07.06.2013 Views

Il Cimone N. 03 - CAI sezione di Modena

Il Cimone N. 03 - CAI sezione di Modena

Il Cimone N. 03 - CAI sezione di Modena

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

TRIMESTRALE - ANNO XXXIV - Nuova serie N. 3 - GIUGNO/LUGLIO/AGOSTO 2012 - Tariffa R.O.C. Iscrizione n° 10621: “Poste Italiane s.p.a. - Spe<strong>di</strong>zione in Abbonamento Postale<br />

D.L.353/20<strong>03</strong> (conv. in L. 27/02/2004 N° 46) art. 1, comma 1, DCB <strong>Modena</strong> - Tassa Riscossa - L’abbonamento riservato ai soci <strong>di</strong> Euro 2,00 è stato assolto nella quota associativa.<br />

ai Soci, agli amici, agli escursionisti<br />

e a tutti coloro che amano l’ambiente montano<br />

Invito<br />

domenica 10 giugno<br />

all’inaugurazione della nuova veste<br />

del Giar<strong>di</strong>no Botanico Alpino Esperia<br />

e del nuovo Rifugio, Centro <strong>di</strong>dattico,<br />

culturale e <strong>di</strong> formazione sui temi<br />

connessi all’ambiente alpino<br />

Programma della giornata<br />

• 08.00 - partenza pullman dalla sede del C.A.I. via 4 novembre, 40 - <strong>Modena</strong><br />

• 10.30 - ritrovo parcheggio ingresso stradello Giar<strong>di</strong>no<br />

• 11.00 - saluto delle Autorità, Bene<strong>di</strong>zione e Inaugurazione della nuova opera<br />

• 12.30 - pranzo al sacco con brin<strong>di</strong>si augurale<br />

• 14.00 - canti <strong>di</strong> montagna e visita all’area verde e alla struttura<br />

• 15.30 - partenza pullman per rientro<br />

Sarebbe per noi un piacere se voi poteste essere presenti numerosi alla Inaugurazione della<br />

nuova struttura, insieme alle Autorità e ai Rappresentanti <strong>di</strong> tutti gli Enti Territoriali che hanno<br />

creduto nell’opera sinora svolta dal <strong>CAI</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> a favore dell’Appennino Modenese e hanno<br />

contribuito per questo alla realizzazione <strong>di</strong> questa prestigiosa impresa.<br />

<strong>Il</strong> Consiglio Direttivo<br />

P.S. Per il trasporto in pullman è necessario dare la propria adesione alla segreteria <strong>CAI</strong> -<br />

<strong>Modena</strong> entro le 19.30 <strong>di</strong> mercoledì 6 giugno, versando la quota <strong>di</strong> 10 Euro.<br />

a pagina 8<br />

All’interno:<br />

Corso <strong>di</strong> Ferrate e<br />

Sentieri Attrezzati pag. 2<br />

Soggiorni estivi<br />

dell'Alpinismo Giovanile pag. 7<br />

Concorso Fotografico<br />

I risultati pag. 9<br />

San Bernardo<br />

da Mentone pag. 10<br />

L’Appennino in una<br />

ine<strong>di</strong>ta mappa<br />

rinascimentale pag. 12<br />

e


<strong>CAI</strong><br />

E S C URSIONISMO<br />

8° Corso <strong>di</strong> Ferrate e Sentieri Attrezzati<br />

Eccoci giunti all’ottava e<strong>di</strong>zione<br />

del Corso <strong>di</strong> Ferrate e Sentieri<br />

attrezzati, due mesi in cui gli<br />

allievi avranno modo <strong>di</strong> far luce<br />

su ciò che si cela <strong>di</strong>etro ai<br />

sentieri segnati con le piccole<br />

croci nelle carte<br />

escursionistiche, dare una<br />

risposta a domande quali<br />

“Cosa si intende per via<br />

ferrata?” e “Come affrontare<br />

una via ferrata? Cosa può<br />

servire?”, oltre che affrontare i primi “sentieri verticali” tramite un percorso<br />

stu<strong>di</strong>ato ad hoc per avvicinarvisi in modo graduale e sicuro.<br />

Fino a qualche tempo fa, infatti, l’approccio alle vie ferrate avveniva all’interno<br />

dei corsi <strong>di</strong> alpinismo, poiché già considerata una pratica <strong>di</strong> tipo alpinistico...<br />

Pur trattandosi, infatti, <strong>di</strong> un percorso già attrezzato, regolarmente controllato<br />

e soggetto a manutenzione, è pur vero che intraprendere una via ferrata<br />

richiede già un <strong>di</strong>screto allenamento, un minimo <strong>di</strong> familiarità con l’esposizione<br />

e con l’arrampicata, una certa <strong>di</strong>mestichezza nell’utilizzo <strong>di</strong> un equipaggiamento<br />

in<strong>di</strong>spensabile (un imbraco, un kit da ferrata, un casco). Pertanto si potrebbe<br />

pensare a un corso <strong>di</strong> vie ferrate come ad un livello interme<strong>di</strong>o tra i corsi <strong>di</strong><br />

escursionismo e i successivi corsi base <strong>di</strong> alpinismo, rivolto a chi ha voglia <strong>di</strong><br />

sperimentare un modo <strong>di</strong> andare in montagna <strong>di</strong>fferente, vivace e spigliato,<br />

con qualche “esercizio <strong>di</strong> pratica ginnastica”... senza cadere nel rischio, però,<br />

<strong>di</strong> concepire una via ferrata come una mera palestra per affrontare altre <strong>di</strong>fficoltà,<br />

atteggiamento che può condurre a rappresentazioni riduttive e non aprire alla<br />

scoperta <strong>di</strong> una delle numerose vie che portano in cima alle montagne, alle<br />

tante cime, da intraprendere come uno dei tanti percorsi <strong>di</strong> conoscenza.<br />

L’invito è proprio quello <strong>di</strong> provare a immaginarsi questo corso come ad<br />

un’occasione <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento in cui contemplare nuovi, insoliti, ar<strong>di</strong>ti paesaggi<br />

e scoprire da vicino angoli nascosti, forme, colori, sapori, prima molto <strong>di</strong>stanti.<br />

Si comprenderà come interpretare la salita, stu<strong>di</strong>ando la morfologia dei <strong>di</strong>versi<br />

ambienti visitati, la qualità del terreno e le <strong>di</strong>verse risposte alle sollecitazioni.<br />

Dal rifugio Papa ci muoveremo in<br />

<strong>di</strong>rezione Cima Palòn e da qui<br />

proseguiremo in <strong>di</strong>rezione nord verso<br />

il Dente Italiano e Austriaco, teatro <strong>di</strong><br />

sanguinosi scontri durante la prima<br />

guerra Mon<strong>di</strong>ale come del resto tutta<br />

la zona del Pasubio. Lasciati i resti<br />

delle gallerie <strong>di</strong> queste cime, scenderemo<br />

verso l’Alpe <strong>di</strong> Cosmagnon e<br />

da qui prenderemo il sentiero che ci<br />

porterà passando sotto al Soglio<br />

dell’Incu<strong>di</strong>ne, caposaldo italiano<br />

fortificato e dotato <strong>di</strong> cannoniere, che<br />

resse all’urto della Strafexpe<strong>di</strong>tion e<br />

vigilò con la sua cupe mole per tutto il<br />

periodo della guerra. Proseguendo<br />

2<br />

<strong>Modena</strong> Programma Pavullo<br />

mar 10/7 Presentazione del Corso mar 10/7<br />

mer 5/9 Attrezzatura ed abbigliamento mar 4/9<br />

mer 12/9 Uso dei materiali e progressione in ferrata mar 11/9<br />

sab 15 e Dolomiti - ferrate del Catinaccio sab 15 e<br />

dom 16/9 dom 16/9<br />

mer 19/9 Lettura del paesaggio - Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una relazione mar 18/9<br />

mer 26/9 Topografia e orientamento mar 25/9<br />

dom 30/9 Piccole Dolomiti - Ferrata A. Viali dom 30/9<br />

mer 3/10 Meteorologia mar 2/10<br />

dom 7/10 Monte Grappa - ferrata C. Guzella dom 7/10<br />

mer 10/10 Pericoli in montagna - Chiamata del soccorso mar 9/10<br />

mer 17/10 Programmazione <strong>di</strong> una escursione mar 16/10<br />

sab 20 e Ferrate della Val <strong>di</strong> Susa sab 20 e<br />

dom 21/10 dom 21/10<br />

Particolare attenzione sarà posta sulla sicurezza, personale e degli altri,<br />

apprendendo l’uso corretto dell’attrezzatura, un’idonea modalità <strong>di</strong> progressione,<br />

la consultazione delle previsioni meteo e l’osservazione dell’evoluzione del<br />

tempo in itinere.<br />

Queste sono solo alcune delle suggestioni che ci accompagneranno nel corso<br />

dell’attività, secondo un programma articolato tra in<strong>di</strong>spensabili lezioni teoriche<br />

e uscite pratiche <strong>di</strong> sicuro coinvolgimento. <strong>Il</strong> Corso si avrà doppia sede: a<br />

<strong>Modena</strong> e nel Frignano, nella sede <strong>di</strong> Pavullo.<br />

COMMISSIONE ESCURSIONISMO<br />

L’escursione percorrerà la Strada delle<br />

52 gallerie, un’opera che lascia a bocca<br />

aperta soprattutto se si pensa che è stata<br />

realizzata un secolo fa (tra febbraio e<br />

novembre 1917) in 10 mesi <strong>di</strong> lavoro dal<br />

Genio Militare Italiano, con lo scopo <strong>di</strong><br />

rifornire il fronte rimanendo al riparo dal<br />

fuoco nemico. Lunga 6550 metri <strong>di</strong> cui<br />

sabato 16 giugno<br />

Le 52 gallerie (E)<br />

2300 in gallerie, 52 in tutto, la più lunga<br />

delle quali misura 320 metri. Questa<br />

galleria ha un tracciato elicoidale con 4<br />

tornanti ed è costruita dentro un torrione<br />

roccioso, così come la ventesima galleria<br />

che si avvita su se stessa come un<br />

cavatappi. <strong>Il</strong> resto del sentiero è scavato<br />

a mezza costa su altissime pareti.<br />

Sentiero attrezzato Falcipieri (EEA)<br />

<strong>Il</strong> sentiero attrezzato percorre tutto il<br />

tracciato <strong>di</strong> cresta che sovrasta la<br />

Strada delle 52 gallerie tra Bocchetta<br />

Campiglia e le Porte del Pasubio. Da<br />

Bocchetta Campiglia, tenendosi sulla<br />

destra del portale d’inizio della Strada<br />

delle Gallerie, si sale nel bosco fino<br />

alle roccette della cresta dove corde<br />

metalliche e gra<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> ferro permettono<br />

<strong>di</strong> salire, superando camini e paretine<br />

mai troppo impegnative, fino ad una<br />

sella erbosa posta poco sopra alla<br />

decima galleria. Si procede per cenge<br />

e camini fino alla Bella Laita. Poi, per<br />

cresta, si giunge a Cima Cuaro, alla<br />

Forcella Caosciara, a Cima Forni e,<br />

dopo due gallerie e tratti attrezzati, al<br />

Cimon del Soglio Rosso e a cima<br />

dell’Osservatorio da cui si scende alle<br />

Porte del Pasubio e al Rifugio Papa.<br />

domenica 17 giugno<br />

Escursione nella Zona Sacra (E)<br />

sulla mulattiera d’arroccamento<br />

intitolata al Maggiore Attilio Baglioni,<br />

costruita dagli Italiani per raggiungere<br />

la prima linea, scenderemo fino a Pian<br />

delle Fugazze.<br />

È questo un itinerario poco conosciuto<br />

e frequentato, lungo ma che ci permetterà<br />

<strong>di</strong> ammirare la parte sommitale<br />

del selvaggio Vaio delle Prigioni,<br />

attraversando parte della Zona Sacra<br />

dell’Altopiano. Oltre al paesaggio<br />

prettamente dolomitico e dalle caratteristiche<br />

guglie, saremo immersi in<br />

splen<strong>di</strong><strong>di</strong> panorami e nei resti delle<br />

fortificazioni teatro del fronte più sud<br />

della I Guerra Mon<strong>di</strong>ale in Italia.<br />

sabato 23 e domenica 24 giugno<br />

La Val Canzoi e il<br />

Gruppo del <strong>Cimone</strong>ga (EE)<br />

A tre anni dalla proclamazione delle<br />

Dolomiti “patrimonio dell’umanità”, ci<br />

sono ancora all’interno dell’area<br />

dolomitica zone poco conosciute e<br />

frequentate, che possono offrire quello<br />

stor<strong>di</strong>mento caratteristico del trovarsi<br />

<strong>di</strong> fronte alla maestosità <strong>di</strong> aeree guglie<br />

e possenti contrafforti bianchi <strong>di</strong><br />

dolomia. La Val Canzoi è una stretta<br />

valle che si insinua a partire dalla piana<br />

<strong>di</strong> Feltre all’interno <strong>di</strong> una gola scavata<br />

dal torrente Caorame. Al termine della<br />

rotabile, un lago artificiale immerso<br />

nel verde dei boschi costituisce il punto<br />

<strong>di</strong> partenza per numerosi sentieri, che<br />

si inerpicano lungo le pen<strong>di</strong>ci<br />

dell’anfiteatro costruito dai monti circostanti.<br />

Ma non bisogna lasciarsi influenzare<br />

delle quote basse e dalla<br />

vegetazione <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a montagna... I<br />

<strong>CAI</strong><br />

E S C URSIONISMO<br />

versanti sono ripi<strong>di</strong>ssimi e i sentieri<br />

serpeggianti, in lunghi zig-zag,<br />

prendono quota, fino a raggiungere<br />

alte dorsali e altipiani utilizzate a suo<br />

tempo dai pastori. È usciti dal bosco<br />

che si mostrano finalmente le vette<br />

dolomitiche <strong>di</strong> questa parte Sud del<br />

Parco Naturale delle Dolomiti<br />

Bellunesi, un’area denominata<br />

vagamente Vette Feltrine. <strong>Il</strong> percorso<br />

<strong>di</strong> questo weekend ci porterà ad<br />

ammirare parte <strong>di</strong> questa vallata ai<br />

pie<strong>di</strong> del Gruppo del <strong>Cimone</strong>ga, un<br />

imponente bastione: il Troi dei Caserin<br />

consentirà <strong>di</strong> ammirare i fianchi Sud<br />

e Est del Gruppo, in un gioco <strong>di</strong><br />

spettacolari panorami sulla valle e sugli<br />

altipiani e <strong>di</strong> attenti passaggi lungo<br />

sentieri tortuosi e roccette dolomitiche.<br />

D.G. Serena Muracchini


sabato 30 giugno e domenica 1 luglio<br />

Val de la Mare (E)<br />

L’itinerario che vi proponiamo si snoda<br />

completamente all’interno del Parco<br />

Nazionale dello Stelvio, che si estende<br />

su <strong>di</strong> una superficie <strong>di</strong> oltre 130 mila<br />

ettari nel cuore delle Alpi Centrali e<br />

comprende i gruppi montuosi<br />

dell’Ortles e del Cevedale e delle<br />

relative valli laterali. Durante i<br />

movimenti orogenetici che portarono<br />

alla nascita delle Alpi questa zona fu<br />

oggetto <strong>di</strong> movimenti tettonici assai<br />

marcati con fenomeni forti che ci danno<br />

ora la possibilità <strong>di</strong> trovare rocce <strong>di</strong><br />

origini <strong>di</strong>verse in zone assai vicine tra<br />

loro: ecco quin<strong>di</strong> gli scisti della Val<br />

Venosta, il famoso marmo <strong>di</strong> Lasa e<br />

della Val Canè, lo gneiss del Tonale,<br />

fasce quarzifere in Val d’Ultimo ed in<br />

Val Martello fino a rocce calcaree e<br />

dolomia nella zona dell’Ortles. <strong>Il</strong> primo<br />

giorno da Malga Mare dapprima<br />

attraverso un bosco misto <strong>di</strong> aghifoglie<br />

Chiuso<br />

per ferie!<br />

LA SEDE RESTERÀ CHIUSA<br />

PER FERIE DA SABATO 4<br />

A LUNEDÌ 20 AGOSTO<br />

COMPRESI<br />

È opportuno che i soci che<br />

vogliono rinnovare la quota<br />

sociale prima della partenza<br />

per le vacanze estive in<br />

montagna si attivino subito.<br />

Anche chi ancora socio non<br />

è ma vuole godere dei<br />

benefici dell’essere socio<br />

del C.A.I. (ve<strong>di</strong> sconto<br />

presso rifugi del Sodalizio,<br />

rimborso spese intervento<br />

del Soccorso Alpino, ecc.) si<br />

deve iscrivere per tempo!<br />

Buone vacanze e buona<br />

montagna a tutti!!!<br />

in cui possiamo ammirare anche alcuni<br />

esemplari centenari <strong>di</strong> pino cembro e<br />

poi, risalendo l’evidente vallone<br />

glaciale, superate alcune fasce <strong>di</strong> rocce<br />

montonate, raggiungiamo il rifugio<br />

Larcher posto proprio alla base del<br />

ghiacciaio che scende dal Cevedale<br />

e dal Palon de la Mare. La mattina<br />

successiva saliamo alle spalle del<br />

rifugio verso Cima Marmotta ed il<br />

relativo sottostante laghetto e sempre<br />

per ottimo sentiero superiamo il Lago<br />

Nero, il Lago Lungo fino al bacino<br />

artificiale del Lago <strong>di</strong> Careser alla base<br />

della omonima vedretta. Se facciamo<br />

attenzione, e silenzio, il percorso ci<br />

consentirà <strong>di</strong> fare incontri ravvicinati<br />

con <strong>di</strong>versi abitanti della zona<br />

(marmotte, pernici bianche, ermellini).<br />

Dal lago Careser per ripido sentiero<br />

ritorniamo a Malga Mare.<br />

D.G. Alberto Accorsi<br />

sabato 30 giugno e domenica 1 luglio<br />

Cima Marmotta e Monte Cevedale (A)<br />

<strong>Il</strong> primo giorno da Malga Mare (1980 m)<br />

dapprima attraverso un bosco misto<br />

<strong>di</strong> aghifoglie e poi risalendo l’evidente<br />

vallone glaciale, superate alcune fasce<br />

<strong>di</strong> rocce montonate raggiungiamo il<br />

rifugio Guido Larcher (2608 m) posto<br />

proprio alla base del ghiacciaio che<br />

scende dal Cevedale e dal Palon de<br />

la Mare. Dopo un veloce spuntino al<br />

rifugio, l’itinerario prosegue verso la<br />

Cima Marmotta (3330 m). Dal Rifugio<br />

si segue il sentiero <strong>di</strong>retto al Lago<br />

Careser, subito dopo il Lago delle Marmotte<br />

si sale verso la Vedretta del<br />

Careser e si oltrepassa la località “le<br />

Pozze” in cui sono presenti numerosi<br />

laghetti. Dal più meri<strong>di</strong>onale <strong>di</strong> questi<br />

si risale una specie <strong>di</strong> canale che porta<br />

al passaggio in cresta che si affaccia<br />

sulla Valle del Careser. Si prosegue<br />

verso sud est su una cresta rocciosa<br />

fino alla cima.<br />

La mattina successiva dal retro del<br />

rifugio seguiamo un sentiero che, prima<br />

in falsopiano poi con moderata salita,<br />

sale fino al Passo della Forcola<br />

(3<strong>03</strong>2 m). Successivamente si percorre<br />

la cresta rocciosa che sale verso<br />

sinistra, seguendo alcuni bolli e ometti.<br />

Man mano la salita si fa più impegnativa,<br />

con alcuni facili passaggi <strong>di</strong><br />

arrampicata. Dopo circa 2 ore e mezzo<br />

dalla Forcola si giunge alla base della<br />

cima Zufall. Si piega a sinistra sul<br />

ghiacciaio, che si estende sotto la cresta<br />

che unisce la Cima Zufall al Cevedale.<br />

Traversando il ghiacciaio, si sale<br />

decisamente fino alla crestina finale, che<br />

porta sulla cima del Cevedale (3769 m).<br />

Tomek Turbiarz<br />

sabato 14 e domenica 15 luglio<br />

Ferrate delle Trincee e<br />

dei Finanzieri (EEA)<br />

Due ferrate al cospetto della Regina<br />

delle Dolomiti, quella Marmolada nota<br />

anche per le vicende legate alla<br />

Grande Guerra e rese evidenti<br />

soprattutto nella seconda parte della<br />

Ferrata delle Trincee sulla cresta della<br />

Mesola e della Mesolina che fanno<br />

parte del gruppo del Padon. Questa<br />

cresta era l’ultimo baluardo del fronte<br />

Tirolese se la Marmolada fosse caduta<br />

in mani italiane. Porta Vescovo era la<br />

stazione <strong>di</strong> arrivo della teleferica che<br />

riforniva gli austriaci occupanti la prima<br />

parte della cresta (fino alla Mesola).<br />

Gli italiani invece occupavano la<br />

seconda parte (Mesolina)... questo il<br />

settore che offre le maggiori<br />

testimonianze della Grande Guerra:<br />

postazioni, caverne e gallerie si<br />

susseguono fino all’opera principale,<br />

la galleria <strong>di</strong> 300 metri con numerose<br />

stanze, <strong>di</strong>ramazioni e finestre verso<br />

la Marmolada, dove erano puntate le<br />

mitragliatrici italiane. Si parte del lago<br />

Fedaia (2057 m) e si raggiunge per<br />

sentiero Porta Vescovo, con splen<strong>di</strong>da<br />

vista sul Pordoi, Tofane, Pelmo e<br />

Antelao. Si sale poi fino all’inizio della<br />

ferrata e, superando placche e lungo<br />

la cresta, si giunge con un ponte<br />

sospeso fino al punto più alto, la cima<br />

della Mesola (2727 m). Si prosegue<br />

Una cima che non può mancare nel<br />

“repertorio” <strong>di</strong> qualsiasi alpinista. Per<br />

molti il Castore è il primo 4000, ma<br />

non è assolutamente da sottovalutare,<br />

in quanto essendo appunto una vetta<br />

abbondantemente oltre i 4000metri<br />

richiede una <strong>di</strong>screta preparazione<br />

fisica e capacità tecniche. Per<br />

raggiungere la cima della montagna,<br />

percorreremo la via normale dal rifugio<br />

Quintino Sella che segue la bella<br />

cresta sud-est, semplice ma<br />

abbastanza aerea soprattutto nella<br />

in <strong>di</strong>scesa lungo tratti attrezzati fino<br />

alla spettacolare serie <strong>di</strong> gallerie e<br />

caverne che portano al bivacco<br />

Bonta<strong>di</strong>ni e al rifugio Padon.<br />

<strong>Il</strong> secondo giorno la Ferrata dei<br />

Finanzieri ci permette <strong>di</strong> raggiungere<br />

la cima del Monte Colàc (2713 m) che<br />

offre scorci splen<strong>di</strong><strong>di</strong> sulla Marmolada<br />

e sul gruppo del Sella. Da Alba <strong>di</strong><br />

Canazei si sale in funivia al rifugio<br />

Ciampac (2060 m) e da qui, con un<br />

breve tragitto, all’attacco della ferrata<br />

(2150 m). Si sale subito facilmente, si<br />

raggiunge un impegnativo <strong>di</strong>edro<br />

inclinato e si prosegue poi per camini<br />

attrezzati molto esposti e per brevi<br />

salti e paretine poco impegnative ma<br />

da affrontare con attenzione per il<br />

rischio <strong>di</strong> caduta sassi. Alla fine, per<br />

cresta, si arriva in vetta a quota 2713,<br />

balcone con vista sulle cime della Val<br />

<strong>di</strong> Fassa e sull’imponente parete sud<br />

della Marmolada. Si scende poi per<br />

canali attrezzati fino alla base della<br />

strapiombante parete est del Colàc,<br />

dove si prende il sentiero per Forcia<br />

Neigra (2509 m) e il Ciampac.<br />

Le due ferrate proposte rappresentano<br />

quanto <strong>di</strong> meglio e più panoramico si<br />

possa effettuare in zona e sono tuttavia<br />

da considerare come ferrate <strong>di</strong>fficili.<br />

D.G. Gianni Cozza<br />

sabato 28 e domenica 29 luglio<br />

Castore (Gruppo del Monte Rosa) (A)<br />

sua parte superiore. Cogliamo<br />

l’occasione <strong>di</strong> toccare anche la punta<br />

Felik, dalla quale potremo osservare<br />

il percorso restante, fino alla vetta. Se<br />

il meteo ce lo consente, il panorama<br />

che si apre dalla cima è a <strong>di</strong>r poco<br />

straor<strong>di</strong>nario, comprende quasi tutto<br />

il gruppo del Rosa, il Cervino, le valli<br />

d’Ayas e <strong>di</strong> Gressoney, nonché il<br />

versante svizzero con il gran<strong>di</strong>oso<br />

Gornergletscher e il massiccio del<br />

Mischebel e la Jungfrau!<br />

D.G. Enrico Pinelli<br />

3


Questa escursione ci permette <strong>di</strong> salire<br />

il <strong>Cimone</strong>, la montagna più alta <strong>di</strong> tutto<br />

l’Appennino settentrionale e da lassù,<br />

forse, se il meteo sarà particolarmente<br />

clemente con noi, vedere contempo-<br />

4<br />

da venerdì 24 a domenica 26 agosto<br />

<strong>Il</strong> Tour del Monviso (EE)<br />

Immersi nei paesaggi immensi e severi<br />

delle Alpi Occidentali, compiere il<br />

periplo del Monviso rimane un<br />

appuntamento che non può mancare<br />

nelle esperienze <strong>di</strong> un curioso e<br />

appassionato escursionista. È possibile<br />

compiere il tour attorno al “Re<br />

<strong>di</strong> Pietra” in un lunghissimo giorno <strong>di</strong><br />

dura marcia o in più giorni <strong>di</strong> cammino,<br />

con ampie <strong>di</strong>gressioni nelle valli del<br />

cuneense (Valle del Po, Val Varaita)<br />

e nel versante savoiardo. <strong>Il</strong> più<br />

tra<strong>di</strong>zionale degli itinerari si compie in<br />

tre giorni e si alterna tra valloni, foreste<br />

<strong>di</strong> pini cembri, vallate rallegrate da<br />

specchi <strong>di</strong> acqua purissima e alti passi<br />

rocciosi, spesso puntellati dal bianco<br />

e<br />

<strong>Il</strong> nome “Catinaccio” è nato dal termine<br />

la<strong>di</strong>no “cia<strong>di</strong>nàc”, che significa conca<br />

<strong>di</strong> montagna, detriti. Ancora oggi i<br />

la<strong>di</strong>ni, soprattutto i valligiani <strong>di</strong> Fassa<br />

chiamano la “loro” montagna così!<br />

La vetta più alta, con ben 3.004 m<br />

s.l.m., è il Catinaccio d’Antermoia, il<br />

quale è raggiungibile per una via<br />

ferrata. La prima ascensione <strong>di</strong> questa<br />

vetta risale al 1873 dagli inglesi pionieri<br />

dell’alpinismo C. Comyn Tucker e T.H.<br />

Carson.<br />

Tuttavia, la vetta più alta però non è<br />

la vetta centrale. La Vetta del<br />

Catinaccio s’innalza con 2981 metri<br />

ed è quin<strong>di</strong> ben 23 metri più bassa del<br />

Catinaccio d’Antermoia. Naturalmente<br />

non mancano i <strong>di</strong>versissimi sentieri e<br />

le vie ferrate per avventurarsi in questo<br />

itinerario stupendo nel Parco Naturale<br />

dello Sciliar-Catinaccio.<br />

<strong>di</strong> attardati nevai. La prima tappa parte<br />

da Pian del Re e si conclude al rifugio<br />

Sella (principale - ma non l’unico -<br />

attacco per la via normale). La seconda<br />

tappa sale ai passi <strong>di</strong> Gallarino e San<br />

Chiaffredo e scende in Val Varaita per<br />

risalire poi fino al rifugio Vallanta. <strong>Il</strong><br />

terzo giorno, attraverso il colle <strong>di</strong><br />

Vallanta, si inoltra nella parte francese<br />

(Queyras) del versante del Viso,<br />

incontrando il “refuge du Viso” prima<br />

<strong>di</strong> risalire al colle delle Traversette o<br />

attraversare il Buco <strong>di</strong> Viso, galleria<br />

scavata nella roccia ove in passato<br />

passava l’antica “via del sale”.<br />

<strong>Il</strong> tutto è dominato dalle tre facce del<br />

Monviso, pareti ripi<strong>di</strong>ssime che<br />

emergono sulle vette circostanti e note<br />

per le vie <strong>di</strong> roccia e le varianti<br />

alpinistiche alla cima e alle punte<br />

secondarie. <strong>Il</strong> fascino del Monviso è<br />

anche nei suoi 3841 metri, che ne<br />

fanno la vetta <strong>di</strong> gran lunga più alta<br />

nella zona e lo rendono riconoscibile<br />

dalla pianura padana anche a gran<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stanze.<br />

A.E. Serena Muracchini<br />

sabato 15 settembre<br />

Al Monte <strong>Cimone</strong> tra Scienza e Natura (E)<br />

raneamente il mar Adriatico e il mar<br />

Tirreno. <strong>Il</strong> <strong>Cimone</strong>, proprio per questa<br />

sua particolarità <strong>di</strong> vetta più alta, isolata<br />

e situata a tre quarti <strong>di</strong> un’Italia a sua<br />

volta al centro del bacino del<br />

Me<strong>di</strong>terraneo, nel sud Europa, ha<br />

attirato i primi scienziati e meteorologi.<br />

La prima Torre osservatorio fu elevata<br />

alla fine dell’Ottocento, poi fu la volta<br />

dell’Aereonatica Militare negli anni ‘30<br />

costruire e<strong>di</strong>fici e, pochi anni dopo,<br />

requisire il nostro Rifugio G. Romual<strong>di</strong>,<br />

per lo stu<strong>di</strong>o della meteorologia, del<br />

riscaldamento dell’atmosfera e <strong>di</strong>rigere<br />

il nascente traffico aereo del dopo<br />

guerra. Infine all’alba del terzo millen-<br />

nio, fu la volta del Centro Nazionale<br />

Ricerche, (C.N.R.) che utilizzo anch’esso<br />

il nostro ex rifugio collaborando in<br />

stretto contatto con la C.A.M.M. per<br />

raccogliere dati sull’inquinamento<br />

atmosferico per scoprire le ragioni e le<br />

fonti. La nostra Sezione, ha avuto nei<br />

due secoli strettissimi rapporti con il<br />

<strong>Cimone</strong>, la sua natura e i suoi scienziati<br />

civili e militari, e usufruendo <strong>di</strong><br />

questi rapporti, sabato 15 settembre<br />

avremo modo <strong>di</strong> portare tutti gli<br />

escursionisti che si prenoteranno, a<br />

visitare i due Centri, dove si renderanno<br />

<strong>di</strong>sponibili esperti altamente qualificati,<br />

per illustrare delle apparecchiature poste<br />

GRUPPO SENIORES OVER 50<br />

sabato 7 e domenica 8 luglio<br />

San Cipriano - Alpe <strong>di</strong> Tires - Passo<br />

Principe - Rif. Bergamo (<strong>Il</strong> Catinaccio)<br />

Parlare del Catinaccio/Rosengarten,<br />

ovvero del “giar<strong>di</strong>no delle rose” come<br />

descrive il suo nome tedesco, è parlare<br />

della montagna che è simbolo <strong>di</strong><br />

Bolzano e delle Dolomiti stesse: una<br />

gemma incastonata tra le Valli <strong>di</strong> Tires,<br />

d’Ega e <strong>di</strong> Fassa, dove da sempre le<br />

culture si sono mescolate e dove da<br />

sempre le leggende si sono mescolate<br />

con la realtà <strong>di</strong>fficile della montagna.<br />

Una <strong>di</strong> queste è quella <strong>di</strong> re Laurino.<br />

Si narra che era il re dei nani e aveva<br />

il suo regno sulle montagne delle<br />

Dolomiti. Una storia davvero fantastica<br />

che parla, in forma fiabesca, <strong>di</strong> amori,<br />

rapimenti, arti magiche e del famoso<br />

giar<strong>di</strong>no delle rose. Venite a scoprirlo,<br />

il percorso che qui proponiamo entra<br />

nel cuore del Catinaccio e quin<strong>di</strong><br />

pensiamo ne valga la pena!<br />

D.G. Remo Dai Prà<br />

sabato 1 e domenica 2 settembre<br />

Lago <strong>di</strong> Braies - Rifugio Biella (EE)<br />

Gita <strong>di</strong> due giorni che si svolge in ambiente<br />

dolomitico a nord-ovest del<br />

parco naturale <strong>di</strong> Fanes Sennes<br />

Braies. Luogo <strong>di</strong> partenza è il<br />

bellissimo lago <strong>di</strong> Braies (1489 m) da<br />

cui inizieremo un lungo giro ad anello<br />

che ci porterà in alto fino al rifugio<br />

Biella (2327 m) per poi ri<strong>di</strong>scendere<br />

la Val Foresta fino alla conca <strong>di</strong> Braies<br />

dove ritroveremo le rive del lago. Un<br />

giro che nel suo tratto iniziale si svolge<br />

in ambiente verdeggiante e boscoso.<br />

Man mano che si sale il verde cede il<br />

posto a tratti pietrosi e rocciosi fino a<br />

quando il paesaggio cambia<br />

La val <strong>di</strong> Non, più che una valle è un<br />

naturale anfiteatro: il modellamento<br />

glaciale ha infatti dato vita a incisioni<br />

or<strong>di</strong>nate a raggiera e confluenti in quella<br />

maggiore, bagnata dal Noce, che fra<br />

Mostizzolo, il Mezzalone e Cles si<br />

gettano nel vasto bacino artificiale <strong>di</strong><br />

Santa Giustina e dalla cui <strong>di</strong>ga<br />

imponente esce poi, gettandosi nella<br />

forra sotto Dermulo, storica <strong>di</strong>mora <strong>di</strong><br />

eremiti. Potremmo definire un altopiano<br />

modellato da conche ondulate <strong>di</strong> quota<br />

crescente, chiuso a Ovest dal gruppo<br />

<strong>di</strong> Brenta, a Nord dalla catena delle<br />

Maddalene, ad oriente l’anfiteatro<br />

anaune si rialza, con possenti strati<br />

dolomitici, a formare il crinale che crea<br />

uno scoglio a precipizio sulla Val<br />

d’A<strong>di</strong>ge.<br />

La catena della Maddalene, parte dove<br />

andremo con la nostra escursione, può<br />

essere definita “la montagna più dolce”<br />

della Val <strong>di</strong> Non in quanto questi rilievi<br />

superano raramente i 2700 metri e<br />

sono caratterizzati da un ambiente<br />

<strong>di</strong>ventando selvaggio e affascinante<br />

con il lago già sempre più piccolo <strong>di</strong><br />

un colore verde smeraldo. La meta<br />

del primo giorno è il rifugio Biella che<br />

è collocato ai pie<strong>di</strong> della imponente<br />

Croda del Becco. <strong>Il</strong> secondo giorno,<br />

con<strong>di</strong>zioni meteo permettendo, i più<br />

esperti potranno raggiungere la<br />

facoltativa vetta della Croda (2810 m)<br />

da cui si potrà godere un panorama<br />

mozzafiato a 360 gra<strong>di</strong> con particolare<br />

attenzione al piccolo lago <strong>di</strong> Braies<br />

(così come ci appare 1400 metri più<br />

giù). Quin<strong>di</strong> partiremo dal rifugio Biella<br />

percorrendo una comoda mulattiera in<br />

<strong>di</strong>rezione sud-ovest. Proseguiremo<br />

verso ovest sotto i lastroni della Croda<br />

del Becco e, raggiunta a nord la forcella<br />

Riodalato, continueremo attraversando<br />

l’omonima valle. L’ultimo tratto, dalla<br />

Val Foresta alla conca <strong>di</strong> Braies, si<br />

svolgerà per sentiero boscoso fino a<br />

lambire le rive del lago da dove raggiungeremo<br />

le macchine per il rientro.<br />

D.G. Mario Benigno<br />

e i dati raccolti e le in<strong>di</strong>cazioni emerse<br />

in tanti anni <strong>di</strong> lavoro sul nostro Pianeta.<br />

A <strong>di</strong>mostrazione dell’interesse della<br />

nostra Sezione per il <strong>Cimone</strong> e le sue<br />

particolarità, una volta scesi dalla vetta,<br />

finiremo l’escursione al Giar<strong>di</strong>no<br />

Botanico Alpino Esperia, dove nascono<br />

o vengono reimpiantati a conservazione,<br />

in collaborazione con il Parco del<br />

Frignano, le specie arboree autoctone<br />

da oltre 60 anni. L’Esperia è stato<br />

totalmente ristrutturato e sarà riaperto<br />

questo 10 giugno, nelle sue nuove<br />

competenze è Centro Didattico, <strong>di</strong><br />

Formazione e Aggiornamento.<br />

A.E. Giuliano Cavazzuti<br />

giovedì 6 settembre<br />

Malga Bordolona - Lago <strong>di</strong> Alplaner<br />

Valle <strong>di</strong> Bresino (Val <strong>di</strong> Non) (EE)<br />

veramente emozionante fatto <strong>di</strong> ver<strong>di</strong><br />

pascoli e malghe d’alpeggio.<br />

Dalla malga Bordolona <strong>di</strong> sotto 1806<br />

metri ci porteremo per sentiero ai<br />

bellissimi Laghi <strong>di</strong> Alplaner. Poi con un<br />

ulteriore piccolo sforzo sarà possibile<br />

raggiungere Cima Trenta (2636 m), tra<br />

le più facili e “remunerative” vette nello<br />

splen<strong>di</strong>do Gruppo della Maddalene,<br />

nell’Alta Val <strong>di</strong> Non, per il gran<strong>di</strong>oso<br />

panorama che offre.<br />

È questo il luogo ideale per chi<br />

pre<strong>di</strong>lige la montagna non ancora<br />

invasa dal turismo <strong>di</strong> massa. Qui<br />

troveremo qualcosa <strong>di</strong> sempre più raro<br />

e prezioso: un ambiente ancora<br />

miracolosamente intatto e a misura<br />

d’uomo. Particolarmente interessante<br />

la flora, ricchissima, con presenza <strong>di</strong><br />

specie anche molto rare. “Maddalene”<br />

non è una denominazione geografica<br />

recente, infatti questo nome è noto da<br />

secoli ed era comunemente in uso tra<br />

i pastori e valligiani.<br />

D.G. Remo Dai Prà


L’Alta Valle delle Tagliole è frequentata<br />

per l’affascinante paesaggio che<br />

include la presenza <strong>di</strong> alcune delle<br />

principali cime dell’Appennino<br />

Settentrionale (Monte Ron<strong>di</strong>naio e<br />

Monte Giovo) e <strong>di</strong> laghi d’origine<br />

glaciale (Santo, Baccio, Torbido<br />

Turchino).<br />

Una valle che ha vissuto nella<br />

leggenda. In una delle più fantasiose<br />

ed espressive si racconta che durante<br />

la notte silenziosa e profonda, nel tratto<br />

<strong>di</strong> strada detto delle Groppe, all’altezza<br />

del Sassone, si verifichino strane e<br />

<strong>di</strong>aboliche apparizioni. Testimoni<br />

giurano <strong>di</strong> aver visto coi propri occhi<br />

una gigante figura d’uomo sospesa<br />

nella valle! Un piede appoggiato sul<br />

Sassón e l’altro sul versante opposto,<br />

nei Maçrin. Un enorme guar<strong>di</strong>ano,<br />

silenzioso ma imponente, a sorveglianza<br />

della valle intera.<br />

CONVERSAZIONI IN MONTAGNA<br />

<strong>di</strong> filosofia, letteratura, psicologia e altro ancora anno settimo<br />

domenica 17 giugno<br />

Monte Gazza (Trentino) (E)<br />

<strong>Il</strong> Monte Gazza (1985 m) sorge a Sud<br />

<strong>di</strong> Molveno, fra il Bondone e il Brenta.<br />

La sua catena montuosa delimita a<br />

Ovest la Valle dei Laghi. Dal parcheggio<br />

nel paese <strong>di</strong> Margone (980 m),<br />

attraverso il bosco <strong>di</strong> faggi e macchie<br />

<strong>di</strong> pino silvestre giungeremo al bivio<br />

con il sentiero 602 (1590 m). Da qui<br />

giovedì 13 settembre<br />

Valle delle Tagliole (E)<br />

in mezz’ora giungiamo ai vasti prati<br />

del Monte Gazza, dove godremo <strong>di</strong><br />

un vasto panorama sul Gruppo del<br />

Brenta e sul Lago <strong>di</strong> Molveno. Brevi<br />

tratti esposti si trovano sul sentiero<br />

627, al ritorno, che ci offrirà una<br />

fantastica veduta a volo d’uccello sul<br />

Lago <strong>di</strong> Toblino.<br />

domenica 8 luglio<br />

Lago <strong>di</strong> Tovel - Malga Flavona<br />

(Dolomiti <strong>di</strong> Brenta) (E)<br />

La nostra camminata ha inizio al Lago<br />

<strong>di</strong> Tovel (1178 m). Prenderemo il sentiero<br />

per Malga Pozzol (1632 m), attraverseremo<br />

il ruscello su un delizioso<br />

ponticello <strong>di</strong> legno e saliremo attraverso<br />

il bosco fino a Malga Flavona (1860 m).<br />

Ci troviamo nel Brenta Orientale. La<br />

valle glaciale <strong>di</strong> Santa Maria <strong>di</strong> Flavona<br />

<strong>Il</strong> famoso Rio delle Tagliole, durante<br />

tutti i 13,5 km del suo corso, attraversa<br />

la parte meri<strong>di</strong>onale del comune <strong>di</strong><br />

Pievepelago. <strong>Il</strong> corso superiore del<br />

Torrente delle Tagliole è caratterizzato<br />

da una pendenza elevata e un letto<br />

ancora non ben definito, per un fossetto<br />

che pian piano si arricchisce dei<br />

torrentelli provenienti dal Monte<br />

Ron<strong>di</strong>naio e dai laghi Lago Santo,<br />

Lago Baccio e Turchino. Le numerosi<br />

SOCI del FRIGNANO<br />

domenica 17 giugno<br />

Sasso Tignoso - Sant’Antonio<br />

Alpesigola (T)<br />

Si parte dall’Oratorio <strong>di</strong> Casa Giannone<br />

(dopo Roccapelago), vicino alla Via<br />

Vandelli. Lo splen<strong>di</strong>do ofiolite <strong>di</strong> Sasso<br />

Tignoso ci attende: si sale e si scende<br />

in poco più <strong>di</strong> 45 minuti, per scaldarsi<br />

un po’. Si prosegue lungo un percorso<br />

insolito, in parte sentieri <strong>CAI</strong>, in parte<br />

vecchie carrarecce, che passa da<br />

Casa Piccirello, taglia il sentiero <strong>CAI</strong><br />

che dall’Alpesigola porta alle Cal<strong>di</strong>e,<br />

e<br />

dal Lago <strong>di</strong> Tovel si addentra verso il<br />

massiccio del Brenta con <strong>di</strong>rezione Nord-<br />

Sud alternando pianori ad alti gradoni,<br />

ambiente dell’orso bruno e dell’aquila<br />

reale. Malga Flavona, sicuramente una<br />

delle più belle del Brenta, è collocata su<br />

un grande spiazzo aperto fra prati, boschi<br />

e picchi dolomitici.<br />

tocca i Tegelli e tra praterie spesso<br />

con bellissimi cavalli al pascolo e<br />

antiche pinete, arriva all’antico borgo<br />

abbandonato <strong>di</strong> “S.Antonio”. Proprio<br />

il 17 giugno, prima domenica dopo il<br />

13, giorno <strong>di</strong> S.Antonio, verrà inaugurato<br />

e festeggiato il restauro, ora in<br />

corso, del piccolo Oratorio de<strong>di</strong>cato al<br />

Santo (anche con stand gastronomico<br />

gestito dagli amici escursionisti <strong>di</strong><br />

Montefiorino).<br />

Si ritorna salendo (con calma!) sulla<br />

cima dell’Alpesigola, che dai suoi 1640<br />

metri offre uno splen<strong>di</strong>do panorama,<br />

si scende lungo sentieri <strong>CAI</strong> e un tratto<br />

<strong>di</strong> Via Vandelli, per poi fare ritorno<br />

all’Oratorio dove abbiamo lasciato le<br />

macchine.<br />

D.G. Maria Luisa Severi<br />

sorgenti, quali la Fonte Ron<strong>di</strong>naia<br />

(1707 m), la Fonte Ricca (1507 m) e<br />

la Fonte Acqua Fredda (1600 m),<br />

garantiscono al torrente una portata<br />

simile per tutto l’anno.<br />

Ma le sorgenti ufficiali del Torrente<br />

Tagliole si trovano sotto il massiccio<br />

del Monte Ron<strong>di</strong>naio, nella conca <strong>di</strong><br />

alta quota del Lago Turchino, in un<br />

paesaggio ad alto valore ambientale.<br />

D.G. Remo Dai Prà<br />

a cura <strong>di</strong> Alberto Meschiari<br />

domenica 5 agosto<br />

Monte Stivo (Lago <strong>di</strong> Garda) (E)<br />

La nostra camminata ha inizio a Malga<br />

Campo (1385 m) e conduce al valico<br />

<strong>di</strong> Cima Bassa. Da qui, con bei<br />

panorami verso il Lago <strong>di</strong> Cave<strong>di</strong>ne e<br />

il Gruppo del Brenta, raggiungeremo<br />

il Rifugio Prospero Marchetti. Dieci<br />

minuti appena ci porteranno sulla cima<br />

del Monte Stivo (2059 m), eccezionale<br />

punto panoramico affacciato sul Lago<br />

<strong>di</strong> Garda e la Vallagarina. Dalla cima<br />

la vista spazia sulla catena del Monte<br />

Baldo a Sud, le Piccole Dolomiti e il<br />

Pasubio a Est, i ghiacciai<br />

dell’Adamello, del Carè Alto e della<br />

Presanella e le Dolimiti <strong>di</strong> Brenta a<br />

Ovest.<br />

domenica 9 settembre<br />

Lago Santo - Passo della Boccaia<br />

Monte Giovo (E)<br />

Incastonato nell’Appennino modenese,<br />

il Lago Santo, raggiungibile da Pievepelago,<br />

è situato a 1500 metri <strong>di</strong> quota.<br />

È il maggior lago naturale dell’Appennino<br />

modenese e il secondo dell’intero<br />

Appennino settentrionale. <strong>Il</strong> nostro percorso<br />

sale dal lago attraverso il Passo<br />

sabato 23 giugno<br />

Campocatino - Passo Focolaccia -<br />

Passo Tambura (Alpi Apuane) (EE)<br />

Campocatino si trova nel comune <strong>di</strong><br />

Vagli <strong>di</strong> Sotto a circa 1000 metri <strong>di</strong><br />

altitu<strong>di</strong>ne, è costituito da un grande<br />

prato originatosi da un antico bacino<br />

glaciale. È un luogo suggestivo tra i<br />

più belli delle Apuane. Campocatino<br />

è composto da una decina <strong>di</strong> case in<br />

sasso più una minuscola chiesetta e<br />

un simpatico rifugio dove si può<br />

mangiare. Dal 1991 questo<br />

meraviglioso angolo è <strong>di</strong>ventato oasi<br />

naturale della LIPU, per le numerose<br />

specie <strong>di</strong> uccelli che vi vivono.<br />

Dal centro del paesino in <strong>di</strong>rezione<br />

nord-ovest inizia il sentiero che aggira<br />

il Monte Tombaccia (1371 m), in<br />

seguito costeggia il fianco ovest del<br />

Monte Roccandagia (1700 m) per<br />

raggiungere il passo della Focolaccia<br />

a 1650 metri.<br />

Imbocchiamo il sentiero che in cresta<br />

della Boccaia (1574 m) e raggiunge<br />

la cima del Monte Giovo (1991 m)<br />

senza punti esposti, ed è pertanto accessibile<br />

a tutti. Al ritorno scenderemo<br />

al Colle Bruciata e da lì, attraverso i<br />

Campi <strong>di</strong> Annibale, nuovamente al<br />

Passo della Boccaia e al Lago Santo.<br />

ci porterà sulla cima del Monte<br />

Tambura (1890 m), il punto più alto<br />

dell’escursione da dove si può godere<br />

<strong>di</strong> un panorama a 360 gra<strong>di</strong> dal Golfo<br />

della Spezia, Massa Carrara, il Lago<br />

<strong>di</strong> Vagli e il Monte Pisanino. Con<br />

visuale ottima, è possibile intravedere<br />

la Corsica che <strong>di</strong>sta 139 km in<br />

<strong>di</strong>rezione Sud-Ovest. Ora si inizia a<br />

scendere per un sentiero che<br />

assomiglia a una pietraia verso il passo<br />

della Tambura (1620 m). Qui si prende<br />

quello che rimane della vecchia e<br />

famosa via Vandelli che arriva da<br />

Massa Carrara la quale ci porterà a<br />

quota 1000 metri dove troveremo un<br />

sentiero che con leggerissimi<br />

saliscen<strong>di</strong> (salvo un tratto <strong>di</strong> sentiero<br />

attrezzato con corda d’acciaio lungo<br />

30-40 metri) ci porterà a Campocatino.<br />

D. G. Romano Bertugli<br />

5


domenica 8 luglio<br />

Giro delle Tre Cime delle Viotte<br />

Altopiano delle Viotte (EE)<br />

Tre perché si <strong>di</strong>ce che sia il numero<br />

perfetto, tre per le Tre Cime delle Viotte<br />

che è una delle mete più particolari<br />

nelle vicinanze <strong>di</strong> Trento, sia per il<br />

panorama che per i reperti storici.<br />

Monte Cornet è la cima più a ovest e<br />

la più alta (2180 m), Dos D’Abramo è<br />

la cima centrale (2140 m) e Cima<br />

Verde (2102 m) è quella più a est. Le<br />

cime sono collegate fra loro da una<br />

cresta che permette un percorso ad<br />

anello.<br />

Da Viotte si possono già ammirare le<br />

Tre Cime, i Gruppi del Brenta e<br />

dell’Adamello, la cima del Palon e<br />

gran<strong>di</strong> prati ver<strong>di</strong>. Lasciandoci alle<br />

spalle il Palon ci si incammina verso<br />

La Costa dei Cavai, si attraversa il<br />

biotopo delle Viotte, che è una riserva<br />

integrale. Proseguendo lungo la strada<br />

forestale che porta a Bocca Vaiona,<br />

si vedono le trincee della prima guerra<br />

mon<strong>di</strong>ale e, più avanti, una sorgente<br />

d’acqua. Si arriva alla Malga Roncher,<br />

quin<strong>di</strong> si sale lungo un prato per<br />

riprendere il sentiero Costa dei Cavai<br />

e si va verso Monte Cornet. Arrivati<br />

alla cima, si può ammirare uno<br />

splen<strong>di</strong>do panorama, quin<strong>di</strong> si scende<br />

lungo il versante sud-est passando fra<br />

le trincee della Grande Guerra e si<br />

raggiunge la cresta che ci porta verso<br />

il Dos D’Abramo. Arrivati sotto Dos<br />

D’Abramo, salire e scendere dalla cima<br />

è possibile attraverso un canale<br />

attrezzato con funi metalliche e staffe,<br />

che ci permette <strong>di</strong> raggiungere un<br />

sentiero superiore. Si può anche<br />

evitare la salita al Dos D’Abramo<br />

prendendo il sentiero che costeggia<br />

la base nord ovest portandoci fino alla<br />

Cima Verde. Per il rientro si scende<br />

dalla Cima Verde lungo un prato,<br />

traversando mughi e un bosco tramite<br />

quest’ultimo sentiero che termina<br />

all’imbocco della Val del Merlo, si<br />

prosegue lungo un altro sentiero<br />

pianeggiante costeggiando il limite<br />

settentrionale della riserva integrale,<br />

per ritornare al parcheggio.<br />

domenica 9 settembre<br />

Monte Cusna (E)<br />

D.G. Angelo Lavacchielli<br />

Si parte dalla Pescheria Zamboni a<br />

quota 1100 metri presso Febbio.<br />

Seguiremo poi la classica salita alla<br />

cima del Monte Cusna (2121 m),<br />

coronata dal percorso <strong>di</strong> tutto il profilo<br />

del Gigante fino a raggiungere il piccolo<br />

crinale <strong>di</strong> Lama Lite. Poi percorreremo<br />

l’ampio e spettacolare circo glaciale<br />

del Monte Prado (2054 m) per salirne<br />

infine la vetta che rappresenta la meta<br />

finale <strong>di</strong> questa impegnativa<br />

escursione in una delle zone più<br />

incontaminate del Parco Nazionale<br />

dell’Appennino Tosco-Emiliano.<br />

D.G. Lorenzo Sorbelli<br />

sabato 9 giugno - Passo Ra<strong>di</strong>ci - M. Saltello - Cima Romecchio - Cima<br />

dell’Omo - la Boccaia - Lago Santo (E) <strong>di</strong>slivello + 259/-339 metri - tempo:<br />

5 ore con pranzo al sacco. Partenza ore 6,30 con pulmino.<br />

sabato 16 giugno - Giro della Val <strong>di</strong> Luce: Ca’ Coppi - Balzo delle Rose -<br />

Passo Rombicetti - Passo d’Annibale - Alpe Tre Potenze - Passo della<br />

Fariola - Ca’ Coppi (E) <strong>di</strong>slivello +/- 700 metri; tempo: 5 ore con pranzo al<br />

sacco. Partenza ore 6.30 con auto proprie.<br />

sabato 23 giugno - Apuane - Campocatino - la Focolaccia - Tambura -<br />

passo Tambura e ritorno a Campocatino (EE) - Equipaggiamento: oltre al<br />

normale equipaggiamento da montagna, guanti, cor<strong>di</strong>no <strong>di</strong> 7 metri, <strong>di</strong>ametro<br />

9 mm e 2 moschettoni (per la presenza <strong>di</strong> un tratto attrezzato), pranzo al sacco<br />

e acqua a sufficienza (il percorso è senz’acqua). Partenza ore 6.00 con auto<br />

proprie.<br />

sabato 30 giugno - Piane <strong>di</strong> Mocogno - Via Vandelli - Cava Prati <strong>di</strong> Barigazzo<br />

- Monte Cantiere - Baita del Duca (E) <strong>di</strong>slivello +/- 367 metri; tempo 4 ore,<br />

possibilità <strong>di</strong> pranzo in baita. Partenza ore 7.00 con auto proprie.<br />

sabato 7 luglio - Lago Santo - Ron<strong>di</strong>naio - il Passetto - tratto attrezzato<br />

Grotta Rosa (tratto attrezzato) - Monte Giovo - Passo Boccaia - Lago<br />

Santo (EE) <strong>di</strong>slivello +/- 615 m; tempo: 4:30 ore con pranzo al sacco. Partenza<br />

ore 6.30 con auto proprie.<br />

sabato 14 luglio - In occasione della Torre in festa <strong>di</strong> Montecenere si<br />

organizza un’escursione dalla Torre <strong>di</strong> Montecenere al Castello <strong>di</strong> Brandola<br />

e ritorno (Montecenere - Pracanina - Castello <strong>di</strong> Brandola - Bagni <strong>di</strong> Brandola<br />

6<br />

SOCI <strong>di</strong> LAMA<br />

domenica 22 luglio<br />

Passo d’Annibale - Monte Gomito (EE)<br />

Pressoché <strong>di</strong>sabitata tranne qualche<br />

capanna <strong>di</strong> taglialegna o pastori,<br />

anticamente la Valle delle pozze era<br />

comunque frequentata da pellegrini e<br />

mercanti che, grazie ai suoi importanti<br />

valichi appenninici del Passo <strong>di</strong><br />

Annibale e Passo della Vecchia,<br />

svolgevano attività <strong>di</strong> scambio<br />

economico (e culturale) tra l’Etruria e<br />

la pianura del Po. Lo stesso Passo <strong>di</strong><br />

Annibale era il valico verso la Toscana<br />

dell’antica “Via dei remi” che, dalla<br />

vicina Valle del Sestaione, veniva<br />

utilizzata per portare i legnami dalle<br />

foreste dell’Abetone verso la valle delle<br />

Tagliole, per poi <strong>di</strong>scendere in Garfagnana<br />

e da lì tramite il fiume Serchio<br />

trasportarli fino al mare e a Pisa, dove<br />

venivano utilizzati per realizzare<br />

appunto i remi e le assi per il fasciame<br />

delle navi del Granducato <strong>di</strong> Toscana.<br />

La Val <strong>di</strong> Luce, ribattezzata così negli<br />

anni ‘30 dall’allora proprietario Podestà<br />

dell’Abetone, l’ingegner Lapo Farinati<br />

www.cai.mo.it<br />

Uberti, è dominata a sud dall’imponente<br />

sagoma dell’Alpe Tre Potenze<br />

(1940 m), a est dal Monte Gomito<br />

(1892 m) mentre a ovest e a nord<br />

confina rispettivamente con le Valli<br />

delle Tagliole e dello Scoltenna.<br />

La cima più alta della valle è appunto<br />

l’Alpe Tre Potenze che deve il suo nome<br />

al fatto che congiungeva tre vallate<br />

appartenenti a tre Stati <strong>di</strong>versi: il sopra<br />

citato Granducato <strong>di</strong> Toscana, il Ducato<br />

<strong>di</strong> Lucca e il Ducato <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>.<br />

Oltre a fare una bella escursione tra<br />

Emilia e Toscana a “caccia” <strong>di</strong> tritoni<br />

e godere a pieno della pace e<br />

spiritualità delle foreste <strong>di</strong> faggi e abeti,<br />

approfon<strong>di</strong>remo ed amplieremo queste<br />

tematiche storiche, culturali e<br />

geografiche. Al termine <strong>di</strong> una giornata<br />

così piena e davanti ad una meritata<br />

merenda, con<strong>di</strong>videremo emozioni e<br />

sensazioni provate durante<br />

l’escursione.<br />

D.G. Giordano Chio<strong>di</strong><br />

- Ponte Ercole - Montecenere) (E) <strong>di</strong>slivello +/- 380 metri; tempo: 3:45 ore.<br />

Partenza ore 7.30 dal parcheggio <strong>di</strong> Montecenere.<br />

sabato 21 luglio - Oratorio del Monticello - la Nuda - la Boccaia - le Borelle<br />

- Monticello (E) - <strong>di</strong>slivello +/- 735 m; tempo: 5:30 ore con pranzo al sacco.<br />

Partenza ore 6.30 con auto proprie.<br />

sabato 28 luglio - Percorso nei <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Lama Mocogno (Lama, treppi<br />

della ruzzola - Selva dei Pini - Cavergumine - Tollè - casa Palmina - Mocogno<br />

- la Masina - Lama Mocogno) (E) <strong>di</strong>slivello +/-762 metri; tempo: 5:30 ore con<br />

pranzo al sacco.<br />

domenica 5 agosto - Festa Madonna delle nevi - Abetone - Libro Aperto -<br />

Monte <strong>Cimone</strong> - Lago della Ninfa (E) <strong>di</strong>slivello +955/-835 metri; tempo: 5+1:30<br />

ore con pranzo al sacco. Partenza da Lama ore 6.00 con pulmino.<br />

sabato 11 agosto - Pellegrinaggio La Santona - San Pellegrino (Via Vandelli<br />

- Passo Cento Croci - La Fabbrica - Imbrancamento - Giro del <strong>di</strong>avolo - San<br />

Pellegrino con Santa Messa) (E) Tempo: 6:30 ore con pranzo al sacco o al<br />

ristorante. Partenza dalla Santona ore 5.30. Ritorno con pulmino.<br />

domenica 19 agosto - La Camellata: Abetone - Passo delle Ra<strong>di</strong>ci (EE)<br />

Escursione impegnativa e faticosa: Abetone - Monte Gomito - alternativa ai<br />

Denti della vecchia - Passo d’Annibale - Foce Giovo - Monte Ron<strong>di</strong>naio - tratto<br />

attrezzato Grotta Rosa - Monte Giovo - Colle Bruciata - Cima dell’Omo - Cima<br />

Romecchio - Saltello - Monte Albano - Giro del <strong>di</strong>avolo - Passo delle Ra<strong>di</strong>ci.<br />

Abbuffata finale. <strong>di</strong>slivello +1440/-1301 metri; tempo: 9 ore. Partenza da Lama<br />

ore 5.00 con pullman.


SCUOLA C.A.I.<br />

A G<br />

LPI<br />

I<br />

O<br />

VANILE<br />

N IS<br />

M O<br />

- MODENA<br />

-<br />

ALPINISMO GIOVANILE<br />

Soggiorno Estivo dal 2 all’8 luglio per ragazzi/e nati dal 2000 al 20<strong>03</strong><br />

PARCO NATURALE ALPE DEVERO E ALPE VEGLIA<br />

Escursioni naturalistiche, orienteering, arrampicate e giochi<br />

escursioni ai laghetti alpini delle<br />

Streghe, del Sangiatto, dell’Azzurro<br />

e alle cascate della Valle del<br />

Bondolero...<br />

visite alle malghe degli alpeggi estivi<br />

sugli altopiani confinanti con il<br />

Vallese Svizzero, per apprendere<br />

la vita legata al pascolo e alla<br />

trasformazione dei prodotti delle<br />

mandrie...<br />

lezioni <strong>di</strong> arrampicata, sui sassi nei<br />

pressi del rifugio...<br />

escursioni guidate <strong>di</strong> orienteering<br />

alla ricerca <strong>di</strong> luoghi ameni quale il<br />

Passo del Rossa, o la Punta del<br />

Busin...<br />

e cammin facendo, incontri con<br />

marmotte, camosci, stambecchi,<br />

salamandre...<br />

tanti giochi e canti <strong>di</strong><br />

socializzazione...<br />

per introdurre i ragazzi alla<br />

conoscenza dell’ambiente montano.<br />

41° Soggiorno Estivo in Montagna<br />

dal 19 luglio al 3 agosto<br />

per ragazzi/e nati dal 1993 al 1999<br />

Parco Naturale Canyon de Ordesa<br />

e Monte Per<strong>di</strong>do - Pirenei<br />

<strong>Il</strong> Parco Naturale Ordesa y Monte Per<strong>di</strong>do, ubicato<br />

nel terzo raggruppamento dei Pirenei (da est a ovest:<br />

Me<strong>di</strong>terranei, Centrali, Atlantici e Baschi), confina<br />

sul lato nord con il Parco Naturale <strong>di</strong> Gavernie, situato<br />

in Francia. <strong>Il</strong> parco si presta magnificamente, per<br />

la tranquillità, la bellezza e la solitu<strong>di</strong>ne delle lunghe<br />

vallate, a introdurre i giovani al razionale e al contempo<br />

affascinante mondo del trekking. Orientandosi con<br />

bussola e carta, raggiungeremo i luoghi più<br />

caratteristici <strong>di</strong> questo imparagonabile parco e<br />

visiteremo siti geologici che testimoniano l’origine<br />

e l’evoluzione <strong>di</strong> queste montagne: gli incre<strong>di</strong>bili colori<br />

dei Pico de Inferno, il Circo de Piedrafita, con i suoi<br />

innumerevoli laghetti azzurri, la famosa e romanzata<br />

Brecha de Rolando, l’aerea Faixa (cioè cengia) Par<strong>di</strong>na,<br />

il maestoso Canyon de Ordesa, con le sue rombanti<br />

e contorte cascate, sottostanti il bianco anfiteatro<br />

calcareo del Monte Per<strong>di</strong>do. Assistere al sorgere <strong>di</strong><br />

un’alba sul percorso che dalla Brecha conduce al Circo<br />

de Cotatuero, farà emozionare e aiuterà a far<br />

comprendere ai ragazzi che nessun pittore al mondo<br />

riuscirebbe a <strong>di</strong>pingere e a trasmettere la maestosa<br />

imponenza architettonica della natura. Si potrebbe<br />

continuare a lungo a elencare le caratteristiche uniche che racchiudono questi Pireneos Atlanticos,<br />

peculiarità così esclusive da rimanere per sempre impresse nella mente e nel cuore dei ragazzi<br />

dell’AG che precedentemente hanno vissuto questa esperienza...<br />

È in questi luoghi <strong>di</strong> rara bellezza che l’Alpinismo Giovanile della Sezione <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> svolgerà il<br />

suo 41° Soggiorno Estivo in montagna.<br />

7


9° Concorso Fotografico - I risultati<br />

1<br />

2 3<br />

Come posso raccontare l’esperienza<br />

vissuta? Provo a partire dalla fine...<br />

da cosa mi porto a casa dal 14° corso<br />

<strong>di</strong> escursionismo invernale. Beh<br />

l’attrezzatura! Un bella giacca invernale,<br />

i pantaloni, i calzettoni e i guanti<br />

che spero <strong>di</strong> usare ancora...<br />

Scherzi a parte. Parto dalla fine perché<br />

la fine per me significa l’ultima bellissima<br />

gita in Val Pusteria due giorni impegnativi,<br />

tanto impegnativi che sono stata<br />

indecisa fino all’ultimo se andare o no,<br />

spaventata dai 1000 metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>slivello<br />

previsti per il secondo giorno.<br />

Si perché io pur amando molto la<br />

montagna e camminare, sono una<br />

polentona, come <strong>di</strong>rebbe qualcuno,<br />

una escursionista “cioccolataia” e, se<br />

camminare non è un problema e lo<br />

farei per chilometri, la salita lo è, perché<br />

manca il fiato e non avevo voglia <strong>di</strong><br />

rallentare il gruppo.<br />

Invece sono andata. Abbiamo avuto<br />

due giorni <strong>di</strong> sole splen<strong>di</strong>do, purtroppo<br />

le altre gite del corso erano sempre<br />

state coperte e nebbiose.<br />

<strong>Il</strong> primo giorno è stata davvero una<br />

passeggiata! Culminata a 2100 metri<br />

con un panorama mozzafiato: davanti<br />

a noi le 3 Cime <strong>di</strong> Lavaredo poi la Croda<br />

Rossa, le montagne <strong>di</strong>etro Cortina per<br />

citare solo i nomi dei monti che mi ricordo.<br />

Ma una delle cose belle uscendo<br />

con il <strong>CAI</strong> è che puoi contare su<br />

escursionisti esperti e sinceramente<br />

“innamorati” dei monti che ci hanno<br />

in<strong>di</strong>cato e nominato tutte le cime e per<br />

La mia esperienza...<br />

ognuna raccontato una storia o<br />

con<strong>di</strong>viso un’esperienza vissuta.<br />

<strong>Il</strong> giorno dopo siamo partiti per i<br />

“terrificanti” 1000 metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>slivello:<br />

obiettivo il rifugio “A. Locatelli alle Tre<br />

Cime”, indovinate un po’? Ci sono<br />

arrivata in cima a quei 1000 metri! Per<br />

scoprire che non erano nemmeno<br />

terrificanti!<br />

Siamo partiti come sempre in due<br />

allievi e un istruttore. <strong>Il</strong> mio, volutamente<br />

non faccio il nome, è stato<br />

bravissimo. Perché <strong>di</strong> fronte alle mie<br />

“lamentele” tipo: “eh ma non ce la<br />

farò... mi spiace, ma sicuramente<br />

tornerò in<strong>di</strong>etro prima... però voi<br />

continuate perché non voglio rallentarvi<br />

né essere d’impaccio...” mi ha<br />

serenamente sempre risposto: “Va<br />

bene, nessun problema, noi intanto<br />

an<strong>di</strong>amo, ogni tanto pren<strong>di</strong>amo fiato,<br />

poi quando non ce la farai più torniamo,<br />

senza fretta e senza problemi. Intanto<br />

an<strong>di</strong>amo e go<strong>di</strong>amoci il panorama...”<br />

Siamo andati, ci siamo goduti il<br />

panorama - con cascate ghiacciate,<br />

valli innevate, picchi soleggiati -,<br />

abbiamo chiacchierato, ogni tanto<br />

tiravo fiato e <strong>di</strong>cevo “bello, peccato<br />

solo che non arriverò in fondo... ma<br />

davvero il <strong>di</strong>slivello è troppo per me...”.<br />

Intanto salivamo costantemente.<br />

Ad un certo punto ho detto al mio<br />

istruttore che cominciavo ad essere<br />

veramente troppo stanca... e sarei<br />

tornata, dal momento che ero sicura<br />

mancasse ancora molto. Lui, sempre<br />

Giunto nel 2011 alla nona e<strong>di</strong>zione, il Concorso Fotografico pare affascinare<br />

ancora i nostri Soci che, più numerosi dello scorso anno, hanno visitato la<br />

mostra allestita nei mesi invernali presso la Sede <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> e hanno decretato<br />

il vincitore, esprimendo la loro preferenza. I Soci che hanno partecipato sono<br />

15 e le fotografie esposte sono state 50. <strong>Il</strong> vincitore <strong>di</strong> quest’anno è stato John<br />

Freeman, con la foto n. 2 dal titolo “Cascata del Dardagna”. John Freeman<br />

si è aggiu<strong>di</strong>cato anche il secondo posto con lo scatto “Serra dei Baichetti”<br />

(n. 32). Terza piazza per Carlo Verzani, autore della foto n. 8 “Blizar - Alpe<br />

Devero”. Le due prime foto sono state realizzate sul nostro Appennino, a<br />

testimonianza che tra i nostri monti si celano suggestioni e che i nostri Soci<br />

sanno coglierle, anche grazie ad una macchina fotografica. Poi - certo - anche<br />

un po’ <strong>di</strong> campanilismo per votare le foto “<strong>di</strong> casa nostra” non guasta...<br />

Ringrazio il Coor<strong>di</strong>natore del Concorso, Alberto Papotti, che si è impegnato a<br />

raccogliere e gestire i <strong>di</strong>versi aspetti della manifestazione ed ha ottenuto un<br />

bel risultato. Come <strong>di</strong> consueto, la foto vincitrice è stata appesa in sede accanto<br />

alle foto degli anni scorsi.<br />

<strong>Il</strong> Presidente<br />

assolutamente sereno, mi ha risposto:<br />

“Beh se vuoi rientrare, come cre<strong>di</strong>...<br />

ma forse è normale che tu sia stanca...<br />

visto siamo già saliti <strong>di</strong> 800 m...” Ero<br />

sbigottita, avevo già fatto l’80% del<br />

temuto <strong>di</strong>slivello senza nemmeno<br />

accorgermene... potevo forse mollare?<br />

Assolutamente no!<br />

Sono arrivata fino al rifugio dove ci<br />

hanno accolto gli altri tra risate e anche<br />

alcuni sfottò, sicuramente in ritardo<br />

rispetto ad altri gruppi... ma non era<br />

mica una gara giusto?!<br />

<strong>Il</strong> tempo <strong>di</strong> mangiare qualcosa, fare<br />

quattro chiacchiere e una foto <strong>di</strong> gruppo<br />

e via verso la <strong>di</strong>scesa. Anche quella<br />

temuta assai, perché se è vero che “in<br />

<strong>di</strong>scesa tutti i santi aiutano”, è anche<br />

vero che le ginocchia a volte si lamentano<br />

e la paura <strong>di</strong> rotolare giù resta.<br />

Solo che ora, sapevo come fare: ho<br />

tenuto il mio passo, chiacchierato,<br />

ammirato il panorama, sempre con la<br />

massima attenzione a dove mettevo<br />

gli scarponi, e sono arrivata alla baita<br />

da cui siamo partiti. E lì mi sono<br />

“premiata” con un bel piattone <strong>di</strong> patate<br />

al forno, speck e uova in camicia...perché<br />

me lo ero meritato!<br />

Ecco cosa mi porto a casa dal corso<br />

<strong>di</strong> escursionismo: io che guardavo le<br />

montagne innevate e la gente che<br />

saliva in cima e pensavo sempre “Che<br />

bravi! Che bello d’essere! Chissà che<br />

meraviglia da lassù” bene, lassù ci<br />

sono arrivata anche io.<br />

E ci sono arrivata non solo “appas-<br />

sionata”, ma anche con molta consapevolezza.<br />

La consapevolezza <strong>di</strong> tutto<br />

ciò che un’escursione in montagna<br />

comporta. Dall’attrezzatura e i rifornimenti<br />

da portare con sé - che non<br />

è esattamente banale, dal momento<br />

che non solo può fare la <strong>di</strong>fferenza<br />

nell’ambiente che troverai una volta in<br />

cammino, ma è anche tutto quello che<br />

porterai sulle spalle per tutta la giornata<br />

- a come muoversi nei <strong>di</strong>versi ambienti<br />

innevati che si possono incontrare.<br />

Da come prendere informazioni e<br />

valutare le con<strong>di</strong>zioni meteo, a come<br />

guardare attentamente l’ambiente per<br />

capire quale sia il percorso più sicuro.<br />

Fino a come utilizzare l’arva o prestare<br />

il primo soccorso.<br />

Quando e come utilizzare le <strong>di</strong>verse<br />

attrezzature: ciaspole e bacchette o<br />

ramponi e piccozza, ecco forse sulla<br />

manovra <strong>di</strong> arresto con la piccozza<br />

sono ancora un po’ scarsina...<br />

Alcune cose poi oltre che utili sono<br />

state anche molto belle anche<br />

semplicemente a livello <strong>di</strong> curiosità...<br />

come ad esempio i <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong><br />

neve/ghiaccio che si possono<br />

incontrare stratificati.<br />

Quin<strong>di</strong> ringrazio davvero tutte le<br />

persone che ho incontrato al corso:<br />

per la professionalità con cui ci hanno<br />

spiegato, la passione che mi hanno<br />

trasmesso, la pazienza che hanno<br />

avuto, la capacità <strong>di</strong> spronare!<br />

Barbara Taccini, escursionista<br />

“cioccolataia” invernale sod<strong>di</strong>sfatta<br />

9


Complice il tempo un po’ matto, l’attività<br />

sul campo tarda ad iniziare. La<br />

“male<strong>di</strong>zione” del maltempo ci ha<br />

obbligato a “guardare ma non toccare”,<br />

ovvero a goderci i sentieri sotto la<br />

pioggia, tenendo gli attrezzi ben chiusi<br />

in magazzino. Ma, immaginando che<br />

l’estate arrivi, è bene guardare avanti<br />

e alla stagione calda che ci permetterà<br />

<strong>di</strong> rime<strong>di</strong>are alle intemperanze dell’inverno.<br />

Certo, una mano ci servirebbe<br />

proprio e, per questo, invitiamo tutti<br />

gli escursionisti a partecipare alle<br />

nostre gite mensili. Non c’è nulla <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fficile, solo una gita in compagnia,<br />

un paio <strong>di</strong> barattoli <strong>di</strong> vernice e qualche<br />

attrezzo che si impara a conoscere un<br />

poco per volta. Le prossime uscite in<br />

10<br />

Gruppo<br />

sentieri<br />

Una lunga estate in bianco e rosso<br />

programma sono le domeniche 3<br />

giugno, 8 luglio e 2 settembre. <strong>Il</strong><br />

martedì precedente (il primo martedì<br />

del mese) ci incontriamo in sede a<br />

<strong>Modena</strong> per decidere dove andare e<br />

definire i dettagli organizzativi, per cui<br />

è utile passare dato che, in base a quanti<br />

siamo potremo decidere l’attività migliore,<br />

oltre che la più interessante! <strong>Il</strong> Soci che<br />

curano la rete del comune <strong>di</strong> Pavullo,<br />

invece, si trovano il mercoledì precedente<br />

alle gite presso la sede del Frignano,<br />

a Pavullo. Per loro il programma<br />

prevede un’unica gita prima <strong>di</strong><br />

settembre, il 24 giugno. Dopo anche<br />

loro saliranno nell’Alto Appennino e ci<br />

aiuteranno a preparare i sentieri per<br />

accogliere gli escursionisti per la<br />

Settimana Nazionale dell’Escursionismo!<br />

Questa verrà aperta da un importante<br />

appuntamento: il XIV Meeting Nazionale<br />

dei Sentieri in programma sabato 8<br />

settembre a Lizzano in Belvedere. In<br />

questa occasione si affronteranno i<br />

temi legati alla sicurezza e alla<br />

formazione nella nostra attività ma<br />

anche alla qualità. Quest’ultimo aspetto<br />

può sembrare eccessivo in un’attività<br />

<strong>di</strong> volontariato come la nostra ma è<br />

importante perché sottolinea l’alto<br />

livello del lavoro svolto dai nostri Soci.<br />

Sempre per supportare “la Settimana”<br />

che finalmente approda nella nostra<br />

regione, durante il periodo estivo<br />

svolgeremo molta attività per verificare<br />

lo stato dei segni e dei sentieri che<br />

verranno percorsi. Chi vuole godersi<br />

qualche weekend <strong>di</strong> “pittura”, dunque,<br />

ha solo l’imbarazzo della scelta tra le<br />

domeniche 22 luglio, 5 e 19 agosto e<br />

2 settembre e i relativi sabati. Anche<br />

in questo caso, ci incontreremo il<br />

martedì precedente per organizzarci,<br />

affidandoci al “passaparola” per il mese<br />

<strong>di</strong> agosto quando la sede è chiusa.<br />

Invito gli interessati a comunicarci la<br />

vostra intenzione <strong>di</strong> partecipare per<br />

informarvi sulle attività che man mano<br />

organizziamo. Ci trovate in sede a<br />

<strong>Modena</strong> il martedì sera e a Pavullo in<br />

occasione dei mercoledì precedenti le<br />

gite. La nostra mail è<br />

sentieristica@cai.it<br />

Andrea Gasparini<br />

San Bernardo da Mentone <strong>di</strong> Alessandro Marchiorri<br />

Nel numero <strong>di</strong> Agosto 1932 (ottant’anni fa’ esatti) della Rivista del C.A.I., alla Rubrica Atti e Comunicati della Sede Centrale, appare la Circolare n.10 del<br />

seguente tenore:<br />

Quadro <strong>di</strong> San Bernardo nelle Se<strong>di</strong> sezionali e nei rifugi<br />

A TUTTE LE SEZIONI DEL C.A.I.<br />

“Le Sezioni riceveranno - gratuitamente - per conto <strong>di</strong> questa Sede Centrale<br />

- riproduzioni del quadro <strong>di</strong> San Bernardo - protettore degli alpinisti - pregevole<br />

opera del pittore Migliorati <strong>di</strong> Perugia, da collocarsi nelle se<strong>di</strong> sociali e in ciascun<br />

Rifugio <strong>di</strong> proprietà, in consegna o in affitto. Ogni stampa deve essere inquadrata<br />

sotto vetro con cornice liscia, formata da listelli <strong>di</strong> legno larghi quattro centimetri,<br />

e ciò allo scopo <strong>di</strong> avere la maggior possibile uniformità. I quadri destinati alle<br />

Sezioni devono essere esposti subito; quelli per i Rifugi saranno posti in opera<br />

al più presto, ed in ogni caso per l’inizio della stagione alpinistica dell’anno<br />

corrente.”<br />

Saluti fascisti - d’or<strong>di</strong>ne -<br />

<strong>Il</strong> Segretario del C.A.I. V.Frisinghelli<br />

A parte i “saluti fascisti” che ovviamente son caduti in prescrizione, nessun<br />

“contror<strong>di</strong>ne” fu più emanato per annullare tale Circolare: la nostra Sezione,<br />

pertanto, ha doverosamente e <strong>di</strong>sciplinatamente ottemperato alla <strong>di</strong>sposizione a<br />

suo tempo impartita e<br />

ha ricollocato il quadro nella sala grande della nostra Sede sulla parete <strong>di</strong> sinistra, sopra la bacheca<br />

storica contenente a tutt’oggi i vecchi strumenti speleologici.<br />

Nella foto storica che pubblichiamo, tratta dall’Archivio Testoni, è raffigurato l’interno della vecchia<br />

Sede <strong>di</strong> Via San Vincenzo (i Soci più anziani la ricorderanno senz’altro perché fu tale fino al 1955...)<br />

in cui ben si in<strong>di</strong>vidua sopra l’uscio, il quadro <strong>di</strong> San Bernardo. Da notarsi inoltre, sulla sinistra, le<br />

foto del Re e <strong>di</strong> “zio Benito”... alle pareti poi numerosi pannelli con fotografie... dove saranno mai<br />

andate a finire?<br />

Nel quadro, sotto l’immagine del Santo che trafigge il dragone e sopra una artistica composizione <strong>di</strong><br />

piccozze, sci e relative racchette in bamboo e il Logo del <strong>CAI</strong>, viene riportata da un lato la Preghiera<br />

dell’Alpinista e dall’altro la Proclamazione del Patronato <strong>di</strong> S.Bernardo <strong>di</strong> Pio XI, Papa Achille Ratti,<br />

che fu valente alpinista e Socio <strong>CAI</strong> della Sezione <strong>di</strong> Milano. <strong>Il</strong> <strong>CAI</strong> d’allora naturalmente non potè che<br />

aderire all’iniziativa <strong>di</strong> un Socio che era <strong>di</strong>ventato ad<strong>di</strong>rittura Sommo Pontefice della Chiesa cattolica!<br />

Dal momento che è praticamente impossibile da terra riuscire a leggere questi due testi, li abbiamo<br />

trascritti a uso e consumo della “elevazione spirituale” <strong>di</strong> tutti: lo stile della prosa è quello che è,<br />

ridondante, ampolloso, retorico e magniloquente fin che si vuole, ma era lo stile tipico d’allora e<br />

all’epoca nessuno ci faceva caso più <strong>di</strong> tanto...<br />

(in basso a sinistra) “Ben<strong>di</strong>ci, o Signore, queste funi, e bastoni e piccozze, e tutti gli altri attrezzi<br />

qui presenti, affinché chiunque ne faccia uso su gli ardui <strong>di</strong>rupi dei monti, fra i ghiacci e le nevi e le<br />

tormente sia preservato da ogni accidente e pericolo, e felicemente arrivi in vetta, e incolume ai<br />

suoi faccia ritorno. Per l’intercessione del Beato Bernardo, che volesti patrono degli alpigiani e<br />

degli alpinisti, proteggi, o Signore, questi tuoi servi e a essi conce<strong>di</strong> che mentre ascendono queste<br />

vette, possano anche al <strong>di</strong>vino monte pervenire. Per Cristo Signor nostro. Così sia.”<br />

(in basso a destra) “...Vogliamo stabilire San Bernardo da Mentone qual Patrono celeste non pure<br />

agli abitanti ed ai viaggiatori delle Alpi, ma anche a coloro che si esercitano a salirne i gioghi. Per<br />

vero tra tutti gli esercizi <strong>di</strong> onesto <strong>di</strong>porto nessuno più <strong>di</strong> questo - quando si schivi la temerarietà -<br />

può <strong>di</strong>rsi giovevole alla sanità dell’anima nonché del corpo. Mentre, con duro affaticarsi e sforzarsi<br />

per ascendere dove l’aria è più sottile e più pura, si rinnovano e rinvigoriscono le forze, avviene pure<br />

che e coll’affrontare <strong>di</strong>fficoltà d’ogni specie si <strong>di</strong>venga più forti pei doveri anche più ardui della vita, e<br />

col contemplare la immensità e bellezza degli spettacoli che dalle sublimi vette delle Alpi ci si aprono<br />

sotto lo sguardo, l’anima si elevi felicemente a Dio, autore e Signore della natura.”<br />

PIO XI


Le nostre ra<strong>di</strong>ci<br />

Pubblichiamo quella che oggi chiameremmo “Scheda Informativa” relativa a una escursione nell’Alto Appennino modenese alla fine giugno 1930. È un<br />

documento tratto dall’archivio Angelo Testoni che proponiamo alla curiosità dei nostri lettori perché costituisce un interessante spaccato degli usi e costumi<br />

dell’epoca.<br />

Naturalmente non possiamo esimerci da qualche commento e considerazione: la gita era definita come “Manifestazione Sociale”, la 5a dell’anno 1930 -<br />

VIII era l’anno dell’Era Fascista iniziata nel 1922. L’escursione era strutturata su due giorni, il 28 e 29 giugno, perché a quell’epoca sarebbe stata impossibile<br />

da mattino a sera; la viabilità era quella che era: non esistevano la Fondovalle Panaro e, in questo caso, la Nuova Estense; da <strong>Modena</strong> bisognava “sciropparsi”<br />

tutta la Via Giar<strong>di</strong>ni: Maranello, Serramazzoni, Pavullo, Lama, Barigazzo, Pievepelago e Abetone. Come evidenziato nel Programma - Orario occorrevano<br />

ben tre ore da <strong>Modena</strong> a Pievepelago. Lo stemma del <strong>CAI</strong> era ancora “pulito”: pochi anni dopo il Regime fascista avrebbe imposto l’apposizione <strong>di</strong> un<br />

fascetto littorio sotto la Stella d’Italia. L’aquila era rappresentata correttamente con fattezze da rapace e non come oggi, spiace <strong>di</strong>rlo, con una testa vagamente<br />

simile a quella <strong>di</strong> un colombo; comparivano ancora due piccozze incrociate <strong>di</strong>etro lo scudo e la corda era avvolta sullo stesso e non pendente come nel<br />

“logo” o<strong>di</strong>erno. L’unica a non cambiare era la stella che essendo la “Stella d’Italia” non poteva né potrà mai essere cambiata, né tolta o sostituita con<br />

alcunché... Nel testo dell’Invito rivolto all’Egregio Consocio. Le Tagliole venivano definite “paesello ridente”. Fino a qualche decennio fa’ tutte le località<br />

turistiche erano “ridenti”... probabilmente la definizione era citta<strong>di</strong>na, per chi cioè rideva, o meglio sorrideva, all’idea <strong>di</strong> trovarsi in gita o in vacanza in<br />

montagna; i “paeselli” forse anch’essi erano ridenti all’idea che i “forestieri” recandosi colà, portassero dei bei “bajocchi”... Circa a metà testo troviamo<br />

“...fino alle pinete del Gomito e dell’Abetone...”: si trattava e si tratta tuttora <strong>di</strong> abetaie o abetine, mica pinete: i Soci <strong>di</strong> allora, come purtroppo molti anche<br />

oggi, non <strong>di</strong>stinguevano un pino da un abete... eppure lo stesso toponimo “Abetone” non avrebbe dovuto indurre a qualche ragionevole dubbio? A fine<br />

testo si fissava la “Adunata” in Piazza Mazzini. Oggi si <strong>di</strong>rebbe “ritrovo” per la partenza, ma allora era tutto militarizzato o para-militarizzato per cui il<br />

termine “adunata” era <strong>di</strong> uso corrente. E passiamo al “Programma - Orario”: riscontriamo oggi un dettaglio, o meglio, la mancanza <strong>di</strong> un dettaglio <strong>di</strong><br />

non secondaria importanza tra la sera del<br />

sabato e la mattina della domenica: i pasti.<br />

La sera del sabato, all’arrivo a Pievepèlago,<br />

s’andava a letto senza cena? E poi la<br />

domenica, con un’alzata alle 4 del mattino,<br />

si consumava la prima colazione non prima<br />

delle 6.30 all’arrivo al Lago Santo? Bisognava<br />

aver fatto un pasto pantagruelico a casa<br />

propria prima della partenza per la gita per<br />

riuscire a “tener botta” fino al Lago Santo<br />

cui si giungeva a pie<strong>di</strong> da Tagliole in un’ora<br />

e mezza! La quota - gita (viaggio e<br />

pernottamento) era per i Soci <strong>di</strong> Lire 35, mica<br />

poco se si considera che la quota associativa<br />

annua (bollino) per Socio Or<strong>di</strong>nario<br />

ammontava all’epoca a Lire 25... (a maggior<br />

ragione poi la sera a Pievepèlago si<br />

<strong>di</strong>giunava..). Uno dei Direttori-Gita, l’Avvocato<br />

Gino Mori, era l’allora Presidente sezionale;<br />

le iscrizioni si ricevevano non alla piccola<br />

Sede sociale <strong>di</strong> Via San Vincenzo (vedasi foto<br />

in altro articolo <strong>di</strong> questo Notiziario), ma<br />

presso il cosiddetto Recapito sociale<br />

all’Agenzia Viaggiatori in Piazzetta delle Uova.<br />

Può risultare curioso il fatto che la<br />

comunicazione <strong>di</strong> cui riproduciamo un<br />

esemplare sia stata inviata al Socio Lugli<br />

Pìlade con un generico in<strong>di</strong>rizzo “Madonnina-<br />

Città”: il postino non avrebbe dovuto trovarsi<br />

in <strong>di</strong>fficoltà al recapito, perché la Madonnina<br />

a quel tempo più che un Quartiere era quasi<br />

una frazione <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> e poi perché Pìlade<br />

Lugli era Capo Manipolo della M.V.S.N<br />

(Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale) e<br />

questo grado corrispondeva a quello <strong>di</strong> Tenente<br />

del Regio Esercito: insomma, era persona<br />

nota e tutti lo conoscevano. Ultima<br />

annotazione: Lugli Pìlade fu il primo<br />

Bibliotecario della Sezione e a lui va il merito<br />

<strong>di</strong> avere conservato e a noi trasmesso questo<br />

e altri documenti storici. Grazie, Pìlade!<br />

(Continua) - ALESSANDRO MARCHIORRI<br />

11


M. Rigoni Stern<br />

“Spegniamo<br />

il televisore<br />

e apriamo<br />

un libro!”<br />

Rudyard Kipling<br />

“La guerra nelle montagne -<br />

Impressioni dal fronte italiano”<br />

Ed. Mursia<br />

Narratore e poeta <strong>di</strong> gran fama,<br />

Rudyard Kipling si trova nel 1917<br />

come corrispondente <strong>di</strong> guerra sul<br />

fronte italiano. Nel settore carnicogiulio<br />

fa conoscenza con gli Alpini<br />

<strong>di</strong> cui si “innamora” narrando ed<br />

esaltando nei suoi “pezzi” mandati<br />

al giornale la loro abilità, coraggio,<br />

ingegnosità e valore. Con traduzione<br />

dalla lingua inglese <strong>di</strong> Michela<br />

Pistidda e a cura <strong>di</strong> Massimo<br />

Zamorani, appaiono per la prima<br />

volta in lingua italiana queste<br />

fresche e imme<strong>di</strong>ate corrispondenze<br />

<strong>di</strong> guerra, una cinquantina <strong>di</strong> pagine<br />

in tutto, integrate, sempre a cura <strong>di</strong><br />

Zamorani, da una breve ma<br />

esaustiva storia delle Truppe alpine<br />

dal significativo titolo “La lunga<br />

marcia degli Alpini”.<br />

NOVITÀ IN BIBLIOTECA<br />

<strong>di</strong> Alessandro Marchiorri<br />

Marco Albino Ferrari<br />

“Alpi Segrete - Storie <strong>di</strong> uomini<br />

e <strong>di</strong> montagne” - Ed. Laterza<br />

Parlando <strong>di</strong> Alpi, nell’immaginario<br />

collettivo <strong>di</strong> molti, compresi anche tanti<br />

Soci <strong>CAI</strong>, istintivamente appaiono le<br />

cime più famose o le località più note<br />

per l’industria del turismo, per la celebrità<br />

che hanno acquisito nella storia<br />

dell’alpinismo o semplicemente perché<br />

alla moda. In realtà, oltre alle montagne<br />

“da cartolina” esiste tutto un mondo<br />

alpino, ai più sconosciuto, che si estende<br />

dalle più remote valli piemontesi a quelle<br />

profonde e selvagge al confine austrosloveno.<br />

Si trovano paesi e villaggi <strong>di</strong><br />

ormai pochi abitanti con il minimo<br />

in<strong>di</strong>spensabile <strong>di</strong> attrezzature e servizi<br />

per in qualche modo poter sopravvivere<br />

e far sopravvivere la cultura <strong>di</strong> una antica<br />

società montanara. <strong>Il</strong> Ferrari ha percorso<br />

in lungo e in largo queste Terre Alte dove<br />

non è <strong>di</strong>fficile scoprire impensabili pievi<br />

romaniche, dove viene <strong>di</strong> nuovo<br />

avvistato l’orso e dove riemergono<br />

antiche tra<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> un artigianato ormai<br />

scomparso. È questo un libro che quasi<br />

ci invita ad abbandonare i soliti luoghi<br />

<strong>di</strong> vacanza e rivolgere la nostra<br />

attenzione a una montagna <strong>di</strong>versa e<br />

piena <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>narie sorprese.<br />

D’antan e vintage<br />

<strong>di</strong> Alessandro Marchiorri<br />

Nel precedente numero del Notiziario<br />

“<strong>Il</strong> <strong>Cimone</strong>” abbiamo pubblicato un<br />

articolo titolato “Piccozza d’antan”<br />

relativo alla donazione a noi fatta della<br />

piccozza dell’Avvocato Polacci. Alcuni<br />

Soci ci hanno posto il quesito <strong>di</strong> che<br />

cosa s’intenda con il termine “d’antan”.<br />

È presto detto: si tratta <strong>di</strong> locuzione<br />

mutuata dalla lingua francese col<br />

significato “<strong>di</strong> una volta, <strong>di</strong> un tempo<br />

lontano, d’epoca...” Se la volessimo<br />

ascrivere a una categoria merceologica,<br />

potremmo <strong>di</strong>re che la<br />

piccozza appartiene all’antiquariato.<br />

Con l’espressione “vintage”, oggi assai<br />

<strong>di</strong> moda, si intende invece un capo <strong>di</strong><br />

abbigliamento, un accessorio, uno<br />

strumento o un attrezzo risalente almeno<br />

a vent’anni prima che per la sua<br />

bellezza, classe, originalità sia da<br />

considerarsi <strong>di</strong> gran pregio e da<br />

considerarsi quasi “oggetto <strong>di</strong> culto” e<br />

che potrebbe rientrare in quello che<br />

oggi è definito “modernariato”.<br />

“Vintage” lo si può pronunciare sia<br />

all’inglese che alla francese: entrambi<br />

originariamente stavano a in<strong>di</strong>care in<br />

senso stretto “vendemmia” e per<br />

estensione “vino d’annata”.<br />

Concludendo: la piccozza dell’Avvocato<br />

Polacci, risalendo a circa 90 anni<br />

fa’, può certamente essere “vintage”,<br />

ma per le sue caratteristiche merita<br />

più propriamente essere definita<br />

“d’antan”.<br />

A proposito dell’articolo in cui si parla<br />

della piccozza abbiamo scritto una<br />

inesattezza: l’Avvocato Giuseppe<br />

Polacci, “il Cimoniano”, venne a<br />

mancare nel 1973 e non nel 1972.<br />

Ringraziamo i famigliari per<br />

l’osservazione e la rettifica che<br />

riportiamo volentieri per precisione<br />

storica.<br />

il cimone<br />

Notiziario della Sezione <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> del Club Alpino Italiano<br />

Via 4 Novembre, 40 - 41123 <strong>Modena</strong> - Tel. 059/826914 - Fax 059/826978<br />

Internet Home Page: http://www.cai.mo.it - E-mail: modena@cai.it<br />

Direttore Responsabile: Maria Teresa Rubbiani<br />

Fotocomposizione e stampa: Borghi - Via Gran<strong>di</strong>, 63/65 - 41123 <strong>Modena</strong><br />

Autorizz. del Tribunale <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> n. 605 del 29 settembre 1977<br />

<strong>Il</strong> notiziario è aperto alla collaborazione dei soci e simpatizzanti,<br />

ma gli articoli dei singoli autori non impegnano la redazione<br />

nè il Consiglio Direttivo del sodalizio. La pubblicazione può essere parziale.<br />

Anche se non pubblicati i testi non saranno restituiti.<br />

LA SEDE È APERTA NEI GIORNI DI MERCOLEDÌ E<br />

VENERDÌ (DALLE 17,00 - ALLE 19,30)<br />

E DI MARTEDÌ (DALLE 20,30 - ALLE 23,00).<br />

Fausto Camerini, Eugenio<br />

Cipriani “Sentieri sul Lago <strong>di</strong><br />

Garda - Le tre sponde: lombarda,<br />

trentina e veneta” - Ed. Iter<br />

Due profon<strong>di</strong> conoscitori della zona<br />

firmano questo libro-guida: Camerini è<br />

Autore del volume “Prealpi Bresciane”<br />

e<strong>di</strong>to nella Collana Guida ai Monti<br />

d’Italia e<strong>di</strong>ta da TCI e <strong>CAI</strong> e Cipriani,<br />

esperto alpinista e camminatore delle<br />

montagne dell’arco alpino orientale,<br />

Autore <strong>di</strong> oltre 40 pubblicazioni a carattere<br />

escursionistico e alpinistico. Essi<br />

ci propongono questa “guida” ai monti<br />

circostanti il Lago <strong>di</strong> Garda, uno dei<br />

luoghi più conosciuti e affollati dal turismo<br />

<strong>di</strong> massa eppure anche straor<strong>di</strong>nariamente<br />

ricco <strong>di</strong> territori <strong>di</strong> silenzio<br />

e <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne. Una fitta rete <strong>di</strong> sentieri<br />

permette <strong>di</strong> passare dalle sponde<br />

“me<strong>di</strong>terranee” del lago con ulivi,viti e<br />

limoni, a vette che, seppur non altissime,<br />

offrono suggestioni e panorami<br />

<strong>di</strong> prima grandezza.<br />

Paolo Tombini, Luca Macchetto<br />

“Sicurezza in montagna”<br />

Ed. Versante Sud<br />

Si tratta <strong>di</strong> un magnifico manuale<br />

riguardante, come esplicita il sottotitolo,<br />

Mercoledì 27 giugno, alle ore 16,<br />

presso la Sala d’Ercole dell’Archivio<br />

<strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, Federica Ba<strong>di</strong>ali<br />

(Dipartimento <strong>di</strong> Scienze della Terra,<br />

Università <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> e Reggio Emilia)<br />

terrà una conferenza dal titolo “La<br />

Mappa della Croce Arcana: un raro<br />

esempio <strong>di</strong> cartografia geomorfologica<br />

della seconda metà del XV<br />

secolo”. Nel corso dell’incontro,<br />

organizzato nell’ambito della rassegna<br />

“Tesori <strong>di</strong> carte” de<strong>di</strong>cata al prezioso<br />

patrimonio dell’Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong><br />

<strong>Modena</strong>, sarà presentato al pubblico,<br />

per la prima volta, uno splen<strong>di</strong>do<br />

documento cartografico realizzato<br />

nell’ambito della Corte Estense intorno<br />

al 1480, che raffigura l’alto Appennino<br />

Modenese e Bolognese, tra il Corno<br />

alle Scale e il <strong>Cimone</strong>, lungo le vallate<br />

dei torrenti Ospitale e Dardagna.<br />

La mappa, realizzata con colori a<br />

tempera su pergamena, misura cm 47<br />

x 52 circa e presenta i segni, visibili<br />

soprattutto sul verso, <strong>di</strong> una fitta piegatura<br />

“a fisarmonica”, analogamente<br />

alle mappe escursionistiche attuali.<br />

Sono riportati i toponimi relativi<br />

all’orografia, all’idrografia e ai principali<br />

castelli e centri abitati dell’epoca;<br />

compaiono anche il Passo dei Tre<br />

Termini, il Passo della Croce Arcana<br />

e le strade che vi conducono, mentre<br />

“Materiali, manovre e tecniche per affrontare<br />

al meglio l’alpinismo e l’arrampicata”.<br />

Corredato dalle bellissime<br />

foto <strong>di</strong> Carlo Gambasio, questo manuale<br />

si rivolge sia ai neòfiti, sia a chi già<br />

conosce e utilizza le nozioni qui illustrate.<br />

Come da Sommario, ecco la successione<br />

degli argomenti trattati: 1) Materiali<br />

- 2) No<strong>di</strong> - 3) Assicurazione e manovre<br />

<strong>di</strong> corda - 4) Tecniche <strong>di</strong> progressione in<br />

cordata - 5) Sicurezza in arrampicata -<br />

6) Valutazione delle <strong>di</strong>fficoltà.<br />

Ringraziamenti<br />

Si ringraziano i sottoelencati Soci per<br />

quanto hanno donato alla nostra<br />

Biblioteca sezionale:<br />

Vittorio Pazienza: 38 carte <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi<br />

gruppi montuosi alpini e appenninici<br />

+ 4 libri-guida;<br />

Gianni Sozzi: 2 libri-guida + 1 manuale<br />

<strong>di</strong> alpinismo + il volume <strong>di</strong> Jack Olsen<br />

“Arrampicarsi all’inferno”;<br />

Massimo Barozzi: il volume “Flora<br />

del Modenese”;<br />

Alberto Meschiari: uno straor<strong>di</strong>nario<br />

album <strong>di</strong> 39 foto formato cm 30x22 <strong>di</strong><br />

cui è Autore dal titolo “Appennino<br />

modenese”: trattasi <strong>di</strong> una tiratura<br />

artigianale <strong>di</strong> pochissime copie; l’opera<br />

è visibile a richiesta presso il<br />

bibliotecario.<br />

L’Appennino in una ine<strong>di</strong>ta<br />

mappa rinascimentale<br />

www.cai.mo.it<br />

le <strong>di</strong>fferenze nell’altimetria sono<br />

evidenziate con <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> coperture<br />

vegetali. Nonostante la mappa possa<br />

sembrare una rappresentazione<br />

ingenua e approssimativa, un complesso<br />

stu<strong>di</strong>o inter<strong>di</strong>sciplinare a cura <strong>di</strong><br />

Federica Ba<strong>di</strong>ali, iniziato nel 2011 e<br />

tuttora in corso, sta <strong>di</strong>mostrando che<br />

l’antico documento riporta con precisione<br />

tutti gli elementi utili a chi dovesse<br />

raggiungere, e probabilmente oltrepassare,<br />

il crinale appenninico: in altre parole<br />

siamo <strong>di</strong> fronte ad una eccezionale<br />

carta geomorfologica-escursionistica<br />

ante litteram, ricca <strong>di</strong> informazioni che<br />

permettono anche <strong>di</strong> comprendere<br />

meglio il rapporto tra uomo e paesaggio<br />

appenninico in un’epoca così lontana.<br />

Per questo motivo l’Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong><br />

<strong>Modena</strong> ha inserito nella rassegna<br />

“Tesori <strong>di</strong> Carte” anche una escursione<br />

al Passo della Croce Arcana, che avrà<br />

luogo sabato 30 giugno e sarà basata<br />

sugli elementi rappresentati nell’antica<br />

mappa. L’escursione è organizzata<br />

dall’Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, con<br />

la collaborazione del <strong>CAI</strong> - Sezione <strong>di</strong><br />

<strong>Modena</strong>, del Corpo Forestale dello<br />

Stato e del Dipartimento <strong>di</strong> Scienze<br />

della Terra dell’Università <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> e<br />

Reggio Emilia.<br />

Per informazioni: as-mo@beniculturali.it<br />

oppure modena@cai.it

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!