una<br />
mano tra i capelli sporchi,<br />
quasi a volerseli ravviare,<br />
ma senza successo.<br />
Non mentivano coloro che<br />
dicevano che il male interiore<br />
è spesso peggiore del<br />
male fisico... disse tranquillo<br />
l’altro uomo, schiarendosi<br />
elegantemente la voce.<br />
Non mi avete risposto.<br />
Ebbene...non si sa molto su<br />
di me, devo ammetterlo. Ma<br />
non è che poi questo mi<br />
turbi molto. Anzi, probabilmente<br />
è meglio così. Non<br />
ho mai amato le cose mondane...<br />
ho sempre preferito<br />
una vita appartata, solitaria...<br />
L’uomo fece qualche<br />
passo in avanti e si sedette<br />
alla scrivania in un fruscio.<br />
Avete... avete così ragione.<br />
Forse dovrei anch’io...ma<br />
la corte... la corte è così<br />
così... attraente... eppure<br />
così fallace, distrugge i<br />
miei sogni uno ad uno... li<br />
sgretola come pietre in<br />
mano a un titano...<br />
L’uomo sorrise.<br />
Non potrai mai trovare quel<br />
che veramente desideri nella<br />
vita di società. Nulla che ne<br />
faccia parte rifletterà mai<br />
ciò che siamo, Torquato.<br />
Eppure... eppure dev’esserci<br />
un mondo adatto,<br />
anche se remoto, simile<br />
alla natura, libero, semplice,<br />
autentico... con pastori<br />
bonari e senza tutte<br />
quelle competizioni... quel<br />
doversi adeguare necessariamente...<br />
ma che sto di-<br />
cendo! Devo accontentare<br />
il mio padrone! Devo rispettare<br />
lui ed i precetti<br />
della Chiesa - disse Torquato,<br />
allungando le gambe a<br />
terra ed osservandosi le punte<br />
dei piedi scalzi e anneriti.<br />
No Torquato, non commettere<br />
questo terribile errore...<br />
non abbandonare i tuoi<br />
pensieri per ciò che non ti<br />
appartiene... e per di più in<br />
nome della religione. Essa<br />
non è che uno strumento di<br />
coesione, un infido “instrumentum<br />
regni”. Conosci<br />
l’episodio del sacrificio<br />
della sventurata Ifigenia e<br />
di come il padre si sbarazzò<br />
di lei? chiese l’uomo, distogliendo<br />
lo sguardo da<br />
Torquato e fissandolo verso<br />
la luna. Torquato annuì più<br />
volte, come in preda ad uno<br />
spasmo.<br />
<strong>La</strong> religione, ahimè, è usata<br />
essenzialmente per fini politici.<br />
Ed essa è causa solo<br />
di scelleratezze. Ci sono esseri<br />
superiori, sì Torquato,<br />
ma a loro non importa<br />
nulla di noi.<br />
Come... Dio... come può<br />
non importargli? I suoi...<br />
ministri mettono la gente al<br />
rogo... perché hanno offeso<br />
Dio.. e come può lui restare<br />
indifferente?<br />
Rifletti,Torquato: hai mai<br />
visto Dio? chiese pacato<br />
l’uomo, continuando ad<br />
esaminare i riflessi pallidi<br />
della luna. Torquato sembrò<br />
essere imbarazzato alla<br />
domanda.<br />
No - ammise arrossendo -<br />
insomma Lui... Lui non<br />
può... non può farsi vedere.<br />
Non gliene importa nulla, è<br />
questo il motivo. Le divinità...<br />
stanno lì, nei loro<br />
“intermundia”, oziando...<br />
interessiamo solo a noi
stessi, è questo il punto.<br />
Che intendete dire?<br />
C’ è un vecchio detto... recita<br />
così “vivere non è<br />
mangiare e bere, ma nutrirsi<br />
e dissetarsi”. Sai cosa<br />
vuol dire? Vuol dire che è<br />
inutile adagiarsi sugli allori,<br />
è inutile abbandonarsi<br />
alla più piccole e meschine<br />
fragilità. <strong>La</strong> paura degli<br />
Dei, la paura della morte...<br />
davanti ad essi sembriamo<br />
come bambini che temono<br />
il buio. Abbiamo paura di<br />
morte e Dèi solo perché<br />
ignoriamo ciò che essi<br />
realmente sono. Ragiona:<br />
chi mai si getterebbe giù da<br />
un precipizio, ignorando a<br />
che altezza si trovi?<br />
Torquato parve disorientato<br />
da quel ragionamento.<br />
Gettò un’occhiata a terra,<br />
per un momento parve alienarsi<br />
dalla conversazione,<br />
poi si riprese:<br />
Continuate, sussurrò.<br />
Non esistiamo per volontà<br />
divina o perché c’è un fine<br />
nel percorso terreno che<br />
conduciamo. Siamo fatti di<br />
atomi, questo è il punto. Ci<br />
aggreghiamo nella nascita,<br />
ci disgreghiamo nella morte;<br />
e per effetto di una deviazione,<br />
per di più, non per<br />
volontà nostra o di chicchessia.<br />
Capisci, Torquato<br />
dov’è che erriamo? E’ improduttivo<br />
abbandonarci<br />
alle nostre insicurezze. Ne<br />
usciamo solo più insofferenti<br />
di prima.<br />
Allora... volete dirmi che la<br />
vita... non potremo mai<br />
controllare nulla? Saremo<br />
sempre succubi di un sistema<br />
che aliena la nostra<br />
identità?<br />
Oh sì che potremo controllare.<br />
Non tutto, ma qualcosa<br />
assolutamente sì. Ed<br />
oltretutto è l’unico modo<br />
che ci permette di avere<br />
un’esistenza “vivibile”...<br />
Necesse est. E’ necessario?,<br />
chiese perplesso Torquato.<br />
E’ necessario, sì. E’<br />
necessario che ci affidiamo<br />
alla nostra ragione, non ai<br />
desideri innaturali, devianti,<br />
non necessari... E’ così<br />
che abbiamo la possibilità<br />
di fugare ogni nostra incertezza.<br />
Eliminandola razionalmente.<br />
Ma come? Come posso af-<br />
fidarmi alla mia ragione, se<br />
anch’essa, proprio come i<br />
miei sensi, mi tradisce?<br />
Come quando scrivo. <strong>La</strong><br />
mia ragione sostiene la negazione<br />
di qualcosa, ma io<br />
riesco a dire solo il contrario.<br />
Cerco disperatamente<br />
di rifugiarmi nella mia<br />
scrittura, ma più tento di<br />
scrivere una cosa, più essa<br />
si confonde, sfuma nei miei<br />
pensieri... Come posso<br />
affidarmi alla ragione, che<br />
forse è persino la parte di<br />
me stesso che più mi è<br />
ignota e riesco meno a<br />
controllare?<br />
Torquato scuoteva il capo,<br />
si batteva la testa con<br />
entrambe le mani, come a<br />
volersi punire, o forse più a<br />
voler tentare di farsi venire<br />
in mente una possibile<br />
soluzione ai suoi dilemmi.<br />
<strong>La</strong> scrittura è dominabile<br />
in certi limiti, Torquato.<br />
Non priviamoci anche<br />
della libertà della scrittura.<br />
Affìdati alle muse, all’ispirazione<br />
che infondono in<br />
te... Assapora il loro miele,<br />
coniuga estetica ed insegnamenti,<br />
qualunque sia il<br />
risultato.. è molto difficile<br />
dominare bene la materia<br />
scritta...<br />
Eppure.... eppure l’Ariosto!<br />
Oh, come ci è riuscito bene<br />
lui.... ha messo in ridicolo i<br />
valori cavallereschi come<br />
da sua volontà, è riuscito a<br />
tener le fila di tutto quel<br />
narrare avviluppato e<br />
deviante, ha saputo distaccarsi<br />
da tutti quei suoi<br />
personaggi, quelle sue<br />
creature... ed io? Io non<br />
riesco a scrivere ciò che<br />
devo, ma riporto sulla<br />
carta solo macchie di qualcosa<br />
che non sono certo di<br />
desiderare, o che non<br />
voglio... è tutto talmente<br />
complicato... è come se le<br />
mie aspirazioni al decoro e<br />
alla compostezza subissero<br />
delle spinte disgregatrici<br />
sotterranee... proprio come<br />
i miei cavalieri! Anche loro<br />
nell’abisso, tra bene e<br />
male, giusto e sbagliato...<br />
L’altro uomo distolse lo<br />
sguardo dalla luna, umettò<br />
gli occhi battendo lentamente<br />
le palpebre e trasse<br />
un profondo sospiro.<br />
Si schiarì la voce.<br />
Si osservò interessato le<br />
mani, poi fece intrecciare le<br />
lunghe dita affusolate tra<br />
loro e riprese a parlare: che<br />
cosa stai scrivendo?, chiese<br />
dolcemente.<br />
Parlo di una guerra. Una<br />
guerra tra bene e male,<br />
combattenti cristiani contro<br />
combattenti pagani, interventi<br />
di angeli ma anche di<br />
demoni... rispose secco<br />
Torquato.<br />
Ahimè, amico mio... disse<br />
l’uomo, improvvisamente<br />
amareggiato, mentre il bel<br />
viso curato veniva d’un<br />
tratto velato da un cipiglio<br />
di dissenso, proprio la<br />
guerra fa da protagonista<br />
al tuo libro? E così dunque<br />
anche alla tua vita... la<br />
guerra è male, Torquato...<br />
Torquato parve mortificato<br />
dalla solennità e dall’amarezza<br />
con cui l’aveva<br />
avvolto quella risposta,<br />
perciò si affrettò a dire:<br />
Oh, oh lo so certo.... la guerra<br />
è sì manifestazione di eroismo<br />
e forza.... ma è atroce,<br />
disumana, genera solo<br />
sofferenza e lutto...lo so, sì...<br />
Non ci saranno mai né<br />
vincitori né vinti davanti<br />
alle atrocità, mai...<br />
Avete ragione. Ma.... seppure<br />
dovessero esserci,<br />
credo che anche i vinti<br />
abbiano una loro dignità....<br />
insomma, quale colpa<br />
potremmo mai imputargli?<br />
Di essere stati troppo indulgenti<br />
con i nemici? Di<br />
essere stati troppo vili? Di<br />
essere stati costretti a fare<br />
qualcosa di cui non condividevano<br />
le idee solo perché<br />
subordinati a qualcun<br />
altro?...<br />
Non è compito nostro giudicare<br />
gli altri, Torquato.<br />
Noi, al massimo, abbiamo<br />
l’opportunità di ricercare<br />
le cause dei fenomeni, ma<br />
non di porre gli uomini<br />
sotto giudizio - sentenziò<br />
perentorio l’uomo sconosciuto.<br />
L’ennesima folata di vento<br />
accarezzò i fogli disordinatamente<br />
impilati sulla scrivania,<br />
alzandone in volo tre<br />
o quattro, che si librarono<br />
per la stanza per qualche<br />
attimo, descrivendo onde<br />
flessuose a mezz’aria.<br />
Il silenzio s’impadronì del<br />
cubicolo per qualche<br />
istante. I due uomini erano<br />
immobili nelle loro posizioni.<br />
Poi, all’improvviso,<br />
Torquato si gettò a terra, col<br />
viso rivolto verso il pavimento<br />
e prese a dimenarsi<br />
come tormentato da forze<br />
invisibili. Batteva mani e<br />
piedi violentemente, respirava<br />
affannosamente, non<br />
aveva tregua, mentre le lacrime<br />
gli irrompevano fuori<br />
dagli occhi e gli bagnavano<br />
gli zigomi, per poi disperdersi<br />
nella barba incolta.<br />
Lo sconosciuto non alzava<br />
lo sguardo dalle proprie<br />
mani e rimaneva, anzi, statico<br />
in quella posa di una<br />
calma quasi inquietante.<br />
A cosa hai pensato Torquato?,<br />
chiese, con voce<br />
greve e lontana.<br />
Torquato rallentò le sue<br />
convulsioni e riprese fiato.<br />
E’ così... così... frustrante...<br />
perché? Perché non posso<br />
controllarlo? Voi sapete<br />
tutto, giusto? Spiegatemelo<br />
voi!, ululò. Cosa pretendi<br />
che ti spieghi?, domandò<br />
amabile l’altro.<br />
Questo... questi... l’amore,<br />
diamine! Io... non... ci...<br />
riesco... come... faccio... a... a...<br />
Lo sconosciuto sembrò risvegliarsi<br />
dal suo torpore e<br />
le striature rossicce degli<br />
occhi sembrarono prendere<br />
vita, facendosi di un rosso<br />
sangue. Si alzò in piedi e<br />
prese a parlare da solo.<br />
Brucia l’intima piaga a nutrirla<br />
e col tempo incarnisce,<br />
divampa nei giorni<br />
l’ardore, l’angoscia ti<br />
serra, se non confondi<br />
l’antico dolore con nuove<br />
ferite, e le recenti piaghe<br />
errabondo lenisca d’instabili<br />
amori, e ad altro tu<br />
possa rivolgere i moti<br />
dell’animo... ma... È proprio<br />
lei che talvolta con<br />
l’onesto suo agire, / l’equilibrio<br />
dei modi, la nitida<br />
eleganza della persona, / ti<br />
rende consueta la gioia<br />
d’una vita comune. / Nel<br />
tempo avvenire l’abitudine<br />
concilia l’amore; / ciò che<br />
subisce colpi, per quanto<br />
lievi ma incessanti, / a<br />
lungo andare cede, e infine<br />
vacilla”... e ripeteva i versi<br />
di continuo, in modo<br />
assillante, maniacale.<br />
<strong>La</strong> Provincia di Terni<br />
per la cultura<br />
E’ voluttà, una cosa svincolata<br />
da ogni legge morale, è<br />
piacere dei sensi... ma<br />
anche sofferenza, morbido<br />
patetismo, lacrime, abbandono...<br />
Torquato era tornato in sé e<br />
stava ad osservare la scena<br />
attento, con respiro irregolare,<br />
mentre si raggomitolava<br />
di nuovo addosso al<br />
muro.<br />
Il tono di voce dello sconosciuto<br />
si alzava sempre di<br />
più, sempre più forte, e il<br />
respiro di Torquato si faceva<br />
sempre più affannoso,<br />
forte, veloce, sempre più<br />
forte, forte, forte, forte....<br />
finché non lanciò un urlo<br />
straziante. Tutto sembrò finalmente<br />
tacere. Nemmeno<br />
il vento spirava più. <strong>La</strong> luna<br />
continuava a splendere,<br />
regina incontrastata nella<br />
notte. Torquato alzò cauto<br />
lo sguardo sul suo cubicolo<br />
e vide che era tornato<br />
vuoto. Non c’era più nessuno.<br />
Si accasciò del tutto<br />
sul pavimento, accanto alla<br />
penna che in precedenza<br />
aveva gettato a terra. <strong>La</strong><br />
prese in mano, poi allungò<br />
l’altra mano verso uno dei<br />
fogli che il vento aveva<br />
fatto volteggiare per tutta la<br />
stanza. Lo avvicinò a sé e<br />
scrisse qualcosa su di esso.<br />
Poi lasciò andare tutto e<br />
prese a fissare il vuoto, finché<br />
il sonno non ebbe la<br />
meglio. Il respiro di Torquato<br />
riprese a farsi regolare,<br />
mentre il foglio su cui<br />
aveva scritto poco prima<br />
veniva nuovamente spostato<br />
da un alito di vento e<br />
le lettere ancora fresche di<br />
inchiostro rilucevano alla<br />
luce della luna:<br />
“E che il vero condito in<br />
mille versi, / i più schivi allettando<br />
ha persuaso.”<br />
Benedetta De Cesaris<br />
II IF<br />
19
20<br />
Alcuni dei filosofi italici chiamati Pitagorici dicono che la cometa è uno degli astri vaganti, ma che le sue apparizioni avvengono<br />
attraverso lunghi periodi di tempo. Aristotele, Metereologica A 6. 342b 29<br />
Il 9 Ottobre prossimo in tutta Italia si celebrerà la<br />
Giornata nazionale contro l’Inquinamento Luminoso<br />
Per una facile comprensione dell’Inquinamento Luminoso, è sufficiente esaminare la foto<br />
sottostante: una somma di immagini in notturna scattate da satellite al nostro pianeta, che<br />
mette in evidenza le zone più devastate (quelle più industrializzate) come Stati Uniti,<br />
Europa e Giappone.<br />
Questo fenomeno, sconosciuto alla gran parte della popolazione, è snobbato dai media e<br />
ignorato dalle istituzioni politiche, che invece di mettere ordine con una legge nazionale,<br />
relegano questa responsabilità alle Regioni.<br />
Da parte nostra riteniamo quindi doveroso dedicargli tutto lo spazio a nostra disposizione<br />
(in questo mese ben tre pagine), con la speranza che, anche se trattato solo in modo<br />
superficiale, possiamo infondere conoscenza di questo grave danno che peserà sulle spalle<br />
delle future generazioni. Per l’occasione diamo il benvenuto a Franco Capitoli, nostro<br />
socio, che da vero competente (ex Quadro ENEL - funzione ingegneria), curerà<br />
mensilmente questo aspetto, mettendo in rilievo gli impianti fuori legge, sia pubblici che<br />
privati di Terni e provincia, suggerendo le soluzioni più adeguate.<br />
In coerenza per la divulgazione di questo fenomeno, sabato 9 ottobre, saremo presenti a<br />
Piazza Europa fin dal primo pomeriggio con una decina di telescopi, a disposizione dei<br />
cittadini e scolaresche, per una serata di osservazione astronomica, dove per l’occasione,<br />
l’A.S.M. di Terni spegnerà fino alla mezzanotte le luci della piazza.<br />
Riducendo dove non necessaria, o solo apportando piccole modifiche alle strutture<br />
illuminanti, si otterrebbe un risparmio energetico di grosse proporzioni che andrebbe ad<br />
influire positivamente nelle tasche dei cittadini. Diamo atto all’Amministrazione<br />
Comunale di Terni che si sta ben adoperando nel rispetto della nuova Legge Regionale e<br />
che sia di esempio per tutti i Comuni limitrofi. Ai progettisti, installatori, fornitori e<br />
rivenditori di impianti illuminanti chiediamo di attenersi scrupolosamente alla nuova<br />
normativa Umbra, nella duplice ottica di migliorare sia l’ambiente che evitare le sanzioni<br />
previste! Tonino Scacciafratte<br />
Presidente A.T.A.M.B. - tonisca@gmail.com<br />
Pillole di Astronomia<br />
Ricordo che l’eclittica è quella linea percorsa dal Sole nel suo moto annuo, contro lo sfondo<br />
delle costellazioni zodiacali. Per un ipotetico osservatore posto sul Sole, l’Eclittica sarebbe<br />
invece la linea percorsa dalla Terra, nel suo moto annuo. E’ evidente quindi che l’Eclittica<br />
è determinata dall’intersezione del piano dell’orbita terrestre sulla sfera celeste e che tale<br />
piano contiene il Sole. Perciò, in un giorno qualsiasi, la posizione del Sole sulla volta<br />
celeste indica all’osservatore un punto appartenente all’Eclittica. In un giorno d’inverno,<br />
l’Eclittica è bassa sull’orizzonte (infatti il Sole è basso) mentre alla stessa data, di notte,<br />
l’Eclittica è alta sull’orizzonte: le costellazioni zodiacali che si snodano sull’eclittica,<br />
visibili in inverno, sono alte in cielo. D’estate, l’Eclittica è alta di giorno (infatti il Sole è alto<br />
sull’orizzonte) mentre di notte l’Eclittica è bassa per cui le costellazioni zodiacali estive,<br />
Scorpione, Sagittario, Capricorno sono basse sull’orizzonte. Provate a localizzare questo<br />
tratto dello Zodiaco unendo idealmente con una linea le costellazioni. Naturalmente anche<br />
i pianeti e la Luna, che si muovono in prossimità dell’Eclittica, saranno assai alti in cielo in<br />
inverno e assai bassi in estate. GC<br />
Osservatorio Astronomico di S. Erasmo<br />
Osservazioni per il giorno venerdì 24 Settembre <strong>2010</strong><br />
In prima serata, alta nel cielo, troviamo una Luna quasi piena (fase calante di 16 giorni) che<br />
disturba non poco la visione di oggetti deboli, ma Giove, alto nel cielo e molto luminoso,<br />
non ne risentirà e potremmo osservarlo molto bene con i suoi quattro satelliti (Io, Europa,<br />
Ganimede e Callisto) tutti allineati dalla stessa parte.<br />
<strong>La</strong> Galassia di Andromeda sarà il secondo oggetto che punteremo e per i più esigenti,<br />
l’ammasso aperto della Civetta (NGC 457) distante 9.000 anni luce. TS<br />
Una costellazione al mese<br />
Capricorno e Scudo<br />
Decima costellazione<br />
dello Zodiaco, il Capricorno<br />
ha una forma<br />
triangolare molto evidente<br />
in cielo, con tre<br />
larghe coppie di stelle<br />
abbastanza brillanti a<br />
delimitarne i contorni.<br />
Può essere individuata<br />
tracciando una linea tra<br />
Vega della Lira e Altair<br />
dell’Aquila e raddoppiandone<br />
la distanza.<br />
Alle nostre latitudini è<br />
sempre molto bassa<br />
sull’orizzonte e quindi risulta anche difficile individuare<br />
gli oggetti da osservare. Nell’antichità la costellazione<br />
veniva a trovarsi nella parte più bassa del transito del Sole<br />
sull’eclittica e questa posizione fu denominata Tropico del<br />
Capricorno. <strong>La</strong> costellazione è molto antica, ma è tra le<br />
ultime introdotte dai Sumeri, attorno al 2100 a.C.<br />
Rappresenta una capra di mare, una capra con la coda di<br />
pesce: la leggenda narra che il dio-capra Pan si gettò nel<br />
Nilo per sfuggire al mostro Tifone e, solo per la parte del<br />
corpo sott’acqua, fu trasformato in pesce.<br />
Spostandoci ora più ad ovest, tra il Sagittario, la coda del<br />
Serpente e l’Aquila, letteralmente incastonata nella Via<br />
<strong>La</strong>ttea, ecco la piccola<br />
costellazione dello Scudo.<br />
E’ una costellazione<br />
recente, inventata da<br />
Hevelius nel 1690, e<br />
denominata in origine<br />
Scutum Sobiescianum, in<br />
onore di Giovanni III re<br />
di Polonia (in polacco,<br />
Jan Sobieski) che liberò<br />
Vienna nel 1683 dall’assedio<br />
dei Turchi, l’unico<br />
personaggio storico cui<br />
sia dedicata un’intera costellazione. Le stelle dello Scudo<br />
non formano una figura ben definita, tuttavia, se vengono<br />
incluse alcune stelle dell’Aquila, è possibile delineare un<br />
ovale abbastanza riconoscibile. Lo Scudo è più facilmente<br />
individuabile grazie alla presenza di una nube stellare, un<br />
brillante grumo della Via <strong>La</strong>ttea di forma approssimativamente<br />
circolare con tre stelle relativamente luminose<br />
nella parte settentrionale. Nella parte nord-orientale della<br />
nube è situato lo splendido ammasso aperto M11, detto<br />
“delle anatre selvatiche” perché ricorda in qualche modo<br />
il volo delle anatre selvatiche.<br />
L’uniformità nella luminosità delle sue componenti (circa<br />
un centinaio di stelle tra le magnitudini 11 e 12,5)<br />
accompagnata alla sua grande densità lo fa assomigliare<br />
a prima vista ad un ammasso globulare.<br />
Con un binocolo 7x50 appare simile a una densa macchia<br />
nebbiosa di piccole dimensioni. Giovanna Cozzari<br />
Associazione Ternana Astrofili<br />
Massimiliano Beltrame<br />
Via Maestri del <strong>La</strong>voro, 1 - Terni<br />
tonisca@gmail.com 329-9041110<br />
www.mpc589.com<br />
L’osservatorio astronomico di S. Erasmo è aperto<br />
gratuitamen te per i cittadini l’ultimo venerdì<br />
di ogni mese dalle ore 21,30.
Dieci penzierini su l’aria<br />
e l’inquinamentu<br />
attemosfericu... tuttu fa!<br />
1) L’attemosfera è l’aria ch’avvorge<br />
la Terra... è bbellu aveccela ‘ntornu<br />
quanno unu è vvivu perché doppo ‘n<br />
ce se fa più gnente.<br />
2) L’aria cià tantu ‘ssiggenu e ttutti<br />
quilli che pozzono respirallu lu<br />
respirono. Mi’ madre e mmi’ sorella<br />
se ‘ssiggenono pure li capilli, mi’<br />
padre però... me sà che cco’ l’ossiggeno<br />
‘n ce fa gnente perché ‘n cià mancu ‘n capillu!<br />
3) L’ossiggeno lu buttono fòri le piante... ‘n cambiu noi le<br />
tajamo e ppo’ le bruciamo. A mme m’hanno dittu che le<br />
piante bbruciono perché ce sta l’ossiggeno, allora finché<br />
bbruciono non ce dovemo preoccupa’ perché l’ossiggeno<br />
ce sta.<br />
4) Brucianno le piante... producemo ‘nidride carbonica e<br />
ttanta ce fa male... e ppo’ la ‘nidride carbonica ce scappa<br />
anche da la bbocca. Cià raggione papà quanno je dice a<br />
mmamma da risparmia’ su lu fiatu... perché essa da sola<br />
co’ ‘lla jacchiera... chissà quanta ‘nidride carbonica ce<br />
scarica su l’attemosfera!<br />
5) Io penzo che ttutti quilli che fumono ‘nquinono meno<br />
de ‘ll’andri perché, co’ ttuttu ‘llu smogghe che cciànno<br />
dentro li pormoni, la ‘nidride carbonica non je riesce a<br />
scappà e j’armane dentro.<br />
6) Mi’ nonnu sta sempre a ssuspirà, me sà che sse vòle fa<br />
‘n’abbuffata de aria perché m’ha dittu che cce dovemo sta’<br />
tantu tembu senza de essa.<br />
7) Co’ ll’aria ce se campa ma mi’ madre m’ha dittu che se<br />
non magno non pozzo campa’ solu de essa.<br />
8) Io penzo che ttutte quelle puzze che cce stanno ‘n giru<br />
so’ tantu ‘mportanti pe’ l’attemosfera perché ccucì<br />
trattenemo lu fiatu e pproducemo meno ‘nidride carbonica.<br />
9) Mi’ nonnu quanno je entra l’aria da ‘na finestra, co’ tutti<br />
quilli sternuti la fa scappa’ da quell’andra... ‘ccellerata e<br />
piena de schizzi.<br />
10) Io non vojo che mmi’ nonnu armane senz’aria, allora<br />
je spalanco tutte le finestre a ccostu de faje pijà ‘na<br />
purmunite, issu è contentu perché co’ tutti ‘lli spifferi<br />
arpenza a quann’era ggiovinottu che annava ‘n motocicretta.<br />
paolo.casali48@alice.it<br />
ASTROrime...<br />
Inquinamento luminoso e black out<br />
Mio nonno che vive in campagna<br />
è venuto a trovarmi in città...<br />
e ogni volta ripete e si lagna<br />
che... non vede le stelle da qua.<br />
Ma nonno!?... C’è tanto splendore!...<br />
Non c’è raffronto col buio del cielo<br />
e... questo ci dà quel calore<br />
e... siamo protetti da un velo.<br />
Ma come risposta a tal vanto...<br />
ecco... c’è un silenzio improvviso...<br />
di luci... di suoni... d’incanto...<br />
solo il nonno e... non vedo il suo viso.<br />
Nipote... ora sì... c’è splendore...<br />
alza gli occhi... vedi stelle nel cielo?<br />
Sono tante e... rafforzan l’amore<br />
portando ogni cuore al disgelo.<br />
PC<br />
<strong>LA</strong> SICUREZZA DEI TUOI INVESTIMENTI<br />
<strong>La</strong> luce ha oscurato le stelle!<br />
Fin dai tempi più antichi<br />
l’uomo, volgendo lo sguardo<br />
verso l’alto, ha goduto del<br />
più grande spettacolo offerto<br />
dalla natura. Con la<br />
sua fantasia ha unito con<br />
linee immaginarie le migliaia<br />
e migliaia di stelle<br />
luccicanti, disegnando nel<br />
cielo figure di personaggi<br />
ed animali e creando storie<br />
e leggende ad essi legate.<br />
Tutte le antiche culture<br />
hanno studiato e disegnato<br />
il proprio cielo: i popoli<br />
della mesopotamia, i cinesi,<br />
i popoli dell’America centrale,<br />
gli egiziani, i greci.<br />
I fenici, grandi navigatori,<br />
si servirono delle conoscenze<br />
astronomiche per<br />
effettuare le loro traversate<br />
in mare. Per migliaia di<br />
anni l’unico ostacolo all’osservazione<br />
del cielo<br />
stellato sono state esclusivamente<br />
le condizioni atmosferiche.<br />
Da sempre l’uomo ha considerato<br />
il buio come qualcosa<br />
di negativo, di<br />
temibile e quindi, per fugare<br />
queste paure, ha cercato<br />
di fare luce anche di<br />
notte con torce, fanali, lampade.<br />
<strong>La</strong> luce ha sempre<br />
rappresentato per l’uomo la<br />
vita che rinasce, ma con il<br />
progredire della tecnologia<br />
si è abusato con le illuminazioni.<br />
L’inquinamento<br />
luminoso, che è cresciuto<br />
con l’evolversi della civiltà,<br />
non aveva causato gravi<br />
danni fino all’invenzione<br />
della luce elettrica. Alla fine<br />
del 1700 venne inventata la<br />
lampada ad idrogeno con<br />
accensione elettrica e per<br />
tutto l’800 in rapida successione<br />
furono ideati vari<br />
tipi di lampade, fino al<br />
1878, quando Thomas Edison<br />
inventò la lampada<br />
elettrica ad incandescenza.<br />
Dopo pochi anni ebbe inizio<br />
la produzione di energia<br />
elettrica su grande scala. <strong>La</strong><br />
prima centrale elettrica per<br />
l’illuminazione entrò in<br />
funzione in America nel<br />
1881 e due anni dopo a<br />
Milano fu attivato il primo<br />
impianto italiano.<br />
Gli osservatori astronomici<br />
che si trovavano nelle<br />
grandi città subirono un<br />
grave danno con l’illuminazione<br />
elettrica e piano<br />
piano vennero spostati<br />
<strong>La</strong> piana del Fucino di notte<br />
fuori dai centri abitati,<br />
riconquistando così, ahimè<br />
solo momentaneamente,<br />
quelle magnitudini che<br />
avevano perso. A metà del<br />
1900 con preoccupazione<br />
sempre crescente si cominciò<br />
a studiare il problema: a<br />
Flagstaff venne mappato il<br />
territorio e venne misurata<br />
la perdita di magnitudini<br />
stellari; tre astronomi della<br />
Specola Vaticana di Castelgandolfo<br />
- Bertiau, De<br />
Graevee e Treanor - studiarono<br />
un sistema per determinare<br />
la brillantezza del<br />
cielo relativamente alla<br />
distanza dalle città e pubblicarono<br />
la prima mappa<br />
dell’inquinamento luminoso<br />
in Italia. Dagli anni 1970-<br />
1980 in poi, in tutto il<br />
mondo vengono formate<br />
varie commissioni che<br />
emettono ordinanze per<br />
proteggere gli osservatori<br />
dall’inquinamento luminoso,<br />
ma si continua purtroppo<br />
a perdere magnitudini<br />
e le immagini dal<br />
satellite mostrano un pianeta<br />
ormai illuminato a<br />
giorno. I grandi osservatori<br />
astronomici vengono spostati<br />
nelle zone meno illuminate<br />
della Terra, come le<br />
Ande o le Canarie ed anche<br />
nello spazio (il Telescopio<br />
spaziale Hubble), mentre i<br />
piccoli osservatori amato-<br />
riali, che non<br />
hanno fortissime<br />
possibilità economiche,rimangono<br />
immersi<br />
nell’accecante<br />
bagliore di sconsiderateilluminazioni<br />
stradali,<br />
civili, militari, industriali,<br />
navali,<br />
aeree, pubblicitarie,monumentali,<br />
sportive,<br />
portuali, aero-<br />
LIBERATI<br />
portuali e chi più ne ha più<br />
ne metta!<br />
Alle 3 di notte, quando nessun<br />
turista circola per la<br />
città, possiamo vedere centinaia<br />
di monumenti illuminati<br />
a giorno, con fari che<br />
puntano verso l’alto: ma<br />
cosa aspettano a spegnerli?<br />
A chi servono a quell’ora?<br />
Se una notte dalle nostre<br />
case alziamo lo sguardo<br />
verso il cielo, scorgiamo<br />
qualche decina di stelle,<br />
quando invece ne dovremmo<br />
vedere migliaia. Tanti<br />
scolari hanno visto le costellazioni<br />
solo nelle illustrazioni<br />
di un libro. Nel<br />
1994, dopo il terremoto che<br />
colpì Los Angeles ed il<br />
conseguente blackout, i cittadini<br />
americani tempestarono<br />
di telefonate i<br />
centralini telefonici degli<br />
istituti scientifici per chiedere<br />
di che origine fossero<br />
tutti quei puntini luminosi<br />
nel cielo… Il buio aveva<br />
reso visibile un cielo stellato<br />
che la maggior parte di<br />
loro non aveva mai potuto<br />
vedere prima! Sempre<br />
negli Stati Uniti, in un<br />
parco pubblico illuminato a<br />
giorno, alcuni orsi hanno<br />
distrutto i lampioni perché<br />
disturbavano il loro sonno!<br />
.. gli orsi hanno capito. E noi?<br />
Fiorella Isoardi Valentini<br />
Osservate più spesso le stelle<br />
Quando avete un peso sull’animo<br />
guardate le stelle<br />
o l’azzurro del cielo.<br />
Quando vi sentirete tristi,<br />
quando vi offenderanno,<br />
quando qualcosa non vi riuscirà,<br />
quando la tempesta<br />
si scatenerà nel vostro animo,<br />
uscite all’aria aperta<br />
e intrattenetevi, da soli, col cielo.<br />
Allora la vostra anima<br />
troverà la quiete. Pavela Florenskij<br />
Impianti Condizionamento - Idraulici - Vapore<br />
Via Romagna, 61 - Terni 0744.404287<br />
21
22<br />
Prevenzione dall’inquinamento luminoso e risparmio energetico<br />
L’amministrazione del Comune di Terni ha recentemente<br />
adottato una procedura organizzativa, con la quale intende<br />
adempiere agli obblighi prescritti dalla Legge Regionale<br />
20/2005 Norme in materia di prevenzione dall’inquinamento<br />
luminoso e risparmio energetico e dal Regolamento Regionale<br />
2/2007 Regolamento di attuazione della L.R. n. 20/2005.<br />
I criteri principali della L.R. e del R.R. sono:<br />
1) Non disperdere la luce al di sopra la linea dell’orizzonte;<br />
2) Orientare il cono di luce prodotto dagli apparecchi verso<br />
il basso;<br />
3) Non illuminare al di fuori delle aree cui la luce è<br />
funzionalmente dedicata.<br />
<strong>La</strong> legge è vincolante per l’illuminazione esterna sia<br />
pubblica che privata. <strong>La</strong> procedura organizzativa del<br />
Comune di Terni è in vigore dal 15 feb. <strong>2010</strong>.<br />
Tutti i progettisti degli impianti d’illuminazione esterna<br />
pubblica e privata e i soggetti operativi, dovranno attenersi<br />
ai criteri tecnici e alle procedure introdotte dai due atti<br />
legislativi; pene severe sono previste per i trasgressori.<br />
Il rispetto delle prescrizioni indicate dalla L.R. 20/2005 e dal<br />
R.R 2/2007 è un obbligo di legge, ma anche un dovere<br />
sociale e morale; basti pensare che solo in Italia si producono<br />
circa 2300 milioni di kwh l’anno di energia elettrica in più,<br />
per il surplus di luce artificiale sprecata nel cielo.<br />
Il costo equivalente è di circa 250 milioni di Euro l’anno.<br />
Franco Capitoli<br />
T u t t o s u l N u l l a<br />
Ormai<br />
questa<br />
espressione<br />
è<br />
talmente<br />
diffusa e<br />
radicata<br />
nella lingua<br />
italiana parlata e scritta, che<br />
spesso la si nomina senza<br />
sapere nemmeno di cosa si<br />
parli in realtà.<br />
È utilizzata quando uno è<br />
pensieroso:<br />
- Cos’hai?<br />
- NUL<strong>LA</strong>, tutto ok!<br />
Quando accade qualcosa:<br />
- Che è accaduto?<br />
- NUL<strong>LA</strong>, non è successo<br />
NIENTE!<br />
Nei rimproveri dei<br />
professori:<br />
- Sei un buono a NUL<strong>LA</strong>!<br />
Tra genitori e figli:<br />
- Non hai mangiato<br />
NUL<strong>LA</strong>!<br />
- Non voglio proprio<br />
NIENTE!<br />
Perfino tra amici:<br />
- Cos’hai oggi da fare?<br />
- Oh, NUL<strong>LA</strong>! Se vuoi<br />
possiamo uscire insieme!<br />
A volte, quest’espressione<br />
è utilizzata anche in un<br />
modo grammaticalmente<br />
non troppo corretto:<br />
- Cos’è stato questo<br />
rumore?<br />
- Oh, NUL<strong>LA</strong>, è soltanto il<br />
mio diario che è caduto!<br />
Verrebbe da pensare: ma se<br />
è il diario che è caduto,<br />
come fa ad essere<br />
NUL<strong>LA</strong> !?<br />
Allora QUALCOSA è!<br />
NUL<strong>LA</strong>,NUL<strong>LA</strong>, NUL<strong>LA</strong>…<br />
Ma cosa indica in realtà la<br />
parola “NUL<strong>LA</strong>”?<br />
Secondo le teorie matematiche<br />
sui corpi e l’universo,<br />
la parola “nulla”, sinonimo<br />
di “niente”, sta ad indicare<br />
uno spazio completamente<br />
vuoto, ove all’interno non<br />
vi siano né forme di vita, né<br />
oggetti, né elementi, né<br />
rocce, né pianeti, né stelle,<br />
né suoni, tantomeno l’elettricità<br />
e quindi, conseguenzialmente,<br />
deve mancare<br />
anche la luce.<br />
Molti studiosi si sono<br />
cimentati in passato nell’esplicazione<br />
del concetto<br />
di “nulla”: secondo i filosofi,<br />
il “nulla” non esiste;<br />
alcuni dicono che il “nulla”<br />
è semplicemente<br />
“nulla”; altri ancora,<br />
non sapendo<br />
come definirlo,<br />
dicono che esso è<br />
“qualcosa”.<br />
Ma allora, se è<br />
“qualcosa” non<br />
è“nulla”?!<br />
Anche in lingua si<br />
erra: se il “nulla”<br />
non è “nulla”,<br />
come fa ad essere<br />
una parola ?!<br />
Fin qui, la definizione<br />
più corretta<br />
sembrerebbe quella fornita<br />
dai matematici, anche se,<br />
riflettendoci bene, in effetti<br />
non è esatta del tutto: svuotiamo<br />
la mente e focalizziamo<br />
nella testa la<br />
definizione del “nulla”…<br />
Cosa appare?<br />
Uno spazio vuoto e bianco?<br />
Un’immagine nera ed<br />
oscurata?<br />
O semplicemente non<br />
trovate “NIENTE”?!<br />
E questo perché, almeno<br />
per come la vedo io, il<br />
“nulla” NON ESISTE!<br />
Mi spiego meglio: quando<br />
si è pensato al “nulla”, in<br />
realtà qualcosa è comparso<br />
nella nostra mente…<br />
Se per te è il nero più<br />
assoluto, comunque è il<br />
nero più assoluto; se pensi<br />
al bianco, lo stesso, poiché<br />
solo la luce è bianca e,<br />
quindi, non è uno spazio<br />
vuoto privo di luce!<br />
Anche la stessa definizione<br />
è errata: non può essere<br />
niente perché il niente di<br />
per sé non è e, di conseguenza,<br />
non può apparire<br />
come uno spazio vuoto.<br />
In conclusione credo che,<br />
poiché il nulla non lo si può<br />
trovare in nessuno spazio,<br />
in nessun tempo, non è<br />
definibile né quantificabile,<br />
tantomeno E’, questo non<br />
esiste o almeno non è umanamente<br />
raggiungibile, né<br />
immaginabile.<br />
Esso è la vera negazione<br />
dell’esistenza ...<br />
E voi, lettori, avete capito<br />
NUL<strong>LA</strong> di questo discorso?!<br />
Elena Lucci<br />
Esempio di apparecchi luminosi inquinanti<br />
Classe IIIG,<br />
Scuola media O. Nucula<br />
Sfera in vetro trasparente con alette frangi luce<br />
E’ fortemente inquinante poiché indirizza i raggi luminosi in<br />
tutte le direzioni (anche sopra l’orizzonte).<br />
Disperde nel cielo circa il 70% della luce prodotta e<br />
abbaglia gli occhi.<br />
Armatura inquinante installata in varie zone di Terni<br />
Esempio di apparecchi luminosi non inquinanti<br />
Armatura a guscio completamente schermante<br />
Orienta il cono di luce verso il basso (zona da<br />
illuminare) e illumina in modo più confortevole.<br />
Armatura non inquinante installata in varie zone<br />
di Terni<br />
I martedì matematici<br />
a cura di Giampiero Raspetti<br />
luogo: sala videoconferenze BCT<br />
orario: 16,30 - 18,00<br />
CORSO A per ragazzi dagli 11 ai 13 anni<br />
ottobre <strong>2010</strong>: 19, 26<br />
novembre <strong>2010</strong>: 9, 16, 23, 30<br />
dicembre <strong>2010</strong>: 7<br />
Corrispondenza biunivoca - Nascita del numero: Egitto, Grecia, Roma -<br />
Sistemi di numerazione - Al-Khwarizmi e al-jabr - Le equazioni<br />
CORSO B per tutte le età<br />
gennaio 2011: 11, 18, 25<br />
febbraio 2011: 1, 8<br />
Conquiste fondamentali del pensiero matematico e<br />
conseguenze nel campo sociale, politico, religioso.<br />
CORSO C per ragazzi dai 9 agli 11 anni<br />
febbraio 2011: 15, 22<br />
marzo 2011: 1, 8, 15, 22, 29<br />
aprile 2011: 5<br />
Senso del numero negli animali, nell’uomo primitivo, nell’uomo<br />
civilizzato - Ampliamento del senso del numero - Astrazione - Contare<br />
I corsi non sono paralleli ai programmi scolastici.<br />
I mercoledì informatici<br />
a cura di Paolo Lucci<br />
luogo: aula didattica BCT<br />
orario: 16,30 - 18,00<br />
CORSO A per ragazzi dagli 11 ai 13 anni<br />
ottobre <strong>2010</strong>: 27<br />
novembre <strong>2010</strong>: 3, 10<br />
Definizione di informatica, campo di utilizzo nella società moderna, limiti<br />
tecnologici ed aspetti educativi; Struttura fisica e logica di un elaboratore<br />
elettronico (esempi di hardware / software / firmware); <strong>La</strong> rete globale:<br />
Internet (navigazione, servizi web: email, chat, social network, ecc..)<br />
CORSO B per tutte le età<br />
gennaio 2011: 19, 26<br />
febbraio 2011: 2<br />
PC, netbook, notebook, palmari, server, ...); Tipici applicativi software<br />
impiegati per uso professionale, educativo, ricreativo; internet.<br />
CORSO C per ragazzi dai 9 agli 11 anni<br />
febbraio 2011: 23<br />
marzo 2011: 2, 9<br />
Introduzione all'informatica; Il PC: la parte “corporea e materiale”;<br />
Il PC: la componente “soffice e duttile”; Strumenti elettronici<br />
moderni per l'elaborazione delle informazioni e dei dati<br />
(Personal Computer, netbook, notebook, palmari, server, ...)<br />
I corsi di informatica sono per gruppi di 12 persone.<br />
_____<br />
Ad oggi si è formato il seguente gruppo di collaborazione<br />
per i corsi di matematica: Giampiero Raspetti, Ivano<br />
Argentini, Paolo Casali, Paolo Lucci, Daniele Di Lorenzi,<br />
Elena Lucci, Francesco Neri, Giovanni Massarelli.<br />
NB<br />
- I corsi sono completamente gratuiti<br />
- I moduli di iscrizione sono disponibili presso la<br />
Biblioteca Comunale di Terni e anche scaricabili<br />
dal sito www.bct.comune.terni.it