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Il Cimone N. 02 - CAI sezione di Modena

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TRIMESTRALE - ANNO XXXII - Nuova serie N. 2 - GIUGNO/LUGLIO/AGOSTO 2010 - Tariffa R.O.C. Iscrizione n° 10621: “Poste Italiane s.p.a. - Spe<strong>di</strong>zione in Abbonamento Postale<br />

D.L.353/2003 (conv. in L. 27/<strong>02</strong>/2004 N° 46) art. 1, comma 1, DCB <strong>Modena</strong> - Tassa Riscossa - L’abbonamento riservato ai soci <strong>di</strong> Euro 2,00 è stato assolto nella quota associativa.<br />

Reggio Emilia, 11/04/2010<br />

Ai Presidenti delle<br />

Sezioni <strong>CAI</strong> dell’Emilia-Romagna<br />

via e-mail<br />

Oggetto: Pubblicazioni<br />

Gentili Presidenti,<br />

alla Conferenza dei Presidenti Regionali tenutasi sabato a Milano, ci è stato<br />

presentato il nuovo decreto del Ministro dello Sviluppo Economico <strong>di</strong> concerto<br />

col Ministro dell’Economia e delle Finanze:<br />

“Visto... [omissis...]<br />

DECRETA<br />

Art.1<br />

Le tariffe agevolate per le spe<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> prodotti e<strong>di</strong>toriali <strong>di</strong> cui ai decreti<br />

ministeriali del 13 novembre 20<strong>02</strong> e del 1 febbraio 2005 continuano ad applicarsi<br />

fino al 31 marzo 2010.<br />

Art.2<br />

Con successivo decreto potranno essere determinate tariffe agevolate per i residui<br />

perio<strong>di</strong> dell’anno 2010, in caso <strong>di</strong> sopravvenuto accertamento <strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibilità<br />

finanziarie nell’ambito del bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei<br />

Ministri.<br />

<strong>Il</strong> presente decreto ha effetto imme<strong>di</strong>ato e sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale<br />

della Repubblica italiana.<br />

Roma, 30 marzo 2010<br />

<strong>Il</strong> Ministro dell’economia<br />

<strong>Il</strong> Ministro<br />

e delle finanze<br />

dello sviluppo economico<br />

Tremonti<br />

Scajola<br />

“<br />

È evidente che già dal 1 Aprile u.s. sono applicate tariffe piene con notevole<br />

aggravio per le Sezioni, la Sede Centrale e per tutte le attività e<strong>di</strong>toriali per le<br />

spese <strong>di</strong> spe<strong>di</strong>zione, per altro non previste nei bilanci appena approvati.<br />

I Presidenti Regionali, hanno votato unanimemente l’allegata mozione:<br />

“La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi Regionali e Provinciali del Club Alpino<br />

Italiano, riunita in data 10 aprile 2010 a Milano ha votato all’unanimità la seguente<br />

MOZIONE<br />

Visto il Decreto del 30 marzo 2010 che sospende le tariffe agevolate per gli<br />

abbonamenti postali <strong>di</strong> giornali quoti<strong>di</strong>ani e perio<strong>di</strong>ci assunto dal Ministro dello<br />

sviluppo economico <strong>di</strong> concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze,<br />

ESPRIME<br />

stupore, preoccupazione e contrarietà a tale determinazione, auspicando un<br />

ripensamento in tempi rapi<strong>di</strong> anche perché con i costi degli abbonamenti già<br />

definiti per l’anno in corso, il provve<strong>di</strong>mento, avendo decorrenza 1° aprile<br />

2010, si sostanzia come retroattivo, con lo sconvolgimento delle previsioni<br />

<strong>di</strong> spesa riportate in bilancio, con costi insostenibili per un ente che ha come<br />

valore fondante la correttezza amministrava e contabile del proprio operato<br />

RAMMENTA<br />

che il Club Alpino Italiano, con la propria stampa associativa, raggiunge oltre<br />

315.000 soci e le loro famiglie e che, attraverso i propri perio<strong>di</strong>ci e bollettini<br />

sezionali, promuove responsabilmente le culture della montagna, i valori della<br />

solidarietà, il rispetto dell’ambiente e svolge una imprescin<strong>di</strong>bile attività <strong>di</strong><br />

prevenzione e formazione sulla sicurezza in montagna.<br />

La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi Regionali e Provinciali del Club Alpino<br />

Italiano<br />

CHIEDE<br />

che venga sospesa l’efficacia del suddetto Decreto ministeriale e l’imme<strong>di</strong>ato<br />

avvio delle procedure previste dall’articolo 2 dello stesso Decreto e che, comunque,<br />

vengano urgentemente reperite le <strong>di</strong>sponibilità finanziarie al fine <strong>di</strong> non limitare<br />

o comprimere il circuito dell’informazione e comunicazione, patrimonio inalienabile<br />

<strong>di</strong> un paese moderno e democratico.<br />

Meraviglia suscita anche la decisione assunta da Poste Italiane <strong>di</strong> mantenere la<br />

decorrenza delle nuove tariffe pur in presenza <strong>di</strong> una trattativa in corso presso<br />

gli Organi governativi.”<br />

I migliori saluti<br />

<strong>Il</strong> Presidente<br />

Paolo Borciani<br />

Sabato 19 e Domenica 20 Giugno<br />

<strong>Il</strong> raduno dell’anno sul monte<br />

più alto, nel solstizio d’estate<br />

Quest’anno il cerino acceso toccava<br />

a noi, e non si poteva <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no, era<br />

giusto così! Ovvero organizzare il<br />

raduno intersezionale e interregionale<br />

dei ragazzi <strong>CAI</strong> delle Sezioni Toscane<br />

ed Emiliano-Romagnole... Ovvero tra<br />

i centocinquanta e duecentocinquanta<br />

bal<strong>di</strong> giovani dai 6 ai 18 anni... L’Amministrazione<br />

Comunale <strong>di</strong> Sestola ci<br />

ha garantito il suo appoggio, dandoci<br />

l’opportunità <strong>di</strong> utilizzare per una notte<br />

la palestra scolastica, come unico e<br />

grande dormitorio. <strong>Il</strong> Centro Aereonautico<br />

<strong>di</strong> Meteorologia <strong>di</strong> Montagna<br />

- CAMM -, tramite il Comandante T.<br />

Colonello Fabio Malaspina, ci consentirà<br />

<strong>di</strong> fare visitare e fare conoscere<br />

ai ragazzi le strumentazioni che si<br />

trovano nella Base situata sul Monte<br />

<strong>Cimone</strong>, 2165 metri e gli importantissimi<br />

dati raccolti in oltre mezzo secolo<br />

sulla meteorologia e sul riscaldamento<br />

del globo terrestre. Un’altra importantissima<br />

visita, imprescin<strong>di</strong>bilmente<br />

legata alla CAMM, sarà effettuata nel<br />

vicino ex-nostro Rifugio <strong>CAI</strong> “Gino<br />

Romual<strong>di</strong>”, ora Laboratorio “O. Vittori”<br />

del Centro Nazionale Ricerche - CNR<br />

-, <strong>di</strong> Bologna, voluto e <strong>di</strong>retto dall’inizio<br />

del 2000 dal Dottor Paolo Bonasoni. <strong>Il</strong><br />

laboratorio Vittori raccoglie, analizza e<br />

stu<strong>di</strong>a l’inquinamento che purtroppo, da<br />

tutta Europa e dai Paesi del Me<strong>di</strong>terraneo,<br />

viene spinto dal vento oltre<br />

le frontiere degli stati stessi, e che transita<br />

tramite le correnti atmosferiche sulla<br />

Chiusura estiva della<br />

segreteria della sede<br />

Si avvertono i soci<br />

che dal 7 al 23 agosto<br />

compresi, la segreteria<br />

resterà chiusa<br />

in occasione<br />

delle ferie estive.<br />

Si raccomanda ai soci<br />

che “tra<strong>di</strong>zionalmente”<br />

aspettano le vacanze<br />

estive per rinnovare<br />

la quota <strong>di</strong> tenere<br />

conto delle suddette date.<br />

vetta del <strong>Cimone</strong>. Questa si che è vera<br />

globalizzazione e scambio delle merci!<br />

Infine, sempre in vetta del <strong>Cimone</strong>, ci<br />

sarà un grande momento de<strong>di</strong>cato al<br />

Club Alpino Italiano, cioè il riposizionamento,<br />

all’entrata della Cappella<br />

della Madonna della neve, della lapide<br />

marmorea restaurata che ricorda i<br />

cento anni, 1875 - 1975, della nascita<br />

delle prime quattro sezioni emiliane<br />

del <strong>CAI</strong>: <strong>Modena</strong>, Bologna, Parma e<br />

Reggio. La “posa” della lapide avrà<br />

luogo alla presenza <strong>di</strong> tutti i ragazzi<br />

delle due Regioni, ma sarà manualmente<br />

affidato a sei nostri giovani dell’AG,<br />

che nell’agosto dell’anno scorso,<br />

nell’effettuare un rior<strong>di</strong>no dei sentieri<br />

<strong>di</strong> vetta, si accorsero dei danni causati<br />

dal tempo al marmo. Decisero perciò<br />

<strong>di</strong> staccare e portare a valle la lapide,<br />

per restaurarla. I messaggi che dalla<br />

vetta del Monte <strong>Cimone</strong> saranno<br />

in<strong>di</strong>cati e lasciati da questo raduno ai<br />

ragazzi del <strong>CAI</strong>, come missione imme<strong>di</strong>ata<br />

e futura, saranno chiari e a<br />

loro spetterà la sfida <strong>di</strong> raccoglierli e<br />

saperli intelligentemente gestire.<br />

Come in passato i Soci fondatori del<br />

<strong>CAI</strong> salivano l’Alpe per stu<strong>di</strong>are, per<br />

conoscere e tutelare la natura alpina,<br />

oggi gli stu<strong>di</strong> dei dati rilevati e delle<br />

statistiche che ci provengono dai Laboratori<br />

del Monte <strong>Cimone</strong> ci in<strong>di</strong>cano<br />

che ora si tratta <strong>di</strong> salvaguardare l’intero<br />

ambiente Terra dagli eccessi <strong>di</strong> un<br />

“progresso” che tiene poco o per niente<br />

conto delle “regole” scientifiche della<br />

natura. Chi se non i giovani, per il futuro<br />

dovranno sapere farsi carico <strong>di</strong> questo<br />

problema e gestire questo “fardello”?<br />

Al ritorno dall’escursione all’Alpe della<br />

Luna, cosi anticamente chiamato il<br />

<strong>Cimone</strong>, il maxi raduno dell’Alpinismo<br />

Giovanile si concluderà nel pomeriggio<br />

al Giar<strong>di</strong>no Botanico Esperia, con uno<br />

spuntino a base <strong>di</strong> bensone (dolce<br />

tipico <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>) e una bicchierata<br />

augurale <strong>di</strong> thè per tutti.<br />

GC<br />

All’interno:<br />

Corso <strong>di</strong> Ferrate pag. 2<br />

Corso Storico-Naturalistico<br />

Antichi Mestieri pag. 2<br />

Soggiorni dell’Alpinismo<br />

Giovanile pag. 6<br />

Intervista a...<br />

Arrigo Gambigliani Zoccoli pag. 7<br />

Corso <strong>di</strong> Speleologia pag. 8<br />

Informazioni sullo stato<br />

dei sentieri pag. 9<br />

Caccia al tesoro<br />

per piccoli e gran<strong>di</strong><br />

escursionisti (il risultato) pag. 10


6° Corso <strong>di</strong> Ferrate e Sentieri Attrezzati<br />

La Commissione <strong>di</strong> Escursionismo della Sezione organizza anche per il 2010<br />

il Corso <strong>di</strong> Ferrate e Sentieri Attrezzati. <strong>Il</strong> Corso è aperto a tutti i Soci sia neofiti<br />

che già esperti ed ha lo scopo <strong>di</strong> fornire ai partecipanti le conoscenze fondamentali<br />

per il corretto uso dell’attrezzatura, le tecniche <strong>di</strong> progressione in<strong>di</strong>viduale, le<br />

nozioni <strong>di</strong> base della meteorologia e dell’orientamento. <strong>Il</strong> Corso sarà <strong>di</strong>retto<br />

dall’A.E. Enrico Pinelli con il seguente programma. Posti <strong>di</strong>sponibili: n° 20.<br />

La Commissioni <strong>di</strong> Escursionismo e Tutela<br />

Ambiente Montano propongono un Corso<br />

ad interesse storico-naturalistico avente<br />

come tema gli antichi mestieri che venivano<br />

praticati in montagna. Dopo aver riscoperto<br />

gli antichi borghi, quale migliore occasione<br />

per approfon<strong>di</strong>re come vivevano le genti che<br />

popolavano la montagna, i loro usi, costumi, tra<strong>di</strong>zioni. Ma è proprio sulla vita <strong>di</strong><br />

tutti i giorni, sui “mestieri” praticati che riscopriremo la vita <strong>di</strong> un tempo. Oggetti,<br />

utensili, attrezzi, ora superati dalla tecnologia e tutto quanto faceva parte <strong>di</strong> questo<br />

mondo in montagna verrà “esplorato”. Pensiamo anche ai mestieri che non ci sono<br />

più, i loro simboli come la carbonaia, il mulino, li riscopriremo con costruzioni<br />

“<strong>di</strong>dattiche” che li fanno rivivere per noi a decenni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza.<br />

Visiteremo musei, faremo visite guidate, raggiungeremo con facili escursioni<br />

borghi e siti dove vedremo i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> vivere <strong>di</strong> un tempo, le usanze, i mestieri.<br />

Luoghi delle visite ed escursioni saranno dall’Alto A<strong>di</strong>ge all’Appennino, località<br />

<strong>di</strong>verse ma con in comune il modo <strong>di</strong> vivere delle popolazioni montane.<br />

COMMISSIONE ESCURSIONISMO<br />

Domenica 27 Giugno<br />

Dolomiti del Brenta - Piz Galin (EEA)<br />

L’escursione si svolge sul versante<br />

orientale delle Dolomiti del Brenta, Piz<br />

Galin 2442 m. La montagna grazie alla<br />

sua posizione isolata a forma <strong>di</strong> piramide<br />

è inconfon<strong>di</strong>bile, ed offre un panorama<br />

straor<strong>di</strong>nario a 360° sulle Dolomiti del<br />

Brenta e sul lago <strong>di</strong> Molveno.<br />

È una meta poco conosciuta e poco<br />

frequentata, che viene spesso preferita<br />

dalla massa degli escursionisti a favore<br />

delle cime più famose e conosciute del<br />

Brenta.<br />

Giunti nel paese <strong>di</strong> Andalo, proseguiremo<br />

verso la chiesetta degli alpini a 1183 m<br />

dove inizia il nostro sentiero 352. <strong>Il</strong> primo<br />

tratto del sentiero sale abbastanza regolare<br />

fino ad incrociare il segnavia 344 bis che<br />

<strong>Il</strong> massiccio è caratterizzato da versanti<br />

scoscesi, in particolare quello meri<strong>di</strong>onale a<br />

nord-orientale, che offrono vie d’accesso alla<br />

parte superiore del monte molto interessanti<br />

dal punto <strong>di</strong> vista alpinistico e paesaggistico.<br />

I cosiddetti vaj sono profonde e ripide gole <strong>di</strong><br />

carattere dolomitico, scavate nel corso dei<br />

millenni nella dolomia dell’azione erosiva <strong>di</strong><br />

acqua, vento ed altri agenti atmosferici. La<br />

parte superiore presenta sia aspetti dolomitici<br />

e pareti molto ripide (come nella Costa Me<strong>di</strong>a),<br />

ma anche le caratteristiche più proprie dell’alpe,<br />

con ampi e ondeggianti valloni prativi.<br />

L’etimologia del nome Carega è interessante.<br />

Molti pensano che venga dal veneto, dove<br />

2<br />

Gli antichi mestieri<br />

conduce al Croz Dell’Altissimo a 2338 m.<br />

Da questo punto il sentiero si impenna<br />

risalendo a zig-zag un erto costone<br />

boscoso dove si potranno ammirare<br />

centinaia <strong>di</strong> fiori. A 1820 metri, il sentiero<br />

piega a destra affacciandosi sul vasto<br />

vallone che scende da Cima dei Lasteri.<br />

<strong>Il</strong> sentiero prosegue fino ad arrivare alla<br />

base della piramide (bocchetta del Piz<br />

Galin) a quota 2130 m. dove una meritata<br />

sosta ci farà recuperare le forze per<br />

affrontare gli ultimi 300 metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>slivello.<br />

L’ultimo tratto è abbastanza ripido con<br />

anche passaggi <strong>di</strong> 1° grado che ci<br />

condurranno alla cima per ammirare uno<br />

scenario incantevole sul gruppo del Brenta.<br />

D.G. Vito Tucci<br />

Domenica 27 Giugno<br />

Rifugio Battisti alla Gazza - Le Guglie<br />

del Fumante “Gruppo Carega” (EEA)<br />

in Collaborazione con il Gruppo Over 50<br />

carega vuol <strong>di</strong>re se<strong>di</strong>a. In realtà il nome deriva<br />

dal <strong>di</strong>aletto bavarese parlato in passato<br />

sull’altipiano dei Lessini. Kareg vuol <strong>di</strong>re<br />

bacinella. Se si guarda al gruppo del Carega<br />

da sud, questi ha proprio la forma <strong>di</strong> una<br />

bacinella.<br />

Seguiremo un itinerario molto frequentato e<br />

interessante, che si svolge fra le Torri e lungo<br />

i Vaj del Fumante. La prima e l’ultima parte<br />

sono costituite da percorsi escursionistici più<br />

o meno impegnativi. Quella centrale è un vero<br />

e proprio sentiero alpinistico entro il Vaio Scuro<br />

attrezzato con mezzi fissi <strong>di</strong> sicurezza, che<br />

non presenta particolari <strong>di</strong>fficoltà.<br />

D.G. Gianni Cozza<br />

mar 29/6<br />

mer 1/9<br />

mer 8/9<br />

sab 11 e dom 12/9<br />

mer 15/9<br />

dom 19/9<br />

mer 22/9<br />

mer 29/9<br />

sab 2 e dom 3/10<br />

mer 6/10<br />

mer 13/10<br />

dom 17/10<br />

mer 10/11<br />

Coi suoi 3770 m è la seconda più alta montagna<br />

dell’Austria, preceduta dai 3798 m del<br />

Grossglockner e la più alta del Tirolo. Fa parte<br />

<strong>di</strong> quelle Ötztaler Alpen che finiscono per<br />

confinare a sud con le montagne della Val<br />

Venosta e col famoso Similaun in particolare.<br />

La salita è particolarmente appagante dal<br />

punto <strong>di</strong> vista alpinistico perchè non è la<br />

“solita” salita su ghiacciaio più o meno ripido<br />

tipo Gran Para<strong>di</strong>so o Capanna Margherita<br />

al Rosa. Qui non si tratta solo <strong>di</strong> percorrere<br />

un ghiacciaio coi suoi crepacci e seracchi<br />

ma anche <strong>di</strong> arrampicare, ramponi ai pie<strong>di</strong>,<br />

per superare passaggi che anche se non<br />

superano il 2°/3° grado essendo oltre i 3400<br />

m richiedono un certo impegno. Si parte dal<br />

paese austriaco <strong>di</strong> Vent che si raggiunge da<br />

Programma<br />

mer 1/9<br />

Presentazione del corso<br />

mar 7/9 Abbigliamento e uso della carta topografica -<br />

Introduzione alla civiltà conta<strong>di</strong>na<br />

dom 12/9 I masi dell’Alto A<strong>di</strong>ge (Val Ba<strong>di</strong>a)<br />

mar 21/9<br />

<strong>Il</strong> mondo della Civiltà e della Cultura conta<strong>di</strong>na<br />

dom 26/9 San Pellegrino in Alpe: Museo della civiltà<br />

conta<strong>di</strong>na ed escursione<br />

mar 28/9<br />

Gli antichi mestieri della montagna<br />

mar 5/10<br />

Gli antichi borghi e la vita <strong>di</strong> un tempo<br />

sab 16 e<br />

Foreste Casentinesi: fattoria <strong>di</strong>dattica, il mulino ed<br />

dom 17/10 escursione nella giogana<br />

<strong>CAI</strong><br />

E S C URSIONISMO<br />

Sabato 3 e Domenica 4 Luglio<br />

Wilde Spitze - Ötztaler Alpen (Austria) (A)<br />

L’Alta Enga<strong>di</strong>na si trova in Svizzera, appena al <strong>di</strong><br />

là dal confine italiano e a nord della Valtellina.<br />

La catena <strong>di</strong> montagne che separano i due stati<br />

sono piuttosto alte e, per buona parte, sono<br />

ricoperte da spessi ghiacciai: le vette più famose<br />

sono il Piz Bernina 4049 m e il Piz Palù 3905 m.<br />

Le montagne <strong>di</strong>vidono, ma c’è un mezzo, il trenino<br />

rosso delle Ferrovie Retiche Svizzere, che le<br />

unisce, collegando, fin dal 1910, la famosa città<br />

<strong>di</strong> Saint Moritz a Tirano <strong>di</strong> Sondrio. <strong>Il</strong> trenino rosso<br />

dei ghiacciai, così chiamato perché lambisce o<br />

meglio lambiva i ghiacciai, è famoso in tutto il<br />

mondo, tanto che ora è <strong>di</strong>ventato un dei patrimoni<br />

dell’UNESCO per la sua unicità. Quest’anno ricorrono<br />

proprio i 100 anni <strong>di</strong> servizio <strong>di</strong> quest’incre<strong>di</strong>bile<br />

mezzo <strong>di</strong> locomozione e noi saremo nel<br />

posto giusto, durante la settimana <strong>di</strong> festeggiamenti<br />

Programma<br />

Presentazione del corso<br />

Attrezzatura e abbigliamento<br />

Uso dei materiali - Progressione in ferrata<br />

Monti del Garda: palestra <strong>di</strong> roccia - Ferrata Cima Capi<br />

Meteorologia<br />

Monte Pasubio - Ferrata Falcipieri<br />

Topografia ed orientamento<br />

Pericoli in montagna - Chiamata del Soccorso Alpino<br />

Ferrate delle Dolomiti - Col Rosà e Punta Fiames<br />

Le ferrate nella storia - Tutela Ambiente Montano<br />

Programmazione <strong>di</strong> una escursione<br />

Resegone - Ferrata Minonzio<br />

Proiezione immagini del corso<br />

Cosa faremo dopo? <strong>Il</strong> <strong>CAI</strong> e le sue attività<br />

Merano attraverso il Passo del Rombo (2491<br />

m). Da Vent si può risalire in seggiovia fino<br />

ad Aufstabiein (2356 m) e da qui a pie<strong>di</strong> alla<br />

Breslauer Hutte (2840 m). <strong>Il</strong> giorno dopo si<br />

risale a nord-ovest la morena e il ghiacciaio<br />

Mitterkarferner fino a raggiungere con<br />

qualche breve arrampicata il Passo<br />

Mitterkarjoch (3468 m). Da qui si scavalca<br />

sul mare <strong>di</strong> ghiaccio del Taschachferner e<br />

lo si risale in <strong>di</strong>rezione est fino a raggiungere<br />

la cresta che verso nord porta alla cima<br />

(3770 m). Si <strong>di</strong>scende poi sul percorso <strong>di</strong><br />

salita. È chiaro che il percorso è<br />

rigorosamente alpinistico, che si svolge a<br />

quote elevate e richiede tempo stabile e<br />

con<strong>di</strong>zioni adatte del ghiaccio.<br />

A.E. Enrico Pinelli<br />

Sabato 10 e Domenica 11 Luglio<br />

Weekend nella dolce Alta Enga<strong>di</strong>na (Svizzera)<br />

in Collaborazione con il Gruppo Over 50<br />

de<strong>di</strong>cata all’anniversario. L’Alta Enga<strong>di</strong>na è<br />

anch’essa da cento anni un concentrato <strong>di</strong> tante<br />

occasioni <strong>di</strong> attività turistiche, sportive e ricreative<br />

per chi ama la montagna, attività che si svolgono<br />

“in un gran<strong>di</strong>oso paesaggio alpino con maestose<br />

cime che scintillano <strong>di</strong> bianco per i sovrastanti<br />

ghiacciai, imponenti e belli, con accanto ameni<br />

laghetti blu scuro e prati ver<strong>di</strong> con il profumo e la<br />

luce della flora”. Nel nostro weekend d’inizio luglio,<br />

nel momento in cui nelle valli enga<strong>di</strong>nesi la flora<br />

è nel suo massimo splendore, percorreremo due<br />

itinerari che ci daranno il meglio <strong>di</strong> questa terra,<br />

con una tra<strong>di</strong>zione centenaria <strong>di</strong> turismo intelligente,<br />

che saputo coniugare frequentazione e tutela<br />

ambientale. <strong>Il</strong> viaggio si svolgerà in pullman e<br />

alloggeremo all’ostello della gioventù <strong>di</strong> Pontresina.<br />

Sono pertanto aperte fin d’ora le iscrizioni.


COMMISSIONE ESCURSIONISMO<br />

<strong>CAI</strong><br />

Sabato 17 e Domenica 18 Luglio<br />

<strong>Il</strong> passo Erbe e le malghe <strong>di</strong> Sass de Putia (E)<br />

Anche quest’anno riproponiamo le<br />

Dolomiti con uno degli ambienti più<br />

classici che si presta sia per le<br />

escursioni invernali che estive: il Parco<br />

Naturale delle Odle il cui “cuore verde”<br />

si trova in Val Di Funes. Oggi la Val <strong>di</strong><br />

Funes punta su un turismo “dolce”,<br />

che consenta al paesaggio rurale <strong>di</strong><br />

lasciar posto a boschi ancora intatti e<br />

a fioriti pascoli alpini ai pie<strong>di</strong> delle<br />

maestose cime delle Odle. I suoi sentieri<br />

offrono camminate in quota per<br />

tutte le possibilità. Dalle passeggiate<br />

per famiglie <strong>di</strong> malga in malga alle<br />

escursioni per esperti come il sentiero<br />

attrezzato Gunther Messner de<strong>di</strong>cato<br />

al fratello del più famoso Reinold. È<br />

proprio in queste montagne che i due<br />

fratelli provarono l’esperienza delle<br />

prime arrampicate. Montagne famose<br />

anche per la dolomia, la roccia caratteristica<br />

della zona che forma nelle<br />

Odle <strong>di</strong> Funes <strong>di</strong>versi pinnacoli e torri.<br />

La nostra escursione si svolgerà in<br />

ambiente bucolico verso le pen<strong>di</strong>ci del<br />

Sabato 24 e Domenica 25 Luglio<br />

Ferrate del Velo e Porton<br />

Pale <strong>di</strong> S.Martino (EEA)<br />

Le Pale <strong>di</strong> S. Martino sono il più esteso<br />

gruppo delle Dolomiti, situate in parte nel<br />

Trentino Orientale e in parte in provincia<br />

<strong>di</strong> Belluno. Sono costituite da dolomia e<br />

hanno come caratteristica unica un esteso<br />

altopiano centrale che costituisce un<br />

enorme tavolato vuoto, roccioso e quasi<br />

lunare che ispirò allo scrittore bellunese<br />

Dino Buzzati l’ambientazione del suo libro<br />

“<strong>Il</strong> Deserto dei Tartari”.<br />

I primi alpinisti che arrivarono sulla catena<br />

furono inglesi e tra questi John Ball<br />

che definì il Cimon della Pala “Cervino<br />

delle Dolomiti” e al quale è de<strong>di</strong>cata una<br />

delle cime che incontreremo.<br />

Da S.Martino saliremo in funivia alle<br />

pen<strong>di</strong>ci della “Rosetta” e da qui al Rifugio<br />

Pedrotti da cui inizia il sentiero che<br />

passando sotto alla Pala <strong>di</strong> S. Martino<br />

porta al Passo <strong>di</strong> Ball con una gran vista<br />

sull’altopiano centrale.<br />

Dal Passo <strong>di</strong> Ball il sentiero porta, da una<br />

parte al Rifugio Pra<strong>di</strong>dali e dall’altra<br />

CONVERSAZIONI<br />

IN MONTAGNA<br />

Sass de Pütia, montagna isolata e<br />

circondata da prati e malghe. Incontreremo<br />

un paesaggio incantevole fra<br />

verdeggianti alpeggi, mucche al pascolo<br />

con passaggi mai estremamente<br />

ripi<strong>di</strong>. Lungo il percorso avremo la possibilità<br />

<strong>di</strong> ammirare pini Cirmoli, <strong>di</strong>stese<br />

<strong>di</strong> rododendro e altre piante tipiche <strong>di</strong><br />

questi prati <strong>di</strong> montagna. Sosteremo<br />

alla malga Gampen (2062 m) in ottima<br />

zona panoramica salendo verso il rifugio<br />

Genova a quota 2301. L’ambiente<br />

<strong>di</strong> questa splen<strong>di</strong>da valle non<br />

offre comunque soltanto prati e alpeggi.<br />

Lungo il sentiero “Adolf-Munkel”<br />

avremo modo <strong>di</strong> apprezzare le vedute<br />

altrettanto incantevoli delle pareti del<br />

Furchetta, del Sass Rigais (3<strong>02</strong>5 m)<br />

e delle Torri <strong>di</strong> Fermeda. I sentieri che<br />

serpeggiano fra queste pareti impressionanti<br />

saranno ulteriore cornice <strong>di</strong><br />

questa escursione che per varietà <strong>di</strong><br />

ambienti e panorami è una delle più<br />

belle e più frequentate della zona.<br />

D.G. Paola Miolato<br />

all’attacco del sentiero attrezzato Nico<br />

Gusella che si sviluppa sulla parete Nord<br />

della Cima <strong>di</strong> Ball. Da questo sentiero,<br />

con una breve deviazione, si può raggiungere<br />

la vetta della Cima <strong>di</strong> Ball. <strong>Il</strong><br />

sentiero attrezzato prosegue poi sulla<br />

parete Ovest fino alla Forcella del Porton<br />

e da qui percorrendo in <strong>di</strong>scesa la Ferrata<br />

del Porton si raggiunge il Rifugio Pra<strong>di</strong>dali<br />

compiendo il periplo della Cima <strong>di</strong> Ball.<br />

<strong>Il</strong> secondo giorno dal Rifugio Pra<strong>di</strong>dali<br />

si risale la Ferrata del Porton fino alla<br />

Forcella e si scende fino a raggiungere<br />

le prime attrezzature della Ferrata del<br />

Velo che attaversa lo zoccolo delle pareti<br />

settentrionali del Sass Maor e della Cima<br />

della Madonna su tratti attrezzati fino a<br />

raggiungere il Rifugio del Velo.<br />

Per il ritorno percorreremo il panoramico<br />

sentiero che, trascurando ripide <strong>di</strong>scese<br />

a valle porta a S.Martino rimanendo<br />

sempre in vista delle Pale.<br />

D.G. Gianluigi Cozza<br />

<strong>di</strong> filosofia, letteratura, psicologia e altro ancora anno quinto<br />

Domenica 13 Giugno<br />

Malga Casinotto - Bocca dell’Ussol<br />

Malga El<br />

Casinot o<br />

Casinotto<br />

si trova a<br />

quota<br />

1672 metri<br />

in Val<br />

Gavar<strong>di</strong>na,<br />

nella cornice delle Alpi Giu<strong>di</strong>carie.<br />

La raggiungeremo uscendo dall’autostrada<br />

a Trento e seguendo la Valle<br />

del Chiese fino allo spartiacque delle<br />

Valli Giu<strong>di</strong>carie, dove si trova l’abitato<br />

<strong>di</strong> Bondo, pochi chilometri a Sud <strong>di</strong><br />

Tione. Da qui ci inoltreremo nella Val<br />

Gavar<strong>di</strong>na. A quota 1150 m lasceremo<br />

le auto e proseguiremo a pie<strong>di</strong> per un<br />

tratto <strong>di</strong> strada asfaltata. In circa<br />

(Trentino) (E)<br />

mezz’ora raggiungeremo il pianoro<br />

della Malga Gavar<strong>di</strong>na. Seguendo poi<br />

la strada forestale che s’inoltre nel<br />

bosco raggiungeremo Malga Casinotto,<br />

dove faremo sosta per la nostra<br />

chiacchierata e rifocillarci. <strong>Il</strong> prato antistante<br />

è molto accogliente, ma chi non<br />

ha un’idea precisa <strong>di</strong> cosa sia una malga,<br />

questa è l’occasione per visitarne una<br />

davvero bella, dotata <strong>di</strong> una lunga tavolata<br />

con panche, camino, stufa e legna.<br />

L’acqua corrente è <strong>di</strong>sponibile cento metri<br />

più in alto. Dopo la sosta ci incammineremo<br />

verso la forcella che si vede proprio<br />

sopra la malga: è la Bocca dell’Ussol<br />

(1878 m) da dove godremo <strong>di</strong> uno<br />

splen<strong>di</strong>do panorama sulle Alpi Giu<strong>di</strong>carie.<br />

D.G. Alberto Meschiari<br />

<strong>Il</strong> monte Coglian coi suoi 2780 m è la<br />

vetta più alta del Friuli-Venezia Giulia e<br />

delle Alpi Carniche ed è situato sul<br />

confine tra l’Italia e l’Austria (Carinzia)<br />

a ovest del passo Montecroce Carnico<br />

e come tutto il gruppo cui appartiene<br />

(Coglians-Mooskofel) è caratterizzato<br />

da intensi fenomeni carsici. La grotta<br />

più profonda finora esplorata è l’abisso<br />

Marinelli. La ferrata si svolge sul versante<br />

nord in territorio austriaco e rappresenta<br />

una delle più belle escursioni dell’intero<br />

Friuli. La via è sicuramente impegnativa<br />

E S C URSIONISMO<br />

Sabato 28 e Domenica 29 Agosto<br />

Ferrate sul Monte Coglians-Carnia (EEA)<br />

Si esce dall’autostrada a Mezzocorona,<br />

<strong>di</strong>rezione Mezzolombardo,<br />

Cles. Passato Cunevo si raggiunge il<br />

paese <strong>di</strong> Tuenno, e quin<strong>di</strong> si prende<br />

per il Lago <strong>di</strong> Tovel, dotato <strong>di</strong> ampi<br />

parcheggi. Ci incammineremo intorno<br />

al Lago (1178 m) fino al Centro Visite<br />

Lago <strong>di</strong> Tovel e l’albergo Lago rosso.<br />

Lì si trova il cartello che in<strong>di</strong>ca il<br />

sentiero per Malga Pozzol e Malga<br />

Flavona. Giunti a Malga Pozzol, si<br />

passa il ruscello su un ponticello <strong>di</strong><br />

legno e si sale attraverso il bosco fino<br />

a Malga Flavona (1860 m). Ci troviamo<br />

nel Brenta Orientale. La valle glaciale<br />

dal punto <strong>di</strong> vista fisico ma ripaga con<br />

panorami mozzafiato e, una volta raggiunta<br />

la cima, dona una grande sod<strong>di</strong>sfazione.<br />

<strong>Il</strong> primo giorno si parcheggia al<br />

Rifugio Tolazzi 1350 m e si raggiunge il<br />

Rifugio Romanin 1970 m de<strong>di</strong>cato ai tenenti<br />

Lambertenghi e Romanin deceduti<br />

nel 1915 durante la conquista del vicino<br />

Passo della Volaia (tra il Coglians e il Capolago)<br />

che segna il confine con l’Austria.<br />

In prossimità del passo sono ancora<br />

visibili i resti delle fortificazioni della<br />

Grande Guerra.<br />

<strong>Il</strong> secondo giorno si supera il Passo della<br />

Volaia e costeggiando verso est<br />

l’omonimo laghetto si raggiunge a quota<br />

2250 m l’inizio della ferrata che sale <strong>di</strong>retta<br />

per uno spigolo roccioso e vari canalini.<br />

<strong>Il</strong> percorso è <strong>di</strong> tipo prettamente<br />

alpinistico con passaggi <strong>di</strong> secondo e<br />

terzo grado fino alla cresta finale (resti<br />

<strong>di</strong> trincee) che segna il confine e conduce<br />

alla vetta (2780 m) dove si suona la<br />

campana. La <strong>di</strong>scesa si fa seguendo la<br />

via Normale Italiana sul versante sud<br />

scendendo per roccette a un ghiaione<br />

al termine del quale si prende a destra<br />

fino all’incrocio col sentiero che porta<br />

sempre verso destra al sentiero attrezzato<br />

Spinotti. <strong>Il</strong> sentiero attrezzato conduce<br />

a valle del Rifugio Romanin sul sentiero<br />

per il Rifugio Tolazzi e il parcheggio.<br />

A.E. Enrico Pinelli<br />

Sabato 4 e Domenica 5 Settembre<br />

Val <strong>di</strong> Rabbi - Cascate del Sent (EE)<br />

L’escursione si svolge nella Val <strong>di</strong><br />

Rabbi lungo il percorso delle cascate.<br />

La valle è tra le più suggestive del<br />

Trentino per il suo ambiente naturale<br />

gelosamente conservato, gran parte<br />

del quale è incluso nel Parco Nazionale<br />

dello Stelvio. Giunti nel paese <strong>di</strong> Rabbi<br />

lasceremo una macchina al parcheggio,<br />

dopo proseguiremo con le altre<br />

vetture fino al parcheggio del rifugio<br />

Al Fontanini (1380 m) dove inizia il<br />

nostro sentiero. Dopo circa 400 metri<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>slivello abbastanza regolare<br />

giungeremo alla Malga Prà <strong>di</strong> Saent<br />

Domenica 4 Luglio<br />

Lago <strong>di</strong> Tovel - Malga Flavona<br />

(Dolomiti <strong>di</strong> Brenta) (E)<br />

ed attraversando la valle delle marmotte<br />

arriveremo al rifugio Dorigoni (2437<br />

m) dove pernotteremo e gusteremo le<br />

delizie del rifugio. <strong>Il</strong> secondo giorno<br />

imboccheremo il sentiero che ci porterà<br />

al Gleck Collecchio (2957 m), punto<br />

più alto della gita. Dopo la cima<br />

scenderemo verso il Rifugio Stella Alpina<br />

(2425 m), attraversando numerosi<br />

laghi (Lago Corvo) dove una meritata<br />

sosta ci farà ammirare il panorama.<br />

L’escursione si concluderà percorrendo<br />

il sentiero fino al parcheggio <strong>di</strong> Rabbi.<br />

D.G. Vito Tucci<br />

<strong>di</strong> Santa Maria <strong>di</strong> Flavona, dal lago <strong>di</strong><br />

Tovel, si addentra verso il massiccio<br />

del Brenta con <strong>di</strong>rezione nord-sud<br />

alternando pianori ad alti gradoni.<br />

L’inconfon<strong>di</strong>bile paesaggio delle<br />

marocche, depositi franosi che<br />

presentano grande interesse dal punto<br />

<strong>di</strong> vista geomorfologico, è colonizzato<br />

dal pino mugo nella zona <strong>di</strong> malga<br />

Flavona, e dalla pecceta (abete rosso,<br />

detto anche peccio) mista a larice in<br />

quella <strong>di</strong> malga Pozzol. <strong>Il</strong> biotopo si contrad<strong>di</strong>stingue<br />

ancora per le importanti<br />

presenze floristiche che si riscontrano<br />

nei vari habitat: dalle zone a pascolo ai<br />

fenomeni carsici della Flavona, dagli<br />

ambienti <strong>di</strong> sorgente e ruscellamento ai<br />

prati torbosi, dagli incavi rocciosi alla vegetazione<br />

dei ghiaioni. Non meno importante<br />

è la presenza faunistica. Questa<br />

infatti è zona dell’orso bruno e dell’aquila<br />

reale. Malga Flavona, sicuramente una<br />

delle più belle del Brenta, è collocata su<br />

un grande spiazzo aperto fra prati, boschi<br />

e dolomiti.<br />

D.G. Alberto Meschiari<br />

3


Sabato 19 e Domenica 20 Giugno<br />

Gruppo del Carega (E)<br />

Siete appassionati <strong>di</strong> stelle e avete un<br />

po’ la testa sopra le nuvole? Vi piace<br />

stendervi su un prato (magari in buona<br />

compagnia e dopo un’ottima cena) e<br />

ammirare quei puntini luminosi nel buio<br />

della notte? Allora, oltre che inguaribili<br />

romantici, ecco uno strumento che fa al<br />

caso vostro: un piccolo programma che<br />

vi mostrerà le varie costellazioni.<br />

<strong>Il</strong> programma <strong>di</strong> queste escursione, con<br />

pernottamento al Rif. Revolto nel<br />

Gruppo del Carega, è <strong>di</strong> natura sia<br />

teorica che estremamente pratica,<br />

cercando <strong>di</strong> trasmettere ai singoli<br />

partecipanti alcune informazioni sulle<br />

costellazioni. I partecipanti, coa<strong>di</strong>uvati<br />

dagli Astrofoli, avranno quin<strong>di</strong> l’opportunità<br />

<strong>di</strong> mettere in scena le propri costellazioni<br />

evidenziandone e risolvendo<br />

<strong>di</strong>namiche, ciascuno secondo le proprie<br />

capacità e inclinazioni. Ceneremo<br />

per questo con gli Astrofoli poi sdraiati<br />

sul prato e utilizzando, sotto la loro<br />

<strong>di</strong>retta guida, i loro strumenti inizieremo<br />

il nostro cammino spaziale.<br />

<strong>Il</strong> mese <strong>di</strong> giugno segna l’inizio dell’estate<br />

astronomica: il Sole sarà al solstizio<br />

nelle prime ore del 22, al culmine<br />

<strong>Il</strong> primo giorno ci muoveremo in uno dei<br />

paesaggi più incantevoli delle Dolomiti<br />

settentrionali come è l’altopiano <strong>di</strong> Prato<br />

Piazza con i suoi vasti prati ed accoglienti<br />

rifugi alpini che offrono al visitatore tranquillità<br />

e pace. Grazie all’incorporamento della<br />

regione nel Parco Naturale Fanes-Sennes-<br />

Braies, la zona circondata da cime<br />

imponenti è riuscita a mantenere la sua<br />

originalità e naturalezza. Lontano dal traffico,<br />

l’altopiano affascina con una vista<br />

mozzafiato sul Picco <strong>di</strong> Vallandro e la Croda<br />

Rossa. Lontano s’innalzano il Massiccio<br />

delle Tofane e le cime del Monte Cristallo<br />

innevate anche d’estate. Sia d’estate che<br />

d’inverno gli amanti della fotografia trovano<br />

il proprio tornaconto. Semplice da<br />

raggiungere, il Rifugio Vallandro, 2<strong>02</strong>8 m,<br />

è situato sul margine sinistro della piana <strong>di</strong><br />

Prato Piazza, ed è una tappa allettante fra<br />

i sentieri delle Dolomiti.<br />

Si cammina tra abeti, larici, pini silvestri,<br />

non troppo fitti, che consentono ogni tanto<br />

uno sguardo verso il Cristallo e la Croda<br />

Rossa. La vista cambia man mano che<br />

si sale. Si apre la vista verso nuove vette<br />

<strong>Il</strong> Gruppo del Carega, o meglio conosciuto<br />

come Piccole Dolomiti, è composto da<br />

innumerevoli creste, torri e canaloni<br />

strapiombanti che ne fanno una fotografia<br />

<strong>di</strong> rara bellezza. Solo la visione <strong>di</strong>retta<br />

potrà far apprezzare e godere pienamente<br />

l’ar<strong>di</strong>tezza della sua struttura<br />

dove ammireremo Cima Carega con i<br />

4<br />

GRUPPO SENIORES OVER 50<br />

<strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> nottate sempre più brevi,<br />

in cui il cielo resta veramente oscuro<br />

tanto da poter mostrare le stelle più<br />

deboli soltanto per quattro ore e mezza,<br />

alle nostre latitu<strong>di</strong>ni. Per la visibilità dei<br />

pianeti più luminosi, inaccessibile<br />

Venere che passa esattamente <strong>di</strong>etro<br />

il <strong>di</strong>sco solare, sono bene in vista Marte<br />

e Saturno nella prima parte della notte<br />

e Giove nella seconda parte.<br />

<strong>Il</strong> primo giorno faremo un interessante<br />

percorso che collega la parte orientale<br />

della Lessinia, con i suoi dolci pascoli e<br />

il gruppo Carega, con il suo ambiente<br />

alpinistico reso ancor più interessante<br />

dalle tante testimonianze <strong>di</strong> opere militari<br />

della guerra 15-18. <strong>Il</strong> secondo giorno e<br />

dopo una notte in compagnia delle stelle,<br />

si riprende a camminare seguendo il<br />

sentiero che porta al Rif. Scalorbi, dal<br />

quale è possibile ammirare tutta la vallata<br />

<strong>di</strong> Recoaro Terme e buona parte della<br />

pianura Padana, una breve sosta poi si<br />

prosegue verso Bocchetta dei Fon<strong>di</strong><br />

(2084 m), proseguendo sullo stesso<br />

sentiero si raggiunge il Rif. Fraccaroli e<br />

con un ulteriore piccolo sforzo, la Cima<br />

Carega (2238 m).<br />

Mercoledì 30 Giugno e Giovedì 1 Luglio<br />

Prato Piazza - Magico altipiano a Braies (E)<br />

più lontane, fino a raggiungere StrudelKopf<br />

(Monte Specie) 2307 metri che è la nostra<br />

meta. A fine giornata raggiungeremo<br />

Dobbiaco dove pernotteremo.<br />

<strong>Il</strong> secondo giorno saranno possibili due<br />

itinerari. <strong>Il</strong> primo gruppo parte dal<br />

parcheggio (1521 m) della Val Campo <strong>di</strong><br />

Dentro da cui, su un sentiero largo,<br />

raggiunge il Rifugio Tre Scarperi. Si sale<br />

per delle serpentine, a tratti su sentiero<br />

anche un po’ ripido, ma quando si arriva<br />

al Passo Alpe Mattina (2446 m) le fatiche<br />

vengono ripagate da un bellissimo<br />

panorama alle Tre Cime <strong>di</strong> Lavaredo ed<br />

al Monte Paterno. Inoltre si ha vista libera<br />

su tutte le montagne <strong>di</strong> Braies, Cortina<br />

d’Ampezzo e delle Dolomiti <strong>di</strong> Sesto. Proseguiremo<br />

poi verso il Passo Cavenga.<br />

<strong>Il</strong> secondo gruppo andrà invece a ritirare<br />

le biciclette al noleggio <strong>di</strong> Dobbiaco e...<br />

via verso l’Austria! Questa pista ciclabile<br />

che attraversa il confine tra Italia e Austria<br />

è una delle più conosciute e frequentate<br />

in Italia, innanzitutto per la facilità del<br />

percorso tutto asfaltato e quasi tutto in<br />

<strong>di</strong>scesa e, in secondo luogo, per la<br />

<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> treni navetta con trasporto<br />

bici da Lienz che permettono <strong>di</strong> tornare<br />

alla base risparmiandosi la fatica della<br />

risalita. È una bella passeggiata immersa<br />

nel verde <strong>di</strong> prati e boschi che tocca<br />

caratteristici villaggi <strong>di</strong> montagna,<br />

seguendo il corso del fiume Drava si arriva<br />

fino al cuore del Tirolo Austriaco.<br />

D.G. Remo Dai Prà<br />

Sabato 11 e Domenica 12 Settembre<br />

Ca<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Misurina - Giro delle<br />

Tre Cime <strong>di</strong> Lavaredo/Monte Paterno (E)<br />

C’è un <strong>di</strong>amante incastonato nei monti:<br />

il lago <strong>di</strong> Misurina sopra Cortina<br />

d’Ampezzo, offre il suo spettacolo<br />

straor<strong>di</strong>nario. Poco sopra tre immensi<br />

menhir, che con le loro pareti sembrano<br />

emergere da un vasto altopiano <strong>di</strong> roccia<br />

e sassi. Intorno, dallo stesso piedestallo,<br />

si innalzano e formano corona altri<br />

imponenti gruppi, sottogruppi, cime che<br />

hanno visto la storia dell’alpinismo e le<br />

sanguinose battaglie della prima guerra<br />

mon<strong>di</strong>ale: Ca<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Misurina, Monte<br />

Piana, Popera, Paterno, Croda dei Toni...<br />

Tutte insieme formano le cosiddette<br />

“Dolomiti <strong>di</strong> Sesto”... Le Dolomiti sono<br />

belle perché hanno il vuoto attorno. Un<br />

vuoto che ci spaventa forse perché<br />

rispecchia ciò che vive dentro <strong>di</strong> noi.<br />

Sabato, lasciate le auto nei pressi del<br />

Lago Antorno (1866 m) de<strong>di</strong>cheremo la<br />

nostra prima escursione al gruppo dei<br />

Ca<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Misurina, uno tra i più piccoli<br />

e sconosciuti dei gruppi dolomitici, le<br />

forme ar<strong>di</strong>te e agugliate <strong>di</strong> queste cime<br />

sono tali da renderle incomparabili pur<br />

in vicinanza dei giganti quali il Cristallo<br />

ad ovest, il Sorapiss a sud ovest, le<br />

Marmarole a sud est.<br />

Raggiungeremo il Rifugio F.lli Fonda<br />

GRUPPO FRIGNANO<br />

suoi 2259 metri. La giornata inizierà al<br />

Rifugio Revolto (1355 m) e da qui<br />

scenderemo al vaio sottostante per poi<br />

iniziare la salita percorrendo il sentiero<br />

Europeo 5 o <strong>CAI</strong> 285 attraversando così<br />

l’Alpe Campobrun con i suoi pascoli ver<strong>di</strong><br />

e le rocciose cime dolomitiche sullo<br />

sfondo fino a raggiungere quin<strong>di</strong> il Rifugio<br />

Sabato 28 e Domenica 29 Agosto<br />

Passo Croce Carnico (E)<br />

Domenica 20 Giugno<br />

Cima Carega - Ferrata Campalani (Piccole Dolomiti) (E/EEA)<br />

La Carnia è una terra antica dove il<br />

turismo nel rispetto della natura, nel<br />

tempo ha saputo integrarsi conservando<br />

tra<strong>di</strong>zioni e costumi che ancora oggi<br />

costituiscono il profondo patrimonio <strong>di</strong><br />

queste terre montane <strong>di</strong> confine. Ambiente,<br />

storia, cultura e vita, ma anche<br />

la lingua locale, caratterizzano questa<br />

terra con connotati che si <strong>di</strong>fferenziano<br />

da paese in paese. Questo estremo<br />

lembo delle Alpi, in Friuli Venezia Giulia,<br />

a ridosso del confine con l’Austria, ha<br />

infatti mantenuto intatto attraverso i<br />

secoli, i propri valori, le tra<strong>di</strong>zioni, la<br />

gastronomia, i prodotti agro-alimentari<br />

e l’artigianato artistico, elementi tutti che<br />

costituiscono, accanto alle bellezze <strong>di</strong><br />

una natura incontaminata e a tratti<br />

ancora selvaggia, l’essenza per l’attrattiva<br />

reale <strong>di</strong> queste montagne in ogni<br />

periodo dell’anno. Le famose valli della<br />

Carnia e i suoi caratteristici borghi sono<br />

i protagonisti <strong>di</strong> un territorio che affascina<br />

e ti coinvolge nel ritrovare lo spirito della<br />

montagna autentica.<br />

I percorsi della Via delle Malghe Carniche,<br />

essendo questi l’anello <strong>di</strong> collegamento<br />

tra l’Italia e l’Austria sono stati<br />

nel tempo vere vie <strong>di</strong> transito a pie<strong>di</strong> per<br />

mercanti, pastori, malgari, contrabban<strong>di</strong>eri<br />

italiani e austriaci. Mentre durante<br />

il primo conflitto mon<strong>di</strong>ale (guerra 15-<br />

18) questi sentieri sono stati utilizzati<br />

dagli eserciti dei due schieramenti, per<br />

portare i rifornimenti sul fronte dei<br />

combattimenti <strong>di</strong> cui ancora oggi sono<br />

evidenti e ben conservate le opere militari<br />

in ricordo <strong>di</strong> quel tragico evento. Ben<br />

conservato e proprio sulla linea <strong>di</strong><br />

confine, (Italia - Austria) sulla vetta del<br />

monte Pal Piccolo è stato recuperato il<br />

più suggestivo e travolgente Museo<br />

Storico all’aperto, “Guerra 15-18”, rendendo<br />

evidente le reali sofferenze degli<br />

entrambi schieramenti e le assur<strong>di</strong>tà<br />

che le guerre possono produrre sull’essere<br />

umano. L’uscita del secondo giorno<br />

ci permettere <strong>di</strong> vedere e vivere <strong>di</strong>rettamente<br />

questa magnifica esperienza.<br />

Nella serata del 28, dopo il rientro<br />

dall’escursione, è auspicabile una visita<br />

al museo <strong>di</strong> Timao, ultimo paese prima<br />

del confine, quale testimonianza delle<br />

drammatiche vicende che videro il<br />

territorio della Carnia uno dei punti più<br />

impegnativi della prima guerra mon<strong>di</strong>ale.<br />

Basta ricordare che fra i tanti reperti<br />

bellici e militari, sono esposti i cimeli delle<br />

famose volontarie portatrici Carniche<br />

utilizzate dall’esercito per il rifornimento<br />

dei reparti schierati sul fronte.<br />

D.G. Remo Dai Pra<br />

Savio (2367 m) dal quale dopo un<br />

meritato riposo rientreremo al Lago<br />

Antorno attraverso la forcella <strong>di</strong><br />

Rinbianco.<br />

Domenica dal Rifugio Auronzo percorreremo<br />

la strada che porta alla Forcella<br />

<strong>di</strong> Lavaredo poi si continua per il sentiero<br />

che conduce al Rif. Locatelli alle tre<br />

Cime dal quale sarà possibile il classico<br />

colpo d’occhio sul versante nord.<br />

Dal Rifugio Locatelli saranno possibili<br />

alcune varianti d’itinerario per ritornare<br />

il Rifugio Auronzo: ritornare sui nostri<br />

passi, completare l’intero giro delle tre<br />

cime passando per la forcella del Col <strong>di</strong><br />

Mezzo o raggiungere a sud del rifugio<br />

la torre “Salsiccia <strong>di</strong> Francoforte” e,<br />

attraverso il sistema <strong>di</strong> gallerie,<br />

raggiungere la forcella del Camoscio.<br />

Dalla forcella del Camoscio seguendo<br />

il sentiero <strong>di</strong> guerra De Luca-Innerkofler,<br />

attraverso cenge, sentieri attrezzati,<br />

finestre in roccia, gallerie, ecc. raggiungeremo<br />

la forcella <strong>di</strong> Lavaredo e<br />

poi il sentiero che ci condurrà all’Auronzo.<br />

Per quest’ultima variante si richiede<br />

l’obbligo <strong>di</strong> una dotazione omologata<br />

per vie ferrate e una torcia elettrica.<br />

D.G. Aldo Ghisi<br />

Scalorbi (1767 m).<br />

Qui ci <strong>di</strong>videremo in due comitive: chi<br />

farà l’escursione, che porterà da prima<br />

al rifugio Fraccaroli e poi alla vicina Cima<br />

Carega, chi la ferrata che porterà<br />

anch’essa nelle vicinanze del rifugio<br />

Fraccaroli e alla cima. Unite le due<br />

comitive, tutti insieme potremo apprezzare<br />

un vasto panorama che ci<br />

permetterà <strong>di</strong> spaziare ad occhi nu<strong>di</strong>,<br />

dalle cime circostanti fino alle Alpi.<br />

Ripartiremo poi per per raggiungere la<br />

vecchia strada militare che ci condurrà<br />

prima a Passo Pertica e poi tornare al<br />

punto <strong>di</strong> partenza, al Rifugio Revolto.<br />

D.G. Fabio Fulgeri


Sabato 24 e Domenica 25 Luglio<br />

Parco dell’Argentera (Alpi Marittime) (E)<br />

Le “Alpi del Mare”, una delle porzioni<br />

meno celebrate della catena alpina,<br />

costituiscono un arco <strong>di</strong> cime ruvide,<br />

aspre, solitarie contornate, in quota, da<br />

<strong>di</strong>stese <strong>di</strong> rocce frantumate, e più in<br />

basso da ver<strong>di</strong> e selvagge valli ricche<br />

<strong>di</strong> laghi e corsi d’acqua. Giunti a Terme<br />

<strong>di</strong> Val<strong>di</strong>eri si prosegue per il Gias delle<br />

Mosche dove inizia la nostra escursione.<br />

L’itinerario si sviluppa interamente<br />

all’interno del Parco Naturale delle Api<br />

Marittime, in ambiente piuttosto selvaggio,<br />

percorrendo i valloni attorno al poderoso<br />

complesso <strong>di</strong> rocce metamorfiche<br />

del gruppo dell’Argentera, la cui<br />

Da Venerdì 30 Luglio a Domenica 8 Agosto<br />

Trekking del Queyras (EE)<br />

L’itinerario si sviluppa seguendo prevalentemente<br />

il percorso del Grand<br />

Randonnée n° 58 e delle sue varianti e<br />

si effettua quasi totalmente in territorio<br />

francese, raggiungendo come principali<br />

cime: Col Vieux (2806 m), Col de la Noire<br />

(2955 m), Col du Malrif (2866 m), Col<br />

de Chamoussiere (2884 m). Con partenza<br />

ed arrivo a Ceillac, si attraverseranno<br />

valli riconosciute a livello nazionale<br />

per la loro particolare importanza<br />

paesaggistica e culturale e piccoli paesi,<br />

dove il tempo sembra essersi fermato a<br />

quando le Alpi mantenevano integra la<br />

Hai sentito parlare del sentiero Roma?<br />

“si famoso... ci fanno anche una gara...<br />

chiamata Kima...”. Ci sei stato? No,<br />

mai... e così incomincia l’idea <strong>di</strong> andare...<br />

<strong>Il</strong> sentiero Roma è forse la più classica<br />

ed affascinante delle escursioni sulle<br />

Alpi centrali, l’attraversamento completo<br />

si snoda dalla Val Codera alla Valle<br />

PredaRossa, un sentiero alpino, aereo,<br />

tratti attrezzati, sospeso tra alte vette,<br />

nevai, torrenti e passi che si susseguono<br />

interrottamente. Un’esperienza che non<br />

si <strong>di</strong>mentica e che <strong>di</strong>venta, per chi la<br />

vive, non solo un motivo <strong>di</strong> orgoglio, ma<br />

anche una lezione che insegna<br />

pazienza, capacità <strong>di</strong> guardare, scoprire<br />

e gustare <strong>di</strong>mensioni sottratte al tempo.<br />

<strong>Il</strong> sentiero non richiede una specifica<br />

preparazione alpinistica, ma non va<br />

cima sud (3297 m) rappresenta la massima<br />

elevazione delle Alpi Marittime.<br />

Durante tutto il percorso non è raro imbattersi<br />

in esemplari <strong>di</strong> fauna selvatica<br />

quali stambecchi, camosci, marmotte,<br />

etc. Si tratta <strong>di</strong> una lunga escursione<br />

su terreno impegnativo, con <strong>di</strong>slivelli<br />

ragguardevoli: 1301 m in salita per il<br />

primo giorno (dai 1591 m del Gias delle<br />

Mosche ai 2892 m del colle del Brocan),<br />

548 m in salita per il secondo (dai 1978<br />

m del Lago del Chiotas ai 2526 m del<br />

Colle Chiapous) che presuppongono<br />

una buona preparazione fisica.<br />

D.G. Lorenzo Sorbelli<br />

loro espressione più incontaminata.<br />

Questa proposta <strong>di</strong> gita si <strong>di</strong>versifica<br />

dalle abituali, poiché ci vedrà immersi in<br />

una <strong>di</strong>mensione che ci porta al <strong>di</strong> fuori<br />

della routine quoti<strong>di</strong>ana. Insieme con<strong>di</strong>videremo<br />

parte <strong>di</strong> questo mondo,<br />

immersi nella natura, percorrendo luoghi<br />

incontaminati, ove vasti pascoli e<br />

laghi alpini sono i principali attori <strong>di</strong> un<br />

documentario dove noi, passo dopo passo<br />

e in modo <strong>di</strong>screto, cercheremo <strong>di</strong><br />

recitare la nostra parte nel migliore dei<br />

mo<strong>di</strong>.<br />

D.G. Giordano Chio<strong>di</strong><br />

Da Venerdì 3 a Domenica 5 Settembre<br />

Sentiero Roma (Val Masino) (EEA)<br />

neppure preso sotto gamba, richiede<br />

una buona preparazione fisica.<br />

Percorreremo una parte del Sentiero,<br />

dai Bagni <strong>di</strong> Masino la val Porcellizzo,<br />

al Rifugio Allievi e la Val <strong>di</strong> Mello, tre<br />

giornate <strong>di</strong> attraversata da rifugio a<br />

rifugio, cammino ad una altezza me<strong>di</strong>a<br />

<strong>di</strong> 2500 metri, una breve parentesi nella<br />

nostro tran tran... per scoprire percorrere<br />

toccare vivere questa valle. Godremo<br />

della vista <strong>di</strong> montagne che hanno fatto<br />

la storia dell’alpinismo: Pizzo Ba<strong>di</strong>le,<br />

Pizzo Cengalo... Monte Disgrazia. Come<br />

Vera Canini Lusuar<strong>di</strong>, adorandola,<br />

descriveva la Val Masino, con il suo<br />

carattere aspro, la natura selvaggia,<br />

quei massi <strong>di</strong>spersi nel verde dei prati,<br />

le placconate <strong>di</strong> granito striate <strong>di</strong> nero<br />

dal pennello <strong>di</strong> un artista estroso...<br />

D.G. Ida Ballerini<br />

Corso <strong>di</strong> Fotografia in Montagna<br />

Dal 16 al 21 ottobre, sei serate sulla Fotografia <strong>di</strong>gitale e fotoritocco alla portata<br />

<strong>di</strong> tutti! Questo è un corso <strong>di</strong> fotografia <strong>di</strong>gitale con particolare riferimento alla<br />

foto <strong>di</strong> montagna pensato per i principianti e per i fotografi non professionisti.<br />

Potrai imparare facilmente con esempi, consigli pratici e tante fotografie<br />

<strong>di</strong>mostrative, partendo dalle nozioni <strong>di</strong> base fino ad un livello me<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

preparazione, più che sufficiente per un fotografo amatoriale. Potrai conoscere<br />

le attuali tecnologie e le tecniche fotografiche impiegate dai fotografi più esperti,<br />

ed acquisire le conoscenze necessarie per scegliere la fotocamera più adatta<br />

alle tue esigenze. Nella <strong>sezione</strong> verranno presentati alcuni semplici tutorial con<br />

istruzioni passo-passo sulle funzioni base <strong>di</strong> correzione delle immagini <strong>di</strong>gitali.<br />

Durante il corso verranno <strong>di</strong>stribuite <strong>di</strong>spense delle lezioni tecniche insegnate.<br />

<strong>Il</strong> Corso, tenuto dall’esperto fotoamatore Sig. Enzo Andreotti, è strutturato<br />

nel seguente modo:<br />

mar 29/06<br />

gio 16 e 23/09<br />

sab 25 e<br />

dom 26/09<br />

gio 30/09 e 7/10<br />

gio 14/10<br />

dom 24/10<br />

gio 21/10<br />

gio 4/10<br />

Programma<br />

Presentazione Corso<br />

Lezione teorica<br />

Dolomiti: Alpe <strong>di</strong> Siusi e Catinaccio zona<br />

Alpe <strong>di</strong> Tires (escursione con applicazioni pratiche)<br />

Lezione teorica<br />

Lezione teorica (Tecniche <strong>di</strong> fotoritocco)<br />

I colori dell’autunno in Appennino<br />

(escursione <strong>di</strong> applicazioni pratiche)<br />

Lezione teorica - Tecniche <strong>di</strong> fotoritocco sulle<br />

immagini scattate durante l’uscita<br />

Bilancio del corso e proiezione immagini, cosa faremo dopo?<br />

Gruppo Lama Mocogno e Pavullo<br />

sab 12/6 Baita del Duca (Piane <strong>di</strong> Mocogno) - Prati <strong>di</strong> Barigazzo E<br />

Monte Cantiere - Mt. Campidello - Lagacci della<br />

Santona- Baita del Duca<br />

sab 19/6 Paso Ra<strong>di</strong>ci - Mt. Saltello - Cima Romecchio - Cima E<br />

dell’Omo - La Boccaia - Lago Santo<br />

sab 26/6 Centro Croci - Alpe Sigola - Sant’Antonio - Cento Croci E<br />

sab 3/7 Lago Santo - Mt. Ron<strong>di</strong>naio - Passetto Ferratina del EE<br />

Giovo - Mt. Giovo - La Boccaia - Lago Santo<br />

sab 10/7 Oratorio Monticello - La Nuda - La Boccaia - Le Borelle - E<br />

Monticello<br />

sab 17/7 In occasione dell’iniziativa “Torre in Festa” <strong>di</strong> Montecenere E<br />

si organizza un escursione (Torre <strong>di</strong> Montecenere - Castello<br />

<strong>di</strong> Brandola) Montecenere - Pracanina - Castello <strong>di</strong><br />

Brandola - Bagni <strong>di</strong> Brandola - Ponte Ercole (Ponte del<br />

Diavolo) - Le Casine - Montecenere<br />

sab 24/7 Passo delle Forbici - Bocca <strong>di</strong> Massa - Rifugio Cesare EE<br />

Battisti - Monte Cusna. Ritorno al rifugio per pranzo.<br />

Ritorno al Passo delle Forbici passando per l’Abetina Reale<br />

sab 31/7 Abetone - Mt. Gomito - Denti della Vecchia (alternativa) EE<br />

3 Potenze - Passo d’Annibale - Foce Giovo - Lago<br />

Turchino - Lago Santo<br />

gio 5/8 “Festa della Madonna delle Nevi”: Abetone - E<br />

Libro Aperto - Monte <strong>Cimone</strong> - sosta - Lago della Ninfa<br />

sab 14/8 Pellegrinaggio La Santona - San Pellegrino E<br />

(Via Vandelli - Passo <strong>di</strong> Cento Croci - Le Fabbriche -<br />

Imbrancamento - Giro del Diavolo -San Pellegrino in Alpe<br />

dom 22/8 La Camellata “Abetone - Passo delle Ra<strong>di</strong>ci” EE<br />

(Escursione impegnativa e faticosa) - Abetone - Monte<br />

Gomito - alternativa ai Denti della Vecchia - Passo<br />

d’Annibale - Foce Giovo - Mt.Ron<strong>di</strong>naio - Ferratina del<br />

Giovo - Monte Giovo - Colle Bruciata - Cima dell’Omo<br />

Cima Romecchio - Monte Saltello - Monte Albano - Giro<br />

del Diavolo - arrivo a Passo delle Ra<strong>di</strong>ci (abbuffata finale)<br />

e ritorno a Lama Mocogno<br />

dal 24/8<br />

al 30/8<br />

Soggiorno in Alta Valtellina con escursioni<br />

nel Gruppo del Cevedale, Val Zebrù, Ghiacciaio<br />

San Matteo Laghi del Cancano<br />

(Per informazioni: Ovilio Fontana - 0536/44405)<br />

per informazioni: Romano Bertugli (329/3707073), Ugo Marescotti (333/4846366)<br />

7° Concorso Fotografico<br />

Daniele Lucca - “Tempesta<br />

Croda Rossa d’Ampezzo”<br />

La settima e<strong>di</strong>zione del<br />

Concorso Fotografico<br />

sezionale ha visto la<br />

partecipazione <strong>di</strong> 28<br />

fotografie. I Soci<br />

votanti sono stati 63<br />

per complessivi 209<br />

voti. <strong>Il</strong> Concorso ha<br />

visto l’exploit del Socio<br />

Daniele Lucca che, da<br />

buon appassionato <strong>di</strong><br />

montagna e con buoni<br />

piazzamenti già nei<br />

concorsi precedenti, si<br />

aggiu<strong>di</strong>ca il primo ed<br />

il terzo premio con le immagini “Tempesta_Croda Rossa d’Ampezzo” (foto<br />

n.27) e “Tra cielo e terra_Dolomiti <strong>di</strong> Brenta”. (foto n. 22). Al secondo posto la<br />

fotografia del Socio Alessandro Turchi, “Specchio delle mie brame - Monzoni”<br />

(foto n. 7).<br />

Lanciando un occhio al futuro e alle nuove tecnologie, quest’anno il Concorso<br />

è stato aperto anche a foto realizzate con tecnologia High Dynamic Range<br />

(HDR). L’HDR dà la possibilità <strong>di</strong> immortalare una scena avendo poi il totale<br />

controllo sull’immagine finale: ad esempio è possibile “riesporre” nuovamente<br />

la foto, correggendo o perfezionando il risultato<br />

finale. La foto vincitrice è stata realizzata con<br />

questo metodo. Le foto vincitrici <strong>di</strong> questo e dei<br />

precedenti Concorsi sono esposte in sede, nella<br />

sala conferenze.<br />

Alberto Papotti<br />

Alessandro Turchi, “Specchio delle<br />

mie brame - Monzoni”<br />

Daniele Lucca<br />

“Tra cielo e terra<br />

Dolomiti <strong>di</strong> Brenta”<br />

5


SCUOLA C.A.I.<br />

A G<br />

LPI I<br />

O<br />

VANILE<br />

N<br />

IS<br />

M<br />

O<br />

-<br />

MODENA<br />

-<br />

ALPINISMO GIOVANILE<br />

35° Corso-Soggiorno<br />

Estivo in Montagna<br />

<strong>02</strong> - 14 luglio<br />

per giovani e ragazzi/e nati dal 1993 al 1997<br />

ALTA ENGADINA (Svizzera)<br />

Escursioni naturalistiche, arrampicate in falesie,traversate<br />

alpinistiche e ciclo escursioni (Lecce - Puglie)<br />

Presentazione del Soggiorno<br />

Giovedì 27 maggio ore 21.00<br />

Posti <strong>di</strong>sponibili n° 18<br />

I Parchi Naturali della Svizzera e in<br />

particolare dell’Enga<strong>di</strong>na, i primi ad<br />

essere instaurati in Europa, situati <strong>di</strong><br />

là del confine con la Lombar<strong>di</strong>a si<br />

prestano magnificamente, per la<br />

tranquillità, la bellezza e le molteplici<br />

attrattive ad introdurre i giovani alla<br />

conoscenza dell’ambiente montano.<br />

Vi saranno escursioni guidate alla<br />

ricerca dei luoghi più caratteristici<br />

orientandosi con bussola e cartina,<br />

vedremo tanti laghetti alpini: e visiteremo<br />

siti geologici che testimoniano<br />

l’origine e l’evoluzione <strong>di</strong> queste montagne<br />

e cammin facendo incontreremo<br />

marmotte, camosci e stambecchi.<br />

Via sulle 2 ruote! Ora lungo i sentieri<br />

dei contrabban<strong>di</strong>eri e <strong>di</strong> confine, ora<br />

ai margini dei ghiacciai, ora sulle sponde<br />

<strong>di</strong> piccoli e gran<strong>di</strong> laghi ora attraverso<br />

prati e boschi potremo veramente<br />

<strong>di</strong>vertirci con la nostra bici.<br />

In Enga<strong>di</strong>na ci sono inoltre 15 palestre<br />

d’arrampicata. <strong>Il</strong> fatto che queste si<br />

trovinono spesso in luoghi splen<strong>di</strong><strong>di</strong>,<br />

davanti alla cornice unica delle montagne,<br />

fa sì che valga ancora più la pena<br />

fare un’arrampicata. Sulle rive dello<br />

Silsersee, nella Val Morteratsch ai pie<strong>di</strong><br />

del massiccio del Bernina, le palestre<br />

lungo l’intera valle sod<strong>di</strong>sfano tutti i gusti.<br />

Con l’aiuto degli istruttori impareremo<br />

ad arrampicare sulle numerose falesie<br />

attrezzate, saliremo la spettacolare e<br />

incre<strong>di</strong>bile ferrata del Piz Trovat.<br />

Scaleremo i ghiacciai del Morteratsch<br />

e della Val Roseg.<br />

Raggiungeremo tramite escursioni<br />

naturalistiche, aerei rifugi alpini al<br />

cospetto degli immensi ghiacciai.<br />

Senza <strong>di</strong>menticare i tanti giochi <strong>di</strong><br />

socializzazione, i tanti bagni nei laghetti<br />

vicini al campeggio dove alloggeremo<br />

che ci faranno passare ore certamente<br />

in<strong>di</strong>menticabili. Le bici, fedeli compagne<br />

<strong>di</strong> viaggio, ci aiuteranno ogni giorno<br />

a raggiungere ogni luogo compreso<br />

la turistica St. Mortiz<br />

È in questi luoghi <strong>di</strong> rara bellezza, che<br />

l’Alpinismo Giovanile della Sezione <strong>di</strong><br />

<strong>Modena</strong>, svolgerà il suo 35° Soggiorno<br />

Estivo in montagna.<br />

SOGGIORNO ESTIVO<br />

per ragazzi e bambini nati tra il 1998 e il 2001<br />

mercoledì 26 maggio ore 18.30<br />

PRESENTAZIONE<br />

domenica 5 - sabato 11 settembre<br />

DOLOMITI DI SESTO - TRE CIME DI LAVAREDO Alto A<strong>di</strong>ge<br />

- sud Tirolo<br />

Escursioni ai laghetti alpini delle Tre Cime e dei Piani delle<br />

Crode...<br />

...Visite alle malghe dell’Alpe per apprendere la vita legata al<br />

pascolo...<br />

Escursioni nella Storia nelle<br />

zone e sulle cime della<br />

Grande Guerra<br />

del 1915-1918...<br />

Lezioni <strong>di</strong><br />

arrampicata<br />

ed escursionialpinistiche<br />

alle Crode<br />

Fiscaline, alla Salsiccia <strong>di</strong> Francoforte e alla Morgen Kopf...<br />

...Tanti giochi <strong>di</strong> socializzazione...<br />

... e cammin facendo, incontri con marmotte, camosci e<br />

stambecchi...<br />

... Per introdurre i ragazzi alla conoscenza dell’ambiente<br />

montano, all’autonomia in<strong>di</strong>viduale e <strong>di</strong> gruppo.<br />

BIMBI BELLI¿¡˘˘˘<br />

6<br />

In occasione del Congresso Nazionale degli<br />

Accompagnatori Giovanili, svoltosi a Piacenza il 13 - 14<br />

marzo, è stato organizzato parallelamente il 4° Concorso<br />

Fotografico Nazionale d’Immagini <strong>di</strong> ragazzi in attività<br />

dell’Alpinismo Giovanile. <strong>Il</strong> concorso era sud<strong>di</strong>viso in due<br />

categorie: immagini eseguite dai ragazzi e immagini<br />

scattate dagli Accompagnatori. I premi da assegnare<br />

erano tre per ogni categoria e la nostra Scuola <strong>di</strong> Alpinismo<br />

Giovanile <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> si è aggiu<strong>di</strong>cata ben 5 trofei: 2<br />

primi, 2 secon<strong>di</strong> e un terzo premio. Che <strong>di</strong>re? La nostra<br />

incredulità è stata tanta, le foto partecipanti al concorso<br />

erano altrettanto tante e ci siamo chiesti a cosa attribuire<br />

il merito <strong>di</strong> questi risultati: alle capacità “espressive” dei<br />

fotografi? Alle attività “immortalate” svolte? Ai nostri<br />

“fotogenici” ragazzi? Alla “sfacciata” fortuna? Mah?! Forse<br />

un po’ <strong>di</strong> tutto questo... ora il grosso problema sarà doversi<br />

ripetere in occasione del prossimi concorso, il 5°!! Perciò,<br />

per un anno, avanti con questo motto: “Bimbi, tutti in<br />

posa, <strong>di</strong> profilo, con il naso all’insù e state fermi!!!”.


CAPANNO TASSONI<br />

<strong>Il</strong> nome alla capanna-rifugio posta<br />

nell’alta valle <strong>di</strong> Ospitale (già Val <strong>di</strong><br />

Lamola) viene da una famiglia Tassoni<br />

esistente fin dalla fine del ‘700 e della<br />

quale è vivente una persona ancora,<br />

residente fuori zona; e si chiamò con<br />

tale nome perchè la costruì un artigiano<br />

del posto che ebbe in dono dal<br />

Duca <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> un appezzamento <strong>di</strong><br />

terra boscata con facoltà <strong>di</strong> costruirvi<br />

un “casello” o “capanno” o “capanna”<br />

ove lavorare il legno <strong>di</strong> faggio ed abitarvi<br />

nella buona stagione (testimonianza<br />

<strong>di</strong> Isaia Leonelli <strong>di</strong> recente<br />

scomparso). Ed è sempre stata Capanna<br />

Tassoni (per gli abitanti, il Comune,<br />

il C.A.I., la Forestale) fino a<br />

quando una cooperativa che ha avuto<br />

in gestione dalla Regione E.R. il rifugio,<br />

ne ha cambiato il nome in “Tassone”<br />

Correva l’Anno Accademico 1946-47<br />

quando al termine dell’esame <strong>di</strong> Mineralogia<br />

il Prof. Bertolani rivolse a uno<br />

studente dallo sguardo piuttosto sveglio<br />

lo storico invito: “Perchè domenica<br />

prossima Lei non viene con noi?” E<br />

così fu...<br />

L’universitario, poi dottore in Chimica<br />

industriale era ed è il nostro Socio<br />

Arrigo Gambigliani Zoccoli iscritto alla<br />

<strong>sezione</strong> del <strong>CAI</strong> <strong>Modena</strong> fin dal 1945.<br />

L’invito era per una uscita <strong>di</strong> esplorazione<br />

nei gessi triassici dell’Alta Val <strong>di</strong><br />

Secchia con base al Mulino <strong>di</strong> Cinquecerri<br />

in comune <strong>di</strong> Ligonchio. Cominciò<br />

così, quella domenica, la sua avventura<br />

scientifica e speleologica. Avventura,<br />

una delle tante in verità perchè<br />

dalla conoscenza <strong>di</strong>retta del personaggio<br />

e da quanto va raccontando con<br />

precisione matematica non v’ha dubbio<br />

che l’amore per l’avventura sia stato<br />

il sale della sua vita... confessa che<br />

solo ultimamente si è messo un po’<br />

quieto...<br />

A quel tempo il GSE (Gruppo Speleologico<br />

Emiliano della Sezione <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />

del Club Alpino Italiano) capitanato<br />

dal Prof. Guareschi, dal<br />

Prof.Bertolani e dal dott. Malavolti con<br />

l’apporto <strong>di</strong> Carlo Moscar<strong>di</strong>ni, tecnico<br />

presso l’istituto <strong>di</strong> Zoologia della Università<br />

<strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, della Prof.ssa Daria<br />

Marchetti, moglie del Prof. Bertolani<br />

e <strong>di</strong> Rodolfo de Salis, per molti anni<br />

Decano della nostra Sezione, fu la<br />

‘punta <strong>di</strong> <strong>di</strong>amante’ dell’attività della<br />

senza alcuna ragione.<br />

Intervenni più volte in <strong>di</strong>fesa della<br />

nostra toponomastica scrivendo documentati<br />

articoli sulla “Musola” <strong>di</strong> Lizzano<br />

in Belvedere, “Fanano fra Storia e<br />

Poesia” ed altri perio<strong>di</strong>ci tanto che<br />

questa mia “<strong>di</strong>fesa” fu citata anche nel<br />

volume che la Cassa <strong>di</strong> Risparmio <strong>di</strong><br />

Carpi pubblica annualmente. Ebbi anche<br />

una vivace <strong>di</strong>scussione con i gestori<br />

del rifugio, ma nulla cambiò.<br />

Finalmente, come ho appreso ultimamente,<br />

la capanna o capanno o casello<br />

è ritornato ai vecchi proprietari, Conti<br />

Forni <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> e così non avranno<br />

più ragione <strong>di</strong> esistere <strong>di</strong>scussioni in<br />

merito.<br />

Fanano, aprile 2010<br />

Alfonso Pasquali<br />

Sezione <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>. Arrigo si trovò<br />

dunque inserito in una ‘squadra d’assalto’<br />

<strong>di</strong> altissimo profilo scientifico e<br />

sportivo. Esiste una brillante e spiritosa<br />

relazione, a firma <strong>di</strong> Mario Bertolani,<strong>di</strong><br />

questa uscita in ambiente cui partecipò<br />

il nostro Socio Arrigo: fu pubblicata sul<br />

numero ‘speciale’ de ‘<strong>Il</strong> <strong>Cimone</strong>’ nel<br />

1952 in occasione del 25° anniversario<br />

della Rifondazione della <strong>sezione</strong>; per<br />

problemi <strong>di</strong> spazio non possiamo qui<br />

ripubblicarla ma è nostra intenzione<br />

farlo in un successivo numero del Notiziario.<br />

Ma non fu questo il primo ‘imprinting’<br />

con l’avventura, con il ‘sopra’ e il ‘sotto’<br />

del piano <strong>di</strong> campagna: già in famiglia<br />

la passione per la montagna era viva<br />

e le vacanze estive, alla fine degli anni<br />

‘30, erano a Ortisei in Val Gardena.<br />

Poi un primo approccio al mondo degli<br />

abissi fu a Postumia, nel 1937, dove<br />

in un’enorme sala <strong>di</strong> quelle grotte si<br />

tenevano abitualmente concerti <strong>di</strong> musica<br />

classica. Arrigo ricorda con vivacità<br />

<strong>di</strong> particolari quando, lui se<strong>di</strong>cenne,<br />

partecipò a un soggiorno estivo a Cevo,<br />

in Val Camonica, <strong>di</strong>retto da uno<br />

zio paterno, sacerdote gesuita, anch’egli<br />

appassionato <strong>di</strong> montagna:<br />

come salì per due volte all’Adamello<br />

e in gruppo, scarponi chiodati ai pie<strong>di</strong>,<br />

compì una magnifica traversata nel<br />

Gruppo Ortles-Cevedale con salita al<br />

Pizzo Tresero, <strong>di</strong>scesa per il Ghiacciao<br />

dei Forni, Rifugio Pizzini, Rifugio Casati<br />

e rientro per la Forcola a Pejo lungo<br />

Una mano<br />

lava l’altra...<br />

Nel numero scorso de il cimone avevamo chiesto ai soci sci fon<strong>di</strong>sti<br />

<strong>di</strong> donare l’eventuale attrezzatura sciistica che non veniva più utilizzata<br />

ai nostri ragazzi dell’Alpinismo Giovanile, per poter offrire anche ai<br />

ragazzi la possibilità <strong>di</strong> provare anche questo bellissimo sport.<br />

<strong>Il</strong> messaggio, trasportato sulle ali del più classico passaparola, deve<br />

essere arrivato anche al nuovo gestore del Rifugio Capanno Tassoni,<br />

da quest’anno, il Conte Clemente Maria Forni.<br />

<strong>Il</strong> Conte, infatti, ci ha regalato due dozzine <strong>di</strong> attrezzatura da sci<br />

completa: in pratica l’ex dotazione degli sci a noleggio della Cooperativa<br />

che gestiva la precedente Capanna Tassone.<br />

I ragazzi dell’A.G., nel ringraziare la nuova gestione per il regalo<br />

ricevuto, augurano un proficuo e prospero programma <strong>di</strong> attività<br />

integrate nell’ambiente naturale, come previste e auspicate dal Conte<br />

Forni stesso. Grazie <strong>di</strong> cuore!<br />

L’INTERVISTA<br />

...a Arrigo Gambigliani Zoccoli<br />

La foto risale al 1947: all’estrema destra, con elemetto americano in<br />

testa, il dott.Arrigo Gambigliani Zoccoli; all’estrema sinistra la prof.<br />

Daria Bertolani Marchetti<br />

la Val de la Mare. Un altro emozionante<br />

ricordo alpinistico, questo alla fine degli<br />

anni ‘40, è quello relativo a una ‘bravata’<br />

compiuta in un soggiorno a Chamonix:<br />

procuratosi corda e piccozza<br />

all’insaputa del padre, al comando <strong>di</strong><br />

alcuni compagni raggiunse, per la Junction,<br />

il Rèfuge des Grands Mulets<br />

(3051 m) attraverso i ghiacciai del<br />

versante francese. <strong>Il</strong> ritorno, il pomeriggio<br />

(che noia fare la stessa strada..)<br />

fu, ad intuito, per altro versante, ma<br />

ahiloro, i nostri ragazzi si trovarono a<br />

dover affrontare una serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà<br />

tecniche con crepacci, seracchi e ‘compagnia<br />

ghiacciante’... Arrigo, che teneva<br />

ben saldo il bastone, pardon, la<br />

piccozza del comando, riusciì a portare<br />

la cordata a salvamento: esausti,<strong>di</strong>sidratati<br />

e in con<strong>di</strong>zioni un po’<br />

pietose riuscirono a far rientro a Chamonix<br />

nel cuor della notte (c’è da giurarci:<br />

con la faccia <strong>di</strong> chi non può ammettere<br />

d’aver avuto paura...) dove<br />

famigliari, amici e conoscenti li stavano<br />

aspettando con ben intuibile apprensione<br />

e angoscia.<br />

Come già detto l’attività del dott. Arrigo<br />

Gambigliani Zoccoli fu prevalentemente<br />

in campo speleologico e si svolse<br />

nel decennio dal 1947 alla fine degli<br />

anni ‘50. Le zone principalmente frequentate<br />

furono i Gessi dell’alta valle<br />

della Secchia, Vallestra e zone limitrofe,<br />

stante l’assenza <strong>di</strong> fenomeni carsici<br />

nel territorio modenese. Sui numeri<br />

de ‘<strong>Il</strong> <strong>Cimone</strong>’ <strong>di</strong> quegli anni troviamo<br />

numerose e dettagliate relazioni dell’attività<br />

svolta. Arrigo ricoprì anche<br />

incarichi sezionali: fu Consigliere e<br />

Segretario del G.S.E. Ricorda <strong>di</strong>vertito<br />

un episo<strong>di</strong>o capitato in occasione del<br />

rinnovo delle cariche sociali del 1947:<br />

il cimone<br />

i giovani rampanti <strong>di</strong> allora chiedevano<br />

un avvicendamento generazionale e<br />

a tal fine furono poste in essere manovre<br />

un po’ ‘<strong>di</strong>sinvolte’ giocando sul<br />

fatto che all’epoca esisteva la possibilità<br />

<strong>di</strong> votare anche per delega... ma<br />

l’occhiuto, scrupolosissimo, integerrimo<br />

Lorenzo Bossetti ‘Nume tutelare’ della<br />

Sezione se ne accorse e prontamente<br />

sventò, con doverose rampogne, il<br />

tentativo <strong>di</strong> ‘golpe’.<br />

Arrigo si de<strong>di</strong>cò anche allo sci: ricorda<br />

con piacere un bravissimo seppur anziano<br />

Maestro <strong>di</strong> sci in Val Gardena e<br />

le piste dell’Abetone percorse (c’è da<br />

giurarlo, a rompicollo) con Orazio Coggi:<br />

all’Abetone, agli inizi degli anni ‘50,<br />

gli impianti <strong>di</strong> risalita erano costituiti<br />

unicamente da uno slittone che portava<br />

gli sciatori alla Selletta del Gomito.<br />

Non contento poi <strong>di</strong> alpinismo, speleologia<br />

e sci, agli inizi degli anni ‘60<br />

Arrigo concepisce una nuova (e te<br />

pareva...) passione: la Vela! Sottoponendosi<br />

a un ‘tour de force’ non in<strong>di</strong>fferente,<br />

la sera, ‘ventre a terra’, da<br />

<strong>Modena</strong> si precipita a Milano dove era<br />

posta la più vicina Scuola per poter<br />

conseguire il Brevetto nautico: fattosi<br />

‘la barca’ scorazza da Livorno alle<br />

Baleari, dalle Eolie alle isole dell’Arcipelago<br />

toscano...<br />

Doverosi impegni <strong>di</strong> famiglia e <strong>di</strong> professione<br />

(ha ricoperto importanti ruoli<br />

<strong>di</strong> responsabilità nel settore ceramico)<br />

frenarono queste gran<strong>di</strong> passioni ma<br />

l’attaccamento e la fedeltà al <strong>CAI</strong> mai<br />

è venuta meno.<br />

Gli sottopongo questa intervista-biografia<br />

prima <strong>di</strong> darla alle stampe: mi dà il suo<br />

consenso con quel suo inossidabile sorrisetto<br />

da ‘énfant terrible’...<br />

Alessandro Marchiorri<br />

Notiziario della Sezione <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> del Club Alpino Italiano<br />

Via 4 Novembre, 40 - 41100 <strong>Modena</strong> - Tel. 059/826914 - Fax 059/826978<br />

Internet Home Page: http://www.cai.mo.it - E-mail: modena@cai.it<br />

Direttore Responsabile: Maria Teresa Rubbiani<br />

Fotocomposizione e stampa: Borghi - Via Gran<strong>di</strong>, 63/65 - 41123 <strong>Modena</strong><br />

Autorizz. del Tribunale <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> n. 605 del 29 settembre 1977<br />

<strong>Il</strong> notiziario è aperto alla collaborazione dei soci e simpatizzanti,<br />

ma gli articoli dei singoli autori non impegnano la redazione nè il Consiglio<br />

Direttivo del sodalizio. La pubblicazione può essere parziale.<br />

Anche se non pubblicati i testi non saranno restituiti.<br />

LA SEDE È APERTA NEI GIORNI DI<br />

MERCOLEDÌ E VENERDÌ (DALLE 17,00 - ALLE 19,30)<br />

E DI MARTEDÌ (DALLE 20,30 - ALLE 23,00).<br />

7


GRUPPO<br />

MODENA<br />

<strong>CAI</strong><br />

SPELEOLOGICO<br />

EMILIANO<br />

La valle <strong>di</strong> Arnetola, in Garfagnana, è<br />

particolarmente ricca <strong>di</strong> fenomeni carsici;<br />

qui si aprono ben 5 abissi con profon<strong>di</strong>tà<br />

superiori ai 1000 metri, e 2 che vanno oltre<br />

i 300 metri, tanto che la valle presenta una<br />

concentrazione <strong>di</strong> cavità profonde tra le<br />

maggiori in Italia e forse in Europa. Purtroppo,<br />

è anche interessata da intensi lavori <strong>di</strong><br />

estrazione del marmo, che minacciano varie<br />

cavità; c’è inoltre il progetto <strong>di</strong> una galleria<br />

per collegarla con Arni.<br />

L’abisso Guaglio si apre a 1130 metri <strong>di</strong><br />

quo<strong>Il</strong> nome della grotta deriva probabilmente<br />

da quello, in <strong>di</strong>aletto bergamasco, dei<br />

gracchi, uccelli del genere dei corvi<strong>di</strong> che<br />

una volta ni<strong>di</strong>ficavano all’ingresso dell’antro.<br />

L’ingresso del Bus <strong>di</strong> Tàcoi si apre nel monte<br />

Redondo, a 1550 metri <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne; si raggiunge<br />

seguendo il sentiero che parte dagli<br />

Spiazzi <strong>di</strong> Boario, nel comune <strong>di</strong> Gromo<br />

(BG); in circa un’ora <strong>di</strong> cammino, al termine<br />

<strong>di</strong> un ripido canalone, si arriva alla grotta.<br />

Scoperta poco dopo la 1° guerra mon<strong>di</strong>ale,<br />

fu esplorata sistematicamente negli anni<br />

‘20 dal Gruppo Grotte Bergamo, ma solo<br />

negli anni ‘60 venne effettuato un rilievo<br />

dettagliato. <strong>Il</strong> Bus ha inizio con un pozzo <strong>di</strong><br />

ingresso, alla cui base persiste fino all’estate<br />

un nevaio, che contribuisce a determinare<br />

il clima della grotta. Segue un ampio corridoio<br />

8<br />

GRUPPO SPELEOLOGICO EMILIANO<br />

dal 16 Settembre al 4 novembre<br />

32° Corso <strong>di</strong> Introduzione alla Speleologia<br />

Lo scopo del corso è portare gli allievi<br />

a un approccio col mondo sotterraneo<br />

e a una prima conoscenza<br />

delle sue cavità, delle rocce in cui<br />

queste si sono formate, del carsismo<br />

e delle altre cause che le hanno<br />

generate; portare insomma a una<br />

prima esperienza delle varie forme<br />

che la natura può assumere al <strong>di</strong><br />

sotto del mondo che siamo abituati<br />

a vedere. La speleologia è infatti<br />

essenzialmente l’esplorazione e lo<br />

stu<strong>di</strong>o delle cavità, sia naturali che<br />

artificiali, che si trovano nel sottosuolo,<br />

della loro genesi, delle loro<br />

trasformazioni.<br />

La chiara luce dell’acetilene o delle<br />

lampade a led guiderà il nostro cammino<br />

negli ambienti ipogei e, passo<br />

dopo passo, quei luoghi ci riveleranno<br />

scenari <strong>di</strong> stalattiti e stalagmiti,<br />

laghi e corsi d’acqua, cunicoli e scintillanti<br />

concrezioni, in un mondo che,<br />

al pari <strong>di</strong> quello esterno, presenta<br />

infinite varietà <strong>di</strong> forme e <strong>di</strong> colori.<br />

<strong>Il</strong> corso avrà una durata <strong>di</strong> circa 6<br />

settimane e si articolerà in una serie<br />

<strong>di</strong> lezioni teoriche su geologia, speleogenesi,<br />

carsismo, idrologia, nonché<br />

sulla presentazione dei materiali<br />

utilizzati in speleologia e sulle tecniche<br />

da seguire per muoversi nelle<br />

grotte. Alcune uscite pratiche ci condurranno<br />

in cavità ad andamento<br />

prevalentemente orizzontale e in<br />

altre ad andamento verticale, in modo<br />

da offrirci una panoramica generale<br />

sui vari ambienti ipogei.<br />

Domenica 13 Giugno<br />

Sassi <strong>di</strong> Varana - Palestra speleologica<br />

Per apprendere le tecniche <strong>di</strong> progressione<br />

su corda, utilizzate nell’attività speleologica,<br />

organizziamo una gita ai Sassi <strong>di</strong> Varana,<br />

le note formazioni <strong>di</strong> ofiolite, roccia basaltica<br />

<strong>di</strong> origine vulcanica, sulla strada tra Sassuolo<br />

e Serramazzoni. È una possibilità per tutti<br />

per iniziare a capire come ci si muove nelle<br />

grotte verticali, veri gioielli nascosti nelle<br />

profon<strong>di</strong>tà della terra, che meritano <strong>di</strong> essere<br />

conosciute perché racchiudono tesori <strong>di</strong><br />

assoluto fascino e bellezza.<br />

In palestra presenteremo e faremo provare<br />

facili tratti su roccia e mostreremo l’utilizzo<br />

dell’attrezzatura speleologica. Basta quin<strong>di</strong><br />

la voglia <strong>di</strong> sperimentare una nuova attività<br />

e un minimo <strong>di</strong> “fiato”.<br />

Domenica 20 Giugno<br />

Abisso Guaglio<br />

La valle <strong>di</strong> Arnetola, in Garfagnana, è<br />

particolarmente ricca <strong>di</strong> fenomeni carsici;<br />

qui si aprono ben 5 abissi con profon<strong>di</strong>tà<br />

superiori ai 1000 metri, e 2 che vanno oltre<br />

i 300 metri, tanto che la valle presenta una<br />

concentrazione <strong>di</strong> cavità profonde tra le<br />

maggiori in Italia e forse in Europa.<br />

Purtroppo, è anche interessata da intensi<br />

lavori <strong>di</strong> estrazione del marmo, che<br />

minacciano varie cavità; c’è inoltre il progetto<br />

<strong>di</strong> una galleria per collegarla con Arni.<br />

L’abisso Guaglio si apre a 1130 metri <strong>di</strong><br />

quota e ha un <strong>di</strong>slivello complessino <strong>di</strong> 650<br />

metri. Particolarmente piacevole è il primo<br />

tratto della grotta, con pozzi non troppo<br />

profon<strong>di</strong> e un bellissimo meandro nel<br />

marmo levigato, che porta fino a -250 metri.<br />

Dopo, una serie <strong>di</strong> pozzi più impegnativi<br />

conduce alla massima profon<strong>di</strong>tà, raggiunta<br />

per la prima volta nel 1978.<br />

Si tratta quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> una escursione per<br />

speleologi esperti e allenati.<br />

Sabato 10 e Domenica 11 Luglio<br />

Bus <strong>di</strong> Tàcoi<br />

inclinato e un vasto salone, che tramite un<br />

passaggio stretto immette in un fitto sistema<br />

<strong>di</strong> piccole salette, gallerie e pozzi. Si arriva<br />

al Salto della Morte, da dove inizia la parte<br />

più spettacolare della grotta, con<br />

incrostazioni e concrezioni. Nella Sala delle<br />

Vaschette si trovano numerose vasche<br />

calcaree incrostate da cristalli <strong>di</strong> calcite; nel<br />

mezzo sorge il Monte Cervino, gigantesca<br />

stalagmite bianca. Si prosegue verso il lago<br />

Verde, che rappresenta la fine dell’escursione,<br />

anche se anticamente la <strong>di</strong>scesa<br />

proseguiva al <strong>di</strong> sotto del piccolo bacino,<br />

sul cui fondo, nell’acqua, si notano stalagmiti<br />

che coincidono con le stalattiti nel soffitto.<br />

<strong>Il</strong> Bus <strong>di</strong> Tàcoi è una grotta particolarmente<br />

interessante per la varietà <strong>di</strong> ambienti e <strong>di</strong><br />

colori che la caratterizzano; la visita è<br />

comunque in<strong>di</strong>cata a chi ha una <strong>di</strong>screta<br />

esperienza <strong>di</strong> progressione verticale su<br />

corda.ta e ha un <strong>di</strong>slivello complessino <strong>di</strong><br />

650 metri. Particolarmente piacevole è il<br />

primo tratto della grotta, con pozzi non<br />

troppo profon<strong>di</strong> e un bellissimo meandro<br />

nel marmo levigato, che porta fino a -250<br />

metri. Dopo, una serie <strong>di</strong> pozzi più impegnativi<br />

conduce alla massima profon<strong>di</strong>tà,<br />

raggiunta per la prima volta nel 1978.<br />

Si tratta quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> una escursione per<br />

speleologi esperti e allenati.<br />

Nel comune <strong>di</strong> Esino Lario (LC), dopo<br />

una camminata <strong>di</strong> quasi 1,30 ore, si<br />

raggiunge il rifugio Bogani, che è una<br />

delle basi <strong>di</strong> partenza per molte delle<br />

escursioni speleologiche della zona.<br />

Dopo altri 10 minuti, si raggiunge<br />

l’ingresso della grotta, che inizia con<br />

un pozzo <strong>di</strong> 30 metri esplorato nel<br />

1958. <strong>Il</strong> fondo era occupato da uno<br />

spesso strato nevoso che fino al 1991<br />

ha impe<strong>di</strong>to la prosecuzione<br />

Programma<br />

gio 16/9 Iscrizioni e presentazione del corso -<br />

Attrezzatura <strong>di</strong> base, vestizione e alimentazione in grotta<br />

dom 19/9 Uscita in grotta orizzontale (facile)<br />

gio 23/9 Geologia e carsismo<br />

dom 26/9 Uscita in grotta orizzontale (facile)<br />

gio 30/9 Idrologia e meteorologia<br />

gio 7/10 Materiali e tecniche <strong>di</strong> progressione in grotte verticali<br />

dom 10/10 Palestra <strong>di</strong> roccia<br />

gio 14/10 Topografia ipogea<br />

dom 17/10 Uscita in grotta verticale<br />

gio 21/10 Biospeleologia<br />

sab 23/10 Palestra <strong>di</strong> roccia<br />

dom 24/10 Uscita in grotta verticale<br />

gio 28/10 Nozioni <strong>di</strong> primo soccorso<br />

gio 4/11 Consegna degli attestati e proiezione <strong>di</strong> <strong>di</strong>apositive<br />

Domenica 25 Luglio<br />

Abisso Apaz!<br />

Per iscriversi alle gite o avere informazioni,<br />

siamo in sede il giovedì sera o potete<br />

scrivere una mail a<br />

g.s.emiliano@tele2.it<br />

Le domus dell’Ortaglia costituiscono<br />

un caso esemplare in cui scavo archeologico,<br />

restauro e allestimento<br />

museale hanno concorso alla valorizzazione<br />

<strong>di</strong> un significativo capitolo <strong>di</strong><br />

storia romana della città <strong>di</strong> Brescia.<br />

La prima abitazione, detta Domus <strong>di</strong><br />

Dioniso, prende il nome dall’immagine<br />

del Dio che invita ad assaporare i piaceri<br />

del palato, raffigurata al centro del<br />

pavimento a mosaico del triclinio (sala<br />

da pranzo), mentre tutt’attorno le pareti<br />

sono affrescate con paesaggi marini e<br />

campestri. La seconda <strong>di</strong>mora invece<br />

è detta delle Fontane per la presenza<br />

<strong>di</strong> numerose vasche e giochi d’acqua,<br />

un lusso riservato a pochi facoltosi.<br />

<strong>Il</strong> monastero <strong>di</strong> Santa Giulia, oggi sede<br />

del museo, si sviluppa attorno a tre<br />

chiostri rinascimentali e tre chiese: la<br />

basilica longobarda <strong>di</strong> San Salvatore,<br />

fondata a metà dell’VIII secolo d.C.,<br />

l’oratorio romanico <strong>di</strong> Santa Maria in<br />

Solario e la chiesa rinascimentale <strong>di</strong><br />

Santa Giulia.<br />

Dal Monastero <strong>di</strong> Santa Giulia si può<br />

dell’esplorazione. In quell’anno, con<br />

l’abbassamento della neve, si è<br />

scoperto che l’abisso continua con altri<br />

pozzi, a volte stretti, a volte più agevoli,<br />

fino ad arrivare a una profon<strong>di</strong>tà<br />

dall’ingresso <strong>di</strong> -234 metri.<br />

Si tratta <strong>di</strong> una gita <strong>di</strong> grande interesse<br />

ambientale e anche sportivo, visto<br />

l’avvicinamento, adatta a chi ha<br />

esperienza <strong>di</strong> progressione speleologica<br />

su corda.<br />

COMITATO SCIENTIFICO<br />

FERDINANDO MALAVOLTI<br />

Sabato 17 e Domenica 18 Luglio<br />

Brescia: le Domus dell’Ortaglia<br />

effettuare una suggestiva passeggiata<br />

lungo la via dei Musei - l’antico decumano<br />

massimo -su cui si affacciano il<br />

Teatro <strong>di</strong> età augustea, ampliato in età<br />

imperiale, il Capitolium, tempio romano<br />

e<strong>di</strong>ficato nel II secolo a.C, e uno dei<br />

fori romani meglio conservati dell’Italia<br />

Settentrionale.<br />

Brescia possiede anche la Pinacoteca<br />

Tosio Martinengo. Le opere sono esposte<br />

lungo un percorso <strong>di</strong> venticinque<br />

stanze, e sono rappresentate da <strong>di</strong>pinti<br />

dei più celebri maestri della scuola pittorica<br />

bresciana del quattrocento e del<br />

cinquecento. Trovano posto anche le tele<br />

<strong>di</strong> celeberrimi artisti italiani e fiamminghi.<br />

Sulla costa meri<strong>di</strong>onale del lago <strong>di</strong><br />

Garda, all’estremità della penisola <strong>di</strong><br />

Sirmione, in una splen<strong>di</strong>da posizione<br />

panoramica si ritrovano i resti della villa<br />

romana nota da secoli con il nome <strong>di</strong><br />

“Grotte <strong>di</strong> Catullo”, datata fine I secolo<br />

a.C. - inizio I secolo d.C., l’esempio più<br />

gran<strong>di</strong>oso <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficio privato <strong>di</strong> carattere<br />

signorile <strong>di</strong> tutta l’Italia settentrionale.<br />

D.G. Daniela Cristofori


Gruppo<br />

sentieri<br />

Tutto scorre...<br />

ovvero Segnatori d’Estate<br />

L’abbiamo chiamata e... lei è rimasta!<br />

Ovviamente stiamo parlando della<br />

neve che ha deciso <strong>di</strong> cingere d’asse<strong>di</strong>o<br />

i nostri monti e i nostri sentieri fino<br />

a tutto il mese <strong>di</strong> aprile. Non è stato<br />

un asse<strong>di</strong>o in senso negativo in quanto<br />

le attività invernali sono una bella<br />

esperienza per gli escursionisti ma la<br />

stessa cosa non sempre vale per i<br />

sentieri. Frane, come quella sulla<br />

strada che va a Lago Santo, smottamenti<br />

e crolli sono il lascito delle abbondanti<br />

e “improvvise” nevicate degli<br />

ultimi mesi e del successivo caldo che<br />

ha riversato fiumi d’acqua non solo<br />

dentro i letti dei torrenti. Non c’è da<br />

stupirsi, in realtà, perchè si sa che<br />

tutto cambia, tutto scorre... “panta rei”,<br />

come <strong>di</strong>ceva il filosofo greco, affermando<br />

che non si può <strong>di</strong>scendere due<br />

volte nel medesimo fiume perchè<br />

l’acqua scorre, il fiume muta e non è<br />

più lo stesso. Se non avete famigliarità<br />

con questi temi filosofici, potreste<br />

provare a chiedere ad alcuni amici<br />

Segnatori che in una calda giornata<br />

<strong>di</strong> aprile hanno deciso <strong>di</strong> fare il verso<br />

alle “Conversazioni in Montagna”<br />

giunte al 5° anno e, a metà del guado,<br />

sono volati dentro al fiume uno dopo<br />

l’altro. <strong>Il</strong> fiume non è più lo stesso, da<br />

quel giorno. Neanche i loro zaini...<br />

Aneddoti a parte, comunque, in questo<br />

inverno alcuni nostri sentieri hanno<br />

subito una bella “batosta” e sarà tema<br />

dei prossimi mesi il comprendere se<br />

rimarranno aperti o meno. Per ora<br />

registriamo la temporanea chiusura<br />

dei sentieri 445, nella zona della Ruina<br />

del <strong>Cimone</strong> che, come <strong>di</strong>ce il nome<br />

stesso, è “ruinata”, portando con sè<br />

anche il sentiero. Un analoga fine è<br />

capitata al sentiero 473 che sale dal<br />

Torrente Scoltenna a Castellino <strong>di</strong><br />

Riolunato, chiuso perchè franato in un<br />

paio <strong>di</strong> punti. Le verifiche sono iniziate<br />

ma si prevede che sarà un lavoro<br />

lungo, visto il tipo d’intervento. <strong>Il</strong><br />

sentiero 531, invece, è percorribile<br />

anche se è necessario fare attenzione<br />

in corrispondenza della frana che in<br />

parte coinvolge la strada per Lago<br />

Santo.<br />

Per il resto, il lavoro costante <strong>di</strong> verifica<br />

e manutenzione della nostra rete<br />

L’appuntamento con il Soggiorno dei<br />

Segnatori è giunto al 3° anno e si<br />

rinnova la voglia <strong>di</strong> godersi le vacanze<br />

estive ma, allo stesso tempo, <strong>di</strong> fare<br />

una gita prolungata sui nostri sentieri.<br />

Sull’onda dell’adagio “più sentieri e<br />

meno strada”, ve<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> guadagnare<br />

tempo da de<strong>di</strong>care alle escursioni<br />

eliminando i viaggi da <strong>Modena</strong> e<br />

attestandoci “in altura”. Dopo Abetone<br />

e Frassinoro... dove si andrà<br />

quest’anno? Chi lo sa! Come negli<br />

anni scorsi stabiliremo in Appennino<br />

la nostra base e giornalmente<br />

organizzeremo i raid <strong>di</strong> manutenzione,<br />

<strong>di</strong> pittura o anche solo <strong>di</strong> rilievo e<br />

verifica. La meta verrà decisa in base<br />

alle proposte dei partecipanti e alle<br />

necessità <strong>di</strong> manutenzione a partire<br />

continua lentamente ma in modo<br />

costante. Si avvia, invece, al termine<br />

il lavoro <strong>di</strong> apertura della nuova rete<br />

dei sentieri presso l’Unione dei Comuni<br />

Montani Valli Dolo, Dragone e Secchia.<br />

Attenzione, dunque, alla nuova numerazione<br />

che si sta andando ad affermare<br />

nella zona perchè i cambiamenti<br />

sono <strong>di</strong>versi nei sentieri che stanno<br />

ad ovest della Via Vandelli (che rimane<br />

sentiero 579 nell’Alto Appennino). <strong>Il</strong><br />

resto della numerazione non ha invece<br />

subito variazioni.<br />

Sul fronte delle attività, il 3° Corso per<br />

Segnatori, svoltosi tra aprile e maggio,<br />

ha portato nuovi Segnatori al nostro<br />

Gruppo: chissà dove ci porteranno...<br />

No, non nel senso “si sono già persi<br />

e chissà dove stanno andando” ma <strong>di</strong><br />

“chissà quali avventure potremo vivere<br />

insieme a loro”! Di sicuro saranno dei<br />

nostri nelle gite in programma nei<br />

prossimi mesi: 6 giugno, 11 luglio, 12<br />

settembre. <strong>Il</strong> martedì precedente (il<br />

primo martedì del mese) si terranno<br />

gli incontri in sede per parlare <strong>di</strong><br />

sentieri, <strong>di</strong> segnatori e... per fare 4<br />

chiacchiere. Inoltre, quest’estate è in<br />

programma il Soggiorno del Segnatore<br />

ma... per questo vi rimando all’articolo<br />

ad esso de<strong>di</strong>cato.<br />

Anche a Pavullo le attività procedono<br />

e si stanno risolvendo alcuni “problemi<br />

<strong>di</strong> gioventù” <strong>di</strong> questi sentieri, alcuni<br />

dei quali sono stati “rosicchiati” dai<br />

proprietari. La situazione è in qualche<br />

punto cambiata rispetto alla carta<br />

inclusa nella Guida presentata dal<br />

Comune in occasione dell’inaugurazione<br />

degli itinerari nel 2008, per cui<br />

fate attenzione ai segni sul terreno.<br />

Le gite a Pavullo si terranno le domeniche<br />

27 giugno, 18 luglio, 26 settembre<br />

e gli incontri per definirne l’organizzazione,<br />

il mercoledì precedente.<br />

Per avere maggiori informazioni sulle<br />

attività del Gruppo e per partecipare,<br />

ci trovate in sede a <strong>Modena</strong> tutti i<br />

martedì sera o a Pavullo (presso lo<br />

Chalet della Parrocchia <strong>di</strong> Monte-<br />

Obizzo) il mercoledì che precede le<br />

gite. La nostra mail è:<br />

sentieristica@cai.mo.it.<br />

A presto... sui nostri sentieri!<br />

Andrea Gasparini<br />

Da Mercoledì 18 a Domenica 22 Agosto<br />

3° Soggiorno dei Segnatori<br />

dal mese <strong>di</strong> luglio. Un occhio (e gli<br />

scarponi) ai sentieri e un occhio alla<br />

vacanza ci faranno assistere a qualche<br />

giorno <strong>di</strong> “<strong>di</strong>vertimento utile”. Nel caso<br />

riteniate che 5 giorni siano troppi o se<br />

“il lavoro chiama” è comunque possibile<br />

partecipare per un periodo più<br />

breve come, per esempio il weekend<br />

o solo la domenica.<br />

Un’attività <strong>di</strong> questo genere <strong>di</strong>pende<br />

moltissimo dai partecipanti per cui è<br />

necessario che ci inviate la vostra<br />

adesione entro il 30 giugno (in sede<br />

o alla mail ) in cui dovrete in<strong>di</strong>care<br />

anche che giorni intendete rimanere.<br />

In seguito vi contatteremo per definire<br />

insieme i dettagli organizzativi e le<br />

attività da portare avanti.<br />

Andrea Gasparini<br />

Prima Carta dei Sentieri<br />

del Parco Nazionale<br />

dell’Appennino Tosco Emiliano<br />

È <strong>di</strong>sponibile dal mese <strong>di</strong> aprile la<br />

prima Carta dei Sentieri del Parco<br />

Nazionale dell’Appennino Tosco<br />

Emiliano. La Carta in scala 1/25.000,<br />

o meglio le due carte (foglio est e foglio<br />

ovest) fronte e retro, coprono il territorio<br />

del Parco che ha andamento da nordovest<br />

a sud-est, come è la <strong>di</strong>rettrice<br />

della dorsale spartiacque appenninica<br />

tosco emiliana. Si va dal passo della<br />

Cisa al passo delle Ra<strong>di</strong>ci, arrivando<br />

a lambire le zone più ad ovest della<br />

nostra provincia.<br />

La base topografica è completa e<br />

aggiornata, i tracciati dei sentieri sono<br />

derivati dalla base dati delle due<br />

Regioni e, per questo, riportano uno<br />

stato aggiornato e ufficiale della rete<br />

sentieristica <strong>CAI</strong>. La Carta nel suo<br />

complesso risulta ricca <strong>di</strong> informazioni<br />

escursionistiche e turistiche che facilitano<br />

la programmazione <strong>di</strong> escursioni.<br />

Infatti, come ogni escursionista<br />

sa - o dovrebbe sapere - pianificare<br />

le escursioni con l’aiuto <strong>di</strong> cartografia,<br />

soprattutto se aggiornata, e altre informazioni<br />

<strong>di</strong>sponibili, rende l’attività in<br />

ambiente più sicura e più appassionante<br />

perchè rende consapevoli dei<br />

pericoli, delle potenzialità e delle<br />

bellezze del territorio che lo ospita. La<br />

Carta è <strong>di</strong>sponibile presso la nostra<br />

Sezione e presso le librerie interessate<br />

al settore escursionistico nel territorio<br />

modenese.<br />

A.G.<br />

Ristampa della “Guida dell’Alto<br />

Appennino Bolognese-<br />

Modenese e Pistoiese dalle<br />

Piastre all’Abetone”<br />

Dopo una lunghissima gestazione <strong>di</strong><br />

ben 12 mesi, viene finalmente alla luce<br />

l’E<strong>di</strong>zione anastatica della ormai<br />

introvabile “Guida dell’Alto Appennino<br />

bolognese-modenese e pistoiese dalle<br />

Piastre all’Abetone” compilata da<br />

Giovanni Bortolotti, e<strong>di</strong>ta dalla Tamari<br />

E<strong>di</strong>tori in Bologna nel lontano 1963 e<br />

rie<strong>di</strong>ta oggi in e<strong>di</strong>zione anastatica dalla<br />

Tamari Montagna <strong>di</strong> Padova. <strong>Il</strong> libroguida<br />

del Bortolotti, <strong>di</strong> ben 684 pagine,<br />

è da considerarsi la più completa opera<br />

mai scritta sull’Alto Appennino delle tre<br />

confinanti province <strong>di</strong> Bologna, Pistoia<br />

e <strong>Modena</strong>. Si tratta <strong>di</strong> una vera e propria<br />

enciclope<strong>di</strong>a storica, geografica,<br />

naturalistica con i contributi scientifici<br />

dei migliori specialisti dell’epoca del cui<br />

apporto il Bortolotti ebbe il merito <strong>di</strong><br />

avvalersi. Questa opera, nata per<br />

iniziativa del Centro Stu<strong>di</strong> Alta Valle del<br />

Reno <strong>di</strong> Porretta Terme d’intesa con la<br />

locale Sezione del Club Alpino Italiano,<br />

approvata e sostenuta dalle altre sezioni<br />

tosco-emiliane <strong>di</strong> riferimento territoriale,<br />

tra cui ovviamente anche la nostra <strong>di</strong><br />

<strong>Modena</strong>, viene oggi riproposta in versione<br />

‘reprint’. Questo volume è davvero<br />

una occasione da non perdere:<br />

esso verrà presentato ufficialmente al<br />

pubblico domenica 20 giugno al Rifugio<br />

Duca degli Abruzzi al Lago Scaffaiolo.<br />

In tale occasione verrà poi riposizionata<br />

la targa in memoria dell’Autore,<br />

Giovanni Bortolotti.<br />

Prezzo <strong>di</strong> copertina previsto al pubblico<br />

Euro 29,00 prezzo scontato ai Soci<br />

<strong>CAI</strong> Euro 20,00.<br />

<strong>Il</strong> prezzo scontato ai Soci <strong>CAI</strong> è praticato<br />

soltanto all’acquisto presso la<br />

Sede.<br />

Vista la tiratura limitata è possibile or<strong>di</strong>nare<br />

il volume e, per fare questo, è<br />

sufficiente inviare il modulo sottostante<br />

per posta a: Club Alpino Italiano -<br />

Sezione <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, via IV Novembre,<br />

40 41123 <strong>Modena</strong>, oppure tramite e-<br />

mail a: modena@cai.it<br />

il sottoscritto (cognome e nome) ......................................................................<br />

in<strong>di</strong>rizzo .....................................................................................................................................<br />

e-mail ...........................................................................................................................................<br />

numero <strong>di</strong> telefono .........................................................................................................<br />

prenota numero copie .................................................................................................<br />

della ristampa anastatica del volume <strong>di</strong> Giovanni Bertolotti<br />

“GUIDA DELL’ALTO APPENNINO BOLOGNESE<br />

MODENESE E PISTOIESE”<br />

dalle Piastre all’Abetone del 1963<br />

al prezzo speciale <strong>di</strong> Euro 20, anziché <strong>di</strong> Euro 29.<br />

9


VI Puntata<br />

Colpo <strong>di</strong> fulmine!<br />

I primi raggi <strong>di</strong> sole coloravano l’erba<br />

quando si sentì il fruscio della cerniera<br />

aprire la tenda. Come tutti gli appassionati<br />

meteo Matteo <strong>di</strong>ede un’occhiata<br />

al cielo prima ancora <strong>di</strong> appoggiare lo<br />

sguardo davanti a se. Nel cielo <strong>di</strong> un<br />

azzurro già abbastanza carico, erano<br />

<strong>di</strong>segnati minuscoli cumulotti, simili a<br />

“Merletti <strong>di</strong> un castello...” <strong>di</strong>sse Milly<br />

ancora mezza addormentata, e aggiunse:<br />

“E poi li chiamano “pecorelle”,<br />

ma che pecorelle! Son troppo grasse!”<br />

“E <strong>di</strong>fatti non sono le pecorelle che <strong>di</strong>ci<br />

tu, sono gli altocumulus floccus e<br />

castellanus” “Allora c’ero arrivata più<br />

vicina coi merletti del castello!” “Esattamente,<br />

mentre gli altri, più soffici,<br />

assomigliano a fiocchi” concluse Matteo.<br />

I due amici <strong>di</strong>sfarono la tenda accarezzati<br />

da una leggera brezza estiva,<br />

mentre le nubi si <strong>di</strong>ssolvevano velocemente.<br />

“Dove si va oggi? Propongo<br />

<strong>di</strong> salire al Libro Aperto, scendere<br />

all’Abetone, poi scavalcare il Monte<br />

Gomito, passare i Denti Della Vecchia<br />

e bivaccare al Lago Nero...” “Un po’<br />

lunghetta...” “Non ce la fai?” <strong>di</strong>sse Milly<br />

con un sorrisetto ironico. “Io reggo, è<br />

il tempo che non so se regge!” “Ma se<br />

è una mattina calda e serena...” “Calda<br />

in prossimità del suolo, ma qualcosa<br />

sta cambiando in quota, e le innocue<br />

nuvolette dell’alba ne erano un segno<br />

premonitore, oltre al fatto che l’altimetro<br />

continua a dare scarti via via maggiori<br />

tra la quota misurata e quella reale<br />

(segnata in carta)” “Aria calda sotto, aria<br />

fredda in arrivo sopra = instabilità, giusto?<br />

E le nuvolette a castello?” “Sono<br />

in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> una certa instabilità in quota,<br />

anche se <strong>di</strong>ssolvono l’instabilità resta,<br />

anzi, nelle ore calde aumenta”. “An<strong>di</strong>amo<br />

al Libro Aperto, poi si vedrà” “OK! Basta<br />

che poi tu non vada a raccontare che<br />

non cammino...” “Chissà...”<br />

<strong>Il</strong> sole scaldava rapidamente, si sentiva<br />

proprio il calore salire dal suolo, una<br />

poiana prendeva quota planando circolare<br />

sopra l’assolato Pizzo Dei Sassi<br />

Bianchi, mentre in cielo si formavano<br />

qua e là piccoli cumuli.<br />

“Ve<strong>di</strong> quella poiana?” “Si alza senza<br />

un colpo d’ala! Pigra!”<br />

“Pigra, ma anche sensibile nel leggere<br />

il tempo: il suo istinto le <strong>di</strong>ce che per<br />

risparmiare energie deve sfruttare le<br />

termiche, e così ci svela dove sono,<br />

o più in generale ci svela che ci sono”.<br />

“E se la termica solleva una poiana<br />

solleva pure una massa d’aria...”<br />

“Si, solleva se stessa: l’aria calda si<br />

solleva”<br />

“Si, ma calda rispetto a cosa?” “Rispetto<br />

all’aria circostante: pensa all’aria<br />

sopra ad un prato rispetto a quella<br />

sopra un bosco, oppure sopra ad un<br />

isola rispetto a quella sopra al mare...<br />

<strong>di</strong> giorno”<br />

“Poi l’aria sale, si raffredda e torna giù<br />

(o meglio si ferma), e non succede<br />

nulla”<br />

“Non è detto che <strong>di</strong>venti più fredda <strong>di</strong><br />

quella circostante, ricor<strong>di</strong> il raffreddamento<br />

a<strong>di</strong>abatico? [III puntata]” “1°<br />

C/100 m, il raffreddamento <strong>di</strong> una masserella<br />

d’aria in ascesa senza scambio<br />

<strong>di</strong> calore con l’esterno... Si, ma come<br />

fa a raffreddarsi? Salendo fa più freddo,<br />

ma se non ha scambio <strong>di</strong> calore<br />

con l’esterno?” “Infatti. Se si raffreddasse<br />

perché in alto fa più freddo, ovvero<br />

per scambio <strong>di</strong> calore con l’ambiente<br />

esterno, sarebbe in equilibrio<br />

con l’ambiente circostante, invece per<br />

salire non deve essere in equilibrio.<br />

Si raffredda per espansione dovuta al<br />

fatto che salendo cala la pressione”<br />

“Per salire, tuttavia, dev’essere sempre<br />

più calda dell’ambiente” “Esatto. Questo<br />

non accade facilmente. Ricor<strong>di</strong> il<br />

gra<strong>di</strong>ente verticale <strong>di</strong> temperatura in<br />

con<strong>di</strong>zioni normali?” “Mh... un po’ troppo<br />

debole: 0.6° C/100 m, vale a <strong>di</strong>re<br />

che ogni 100 m la massa d’aria in<br />

ascesa perde 4 decimi <strong>di</strong> grado rispetto<br />

all’aria attorno, per cui presto sarà<br />

fredda come il resto dell’aria e dovrà<br />

fermarsi”.<br />

“Non è detto! Ci sono alcuni casi<br />

favorevoli:<br />

• <strong>Il</strong> sole scalda molto il suolo, per cui<br />

per alcune centinaia <strong>di</strong> metri i gra<strong>di</strong>enti<br />

verticali sono molto forti, tali da permettere<br />

una notevole <strong>di</strong>fferenza<br />

termica tra la massa d’aria che sale e<br />

quella ferma”<br />

• Oppure aria fredda in quota, per cui<br />

la massa d’aria in ascesa, proveniente<br />

da strati cal<strong>di</strong>, si trova ad una certa<br />

quota (dove è entrata l’aria fredda) parecchio<br />

più calda dell’aria circostante!”<br />

“Si, ok la <strong>di</strong>namica, ma per fare una<br />

nuvola ci vuole l’acqua, non solo il<br />

raffreddamento indotto dalla salita e<br />

dall’espansione a<strong>di</strong>abatica...”<br />

“Dici bene, infatti la materia prima per<br />

la formazione <strong>di</strong> nubi è il vapore<br />

acqueo, ed è proprio con esso che<br />

serve il raffreddamento: raffreddandosi,<br />

il vapore acqueo, condensa in goccioline<br />

che formano le nubi”<br />

“Una volta arrivata la condensazione il<br />

più è fatto, perché l’aria umida, salendo,<br />

si raffredda più lentamente: il gra<strong>di</strong>ente<br />

a<strong>di</strong>abatico saturo è ad<strong>di</strong>rittura inferiore<br />

al gra<strong>di</strong>ente verticale <strong>di</strong> temperatura:<br />

circa mezzo grado ogni 100 m, per cui...<br />

ormai sale spontaneamente! Ve<strong>di</strong>, mi<br />

è tornato in mente tutto!”<br />

“Sì, è il motivo per cui è più facile che<br />

una nube cumuliforme continui a<br />

crescere verticalmente piuttosto che<br />

ne nasca una nuova”.<br />

“Un po’ come sta facendo quella là,<br />

nel bel mezzo del cielo azzurro”<br />

“Sì, è alla fase <strong>di</strong> cumulo me<strong>di</strong>ocris,<br />

considerando che sono appena le 8<br />

e mezzo del mattino (orario solare), e<br />

considerando che sta entrando aria<br />

fredda in quota, ha buone chance <strong>di</strong><br />

arrivare a meta”<br />

“E i cumuli <strong>di</strong> bel tempo?” “Quelli<br />

solitamente a quest’ora devono ancora<br />

nascere... Se ad esempio in quota ci<br />

fosse aria calda, avverrebbe il contrario:<br />

la colonna d’aria in ascesa, incontrando<br />

aria più calda <strong>di</strong> sé, si fermerebbe,<br />

si stabilizzerebbe e la nube,<br />

anche se fosse in espansione verticale,<br />

si stratificherebbe bloccandosi ad uno<br />

spessore modesto: poche centinaia <strong>di</strong><br />

metri, al massimo pochi chilometri”.<br />

“Un po’ come quella nuvoletta là in<br />

fondo, col cappello, sembra un’incu<strong>di</strong>ne...”<br />

“Tutt’altro! È vero che quella è arrivata<br />

ad uno strato stabile, ma quello strato<br />

è la tropopausa, in questa stagione<br />

attorno a 12’000 metri! Quella nube,<br />

che sembra piccola solo perché è lontana<br />

più <strong>di</strong> 100 km, è arrivata al capolinea,<br />

il capolinea più alto possibile”.<br />

“Ecco dove si ferma l’ascesa della<br />

massa d’aria se trova sempre con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> instabilità!”<br />

“Là sotto si sta scatenando un temporale”<br />

“Ok, là sotto, ma noi siamo qua<br />

sopra, mica arriverà fino a noi...” “Non<br />

quella, che comunque si espanderà<br />

parecchio, ma il fatto che ci sia, alle 9<br />

del mattino un cumulonembo incus,<br />

deve preoccupare, specialmente due<br />

escursionisti all’opera!”<br />

E <strong>di</strong>fatti il cumulo me<strong>di</strong>ocris osservato<br />

alle 8 e mezzo è stato già “promosso”<br />

a congestus, e nel cielo andavano formandosi<br />

altri piccole torri cumuliformi.<br />

<strong>Il</strong> sole picchiava, ed ogni tanto qualche<br />

improvvisa raffica (termica) dalla valle<br />

del Fellicarolo sembrava voler spingere<br />

i due ragazzi verso il Libro Aperto.<br />

Dalla cima il paesaggio era splen<strong>di</strong>do;<br />

Matteo guardò l’altimetro: segnava un<br />

numero che subito scambiò per la<br />

data: 2010. “Quota 2010 m? Magari!<br />

Dai, sbrighiamoci Milly, scen<strong>di</strong>amo!”<br />

Un altro cumulonembo andava rapidamente<br />

sviluppandosi verso N, guardandolo<br />

col binocolo si vedeva bene<br />

la parte alta, a cavolfiori “ribollire” impetuosa,<br />

mentre la forte ascesa sollevava<br />

anche l’aria leggermente<br />

<strong>di</strong>stante, in altezza, dal top della nube,<br />

condensandola a leggera <strong>di</strong>stanza e<br />

formando una sorta <strong>di</strong> velo, che la<br />

nube rapidamente sfondava, per poi<br />

crearne uno successivo più in alto.<br />

“Quell’altocumulo generato dai forti<br />

moti ascensionali della nube dà al<br />

cumulo il nome <strong>di</strong> cumulo pileus (cappello,<br />

dal latino)”.<br />

La <strong>di</strong>scesa fu fatta con poche chiacchiere,<br />

ma sempre con un occhio al<br />

cielo, un po’ per la comune passione<br />

per la meteorologia, un po’ per la paura<br />

<strong>di</strong> essere raggiunti da qualche temporale.<br />

Intanto il cumulo pileus era già<br />

<strong>di</strong>ventato un cumulonembo calvus, in<br />

quanto ancora privo <strong>di</strong> incu<strong>di</strong>ne e Matteo<br />

faceva osservare a Milly il succedersi<br />

<strong>di</strong> torri <strong>di</strong> ascensione <strong>di</strong> masse<br />

d’aria, ciascuna in<strong>di</strong>viduata da una<br />

nube cumuliforme coalescente con la<br />

precedente. L’ultima in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tempo,<br />

quella più esterna, aveva i contorni<br />

netti, le altre erano via via più sfumate.<br />

In lontananza si sentiva già il brontolio<br />

dei tuoni, mentre Milly <strong>di</strong>sse, fissando<br />

negli occhi Matteo: “E se un fulmine<br />

ci colpisse?” “A me m’ha già colpito!”<br />

..il risultato…<br />

10<br />

Eccoci giunti alla<br />

soluzione del<br />

nostro gioco che<br />

ci ha virtualmente<br />

portato a<br />

spasso per l’Appennino.<br />

Tra le<br />

mail e i messaggi<br />

arrivati alla<br />

Redazione c’è<br />

stato chi ha indovinato<br />

il punto<br />

<strong>di</strong> arrivo, ma c’è<br />

stato anche chi<br />

ci è andato vicino<br />

e chi sta ancora<br />

vagando<br />

per sentieri... forse.<br />

Ebbene sì, è necessario un bel ripasso<br />

su cartografia e uso della bussola<br />

per tutti!!!<br />

Ve<strong>di</strong>amo dunque la soluzione: siamo<br />

partiti dalla Chiesa <strong>di</strong> Ospitale e,<br />

seguendo azimut 192° per 3.86 km (in<br />

linea d’aria), raggiungiamo il cippo<br />

degli Alpini, sul sentiero 00. Seguendo<br />

quin<strong>di</strong> la <strong>di</strong>rezione 296° per 6 km,<br />

raggiungiamo la vetta <strong>di</strong> Libro Aperto.<br />

Prendendo quin<strong>di</strong> azimut 346° per<br />

4,90 km, superiamo la vetta del<br />

<strong>Cimone</strong> e raggiungiamo la strada per<br />

Pian Cavallaro. L’ultimo punto, la meta<br />

del nostro viaggio, si ottiene <strong>di</strong>rigendosi<br />

a 42° per 2.55 km. La mèta è dunque...<br />

il Giar<strong>di</strong>no Esperia!!! Non poteva<br />

essere che questo, infatti, il punto dove<br />

vi stavamo aspettando, lavorando in<br />

vista della ricostruzione del nuovo<br />

rifugio. Questa volta il Giar<strong>di</strong>no Esperia<br />

è stato il punto <strong>di</strong> arrivo ma in futuro<br />

il nuovo rifugio, che segnerà una svolta<br />

storica nella vita e nell’attività della<br />

nostra Sezione, potrà essere il punto<br />

<strong>di</strong> partenza per scoprire insieme la<br />

bellezza dei nostri monti.<br />

Non rimane altro che salutarvi e ringraziare<br />

chi ha partecipato, ma anche<br />

coloro che si sono limitati a fare il gioco<br />

senza mandare la mail, forse per paura<br />

<strong>di</strong> non rispondere correttamente. Vi<br />

<strong>di</strong>amo infine appuntamento alla<br />

seconda e<strong>di</strong>zione del Concorso...<br />

lasciandovi un po’ <strong>di</strong> tempo per ripassare<br />

la cartografia!


Le nostre ra<strong>di</strong>ci<br />

nel precedente numero de “<strong>Il</strong> <strong>Cimone</strong>” abbiamo riprodotto una ‘cosa’ un po’ misteriosa: la prima pagina del primo numero del Bollettino Notiziario della nostra<br />

Sezione datato 1° Agosto 1929 - VII. “Beh, perché? - si saran chiesti molti lettori Soci e non Soci... - che cosa vuol <strong>di</strong>re, che senso ha, così senza una spiegazione?”<br />

Benissimo!! La mossa era volutamente provocatoria! La spiegazione è semplice: vorremmo iniziare, sempre che la cosa possa riscuoterne il plauso, una<br />

ricostruzione della storia della nostra Sezione in modo non pedante, accademico o agiografico ma fresco, brioso e possibilmente simpatico. Un po’ <strong>di</strong> storia ‘in<br />

pillole’ che ci aiuti a conoscere e valorizzare il nostro passato anche in modo critico, non per amor dell’antiquariato ma perchè la nostra Sezione è come un albero<br />

i cui rami, foglie, fiori e frutti sono il prodotto <strong>di</strong> buone ra<strong>di</strong>ci, ra<strong>di</strong>ci cui <strong>di</strong>amo poca importanza semplicemente perché sono sottoterra e non si vedono.<br />

Servendoci della grafica del nostro Notiziario an<strong>di</strong>amo dunque a esplorare queste benedette ra<strong>di</strong>ci. Siam pronti a partire? Bene: prima <strong>di</strong> tutto ricor<strong>di</strong>amo che<br />

la nostra <strong>sezione</strong> fu fondata nel lontanissimo 1875 e poi rifondata nel 1927, ma questa è tutta una storia a sé, anche piuttosto complessa <strong>di</strong> cui parleremo un’altra<br />

volta.<br />

Quello che per il momento è da sottolineare è che il primo Bollettino Notiziario, organo ufficiale con visibilità anche all’esterno (vedasi il riquadretto con <strong>di</strong>citura<br />

‘Gratis ai Soci - Conto Corrente Postale’ e l’altro ‘Abbonamento annuo L.10 - Un numero separato L.2’) fu questo del 1929. Che cosa c’è da <strong>di</strong>re al riguardo?<br />

Un sacco <strong>di</strong> cose...<br />

Partiamo dall’alto a sinistra, dal ‘logo’ del <strong>CAI</strong>. L’aquila ha il capo rivolto verso l’alto e non orizzontalmente come ora (anche quella del ‘logo’ sarebbe una<br />

storia tutta da scrivere nei suoi cambiamenti grafici dalla Fondazione a oggi).<br />

Dietro lo scudo, anziché una, compaiono ben 2 piccozze decussate (termine aral<strong>di</strong>co per definirle incrociate). A destra dello stemma un’altra piccozza dal lungo<br />

manico (andavano così allora...) e un bastone con manico curvo e dalla punta ferrata unito alla prima da un serto <strong>di</strong> fiori (edelweiss?). Chiaramente piccozza e<br />

bastone stavano a in<strong>di</strong>care due attività specifiche dell’andare in montagna, l’alpinismo e l’escursionismo. Alla estrema destra è riportato lo stemma del Comune<br />

<strong>di</strong> <strong>Modena</strong> con il cartiglio ‘Avia pervia’: curioso questo particolare: con esso si voleva forse evidenziare la collocazione geografica della sede, in <strong>Modena</strong> appunto,<br />

in via Fonte Raso al civico 5; notare inoltre l’esiguo numero telefonico dell’epoca: 6-76! Ne è passata dell’acqua sotto i ponti della telefonia fissa da 81 anni a<br />

questa parte! Per tacer poi <strong>di</strong> quella mobile...<br />

A sinistra dello stemma <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> compare uno sci con due racchette... curioso... perché uno sci soltanto? E dov’è il secondo, è rimasto nella penna del grafico?<br />

mah... Gli sci, all’epoca, erano <strong>di</strong> legno <strong>di</strong> frassino, resistente ed elastico, le racchette erano in bambù con le rotelle <strong>di</strong> legno e i raggi <strong>di</strong> cuoio. Gli sci non<br />

compaiono mai nel ‘logo’ ufficiale del <strong>CAI</strong> perché quando il <strong>CAI</strong> fu fondato, nel 1863, lo sci non esisteva ancora... per primo fu lo SKI CLUB Torino, agli inizi<br />

del 1900 a importare dalla Norvegia i primi esemplari <strong>di</strong> questi rivoluzionari attrezzi. Ci piace ricordare che tra i fondatori dello SKI CLUB <strong>di</strong> Torino c’era anche<br />

un nostro Socio storico, l’allora studente universitario al Politecnico, poi ingegnere, Angelo Benassati che, in età avanzata, fece dono dei suoi sci alla Sezione<br />

<strong>di</strong> <strong>Modena</strong>. Gli sci risalgono al 1905 e sono oggi custo<strong>di</strong>ti in Sede in un luogo nascosto e non li vede quasi più nessuno: sono i nostri ‘gioelli <strong>di</strong> famiglia’... perché<br />

non troviamo loro una degna collocazione ben visibile in sala? La rappresentazione del mono-sci e racchette, oltre al bastone ferrato e alla piccozza, stava a<br />

visualizzare la terza attività praticata in montagna dai nostri soci. L’importanza dello sci (o ski o ad<strong>di</strong>rittura schi come trascritto ripetutamente nei verbali del<br />

Comitato Direttivo d’allora (oggi Consiglio Direttivo), è certificata anche dal riferimento alla sesta e settima riga del ‘proclama’ del Console Vandelli: il Campo<br />

delle Piane <strong>di</strong> Mocogno definito come palestra dello sviluppo del nostro Appennino.<br />

Non sarà certo sfuggito poi, al <strong>di</strong> sotto della testata ‘Club Alpino Italiano - Sezione <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>’ un sottotitolo assolutamante intrigante: ‘Sottosezioni Fanano,<br />

Lama Mocogno, Pavullo, Sassuolo’. Ohibò! nel 1929 c’erano tutte queste sottosezioni? Eh, sembrerebbe <strong>di</strong> sì, ma è presto per <strong>di</strong>re: occorre uno stu<strong>di</strong>o e una<br />

ricerca ‘ad hoc’ che è ancora in corso... ne parleremo più avanti, a ricerca conclusa.<br />

L’articolo <strong>di</strong> fondo, in prima pagina, è a firma Console Fausto Vandelli. Console? Eravamo tornati all’Impero romano? Per rispondere al quesito è necessario<br />

qualche breve accenno al periodo e al contesto storico in cui tutto ciò avvenne.<br />

Nella seconda metà degli anni ‘20, a opera dei Governi Mussolini, venne portato a compimento il progressivo svuotamento delle garanzie, <strong>di</strong>remmo oggi<br />

costituzionali, dello Statuto Albertino, concesso dal Re Carlo Alberto al Regno <strong>di</strong> Sardegna nel 1848, ed ere<strong>di</strong>tato dal Regno d’Italia con l’Unificazione nel 1861.<br />

La politica liberticida della cosiddetta ‘Rivoluzione fascista’ fu volta a perseguire il controllo totale <strong>di</strong> tutti gli aspetti del vivere politico e civile, dalla ristrutturazione<br />

degli apparati dello Stato, al controllo della Economia e delle organizzazioni del lavoro... compreso il mondo dell’Associazionismo in tutte le sue forme<br />

e libere espressioni, cooptando le realtà già esistenti all’interno <strong>di</strong> Enti appositamente ideati come l’O.N.B. (Opera Nazionale Balilla), l’O.N.D (Opera Nazionale<br />

Dopolavoro) e il C.O.N.I (Comitato Olimpico Nazionale Italiano). Si consolidava in tal modo in Italia il Regime fascista.<br />

<strong>Il</strong> numero romano VII posto in aggiunta alla data del nostro Bollettino Notiziario (1° agosto 1929), stava ad in<strong>di</strong>care che quello era il settimo anno dell’E.F.<br />

(Era Fascista).<br />

Tralasciamo a malincuore molte altre considerazioni che potranno essere oggetto <strong>di</strong> una eventuale successiva trattazione: per ora dobbiamo <strong>di</strong>re che le cariche<br />

del <strong>CAI</strong>, come quelle <strong>di</strong> tutte le altre associazioni presenti sul territorio nazionale, non erano più liberamente e democraticamente elettive, ma imposte dall’’Alto’...<br />

<strong>Il</strong> Presidente Generale del <strong>CAI</strong> era il Segretario nazionale del P.N.F. (Partito Nazionale Fascista) che nominava <strong>di</strong>rettamente i Presidenti sezionali che a loro<br />

volta, con il benestare delle ‘Autorità superiori’, sceglievano i membri del Comitato Direttivo (oggi Consiglio Direttivo). <strong>Il</strong> Presidente generale del <strong>CAI</strong>, Augusto<br />

Turati, che era anche il Segretario Nazionale del Partito fascista, nel 1929 nominò Presidente della Sezione <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> del Club Alpino italiano il geometra<br />

Fausto Vandelli che, con il grado <strong>di</strong> ‘Console’, era la massima autorità a livello provinciale della M.V.S.N. (Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale), braccio<br />

armato del P.N.F.. <strong>Il</strong> Console Vandelli, infatti, era il Comandante della 72° Legione della M.V.S.N.: ecco perché, certamente per rimarcare il suo ruolo fascista,<br />

si firmò come Console e non come Presidente...<br />

E per il momento ci fermiamo qui.<br />

ALESSANDRO MARCHIORRI<br />

P.S. Consoci,<br />

L’Autore e la Redazione de ‘<strong>Il</strong> <strong>Cimone</strong>’ vorrebbero sapere se una ‘cosa’ così vi piace o no. Dobbiamo proseguire? Dobbiamo ‘darci un taglio’? Scrivete alla e-mail<br />

della Redazione (redazione@cai.mo.it) un vostro commento (sempre nei limiti della decenza e della buona educazione, beninteso...) oppure, soprattutto Voi Socie e<br />

Soci con pesanti zaini pieni <strong>di</strong> bollini che avete meno <strong>di</strong>mestichezza con questi strumenti moderni, mandateci una cartolina (che è anche più poetica): mandatecela<br />

da dove siete: da <strong>Modena</strong>, da Fanano, da Cittanova, da Pavullo, da Vignola, da la Lama, da’ le Tajole’, da ‘Furmèzen’, dalla Francia, da Castelnuovo Rangone...<br />

11


NOVITÀ IN BIBLIOTECA<br />

<strong>di</strong> Alessandro Marchiorri<br />

M. Rigoni Stern<br />

“Spegniamo<br />

il televisore<br />

e apriamo<br />

un libro!”<br />

Giovanni Mazzanti<br />

“QUOTA 2000”<br />

Ed.Aracne e Tamari Montagna<br />

Parliamo <strong>di</strong> questo libro scritto da<br />

Giovanni Mazzanti, socio <strong>CAI</strong> Bologna,<br />

patrocinato dal Gruppo Regionale del<br />

<strong>CAI</strong> e dalla Regione Emilia-Romagna,<br />

e<strong>di</strong>to da Aracne nel 2008 e rie<strong>di</strong>to nel<br />

2009 da Tamari Montagna.<br />

<strong>Il</strong> lunghissimo sottotitolo “Sguardo alle<br />

<strong>di</strong>eci più alte vette dell’Appennimo<br />

Tosco-Emiliano. Geografia, storia,<br />

ambiente, ricor<strong>di</strong> e guida<br />

escursionistica.” dà la misura e la<br />

portata <strong>di</strong> questa imponente opera:<br />

formato cm 21x29, pagine 276. Non<br />

si tratta solo <strong>di</strong> libro-guida ai 4 “veri<br />

2000” e ai 6 “quasi 2000”<br />

dell’Appennino settentrionale dal<br />

Passo del Lagastrello al Corno alle<br />

Scale, ma <strong>di</strong> una vera e propria<br />

enciclope<strong>di</strong>a per il ‘viandante<br />

d’Appennino’ in veste sia estiva che<br />

invernale, ricca <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazioni su<br />

abbigliamento, alimentazione,<br />

attrezzatura e quant’altro...<br />

Prima <strong>di</strong> tutto all’Autore va il grazie <strong>di</strong><br />

chi scrive per averlo ripetutamente<br />

citato in termini elogiativi facendogli<br />

financo l’onore <strong>di</strong> riportarne alcuni<br />

brani. Le descrizioni degli itinerari<br />

percorsi dal Mazzanti sono<br />

accuratissime e dettagliate e certificano<br />

una frequentazione attenta del<br />

territorio. Le numerose foto sono tutte<br />

<strong>di</strong> ottimo taglio: unico neo nella scelta<br />

delle foto è quella a pag. 51: non mi<br />

pare che su un terreno così, con quella<br />

neve sfatta e l’erba che spunta la foto<br />

sia pertinente a illustrare la<br />

progressione con i ramponi ai pie<strong>di</strong>...<br />

Anche la parte storica e i riferimenti<br />

toponomastici <strong>di</strong>mostrano accuratezza<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> verifica in loco.<br />

È giusta l’osservazione a pag.<br />

80 secondo la quale il sentiero <strong>CAI</strong><br />

441 non comincia dal Lago della Ninfa,<br />

ma da Fontana Be<strong>di</strong>ni; non precisa<br />

invece è la identificazione delle 324 e<br />

486 come SS (=Strade Statali): esse<br />

sono SP (=Strade Provinciali).<br />

- pag. 25 e fig.17: le ‘scale’ del Corno<br />

non son quelle del versante est?<br />

Questi sono i Balzi dell’òra, o no?<br />

- pag. 38 e 133: l’origine del toponimo<br />

‘Valle dei Cavalieri’ non ha nulla a che<br />

vedere con gli allevatori <strong>di</strong> cavalli,<br />

ieri come oggi chiamati ‘cavallari’,<br />

bensì proviene da un’antica istituzione<br />

giuri<strong>di</strong>ca me<strong>di</strong>evale, i Cavalieri,<br />

funzionari civili e militari preposti al<br />

controllo e alla <strong>di</strong>fesa del territorio loro<br />

affidato, un po’ come, con sfumature<br />

<strong>di</strong>verse, erano altrove chiamati<br />

‘Capitani della Montagna’.<br />

- pag. 42: è ben dura a morire ‘sta<br />

Capanna Tassone! è un errore IGM<br />

che si riproduce ormai da un secolo:<br />

il toponimo corretto è CAPANNO<br />

TASSONI!!!<br />

- pag.120: (a proposito del M.Prado).<br />

“Piccolo ricovero in pietra evoca<br />

epopee <strong>di</strong> escursionisti <strong>di</strong>spersi”.<br />

Sembra,detta così, che da millenni,<br />

escursionisti inesperti si sian persi in<br />

questo punto: queste son facezie.. si<br />

tratta <strong>di</strong> ricovero da pastori che<br />

menavan le greggi all’alpe: figuriamoci<br />

se escursionisti stremati nel fisico e<br />

nella psiche avessero mai potuto e<br />

voluto sobbarcarsi un lavoraccio <strong>di</strong><br />

fatica e <strong>di</strong> ore frutto solo, fra l’altro,<br />

della perizia manuale <strong>di</strong> un pastore!<br />

- pag.125: “...casa appenninica con<br />

copertura a paglia <strong>di</strong> segale... tecnica<br />

costruttiva simile a quella dei tetti dei<br />

cottage (sic!) della Bretagna o<br />

dell’Inghilterra e per questo ascrivibili<br />

secondo alcuni alla cultura celtica.”<br />

Mo’ che sciocchezze! Eran tutte<br />

coperte a mannelli <strong>di</strong> paglia <strong>di</strong> sègale<br />

i tetti non solo delle capanne o delle<br />

strutture <strong>di</strong> servizio, ma anche delle<br />

case <strong>di</strong> abitazione! Spaziando dalla<br />

penisola iberica alle Alpi orientali, dalle<br />

Prealpi venete all’Appennino<br />

settentrionale, laddove c’era<br />

coltivazione <strong>di</strong> sègale, là si facevano<br />

tetti <strong>di</strong> paglia... si consiglia la lettura e<br />

lo stu<strong>di</strong>o dell’opera <strong>di</strong> Aldo Molino “Tetti<br />

<strong>di</strong> paglia” e<strong>di</strong>to da Priuli e Verlucca,<br />

altro che rimenarla con ‘sti benedetti<br />

Celti che buttati fuor dalla porta<br />

rientrano dalla finestra... o da i tetti’.<br />

- pag. 129: A proposito della Valle dei<br />

Porci l’Autore asserisce si trattassero<br />

<strong>di</strong> simpatici suini pascolanti<br />

insieme alle pecore..se non sbaglio,<br />

nei documenti storici della concessione<br />

in enfitèusi alla Comunità <strong>di</strong> Soraggio<br />

si parlava <strong>di</strong> ‘porcho cinghiario’<br />

ovverosia, in termini moderni, <strong>di</strong><br />

cinghiali.<br />

- pag. 129: Lama Lite: ‘lama’ non<br />

significa ampia sella, bensì porzione<br />

<strong>di</strong> territorio umida per sorgenti o acqua<br />

stagnante. In effetti, salendo<br />

dall’Abetina, subito prima della sella,<br />

sulla destra, prima <strong>di</strong> una macchia <strong>di</strong><br />

faggi, c’è una zona umida.<br />

- pag. 141: Viola calcarenata: mi<br />

sembra che il nome esatto sia Viola<br />

calcarata.<br />

- pag. 192: Secondo l’Autore il nome<br />

Corno alle Scale verrebbe “...dalla<br />

successione verticale <strong>di</strong> poderose<br />

stratificazioni orizzontali.”...non è molto<br />

chiaro: detta così sembrerebbe una<br />

struttura a quadretti...<br />

- pag. 207: Non c’è bisogno <strong>di</strong><br />

scomodare i venti del Garda: i Balzi<br />

dell’Ora del Corno alle Scale sono in<br />

realtà i Balzi dell’òra e cioè,<br />

<strong>di</strong>alettalmente, i Balzi dell’ombra,<br />

essendo la loro esposizione<br />

perfettamente a nord.<br />

- pag. 220: Leggiamo che le ‘marmitte<br />

dei giganti’ si sarebbero formate in<br />

seguito “all’erosione <strong>di</strong> caduta delle<br />

acque <strong>di</strong> fusione interne agli antichi<br />

ghiacciai.” Beh, non fu l’acqua in sé a<br />

formare queste regolari concavità, ma<br />

i ciottoli da essa trasportati a ruotare<br />

sulla roccia in posto con effetto mola.<br />

- pag. 225: Al piazzale degli impianti<br />

della Valle delle Pozze (Val <strong>di</strong> Luce)<br />

la ‘Fonte <strong>di</strong> Piero’ non esiste più; è<br />

stata chiusa e davanti è stata piazzata<br />

una baracca <strong>di</strong> legno... in tutta la<br />

testata <strong>di</strong> valle non c’è più una fonte,<br />

tutte captate e intubate per la<br />

produzione <strong>di</strong> neve artificiale..mo’ che<br />

bellezza!<br />

- pag. 246: “...questa <strong>di</strong>vagazione è<br />

consigliabile...” Divagazione? Forse<br />

l’Autore voleva <strong>di</strong>re ‘<strong>di</strong>versione’ o<br />

‘deviazione’...<br />

- pag. 262: “Uno sguardo verso il basso<br />

al vicino inferno verde della Val<br />

Riarbero dove ci tufferemo fra pochi<br />

istanti.” Toh? l’Inferno è <strong>di</strong>ventato<br />

verde? Nell’immaginario collettivo è<br />

sempre stato rosso... forse l’autore<br />

voleva <strong>di</strong>re Oceano verde...<br />

<strong>Il</strong> Mazzanti tra<strong>di</strong>sce una marcata<br />

passione per la musica leggera e i<br />

riferimenti agli interpreti <strong>di</strong> essa sono<br />

molto numerosi: Ven<strong>di</strong>tti, Moran<strong>di</strong>,<br />

Nannini, Finar<strong>di</strong>, Vasco Rossi, Iva<br />

Zanicchi, De André, Mogol-Battisti.<br />

Da recensori forse un po’ impietosi<br />

cogliamo inoltre un largo uso<br />

dell’aggettivo “mitico” attribuito a una<br />

lunga serie <strong>di</strong> persone, cose e località:<br />

mitiche o mitici risultano essere: le<br />

ciaspole, le roccette del Cusna, l’amico<br />

Andrea Porcarelli detto ‘Porz’, l’altro<br />

amico Gigi, paletti in legno, il Fosso<br />

degli Arati, il Riaccio <strong>di</strong> Frova, il sentiero<br />

Airone 3, il sentiero <strong>CAI</strong> 119, un muro<br />

a secco, Giovanni Cattoli detto<br />

‘panino’, Giannarelli Nervio, il sentiero<br />

<strong>CAI</strong> 00... beh, non sono un po’ troppi<br />

questi ‘mitici’?<br />

Un altro rilievo mi pare si possa fare<br />

in merito a un eccesso <strong>di</strong> compiacimento<br />

pruriginoso sui toponimi Nuda,<br />

La Nuda, Monte Nuda che affollano<br />

la dorsale appenninica e che<br />

susciterebbero le fantasie erotiche<br />

degli escursionisti maschi quasi che<br />

esse fossero scollacciate e scosciate<br />

ragazzotte pronte all’uso... ne abbiamo<br />

la prova alla pag.20-249-257.<br />

A corollario non mancano a pag.79-<br />

80 gesti scaramantici tipicamente<br />

maschili e a pag.129 presunte<br />

proprietà afro<strong>di</strong>siache dei mirtilli.<br />

Concludendo, senza alcuna<br />

presunzione o iattanza ma da Socio<br />

<strong>CAI</strong> a Socio <strong>CAI</strong>: nel caso <strong>di</strong> rie<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> questo libro consiglierei all’Autore<br />

<strong>di</strong> sforbiciare senza misericor<strong>di</strong>a tutta<br />

la parte relativa a ricor<strong>di</strong> personali,ai<br />

riferimenti ai cantanti e agli amici<br />

perché tanto, in tutta sincerità, non<br />

interessano a nessuno; poi <strong>di</strong> togliere<br />

anche tutte le battute goliar<strong>di</strong>che che<br />

non mi paiono <strong>di</strong> gran gusto: con<br />

sobrietà e misura si vince sempre,<br />

soprattutto con il ‘label’ del Gruppo<br />

Regionale del Club Alpino e della<br />

Regione Emilia-Romagna. Così<br />

facendo si <strong>di</strong>magrirebbe il volume <strong>di</strong><br />

un certo numero <strong>di</strong> pagine<br />

salvaguardando ed evidenziando<br />

maggiormente la parte descrittiva che<br />

è molto buona. Nel contempo si<br />

potrebbe ipotizzare un volume <strong>di</strong><br />

formato più ridotto e maneggevole.<br />

Auguriamo all’Autore <strong>di</strong> vendere molte<br />

copie però via!, un po’ <strong>di</strong> modestia! A<br />

pag. 253 leggiamo: “<strong>Il</strong> Manzoni ne<br />

aveva venticinque (<strong>di</strong> lettori), io mi<br />

accontento <strong>di</strong> averne cinque volte<br />

meno...”<br />

Solo limitando il computo ai “Promessi<br />

sposi” <strong>di</strong> lettori il Manzoni, almeno<br />

finora, ne avrà avuti qualche decina<br />

<strong>di</strong> milioni: a un quinto in meno il<br />

Mazzanti ne dovrebbe avere... quanti?<br />

Auguriamogliene almeno cinquemila...<br />

o son pochi?<br />

RINGRAZIAMENTI<br />

Si ringrazia il Socio Gianni Sozzi per<br />

aver donato alla Biblioteca Sezionale<br />

i seguenti volumi: “Valmalenco vol.1”,<br />

“Escursioni da Ponte<strong>di</strong>legno e <strong>di</strong>ntorni”,<br />

“Monte Bianco - Val<strong>di</strong>gne”<br />

Ringraziamo anche il Socio Giorgio<br />

Ziliotti per averci donato il libro “Sci<br />

Alpinismo nelle Dolomiti”<br />

Assenze ingiustificate<br />

In seguito a un accurato controllo inventariale, risultano purtroppo<br />

mancanti in biblioteca, senza giustificato motivo, i sottoelencati libri:<br />

- ISOLE 3 Itinerari sulle montagne della Sardegna<br />

- ISOLE 4 A pie<strong>di</strong> in Sardegna vol. 1<br />

- ISOLE 5 Sardegna (collana Guida Monti d’Italia)<br />

- ISOLE 6 33 itinerari sulle montagne della Sardegna<br />

- MAN ALP 49 Manualetto <strong>di</strong> attività ‘Terre Alte’<br />

- MAN ALP 53 <strong>Il</strong> grande libro della montagna<br />

- METEO 12 La meteorologia in montagna<br />

- METEO 13 I tempi son maturi<br />

- PR ALP VEN 16 Guida al Pasubio<br />

- PR ALP VEN 17 Gruppo Casarine-Cornaget<br />

- PR ALP VEN 36 <strong>Il</strong> parco delle cascate <strong>di</strong> Molina<br />

- MISC 62 Ghiaccio verticale<br />

- DOLOM 14 Vie ferrate Dolomiti nord<br />

- DOLOM 15 Vie ferrate Dolomiti sud<br />

- DOLOM 20 I 3000 delle Dolomiti<br />

- DOL OCC 4 Odle- Sella - Marmolada ( Collana Guida Monti d’Italia)<br />

- APP S 31 I sentieri dei passi perduti<br />

Data la tipologia dei volumi <strong>di</strong> cui sopra, nessuno dei quali concesso<br />

al prestito, si deduce che fortemente indagati siano i Direttori-gita<br />

da un paio d’anni a questa parte. Si chiede che costoro, ed eventualmente<br />

altri, controllino <strong>di</strong> non esserseli <strong>di</strong>menticati a casa propria e<br />

si intima loro <strong>di</strong> riconsegnarli al più presto.

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