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il cimone<br />
NOTIZIARIO DELLA SEZIONE DI MODENA DEL CLUB ALPINO ITALIANO<br />
BIMESTRALE - ANNO XXX - Nuova serie N. 3 - MAGGIO/GIUGNO 2007 - Tariffa R.O.C. Iscrizione n° 10621: “Poste Italiane s.p.a. - Spe<strong>di</strong>zione in Abbonamento Postale -<br />
D.L.353/20<strong>03</strong> (conv. in L. 27/02/2004 N° 46) art. 1, comma 1, DCB <strong>Modena</strong> - Tassa Riscossa - L’abbonamento riservato ai soci <strong>di</strong> Euro 2,00 è stato assolto nella quota associativa.<br />
La «Finanziaria» per il 2007 conferma<br />
la possibilità <strong>di</strong> destinare il 5‰ della<br />
propria imposta sul red<strong>di</strong>to alle<br />
Associazioni, tra cui la Sezione <strong>di</strong><br />
<strong>Modena</strong> del <strong>CAI</strong>.<br />
La «Finanziaria» per il 2007 conferma<br />
la possibilità <strong>di</strong> destinare il 5‰ della<br />
propria imposta sul red<strong>di</strong>to a:<br />
- associazioni <strong>di</strong> volontariato, Onlus,<br />
ecc....;<br />
- ricerca scientifica universitaria;<br />
- ricerca sanitaria;<br />
- attività sociali nel Comune <strong>di</strong><br />
residenza.<br />
La scelta <strong>di</strong> destinare il 5‰ non determina<br />
nessuna variazione nell’ammontare<br />
dell’imposta <strong>di</strong> ognuno (non<br />
aumenta l’imposta per chi in<strong>di</strong>ca una<br />
destinazione né la <strong>di</strong>minuisce chi<br />
non dà in<strong>di</strong>cazioni) ed è altra cosa<br />
dall'8‰ destinabile a Chiese, Confessioni<br />
religiose... a cui si affianca.<br />
La Sezione <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> del Club<br />
Alpino Italiano possiede i<br />
requisiti necessari per potere essere<br />
sostenuta ed è presente negli<br />
<strong>Il</strong> 5 per mille<br />
alla Sezione <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />
elenchi pre<strong>di</strong>sposti dall’Agenzia<br />
delle Entrate.<br />
È possibile sostenere la Sezione <strong>di</strong><br />
<strong>Modena</strong> del Club Alpino Italiano,<br />
senza alcun costo compilando il<br />
modello 730 o il modello Unico (sotto<br />
lo spazio destinato all’8‰), come<br />
segue:<br />
1. firmando nel primo riquadro a<br />
sinistra, in<strong>di</strong>cato come «sostegno<br />
del volontariato, delle organizzazioni<br />
non lucrative <strong>di</strong> utilità<br />
sociale...»;<br />
2. in<strong>di</strong>cando in quel riquadro il<br />
co<strong>di</strong>ce fiscale della <strong>sezione</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Modena</strong> del Club Alpino Italiano:<br />
8001467<strong>03</strong>60<br />
I titolari <strong>di</strong> un solo red<strong>di</strong>to da lavoro<br />
<strong>di</strong>pendente o <strong>di</strong> una pensione che<br />
non devono presentare la<br />
<strong>di</strong>chiarazione dei red<strong>di</strong>ti possono<br />
consegnare la scheda (compilata<br />
come si è detto sopra e completa <strong>di</strong><br />
dati anagrafici e co<strong>di</strong>ce fiscale) in<br />
busta chiusa a un ufficio postale, a<br />
uno sportello bancario, che le<br />
ricevono gratuitamente, o a un<br />
interme<strong>di</strong>ario abilitato alla<br />
trasmissione telematica (CAF, com-<br />
mercialisti, ecc.). Le schede sono<br />
rilasciate gratuitamente dal<br />
“sostituto d'imposta” (il datore <strong>di</strong><br />
lavoro o l'ente erogatore della<br />
pensione).<br />
Delle risorse che potrà ricevere in<br />
questa forma e del loro impiego, La<br />
Sezione <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> del Club Alpino<br />
Italiano fornirà pubblico e dettagliato<br />
resoconto.<br />
FAQ - Domande frequenti<br />
Cosa succede se non in<strong>di</strong>co<br />
nulla nei riquadri de<strong>di</strong>cati alla<br />
destinazione del 5‰?<br />
Se non si mette niente, l’importo va<br />
allo Stato che utilizzerà i fon<strong>di</strong> per<br />
altre finalità.<br />
Cosa succede se firmo il<br />
riquadro ma non in<strong>di</strong>co il co<strong>di</strong>ce<br />
fiscale?<br />
Se invece si pone solo la firma, senza<br />
però in<strong>di</strong>care il co<strong>di</strong>ce fiscale dell’associazione<br />
prescelta, le risorse del<br />
5 per mille verranno ripartite tra i<br />
soggetti <strong>di</strong> quel settore scelti da altri<br />
contribuenti, in proporzione alle<br />
preferenze riscosse.<br />
La scelta <strong>di</strong> destinare il 5‰ farà<br />
aumentare le mie tasse?<br />
No, semplicemente viene offerta l’op-<br />
portunità <strong>di</strong> scegliere la destinazione<br />
<strong>di</strong> una quota delle tasse che si pagherebbero<br />
comunque.<br />
Se scelgo il 5 per mille devo<br />
rinunciare a fare la scelta<br />
dell’otto per mille?<br />
No, le due cose non sono in<br />
alternativa, si possono fare ambedue<br />
le scelte.<br />
Si può firmare in più <strong>di</strong> un<br />
riquadro?<br />
No, il contribuente deve mettere la<br />
firma ed in<strong>di</strong>care il co<strong>di</strong>ce fiscale<br />
solo in uno dei 4 riquadri per il 5 per<br />
mille.<br />
Se firmo per il 5 per mille posso<br />
firmare anche per l’8 per mille?<br />
Sì, si può firmare per entrambi.<br />
Chi non fa la <strong>di</strong>chiarazione dei<br />
red<strong>di</strong>ti come può destinare il<br />
cinque per mille?<br />
Basta compilare l’apposita scheda,<br />
inserirla in una busta chiusa con la<br />
<strong>di</strong>citura “scelta per la destinazione<br />
del cinque per mille”,<br />
portarla in banca o alla posta o ad<br />
un centro <strong>di</strong> assistenza fiscale. La<br />
busta deve essere in<strong>di</strong>rizzata alla<br />
Agenzia delle Entrate – Direzione<br />
Regionale – 40138 Bologna. La<br />
consegna in posta e in banca è del<br />
tutto gratuita.
<strong>CAI</strong><br />
E S C URSIONISMO<br />
Sapete chi è? Sicuramente non<br />
avremo la fortuna <strong>di</strong> vederlo,<br />
ma a qualche centinaio <strong>di</strong> metri dal<br />
nostro percorso potrebbe essere<br />
coi fratelli al calduccio della sua<br />
tana.<br />
2<br />
CALENDARIO GITE<br />
Domenica 13 maggio<br />
Abbinata al 22° corso <strong>di</strong> Escursionismo<br />
Percorso naturalistico “sulle tracce del lupo e.....”<br />
Lago Santo modenese<br />
Percorso: Risalita del torrente Tagliole<br />
dalla località da cui prende il nome,<br />
fino alle sue sorgenti.<br />
Poi attraversata in costa sul percorso<br />
della storica via dei remi fino al lago<br />
Santo.<br />
Mezzo <strong>di</strong> trasporto: Pullman<br />
Difficoltà E<br />
Quota: E 20<br />
Tempi: 4/5 ore<br />
Dislivelli: + 600 -100<br />
Partenza: domenica 13 ore 7 da sede<br />
C.A.I.<br />
Rientro previsto: domenica ore 19<br />
Equipaggiamento: da me<strong>di</strong>o-alta<br />
montagna, 1 pranzo al sacco, ricambio<br />
in pullman.<br />
D.G.: Clau<strong>di</strong>o Fregni<br />
Abbinata alla prima uscita del corso<br />
<strong>di</strong> escursionismo estivo, questa bella<br />
gita ci condurrà ad una delle mete più<br />
note e rilevanti del Parco del Frignano.<br />
Sito <strong>di</strong> grande interesse paesaggistico,<br />
naturalistico e geologico (molto<br />
riconoscibile le conca glaciale della<br />
valle), la zona del Lago Santo è altresì<br />
famosa per le vicende storiche che ne<br />
hanno fatto teatro <strong>di</strong> annose contese<br />
fino a pochissimi anni fa (come la<br />
vicenda dei pascoli e dei boschi contesi<br />
per anni tra gli abitanti <strong>di</strong> Pieve e quelli<br />
<strong>di</strong> Barga) e per la ricchezza <strong>di</strong><br />
leggende, <strong>di</strong> cui si intuisce il respiro<br />
già da toponimi quali Lago Santo,<br />
monte Giovo o il vallone denominato<br />
Campi <strong>di</strong> Annibale, dove si narra<br />
appunto che si sia accampato Annibale<br />
con il suo esercito nella sua <strong>di</strong>scesa<br />
verso Roma.<br />
Sapete cos’è un insoglio? chi lo fa<br />
e perché?<br />
All’inizio del percorso ne<br />
incontreremo qualcuno e potremo<br />
fare alcune considerazioni<br />
sull’argomento.<br />
Una piacevolissima escursione, quin<strong>di</strong>,<br />
che effettueremo in un periodo<br />
dell’anno particolarmente propizio per<br />
osservare il risveglio dell’Appennino,<br />
immersi nei freschi boschi <strong>di</strong> faggi o<br />
sui prati tra i numerosi rivoli d’acqua<br />
creati dallo scioglimento delle nevi.<br />
Neve che potremmo ancora incontrare<br />
sul percorso o che vedremo<br />
abbarbicata in qualche canale e nelle<br />
zone in ombra.<br />
<strong>Il</strong> nostro itinerario ci condurrà, a seconda<br />
quin<strong>di</strong> delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> innevamento<br />
del percorso, a guadagnare<br />
la cima del monte Ron<strong>di</strong>naio, raggiungendo<br />
lungo il sentiero Cai 523 dapprima<br />
il Lago Baccio e poi il crinale<br />
spartiacque nel suo punto più accessibile<br />
(il Passetto); avremo modo <strong>di</strong><br />
assaporare il bel panorama che dai<br />
maestosi contrafforti del monte Giovo<br />
si allarga su tutto il crinale appenninico<br />
e verso la pianura Padana, mentre sul<br />
versante Toscano ammireremo la<br />
piana garfagnina e il gruppo delle Alpi<br />
Apuane.<br />
Potremo scegliere, in alternativa, <strong>di</strong><br />
andare alla ricerca delle antiche vie <strong>di</strong><br />
comunicazione <strong>di</strong> queste località,<br />
seguendo la famosa via dei Remi o<br />
gli antichi sentieri dei cacciatori e degli<br />
abitanti della valle delle Tagliole. <strong>Il</strong> tutto<br />
nella splen<strong>di</strong>da cornice alpestre del<br />
monte Giovo.<br />
Un’escursione, quin<strong>di</strong>, che riserverà<br />
senz’altro a tutti i partecipanti qualche<br />
sorpresa, alla scoperta <strong>di</strong> un luogo<br />
tanto amato e che ancora nasconde<br />
curiosità e segreti.<br />
Sicuramente l’avete conosciuto, è<br />
un bel capriolo maschio!<br />
Lo sapevate che era scomparso dal<br />
nostro Appennino per secoli, ora in<br />
alcuni decenni è tornato talmente<br />
numeroso da colonizzare anche la<br />
pianura? Conosciamolo meglio.<br />
Natale 2006, impronte <strong>di</strong> lupo al<br />
seguito <strong>di</strong> tracce <strong>di</strong> capriolo su<br />
sentiero 519 “storica via dei remi”.<br />
Sapete chi era il guardafili? Questa<br />
è la sua casa, la incontreremo sul<br />
percorso e ci potremo immaginare<br />
il tipo <strong>di</strong> lavoro che quest’ uomo<br />
svolgeva fino agli anni ‘60<br />
Lago Santo visto dall’alto, la collina<br />
a nord del lago è il resto <strong>di</strong> un’antica<br />
morena glaciale. Dopo un inverno<br />
quasi senza neve è <strong>di</strong>fficile<br />
immaginare che, nel periodo <strong>di</strong><br />
massima espansione, il fronte del<br />
ghiacciaio arrivava fino a Tagliole...<br />
Di questo e altro ne parleremo durante l’escursione, sperando <strong>di</strong> essere<br />
accompagnati anche dal Dott. Mauro Ferri<br />
Correva l’anno 1012 quando il monaco<br />
ravennate Romualdo transitando sulla<br />
“Flaminia minor” (che collegava la regione<br />
la Regione toscana a quella romagnola)<br />
transitò sul valico e qui, nella radura <strong>di</strong><br />
Campo Amabile, vi fondo un servizio <strong>di</strong><br />
valico. Più in basso nella località Fontebona<br />
riorganizzò l’Ospizio e la stazione <strong>di</strong> posta<br />
dove i viandanti potevano trovare ristoro<br />
o fare il cambio cavalli. Questi due luoghi<br />
sono oggi meglio conosciuti come Eremo<br />
<strong>di</strong> Camaldoli il primo e Abbazia <strong>di</strong><br />
Camaldoli il secondo. <strong>Il</strong> lavoro dei Monaci<br />
Benedettini Camaldolesi è stato negli anni<br />
imponente sia sotto l’aspetto culturale, sia<br />
sotto l’aspetto <strong>di</strong> gestione del territorio.<br />
Basti pensare che le norme che i monaci<br />
imposero per la salvaguar<strong>di</strong>a della foresta<br />
costituirono un vero e proprio “Co<strong>di</strong>ce<br />
Forestale” che oggi chiameremmo:<br />
gestione ecologica del territorio. Nella<br />
nostra gita avremo quin<strong>di</strong> l’opportunità <strong>di</strong><br />
visitare questo splen<strong>di</strong>do luogo ricco <strong>di</strong><br />
fascino e storia, sostare nella storica e<br />
famosa “farmacia dei Monaci”.<br />
L’altro luogo che visiteremo sarà invece<br />
l’Eremo <strong>di</strong> La Verna.<br />
<strong>Il</strong> monte della Verna - scoglio roccioso<br />
Domenica 20 Maggio<br />
Eremo <strong>di</strong> Camaldoli,<br />
Eremo <strong>di</strong> la Verna - Monte penna<br />
<strong>CAI</strong><br />
E S C URSIONISMO<br />
<strong>CAI</strong><br />
E S C URSIONISMO<br />
emergente dai ver<strong>di</strong> paesaggi del<br />
Casentino - è luogo affascinante perché<br />
legato in<strong>di</strong>ssolubilmente alla storia<br />
<strong>di</strong> S. Francesco d’Assisi. A lui infatti nel<br />
1213, il Conte Orlando Catani regalò<br />
questo monte “ricettacolo <strong>di</strong> ban<strong>di</strong>ti e <strong>di</strong><br />
animali selvatici”. Chiunque lo visiti ne<br />
resta colpito, chiunque risale la rupe con<br />
i suoi spigoli verticali si immerge in un<br />
luogo in cui storia, misticismo, natura,<br />
(la foresta che circonda il monte è<br />
<strong>di</strong>chiarata “ Foresta Monumentale”),<br />
creano un’atmosfera che <strong>di</strong>fficilmente<br />
non può non lasciare il segno.<br />
Per questa parte della nostra escursione,<br />
partiremo da Chiusi della Verna<br />
dove, attraverso un antico percorso ricco<br />
<strong>di</strong> memoria e suggestione, raggiungeremo<br />
l’Eremo 1128 mt (<strong>di</strong>slivello<br />
in salita 170m) dove sosteremo per la<br />
visita. Da qui attraverso un sentiero che<br />
si snoda tra alberi <strong>di</strong> enormi <strong>di</strong>mensioni,<br />
raggiungeremo il Monte Penna (1283<br />
mt) dove l’occhio spazia sulle migliaia<br />
<strong>di</strong> ettari delle foreste Casentinesi.<br />
D.G.: Ranuzzini Giancarlo<br />
Sabato 26 domenica 27 Maggio<br />
Escursione abbinata al Corso <strong>di</strong> Escursionismo<br />
Diff. E<br />
2 giorni immersi in uno dei paesaggi<br />
più belli dell’appennino tosco-emiliano,<br />
quello del Parco dei Cento Laghi.<br />
Torbiere, castagneti, boschi <strong>di</strong> faggio<br />
e conifere, crinali e cime alte oltre 1800<br />
m, laghi <strong>di</strong> origine glaciale connotano<br />
un paesaggio dai tratti unici e spettacolari.<br />
<strong>Il</strong> nome deriva dalla presenza<br />
<strong>di</strong> numerosi laghi che punteggiano il<br />
Parco cento laghi<br />
territorio. Ben 19 sono quelli permanenti<br />
che, insieme a numerose pozze<br />
temporanee e <strong>di</strong>verse torbiere, sono<br />
gli inconfon<strong>di</strong>bili segni dell’impronta<br />
lasciata in queste vallate dagli antichi<br />
ghiacciai. Giusto per citarne qualcuno:<br />
il lago Ballano (quello più profondo),<br />
il lago Martini (quello meno profondo,ma<br />
assai suggestivo per la sua<br />
posizione incassata), i laghi Sillara (i<br />
più alpestri e suggestivi) ai pie<strong>di</strong><br />
dell’omonimo monte Sillara, il più alto<br />
dell’appennnino parmense con i suoi<br />
1859m. Se saremo fortunati con il<br />
tempo, dal monte Sillara godremo <strong>di</strong><br />
un formidabile colpo d’occhio sull’intero<br />
arco appenninico tosco-emiliano, la<br />
Lunigiana (un’impressionante scenario<br />
con vasti strapiombi e impervi canaloni),<br />
le Alpi Apuane, le isole dell’arcipelago<br />
toscano e la Corsica.
<strong>CAI</strong><br />
E S C URSIONISMO<br />
CALENDARIO GITE<br />
10 giugno<br />
Abbinata al Corso <strong>di</strong> Escursionismo<br />
Girovagando in trentino tra le valli<br />
del Merlo e del Mana<br />
Tre Cime del Viotte<br />
Dette anche tre cime del Bondone,<br />
appartengono e danno il nome alla<br />
stessa Riserva Naturale Integrata<br />
istituita nel 1968, si tratta <strong>di</strong> valli modellate<br />
dal glacialismo recente che<br />
presentano aspetti naturalistici <strong>di</strong> grande<br />
rilevanza. Questa tipologia <strong>di</strong> tutela<br />
prevede l’intervento dell’uomo solo<br />
per motivi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e ricerca; sono<br />
presenti un orto botanico e un centro<br />
<strong>di</strong> ecologia alpina. L’interesse naturalistico<br />
è determinato dalla presenza <strong>di</strong><br />
specie endemiche come la Douglasia<br />
Vitaliana, la veronica Bonarota, il Raponzolo<br />
<strong>di</strong> roccia ed in particolare<br />
l’Anemone alpino ed il Geranio argenteo.<br />
Poste in posizione centrale rispetto le<br />
Dolomiti <strong>di</strong> Brenta,il gruppo dell’Adamello-Presanella<br />
e il Monte Baldo offrono<br />
un paesaggio gran<strong>di</strong>oso.<br />
L’interesse e la bellezza dell’escursione<br />
non sono determinati solo dal paesaggio<br />
ma dal giro stesso sulle tre cime<br />
che per la loro varietà ne fanno un<br />
percorso estremamente affascinante.<br />
<strong>Il</strong> monte Cornetto (2180) è la cima più<br />
a ovest caratterizzata da trincee e<br />
<strong>CAI</strong><br />
E S C URSIONISMO<br />
23-24 giugno<br />
Tre Cime <strong>di</strong> Lavaredo,<br />
Ca<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Misurina<br />
Rif. Locatelli dal Paterno<br />
Difficoltà: EE<br />
Mezzo <strong>di</strong> trasporto: Pullman<br />
Disl.1° giorno: + 612 - 527 - Tempo<br />
4 ore<br />
Disl. 2°giorno: + 476 - 1015 - Tempo<br />
6 ore<br />
Partenza: sabato ore 6 da sede C.A.I.<br />
Rientro previsto: domenica ore 22<br />
Mezza pensione presso Rifugio<br />
Locatelli, 2405m<br />
D.G. Clau<strong>di</strong>o Fregni<br />
Quota: E 50<br />
Equipaggiamento: da me<strong>di</strong>o-alta<br />
montagna, con pernotto in rifugio; 2<br />
pranzi al sacco; ricambio in pullman.<br />
Occorrono anche cor<strong>di</strong>no per imbraco<br />
ascellare e 2 moschettoni.<br />
È indubbio che esistono poche località<br />
del mondo Dolomitico in cui la natura<br />
sia stata così generosa <strong>di</strong> immagini<br />
spettacolari come nelle famose Tre<br />
Cime <strong>di</strong> Lavaredo. Furono rese<br />
popolari da gran<strong>di</strong> imprese alpinistiche<br />
svoltesi sulle loro levigate pareti, ora<br />
sono tra le montagne più fotografate.<br />
Alcuni scorci ci faranno <strong>di</strong>menticare il<br />
formicaio <strong>di</strong> auto e persone che<br />
fortificazioni della grande Guerra è<br />
generalmente il punto <strong>di</strong> partenza.<br />
Dopo un pen<strong>di</strong>o erboso ci attende un<br />
costone molto ripido che richiede<br />
attenzione. Ri<strong>di</strong>scen<strong>di</strong>amo leggermente<br />
per poi risalire il tozzo Doss<br />
d’Abramo (2076) cima calcarea come<br />
la precedente. A <strong>di</strong>spetto del pratone,<br />
speriamo fiorito ,che ci attende in cima<br />
le pareti sono assai verticali e vi si<br />
accede per un breve e facile tratto<br />
attrezzato. Ri<strong>di</strong>scen<strong>di</strong>amo una<br />
cinquantina <strong>di</strong> metri per prendere a<br />
salire tra cespugli <strong>di</strong> pino mugo fino a<br />
raggiungere Cima Verde (2102).<br />
Questo piramidone è la cima più a est<br />
e a <strong>di</strong>fferenza delle precedenti non è<br />
<strong>di</strong> calcare dolomitico ma <strong>di</strong> scaglia<br />
rossa come si può ben vedere nel<br />
versante sud. <strong>Il</strong> versante nord è<br />
prevalentemente boscoso e determina<br />
il nome “Cima Verde.<br />
Tre cime abbinate,ma ciascuna ben<br />
caratterizzata da una propria<br />
peculiarità: roccia,prati,pini mughi e<br />
trincee questo quanto ci attende.<br />
Diff. E<br />
D.G. Miolato Paola<br />
abbiamo trovato alla partenza dal<br />
rifugio Auronzo.<br />
Passando dal rifugio Pian <strong>di</strong> Cengia,<br />
aggirando il Paterno, arriveremo al<br />
rifugio Locatelli dove pernotteremo.<br />
Se le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> tempo ce lo<br />
consentono, alleggerito lo zaino,<br />
andremo a visitare i resti delle<br />
fortificazioni Austriache <strong>di</strong>etro alla Torre<br />
<strong>di</strong> Toblin.<br />
<strong>Il</strong> secondo giorno completeremo il giro<br />
attorno alle Tre Cime tornando al rifugio<br />
Auronzo dove ci incammineremo per<br />
il sentiero attrezzato Bonaccossa fino<br />
al rifugio Fonda Savio, nel gruppo dei<br />
Ca<strong>di</strong>ni, gruppo meno conosciuto e<br />
frequentato rispetto alle <strong>di</strong>rimpettaie<br />
Tre Cime, ma non per questo meno<br />
bello e interessante, anzi... <strong>Il</strong> nome<br />
Ca<strong>di</strong>ni è il plurale <strong>di</strong> Ca<strong>di</strong>n, termine<br />
molto usato sulle Dolomiti per in<strong>di</strong>care<br />
un alto vallone roccioso. Questi valloni<br />
sono collegati tra loro da erte forcelle<br />
che sembrano sentieri da camosci e<br />
racchiusi da oltre 100 pinnacoli<br />
appuntiti o da creste seghettate. Dal<br />
rif. Locatelli fino al rif. Fonda Savio,<br />
percorreremo un tratto dell’Alta via N°<br />
4 che va da S. Can<strong>di</strong>do a Pieve <strong>di</strong><br />
Cadore, per poi scendere al lago <strong>di</strong><br />
Antorno dove ci aspetta il pullman che<br />
ci riporterà a casa.<br />
<strong>Il</strong> sentiero Bonaccossa (opera degli<br />
alpini nella 1° guerra mon<strong>di</strong>ale), causa<br />
alcuni tratti esposti, richiede passo<br />
sicuro e mancanza <strong>di</strong> vertigini, anche<br />
se i tratti più impegnativi sono attrezzati<br />
con scalette e corde fisse.<br />
<strong>CAI</strong><br />
E S C URSIONISMO<br />
30 giugno - 1 luglio<br />
Ferrate - Col Ombert e<br />
Ferrata dei Finanzieri<br />
(in sostituzione alla ferrata della Marmolada,<br />
per problemi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ponibilità del rifugio)<br />
Diff: EEA<br />
Attrezzatura obbligatoria: imbraco,<br />
kit da ferrata (tutto a norma), casco.<br />
Per partecipare all’uscita è in<strong>di</strong>spensabile<br />
avere frequentato un corso <strong>di</strong><br />
ferrate o <strong>di</strong> alpinismo.<br />
D.G: Orsi-Panzetti-Pinelli-Zaniboni<br />
Sul versante Nord il più grande<br />
ghiacciaio delle Dolomiti, che si ammira<br />
in tutta la sua bellezza dal Viel dal Pan<br />
e dall’alta Via 2.<br />
Sul versante opposto l’immensa parete<br />
sud, una barriera <strong>di</strong> roccia verticale<br />
lunga 3 km. E alta oltre 800mt, che<br />
nomina la solitaria Val D’Ombretta,<br />
che ha visto tracciare vie <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>fficoltà.<br />
Per chi la guarda da Ovest, da Canazei<br />
e dalla Val <strong>di</strong> Fassa, La Marmolada<br />
appare come un possente triangolo <strong>di</strong><br />
roccia.<br />
Da ogni lato la “Regina Delle Dolomiti”si<br />
presenta con una conformazione<br />
<strong>di</strong>versa, ma sempre affascinante.<br />
Offre agli escursionisti angoli <strong>di</strong> sel-<br />
<strong>CAI</strong><br />
E S C URSIONISMO<br />
vagga bellezza, una montagna ricca<br />
<strong>di</strong> contrasti, non soltanto per la sua<br />
conformazione e i suoi paesaggi.<br />
<strong>Il</strong> primo giorno saremo impegnati ad<br />
affrontare la ferrata del Col Ombert<br />
(2670mt.), raggingendo la panoramica<br />
vetta, dove sorge una croce <strong>di</strong> ferro.<br />
Si potrà ammirare una panoramica<br />
sulla cima dell’uomo, sulla Marmolada,<br />
sul Sella e sul Catinaccio.<br />
Pernotteremo al rifugio Contrin a quota<br />
2016.<br />
La domenica partendo <strong>di</strong> buon ora ci<br />
accingeremo a raggiungere l’attacco<br />
della Ferrata dei Finanzieri-Colac.<br />
I primi tratti della ferrata sono facili e<br />
invitanti, ma la vera personalità <strong>di</strong><br />
questa ferrata non tarda a manifestarsi.<br />
Per evitare il tratto più esposto, hanno<br />
attrezzato una variante, abbastanza<br />
verticale e strapiombante.<br />
Dopo la fatica, dalla vetta a quota 2713<br />
m. si potrà ammirare a 360° un meraviglioso<br />
panorama.<br />
17 giugno<br />
Alpe <strong>di</strong> Succiso - Appennino Reggiano<br />
Partenza ore 7 , auto proprie.<br />
Dislivello + - m.800<br />
D.G.: Marinelli Giorgio<br />
Escursione in una delle più interessanti<br />
zone del nostro appennino, l’Alpe <strong>di</strong><br />
Succiso.<br />
Partenza dal passo del Cerreto (m.1250),<br />
tramite carrareccia fino al passo<br />
dell’Ospedalaccio poi per ripido sentiero<br />
fino alle sorgenti del Secchia (m. 1510 ).<br />
Si prosegue in lenta ma costante salita<br />
verso il passo <strong>di</strong> Pietra tagliata (m. 1750),<br />
stretto passaggio intagliato nella roccia,<br />
e dal passo si continua per gli ultimi<br />
faticosi 300 metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>slivello che<br />
mancano alla cima (m. 2017).<br />
Arrivati in vetta, dopo adeguata sosta,<br />
Domenica 20 maggio<br />
In Falesia col<br />
Gruppo Alpinistico<br />
Falesia: Le Balze<br />
Monte Fumaiolo (Rimini)<br />
Come prima uscita su roccia<br />
an<strong>di</strong>amo a scaldarci le <strong>di</strong>ta in<br />
romagna.<br />
Abbiamo scelto questa falesia per<br />
tener conto delle esigenze <strong>di</strong> tutti<br />
con monotiri dal 4° grado in su. Si<br />
tratta <strong>di</strong> una falesia <strong>di</strong> buon calcare<br />
dove si arrampica prevalentemente<br />
su placche e muri verticali anche se<br />
non manca qualche itinerario su<br />
strapiombo. Nonostante la<br />
frequentazione <strong>di</strong> parecchi climber<br />
si continua il cammino (quasi in piano)<br />
verso il monte Casarola (m.1950) e<br />
poi iniziamo il tragitto <strong>di</strong> rientro, una<br />
lunga <strong>di</strong>scesa fino alle sorgenti del<br />
Secchia dove riprenderemo il sentiero<br />
che ci riporta al Cerreto.<br />
rivieraschi le prese non sono “unte”.<br />
<strong>Il</strong> nome delle vie è generalmente<br />
in<strong>di</strong>cato su placchette d’alluminio<br />
quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> facile in<strong>di</strong>viduazione.<br />
Nonostante sia esposta a sud-ovest<br />
si mantiene fresca grazie alla<br />
ventilazione dovuta alla quota (1100<br />
mt) e al microclima con frequenti<br />
piogge. Ricor<strong>di</strong>amo che siamo alle<br />
Falde del Monte Fumaiolo fonte <strong>di</strong><br />
ben quattro importanti fiumi.<br />
3
4<br />
GRUPPO SENIORES OVER 50<br />
Domenica 27 maggio<br />
Alto Appennino Modenese<br />
fra romee, molini e leggende<br />
Partenza dalla Madonna del Ponte,<br />
santuario de<strong>di</strong>cato agli Emigranti, si<br />
scende al Mulino (sent. <strong>CAI</strong> 425), oggi<br />
trasformato in casa per vacanze, si<br />
attraversa il torrente Fellicarolo, e si<br />
sale per la mulattiera a tornanti fino<br />
all’Orma del Bue, luogo <strong>di</strong> leggende<br />
con <strong>di</strong>avoli e tesori; si prosegue in<br />
mezzo al bosco ceduo, un tempo<br />
castagneto con piante secolari,<br />
costellati <strong>di</strong> metati, in parte cadenti e<br />
in parte trasformati in case per<br />
vacanze. Si comincia a salire per<br />
Vasbedolla (valle delle betulle) perché<br />
vi vegetavano e vi vegetano tuttora<br />
<strong>di</strong>verse piante <strong>di</strong> tale essenza, coperta<br />
oggi da castagni selvatici. Si lascia il<br />
sentiero 425 che prosegue per il Pizzo<br />
<strong>di</strong> Fanano e Cima Tauffi e si raggiungono<br />
le “Agolari”, zona rocciosa ricca<br />
<strong>di</strong> acque sorgive in parte captate per<br />
l’acquedotto <strong>di</strong> Fanano (agolari, da<br />
acqua, aga) e si raggiunge il Poggio<br />
<strong>Il</strong> giorno domenica 10 giugno 2007 il<br />
<strong>CAI</strong> <strong>Modena</strong>, in collaborazione con la<br />
Società dei Naturalisti e Matematici <strong>di</strong><br />
<strong>Modena</strong> in nell’ambito delle iniziative<br />
della Unione delle Società Centenarie<br />
Modenesi, organizzano una escursione<br />
nel Parco Nazionale delle Foreste<br />
Casentinesi per raggiungere la<br />
Cascata <strong>di</strong> Dante, partendo dal paese<br />
<strong>di</strong> San Benedetto in Alpe e risalendo<br />
la valle del torrente Acquacheta.<br />
L’ambiente attraversato presenta<br />
interessanti aspetti geologici e botanici<br />
oltre agli aspetti paesaggistici.<br />
<strong>Il</strong> percorso, partendo dal piazzale del<br />
paese, si snoda lungo la riva sinistra<br />
del torrente, nel cui letto si alternano<br />
brevi salti rocciosi a piccole fresche<br />
piscine naturali, seguendo un facile<br />
sentiero che presenta tratti pianeggianti<br />
e tratti <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a e forte salita. Dopo<br />
(sent. <strong>CAI</strong> 427) caratteristica borgata<br />
<strong>di</strong> Fellicarolo, con case rustiche a pietra<br />
vista e colonne rotonde a sorreggere<br />
i portici, anche qua in parte ristrutturate<br />
per residenze estive ed invernali; si<br />
percorre un tratto <strong>di</strong> strada sterrata e<br />
si scende per mulattiera a lavacchiella,<br />
anche questa borgata interessante<br />
quanto manomessa; si riprende il<br />
sentiero e così fino a Fellicarolo (ore<br />
2 – 2,30).<br />
Proposte: mangiare al sacco e bere il<br />
caffè e altro presso i bar locali, oppure<br />
proseguire, se in anticipo, per il Ponte<br />
e risalire per il 439 bis alla Serretta <strong>di</strong><br />
Canevare (antica borgata) e qui<br />
mangiare; quin<strong>di</strong> a Canevare con<br />
sosta; si percorre un tratto <strong>di</strong> strada<br />
asfaltata fino alla Rivarola ove ci si<br />
immette nella mulattiera (sent. <strong>CAI</strong><br />
443) fino al Palazzo e Fanano, alle<br />
auto. Altre 2 ore <strong>di</strong> cammino.<br />
D.G.: Alfonso Pasquali - Ida Ballerini<br />
Giovedì 31 maggio<br />
Notturna con Luna Piena<br />
all’Alpe della Luna - Parco del Frignano<br />
“A mezzanotte in punto si sente un<br />
gran rumor, sono gli scariolanti che<br />
vanno al lavor…”<br />
Partiremo alle 19,00 dalla Sede e<br />
raggiungeremo il Rifugio del Lago della<br />
Ninfa. Qui ci <strong>di</strong>videremo in due gruppi:<br />
- Comitiva A: seguiremo il nuovo<br />
tracciato del sentiero <strong>CAI</strong> <strong>Modena</strong> n°<br />
449 percorrendo dapprima un bosco<br />
d’abeti, in secondo luogo la Cresta del<br />
Gallo lungo un sentiero che ci<br />
permetterà <strong>di</strong> evitare le piste da sci;<br />
raggiungeremo infine il Salto della<br />
Capra. Pian Cavallaro sarà l’imme<strong>di</strong>ata<br />
meta del nostro itinerario. Dopo una<br />
breve pausa, imboccheremo il sentiero<br />
<strong>CAI</strong> <strong>Modena</strong> n° 441 che sale da<br />
Fontana Be<strong>di</strong>ni, quin<strong>di</strong> la stra<strong>di</strong>na <strong>di</strong><br />
raccordo per raggiungere l’arrivo degli<br />
impianti del Cimoncino; infine,<br />
risalendo l’ultima parte del sentiero<br />
<strong>CAI</strong> <strong>Modena</strong> n° 439, raggiungeremo<br />
la Sella tra i due Cimoni e il Cimoncino.<br />
La luna piena, certo, offuscherà un po’<br />
le stelle, ma lo spettacolo sarà<br />
garantito; sarà inoltre il momento<br />
propizio per salutare maggio che se<br />
va con il brin<strong>di</strong>si <strong>di</strong> mezzanotte...<br />
- Comitiva B: imboccheremo la<br />
stra<strong>di</strong>na posta a fianco del lago e,<br />
superata la sbarra, continueremo per<br />
bosco <strong>di</strong> aghiformi. Superati i vari<br />
tornanti della stra<strong>di</strong>na lungo il sentiero<br />
bianco-azzurro <strong>di</strong> Sestola, de<strong>di</strong>cato<br />
alla Guida Alpina e nostro socio Pio<br />
Serafini, raggiungeremo la nota<br />
fontana Be<strong>di</strong>ni. Da qui ci inoltreremo<br />
lungo il sentiero Cai n° 449 verso Pian<br />
Cavallaro, che guadagneremo prima<br />
o dopo i nostri consoci dell’altra<br />
comitiva. <strong>Il</strong> nostro sguardo volgerà<br />
inevitabilmente verso la triangolare<br />
cuspide del <strong>Cimone</strong> illuminato<br />
dall’astro celeste: mai, come in queste<br />
notti, sarà più appropriato il suo<br />
vecchio nome “Alpe della Luna”.<br />
L'uscita a Castiglion dei Pepoli Bocca <strong>di</strong> Rio del 22 Marzo è stata rinviata a<br />
Giovedì 14 Giugno al posto dell'uscita Laverna Monte penna, già in programma<br />
il 20 maggio dalla Commissione Escursionismo.<br />
Società dei Naturalisti e Matematici <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> - <strong>CAI</strong> <strong>Modena</strong><br />
Escursione alle Cascate dell’Acquacheta<br />
circa 2 ore e mezza <strong>di</strong> cammino si<br />
raggiunge l’imponente cascata <strong>di</strong><br />
Dante, così chiamata perché citata dal<br />
poeta nel canto se<strong>di</strong>cesimo dell’Inferno.<br />
Dopo la sosta per il pranzo al<br />
sacco, la via del ritorno ricalca i passi<br />
dell’andata.<br />
Scheda tecnica<br />
- Iscrizione presso la sede <strong>CAI</strong> con<br />
versamento della quota <strong>di</strong> € 15,00<br />
entro il giorno venerdì 1° giugno 2007,<br />
nelle serate <strong>di</strong> marte<strong>di</strong> e venerdì ore<br />
21-23 e nel pomeriggio <strong>di</strong> mercoledì<br />
ore 17-19<br />
- Pranzo in<strong>di</strong>viduale al sacco con bevande<br />
comprese, lungo il tragitto non<br />
vi è assolutamente alcuna possibilità<br />
<strong>di</strong> ristoro.<br />
- Abbigliamento sportivo-escursionistico<br />
<strong>di</strong> me<strong>di</strong>a montagna, in<strong>di</strong>spensabili<br />
Domenica 10 giugno<br />
gli scarponcini.<br />
- Si ricorda che il percorso <strong>di</strong> andata<br />
prevede una camminata <strong>di</strong> circa 2 ore<br />
e mezza con tratti in forte salita, il<br />
<strong>di</strong>slivello da superare è <strong>di</strong> 250 m, il<br />
tempo previsto <strong>di</strong> ritorno è <strong>di</strong> circa 2<br />
ore, pertanto occorre un piccolo<br />
allenamento per la camminata.<br />
ore 7.00<br />
Programma<br />
partenza dal piazzale a<strong>di</strong>acente la sede <strong>CAI</strong> in via Padre<br />
Can<strong>di</strong>do<br />
ore 9.30 arrivo previsto a San Benedetto in Alpe<br />
ore 10.00 partenza per l’escursione<br />
ore 12.30 arrivo previsto alla Cascata <strong>di</strong> Dante, sosta per pranzo al sacco<br />
ore 13.30 inizio percorso <strong>di</strong> ritorno<br />
ore 15.30 arrivo previsto a San Benedetto in Alpe<br />
ore 15.45 visita dell’Abbazia<br />
ore 16.30 partenza per <strong>Modena</strong><br />
ore 19.00 arrivo previsto a <strong>Modena</strong><br />
il cimone<br />
Notiziario della Sezione <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> del Club Alpino Italiano<br />
Via 4 Novembre, 40 - 41100 <strong>Modena</strong> - Tel. 059/826914 - Fax 059/826978<br />
Internet Home Page: http://www.cai.mo.it - E-mail: modena@cai.it<br />
Direttore Responsabile: Maria Teresa Rubbiani - Redazione: Rossana Orsi<br />
Fotocomposizione e stampa: Borghi - Via Gran<strong>di</strong>, 63/65 - 41100 <strong>Modena</strong><br />
Autorizz. del Tribunale <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> n. 605 del 29 settembre 1977<br />
<strong>Il</strong> notiziario è aperto alla collaborazione dei soci e simpatizzanti, ma gli articoli dei singoli autori non impegnano la redazione nè il<br />
Consiglio Direttivo del sodalizio. La pubblicazione può essere parzialziale. Anche se non pubblicati i testi non saranno restituiti.<br />
LA SEDE È APERTA NEI GIORNI DI MARTEDÌ E VENERDÌ (DALLE 20,30 - ALLE 23,00)<br />
E DI MERCOLEDÌ (DALLE 17,00 - ALLE 19,00).
ALPINISMO GIOVANILE<br />
Soggiorno Estivo<br />
Dal 10 al 21 giugno<br />
per ragazzi/e nati dal 1995 al 1997<br />
Penisola del Salento<br />
(Lecce – Puglie)<br />
Escursioni al mare, in grotta, in mtb, arrampicate su falesie<br />
Attività Didattiche: la penisola<br />
Salentina si presta magnificamente,<br />
per trascorrere ai ragazzi un Soggiorno<br />
altamente educativo e <strong>di</strong>verso dalle<br />
tra<strong>di</strong>zionali proposte estive. Quali le<br />
attività previste?<br />
1. Escursioni alla ricerca <strong>di</strong> luoghi<br />
ameni e naturalistici... nella Valle<br />
del Cervo e la Grotta dei Cervi...,<br />
nel Parco Naturale <strong>di</strong> Porto<br />
Selvaggio..., nei carsici e selvaggi<br />
canaloni e grotte <strong>di</strong> Ba<strong>di</strong>sco...<br />
2. Escursioni nella storia: da Gallipoli,<br />
alle torri me<strong>di</strong>oevali, da Bisanzio,<br />
alle Crociate...<br />
3. Visite alle masserie per apprendere<br />
la vita legata al mondo rurale… e<br />
ai porti e ai mercati ittici...<br />
<strong>Il</strong> Gruppo AG senior alla scoperta dell’<br />
Elba in soli 6 giorni.<br />
E chi li ha mai visti 23 ragazzi in sella<br />
alle loro bici muniti <strong>di</strong> corde e<br />
moschettoni inerpicarsi su falesie a<br />
strapiombo sul mare e vincere la<br />
vertigine del saliscen<strong>di</strong> sinuoso delle<br />
strade elbane !<br />
Eravamo noi !Accampati nei bungalow<br />
dell’ ameno Golfo <strong>di</strong> Lacona<br />
4. Lezioni <strong>di</strong> arrampicata sulle bianche<br />
falesie <strong>di</strong> Ponte Ciolo...<br />
5. Tanti bagni al mare e giochi <strong>di</strong><br />
socializzazione...<br />
6. per introdurre i ragazzi alla conoscenza<br />
dell’ambiente naturale, all’autonomia<br />
in<strong>di</strong>viduale e <strong>di</strong> gruppo.<br />
<strong>Il</strong> soggiorno avverrà presso il campeggio<br />
Centro Vacanze “la Masseria”<br />
<strong>di</strong> Gallipoli.<br />
Dal nostro campeggio immerso nel<br />
bel verde <strong>di</strong> un boschetto e nell’azzurro<br />
del prospiciente Mar Ionio, in bicicletta<br />
raggiungeremo, <strong>di</strong> volta in volta, la<br />
base <strong>di</strong> partenza o le mete delle nostre<br />
escursioni.<br />
• Le iscrizioni verranno accettate, fino<br />
al raggiungimento dei 20 posti<br />
<strong>di</strong>sponibili.<br />
Cari giovanotti e giovanotte, nel solco<br />
della tra<strong>di</strong>zione, anche quest’anno<br />
continuano le nostre esperienze estive<br />
sulle montagne dei Paesi Europei.<br />
Avremo quin<strong>di</strong> altre lingue da tradurre<br />
e parlare, tra<strong>di</strong>zioni e costumi da<br />
conoscere e rispettare, altri bellissimi<br />
luoghi alpini da visitare nei tanti mo<strong>di</strong><br />
che abbiamo imparato in questi anni<br />
tecnicamente ad affrontare, altri menù<br />
“prelibati” e bevande da gustare.<br />
Insomma, per <strong>di</strong>rla più o meno alla<br />
Leonardo da Vinci: “cosa ti spinge<br />
uomo a risalire valli e monti, se non la<br />
“naturale” curiosità <strong>di</strong> conoscere il<br />
mondo?”<br />
I posti <strong>di</strong>sponibili sono solo 20, occorre<br />
prenotare i rifugi dove trascorreremo<br />
via, via i nostri giorni, occorre organizzare<br />
le attività che i luoghi che visite-<br />
6 giorni all’insegna del <strong>di</strong>vertimento<br />
Con tanta voglia <strong>di</strong> stare insieme.<br />
Depositati i bagagli tra infinite<br />
chiacchiere non abbiamo potuto<br />
resistere a fresco bagno... e via la<br />
pesante stanchezza del lungo viaggio.<br />
La prima cena a lume <strong>di</strong> frontale, nei<br />
piatti la prelibatezza dei cibi cucinati<br />
da cuoche improvvisate (se lo<br />
sapessero le loro mamme...) ma<br />
davvero apprezzati.<br />
La prima alba la prima colazione<br />
ognuno ha i propri gusti dalla salata<br />
frittata <strong>di</strong> Giuliano al dolce pane con<br />
nutella. Dopo il piacere del mangiare<br />
il collaudo delle bici e pedalate “soft”<br />
con il giro del Monte Calamita, la<br />
vertiginosa <strong>di</strong>scesa della Costa dei<br />
Gabbiani, con le mtb in spalla per<br />
raggiungere i 5b e i 6a delle Falesie<br />
delle Ginestre in riva al mare. L’Elba<br />
in primavera è incantevole per suoi<br />
aromi e i suoi colori cal<strong>di</strong> <strong>di</strong> un’ esplosa<br />
estate. 1, 2, 3, 4, 5, 6 giorni sono volati<br />
come un leggero foglio <strong>di</strong> giornale<br />
trasportato da una calda corrente<br />
primaverile, ma sono tante le emozioni<br />
provate nel con<strong>di</strong>videre le esperienze<br />
vissute come le arrampicate sulle<br />
balconate-scogli della Fetovaia, con i<br />
14 - 27 luglio<br />
Senior 1989 - 1994<br />
SCUOLA C.A.I.<br />
A G<br />
LPI<br />
I<br />
O<br />
VANILE<br />
N IS<br />
M O<br />
- MODENA<br />
Trekking nelle Stubai Alpen (Stubaier Hohenweg)<br />
Tirolo Austriaco (Innsbruck)<br />
nu<strong>di</strong>sti da spettatori meravigliati, alle<br />
scalate delle granitiche pareti del<br />
Monte San Bartolomeo aggrappati<br />
come ragni alle pareti sporgenti<br />
evitando gli insi<strong>di</strong>osi licheni o <strong>di</strong> “volare”<br />
sugli infestanti rovi. Da la sù si poteva<br />
ammirare le innevate cime della<br />
Corsica, la piatta Pianosa e<br />
un’incantevole panorama del piccolo<br />
paesino Chiessi circondato da un’<br />
acqua trasparente e azzurra.<br />
Memorabile il fresco bagno nello<br />
spettacolo delle tamerici fiorite: il rosa<br />
del fiore.<br />
Nel programma non poteva certo<br />
mancare un giorno <strong>di</strong> cammino: la<br />
remo offriranno, occorre organizzare<br />
le attività sociali notturne nei rifugi, ad<br />
esempio gli jodel, balli tirolesi, gare <strong>di</strong><br />
schiocchi con fruste al nerbo <strong>di</strong> bue,<br />
oppure gare <strong>di</strong> chi mangia più strudel,<br />
uova sode e wurstel, tracannando birra<br />
alla spina. Tutte cose che già le<br />
ragazze fanno senza <strong>di</strong>rlo a casina...?!<br />
Le Stubai Alpen offrono tanto<br />
all’alpinista, sia per le loro bellezze<br />
naturali, sia sotto l’aspetto <strong>di</strong> un<br />
alpinismo variegato, lunghe escursioni<br />
in ambienti solitari, sentieri attrezzati<br />
e facili ascensioni alpinistiche, pareti<br />
spittate per l’arrampicata sportiva e,<br />
per completare, una novità i ghiacciai.<br />
Tramite la Stubaier Hohenweg, l’alta<br />
via delle Stubai, raggiungeremo per<br />
tappe i rifugi e da questi partiremo per<br />
le attività e le mete che la loro zona<br />
offre e poi... via verso un’altra tappa!<br />
sorprendente salita al monte Capanne.<br />
Impegno fisico ma tanta sod<strong>di</strong>sfazione<br />
nel raggiungere la vetta più alta dell’<br />
Isola. Alla sera in campeggio i ragazzi<br />
del comitato <strong>di</strong>vertimenti, avevano<br />
organizzato un programma <strong>di</strong> ballate<br />
celtiche, schitarrate e canzoni al chiar<br />
<strong>di</strong> luna in riva al golfo e due sere<br />
nell’incantevole paese <strong>di</strong> Capoliveri.<br />
Birreria Deucheland per i Senior più<br />
gran<strong>di</strong>, vasca del paese con ciozzate<br />
per l’ingegnere e le ragazze, crep e<br />
nutella per noi del ’93 – ’94. I giorni sono<br />
volati per tutti ed è giunto il momento<br />
(se non fosse per colpa <strong>di</strong> quel<br />
materasso un po’ troppo duro rimarrei<br />
qui!) <strong>di</strong> tornare alla vita <strong>di</strong> tutti i giorni.<br />
Filippo ’93 & company<br />
-<br />
5
<strong>CAI</strong><br />
ES C URSIONISMO<br />
6<br />
7° CORSO DI ESCURSIONISMO AMBIENTALISTICO<br />
Storie <strong>di</strong> montagne e uomini della Grande Guerra ‘15-’18<br />
Presentazione del Corso martedì 10 luglio c/o sede C.A.I. <strong>Modena</strong><br />
"Foto per gentile concessione E<strong>di</strong>tore Rossato Valdagno Vicenza"<br />
REGOLAMENTO<br />
<strong>Il</strong> 7° Corso <strong>di</strong> Escursionismo Ambientalistico è rivolto a tutti i frequentatori della<br />
montagna interessati a conoscere quella parte <strong>di</strong> Storia, che, in pochi anni, ha<br />
mo<strong>di</strong>ficato l’ambiente montano del nord-est più <strong>di</strong> quanto non potessero millenni<br />
<strong>di</strong> agenti atmosferici.<br />
<strong>Il</strong> programma prevede 1 lezione teorica, 2 conferenze e 3 uscite in ambiente<br />
accompagnante da esperti storici del luogo.<br />
Per motivi <strong>di</strong> copertura assicurativa possono frequentare il corso solamente i soci<br />
C.A.I., chi non lo fosse è pertanto tenuto ad iscriversi presso la segreteria sezionale.<br />
La quota <strong>di</strong> partecipazione, fissata in € 75, comprende:<br />
• le conferenze degli Storici<br />
• la copertura assicurativa durante le uscite<br />
• l’accompagnamento nelle uscite degli Storici<br />
• il libro: Guida al Monte Ortigara del Architetto Corà<br />
• il materiale <strong>di</strong>dattico<br />
• la quota viaggio della prima uscita in pullman<br />
Chi non intende usufruire dei servizi sopra in<strong>di</strong>cati non avrà <strong>di</strong>ritto ad alcun rimborso.<br />
Sono escluse le spese nei rifugi e tutto quanto non espressamente in<strong>di</strong>cato.<br />
Le domande <strong>di</strong> iscrizione, dovranno essere presentate in sede nelle serate <strong>di</strong><br />
apertura. Saranno accettate secondo l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> presentazione, fino al limite <strong>di</strong> 50<br />
posti (l’età minima è <strong>di</strong> 16 anni: per i minori è necessaria l’autorizzazione <strong>di</strong> entrambi<br />
i genitori).<br />
All’atto dell’iscrizione è necessario:<br />
• <strong>di</strong>mostrare l’iscrizione al C.A.I.<br />
• versare l’intero importo della quota prevista<br />
• fornire una foto formato tessera<br />
• fornire un certificato me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> sana e robusta costituzione<br />
fisica, atta alla pratica dell’escursionismo in montagna<br />
Gli allievi sono tenuti a presentarsi in buone con<strong>di</strong>zioni fisiche allo scopo <strong>di</strong> poter<br />
sostenere gli sforzi che la pratica della montagna richiede. Sono altresì tenuti alla<br />
massima puntualità soprattutto in occasione delle uscite pratiche. Per quanto riguarda<br />
l’attrezzatura necessaria, s’invitano gli allievi ad attendere la prima lezione teorica.<br />
La <strong>di</strong>rezione del corso, pur assicurando <strong>di</strong> operare con la massima prudenza, declina<br />
ogni responsabilità per eventuali incidenti causati da quei pericoli oggettivi che la<br />
pratica della Montagna comporta e che devono essere considerati ed accettati<br />
consapevolmente da chiunque si accinga ad iniziare questa attività per il resto<br />
magnifica e piena <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazioni.<br />
Perché siamo uomini e donne che<br />
innanzitutto amano la pace, che<br />
vogliono capire e conoscere meglio la<br />
storia, che vogliono approfon<strong>di</strong>re<br />
perchè in quel luogo, così ancora<br />
sconosciuto come la mente umana,<br />
possa scatenarsi tanta follia così come<br />
tanto spirito <strong>di</strong> abnegazione.<br />
Capire per poter trasmettere ai nostri<br />
ragazzi una memoria su fatti e luoghi<br />
così lontani ma anche così vicini,<br />
quando attraversando una trincea<br />
ancora può capitare <strong>di</strong> calpestare una<br />
frammento <strong>di</strong> osso umano. E allora ti<br />
chie<strong>di</strong> chi sarà mai stato, che nome<br />
avrà mai avuto quel “nonno mancato”;<br />
sì perché cosi io li chiamo. Li chiamo<br />
così e li penso così, perché chi scrive<br />
ne aveva uno che questa guerra<br />
l’aveva fatta per davvero e ne era<br />
uscito vivo, ed allora da piccolo,<br />
dormendo con lui in camera tutte le<br />
sere lo te<strong>di</strong>avo perché volevo che mi<br />
raccontasse <strong>di</strong> Caporetto, del suo<br />
cavallo, dei suoi amici che non sono<br />
più tornati. Povero nonno che<br />
pazienza! Da allora quando nei paesi<br />
leggo i nomi dei caduti della guerra<br />
15-18 penso ai nipoti che non hanno<br />
avuto la mia possibilità, non hanno<br />
avuto la fortuna <strong>di</strong> poter ascoltare un<br />
nonno raccontare la sua gioventù, le<br />
sue speranze, le sue illusioni, le sue<br />
<strong>di</strong>sperazioni.<br />
Noi faremo questo corso in due anni.<br />
Quest’anno partiremo dai luoghi in cui<br />
è stato sparato il primo colpo <strong>di</strong><br />
cannone verso l’Impero Austro-<br />
Ungarico. Partiremo dai forti, italiani e<br />
austriaci, lungo la linea <strong>di</strong> confine che<br />
scende verso Asiago. Ci sposteremo<br />
poi sul Pasubio dove ogni metro è un<br />
storia, è una croce, è un atto <strong>di</strong> follia<br />
<strong>di</strong>sumana o <strong>di</strong> eroica,stoica ubbi<strong>di</strong>enza<br />
a questa follia. Infine saremo sull’Orti-<br />
gara definito il “Golgota degli Alpini”.<br />
La novità che abbiamo introdotto è<br />
quella <strong>di</strong> preparare le uscite con<br />
conferenze sui luoghi che andremo a<br />
visitare, conferenze tenute da esperti,<br />
così come esperti saranno coloro che<br />
ci accompagneranno nelle uscite, Prof.<br />
Tortato e Prof. Corà per l’Ortigara,<br />
Prof. Gattera per il Pasubio.<br />
Cercheremo quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> conoscere i<br />
luoghi, ma soprattutto <strong>di</strong> dare un volto<br />
a dei nomi e <strong>di</strong> dare una storia a dei<br />
giovani ventenni che ubbi<strong>di</strong>vano a<br />
coman<strong>di</strong> che li condannavano a morte<br />
certa. Cercheremo anche <strong>di</strong> conoscere<br />
tante verità che, sia gli alti coman<strong>di</strong><br />
che l’agiografia storica, hanno sempre<br />
sapientemente nascosto. Scopriremo<br />
poi come in realtà sia stata la gente<br />
umile, in maggioranza conta<strong>di</strong>ni, a<br />
pagare come sempre, il prezzo<br />
maggiore; scopriremo come per molti<br />
<strong>di</strong> loro fosse assolutamente<br />
incomprensibile che il valligiano che,<br />
fino all’altro ieri era sui pascoli a pochi<br />
metri da te, ora fosse <strong>di</strong>ventato un<br />
nemico solo perché qualcuno glielo<br />
aveva or<strong>di</strong>nato a 1000 km <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza.<br />
Questa è la storia e questo andremo<br />
a scoprire, con umiltà, con le gambe,<br />
ma soprattutto con il cuore.<br />
E allora, forse, alla fine <strong>di</strong> questo primo<br />
anno, noi tutti, quando leggeremo i<br />
nomi sulle steli dei caduti della prima<br />
guerra mon<strong>di</strong>ale, non lo faremo in<br />
maniera <strong>di</strong>stratta. Forse leggeremo<br />
un luogo, un posto in cui siamo passati,<br />
penseremo a un volto, a un giovane<br />
che non è potuto <strong>di</strong>ventare<br />
nonno…perchè qualcuno così ha<br />
deciso per lui.<br />
Giancarlo Ranuzzini<br />
Programma del Corso<br />
10 luglio Presentazione del corso. Obiettivi - iscrizioni -<br />
Presentazione c/o sede C.A.I.<br />
13 settembre Come andare in montagna. Abbigliamento-preparazione<br />
<strong>di</strong> una escursione - Lezione c/o sede C.A.I<br />
16 settembre <strong>Il</strong> primo colpo <strong>di</strong> cannone: forti austriaci e italiani. Altopiani<br />
<strong>di</strong> Folgaria-Lavarone-Luserna. Accompagnati da F.Larcher,<br />
esperto del territorio e scrittore - Uscita in ambiente<br />
21 settembre Monte Ortigara: La verità negata. A cura del Dott. A.Tortato,<br />
storico contemporaneista e scrittore - Conferenza c/o<br />
sede C.A.I.<br />
29-30 settembre Ortigara: il calvario degli Alpini. Accompagnati dall’Arch.<br />
V. Corà, esperto del territorio e scrittore. In collaborazione<br />
con la <strong>sezione</strong> del C.A.I. <strong>di</strong> Asiago - Uscita in ambiente<br />
11 ottobre Pasubio e la strategia Cadorna. A cura del Prof. C. Gattera,<br />
storico e scrittore - Conferenza c/o sede C.A.I.<br />
13-14 ottobre Monte Pasubio l’ultima sentinella. 52 gallerie –zona<br />
sacra-percorso tricolore. Accompagnati dal Prof. C. Gattera<br />
- Uscita in ambiente
Martedì 15 Maggio -<br />
ore 21.00<br />
MONTI TATRA<br />
I Monti Tatra fanno parte della grande<br />
catena montuosa centroeuropea dei<br />
Monti Carpazi, più precisamente essi<br />
si elevano nei Carpazi Occidentali.<br />
Sorgono al confine fra Slovacchia e<br />
Polonia; non raggiungono quote molto<br />
elevate (la cima più alta è il<br />
Gerlachovsky-stìt, m. 2655), ma sono<br />
caratterizzati da un clima particolarmente<br />
rigido che li rende come ambiente<br />
simili alle Alpi. Sono soggetti<br />
ad abbondanti precipitazioni nevose<br />
e sono quin<strong>di</strong> ricchi <strong>di</strong> acque; presentano<br />
una notevole varietà floristica e<br />
offrono molte possibilità dal punto <strong>di</strong><br />
vista escursionistico.<br />
Per la prima volta soci della nostra<br />
Sezione si sono recati in questa zona, e<br />
ne hanno riportato una cospicua<br />
testimonianza fotografica. Chi fosse<br />
interessato a conoscere questa importante<br />
ma poco nota catena montuosa è<br />
invitato ad assistere a questa proiezione.<br />
Pierluigi Silvestri<br />
Proiezione <strong>di</strong>apositive - in sede -<br />
Martedì 5 Giugno - ore 21.00<br />
MONTI DI FUNDRES - DOLOMITI<br />
D’OLTREPIAVE - DOLOMITI DI SESTO<br />
In questa serata saranno proiettate<br />
<strong>di</strong>apositive scattate da alcuni Soci della<br />
nostra Sezione durante escursioni<br />
alpinistiche estive in <strong>di</strong>versi gruppi<br />
delle Dolomiti e nei Monti <strong>di</strong> Fundres.<br />
Saranno mostrate immagini <strong>di</strong> ambienti<br />
ben noti agli appassionati <strong>di</strong><br />
montagna, su itinerari <strong>di</strong> grande<br />
sod<strong>di</strong>sfazione, come la celebre Strada<br />
degli Alpini o la salita alla Croda Rossa<br />
<strong>di</strong> Sesto per la ferrata Zandonella.<br />
Saranno però illustrati anche itinerari<br />
recon<strong>di</strong>ti e solitari, come le salite ai<br />
Bivacchi Marchi-Granzotto nei<br />
Monfalconi e Goitan al Ca<strong>di</strong>n della<br />
Meda nel gruppo Caserine-Cornaget.<br />
Sarà poi commentato un trekking nel<br />
cuore del Popera, comprendente fra<br />
l’altro l’ascensione allo stesso Monte<br />
Popera, la risalita della selvaggia Val<br />
Stallata fino al Bivacco Battaglion<br />
Cadore e da lì la traversata sulla<br />
stupenda Cengia Gabriella.<br />
Infine saranno mostrate immagini dei<br />
solitari Monti <strong>di</strong> Fundres. Queste<br />
<strong>di</strong>scoste montagne, situate fra la Val<br />
Pusteria a sud e la Val <strong>di</strong> Vizze a nord,<br />
non sono ancora state toccate dal<br />
turismo <strong>di</strong> massa, anche se la cima<br />
più alta, il Picco della Croce, è una<br />
meta frequentata. Sono monti silenti,<br />
privi dei classici appicchi rocciosi delle<br />
vicine Dolomiti, ma ugualmente<br />
affascinanti. La verde perla del Lago<br />
Selvaggio, le vedute sui prospicienti<br />
ghiacciai delle Alpi Aurine e certi<br />
ambienti dove si respira ancora<br />
un’atmosfera d’altri tempi (come al<br />
piccolo, silenzioso Rifugio Vipiteno),<br />
rendono questi monti senz’altro<br />
meritevoli <strong>di</strong> essere visitati.<br />
Invitiamo pertanto coloro che sono<br />
interessati a conoscere questi luoghi<br />
a partecipare alla serata.<br />
Graziano Annovi<br />
PROIEZIONI DI VIAGGI E AVVENTURE IN TUTTO IL MONDO<br />
Mercoledì 23 Maggio<br />
ore 21.00<br />
Madagascar<br />
Elena Bellini<br />
COMMISSIONE CULTURA<br />
In sede<br />
Mercoledì 30 Maggio<br />
Da Leptis Magna<br />
al cuore dell’Akakus<br />
viaggio alla scoperta<br />
della Libia<br />
Andrea Baschieri<br />
ERRATA CORRIGE<br />
Sul <strong>Cimone</strong> N. 2<br />
<strong>di</strong> marzo-aprile 2007 a pag. 1<br />
Nuovo Statuto<br />
del Club Alpino Italiano<br />
è<br />
Nuovo Statuto<br />
del Club Alpino Italiano<br />
Sezione <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />
Mercoledì 6 Giugno<br />
ore 21.00<br />
<strong>Il</strong> cammino <strong>di</strong> Santiago<br />
Andrea Baschieri<br />
7
GRUPPO<br />
GRUPPO<br />
MODENA<br />
<strong>CAI</strong><br />
SPELEOLOGICO<br />
MODENA<br />
<strong>CAI</strong><br />
SPELEOLOGICO<br />
EMILIANO<br />
EMILIANO<br />
Clau<strong>di</strong>o Orlan<strong>di</strong>.<br />
Attuale Presidente del Comitato<br />
Scientifico “Fer<strong>di</strong>nando Malavolti”,<br />
sono nato a Carpi il 1° Settembre 1966.<br />
Nel lontano 1987, spinto dalla mia<br />
voglia <strong>di</strong> viaggiare e conoscere, mi<br />
sono iscritto al C.A.I., ho frequentato<br />
il corso d’escursionismo, poi quello<br />
d’alpinismo, infine quello <strong>di</strong> sci <strong>di</strong> fondo.<br />
Più conoscevo questo mondo, più mi<br />
piaceva, i miei primi anni <strong>di</strong> attività<br />
furono molto intensi, ho frequentato<br />
l’Appennino reggiano, bolognese e il<br />
8<br />
GRUPPO SPELEOLOGICO EMILIANO<br />
Sabato 16 e Domenica 17 Giugno<br />
Grotta del Mezzogiorno<br />
La grotta del Mezzogiorno si raggiunge<br />
dal paese <strong>di</strong> Pierosara (AN), non<br />
lontano dalle più note grotte <strong>di</strong><br />
Frasassi. Lasciate le auto nel piazzale<br />
antistante la chiesetta, si prosegue a<br />
pie<strong>di</strong> lungo un sentiero dapprima<br />
pianeggiante, poi in leggera salita,<br />
quasi sempre all'interno <strong>di</strong> una bella<br />
pineta. Finito il bosco, il sentiero si fa<br />
più stretto e taglia la ripida costa del<br />
Monte <strong>di</strong> Frasassi. Attraversato un<br />
ghiaione, si è <strong>di</strong> nuovo nella macchia<br />
me<strong>di</strong>terranea e poco dopo, a un bivio,<br />
è necessario piegare a destra. Da qui,<br />
la salita è ripida, ma la <strong>di</strong>stanza è poca<br />
e presto si raggiunge un’ampia<br />
apertura nella roccia, abitata in età<br />
preistorica (i reperti archeologici qui<br />
rinvenuti sono conservati nel Museo<br />
archeologico nazionale delle Marche<br />
<strong>di</strong> Ancona). Alla sinistra si apre il basso<br />
portale della Grotta del Mezzogiorno,<br />
punto d'accesso superiore del sistema<br />
carsico Mezzogiorno - Frasassi.<br />
Entrati, dopo una sala inizia un<br />
cunicolo da percorrere strisciando per<br />
tutta la lunghezza dei suoi 80 metri,<br />
con due strettoie, fino a giungere nella<br />
Sala nera. Da questo luogo si risale<br />
un pozzetto <strong>di</strong> nove metri e successivamente<br />
si arriva a un primo scivolo<br />
<strong>di</strong>scendente <strong>di</strong> circa 20 metri. Al<br />
termine ci si cala e si è subito a un<br />
secondo scivolo <strong>di</strong> circa 35 metri,<br />
superabile me<strong>di</strong>ante un armo <strong>di</strong>sposto<br />
sopra una stalagmite. Ultimati gli scivoli,<br />
è il turno del primo pozzo <strong>di</strong> 35<br />
metri, nel quale si scende con una<br />
corda doppia usando un armo posto<br />
su una solida sbarra, fissata all’imbocco<br />
del pozzo. Giunti al suo termine,<br />
si prosegue per la Galleria dell'Orso,<br />
attraverso la quale si sale, per un tratto<br />
molto tortuoso, alla Sala azzurra. In<br />
questo luogo si dovrebbe giungere in<br />
circa tre ore dall'inizio dell'escursione.<br />
Si prosegue quin<strong>di</strong> per la parte bassa<br />
della sala, con un salto <strong>di</strong> circa 10<br />
metri da armare su una solida<br />
concrezione. Al termine del salto<br />
occorre fare molta attenzione perchè<br />
da qui prendono origine e<br />
ramificazione altri pozzi. Con una corda<br />
doppia <strong>di</strong> 40 metri ci si cala nella<br />
finestra alla cui destra è evidente una<br />
grossa colonna stalagmitica,<br />
giungendo così alla Sala dei gran<strong>di</strong><br />
massi, nel luogo più inferiore della<br />
quale si trova la caratteristica, stretta<br />
finestrella il cui passaggio immette<br />
nella Grotta del Santuario; si prosegue<br />
a sinistra risalendo uno scivolo che<br />
porta all'apice dell'ultimo pozzo, il<br />
Camino 3 B, <strong>di</strong> circa 25 metri. Arrivati<br />
alla sua base, per un percorso che si<br />
sviluppa tra vari saliscen<strong>di</strong>, in circa 15<br />
minuti si giunge alla Grotta del<br />
Santuario, l’uscita della grotta, dove<br />
è e<strong>di</strong>ficato il Tempio <strong>di</strong>segnato da<br />
Giuseppe Vala<strong>di</strong>er.<br />
La Grotta del Mezzogiorno offre la<br />
possibilità, a chi possiede un minimo<br />
<strong>di</strong> esperienza su corda, <strong>di</strong> ammirare<br />
la natura e le caratteristiche <strong>di</strong> una<br />
cavità ipogea in piena regola. Qui è<br />
ben evidente l’opera millenaria dell’acqua<br />
che con violenza ha scavato<br />
immense gallerie orizzontali e suborizzontali,<br />
oltre a sale e pozzi. È<br />
un’escursione non troppo impegnativa<br />
ma che comunque richiede 6/8 ore e<br />
un <strong>di</strong>screto allenamento. Chi è<br />
interessato si può rivolgere al Gruppo<br />
Speleologico Emiliano, presso la sede,<br />
il giovedì sera, o scrivere una mail al<br />
nostro in<strong>di</strong>rizzo (g.s.emiliano@tele2.it).<br />
GRUPPO<br />
MODENA<br />
<strong>CAI</strong><br />
SPELEOLOGICO<br />
EMILIANO<br />
Alle spalle <strong>di</strong> Prato, l’Appennino ha un<br />
aspetto veramente selvaggio: le<br />
pen<strong>di</strong>ci dei Monti della Calvana si<br />
fanno subito piuttosto impervie e<br />
bastano poche centinaia <strong>di</strong> metri lungo<br />
il sentiero per accorgersi <strong>di</strong> essere già<br />
alti sulla città e sulla pianura<br />
circostante. Si è ben presto immersi<br />
in un bosco <strong>di</strong> querce, olivi e ginestre<br />
e per quanto ci si sforzi, non si riesce<br />
a vedere nessuna costruzione e<br />
nessun campo coltivato che interrompa<br />
il manto della vegetazione, che così<br />
appare intatto a ricoprire i fianchi <strong>di</strong><br />
questi rilievi, <strong>di</strong> un verde intenso e<br />
abbastanza inconsueto. Per un attimo<br />
si pensa <strong>di</strong> essere in una natura fuori<br />
dal tempo, in un’epoca incontaminata<br />
che non ha ancora sperimentato<br />
l’aggressione dell’uomo.<br />
Per arrivare alla grotta della Fonte<br />
Buia risaliamo il corso <strong>di</strong> un torrente<br />
che spesso, nella stagione calda, è<br />
quasi asciutto, salvo qualche pozza<br />
d’acqua qua e là, dove vivono colonie<br />
<strong>di</strong> gamberetti <strong>di</strong> fiume. In breve, dopo<br />
alcune rocce arriviamo all’ingresso<br />
della grotta. Dentro, l’acqua è sempre<br />
abbondante e quasi subito ci troviamo<br />
alle prese con un facile passaggio da<br />
attrezzare con una corda per superare<br />
un piccolo lago. L’interno della grotta<br />
si presenta molto concrezionato e si<br />
cammina a lungo tra pareti levigate <strong>di</strong><br />
un colore nocciola chiaro, fino ad<br />
arrivare a un altro passaggio dove la<br />
corda ci serve per scavalcare una<br />
magnifica colata <strong>di</strong> calcare,<br />
ri<strong>di</strong>scendere dall’altra parte e<br />
Domenica 15 Luglio<br />
Fonte Buia<br />
I volti del Gruppo Speleologico Emiliano<br />
(esperienze speleo-natural-escursionistiche)<br />
casentino, riscoprendo solo<br />
ultimamente quello modenese; ho<br />
camminato sui Lessini, sulle Dolomiti,<br />
poco ho fatto sulle Alpi, avrò tempo<br />
per rime<strong>di</strong>are.<br />
Mi sono <strong>di</strong>vertito con varie ferrate,<br />
quelle della Val d'A<strong>di</strong>ge le ho fatte<br />
tutte: ho fatto la ferrata Pisetta, la Tissi,<br />
la Strada degli Alpini, ecc,; al mio attivo<br />
ho un paio <strong>di</strong> ghiacciai, che per ora mi<br />
bastano.<br />
Da pochi anni ho iniziato a fare escursioni<br />
in Germania (zona <strong>di</strong> Schliersee),<br />
e in Romania (zona <strong>di</strong> Predel).<br />
Nel 1990, spinto da necessità<br />
formative, ho conosciuto il G.S.E. e<br />
l’anno successivo ho frequentato il 16°<br />
corso <strong>di</strong> introduzione alla speleologia;<br />
sono così entrato in un mondo<br />
indescrivibile, fatto <strong>di</strong> personaggi unici<br />
e <strong>di</strong> luoghi da favola, ho iniziato la<br />
speleologia per avere le nozioni per<br />
esplorare dei sotterranei, sono stato<br />
talmente preso dalla bellezza <strong>di</strong> questo<br />
mondo <strong>di</strong> grotte che ho ripreso la mia<br />
formazione sulla ricerca riguardante le<br />
cavità artificiali solo nel 1997, da allora<br />
non l’ho mai più abbandonata.<br />
Da bravo ricercatore, mi sono associato<br />
alle uscite <strong>di</strong> ricerca e ai lavori fatti dal<br />
Comitato Scientifico Ferdnando<br />
Malavolti, ho frequentato la scuola<br />
nazionale <strong>di</strong> speleologia, che ritengo un<br />
valido strumento formativo. Ogni grotta<br />
ha qualcosa <strong>di</strong> particolare, ho molti bei<br />
ricor<strong>di</strong>, i più ricorrenti riguardano la visita<br />
<strong>di</strong> un acquedotto romano, dove ho<br />
provato una paura che mi ha messo le<br />
ali ai pie<strong>di</strong>. Poi c’è l’esplorazione della<br />
miniera <strong>di</strong> talco in Piemonte, lì ho<br />
imparato a rilevare; al Calgeron, al Buco<br />
Cattivo, solo per <strong>di</strong>rne alcune, ho<br />
ammirato la bellezza che può creare<br />
l'acqua, con la magia che la circonda.<br />
La speleologia mi ha fatto conoscere<br />
un mondo unico, pieno <strong>di</strong> sensazioni<br />
continuare così la nostra camminata.<br />
Sempre seguendo il ruscello che<br />
scorre sul fondo, arriviamo a una serie<br />
<strong>di</strong> emozionanti passaggi aerei in un<br />
ambiente ricchissimo <strong>di</strong> concrezioni <strong>di</strong><br />
ogni forma e <strong>di</strong>mensione, per poi<br />
giungere nella sala finale della grotta,<br />
dominata da una immensa colata che<br />
ha l’aspetto <strong>di</strong> un enorme cero o<br />
piuttosto <strong>di</strong> una colonna che milioni <strong>di</strong><br />
anni fa è stata posta qui per sorreggere<br />
la volta della sala.<br />
La Fonte Buia è “fonte” <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />
emozioni e i più temerari non si<br />
perderanno certamente quella che ci<br />
aspetta poco prima dell’uscita, perché<br />
quel piccolo lago che abbiamo<br />
incontrato appena entrati sembra<br />
messo nel punto giusto per un tuffo<br />
in<strong>di</strong>menticabile. L’acqua è decisamente<br />
gelida anche d’estate ma dopo,<br />
all’ esterno della grotta, è<br />
piacevolissimo asciugarsi al sole sulle<br />
rocce levigate dal torrente.<br />
Una visita in grotta può offrire tutto<br />
questo: un sentiero nel bosco, una<br />
camminata tra millenarie sculture <strong>di</strong><br />
calcare, un gradevole fuori programma<br />
in un ambiente senza tempo;<br />
insomma, un <strong>di</strong>vertimento dai<br />
molteplici aspetti. La Fonte Buia è una<br />
grotta <strong>di</strong> facilissima percorribilità, alla<br />
portata <strong>di</strong> tutti (il tuffo non è<br />
obbligatorio); chi è interessato<br />
all’escursione si può rivolgere al<br />
Gruppo Speleologico Emiliano, il<br />
giovedì sera, in sede, o scrivere una<br />
mail al nostro in<strong>di</strong>rizzo<br />
(g.s.emiliano@tele2.it).<br />
particolari, Madre Natura con me è<br />
stata benevola, mi ha dato bei ricor<strong>di</strong><br />
e tanti insegnamenti.<br />
Inoltre faccio parte della protezione<br />
civile, anche se ultimamente non sono<br />
molto attivo, ma il mio amore è la<br />
ricerca storica, è fin da bambino che<br />
mi interessa la storia con i suoi misteri,<br />
ed è per questo che mi piace definirmi<br />
escursionista storico, ma questa è<br />
un’altra storia.<br />
I miei progetti per il futuro sono quelli<br />
<strong>di</strong> visitare belle grotte, intensificare le<br />
uscite <strong>di</strong> esplorazione, stu<strong>di</strong>are<br />
misteriose cavità artificiali, passeggiare<br />
per i monti d’Europa, con qualche<br />
puntatina fuori, fare ferrate, portare i<br />
miei limiti operativi da 3000 a 6000m<br />
in altitu<strong>di</strong>ne, mentre in profon<strong>di</strong>tà<br />
arrivare a –1000m., senza <strong>di</strong>menticarmi<br />
<strong>di</strong> visitare tutti i bei giar<strong>di</strong>ni che<br />
abbiamo sparsi per l'Europa, come<br />
quello della reggia <strong>di</strong> Caserta, i musei,<br />
ecc,; la cosa più importante è conoscere<br />
storie e gente nuova.<br />
Ultimo pensiero, mi è piaciuta l'idea<br />
che ha avuto Federico <strong>di</strong> questi articoli,<br />
non credo che servirà ad invogliare<br />
molta gente a provare l'esperienza<br />
della grotta, saranno più utili a far<br />
vedere chi siamo e come siamo, poi,<br />
se volete venirci a conoscere meglio,<br />
sapete dove trovarci.
Aggiornamento degli istruttori sezionali al Monte Baone:<br />
tecniche e manovre per condurre in sicurezza allievi e gitanti su terreno roccioso<br />
Sabato 14 aprile, i monti <strong>di</strong> Arco hanno<br />
ospitato il primo aggiornamento del<br />
2007 rivolto agli accompagnatori e<br />
aiuto-accompagnatori <strong>di</strong><br />
escursionismo. In una splen<strong>di</strong>da e<br />
calda giornata <strong>di</strong> sole, il gruppo<br />
composto da 24 istruttori sezionali, ha<br />
popolato le pen<strong>di</strong>ci del monte Baone<br />
in un’inconsueta esercitazione<br />
de<strong>di</strong>cata alla progressione su roccia<br />
e alla realizzazione e utilizzo <strong>di</strong><br />
manovre <strong>di</strong> corda. L’obiettivo prefissato<br />
ha riguardato l’acquisizione e/o il<br />
ripasso delle tecniche e manovre per<br />
condurre in sicurezza allievi e gitanti<br />
su terreno roccioso.<br />
<strong>Il</strong> Gruppo Alpinistico sezionale ha<br />
coor<strong>di</strong>nato l’attività della mattinata,<br />
organizzando cinque unità <strong>di</strong> lavoro<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>versa tipologia, su cui gli istruttori,<br />
sud<strong>di</strong>visi in squadre <strong>di</strong> tre persone, si<br />
sono <strong>di</strong> volta in volta cimentati.<br />
Ambiti <strong>di</strong> aggiornamento nelle varie<br />
postazioni sono stati: 1) la<br />
Dopo le precedenti esperienze dei<br />
corsi <strong>di</strong> escursionismo estivo e del<br />
corso tutela ambiente montano fatti lo<br />
scorso anno, non potevamo farci<br />
mancare il corso <strong>di</strong> escursionismo su<br />
neve perché ci sembrava il naturale<br />
percorso per il fatto che da due anni<br />
frequentiamo la montagna d’inverno<br />
esclusivamente con le ciaspole e<br />
senza avere quelle conoscenze che<br />
un corso come questo ti può portare.<br />
Abbiamo iniziato questo corso<br />
entrambi molto motivati perché la<br />
nostra intenzione era <strong>di</strong> riuscire a fare<br />
nuove esperienze con attrezzature<br />
invernali quali ramponi e piccozza e<br />
comunque eravamo consapevoli che<br />
sarebbe stato un corso più faticoso<br />
dei precedenti in quanto l’andare in<br />
montagna nella stagione invernale è<br />
altra cosa rispetto all’andarci in estate.<br />
Lo scopo del corso è <strong>di</strong> fornire ai<br />
partecipanti un giusto approccio<br />
all’ambiente montano in inverno e le<br />
lezioni teoriche in aula sono state molto<br />
interessanti perché, oltre a riproporre<br />
le lezioni sulla cartografia e uso della<br />
bussola, che avevamo già fatto nel<br />
corso estivo ma che in ambiente<br />
realizzazione <strong>di</strong> imbrachi d’emergenza<br />
tramite l’utilizzo <strong>di</strong> cor<strong>di</strong>ni o fettucce e<br />
la progressione in<strong>di</strong>viduale o in<br />
cordata;<br />
2) le modalità <strong>di</strong> posa <strong>di</strong> corde fisse;<br />
3) sistemi <strong>di</strong> realizzazione <strong>di</strong> ancoraggi<br />
d’emergenza con l’utilizzo <strong>di</strong> materiali<br />
e attrezzatura alpinistica; 4) tecniche<br />
<strong>di</strong> arrampicata in libera e 5) prove <strong>di</strong><br />
calata in corda doppia col metodo<br />
Piaz.<br />
Queste nozioni unite ad una dotazione<br />
minima <strong>di</strong> attrezzatura che dovrebbe<br />
sempre essere presente ad ogni uscita<br />
o gita permettono <strong>di</strong> superare tratti<br />
<strong>di</strong>fficoltosi.<br />
Si è poi conclusa la giornata con la<br />
salita del sentiero alpinistico “92°<br />
congresso” alla vetta del Monte Baone,<br />
dove il gruppo ha messo in pratica le<br />
nozioni <strong>di</strong> arrampicata in un ambiente<br />
“vero”, non attrezzato o protetto.<br />
Al <strong>di</strong> là dei riscontri positivi espressi<br />
da tutti i partecipanti, l’aggiornamento<br />
è stato sicuramente per me un<br />
vali<strong>di</strong>ssimo supporto alla mia attività<br />
personale e <strong>di</strong> volontaria presso la<br />
<strong>sezione</strong> Cai <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, sotto <strong>di</strong>versi<br />
punti <strong>di</strong> vista. Innanzitutto come un<br />
contributo che trova una sua coerente<br />
sistemazione all’interno del mio<br />
percorso formativo <strong>di</strong> conoscenza e<br />
frequentazione della montagna, non<br />
solo in riferimento a quanto appreso<br />
(che necessita naturalmente <strong>di</strong> essere<br />
approfon<strong>di</strong>to e <strong>di</strong> trovare un’applicazione<br />
pratica), ma in qualità <strong>di</strong> stimolo<br />
e contributo nel riprendere e rielaborare<br />
continuamente la propria motivazione<br />
personale a crescere e ad andare<br />
avanti su questo percorso. Rispetto<br />
a ciò, ringrazio la forte carica che i<br />
membri del gruppo hanno saputo e<br />
sanno continuamente trasmettermi,<br />
che contribuisce ad accrescere ogni<br />
volta la mia voglia <strong>di</strong> andare in<br />
montagna, <strong>di</strong> fare esperienza, <strong>di</strong> conoscere<br />
sempre meglio il suo ambiente<br />
e le <strong>di</strong>verse modalità per relazionarsi<br />
con essa. In secondo luogo, come<br />
volontaria della <strong>sezione</strong> e aiutoistruttrice<br />
nei corsi <strong>di</strong> escursionismo,<br />
mi pare significativo per ognuno <strong>di</strong> noi<br />
prestare attenzione alla nostra<br />
preparazione e a tutti gli aspetti che<br />
possono essere utili nell’accompagnamento<br />
<strong>di</strong> nuove persone in montagna,<br />
sia per saper affrontare con<br />
luci<strong>di</strong>tà e in sicurezza anche le even-<br />
Corso Escursionismo Invernale<br />
invernale è ancora più importante in<br />
quanto, per le con<strong>di</strong>zioni meteo che<br />
si possono incontrare nelle escursioni,<br />
talvolta proibitive, danno la certezza<br />
<strong>di</strong> sapere sempre dove ci si trova e <strong>di</strong><br />
riuscire a ritrovare la via del ritorno.<br />
Abbiamo trovato molto interessanti le<br />
lezioni su nivologia e analisi del manto<br />
nevoso che abbiamo messo in pratica<br />
nella prima uscita sul Monte Ron<strong>di</strong>naio<br />
analizzando i vari strati della neve e<br />
le varie forme del fiocco <strong>di</strong> neve ed<br />
inoltre ci è stato insegnato come<br />
leggere i bollettini niveometeorologici<br />
e valanghe, molto importanti nel<br />
momento in cui si organizza un<br />
escursione invernale. Altra lezione<br />
molto importante è stata quella che ci<br />
ha illustrato la progressione con<br />
piccozza e ramponi anche questa<br />
messa in pratica nell’uscita del Monte<br />
Ron<strong>di</strong>naio dove ci hanno insegnato<br />
l’utilizzo della piccozza oltre che per<br />
la progressione in salita e <strong>di</strong>scesa<br />
anche l’uso della stessa per potersi<br />
arrestare nel malaugurato caso <strong>di</strong><br />
caduta. Anche la lezione sui pericoli<br />
della montagna invernale (valanghe,<br />
ecc) l’uso dell’ARVA, pala e sonda che<br />
è molto importante conoscere in caso<br />
ci si trovi coinvolti in valanghe o si<br />
assista ad eventi del genere dove<br />
siano coinvolte altre persone.<br />
Purtroppo l’unica nota negativa <strong>di</strong><br />
questo corso è stata la scarsità <strong>di</strong> neve<br />
per cui il <strong>di</strong>rettore del corso si è visto<br />
costretto a cancellare la prima uscita<br />
in Appennino perché non c’erano le<br />
con<strong>di</strong>zioni adatte alle prove che<br />
dovevamo sostenere. Anche la<br />
seconda uscita, per fare pratica <strong>di</strong><br />
orientamento che doveva tenersi in<br />
Lessinia è stata spostata all’ultimo<br />
momento al Corno alle Scale dove<br />
abbiamo trovato ugualmente delle<br />
con<strong>di</strong>zioni meteo avverse ma che ci<br />
tuali situazioni critiche che si potrebbero<br />
presentare in ambiente, sia per<br />
essere in grado <strong>di</strong> rendere un servizio<br />
sempre più rispondente alle attese dei<br />
soci e <strong>di</strong> chi si avvicina al Cai.<br />
Progre<strong>di</strong>re e lavorare a <strong>di</strong>retto contatto<br />
con la roccia e saper utilizzare<br />
correttamente e con cura i materiali a<br />
<strong>di</strong>sposizione non è banale né<br />
automatico, ma necessita <strong>di</strong> continua<br />
pratica, <strong>di</strong> concentrazione, <strong>di</strong><br />
esperienza; questo aggiornamento<br />
credo che abbia spinto ognuno <strong>di</strong> noi<br />
a misurarsi con questi aspetti.<br />
Infine, ritengo questi momenti un bello<br />
spaccato <strong>di</strong> vita sezionale, utili per un<br />
confronto costruttivo tra tutti i membri<br />
del gruppo, in cui ognuno porta risorse<br />
e limiti, competenze e domande,<br />
iniziative e prospettive per il futuro.<br />
Un affettuoso ‘grazie’ ai ragazzi del<br />
Gruppo Alpinistico sezionale per la<br />
competenza, l’impegno e la pazienza<br />
<strong>di</strong>mostrati.<br />
Serena e Andrea<br />
hanno dato l’opportunità <strong>di</strong> confrontarci<br />
con un ambiente ostico e <strong>di</strong> renderci<br />
conto che non sempre in montagna si<br />
trovano con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> tempo ottimali,<br />
anzi, per i repentini cambiamenti<br />
meteo, ci si può trovare in serie<br />
<strong>di</strong>fficoltà.<br />
Insomma, sicuramente l’esperienza è<br />
stata positiva per le tante nozioni che<br />
ci sono state trasmesse dagli istruttori<br />
con molta passione, come del resto è<br />
avvenuto anche nei corsi precedenti.<br />
Poi, da non sottovalutare, l’aspetto<br />
umano, il sostenere la fatica assieme<br />
ai compagni <strong>di</strong> corso e magari poi finire<br />
la giornata in rifugio dove puoi trovare,<br />
oltre ad un meritato riposo, anche un<br />
buon pasto caldo da consumare con<br />
i compagni <strong>di</strong> gita e gli istruttori durante<br />
il quale puoi con<strong>di</strong>videre le esperienze<br />
<strong>di</strong> ognuno e arricchire ulteriormente<br />
le proprie conoscenze.<br />
Ci auguriamo <strong>di</strong> riuscire a mettere in<br />
pratica quanto appreso con questo<br />
corso cimentandoci in escursioni<br />
anche più impegnative <strong>di</strong> quelle fatte<br />
fino ad ora, perché la montagna d’estate<br />
è bella, ma d’inverno ti trasmette<br />
delle emozioni ancora più forti vuoi<br />
per l’aspetto can<strong>di</strong>do che le fa assumere<br />
la neve e per l’atmosfera ovattata<br />
che ti circonda durante le uscite e, non<br />
da ultimo, per gli spettacoli notevoli<br />
che questo ambiente offre.<br />
Ciao a tutti Paola e Andrea.<br />
9
Sass de Mezdì (M. Cimo), Via “Istantes”<br />
165 m, 5c/A2<br />
C. Melchiorri, A. Taddei<br />
26/11/2006<br />
Relazione<br />
La via ha come <strong>di</strong>rettiva generale il<br />
grande <strong>di</strong>edro che separa le placche<br />
<strong>di</strong> destra, ove corrono <strong>di</strong>verse vie tra<br />
le quali la classica “Desiderio Sofferto”,<br />
dalla zona strapiombante <strong>di</strong> sinistra,<br />
ove sale la nota via “Arrivederci Jerzy”.<br />
Dopo avere percorso le facili placche<br />
basali, rimanendo a sinistra delle altre<br />
vie già presenti ed intersecando a volte<br />
una traccia <strong>di</strong> un vecchissimo<br />
percorso, la via affronta <strong>di</strong>rettamente<br />
i tre gran<strong>di</strong> tetti che sovrastano il<br />
<strong>di</strong>edro. Complessivamente, i tetti<br />
10<br />
Sass de Mezdì (Monte Cimo), Via “Istantes”<br />
165 m, 5c/A2<br />
Clau<strong>di</strong>o Melchiorri, Angelo Taddei, 26/11/2006<br />
strapiombano <strong>di</strong> quasi trenta metri.<br />
In caso <strong>di</strong> problemi il ritorno, ad<br />
eccezione della sosta S5 dopo l’uscita<br />
dall’ultimo tetto, può sempre essere<br />
effettuato con doppie già attrezzate.<br />
Una volta usciti, la <strong>di</strong>scesa avviene<br />
come per le altre vie del settore: a<br />
pie<strong>di</strong> lungo il sentiero ovvero lungo le<br />
doppie attrezzate <strong>di</strong> “Desiderio<br />
Sofferto”.<br />
1° tiro, 50 m, 5c<br />
Si inizia salendo i primi metri <strong>di</strong><br />
“Desiderio Sofferto”. Al secondo fix <strong>di</strong><br />
“Desiderio sofferto”, anziché<br />
proseguire <strong>di</strong>ritti, si devia leggermente<br />
a sinistra per placca. Si prosegue<br />
rimanendo a poca <strong>di</strong>stanza dal <strong>di</strong>edro<br />
a sinistra fino a giungere in<br />
corrispondenza <strong>di</strong> un breve tratto più<br />
verticale. Lo si sale con un movimento<br />
tecnico e poi si traversa facilmente a<br />
destra su gocce sino alla sosta (8 fix,<br />
compresi 2 <strong>di</strong> “Desidero Sofferto”,<br />
sosta su 2 fix da10 mm).<br />
2° tiro, 50 m, 5c/6a<br />
Si sale inizialmente per un muro<br />
verticale e poi per placche più adagiate<br />
seguendo alcune linee naturali, su<br />
roccia caratteristica e sempre molto<br />
lavorata (12 fix, sosta su 2 fix da 8<br />
mm e 1 da 10 mm). Si può giungere<br />
a questa sosta anche arrampicando<br />
lungo la via “<strong>Il</strong> ladro <strong>di</strong> Bagdad”: si<br />
seguono le prime due filate e, alla fine<br />
della terza, anziché attraversare a<br />
destra si taglia in orizzontale a sinistra<br />
(8 m, passaggio <strong>di</strong> 6a/A0, 1 clessidra<br />
e 1 fix da 8mm).<br />
3° tiro, 12 m, 5a, A2<br />
Si sale verticalmente per pochi metri<br />
su placca e poi si supera il primo tetto<br />
(5 m ca); in verticale si giunge infine<br />
alla sosta (9 fix da 8 mm <strong>di</strong><br />
progressione, sosta su 2 fix 10 mm).<br />
4° tiro, 20 m, A2<br />
Si supera il grande tetto (13 m ca) e<br />
poi <strong>di</strong>ritti alla sosta (13 fix 8 mm e 1<br />
da 10 mm a metà del tetto <strong>di</strong><br />
progressione, sosta su 2 fix da10 mm).<br />
5° tiro, 20 m, A2, 5a<br />
Si sale in leggero traverso a sinistra<br />
(attenzione al 1° e 3° fix dopo la sosta!)<br />
e poi in verticale. Si supera un primo<br />
breve tetto (2 m), poi ancora in verticale<br />
sino all’ultimo tetto (5 m). Per facile<br />
placca si giunge infine alla sosta (15<br />
fix da 8 mm <strong>di</strong> progressione, sosta su<br />
2 fix da 10 mm).<br />
6° tiro, 13 m, 5c<br />
Si traversa per pochi metri a destra e<br />
poi verticalmente per splen<strong>di</strong>da placca.<br />
Gli ultimi pochi metri sono su facili<br />
roccette mosse (3 fix da 8 mm, sosta<br />
su spit da 10 mm e albero).
Riapertura del Giar<strong>di</strong>no Esperia<br />
(lavori in corso)<br />
Domenica 27 maggio e a seguire le domeniche del 3 e<br />
del 10 giugno un gruppo <strong>di</strong> soci si de<strong>di</strong>cherà come ogni<br />
anno, alla risistemazione del nostro Giar<strong>di</strong>no Botanico<br />
sito a Passo del Lupo (Sestola). Invitiamo tutti i soci ed<br />
amici a dare una mano nei lavori evitando <strong>di</strong> pensare che<br />
tanto qualcuno ci sarà a farlo. E’ una esperienza utile e<br />
interessante e non è necessario avere “il pollice verde”,<br />
non si timbra il cartellino presenze e l’orario <strong>di</strong> lavoro è<br />
a propria <strong>di</strong>screzione. Possono aproffitarne le famiglie, i<br />
single o le coppiette, il Giar<strong>di</strong>no non fa <strong>di</strong>fferenze tra<br />
l’esperto alpinista, lo speleo o l’escursionista. I lavori<br />
esclusivamente manuali, porteranno alla conoscenza dei<br />
convenuti, l’uso della cariola, della vanga, della motosega,<br />
della raccolta della legna. Per gli amanti della cucina sono<br />
previsti pastasciutta e carne alla griglia, verdure <strong>di</strong> stagione,<br />
lambrusco e acqua naturale del Giar<strong>di</strong>no. I ghiri del<br />
Giar<strong>di</strong>no attendono come al solito appostati, che l’ignaro<br />
socio abbandoni per un attimo le libagioni per approfittarne.<br />
Nella certezza che tutto quanto sopradetto vi abbia convinto<br />
a partecipare a questa naturale esperienza vi atten<strong>di</strong>amo<br />
numerosi.<br />
Comitato giar<strong>di</strong>nieri del Giar<strong>di</strong>no.<br />
P.S. Occorre prenotarsi presso la sede, ma gra<strong>di</strong>amo<br />
anche le sorprese.<br />
In fondo al sacco<br />
La rubrica del notiziario<br />
Le Alpi Venete - Rassegna Triveneta del C.A.I<br />
Questa rivista ci permette <strong>di</strong> cono-scere l'ambiente alpino che, a partire<br />
dalle montagne venete a noi più vici-ne (Monti Lessini, Piccole Dolomiti,<br />
Pasubio, Altopiano <strong>di</strong> Asiago), rag-giunge le Alpi confinanti con Austria e<br />
Slovenia (Carnie e Giulie), attra-verso i gruppi Dolomitici come le Pale <strong>di</strong><br />
S. Martino, Lagorai, Civetta, ecc. La Rivista propone itinerari mol-to dettagliati<br />
e ben curati <strong>di</strong> escursio-nismo, alpinismo, sci fondo escur-sionistico, sci<br />
alpinismo ed altri <strong>di</strong> carattere naturalistico: de<strong>di</strong>ca inoltre articoli, trattati<br />
sempre con rigore scientifico, sulle formazioni roccio-se, flora e fauna.<br />
Ampio spazio è lasciato alla storia dell'uomo, dai pri-mi inse<strong>di</strong>amenti fino<br />
ai giorni nostri. Nell'ambito storico una parte è natu-ralmente de<strong>di</strong>cata alle<br />
vicende dell'alpinismo, narrate sempre su quell'esile filo della verità e<br />
leggenda che appassiona il lettore. Ampio spazio lasciato al <strong>di</strong>battito<br />
all'interno del Club Alpino Italiano, Soccorso Alpino, ecc. La Rassegna "Le<br />
Alpi Venete" è frut-to della collaborazione delle Sezioni Trivenete del C.A.I.<br />
ed è forse la più completa ed interessante Rivista <strong>di</strong> alpinismo e<strong>di</strong>ta<br />
attualmente in Italia. Non è una rivista che ricerca la moda, ma una rivista<br />
in<strong>di</strong>spensabile per il Socio C.A.l. che fa alpinismo in un rapporto <strong>di</strong><br />
conoscenza uomo-natura.<br />
Chi è intenzionato a visionarlo e ad abbonarsi può rivolgersi in segreteria<br />
A cadenza semestrale, l’abbonamento è <strong>di</strong> 6 €.<br />
Da un po’ <strong>di</strong> tempo la nostra <strong>sezione</strong> sta aumentando sensibilmente <strong>di</strong><br />
numero…in nascituri! Anche Francesco si è iscritto, inviandomi un sms<br />
appena nato (questi neonati moderni, già col cellulare in mano!) e per<br />
avvertirmi che suo papà Emanuele era al 7° Cielo. Tantissimi complimenti<br />
da tutti gli amici a mamma Cristina.<br />
Erano in 43 i “Maltrainsem”, gli Over 60 della Sezione <strong>di</strong> Desio, che giovedì<br />
26 aprile hanno percorso i sentieri del Parco dei Sassi <strong>di</strong> Roccamalatina,<br />
condotti dai soci Gilberto Della Casa, Romano Ferraguti e dal Presidente<br />
della Sezione, Giuliano Cavazzuti. Nonostante il nome che paradossalmente<br />
hanno scelto “maleinsieme”, la comitiva è sempre stata molto unita, in<br />
particolare nella tavolata allestita presso un noto ristorante <strong>di</strong> Roccamalatina:<br />
pranzo a base <strong>di</strong> cappelletti, tortelloni, gnocco fritto, crescentine e companatici<br />
vari. Sempre appassionatamente tutti insieme, la comitiva ha fatto poi visita<br />
e acquisti presso l’antica Acetaia a Villa Bianca <strong>di</strong> Marano e presso un<br />
caseificio, in frazione S. Eusebio <strong>di</strong> Castelnuovo Rangone. Alla fine del<br />
tour, il più stanco risultava essere l’autista del pullman.<br />
Da tempo sono affisse in bacheca le informazioni e le con<strong>di</strong>zioni per attivare<br />
le Assicurazioni del <strong>CAI</strong> e del Soccorso Alpino. Sarebbe saggio leggerle,<br />
o visionarle sul sito della Sede Centrale: www.cai.it Organismo Centrale<br />
– documentazione.<br />
Sacco Lenzuolo<br />
Ricominciano le uscite <strong>di</strong> più giorni e quin<strong>di</strong> i pernotti nei<br />
rifugi alpini. È importante che tutti i Soci partecipino<br />
coscientemente, o nel rispetto del Regolamento Rifugi,<br />
alla campagna <strong>di</strong> igiene nei posti letto e conseguentemente<br />
a un minor utilizzo <strong>di</strong> sotanze detergenti, inquinanti per<br />
l’ambiente.<br />
La nostra Sezione ha acquistato un certo numero <strong>di</strong> sacchi<br />
lenzuolo da una <strong>di</strong>tta produttrice del suddetto capo che<br />
rifornisce dagli anni ’80 i rifugi del Trentino della S.A.T.,<br />
perciò più che collaudati. Acquistate quin<strong>di</strong> il sacco e<br />
dormirete tranquilli certi <strong>di</strong> aver fatto un favore a voi e alla<br />
natura… buonanotte.<br />
L’Assemblea Straor<strong>di</strong>naria<br />
dei Soci ha approvato, il<br />
29 marzo, il nuovo<br />
Regolamento della<br />
Sezione. L’iter prevede<br />
che sia il Comitato<br />
d’In<strong>di</strong>rizzo e <strong>di</strong> Controllo<br />
del C.A.I. a visionarlo ed<br />
approvarlo. Tenuto conto<br />
che la quasi totalità delle<br />
Sezioni del Club Alpino<br />
sta operando per il<br />
rinnovo dei Regolamenti,<br />
occorreranno molti mesi<br />
prima <strong>di</strong> ricevere una<br />
risposta in merito al<br />
nostro.<br />
Domenica 15 aprile un nostro giovane Junior, durante un’escursione del<br />
Corso primaverile, è scivolato cadendo fuori dal sentiero che dal “muro<br />
dell’asino”, zona Colodrì, conduce a S. Maria <strong>di</strong> Laghel ad Arco (Tn). Subito<br />
soccorso sia dagli Accompagnatori che dal Soccorso Alpino, il ragazzo ha<br />
riportato una contusione alla vertebre. È stato imme<strong>di</strong>atamente ricoverato<br />
nell’ospedale pe<strong>di</strong>atrico <strong>di</strong> Trento, dove sono stati effettuati i dovuti<br />
accertamenti; il ragazzo si trova ora nella sua casa in Romagna in<br />
convalescenza. Martedì 1° maggio una delegazione <strong>di</strong> ragazzi ed<br />
accompagnatori gli ha fatto visita e la sorpresa è stata gra<strong>di</strong>ta e il tempo<br />
trascorso insieme molto piacevole. Grande è stata la commozione degli<br />
Accompagnatori nel vedere che sopra al bustino <strong>di</strong> gesso il ragazzo<br />
indossava la maglietta dell’Alpinismo Giovanile. Ad Enea, un grande<br />
abbraccio ed un forte in bocca al lupo <strong>di</strong> una rapida e serena guarigione<br />
da tutti noi!<br />
Società Centenarie Modenesi<br />
Nei mesi <strong>di</strong> marzo e aprile le Società Centenarie, <strong>di</strong> cui la nostra Sezione<br />
è una delle componenti fondatrici, sono state ricevute dal Prefetto della<br />
Provincia Dott. Giuseppe Ferrorelli, dal Questore <strong>di</strong> Polizia Dott. Elio<br />
Graziano e dal Comandante dell’Accademia Militare <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> Generale<br />
Francesco Tarricone. In ogni occasione le Autorità hanno riconosciuto i<br />
meriti che svolgono da oltre cent’anni le Associazioni <strong>di</strong> volontariato, sia<br />
nei rispettivi campi (mutuo soccorso, sport, cultura, ecc.), sia nello sviluppo<br />
della convivenza sociale, aiutando in questo modo i compiti che le stesse<br />
Autorità dovrebbero affrontare. <strong>Modena</strong>, hanno sottolineato inoltre le<br />
Autorità, è forse un caso unico nel Mondo per il numero delle Associazioni<br />
<strong>di</strong> volontariato, per la varietà delle proposte e per la loro durata <strong>di</strong> attività!<br />
il Prefetto Dott. Giuseppe Ferrorelli e la Delegazione delle Società Centenarie,<br />
guidate dal Presidente Ermanno Zanotti.<br />
11
M. Rigoni Stern<br />
Luigi Zanzi<br />
“Le Alpi nella storia d’Europa”<br />
Ed. CDA & Vivalda<br />
“Agh ò dè al l’elta”, “ci ho dato a<br />
mucchio” (traduzione per i non in<strong>di</strong>geni:<br />
ho demorso).<br />
Proprio non ce l’ho fatta, non sono<br />
riuscito ad arrivarne alla fine: dopo un<br />
anno <strong>di</strong> volenterosi tentativi ho dovuto<br />
alzar ‘ban<strong>di</strong>era bianca’ a fronte <strong>di</strong><br />
questo ponderoso saggio, opera<br />
pluripremiata per la sua valenza<br />
concettuale e intellettuale, <strong>di</strong> Luigi<br />
Zanzi, Docente <strong>di</strong> Metodologia delle<br />
Scienze storiche all’Università <strong>di</strong> Pavia.<br />
È un saggio al limite della comprensibilità,<br />
almeno per chi scrive queste<br />
note proletarie, per la durezza, il<br />
periodare ostico per lunghezza,<br />
infarcito <strong>di</strong> annotazioni, citazioni,<br />
parentesi, <strong>di</strong> sovrabbondanza <strong>di</strong> termini<br />
tecnici propri della <strong>di</strong>sciplina <strong>di</strong> cui<br />
l’Autore è docente. Trovo sia un libro<br />
per iniziati, per specialisti del settore,<br />
non alieno, a mio sommesso parere,<br />
da un certo qual autocompiacimento<br />
narcisistico. A quanto è dato a capire<br />
la tesi <strong>di</strong> quest’opera sarebbe che le<br />
Alpi, <strong>di</strong>vise tra più nazioni europee<br />
sono una regione più omogenea <strong>di</strong><br />
quanto non si pensi: variano<br />
certamente le lingue e gli i<strong>di</strong>omi ma la<br />
cultura materiale del “saper fare” è<br />
comune. Dopo aver operato una<br />
complicatissima e minuziosa<br />
ricostruzione storica e antropica,<br />
l’Autore afferma che el Alpi, o meglio,<br />
“il popolo delle Alpi”, nel corso dei<br />
secoli, è stato all’avanguar<strong>di</strong>a nella<br />
sperimentazione <strong>di</strong> nuove pratiche<br />
ambientali per adattarsi ad un<br />
12<br />
“Spegniamo<br />
il televisore<br />
e apriamo<br />
un libro!”<br />
NOVITÀ IN BIBLIOTECA<br />
<strong>di</strong> Alessandro Marchiorri<br />
ambiente <strong>di</strong>fficile e spesso ostile. Per<br />
salvare la originalità e prima ancora<br />
la stessa esistenza <strong>di</strong> questo popolo<br />
è in<strong>di</strong>spensabile rivedere il mondo<br />
delle regioni alpine in una prospettiva<br />
unitaria e per far ciò la Nuova Europa<br />
dovrà trasformarsi da ‘Europa delle<br />
Nazioni’ in ‘Europa delle Regioni’. E<br />
così sia.<br />
Almo Pasquali<br />
“Minghin de faber”<br />
Ed. Debatte<br />
Già il titolo slarga e scalda il cuore:<br />
che bello quel ‘Faber’ <strong>di</strong> sapore tanto<br />
latino (nominativo <strong>di</strong> Faber nel<br />
significato <strong>di</strong> fabbro, artigiano del ferro)<br />
accompagnato da un domestico e<br />
famigliare Minghin (Domenico,<br />
Domenichino)!<br />
Eh, par proprio che già dal titolo<br />
coesistano tra<strong>di</strong>zione antica e<br />
continuità nel tempo.<br />
Sono storie <strong>di</strong> ieri e dell’altro ieri ed è<br />
importante che queste storie vengano<br />
scritte, ora che la televisione ha tagliato<br />
le lingue ai nonni: è fondamentale<br />
questa trasmissione perché un popolo<br />
senza memoria storica è un popolo<br />
senza ra<strong>di</strong>ci e senza futuro.<br />
Almo Pasquali, giornalista, pubblicista,<br />
corrispondente per anni del “Resto del<br />
Carlino” è davvero la ‘memoria storica’<br />
<strong>di</strong> Fanano per l’amore che porta alla<br />
sua terra e la passione intellettuale<br />
che lo anima.<br />
Già dalle colonne <strong>di</strong> questa modesta<br />
rubrichetta, nel numero <strong>di</strong> Marzo-Aprile<br />
20<strong>03</strong>, recensimmo la prima opera del<br />
Pasquali: “E pôver Pantalùn”:<br />
preceduto da “Voci del passato” ecco<br />
la terza fatica dell’Autore “Minghin de<br />
faber” che riporta il sottotitolo:<br />
“personaggi, vicende, curiosità della<br />
terra del <strong>Cimone</strong>”.<br />
L’Autore ripropone una miscellanea<br />
ricca e pittoresca della Terra <strong>di</strong> Fanano<br />
e non solo: personaggi caratteristici,<br />
giochi <strong>di</strong> bimbi, <strong>di</strong> ragazzi, <strong>di</strong><br />
adolescenti <strong>di</strong> una volta, arti e mestieri<br />
<strong>Il</strong> sito del <strong>CAI</strong> è: www.cai.mo.it<br />
Per il prossimo notiziario<br />
i testi occorrono entro il 15 giugno.<br />
Grazie per la collaborazione.<br />
Rossana<br />
spazzati via dalle moderne tecnologie,<br />
storie della viabilità e dei trasporti <strong>di</strong><br />
merci e <strong>di</strong> persone, un fatto <strong>di</strong> sangue<br />
a Ospitale nel 1920 e alla fine un<br />
glossario <strong>di</strong> termini <strong>di</strong>alettali e <strong>di</strong> mo<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>re e proverbi locali.<br />
In questa antologia (e ringraziamo qui<br />
l’Autore per averci voluto gratificare<br />
della trilogia completa delle sue opere)<br />
ci sono storie bellissime come quelle<br />
femminili, solitarie e serene: quella <strong>di</strong><br />
Aldegonda Bellettini <strong>di</strong> Fellicarolo e<br />
l’altra, dolcissima, <strong>di</strong> Gina Cerfogli, del<br />
suo cane e della sua aca-bar <strong>di</strong><br />
Magrignana.<br />
Numerose fotografie corredano in<br />
modo significativo il testo: che bella<br />
quella del fratello dell’Autore, del nostro<br />
caro Alfonso, da sempre portaban<strong>di</strong>era<br />
del <strong>CAI</strong> in terra <strong>di</strong> Fanano,<br />
che in bello stile se ne scende con gli<br />
sci ai pie<strong>di</strong> al Magnolino, qualche anno<br />
fa’...., sotto lo sguardo ammirato <strong>di</strong> un<br />
‘ragacin’ in braga corta!<br />
Eh già, un tempo, da ragazzi, in<br />
montagna, si calzava la braga corta<br />
anche d’inverno, ma anche questa è<br />
una storia del passato...!<br />
RINGRAZIAMENTI<br />
Ringraziamo il Socio Corrado Cenna<br />
per aver donato alla nostra Biblioteca<br />
3 volumi del Touring Club Italiano: “I<br />
Musei”, “<strong>Il</strong> patrimonio artistico” e<br />
“Campagna e Industria... i segni del<br />
lavoro”.<br />
Ringraziamo il Socio Gianni Sozzi per<br />
aver donato alla Biblioteca sezionale<br />
una dozzina <strong>di</strong> volumi riguardanti guide<br />
<strong>di</strong> escursionismo, <strong>di</strong> percorsi attrezzati<br />
sulle Dolomiti e <strong>di</strong> Narrativa.<br />
Un ringraziamento particolare va poi<br />
alla prof.ssa Clara Fini per aver<br />
donato alla nostra Sezione la biblioteca<br />
<strong>di</strong> montagna del fratello Clau<strong>di</strong>o,<br />
nostro Socio fino a 16 anni fa’ quando<br />
ci lasciò... ancor giovane.<br />
Era un bravo alpinista e sci-alpinista<br />
Clau<strong>di</strong>o, e i suoi libri riflettono la sua<br />
passione per la roccia, la neve, il<br />
ghiaccio. I libri ammontano a 86, le<br />
cartine e mappe sentieristiche a 32;<br />
oltre alla collezione quasi completa<br />
dei voluni ‘grigi’ della Collana ‘Guida<br />
ai monti d’Italia’, le opere che ci sono<br />
state donate sono quanto <strong>di</strong> meglio e<br />
<strong>di</strong> più completo venne pubblicato in<br />
materia alpinistica in lingua italiana<br />
nel decennio 1980-90: non mancano<br />
peraltro due splen<strong>di</strong><strong>di</strong> volumetti sulle<br />
Dolomiti in lingua inglese pubblicati<br />
all’epoca dell’Alpine Club <strong>di</strong> Londra.<br />
Ma prima ancora d’essere un bravo<br />
alpinista e sci-alpinista Clau<strong>di</strong>o era un<br />
bravo me<strong>di</strong>co che stava raggiungendo<br />
traguar<strong>di</strong> professionali ragguardevoli;<br />
era adorato dai suoi pazienti<br />
dell’Ospedale Sant’Agostino, in<br />
particolar modo anziani verso i quali<br />
sapeva riversare la sua simpatia e<br />
freschezza <strong>di</strong> tratto, non <strong>di</strong> rado con<strong>di</strong>ta<br />
da qualche saporosa battuta in<br />
vernacolo: aveva capito che verso i<br />
malati e gli anziani quel che più conta,<br />
anche nella professione me<strong>di</strong>ca, è<br />
l’attenzione, l’ascolto, il sorriso.<br />
Clau<strong>di</strong>o poi era stato il primo me<strong>di</strong>co<br />
della ormai leggendaria Squadra <strong>di</strong><br />
Soccorso Alpino ‘Monte <strong>Cimone</strong>’ della<br />
Sezione <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> del Club Alpino<br />
Italiano, la prima costituitasi in regione:<br />
<strong>di</strong> essa aveva vissuto le prime <strong>di</strong>fficoltà<br />
logistico-organizzative, l’iniziale<br />
entusiasmo e, a giusta ragione, anche<br />
i pubblici riconoscimenti.<br />
Intelligente e arguto, Clau<strong>di</strong>o<br />
esprimeva valutazioni e pareri su<br />
situazioni e persone che <strong>di</strong>fficilmente<br />
fallivano il bersaglio: con molta<br />
acutezza sapeva cogliere, anche<br />
all’interno del Club Alpino limiti e<br />
opportunità: il suo apporto era sempre<br />
costruttivo e lungimirante. Chi si è<br />
legato, concretamente e metaforicamente<br />
alla sua corda, come vorrebbe<br />
fosse ancora qui a con<strong>di</strong>videre<br />
non solo la ‘passionaccia’ per la<br />
montagna, ma anche e soprattutto<br />
l’allegria e l’amicizia <strong>di</strong> una vita!