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GRUPPO<br />
GRUPPO<br />
MODENA<br />
<strong>CAI</strong><br />
SPELEOLOGICO<br />
MODENA<br />
<strong>CAI</strong><br />
SPELEOLOGICO<br />
EMILIANO<br />
EMILIANO<br />
Clau<strong>di</strong>o Orlan<strong>di</strong>.<br />
Attuale Presidente del Comitato<br />
Scientifico “Fer<strong>di</strong>nando Malavolti”,<br />
sono nato a Carpi il 1° Settembre 1966.<br />
Nel lontano 1987, spinto dalla mia<br />
voglia <strong>di</strong> viaggiare e conoscere, mi<br />
sono iscritto al C.A.I., ho frequentato<br />
il corso d’escursionismo, poi quello<br />
d’alpinismo, infine quello <strong>di</strong> sci <strong>di</strong> fondo.<br />
Più conoscevo questo mondo, più mi<br />
piaceva, i miei primi anni <strong>di</strong> attività<br />
furono molto intensi, ho frequentato<br />
l’Appennino reggiano, bolognese e il<br />
8<br />
GRUPPO SPELEOLOGICO EMILIANO<br />
Sabato 16 e Domenica 17 Giugno<br />
Grotta del Mezzogiorno<br />
La grotta del Mezzogiorno si raggiunge<br />
dal paese <strong>di</strong> Pierosara (AN), non<br />
lontano dalle più note grotte <strong>di</strong><br />
Frasassi. Lasciate le auto nel piazzale<br />
antistante la chiesetta, si prosegue a<br />
pie<strong>di</strong> lungo un sentiero dapprima<br />
pianeggiante, poi in leggera salita,<br />
quasi sempre all'interno <strong>di</strong> una bella<br />
pineta. Finito il bosco, il sentiero si fa<br />
più stretto e taglia la ripida costa del<br />
Monte <strong>di</strong> Frasassi. Attraversato un<br />
ghiaione, si è <strong>di</strong> nuovo nella macchia<br />
me<strong>di</strong>terranea e poco dopo, a un bivio,<br />
è necessario piegare a destra. Da qui,<br />
la salita è ripida, ma la <strong>di</strong>stanza è poca<br />
e presto si raggiunge un’ampia<br />
apertura nella roccia, abitata in età<br />
preistorica (i reperti archeologici qui<br />
rinvenuti sono conservati nel Museo<br />
archeologico nazionale delle Marche<br />
<strong>di</strong> Ancona). Alla sinistra si apre il basso<br />
portale della Grotta del Mezzogiorno,<br />
punto d'accesso superiore del sistema<br />
carsico Mezzogiorno - Frasassi.<br />
Entrati, dopo una sala inizia un<br />
cunicolo da percorrere strisciando per<br />
tutta la lunghezza dei suoi 80 metri,<br />
con due strettoie, fino a giungere nella<br />
Sala nera. Da questo luogo si risale<br />
un pozzetto <strong>di</strong> nove metri e successivamente<br />
si arriva a un primo scivolo<br />
<strong>di</strong>scendente <strong>di</strong> circa 20 metri. Al<br />
termine ci si cala e si è subito a un<br />
secondo scivolo <strong>di</strong> circa 35 metri,<br />
superabile me<strong>di</strong>ante un armo <strong>di</strong>sposto<br />
sopra una stalagmite. Ultimati gli scivoli,<br />
è il turno del primo pozzo <strong>di</strong> 35<br />
metri, nel quale si scende con una<br />
corda doppia usando un armo posto<br />
su una solida sbarra, fissata all’imbocco<br />
del pozzo. Giunti al suo termine,<br />
si prosegue per la Galleria dell'Orso,<br />
attraverso la quale si sale, per un tratto<br />
molto tortuoso, alla Sala azzurra. In<br />
questo luogo si dovrebbe giungere in<br />
circa tre ore dall'inizio dell'escursione.<br />
Si prosegue quin<strong>di</strong> per la parte bassa<br />
della sala, con un salto <strong>di</strong> circa 10<br />
metri da armare su una solida<br />
concrezione. Al termine del salto<br />
occorre fare molta attenzione perchè<br />
da qui prendono origine e<br />
ramificazione altri pozzi. Con una corda<br />
doppia <strong>di</strong> 40 metri ci si cala nella<br />
finestra alla cui destra è evidente una<br />
grossa colonna stalagmitica,<br />
giungendo così alla Sala dei gran<strong>di</strong><br />
massi, nel luogo più inferiore della<br />
quale si trova la caratteristica, stretta<br />
finestrella il cui passaggio immette<br />
nella Grotta del Santuario; si prosegue<br />
a sinistra risalendo uno scivolo che<br />
porta all'apice dell'ultimo pozzo, il<br />
Camino 3 B, <strong>di</strong> circa 25 metri. Arrivati<br />
alla sua base, per un percorso che si<br />
sviluppa tra vari saliscen<strong>di</strong>, in circa 15<br />
minuti si giunge alla Grotta del<br />
Santuario, l’uscita della grotta, dove<br />
è e<strong>di</strong>ficato il Tempio <strong>di</strong>segnato da<br />
Giuseppe Vala<strong>di</strong>er.<br />
La Grotta del Mezzogiorno offre la<br />
possibilità, a chi possiede un minimo<br />
<strong>di</strong> esperienza su corda, <strong>di</strong> ammirare<br />
la natura e le caratteristiche <strong>di</strong> una<br />
cavità ipogea in piena regola. Qui è<br />
ben evidente l’opera millenaria dell’acqua<br />
che con violenza ha scavato<br />
immense gallerie orizzontali e suborizzontali,<br />
oltre a sale e pozzi. È<br />
un’escursione non troppo impegnativa<br />
ma che comunque richiede 6/8 ore e<br />
un <strong>di</strong>screto allenamento. Chi è<br />
interessato si può rivolgere al Gruppo<br />
Speleologico Emiliano, presso la sede,<br />
il giovedì sera, o scrivere una mail al<br />
nostro in<strong>di</strong>rizzo (g.s.emiliano@tele2.it).<br />
GRUPPO<br />
MODENA<br />
<strong>CAI</strong><br />
SPELEOLOGICO<br />
EMILIANO<br />
Alle spalle <strong>di</strong> Prato, l’Appennino ha un<br />
aspetto veramente selvaggio: le<br />
pen<strong>di</strong>ci dei Monti della Calvana si<br />
fanno subito piuttosto impervie e<br />
bastano poche centinaia <strong>di</strong> metri lungo<br />
il sentiero per accorgersi <strong>di</strong> essere già<br />
alti sulla città e sulla pianura<br />
circostante. Si è ben presto immersi<br />
in un bosco <strong>di</strong> querce, olivi e ginestre<br />
e per quanto ci si sforzi, non si riesce<br />
a vedere nessuna costruzione e<br />
nessun campo coltivato che interrompa<br />
il manto della vegetazione, che così<br />
appare intatto a ricoprire i fianchi <strong>di</strong><br />
questi rilievi, <strong>di</strong> un verde intenso e<br />
abbastanza inconsueto. Per un attimo<br />
si pensa <strong>di</strong> essere in una natura fuori<br />
dal tempo, in un’epoca incontaminata<br />
che non ha ancora sperimentato<br />
l’aggressione dell’uomo.<br />
Per arrivare alla grotta della Fonte<br />
Buia risaliamo il corso <strong>di</strong> un torrente<br />
che spesso, nella stagione calda, è<br />
quasi asciutto, salvo qualche pozza<br />
d’acqua qua e là, dove vivono colonie<br />
<strong>di</strong> gamberetti <strong>di</strong> fiume. In breve, dopo<br />
alcune rocce arriviamo all’ingresso<br />
della grotta. Dentro, l’acqua è sempre<br />
abbondante e quasi subito ci troviamo<br />
alle prese con un facile passaggio da<br />
attrezzare con una corda per superare<br />
un piccolo lago. L’interno della grotta<br />
si presenta molto concrezionato e si<br />
cammina a lungo tra pareti levigate <strong>di</strong><br />
un colore nocciola chiaro, fino ad<br />
arrivare a un altro passaggio dove la<br />
corda ci serve per scavalcare una<br />
magnifica colata <strong>di</strong> calcare,<br />
ri<strong>di</strong>scendere dall’altra parte e<br />
Domenica 15 Luglio<br />
Fonte Buia<br />
I volti del Gruppo Speleologico Emiliano<br />
(esperienze speleo-natural-escursionistiche)<br />
casentino, riscoprendo solo<br />
ultimamente quello modenese; ho<br />
camminato sui Lessini, sulle Dolomiti,<br />
poco ho fatto sulle Alpi, avrò tempo<br />
per rime<strong>di</strong>are.<br />
Mi sono <strong>di</strong>vertito con varie ferrate,<br />
quelle della Val d'A<strong>di</strong>ge le ho fatte<br />
tutte: ho fatto la ferrata Pisetta, la Tissi,<br />
la Strada degli Alpini, ecc,; al mio attivo<br />
ho un paio <strong>di</strong> ghiacciai, che per ora mi<br />
bastano.<br />
Da pochi anni ho iniziato a fare escursioni<br />
in Germania (zona <strong>di</strong> Schliersee),<br />
e in Romania (zona <strong>di</strong> Predel).<br />
Nel 1990, spinto da necessità<br />
formative, ho conosciuto il G.S.E. e<br />
l’anno successivo ho frequentato il 16°<br />
corso <strong>di</strong> introduzione alla speleologia;<br />
sono così entrato in un mondo<br />
indescrivibile, fatto <strong>di</strong> personaggi unici<br />
e <strong>di</strong> luoghi da favola, ho iniziato la<br />
speleologia per avere le nozioni per<br />
esplorare dei sotterranei, sono stato<br />
talmente preso dalla bellezza <strong>di</strong> questo<br />
mondo <strong>di</strong> grotte che ho ripreso la mia<br />
formazione sulla ricerca riguardante le<br />
cavità artificiali solo nel 1997, da allora<br />
non l’ho mai più abbandonata.<br />
Da bravo ricercatore, mi sono associato<br />
alle uscite <strong>di</strong> ricerca e ai lavori fatti dal<br />
Comitato Scientifico Ferdnando<br />
Malavolti, ho frequentato la scuola<br />
nazionale <strong>di</strong> speleologia, che ritengo un<br />
valido strumento formativo. Ogni grotta<br />
ha qualcosa <strong>di</strong> particolare, ho molti bei<br />
ricor<strong>di</strong>, i più ricorrenti riguardano la visita<br />
<strong>di</strong> un acquedotto romano, dove ho<br />
provato una paura che mi ha messo le<br />
ali ai pie<strong>di</strong>. Poi c’è l’esplorazione della<br />
miniera <strong>di</strong> talco in Piemonte, lì ho<br />
imparato a rilevare; al Calgeron, al Buco<br />
Cattivo, solo per <strong>di</strong>rne alcune, ho<br />
ammirato la bellezza che può creare<br />
l'acqua, con la magia che la circonda.<br />
La speleologia mi ha fatto conoscere<br />
un mondo unico, pieno <strong>di</strong> sensazioni<br />
continuare così la nostra camminata.<br />
Sempre seguendo il ruscello che<br />
scorre sul fondo, arriviamo a una serie<br />
<strong>di</strong> emozionanti passaggi aerei in un<br />
ambiente ricchissimo <strong>di</strong> concrezioni <strong>di</strong><br />
ogni forma e <strong>di</strong>mensione, per poi<br />
giungere nella sala finale della grotta,<br />
dominata da una immensa colata che<br />
ha l’aspetto <strong>di</strong> un enorme cero o<br />
piuttosto <strong>di</strong> una colonna che milioni <strong>di</strong><br />
anni fa è stata posta qui per sorreggere<br />
la volta della sala.<br />
La Fonte Buia è “fonte” <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />
emozioni e i più temerari non si<br />
perderanno certamente quella che ci<br />
aspetta poco prima dell’uscita, perché<br />
quel piccolo lago che abbiamo<br />
incontrato appena entrati sembra<br />
messo nel punto giusto per un tuffo<br />
in<strong>di</strong>menticabile. L’acqua è decisamente<br />
gelida anche d’estate ma dopo,<br />
all’ esterno della grotta, è<br />
piacevolissimo asciugarsi al sole sulle<br />
rocce levigate dal torrente.<br />
Una visita in grotta può offrire tutto<br />
questo: un sentiero nel bosco, una<br />
camminata tra millenarie sculture <strong>di</strong><br />
calcare, un gradevole fuori programma<br />
in un ambiente senza tempo;<br />
insomma, un <strong>di</strong>vertimento dai<br />
molteplici aspetti. La Fonte Buia è una<br />
grotta <strong>di</strong> facilissima percorribilità, alla<br />
portata <strong>di</strong> tutti (il tuffo non è<br />
obbligatorio); chi è interessato<br />
all’escursione si può rivolgere al<br />
Gruppo Speleologico Emiliano, il<br />
giovedì sera, in sede, o scrivere una<br />
mail al nostro in<strong>di</strong>rizzo<br />
(g.s.emiliano@tele2.it).<br />
particolari, Madre Natura con me è<br />
stata benevola, mi ha dato bei ricor<strong>di</strong><br />
e tanti insegnamenti.<br />
Inoltre faccio parte della protezione<br />
civile, anche se ultimamente non sono<br />
molto attivo, ma il mio amore è la<br />
ricerca storica, è fin da bambino che<br />
mi interessa la storia con i suoi misteri,<br />
ed è per questo che mi piace definirmi<br />
escursionista storico, ma questa è<br />
un’altra storia.<br />
I miei progetti per il futuro sono quelli<br />
<strong>di</strong> visitare belle grotte, intensificare le<br />
uscite <strong>di</strong> esplorazione, stu<strong>di</strong>are<br />
misteriose cavità artificiali, passeggiare<br />
per i monti d’Europa, con qualche<br />
puntatina fuori, fare ferrate, portare i<br />
miei limiti operativi da 3000 a 6000m<br />
in altitu<strong>di</strong>ne, mentre in profon<strong>di</strong>tà<br />
arrivare a –1000m., senza <strong>di</strong>menticarmi<br />
<strong>di</strong> visitare tutti i bei giar<strong>di</strong>ni che<br />
abbiamo sparsi per l'Europa, come<br />
quello della reggia <strong>di</strong> Caserta, i musei,<br />
ecc,; la cosa più importante è conoscere<br />
storie e gente nuova.<br />
Ultimo pensiero, mi è piaciuta l'idea<br />
che ha avuto Federico <strong>di</strong> questi articoli,<br />
non credo che servirà ad invogliare<br />
molta gente a provare l'esperienza<br />
della grotta, saranno più utili a far<br />
vedere chi siamo e come siamo, poi,<br />
se volete venirci a conoscere meglio,<br />
sapete dove trovarci.