Il Cimone N. 02 - CAI sezione di Modena
Il Cimone N. 02 - CAI sezione di Modena
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TRIMESTRALE - ANNO XXXII - Nuova serie N. 2 - GIUGNO/LUGLIO/AGOSTO 2010 - Tariffa R.O.C. Iscrizione n° 10621: “Poste Italiane s.p.a. - Spe<strong>di</strong>zione in Abbonamento Postale<br />
D.L.353/2003 (conv. in L. 27/<strong>02</strong>/2004 N° 46) art. 1, comma 1, DCB <strong>Modena</strong> - Tassa Riscossa - L’abbonamento riservato ai soci <strong>di</strong> Euro 2,00 è stato assolto nella quota associativa.<br />
Reggio Emilia, 11/04/2010<br />
Ai Presidenti delle<br />
Sezioni <strong>CAI</strong> dell’Emilia-Romagna<br />
via e-mail<br />
Oggetto: Pubblicazioni<br />
Gentili Presidenti,<br />
alla Conferenza dei Presidenti Regionali tenutasi sabato a Milano, ci è stato<br />
presentato il nuovo decreto del Ministro dello Sviluppo Economico <strong>di</strong> concerto<br />
col Ministro dell’Economia e delle Finanze:<br />
“Visto... [omissis...]<br />
DECRETA<br />
Art.1<br />
Le tariffe agevolate per le spe<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> prodotti e<strong>di</strong>toriali <strong>di</strong> cui ai decreti<br />
ministeriali del 13 novembre 20<strong>02</strong> e del 1 febbraio 2005 continuano ad applicarsi<br />
fino al 31 marzo 2010.<br />
Art.2<br />
Con successivo decreto potranno essere determinate tariffe agevolate per i residui<br />
perio<strong>di</strong> dell’anno 2010, in caso <strong>di</strong> sopravvenuto accertamento <strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibilità<br />
finanziarie nell’ambito del bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei<br />
Ministri.<br />
<strong>Il</strong> presente decreto ha effetto imme<strong>di</strong>ato e sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale<br />
della Repubblica italiana.<br />
Roma, 30 marzo 2010<br />
<strong>Il</strong> Ministro dell’economia<br />
<strong>Il</strong> Ministro<br />
e delle finanze<br />
dello sviluppo economico<br />
Tremonti<br />
Scajola<br />
“<br />
È evidente che già dal 1 Aprile u.s. sono applicate tariffe piene con notevole<br />
aggravio per le Sezioni, la Sede Centrale e per tutte le attività e<strong>di</strong>toriali per le<br />
spese <strong>di</strong> spe<strong>di</strong>zione, per altro non previste nei bilanci appena approvati.<br />
I Presidenti Regionali, hanno votato unanimemente l’allegata mozione:<br />
“La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi Regionali e Provinciali del Club Alpino<br />
Italiano, riunita in data 10 aprile 2010 a Milano ha votato all’unanimità la seguente<br />
MOZIONE<br />
Visto il Decreto del 30 marzo 2010 che sospende le tariffe agevolate per gli<br />
abbonamenti postali <strong>di</strong> giornali quoti<strong>di</strong>ani e perio<strong>di</strong>ci assunto dal Ministro dello<br />
sviluppo economico <strong>di</strong> concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze,<br />
ESPRIME<br />
stupore, preoccupazione e contrarietà a tale determinazione, auspicando un<br />
ripensamento in tempi rapi<strong>di</strong> anche perché con i costi degli abbonamenti già<br />
definiti per l’anno in corso, il provve<strong>di</strong>mento, avendo decorrenza 1° aprile<br />
2010, si sostanzia come retroattivo, con lo sconvolgimento delle previsioni<br />
<strong>di</strong> spesa riportate in bilancio, con costi insostenibili per un ente che ha come<br />
valore fondante la correttezza amministrava e contabile del proprio operato<br />
RAMMENTA<br />
che il Club Alpino Italiano, con la propria stampa associativa, raggiunge oltre<br />
315.000 soci e le loro famiglie e che, attraverso i propri perio<strong>di</strong>ci e bollettini<br />
sezionali, promuove responsabilmente le culture della montagna, i valori della<br />
solidarietà, il rispetto dell’ambiente e svolge una imprescin<strong>di</strong>bile attività <strong>di</strong><br />
prevenzione e formazione sulla sicurezza in montagna.<br />
La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi Regionali e Provinciali del Club Alpino<br />
Italiano<br />
CHIEDE<br />
che venga sospesa l’efficacia del suddetto Decreto ministeriale e l’imme<strong>di</strong>ato<br />
avvio delle procedure previste dall’articolo 2 dello stesso Decreto e che, comunque,<br />
vengano urgentemente reperite le <strong>di</strong>sponibilità finanziarie al fine <strong>di</strong> non limitare<br />
o comprimere il circuito dell’informazione e comunicazione, patrimonio inalienabile<br />
<strong>di</strong> un paese moderno e democratico.<br />
Meraviglia suscita anche la decisione assunta da Poste Italiane <strong>di</strong> mantenere la<br />
decorrenza delle nuove tariffe pur in presenza <strong>di</strong> una trattativa in corso presso<br />
gli Organi governativi.”<br />
I migliori saluti<br />
<strong>Il</strong> Presidente<br />
Paolo Borciani<br />
Sabato 19 e Domenica 20 Giugno<br />
<strong>Il</strong> raduno dell’anno sul monte<br />
più alto, nel solstizio d’estate<br />
Quest’anno il cerino acceso toccava<br />
a noi, e non si poteva <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no, era<br />
giusto così! Ovvero organizzare il<br />
raduno intersezionale e interregionale<br />
dei ragazzi <strong>CAI</strong> delle Sezioni Toscane<br />
ed Emiliano-Romagnole... Ovvero tra<br />
i centocinquanta e duecentocinquanta<br />
bal<strong>di</strong> giovani dai 6 ai 18 anni... L’Amministrazione<br />
Comunale <strong>di</strong> Sestola ci<br />
ha garantito il suo appoggio, dandoci<br />
l’opportunità <strong>di</strong> utilizzare per una notte<br />
la palestra scolastica, come unico e<br />
grande dormitorio. <strong>Il</strong> Centro Aereonautico<br />
<strong>di</strong> Meteorologia <strong>di</strong> Montagna<br />
- CAMM -, tramite il Comandante T.<br />
Colonello Fabio Malaspina, ci consentirà<br />
<strong>di</strong> fare visitare e fare conoscere<br />
ai ragazzi le strumentazioni che si<br />
trovano nella Base situata sul Monte<br />
<strong>Cimone</strong>, 2165 metri e gli importantissimi<br />
dati raccolti in oltre mezzo secolo<br />
sulla meteorologia e sul riscaldamento<br />
del globo terrestre. Un’altra importantissima<br />
visita, imprescin<strong>di</strong>bilmente<br />
legata alla CAMM, sarà effettuata nel<br />
vicino ex-nostro Rifugio <strong>CAI</strong> “Gino<br />
Romual<strong>di</strong>”, ora Laboratorio “O. Vittori”<br />
del Centro Nazionale Ricerche - CNR<br />
-, <strong>di</strong> Bologna, voluto e <strong>di</strong>retto dall’inizio<br />
del 2000 dal Dottor Paolo Bonasoni. <strong>Il</strong><br />
laboratorio Vittori raccoglie, analizza e<br />
stu<strong>di</strong>a l’inquinamento che purtroppo, da<br />
tutta Europa e dai Paesi del Me<strong>di</strong>terraneo,<br />
viene spinto dal vento oltre<br />
le frontiere degli stati stessi, e che transita<br />
tramite le correnti atmosferiche sulla<br />
Chiusura estiva della<br />
segreteria della sede<br />
Si avvertono i soci<br />
che dal 7 al 23 agosto<br />
compresi, la segreteria<br />
resterà chiusa<br />
in occasione<br />
delle ferie estive.<br />
Si raccomanda ai soci<br />
che “tra<strong>di</strong>zionalmente”<br />
aspettano le vacanze<br />
estive per rinnovare<br />
la quota <strong>di</strong> tenere<br />
conto delle suddette date.<br />
vetta del <strong>Cimone</strong>. Questa si che è vera<br />
globalizzazione e scambio delle merci!<br />
Infine, sempre in vetta del <strong>Cimone</strong>, ci<br />
sarà un grande momento de<strong>di</strong>cato al<br />
Club Alpino Italiano, cioè il riposizionamento,<br />
all’entrata della Cappella<br />
della Madonna della neve, della lapide<br />
marmorea restaurata che ricorda i<br />
cento anni, 1875 - 1975, della nascita<br />
delle prime quattro sezioni emiliane<br />
del <strong>CAI</strong>: <strong>Modena</strong>, Bologna, Parma e<br />
Reggio. La “posa” della lapide avrà<br />
luogo alla presenza <strong>di</strong> tutti i ragazzi<br />
delle due Regioni, ma sarà manualmente<br />
affidato a sei nostri giovani dell’AG,<br />
che nell’agosto dell’anno scorso,<br />
nell’effettuare un rior<strong>di</strong>no dei sentieri<br />
<strong>di</strong> vetta, si accorsero dei danni causati<br />
dal tempo al marmo. Decisero perciò<br />
<strong>di</strong> staccare e portare a valle la lapide,<br />
per restaurarla. I messaggi che dalla<br />
vetta del Monte <strong>Cimone</strong> saranno<br />
in<strong>di</strong>cati e lasciati da questo raduno ai<br />
ragazzi del <strong>CAI</strong>, come missione imme<strong>di</strong>ata<br />
e futura, saranno chiari e a<br />
loro spetterà la sfida <strong>di</strong> raccoglierli e<br />
saperli intelligentemente gestire.<br />
Come in passato i Soci fondatori del<br />
<strong>CAI</strong> salivano l’Alpe per stu<strong>di</strong>are, per<br />
conoscere e tutelare la natura alpina,<br />
oggi gli stu<strong>di</strong> dei dati rilevati e delle<br />
statistiche che ci provengono dai Laboratori<br />
del Monte <strong>Cimone</strong> ci in<strong>di</strong>cano<br />
che ora si tratta <strong>di</strong> salvaguardare l’intero<br />
ambiente Terra dagli eccessi <strong>di</strong> un<br />
“progresso” che tiene poco o per niente<br />
conto delle “regole” scientifiche della<br />
natura. Chi se non i giovani, per il futuro<br />
dovranno sapere farsi carico <strong>di</strong> questo<br />
problema e gestire questo “fardello”?<br />
Al ritorno dall’escursione all’Alpe della<br />
Luna, cosi anticamente chiamato il<br />
<strong>Cimone</strong>, il maxi raduno dell’Alpinismo<br />
Giovanile si concluderà nel pomeriggio<br />
al Giar<strong>di</strong>no Botanico Esperia, con uno<br />
spuntino a base <strong>di</strong> bensone (dolce<br />
tipico <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>) e una bicchierata<br />
augurale <strong>di</strong> thè per tutti.<br />
GC<br />
All’interno:<br />
Corso <strong>di</strong> Ferrate pag. 2<br />
Corso Storico-Naturalistico<br />
Antichi Mestieri pag. 2<br />
Soggiorni dell’Alpinismo<br />
Giovanile pag. 6<br />
Intervista a...<br />
Arrigo Gambigliani Zoccoli pag. 7<br />
Corso <strong>di</strong> Speleologia pag. 8<br />
Informazioni sullo stato<br />
dei sentieri pag. 9<br />
Caccia al tesoro<br />
per piccoli e gran<strong>di</strong><br />
escursionisti (il risultato) pag. 10
6° Corso <strong>di</strong> Ferrate e Sentieri Attrezzati<br />
La Commissione <strong>di</strong> Escursionismo della Sezione organizza anche per il 2010<br />
il Corso <strong>di</strong> Ferrate e Sentieri Attrezzati. <strong>Il</strong> Corso è aperto a tutti i Soci sia neofiti<br />
che già esperti ed ha lo scopo <strong>di</strong> fornire ai partecipanti le conoscenze fondamentali<br />
per il corretto uso dell’attrezzatura, le tecniche <strong>di</strong> progressione in<strong>di</strong>viduale, le<br />
nozioni <strong>di</strong> base della meteorologia e dell’orientamento. <strong>Il</strong> Corso sarà <strong>di</strong>retto<br />
dall’A.E. Enrico Pinelli con il seguente programma. Posti <strong>di</strong>sponibili: n° 20.<br />
La Commissioni <strong>di</strong> Escursionismo e Tutela<br />
Ambiente Montano propongono un Corso<br />
ad interesse storico-naturalistico avente<br />
come tema gli antichi mestieri che venivano<br />
praticati in montagna. Dopo aver riscoperto<br />
gli antichi borghi, quale migliore occasione<br />
per approfon<strong>di</strong>re come vivevano le genti che<br />
popolavano la montagna, i loro usi, costumi, tra<strong>di</strong>zioni. Ma è proprio sulla vita <strong>di</strong><br />
tutti i giorni, sui “mestieri” praticati che riscopriremo la vita <strong>di</strong> un tempo. Oggetti,<br />
utensili, attrezzi, ora superati dalla tecnologia e tutto quanto faceva parte <strong>di</strong> questo<br />
mondo in montagna verrà “esplorato”. Pensiamo anche ai mestieri che non ci sono<br />
più, i loro simboli come la carbonaia, il mulino, li riscopriremo con costruzioni<br />
“<strong>di</strong>dattiche” che li fanno rivivere per noi a decenni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza.<br />
Visiteremo musei, faremo visite guidate, raggiungeremo con facili escursioni<br />
borghi e siti dove vedremo i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> vivere <strong>di</strong> un tempo, le usanze, i mestieri.<br />
Luoghi delle visite ed escursioni saranno dall’Alto A<strong>di</strong>ge all’Appennino, località<br />
<strong>di</strong>verse ma con in comune il modo <strong>di</strong> vivere delle popolazioni montane.<br />
COMMISSIONE ESCURSIONISMO<br />
Domenica 27 Giugno<br />
Dolomiti del Brenta - Piz Galin (EEA)<br />
L’escursione si svolge sul versante<br />
orientale delle Dolomiti del Brenta, Piz<br />
Galin 2442 m. La montagna grazie alla<br />
sua posizione isolata a forma <strong>di</strong> piramide<br />
è inconfon<strong>di</strong>bile, ed offre un panorama<br />
straor<strong>di</strong>nario a 360° sulle Dolomiti del<br />
Brenta e sul lago <strong>di</strong> Molveno.<br />
È una meta poco conosciuta e poco<br />
frequentata, che viene spesso preferita<br />
dalla massa degli escursionisti a favore<br />
delle cime più famose e conosciute del<br />
Brenta.<br />
Giunti nel paese <strong>di</strong> Andalo, proseguiremo<br />
verso la chiesetta degli alpini a 1183 m<br />
dove inizia il nostro sentiero 352. <strong>Il</strong> primo<br />
tratto del sentiero sale abbastanza regolare<br />
fino ad incrociare il segnavia 344 bis che<br />
<strong>Il</strong> massiccio è caratterizzato da versanti<br />
scoscesi, in particolare quello meri<strong>di</strong>onale a<br />
nord-orientale, che offrono vie d’accesso alla<br />
parte superiore del monte molto interessanti<br />
dal punto <strong>di</strong> vista alpinistico e paesaggistico.<br />
I cosiddetti vaj sono profonde e ripide gole <strong>di</strong><br />
carattere dolomitico, scavate nel corso dei<br />
millenni nella dolomia dell’azione erosiva <strong>di</strong><br />
acqua, vento ed altri agenti atmosferici. La<br />
parte superiore presenta sia aspetti dolomitici<br />
e pareti molto ripide (come nella Costa Me<strong>di</strong>a),<br />
ma anche le caratteristiche più proprie dell’alpe,<br />
con ampi e ondeggianti valloni prativi.<br />
L’etimologia del nome Carega è interessante.<br />
Molti pensano che venga dal veneto, dove<br />
2<br />
Gli antichi mestieri<br />
conduce al Croz Dell’Altissimo a 2338 m.<br />
Da questo punto il sentiero si impenna<br />
risalendo a zig-zag un erto costone<br />
boscoso dove si potranno ammirare<br />
centinaia <strong>di</strong> fiori. A 1820 metri, il sentiero<br />
piega a destra affacciandosi sul vasto<br />
vallone che scende da Cima dei Lasteri.<br />
<strong>Il</strong> sentiero prosegue fino ad arrivare alla<br />
base della piramide (bocchetta del Piz<br />
Galin) a quota 2130 m. dove una meritata<br />
sosta ci farà recuperare le forze per<br />
affrontare gli ultimi 300 metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>slivello.<br />
L’ultimo tratto è abbastanza ripido con<br />
anche passaggi <strong>di</strong> 1° grado che ci<br />
condurranno alla cima per ammirare uno<br />
scenario incantevole sul gruppo del Brenta.<br />
D.G. Vito Tucci<br />
Domenica 27 Giugno<br />
Rifugio Battisti alla Gazza - Le Guglie<br />
del Fumante “Gruppo Carega” (EEA)<br />
in Collaborazione con il Gruppo Over 50<br />
carega vuol <strong>di</strong>re se<strong>di</strong>a. In realtà il nome deriva<br />
dal <strong>di</strong>aletto bavarese parlato in passato<br />
sull’altipiano dei Lessini. Kareg vuol <strong>di</strong>re<br />
bacinella. Se si guarda al gruppo del Carega<br />
da sud, questi ha proprio la forma <strong>di</strong> una<br />
bacinella.<br />
Seguiremo un itinerario molto frequentato e<br />
interessante, che si svolge fra le Torri e lungo<br />
i Vaj del Fumante. La prima e l’ultima parte<br />
sono costituite da percorsi escursionistici più<br />
o meno impegnativi. Quella centrale è un vero<br />
e proprio sentiero alpinistico entro il Vaio Scuro<br />
attrezzato con mezzi fissi <strong>di</strong> sicurezza, che<br />
non presenta particolari <strong>di</strong>fficoltà.<br />
D.G. Gianni Cozza<br />
mar 29/6<br />
mer 1/9<br />
mer 8/9<br />
sab 11 e dom 12/9<br />
mer 15/9<br />
dom 19/9<br />
mer 22/9<br />
mer 29/9<br />
sab 2 e dom 3/10<br />
mer 6/10<br />
mer 13/10<br />
dom 17/10<br />
mer 10/11<br />
Coi suoi 3770 m è la seconda più alta montagna<br />
dell’Austria, preceduta dai 3798 m del<br />
Grossglockner e la più alta del Tirolo. Fa parte<br />
<strong>di</strong> quelle Ötztaler Alpen che finiscono per<br />
confinare a sud con le montagne della Val<br />
Venosta e col famoso Similaun in particolare.<br />
La salita è particolarmente appagante dal<br />
punto <strong>di</strong> vista alpinistico perchè non è la<br />
“solita” salita su ghiacciaio più o meno ripido<br />
tipo Gran Para<strong>di</strong>so o Capanna Margherita<br />
al Rosa. Qui non si tratta solo <strong>di</strong> percorrere<br />
un ghiacciaio coi suoi crepacci e seracchi<br />
ma anche <strong>di</strong> arrampicare, ramponi ai pie<strong>di</strong>,<br />
per superare passaggi che anche se non<br />
superano il 2°/3° grado essendo oltre i 3400<br />
m richiedono un certo impegno. Si parte dal<br />
paese austriaco <strong>di</strong> Vent che si raggiunge da<br />
Programma<br />
mer 1/9<br />
Presentazione del corso<br />
mar 7/9 Abbigliamento e uso della carta topografica -<br />
Introduzione alla civiltà conta<strong>di</strong>na<br />
dom 12/9 I masi dell’Alto A<strong>di</strong>ge (Val Ba<strong>di</strong>a)<br />
mar 21/9<br />
<strong>Il</strong> mondo della Civiltà e della Cultura conta<strong>di</strong>na<br />
dom 26/9 San Pellegrino in Alpe: Museo della civiltà<br />
conta<strong>di</strong>na ed escursione<br />
mar 28/9<br />
Gli antichi mestieri della montagna<br />
mar 5/10<br />
Gli antichi borghi e la vita <strong>di</strong> un tempo<br />
sab 16 e<br />
Foreste Casentinesi: fattoria <strong>di</strong>dattica, il mulino ed<br />
dom 17/10 escursione nella giogana<br />
<strong>CAI</strong><br />
E S C URSIONISMO<br />
Sabato 3 e Domenica 4 Luglio<br />
Wilde Spitze - Ötztaler Alpen (Austria) (A)<br />
L’Alta Enga<strong>di</strong>na si trova in Svizzera, appena al <strong>di</strong><br />
là dal confine italiano e a nord della Valtellina.<br />
La catena <strong>di</strong> montagne che separano i due stati<br />
sono piuttosto alte e, per buona parte, sono<br />
ricoperte da spessi ghiacciai: le vette più famose<br />
sono il Piz Bernina 4049 m e il Piz Palù 3905 m.<br />
Le montagne <strong>di</strong>vidono, ma c’è un mezzo, il trenino<br />
rosso delle Ferrovie Retiche Svizzere, che le<br />
unisce, collegando, fin dal 1910, la famosa città<br />
<strong>di</strong> Saint Moritz a Tirano <strong>di</strong> Sondrio. <strong>Il</strong> trenino rosso<br />
dei ghiacciai, così chiamato perché lambisce o<br />
meglio lambiva i ghiacciai, è famoso in tutto il<br />
mondo, tanto che ora è <strong>di</strong>ventato un dei patrimoni<br />
dell’UNESCO per la sua unicità. Quest’anno ricorrono<br />
proprio i 100 anni <strong>di</strong> servizio <strong>di</strong> quest’incre<strong>di</strong>bile<br />
mezzo <strong>di</strong> locomozione e noi saremo nel<br />
posto giusto, durante la settimana <strong>di</strong> festeggiamenti<br />
Programma<br />
Presentazione del corso<br />
Attrezzatura e abbigliamento<br />
Uso dei materiali - Progressione in ferrata<br />
Monti del Garda: palestra <strong>di</strong> roccia - Ferrata Cima Capi<br />
Meteorologia<br />
Monte Pasubio - Ferrata Falcipieri<br />
Topografia ed orientamento<br />
Pericoli in montagna - Chiamata del Soccorso Alpino<br />
Ferrate delle Dolomiti - Col Rosà e Punta Fiames<br />
Le ferrate nella storia - Tutela Ambiente Montano<br />
Programmazione <strong>di</strong> una escursione<br />
Resegone - Ferrata Minonzio<br />
Proiezione immagini del corso<br />
Cosa faremo dopo? <strong>Il</strong> <strong>CAI</strong> e le sue attività<br />
Merano attraverso il Passo del Rombo (2491<br />
m). Da Vent si può risalire in seggiovia fino<br />
ad Aufstabiein (2356 m) e da qui a pie<strong>di</strong> alla<br />
Breslauer Hutte (2840 m). <strong>Il</strong> giorno dopo si<br />
risale a nord-ovest la morena e il ghiacciaio<br />
Mitterkarferner fino a raggiungere con<br />
qualche breve arrampicata il Passo<br />
Mitterkarjoch (3468 m). Da qui si scavalca<br />
sul mare <strong>di</strong> ghiaccio del Taschachferner e<br />
lo si risale in <strong>di</strong>rezione est fino a raggiungere<br />
la cresta che verso nord porta alla cima<br />
(3770 m). Si <strong>di</strong>scende poi sul percorso <strong>di</strong><br />
salita. È chiaro che il percorso è<br />
rigorosamente alpinistico, che si svolge a<br />
quote elevate e richiede tempo stabile e<br />
con<strong>di</strong>zioni adatte del ghiaccio.<br />
A.E. Enrico Pinelli<br />
Sabato 10 e Domenica 11 Luglio<br />
Weekend nella dolce Alta Enga<strong>di</strong>na (Svizzera)<br />
in Collaborazione con il Gruppo Over 50<br />
de<strong>di</strong>cata all’anniversario. L’Alta Enga<strong>di</strong>na è<br />
anch’essa da cento anni un concentrato <strong>di</strong> tante<br />
occasioni <strong>di</strong> attività turistiche, sportive e ricreative<br />
per chi ama la montagna, attività che si svolgono<br />
“in un gran<strong>di</strong>oso paesaggio alpino con maestose<br />
cime che scintillano <strong>di</strong> bianco per i sovrastanti<br />
ghiacciai, imponenti e belli, con accanto ameni<br />
laghetti blu scuro e prati ver<strong>di</strong> con il profumo e la<br />
luce della flora”. Nel nostro weekend d’inizio luglio,<br />
nel momento in cui nelle valli enga<strong>di</strong>nesi la flora<br />
è nel suo massimo splendore, percorreremo due<br />
itinerari che ci daranno il meglio <strong>di</strong> questa terra,<br />
con una tra<strong>di</strong>zione centenaria <strong>di</strong> turismo intelligente,<br />
che saputo coniugare frequentazione e tutela<br />
ambientale. <strong>Il</strong> viaggio si svolgerà in pullman e<br />
alloggeremo all’ostello della gioventù <strong>di</strong> Pontresina.<br />
Sono pertanto aperte fin d’ora le iscrizioni.
COMMISSIONE ESCURSIONISMO<br />
<strong>CAI</strong><br />
Sabato 17 e Domenica 18 Luglio<br />
<strong>Il</strong> passo Erbe e le malghe <strong>di</strong> Sass de Putia (E)<br />
Anche quest’anno riproponiamo le<br />
Dolomiti con uno degli ambienti più<br />
classici che si presta sia per le<br />
escursioni invernali che estive: il Parco<br />
Naturale delle Odle il cui “cuore verde”<br />
si trova in Val Di Funes. Oggi la Val <strong>di</strong><br />
Funes punta su un turismo “dolce”,<br />
che consenta al paesaggio rurale <strong>di</strong><br />
lasciar posto a boschi ancora intatti e<br />
a fioriti pascoli alpini ai pie<strong>di</strong> delle<br />
maestose cime delle Odle. I suoi sentieri<br />
offrono camminate in quota per<br />
tutte le possibilità. Dalle passeggiate<br />
per famiglie <strong>di</strong> malga in malga alle<br />
escursioni per esperti come il sentiero<br />
attrezzato Gunther Messner de<strong>di</strong>cato<br />
al fratello del più famoso Reinold. È<br />
proprio in queste montagne che i due<br />
fratelli provarono l’esperienza delle<br />
prime arrampicate. Montagne famose<br />
anche per la dolomia, la roccia caratteristica<br />
della zona che forma nelle<br />
Odle <strong>di</strong> Funes <strong>di</strong>versi pinnacoli e torri.<br />
La nostra escursione si svolgerà in<br />
ambiente bucolico verso le pen<strong>di</strong>ci del<br />
Sabato 24 e Domenica 25 Luglio<br />
Ferrate del Velo e Porton<br />
Pale <strong>di</strong> S.Martino (EEA)<br />
Le Pale <strong>di</strong> S. Martino sono il più esteso<br />
gruppo delle Dolomiti, situate in parte nel<br />
Trentino Orientale e in parte in provincia<br />
<strong>di</strong> Belluno. Sono costituite da dolomia e<br />
hanno come caratteristica unica un esteso<br />
altopiano centrale che costituisce un<br />
enorme tavolato vuoto, roccioso e quasi<br />
lunare che ispirò allo scrittore bellunese<br />
Dino Buzzati l’ambientazione del suo libro<br />
“<strong>Il</strong> Deserto dei Tartari”.<br />
I primi alpinisti che arrivarono sulla catena<br />
furono inglesi e tra questi John Ball<br />
che definì il Cimon della Pala “Cervino<br />
delle Dolomiti” e al quale è de<strong>di</strong>cata una<br />
delle cime che incontreremo.<br />
Da S.Martino saliremo in funivia alle<br />
pen<strong>di</strong>ci della “Rosetta” e da qui al Rifugio<br />
Pedrotti da cui inizia il sentiero che<br />
passando sotto alla Pala <strong>di</strong> S. Martino<br />
porta al Passo <strong>di</strong> Ball con una gran vista<br />
sull’altopiano centrale.<br />
Dal Passo <strong>di</strong> Ball il sentiero porta, da una<br />
parte al Rifugio Pra<strong>di</strong>dali e dall’altra<br />
CONVERSAZIONI<br />
IN MONTAGNA<br />
Sass de Pütia, montagna isolata e<br />
circondata da prati e malghe. Incontreremo<br />
un paesaggio incantevole fra<br />
verdeggianti alpeggi, mucche al pascolo<br />
con passaggi mai estremamente<br />
ripi<strong>di</strong>. Lungo il percorso avremo la possibilità<br />
<strong>di</strong> ammirare pini Cirmoli, <strong>di</strong>stese<br />
<strong>di</strong> rododendro e altre piante tipiche <strong>di</strong><br />
questi prati <strong>di</strong> montagna. Sosteremo<br />
alla malga Gampen (2062 m) in ottima<br />
zona panoramica salendo verso il rifugio<br />
Genova a quota 2301. L’ambiente<br />
<strong>di</strong> questa splen<strong>di</strong>da valle non<br />
offre comunque soltanto prati e alpeggi.<br />
Lungo il sentiero “Adolf-Munkel”<br />
avremo modo <strong>di</strong> apprezzare le vedute<br />
altrettanto incantevoli delle pareti del<br />
Furchetta, del Sass Rigais (3<strong>02</strong>5 m)<br />
e delle Torri <strong>di</strong> Fermeda. I sentieri che<br />
serpeggiano fra queste pareti impressionanti<br />
saranno ulteriore cornice <strong>di</strong><br />
questa escursione che per varietà <strong>di</strong><br />
ambienti e panorami è una delle più<br />
belle e più frequentate della zona.<br />
D.G. Paola Miolato<br />
all’attacco del sentiero attrezzato Nico<br />
Gusella che si sviluppa sulla parete Nord<br />
della Cima <strong>di</strong> Ball. Da questo sentiero,<br />
con una breve deviazione, si può raggiungere<br />
la vetta della Cima <strong>di</strong> Ball. <strong>Il</strong><br />
sentiero attrezzato prosegue poi sulla<br />
parete Ovest fino alla Forcella del Porton<br />
e da qui percorrendo in <strong>di</strong>scesa la Ferrata<br />
del Porton si raggiunge il Rifugio Pra<strong>di</strong>dali<br />
compiendo il periplo della Cima <strong>di</strong> Ball.<br />
<strong>Il</strong> secondo giorno dal Rifugio Pra<strong>di</strong>dali<br />
si risale la Ferrata del Porton fino alla<br />
Forcella e si scende fino a raggiungere<br />
le prime attrezzature della Ferrata del<br />
Velo che attaversa lo zoccolo delle pareti<br />
settentrionali del Sass Maor e della Cima<br />
della Madonna su tratti attrezzati fino a<br />
raggiungere il Rifugio del Velo.<br />
Per il ritorno percorreremo il panoramico<br />
sentiero che, trascurando ripide <strong>di</strong>scese<br />
a valle porta a S.Martino rimanendo<br />
sempre in vista delle Pale.<br />
D.G. Gianluigi Cozza<br />
<strong>di</strong> filosofia, letteratura, psicologia e altro ancora anno quinto<br />
Domenica 13 Giugno<br />
Malga Casinotto - Bocca dell’Ussol<br />
Malga El<br />
Casinot o<br />
Casinotto<br />
si trova a<br />
quota<br />
1672 metri<br />
in Val<br />
Gavar<strong>di</strong>na,<br />
nella cornice delle Alpi Giu<strong>di</strong>carie.<br />
La raggiungeremo uscendo dall’autostrada<br />
a Trento e seguendo la Valle<br />
del Chiese fino allo spartiacque delle<br />
Valli Giu<strong>di</strong>carie, dove si trova l’abitato<br />
<strong>di</strong> Bondo, pochi chilometri a Sud <strong>di</strong><br />
Tione. Da qui ci inoltreremo nella Val<br />
Gavar<strong>di</strong>na. A quota 1150 m lasceremo<br />
le auto e proseguiremo a pie<strong>di</strong> per un<br />
tratto <strong>di</strong> strada asfaltata. In circa<br />
(Trentino) (E)<br />
mezz’ora raggiungeremo il pianoro<br />
della Malga Gavar<strong>di</strong>na. Seguendo poi<br />
la strada forestale che s’inoltre nel<br />
bosco raggiungeremo Malga Casinotto,<br />
dove faremo sosta per la nostra<br />
chiacchierata e rifocillarci. <strong>Il</strong> prato antistante<br />
è molto accogliente, ma chi non<br />
ha un’idea precisa <strong>di</strong> cosa sia una malga,<br />
questa è l’occasione per visitarne una<br />
davvero bella, dotata <strong>di</strong> una lunga tavolata<br />
con panche, camino, stufa e legna.<br />
L’acqua corrente è <strong>di</strong>sponibile cento metri<br />
più in alto. Dopo la sosta ci incammineremo<br />
verso la forcella che si vede proprio<br />
sopra la malga: è la Bocca dell’Ussol<br />
(1878 m) da dove godremo <strong>di</strong> uno<br />
splen<strong>di</strong>do panorama sulle Alpi Giu<strong>di</strong>carie.<br />
D.G. Alberto Meschiari<br />
<strong>Il</strong> monte Coglian coi suoi 2780 m è la<br />
vetta più alta del Friuli-Venezia Giulia e<br />
delle Alpi Carniche ed è situato sul<br />
confine tra l’Italia e l’Austria (Carinzia)<br />
a ovest del passo Montecroce Carnico<br />
e come tutto il gruppo cui appartiene<br />
(Coglians-Mooskofel) è caratterizzato<br />
da intensi fenomeni carsici. La grotta<br />
più profonda finora esplorata è l’abisso<br />
Marinelli. La ferrata si svolge sul versante<br />
nord in territorio austriaco e rappresenta<br />
una delle più belle escursioni dell’intero<br />
Friuli. La via è sicuramente impegnativa<br />
E S C URSIONISMO<br />
Sabato 28 e Domenica 29 Agosto<br />
Ferrate sul Monte Coglians-Carnia (EEA)<br />
Si esce dall’autostrada a Mezzocorona,<br />
<strong>di</strong>rezione Mezzolombardo,<br />
Cles. Passato Cunevo si raggiunge il<br />
paese <strong>di</strong> Tuenno, e quin<strong>di</strong> si prende<br />
per il Lago <strong>di</strong> Tovel, dotato <strong>di</strong> ampi<br />
parcheggi. Ci incammineremo intorno<br />
al Lago (1178 m) fino al Centro Visite<br />
Lago <strong>di</strong> Tovel e l’albergo Lago rosso.<br />
Lì si trova il cartello che in<strong>di</strong>ca il<br />
sentiero per Malga Pozzol e Malga<br />
Flavona. Giunti a Malga Pozzol, si<br />
passa il ruscello su un ponticello <strong>di</strong><br />
legno e si sale attraverso il bosco fino<br />
a Malga Flavona (1860 m). Ci troviamo<br />
nel Brenta Orientale. La valle glaciale<br />
dal punto <strong>di</strong> vista fisico ma ripaga con<br />
panorami mozzafiato e, una volta raggiunta<br />
la cima, dona una grande sod<strong>di</strong>sfazione.<br />
<strong>Il</strong> primo giorno si parcheggia al<br />
Rifugio Tolazzi 1350 m e si raggiunge il<br />
Rifugio Romanin 1970 m de<strong>di</strong>cato ai tenenti<br />
Lambertenghi e Romanin deceduti<br />
nel 1915 durante la conquista del vicino<br />
Passo della Volaia (tra il Coglians e il Capolago)<br />
che segna il confine con l’Austria.<br />
In prossimità del passo sono ancora<br />
visibili i resti delle fortificazioni della<br />
Grande Guerra.<br />
<strong>Il</strong> secondo giorno si supera il Passo della<br />
Volaia e costeggiando verso est<br />
l’omonimo laghetto si raggiunge a quota<br />
2250 m l’inizio della ferrata che sale <strong>di</strong>retta<br />
per uno spigolo roccioso e vari canalini.<br />
<strong>Il</strong> percorso è <strong>di</strong> tipo prettamente<br />
alpinistico con passaggi <strong>di</strong> secondo e<br />
terzo grado fino alla cresta finale (resti<br />
<strong>di</strong> trincee) che segna il confine e conduce<br />
alla vetta (2780 m) dove si suona la<br />
campana. La <strong>di</strong>scesa si fa seguendo la<br />
via Normale Italiana sul versante sud<br />
scendendo per roccette a un ghiaione<br />
al termine del quale si prende a destra<br />
fino all’incrocio col sentiero che porta<br />
sempre verso destra al sentiero attrezzato<br />
Spinotti. <strong>Il</strong> sentiero attrezzato conduce<br />
a valle del Rifugio Romanin sul sentiero<br />
per il Rifugio Tolazzi e il parcheggio.<br />
A.E. Enrico Pinelli<br />
Sabato 4 e Domenica 5 Settembre<br />
Val <strong>di</strong> Rabbi - Cascate del Sent (EE)<br />
L’escursione si svolge nella Val <strong>di</strong><br />
Rabbi lungo il percorso delle cascate.<br />
La valle è tra le più suggestive del<br />
Trentino per il suo ambiente naturale<br />
gelosamente conservato, gran parte<br />
del quale è incluso nel Parco Nazionale<br />
dello Stelvio. Giunti nel paese <strong>di</strong> Rabbi<br />
lasceremo una macchina al parcheggio,<br />
dopo proseguiremo con le altre<br />
vetture fino al parcheggio del rifugio<br />
Al Fontanini (1380 m) dove inizia il<br />
nostro sentiero. Dopo circa 400 metri<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>slivello abbastanza regolare<br />
giungeremo alla Malga Prà <strong>di</strong> Saent<br />
Domenica 4 Luglio<br />
Lago <strong>di</strong> Tovel - Malga Flavona<br />
(Dolomiti <strong>di</strong> Brenta) (E)<br />
ed attraversando la valle delle marmotte<br />
arriveremo al rifugio Dorigoni (2437<br />
m) dove pernotteremo e gusteremo le<br />
delizie del rifugio. <strong>Il</strong> secondo giorno<br />
imboccheremo il sentiero che ci porterà<br />
al Gleck Collecchio (2957 m), punto<br />
più alto della gita. Dopo la cima<br />
scenderemo verso il Rifugio Stella Alpina<br />
(2425 m), attraversando numerosi<br />
laghi (Lago Corvo) dove una meritata<br />
sosta ci farà ammirare il panorama.<br />
L’escursione si concluderà percorrendo<br />
il sentiero fino al parcheggio <strong>di</strong> Rabbi.<br />
D.G. Vito Tucci<br />
<strong>di</strong> Santa Maria <strong>di</strong> Flavona, dal lago <strong>di</strong><br />
Tovel, si addentra verso il massiccio<br />
del Brenta con <strong>di</strong>rezione nord-sud<br />
alternando pianori ad alti gradoni.<br />
L’inconfon<strong>di</strong>bile paesaggio delle<br />
marocche, depositi franosi che<br />
presentano grande interesse dal punto<br />
<strong>di</strong> vista geomorfologico, è colonizzato<br />
dal pino mugo nella zona <strong>di</strong> malga<br />
Flavona, e dalla pecceta (abete rosso,<br />
detto anche peccio) mista a larice in<br />
quella <strong>di</strong> malga Pozzol. <strong>Il</strong> biotopo si contrad<strong>di</strong>stingue<br />
ancora per le importanti<br />
presenze floristiche che si riscontrano<br />
nei vari habitat: dalle zone a pascolo ai<br />
fenomeni carsici della Flavona, dagli<br />
ambienti <strong>di</strong> sorgente e ruscellamento ai<br />
prati torbosi, dagli incavi rocciosi alla vegetazione<br />
dei ghiaioni. Non meno importante<br />
è la presenza faunistica. Questa<br />
infatti è zona dell’orso bruno e dell’aquila<br />
reale. Malga Flavona, sicuramente una<br />
delle più belle del Brenta, è collocata su<br />
un grande spiazzo aperto fra prati, boschi<br />
e dolomiti.<br />
D.G. Alberto Meschiari<br />
3
Sabato 19 e Domenica 20 Giugno<br />
Gruppo del Carega (E)<br />
Siete appassionati <strong>di</strong> stelle e avete un<br />
po’ la testa sopra le nuvole? Vi piace<br />
stendervi su un prato (magari in buona<br />
compagnia e dopo un’ottima cena) e<br />
ammirare quei puntini luminosi nel buio<br />
della notte? Allora, oltre che inguaribili<br />
romantici, ecco uno strumento che fa al<br />
caso vostro: un piccolo programma che<br />
vi mostrerà le varie costellazioni.<br />
<strong>Il</strong> programma <strong>di</strong> queste escursione, con<br />
pernottamento al Rif. Revolto nel<br />
Gruppo del Carega, è <strong>di</strong> natura sia<br />
teorica che estremamente pratica,<br />
cercando <strong>di</strong> trasmettere ai singoli<br />
partecipanti alcune informazioni sulle<br />
costellazioni. I partecipanti, coa<strong>di</strong>uvati<br />
dagli Astrofoli, avranno quin<strong>di</strong> l’opportunità<br />
<strong>di</strong> mettere in scena le propri costellazioni<br />
evidenziandone e risolvendo<br />
<strong>di</strong>namiche, ciascuno secondo le proprie<br />
capacità e inclinazioni. Ceneremo<br />
per questo con gli Astrofoli poi sdraiati<br />
sul prato e utilizzando, sotto la loro<br />
<strong>di</strong>retta guida, i loro strumenti inizieremo<br />
il nostro cammino spaziale.<br />
<strong>Il</strong> mese <strong>di</strong> giugno segna l’inizio dell’estate<br />
astronomica: il Sole sarà al solstizio<br />
nelle prime ore del 22, al culmine<br />
<strong>Il</strong> primo giorno ci muoveremo in uno dei<br />
paesaggi più incantevoli delle Dolomiti<br />
settentrionali come è l’altopiano <strong>di</strong> Prato<br />
Piazza con i suoi vasti prati ed accoglienti<br />
rifugi alpini che offrono al visitatore tranquillità<br />
e pace. Grazie all’incorporamento della<br />
regione nel Parco Naturale Fanes-Sennes-<br />
Braies, la zona circondata da cime<br />
imponenti è riuscita a mantenere la sua<br />
originalità e naturalezza. Lontano dal traffico,<br />
l’altopiano affascina con una vista<br />
mozzafiato sul Picco <strong>di</strong> Vallandro e la Croda<br />
Rossa. Lontano s’innalzano il Massiccio<br />
delle Tofane e le cime del Monte Cristallo<br />
innevate anche d’estate. Sia d’estate che<br />
d’inverno gli amanti della fotografia trovano<br />
il proprio tornaconto. Semplice da<br />
raggiungere, il Rifugio Vallandro, 2<strong>02</strong>8 m,<br />
è situato sul margine sinistro della piana <strong>di</strong><br />
Prato Piazza, ed è una tappa allettante fra<br />
i sentieri delle Dolomiti.<br />
Si cammina tra abeti, larici, pini silvestri,<br />
non troppo fitti, che consentono ogni tanto<br />
uno sguardo verso il Cristallo e la Croda<br />
Rossa. La vista cambia man mano che<br />
si sale. Si apre la vista verso nuove vette<br />
<strong>Il</strong> Gruppo del Carega, o meglio conosciuto<br />
come Piccole Dolomiti, è composto da<br />
innumerevoli creste, torri e canaloni<br />
strapiombanti che ne fanno una fotografia<br />
<strong>di</strong> rara bellezza. Solo la visione <strong>di</strong>retta<br />
potrà far apprezzare e godere pienamente<br />
l’ar<strong>di</strong>tezza della sua struttura<br />
dove ammireremo Cima Carega con i<br />
4<br />
GRUPPO SENIORES OVER 50<br />
<strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> nottate sempre più brevi,<br />
in cui il cielo resta veramente oscuro<br />
tanto da poter mostrare le stelle più<br />
deboli soltanto per quattro ore e mezza,<br />
alle nostre latitu<strong>di</strong>ni. Per la visibilità dei<br />
pianeti più luminosi, inaccessibile<br />
Venere che passa esattamente <strong>di</strong>etro<br />
il <strong>di</strong>sco solare, sono bene in vista Marte<br />
e Saturno nella prima parte della notte<br />
e Giove nella seconda parte.<br />
<strong>Il</strong> primo giorno faremo un interessante<br />
percorso che collega la parte orientale<br />
della Lessinia, con i suoi dolci pascoli e<br />
il gruppo Carega, con il suo ambiente<br />
alpinistico reso ancor più interessante<br />
dalle tante testimonianze <strong>di</strong> opere militari<br />
della guerra 15-18. <strong>Il</strong> secondo giorno e<br />
dopo una notte in compagnia delle stelle,<br />
si riprende a camminare seguendo il<br />
sentiero che porta al Rif. Scalorbi, dal<br />
quale è possibile ammirare tutta la vallata<br />
<strong>di</strong> Recoaro Terme e buona parte della<br />
pianura Padana, una breve sosta poi si<br />
prosegue verso Bocchetta dei Fon<strong>di</strong><br />
(2084 m), proseguendo sullo stesso<br />
sentiero si raggiunge il Rif. Fraccaroli e<br />
con un ulteriore piccolo sforzo, la Cima<br />
Carega (2238 m).<br />
Mercoledì 30 Giugno e Giovedì 1 Luglio<br />
Prato Piazza - Magico altipiano a Braies (E)<br />
più lontane, fino a raggiungere StrudelKopf<br />
(Monte Specie) 2307 metri che è la nostra<br />
meta. A fine giornata raggiungeremo<br />
Dobbiaco dove pernotteremo.<br />
<strong>Il</strong> secondo giorno saranno possibili due<br />
itinerari. <strong>Il</strong> primo gruppo parte dal<br />
parcheggio (1521 m) della Val Campo <strong>di</strong><br />
Dentro da cui, su un sentiero largo,<br />
raggiunge il Rifugio Tre Scarperi. Si sale<br />
per delle serpentine, a tratti su sentiero<br />
anche un po’ ripido, ma quando si arriva<br />
al Passo Alpe Mattina (2446 m) le fatiche<br />
vengono ripagate da un bellissimo<br />
panorama alle Tre Cime <strong>di</strong> Lavaredo ed<br />
al Monte Paterno. Inoltre si ha vista libera<br />
su tutte le montagne <strong>di</strong> Braies, Cortina<br />
d’Ampezzo e delle Dolomiti <strong>di</strong> Sesto. Proseguiremo<br />
poi verso il Passo Cavenga.<br />
<strong>Il</strong> secondo gruppo andrà invece a ritirare<br />
le biciclette al noleggio <strong>di</strong> Dobbiaco e...<br />
via verso l’Austria! Questa pista ciclabile<br />
che attraversa il confine tra Italia e Austria<br />
è una delle più conosciute e frequentate<br />
in Italia, innanzitutto per la facilità del<br />
percorso tutto asfaltato e quasi tutto in<br />
<strong>di</strong>scesa e, in secondo luogo, per la<br />
<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> treni navetta con trasporto<br />
bici da Lienz che permettono <strong>di</strong> tornare<br />
alla base risparmiandosi la fatica della<br />
risalita. È una bella passeggiata immersa<br />
nel verde <strong>di</strong> prati e boschi che tocca<br />
caratteristici villaggi <strong>di</strong> montagna,<br />
seguendo il corso del fiume Drava si arriva<br />
fino al cuore del Tirolo Austriaco.<br />
D.G. Remo Dai Prà<br />
Sabato 11 e Domenica 12 Settembre<br />
Ca<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Misurina - Giro delle<br />
Tre Cime <strong>di</strong> Lavaredo/Monte Paterno (E)<br />
C’è un <strong>di</strong>amante incastonato nei monti:<br />
il lago <strong>di</strong> Misurina sopra Cortina<br />
d’Ampezzo, offre il suo spettacolo<br />
straor<strong>di</strong>nario. Poco sopra tre immensi<br />
menhir, che con le loro pareti sembrano<br />
emergere da un vasto altopiano <strong>di</strong> roccia<br />
e sassi. Intorno, dallo stesso piedestallo,<br />
si innalzano e formano corona altri<br />
imponenti gruppi, sottogruppi, cime che<br />
hanno visto la storia dell’alpinismo e le<br />
sanguinose battaglie della prima guerra<br />
mon<strong>di</strong>ale: Ca<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Misurina, Monte<br />
Piana, Popera, Paterno, Croda dei Toni...<br />
Tutte insieme formano le cosiddette<br />
“Dolomiti <strong>di</strong> Sesto”... Le Dolomiti sono<br />
belle perché hanno il vuoto attorno. Un<br />
vuoto che ci spaventa forse perché<br />
rispecchia ciò che vive dentro <strong>di</strong> noi.<br />
Sabato, lasciate le auto nei pressi del<br />
Lago Antorno (1866 m) de<strong>di</strong>cheremo la<br />
nostra prima escursione al gruppo dei<br />
Ca<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Misurina, uno tra i più piccoli<br />
e sconosciuti dei gruppi dolomitici, le<br />
forme ar<strong>di</strong>te e agugliate <strong>di</strong> queste cime<br />
sono tali da renderle incomparabili pur<br />
in vicinanza dei giganti quali il Cristallo<br />
ad ovest, il Sorapiss a sud ovest, le<br />
Marmarole a sud est.<br />
Raggiungeremo il Rifugio F.lli Fonda<br />
GRUPPO FRIGNANO<br />
suoi 2259 metri. La giornata inizierà al<br />
Rifugio Revolto (1355 m) e da qui<br />
scenderemo al vaio sottostante per poi<br />
iniziare la salita percorrendo il sentiero<br />
Europeo 5 o <strong>CAI</strong> 285 attraversando così<br />
l’Alpe Campobrun con i suoi pascoli ver<strong>di</strong><br />
e le rocciose cime dolomitiche sullo<br />
sfondo fino a raggiungere quin<strong>di</strong> il Rifugio<br />
Sabato 28 e Domenica 29 Agosto<br />
Passo Croce Carnico (E)<br />
Domenica 20 Giugno<br />
Cima Carega - Ferrata Campalani (Piccole Dolomiti) (E/EEA)<br />
La Carnia è una terra antica dove il<br />
turismo nel rispetto della natura, nel<br />
tempo ha saputo integrarsi conservando<br />
tra<strong>di</strong>zioni e costumi che ancora oggi<br />
costituiscono il profondo patrimonio <strong>di</strong><br />
queste terre montane <strong>di</strong> confine. Ambiente,<br />
storia, cultura e vita, ma anche<br />
la lingua locale, caratterizzano questa<br />
terra con connotati che si <strong>di</strong>fferenziano<br />
da paese in paese. Questo estremo<br />
lembo delle Alpi, in Friuli Venezia Giulia,<br />
a ridosso del confine con l’Austria, ha<br />
infatti mantenuto intatto attraverso i<br />
secoli, i propri valori, le tra<strong>di</strong>zioni, la<br />
gastronomia, i prodotti agro-alimentari<br />
e l’artigianato artistico, elementi tutti che<br />
costituiscono, accanto alle bellezze <strong>di</strong><br />
una natura incontaminata e a tratti<br />
ancora selvaggia, l’essenza per l’attrattiva<br />
reale <strong>di</strong> queste montagne in ogni<br />
periodo dell’anno. Le famose valli della<br />
Carnia e i suoi caratteristici borghi sono<br />
i protagonisti <strong>di</strong> un territorio che affascina<br />
e ti coinvolge nel ritrovare lo spirito della<br />
montagna autentica.<br />
I percorsi della Via delle Malghe Carniche,<br />
essendo questi l’anello <strong>di</strong> collegamento<br />
tra l’Italia e l’Austria sono stati<br />
nel tempo vere vie <strong>di</strong> transito a pie<strong>di</strong> per<br />
mercanti, pastori, malgari, contrabban<strong>di</strong>eri<br />
italiani e austriaci. Mentre durante<br />
il primo conflitto mon<strong>di</strong>ale (guerra 15-<br />
18) questi sentieri sono stati utilizzati<br />
dagli eserciti dei due schieramenti, per<br />
portare i rifornimenti sul fronte dei<br />
combattimenti <strong>di</strong> cui ancora oggi sono<br />
evidenti e ben conservate le opere militari<br />
in ricordo <strong>di</strong> quel tragico evento. Ben<br />
conservato e proprio sulla linea <strong>di</strong><br />
confine, (Italia - Austria) sulla vetta del<br />
monte Pal Piccolo è stato recuperato il<br />
più suggestivo e travolgente Museo<br />
Storico all’aperto, “Guerra 15-18”, rendendo<br />
evidente le reali sofferenze degli<br />
entrambi schieramenti e le assur<strong>di</strong>tà<br />
che le guerre possono produrre sull’essere<br />
umano. L’uscita del secondo giorno<br />
ci permettere <strong>di</strong> vedere e vivere <strong>di</strong>rettamente<br />
questa magnifica esperienza.<br />
Nella serata del 28, dopo il rientro<br />
dall’escursione, è auspicabile una visita<br />
al museo <strong>di</strong> Timao, ultimo paese prima<br />
del confine, quale testimonianza delle<br />
drammatiche vicende che videro il<br />
territorio della Carnia uno dei punti più<br />
impegnativi della prima guerra mon<strong>di</strong>ale.<br />
Basta ricordare che fra i tanti reperti<br />
bellici e militari, sono esposti i cimeli delle<br />
famose volontarie portatrici Carniche<br />
utilizzate dall’esercito per il rifornimento<br />
dei reparti schierati sul fronte.<br />
D.G. Remo Dai Pra<br />
Savio (2367 m) dal quale dopo un<br />
meritato riposo rientreremo al Lago<br />
Antorno attraverso la forcella <strong>di</strong><br />
Rinbianco.<br />
Domenica dal Rifugio Auronzo percorreremo<br />
la strada che porta alla Forcella<br />
<strong>di</strong> Lavaredo poi si continua per il sentiero<br />
che conduce al Rif. Locatelli alle tre<br />
Cime dal quale sarà possibile il classico<br />
colpo d’occhio sul versante nord.<br />
Dal Rifugio Locatelli saranno possibili<br />
alcune varianti d’itinerario per ritornare<br />
il Rifugio Auronzo: ritornare sui nostri<br />
passi, completare l’intero giro delle tre<br />
cime passando per la forcella del Col <strong>di</strong><br />
Mezzo o raggiungere a sud del rifugio<br />
la torre “Salsiccia <strong>di</strong> Francoforte” e,<br />
attraverso il sistema <strong>di</strong> gallerie,<br />
raggiungere la forcella del Camoscio.<br />
Dalla forcella del Camoscio seguendo<br />
il sentiero <strong>di</strong> guerra De Luca-Innerkofler,<br />
attraverso cenge, sentieri attrezzati,<br />
finestre in roccia, gallerie, ecc. raggiungeremo<br />
la forcella <strong>di</strong> Lavaredo e<br />
poi il sentiero che ci condurrà all’Auronzo.<br />
Per quest’ultima variante si richiede<br />
l’obbligo <strong>di</strong> una dotazione omologata<br />
per vie ferrate e una torcia elettrica.<br />
D.G. Aldo Ghisi<br />
Scalorbi (1767 m).<br />
Qui ci <strong>di</strong>videremo in due comitive: chi<br />
farà l’escursione, che porterà da prima<br />
al rifugio Fraccaroli e poi alla vicina Cima<br />
Carega, chi la ferrata che porterà<br />
anch’essa nelle vicinanze del rifugio<br />
Fraccaroli e alla cima. Unite le due<br />
comitive, tutti insieme potremo apprezzare<br />
un vasto panorama che ci<br />
permetterà <strong>di</strong> spaziare ad occhi nu<strong>di</strong>,<br />
dalle cime circostanti fino alle Alpi.<br />
Ripartiremo poi per per raggiungere la<br />
vecchia strada militare che ci condurrà<br />
prima a Passo Pertica e poi tornare al<br />
punto <strong>di</strong> partenza, al Rifugio Revolto.<br />
D.G. Fabio Fulgeri
Sabato 24 e Domenica 25 Luglio<br />
Parco dell’Argentera (Alpi Marittime) (E)<br />
Le “Alpi del Mare”, una delle porzioni<br />
meno celebrate della catena alpina,<br />
costituiscono un arco <strong>di</strong> cime ruvide,<br />
aspre, solitarie contornate, in quota, da<br />
<strong>di</strong>stese <strong>di</strong> rocce frantumate, e più in<br />
basso da ver<strong>di</strong> e selvagge valli ricche<br />
<strong>di</strong> laghi e corsi d’acqua. Giunti a Terme<br />
<strong>di</strong> Val<strong>di</strong>eri si prosegue per il Gias delle<br />
Mosche dove inizia la nostra escursione.<br />
L’itinerario si sviluppa interamente<br />
all’interno del Parco Naturale delle Api<br />
Marittime, in ambiente piuttosto selvaggio,<br />
percorrendo i valloni attorno al poderoso<br />
complesso <strong>di</strong> rocce metamorfiche<br />
del gruppo dell’Argentera, la cui<br />
Da Venerdì 30 Luglio a Domenica 8 Agosto<br />
Trekking del Queyras (EE)<br />
L’itinerario si sviluppa seguendo prevalentemente<br />
il percorso del Grand<br />
Randonnée n° 58 e delle sue varianti e<br />
si effettua quasi totalmente in territorio<br />
francese, raggiungendo come principali<br />
cime: Col Vieux (2806 m), Col de la Noire<br />
(2955 m), Col du Malrif (2866 m), Col<br />
de Chamoussiere (2884 m). Con partenza<br />
ed arrivo a Ceillac, si attraverseranno<br />
valli riconosciute a livello nazionale<br />
per la loro particolare importanza<br />
paesaggistica e culturale e piccoli paesi,<br />
dove il tempo sembra essersi fermato a<br />
quando le Alpi mantenevano integra la<br />
Hai sentito parlare del sentiero Roma?<br />
“si famoso... ci fanno anche una gara...<br />
chiamata Kima...”. Ci sei stato? No,<br />
mai... e così incomincia l’idea <strong>di</strong> andare...<br />
<strong>Il</strong> sentiero Roma è forse la più classica<br />
ed affascinante delle escursioni sulle<br />
Alpi centrali, l’attraversamento completo<br />
si snoda dalla Val Codera alla Valle<br />
PredaRossa, un sentiero alpino, aereo,<br />
tratti attrezzati, sospeso tra alte vette,<br />
nevai, torrenti e passi che si susseguono<br />
interrottamente. Un’esperienza che non<br />
si <strong>di</strong>mentica e che <strong>di</strong>venta, per chi la<br />
vive, non solo un motivo <strong>di</strong> orgoglio, ma<br />
anche una lezione che insegna<br />
pazienza, capacità <strong>di</strong> guardare, scoprire<br />
e gustare <strong>di</strong>mensioni sottratte al tempo.<br />
<strong>Il</strong> sentiero non richiede una specifica<br />
preparazione alpinistica, ma non va<br />
cima sud (3297 m) rappresenta la massima<br />
elevazione delle Alpi Marittime.<br />
Durante tutto il percorso non è raro imbattersi<br />
in esemplari <strong>di</strong> fauna selvatica<br />
quali stambecchi, camosci, marmotte,<br />
etc. Si tratta <strong>di</strong> una lunga escursione<br />
su terreno impegnativo, con <strong>di</strong>slivelli<br />
ragguardevoli: 1301 m in salita per il<br />
primo giorno (dai 1591 m del Gias delle<br />
Mosche ai 2892 m del colle del Brocan),<br />
548 m in salita per il secondo (dai 1978<br />
m del Lago del Chiotas ai 2526 m del<br />
Colle Chiapous) che presuppongono<br />
una buona preparazione fisica.<br />
D.G. Lorenzo Sorbelli<br />
loro espressione più incontaminata.<br />
Questa proposta <strong>di</strong> gita si <strong>di</strong>versifica<br />
dalle abituali, poiché ci vedrà immersi in<br />
una <strong>di</strong>mensione che ci porta al <strong>di</strong> fuori<br />
della routine quoti<strong>di</strong>ana. Insieme con<strong>di</strong>videremo<br />
parte <strong>di</strong> questo mondo,<br />
immersi nella natura, percorrendo luoghi<br />
incontaminati, ove vasti pascoli e<br />
laghi alpini sono i principali attori <strong>di</strong> un<br />
documentario dove noi, passo dopo passo<br />
e in modo <strong>di</strong>screto, cercheremo <strong>di</strong><br />
recitare la nostra parte nel migliore dei<br />
mo<strong>di</strong>.<br />
D.G. Giordano Chio<strong>di</strong><br />
Da Venerdì 3 a Domenica 5 Settembre<br />
Sentiero Roma (Val Masino) (EEA)<br />
neppure preso sotto gamba, richiede<br />
una buona preparazione fisica.<br />
Percorreremo una parte del Sentiero,<br />
dai Bagni <strong>di</strong> Masino la val Porcellizzo,<br />
al Rifugio Allievi e la Val <strong>di</strong> Mello, tre<br />
giornate <strong>di</strong> attraversata da rifugio a<br />
rifugio, cammino ad una altezza me<strong>di</strong>a<br />
<strong>di</strong> 2500 metri, una breve parentesi nella<br />
nostro tran tran... per scoprire percorrere<br />
toccare vivere questa valle. Godremo<br />
della vista <strong>di</strong> montagne che hanno fatto<br />
la storia dell’alpinismo: Pizzo Ba<strong>di</strong>le,<br />
Pizzo Cengalo... Monte Disgrazia. Come<br />
Vera Canini Lusuar<strong>di</strong>, adorandola,<br />
descriveva la Val Masino, con il suo<br />
carattere aspro, la natura selvaggia,<br />
quei massi <strong>di</strong>spersi nel verde dei prati,<br />
le placconate <strong>di</strong> granito striate <strong>di</strong> nero<br />
dal pennello <strong>di</strong> un artista estroso...<br />
D.G. Ida Ballerini<br />
Corso <strong>di</strong> Fotografia in Montagna<br />
Dal 16 al 21 ottobre, sei serate sulla Fotografia <strong>di</strong>gitale e fotoritocco alla portata<br />
<strong>di</strong> tutti! Questo è un corso <strong>di</strong> fotografia <strong>di</strong>gitale con particolare riferimento alla<br />
foto <strong>di</strong> montagna pensato per i principianti e per i fotografi non professionisti.<br />
Potrai imparare facilmente con esempi, consigli pratici e tante fotografie<br />
<strong>di</strong>mostrative, partendo dalle nozioni <strong>di</strong> base fino ad un livello me<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />
preparazione, più che sufficiente per un fotografo amatoriale. Potrai conoscere<br />
le attuali tecnologie e le tecniche fotografiche impiegate dai fotografi più esperti,<br />
ed acquisire le conoscenze necessarie per scegliere la fotocamera più adatta<br />
alle tue esigenze. Nella <strong>sezione</strong> verranno presentati alcuni semplici tutorial con<br />
istruzioni passo-passo sulle funzioni base <strong>di</strong> correzione delle immagini <strong>di</strong>gitali.<br />
Durante il corso verranno <strong>di</strong>stribuite <strong>di</strong>spense delle lezioni tecniche insegnate.<br />
<strong>Il</strong> Corso, tenuto dall’esperto fotoamatore Sig. Enzo Andreotti, è strutturato<br />
nel seguente modo:<br />
mar 29/06<br />
gio 16 e 23/09<br />
sab 25 e<br />
dom 26/09<br />
gio 30/09 e 7/10<br />
gio 14/10<br />
dom 24/10<br />
gio 21/10<br />
gio 4/10<br />
Programma<br />
Presentazione Corso<br />
Lezione teorica<br />
Dolomiti: Alpe <strong>di</strong> Siusi e Catinaccio zona<br />
Alpe <strong>di</strong> Tires (escursione con applicazioni pratiche)<br />
Lezione teorica<br />
Lezione teorica (Tecniche <strong>di</strong> fotoritocco)<br />
I colori dell’autunno in Appennino<br />
(escursione <strong>di</strong> applicazioni pratiche)<br />
Lezione teorica - Tecniche <strong>di</strong> fotoritocco sulle<br />
immagini scattate durante l’uscita<br />
Bilancio del corso e proiezione immagini, cosa faremo dopo?<br />
Gruppo Lama Mocogno e Pavullo<br />
sab 12/6 Baita del Duca (Piane <strong>di</strong> Mocogno) - Prati <strong>di</strong> Barigazzo E<br />
Monte Cantiere - Mt. Campidello - Lagacci della<br />
Santona- Baita del Duca<br />
sab 19/6 Paso Ra<strong>di</strong>ci - Mt. Saltello - Cima Romecchio - Cima E<br />
dell’Omo - La Boccaia - Lago Santo<br />
sab 26/6 Centro Croci - Alpe Sigola - Sant’Antonio - Cento Croci E<br />
sab 3/7 Lago Santo - Mt. Ron<strong>di</strong>naio - Passetto Ferratina del EE<br />
Giovo - Mt. Giovo - La Boccaia - Lago Santo<br />
sab 10/7 Oratorio Monticello - La Nuda - La Boccaia - Le Borelle - E<br />
Monticello<br />
sab 17/7 In occasione dell’iniziativa “Torre in Festa” <strong>di</strong> Montecenere E<br />
si organizza un escursione (Torre <strong>di</strong> Montecenere - Castello<br />
<strong>di</strong> Brandola) Montecenere - Pracanina - Castello <strong>di</strong><br />
Brandola - Bagni <strong>di</strong> Brandola - Ponte Ercole (Ponte del<br />
Diavolo) - Le Casine - Montecenere<br />
sab 24/7 Passo delle Forbici - Bocca <strong>di</strong> Massa - Rifugio Cesare EE<br />
Battisti - Monte Cusna. Ritorno al rifugio per pranzo.<br />
Ritorno al Passo delle Forbici passando per l’Abetina Reale<br />
sab 31/7 Abetone - Mt. Gomito - Denti della Vecchia (alternativa) EE<br />
3 Potenze - Passo d’Annibale - Foce Giovo - Lago<br />
Turchino - Lago Santo<br />
gio 5/8 “Festa della Madonna delle Nevi”: Abetone - E<br />
Libro Aperto - Monte <strong>Cimone</strong> - sosta - Lago della Ninfa<br />
sab 14/8 Pellegrinaggio La Santona - San Pellegrino E<br />
(Via Vandelli - Passo <strong>di</strong> Cento Croci - Le Fabbriche -<br />
Imbrancamento - Giro del Diavolo -San Pellegrino in Alpe<br />
dom 22/8 La Camellata “Abetone - Passo delle Ra<strong>di</strong>ci” EE<br />
(Escursione impegnativa e faticosa) - Abetone - Monte<br />
Gomito - alternativa ai Denti della Vecchia - Passo<br />
d’Annibale - Foce Giovo - Mt.Ron<strong>di</strong>naio - Ferratina del<br />
Giovo - Monte Giovo - Colle Bruciata - Cima dell’Omo<br />
Cima Romecchio - Monte Saltello - Monte Albano - Giro<br />
del Diavolo - arrivo a Passo delle Ra<strong>di</strong>ci (abbuffata finale)<br />
e ritorno a Lama Mocogno<br />
dal 24/8<br />
al 30/8<br />
Soggiorno in Alta Valtellina con escursioni<br />
nel Gruppo del Cevedale, Val Zebrù, Ghiacciaio<br />
San Matteo Laghi del Cancano<br />
(Per informazioni: Ovilio Fontana - 0536/44405)<br />
per informazioni: Romano Bertugli (329/3707073), Ugo Marescotti (333/4846366)<br />
7° Concorso Fotografico<br />
Daniele Lucca - “Tempesta<br />
Croda Rossa d’Ampezzo”<br />
La settima e<strong>di</strong>zione del<br />
Concorso Fotografico<br />
sezionale ha visto la<br />
partecipazione <strong>di</strong> 28<br />
fotografie. I Soci<br />
votanti sono stati 63<br />
per complessivi 209<br />
voti. <strong>Il</strong> Concorso ha<br />
visto l’exploit del Socio<br />
Daniele Lucca che, da<br />
buon appassionato <strong>di</strong><br />
montagna e con buoni<br />
piazzamenti già nei<br />
concorsi precedenti, si<br />
aggiu<strong>di</strong>ca il primo ed<br />
il terzo premio con le immagini “Tempesta_Croda Rossa d’Ampezzo” (foto<br />
n.27) e “Tra cielo e terra_Dolomiti <strong>di</strong> Brenta”. (foto n. 22). Al secondo posto la<br />
fotografia del Socio Alessandro Turchi, “Specchio delle mie brame - Monzoni”<br />
(foto n. 7).<br />
Lanciando un occhio al futuro e alle nuove tecnologie, quest’anno il Concorso<br />
è stato aperto anche a foto realizzate con tecnologia High Dynamic Range<br />
(HDR). L’HDR dà la possibilità <strong>di</strong> immortalare una scena avendo poi il totale<br />
controllo sull’immagine finale: ad esempio è possibile “riesporre” nuovamente<br />
la foto, correggendo o perfezionando il risultato<br />
finale. La foto vincitrice è stata realizzata con<br />
questo metodo. Le foto vincitrici <strong>di</strong> questo e dei<br />
precedenti Concorsi sono esposte in sede, nella<br />
sala conferenze.<br />
Alberto Papotti<br />
Alessandro Turchi, “Specchio delle<br />
mie brame - Monzoni”<br />
Daniele Lucca<br />
“Tra cielo e terra<br />
Dolomiti <strong>di</strong> Brenta”<br />
5
SCUOLA C.A.I.<br />
A G<br />
LPI I<br />
O<br />
VANILE<br />
N<br />
IS<br />
M<br />
O<br />
-<br />
MODENA<br />
-<br />
ALPINISMO GIOVANILE<br />
35° Corso-Soggiorno<br />
Estivo in Montagna<br />
<strong>02</strong> - 14 luglio<br />
per giovani e ragazzi/e nati dal 1993 al 1997<br />
ALTA ENGADINA (Svizzera)<br />
Escursioni naturalistiche, arrampicate in falesie,traversate<br />
alpinistiche e ciclo escursioni (Lecce - Puglie)<br />
Presentazione del Soggiorno<br />
Giovedì 27 maggio ore 21.00<br />
Posti <strong>di</strong>sponibili n° 18<br />
I Parchi Naturali della Svizzera e in<br />
particolare dell’Enga<strong>di</strong>na, i primi ad<br />
essere instaurati in Europa, situati <strong>di</strong><br />
là del confine con la Lombar<strong>di</strong>a si<br />
prestano magnificamente, per la<br />
tranquillità, la bellezza e le molteplici<br />
attrattive ad introdurre i giovani alla<br />
conoscenza dell’ambiente montano.<br />
Vi saranno escursioni guidate alla<br />
ricerca dei luoghi più caratteristici<br />
orientandosi con bussola e cartina,<br />
vedremo tanti laghetti alpini: e visiteremo<br />
siti geologici che testimoniano<br />
l’origine e l’evoluzione <strong>di</strong> queste montagne<br />
e cammin facendo incontreremo<br />
marmotte, camosci e stambecchi.<br />
Via sulle 2 ruote! Ora lungo i sentieri<br />
dei contrabban<strong>di</strong>eri e <strong>di</strong> confine, ora<br />
ai margini dei ghiacciai, ora sulle sponde<br />
<strong>di</strong> piccoli e gran<strong>di</strong> laghi ora attraverso<br />
prati e boschi potremo veramente<br />
<strong>di</strong>vertirci con la nostra bici.<br />
In Enga<strong>di</strong>na ci sono inoltre 15 palestre<br />
d’arrampicata. <strong>Il</strong> fatto che queste si<br />
trovinono spesso in luoghi splen<strong>di</strong><strong>di</strong>,<br />
davanti alla cornice unica delle montagne,<br />
fa sì che valga ancora più la pena<br />
fare un’arrampicata. Sulle rive dello<br />
Silsersee, nella Val Morteratsch ai pie<strong>di</strong><br />
del massiccio del Bernina, le palestre<br />
lungo l’intera valle sod<strong>di</strong>sfano tutti i gusti.<br />
Con l’aiuto degli istruttori impareremo<br />
ad arrampicare sulle numerose falesie<br />
attrezzate, saliremo la spettacolare e<br />
incre<strong>di</strong>bile ferrata del Piz Trovat.<br />
Scaleremo i ghiacciai del Morteratsch<br />
e della Val Roseg.<br />
Raggiungeremo tramite escursioni<br />
naturalistiche, aerei rifugi alpini al<br />
cospetto degli immensi ghiacciai.<br />
Senza <strong>di</strong>menticare i tanti giochi <strong>di</strong><br />
socializzazione, i tanti bagni nei laghetti<br />
vicini al campeggio dove alloggeremo<br />
che ci faranno passare ore certamente<br />
in<strong>di</strong>menticabili. Le bici, fedeli compagne<br />
<strong>di</strong> viaggio, ci aiuteranno ogni giorno<br />
a raggiungere ogni luogo compreso<br />
la turistica St. Mortiz<br />
È in questi luoghi <strong>di</strong> rara bellezza, che<br />
l’Alpinismo Giovanile della Sezione <strong>di</strong><br />
<strong>Modena</strong>, svolgerà il suo 35° Soggiorno<br />
Estivo in montagna.<br />
SOGGIORNO ESTIVO<br />
per ragazzi e bambini nati tra il 1998 e il 2001<br />
mercoledì 26 maggio ore 18.30<br />
PRESENTAZIONE<br />
domenica 5 - sabato 11 settembre<br />
DOLOMITI DI SESTO - TRE CIME DI LAVAREDO Alto A<strong>di</strong>ge<br />
- sud Tirolo<br />
Escursioni ai laghetti alpini delle Tre Cime e dei Piani delle<br />
Crode...<br />
...Visite alle malghe dell’Alpe per apprendere la vita legata al<br />
pascolo...<br />
Escursioni nella Storia nelle<br />
zone e sulle cime della<br />
Grande Guerra<br />
del 1915-1918...<br />
Lezioni <strong>di</strong><br />
arrampicata<br />
ed escursionialpinistiche<br />
alle Crode<br />
Fiscaline, alla Salsiccia <strong>di</strong> Francoforte e alla Morgen Kopf...<br />
...Tanti giochi <strong>di</strong> socializzazione...<br />
... e cammin facendo, incontri con marmotte, camosci e<br />
stambecchi...<br />
... Per introdurre i ragazzi alla conoscenza dell’ambiente<br />
montano, all’autonomia in<strong>di</strong>viduale e <strong>di</strong> gruppo.<br />
BIMBI BELLI¿¡˘˘˘<br />
6<br />
In occasione del Congresso Nazionale degli<br />
Accompagnatori Giovanili, svoltosi a Piacenza il 13 - 14<br />
marzo, è stato organizzato parallelamente il 4° Concorso<br />
Fotografico Nazionale d’Immagini <strong>di</strong> ragazzi in attività<br />
dell’Alpinismo Giovanile. <strong>Il</strong> concorso era sud<strong>di</strong>viso in due<br />
categorie: immagini eseguite dai ragazzi e immagini<br />
scattate dagli Accompagnatori. I premi da assegnare<br />
erano tre per ogni categoria e la nostra Scuola <strong>di</strong> Alpinismo<br />
Giovanile <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> si è aggiu<strong>di</strong>cata ben 5 trofei: 2<br />
primi, 2 secon<strong>di</strong> e un terzo premio. Che <strong>di</strong>re? La nostra<br />
incredulità è stata tanta, le foto partecipanti al concorso<br />
erano altrettanto tante e ci siamo chiesti a cosa attribuire<br />
il merito <strong>di</strong> questi risultati: alle capacità “espressive” dei<br />
fotografi? Alle attività “immortalate” svolte? Ai nostri<br />
“fotogenici” ragazzi? Alla “sfacciata” fortuna? Mah?! Forse<br />
un po’ <strong>di</strong> tutto questo... ora il grosso problema sarà doversi<br />
ripetere in occasione del prossimi concorso, il 5°!! Perciò,<br />
per un anno, avanti con questo motto: “Bimbi, tutti in<br />
posa, <strong>di</strong> profilo, con il naso all’insù e state fermi!!!”.
CAPANNO TASSONI<br />
<strong>Il</strong> nome alla capanna-rifugio posta<br />
nell’alta valle <strong>di</strong> Ospitale (già Val <strong>di</strong><br />
Lamola) viene da una famiglia Tassoni<br />
esistente fin dalla fine del ‘700 e della<br />
quale è vivente una persona ancora,<br />
residente fuori zona; e si chiamò con<br />
tale nome perchè la costruì un artigiano<br />
del posto che ebbe in dono dal<br />
Duca <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> un appezzamento <strong>di</strong><br />
terra boscata con facoltà <strong>di</strong> costruirvi<br />
un “casello” o “capanno” o “capanna”<br />
ove lavorare il legno <strong>di</strong> faggio ed abitarvi<br />
nella buona stagione (testimonianza<br />
<strong>di</strong> Isaia Leonelli <strong>di</strong> recente<br />
scomparso). Ed è sempre stata Capanna<br />
Tassoni (per gli abitanti, il Comune,<br />
il C.A.I., la Forestale) fino a<br />
quando una cooperativa che ha avuto<br />
in gestione dalla Regione E.R. il rifugio,<br />
ne ha cambiato il nome in “Tassone”<br />
Correva l’Anno Accademico 1946-47<br />
quando al termine dell’esame <strong>di</strong> Mineralogia<br />
il Prof. Bertolani rivolse a uno<br />
studente dallo sguardo piuttosto sveglio<br />
lo storico invito: “Perchè domenica<br />
prossima Lei non viene con noi?” E<br />
così fu...<br />
L’universitario, poi dottore in Chimica<br />
industriale era ed è il nostro Socio<br />
Arrigo Gambigliani Zoccoli iscritto alla<br />
<strong>sezione</strong> del <strong>CAI</strong> <strong>Modena</strong> fin dal 1945.<br />
L’invito era per una uscita <strong>di</strong> esplorazione<br />
nei gessi triassici dell’Alta Val <strong>di</strong><br />
Secchia con base al Mulino <strong>di</strong> Cinquecerri<br />
in comune <strong>di</strong> Ligonchio. Cominciò<br />
così, quella domenica, la sua avventura<br />
scientifica e speleologica. Avventura,<br />
una delle tante in verità perchè<br />
dalla conoscenza <strong>di</strong>retta del personaggio<br />
e da quanto va raccontando con<br />
precisione matematica non v’ha dubbio<br />
che l’amore per l’avventura sia stato<br />
il sale della sua vita... confessa che<br />
solo ultimamente si è messo un po’<br />
quieto...<br />
A quel tempo il GSE (Gruppo Speleologico<br />
Emiliano della Sezione <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />
del Club Alpino Italiano) capitanato<br />
dal Prof. Guareschi, dal<br />
Prof.Bertolani e dal dott. Malavolti con<br />
l’apporto <strong>di</strong> Carlo Moscar<strong>di</strong>ni, tecnico<br />
presso l’istituto <strong>di</strong> Zoologia della Università<br />
<strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, della Prof.ssa Daria<br />
Marchetti, moglie del Prof. Bertolani<br />
e <strong>di</strong> Rodolfo de Salis, per molti anni<br />
Decano della nostra Sezione, fu la<br />
‘punta <strong>di</strong> <strong>di</strong>amante’ dell’attività della<br />
senza alcuna ragione.<br />
Intervenni più volte in <strong>di</strong>fesa della<br />
nostra toponomastica scrivendo documentati<br />
articoli sulla “Musola” <strong>di</strong> Lizzano<br />
in Belvedere, “Fanano fra Storia e<br />
Poesia” ed altri perio<strong>di</strong>ci tanto che<br />
questa mia “<strong>di</strong>fesa” fu citata anche nel<br />
volume che la Cassa <strong>di</strong> Risparmio <strong>di</strong><br />
Carpi pubblica annualmente. Ebbi anche<br />
una vivace <strong>di</strong>scussione con i gestori<br />
del rifugio, ma nulla cambiò.<br />
Finalmente, come ho appreso ultimamente,<br />
la capanna o capanno o casello<br />
è ritornato ai vecchi proprietari, Conti<br />
Forni <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> e così non avranno<br />
più ragione <strong>di</strong> esistere <strong>di</strong>scussioni in<br />
merito.<br />
Fanano, aprile 2010<br />
Alfonso Pasquali<br />
Sezione <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>. Arrigo si trovò<br />
dunque inserito in una ‘squadra d’assalto’<br />
<strong>di</strong> altissimo profilo scientifico e<br />
sportivo. Esiste una brillante e spiritosa<br />
relazione, a firma <strong>di</strong> Mario Bertolani,<strong>di</strong><br />
questa uscita in ambiente cui partecipò<br />
il nostro Socio Arrigo: fu pubblicata sul<br />
numero ‘speciale’ de ‘<strong>Il</strong> <strong>Cimone</strong>’ nel<br />
1952 in occasione del 25° anniversario<br />
della Rifondazione della <strong>sezione</strong>; per<br />
problemi <strong>di</strong> spazio non possiamo qui<br />
ripubblicarla ma è nostra intenzione<br />
farlo in un successivo numero del Notiziario.<br />
Ma non fu questo il primo ‘imprinting’<br />
con l’avventura, con il ‘sopra’ e il ‘sotto’<br />
del piano <strong>di</strong> campagna: già in famiglia<br />
la passione per la montagna era viva<br />
e le vacanze estive, alla fine degli anni<br />
‘30, erano a Ortisei in Val Gardena.<br />
Poi un primo approccio al mondo degli<br />
abissi fu a Postumia, nel 1937, dove<br />
in un’enorme sala <strong>di</strong> quelle grotte si<br />
tenevano abitualmente concerti <strong>di</strong> musica<br />
classica. Arrigo ricorda con vivacità<br />
<strong>di</strong> particolari quando, lui se<strong>di</strong>cenne,<br />
partecipò a un soggiorno estivo a Cevo,<br />
in Val Camonica, <strong>di</strong>retto da uno<br />
zio paterno, sacerdote gesuita, anch’egli<br />
appassionato <strong>di</strong> montagna:<br />
come salì per due volte all’Adamello<br />
e in gruppo, scarponi chiodati ai pie<strong>di</strong>,<br />
compì una magnifica traversata nel<br />
Gruppo Ortles-Cevedale con salita al<br />
Pizzo Tresero, <strong>di</strong>scesa per il Ghiacciao<br />
dei Forni, Rifugio Pizzini, Rifugio Casati<br />
e rientro per la Forcola a Pejo lungo<br />
Una mano<br />
lava l’altra...<br />
Nel numero scorso de il cimone avevamo chiesto ai soci sci fon<strong>di</strong>sti<br />
<strong>di</strong> donare l’eventuale attrezzatura sciistica che non veniva più utilizzata<br />
ai nostri ragazzi dell’Alpinismo Giovanile, per poter offrire anche ai<br />
ragazzi la possibilità <strong>di</strong> provare anche questo bellissimo sport.<br />
<strong>Il</strong> messaggio, trasportato sulle ali del più classico passaparola, deve<br />
essere arrivato anche al nuovo gestore del Rifugio Capanno Tassoni,<br />
da quest’anno, il Conte Clemente Maria Forni.<br />
<strong>Il</strong> Conte, infatti, ci ha regalato due dozzine <strong>di</strong> attrezzatura da sci<br />
completa: in pratica l’ex dotazione degli sci a noleggio della Cooperativa<br />
che gestiva la precedente Capanna Tassone.<br />
I ragazzi dell’A.G., nel ringraziare la nuova gestione per il regalo<br />
ricevuto, augurano un proficuo e prospero programma <strong>di</strong> attività<br />
integrate nell’ambiente naturale, come previste e auspicate dal Conte<br />
Forni stesso. Grazie <strong>di</strong> cuore!<br />
L’INTERVISTA<br />
...a Arrigo Gambigliani Zoccoli<br />
La foto risale al 1947: all’estrema destra, con elemetto americano in<br />
testa, il dott.Arrigo Gambigliani Zoccoli; all’estrema sinistra la prof.<br />
Daria Bertolani Marchetti<br />
la Val de la Mare. Un altro emozionante<br />
ricordo alpinistico, questo alla fine degli<br />
anni ‘40, è quello relativo a una ‘bravata’<br />
compiuta in un soggiorno a Chamonix:<br />
procuratosi corda e piccozza<br />
all’insaputa del padre, al comando <strong>di</strong><br />
alcuni compagni raggiunse, per la Junction,<br />
il Rèfuge des Grands Mulets<br />
(3051 m) attraverso i ghiacciai del<br />
versante francese. <strong>Il</strong> ritorno, il pomeriggio<br />
(che noia fare la stessa strada..)<br />
fu, ad intuito, per altro versante, ma<br />
ahiloro, i nostri ragazzi si trovarono a<br />
dover affrontare una serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà<br />
tecniche con crepacci, seracchi e ‘compagnia<br />
ghiacciante’... Arrigo, che teneva<br />
ben saldo il bastone, pardon, la<br />
piccozza del comando, riusciì a portare<br />
la cordata a salvamento: esausti,<strong>di</strong>sidratati<br />
e in con<strong>di</strong>zioni un po’<br />
pietose riuscirono a far rientro a Chamonix<br />
nel cuor della notte (c’è da giurarci:<br />
con la faccia <strong>di</strong> chi non può ammettere<br />
d’aver avuto paura...) dove<br />
famigliari, amici e conoscenti li stavano<br />
aspettando con ben intuibile apprensione<br />
e angoscia.<br />
Come già detto l’attività del dott. Arrigo<br />
Gambigliani Zoccoli fu prevalentemente<br />
in campo speleologico e si svolse<br />
nel decennio dal 1947 alla fine degli<br />
anni ‘50. Le zone principalmente frequentate<br />
furono i Gessi dell’alta valle<br />
della Secchia, Vallestra e zone limitrofe,<br />
stante l’assenza <strong>di</strong> fenomeni carsici<br />
nel territorio modenese. Sui numeri<br />
de ‘<strong>Il</strong> <strong>Cimone</strong>’ <strong>di</strong> quegli anni troviamo<br />
numerose e dettagliate relazioni dell’attività<br />
svolta. Arrigo ricoprì anche<br />
incarichi sezionali: fu Consigliere e<br />
Segretario del G.S.E. Ricorda <strong>di</strong>vertito<br />
un episo<strong>di</strong>o capitato in occasione del<br />
rinnovo delle cariche sociali del 1947:<br />
il cimone<br />
i giovani rampanti <strong>di</strong> allora chiedevano<br />
un avvicendamento generazionale e<br />
a tal fine furono poste in essere manovre<br />
un po’ ‘<strong>di</strong>sinvolte’ giocando sul<br />
fatto che all’epoca esisteva la possibilità<br />
<strong>di</strong> votare anche per delega... ma<br />
l’occhiuto, scrupolosissimo, integerrimo<br />
Lorenzo Bossetti ‘Nume tutelare’ della<br />
Sezione se ne accorse e prontamente<br />
sventò, con doverose rampogne, il<br />
tentativo <strong>di</strong> ‘golpe’.<br />
Arrigo si de<strong>di</strong>cò anche allo sci: ricorda<br />
con piacere un bravissimo seppur anziano<br />
Maestro <strong>di</strong> sci in Val Gardena e<br />
le piste dell’Abetone percorse (c’è da<br />
giurarlo, a rompicollo) con Orazio Coggi:<br />
all’Abetone, agli inizi degli anni ‘50,<br />
gli impianti <strong>di</strong> risalita erano costituiti<br />
unicamente da uno slittone che portava<br />
gli sciatori alla Selletta del Gomito.<br />
Non contento poi <strong>di</strong> alpinismo, speleologia<br />
e sci, agli inizi degli anni ‘60<br />
Arrigo concepisce una nuova (e te<br />
pareva...) passione: la Vela! Sottoponendosi<br />
a un ‘tour de force’ non in<strong>di</strong>fferente,<br />
la sera, ‘ventre a terra’, da<br />
<strong>Modena</strong> si precipita a Milano dove era<br />
posta la più vicina Scuola per poter<br />
conseguire il Brevetto nautico: fattosi<br />
‘la barca’ scorazza da Livorno alle<br />
Baleari, dalle Eolie alle isole dell’Arcipelago<br />
toscano...<br />
Doverosi impegni <strong>di</strong> famiglia e <strong>di</strong> professione<br />
(ha ricoperto importanti ruoli<br />
<strong>di</strong> responsabilità nel settore ceramico)<br />
frenarono queste gran<strong>di</strong> passioni ma<br />
l’attaccamento e la fedeltà al <strong>CAI</strong> mai<br />
è venuta meno.<br />
Gli sottopongo questa intervista-biografia<br />
prima <strong>di</strong> darla alle stampe: mi dà il suo<br />
consenso con quel suo inossidabile sorrisetto<br />
da ‘énfant terrible’...<br />
Alessandro Marchiorri<br />
Notiziario della Sezione <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> del Club Alpino Italiano<br />
Via 4 Novembre, 40 - 41100 <strong>Modena</strong> - Tel. 059/826914 - Fax 059/826978<br />
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Direttore Responsabile: Maria Teresa Rubbiani<br />
Fotocomposizione e stampa: Borghi - Via Gran<strong>di</strong>, 63/65 - 41123 <strong>Modena</strong><br />
Autorizz. del Tribunale <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> n. 605 del 29 settembre 1977<br />
<strong>Il</strong> notiziario è aperto alla collaborazione dei soci e simpatizzanti,<br />
ma gli articoli dei singoli autori non impegnano la redazione nè il Consiglio<br />
Direttivo del sodalizio. La pubblicazione può essere parziale.<br />
Anche se non pubblicati i testi non saranno restituiti.<br />
LA SEDE È APERTA NEI GIORNI DI<br />
MERCOLEDÌ E VENERDÌ (DALLE 17,00 - ALLE 19,30)<br />
E DI MARTEDÌ (DALLE 20,30 - ALLE 23,00).<br />
7
GRUPPO<br />
MODENA<br />
<strong>CAI</strong><br />
SPELEOLOGICO<br />
EMILIANO<br />
La valle <strong>di</strong> Arnetola, in Garfagnana, è<br />
particolarmente ricca <strong>di</strong> fenomeni carsici;<br />
qui si aprono ben 5 abissi con profon<strong>di</strong>tà<br />
superiori ai 1000 metri, e 2 che vanno oltre<br />
i 300 metri, tanto che la valle presenta una<br />
concentrazione <strong>di</strong> cavità profonde tra le<br />
maggiori in Italia e forse in Europa. Purtroppo,<br />
è anche interessata da intensi lavori <strong>di</strong><br />
estrazione del marmo, che minacciano varie<br />
cavità; c’è inoltre il progetto <strong>di</strong> una galleria<br />
per collegarla con Arni.<br />
L’abisso Guaglio si apre a 1130 metri <strong>di</strong><br />
quo<strong>Il</strong> nome della grotta deriva probabilmente<br />
da quello, in <strong>di</strong>aletto bergamasco, dei<br />
gracchi, uccelli del genere dei corvi<strong>di</strong> che<br />
una volta ni<strong>di</strong>ficavano all’ingresso dell’antro.<br />
L’ingresso del Bus <strong>di</strong> Tàcoi si apre nel monte<br />
Redondo, a 1550 metri <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne; si raggiunge<br />
seguendo il sentiero che parte dagli<br />
Spiazzi <strong>di</strong> Boario, nel comune <strong>di</strong> Gromo<br />
(BG); in circa un’ora <strong>di</strong> cammino, al termine<br />
<strong>di</strong> un ripido canalone, si arriva alla grotta.<br />
Scoperta poco dopo la 1° guerra mon<strong>di</strong>ale,<br />
fu esplorata sistematicamente negli anni<br />
‘20 dal Gruppo Grotte Bergamo, ma solo<br />
negli anni ‘60 venne effettuato un rilievo<br />
dettagliato. <strong>Il</strong> Bus ha inizio con un pozzo <strong>di</strong><br />
ingresso, alla cui base persiste fino all’estate<br />
un nevaio, che contribuisce a determinare<br />
il clima della grotta. Segue un ampio corridoio<br />
8<br />
GRUPPO SPELEOLOGICO EMILIANO<br />
dal 16 Settembre al 4 novembre<br />
32° Corso <strong>di</strong> Introduzione alla Speleologia<br />
Lo scopo del corso è portare gli allievi<br />
a un approccio col mondo sotterraneo<br />
e a una prima conoscenza<br />
delle sue cavità, delle rocce in cui<br />
queste si sono formate, del carsismo<br />
e delle altre cause che le hanno<br />
generate; portare insomma a una<br />
prima esperienza delle varie forme<br />
che la natura può assumere al <strong>di</strong><br />
sotto del mondo che siamo abituati<br />
a vedere. La speleologia è infatti<br />
essenzialmente l’esplorazione e lo<br />
stu<strong>di</strong>o delle cavità, sia naturali che<br />
artificiali, che si trovano nel sottosuolo,<br />
della loro genesi, delle loro<br />
trasformazioni.<br />
La chiara luce dell’acetilene o delle<br />
lampade a led guiderà il nostro cammino<br />
negli ambienti ipogei e, passo<br />
dopo passo, quei luoghi ci riveleranno<br />
scenari <strong>di</strong> stalattiti e stalagmiti,<br />
laghi e corsi d’acqua, cunicoli e scintillanti<br />
concrezioni, in un mondo che,<br />
al pari <strong>di</strong> quello esterno, presenta<br />
infinite varietà <strong>di</strong> forme e <strong>di</strong> colori.<br />
<strong>Il</strong> corso avrà una durata <strong>di</strong> circa 6<br />
settimane e si articolerà in una serie<br />
<strong>di</strong> lezioni teoriche su geologia, speleogenesi,<br />
carsismo, idrologia, nonché<br />
sulla presentazione dei materiali<br />
utilizzati in speleologia e sulle tecniche<br />
da seguire per muoversi nelle<br />
grotte. Alcune uscite pratiche ci condurranno<br />
in cavità ad andamento<br />
prevalentemente orizzontale e in<br />
altre ad andamento verticale, in modo<br />
da offrirci una panoramica generale<br />
sui vari ambienti ipogei.<br />
Domenica 13 Giugno<br />
Sassi <strong>di</strong> Varana - Palestra speleologica<br />
Per apprendere le tecniche <strong>di</strong> progressione<br />
su corda, utilizzate nell’attività speleologica,<br />
organizziamo una gita ai Sassi <strong>di</strong> Varana,<br />
le note formazioni <strong>di</strong> ofiolite, roccia basaltica<br />
<strong>di</strong> origine vulcanica, sulla strada tra Sassuolo<br />
e Serramazzoni. È una possibilità per tutti<br />
per iniziare a capire come ci si muove nelle<br />
grotte verticali, veri gioielli nascosti nelle<br />
profon<strong>di</strong>tà della terra, che meritano <strong>di</strong> essere<br />
conosciute perché racchiudono tesori <strong>di</strong><br />
assoluto fascino e bellezza.<br />
In palestra presenteremo e faremo provare<br />
facili tratti su roccia e mostreremo l’utilizzo<br />
dell’attrezzatura speleologica. Basta quin<strong>di</strong><br />
la voglia <strong>di</strong> sperimentare una nuova attività<br />
e un minimo <strong>di</strong> “fiato”.<br />
Domenica 20 Giugno<br />
Abisso Guaglio<br />
La valle <strong>di</strong> Arnetola, in Garfagnana, è<br />
particolarmente ricca <strong>di</strong> fenomeni carsici;<br />
qui si aprono ben 5 abissi con profon<strong>di</strong>tà<br />
superiori ai 1000 metri, e 2 che vanno oltre<br />
i 300 metri, tanto che la valle presenta una<br />
concentrazione <strong>di</strong> cavità profonde tra le<br />
maggiori in Italia e forse in Europa.<br />
Purtroppo, è anche interessata da intensi<br />
lavori <strong>di</strong> estrazione del marmo, che<br />
minacciano varie cavità; c’è inoltre il progetto<br />
<strong>di</strong> una galleria per collegarla con Arni.<br />
L’abisso Guaglio si apre a 1130 metri <strong>di</strong><br />
quota e ha un <strong>di</strong>slivello complessino <strong>di</strong> 650<br />
metri. Particolarmente piacevole è il primo<br />
tratto della grotta, con pozzi non troppo<br />
profon<strong>di</strong> e un bellissimo meandro nel<br />
marmo levigato, che porta fino a -250 metri.<br />
Dopo, una serie <strong>di</strong> pozzi più impegnativi<br />
conduce alla massima profon<strong>di</strong>tà, raggiunta<br />
per la prima volta nel 1978.<br />
Si tratta quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> una escursione per<br />
speleologi esperti e allenati.<br />
Sabato 10 e Domenica 11 Luglio<br />
Bus <strong>di</strong> Tàcoi<br />
inclinato e un vasto salone, che tramite un<br />
passaggio stretto immette in un fitto sistema<br />
<strong>di</strong> piccole salette, gallerie e pozzi. Si arriva<br />
al Salto della Morte, da dove inizia la parte<br />
più spettacolare della grotta, con<br />
incrostazioni e concrezioni. Nella Sala delle<br />
Vaschette si trovano numerose vasche<br />
calcaree incrostate da cristalli <strong>di</strong> calcite; nel<br />
mezzo sorge il Monte Cervino, gigantesca<br />
stalagmite bianca. Si prosegue verso il lago<br />
Verde, che rappresenta la fine dell’escursione,<br />
anche se anticamente la <strong>di</strong>scesa<br />
proseguiva al <strong>di</strong> sotto del piccolo bacino,<br />
sul cui fondo, nell’acqua, si notano stalagmiti<br />
che coincidono con le stalattiti nel soffitto.<br />
<strong>Il</strong> Bus <strong>di</strong> Tàcoi è una grotta particolarmente<br />
interessante per la varietà <strong>di</strong> ambienti e <strong>di</strong><br />
colori che la caratterizzano; la visita è<br />
comunque in<strong>di</strong>cata a chi ha una <strong>di</strong>screta<br />
esperienza <strong>di</strong> progressione verticale su<br />
corda.ta e ha un <strong>di</strong>slivello complessino <strong>di</strong><br />
650 metri. Particolarmente piacevole è il<br />
primo tratto della grotta, con pozzi non<br />
troppo profon<strong>di</strong> e un bellissimo meandro<br />
nel marmo levigato, che porta fino a -250<br />
metri. Dopo, una serie <strong>di</strong> pozzi più impegnativi<br />
conduce alla massima profon<strong>di</strong>tà,<br />
raggiunta per la prima volta nel 1978.<br />
Si tratta quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> una escursione per<br />
speleologi esperti e allenati.<br />
Nel comune <strong>di</strong> Esino Lario (LC), dopo<br />
una camminata <strong>di</strong> quasi 1,30 ore, si<br />
raggiunge il rifugio Bogani, che è una<br />
delle basi <strong>di</strong> partenza per molte delle<br />
escursioni speleologiche della zona.<br />
Dopo altri 10 minuti, si raggiunge<br />
l’ingresso della grotta, che inizia con<br />
un pozzo <strong>di</strong> 30 metri esplorato nel<br />
1958. <strong>Il</strong> fondo era occupato da uno<br />
spesso strato nevoso che fino al 1991<br />
ha impe<strong>di</strong>to la prosecuzione<br />
Programma<br />
gio 16/9 Iscrizioni e presentazione del corso -<br />
Attrezzatura <strong>di</strong> base, vestizione e alimentazione in grotta<br />
dom 19/9 Uscita in grotta orizzontale (facile)<br />
gio 23/9 Geologia e carsismo<br />
dom 26/9 Uscita in grotta orizzontale (facile)<br />
gio 30/9 Idrologia e meteorologia<br />
gio 7/10 Materiali e tecniche <strong>di</strong> progressione in grotte verticali<br />
dom 10/10 Palestra <strong>di</strong> roccia<br />
gio 14/10 Topografia ipogea<br />
dom 17/10 Uscita in grotta verticale<br />
gio 21/10 Biospeleologia<br />
sab 23/10 Palestra <strong>di</strong> roccia<br />
dom 24/10 Uscita in grotta verticale<br />
gio 28/10 Nozioni <strong>di</strong> primo soccorso<br />
gio 4/11 Consegna degli attestati e proiezione <strong>di</strong> <strong>di</strong>apositive<br />
Domenica 25 Luglio<br />
Abisso Apaz!<br />
Per iscriversi alle gite o avere informazioni,<br />
siamo in sede il giovedì sera o potete<br />
scrivere una mail a<br />
g.s.emiliano@tele2.it<br />
Le domus dell’Ortaglia costituiscono<br />
un caso esemplare in cui scavo archeologico,<br />
restauro e allestimento<br />
museale hanno concorso alla valorizzazione<br />
<strong>di</strong> un significativo capitolo <strong>di</strong><br />
storia romana della città <strong>di</strong> Brescia.<br />
La prima abitazione, detta Domus <strong>di</strong><br />
Dioniso, prende il nome dall’immagine<br />
del Dio che invita ad assaporare i piaceri<br />
del palato, raffigurata al centro del<br />
pavimento a mosaico del triclinio (sala<br />
da pranzo), mentre tutt’attorno le pareti<br />
sono affrescate con paesaggi marini e<br />
campestri. La seconda <strong>di</strong>mora invece<br />
è detta delle Fontane per la presenza<br />
<strong>di</strong> numerose vasche e giochi d’acqua,<br />
un lusso riservato a pochi facoltosi.<br />
<strong>Il</strong> monastero <strong>di</strong> Santa Giulia, oggi sede<br />
del museo, si sviluppa attorno a tre<br />
chiostri rinascimentali e tre chiese: la<br />
basilica longobarda <strong>di</strong> San Salvatore,<br />
fondata a metà dell’VIII secolo d.C.,<br />
l’oratorio romanico <strong>di</strong> Santa Maria in<br />
Solario e la chiesa rinascimentale <strong>di</strong><br />
Santa Giulia.<br />
Dal Monastero <strong>di</strong> Santa Giulia si può<br />
dell’esplorazione. In quell’anno, con<br />
l’abbassamento della neve, si è<br />
scoperto che l’abisso continua con altri<br />
pozzi, a volte stretti, a volte più agevoli,<br />
fino ad arrivare a una profon<strong>di</strong>tà<br />
dall’ingresso <strong>di</strong> -234 metri.<br />
Si tratta <strong>di</strong> una gita <strong>di</strong> grande interesse<br />
ambientale e anche sportivo, visto<br />
l’avvicinamento, adatta a chi ha<br />
esperienza <strong>di</strong> progressione speleologica<br />
su corda.<br />
COMITATO SCIENTIFICO<br />
FERDINANDO MALAVOLTI<br />
Sabato 17 e Domenica 18 Luglio<br />
Brescia: le Domus dell’Ortaglia<br />
effettuare una suggestiva passeggiata<br />
lungo la via dei Musei - l’antico decumano<br />
massimo -su cui si affacciano il<br />
Teatro <strong>di</strong> età augustea, ampliato in età<br />
imperiale, il Capitolium, tempio romano<br />
e<strong>di</strong>ficato nel II secolo a.C, e uno dei<br />
fori romani meglio conservati dell’Italia<br />
Settentrionale.<br />
Brescia possiede anche la Pinacoteca<br />
Tosio Martinengo. Le opere sono esposte<br />
lungo un percorso <strong>di</strong> venticinque<br />
stanze, e sono rappresentate da <strong>di</strong>pinti<br />
dei più celebri maestri della scuola pittorica<br />
bresciana del quattrocento e del<br />
cinquecento. Trovano posto anche le tele<br />
<strong>di</strong> celeberrimi artisti italiani e fiamminghi.<br />
Sulla costa meri<strong>di</strong>onale del lago <strong>di</strong><br />
Garda, all’estremità della penisola <strong>di</strong><br />
Sirmione, in una splen<strong>di</strong>da posizione<br />
panoramica si ritrovano i resti della villa<br />
romana nota da secoli con il nome <strong>di</strong><br />
“Grotte <strong>di</strong> Catullo”, datata fine I secolo<br />
a.C. - inizio I secolo d.C., l’esempio più<br />
gran<strong>di</strong>oso <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficio privato <strong>di</strong> carattere<br />
signorile <strong>di</strong> tutta l’Italia settentrionale.<br />
D.G. Daniela Cristofori
Gruppo<br />
sentieri<br />
Tutto scorre...<br />
ovvero Segnatori d’Estate<br />
L’abbiamo chiamata e... lei è rimasta!<br />
Ovviamente stiamo parlando della<br />
neve che ha deciso <strong>di</strong> cingere d’asse<strong>di</strong>o<br />
i nostri monti e i nostri sentieri fino<br />
a tutto il mese <strong>di</strong> aprile. Non è stato<br />
un asse<strong>di</strong>o in senso negativo in quanto<br />
le attività invernali sono una bella<br />
esperienza per gli escursionisti ma la<br />
stessa cosa non sempre vale per i<br />
sentieri. Frane, come quella sulla<br />
strada che va a Lago Santo, smottamenti<br />
e crolli sono il lascito delle abbondanti<br />
e “improvvise” nevicate degli<br />
ultimi mesi e del successivo caldo che<br />
ha riversato fiumi d’acqua non solo<br />
dentro i letti dei torrenti. Non c’è da<br />
stupirsi, in realtà, perchè si sa che<br />
tutto cambia, tutto scorre... “panta rei”,<br />
come <strong>di</strong>ceva il filosofo greco, affermando<br />
che non si può <strong>di</strong>scendere due<br />
volte nel medesimo fiume perchè<br />
l’acqua scorre, il fiume muta e non è<br />
più lo stesso. Se non avete famigliarità<br />
con questi temi filosofici, potreste<br />
provare a chiedere ad alcuni amici<br />
Segnatori che in una calda giornata<br />
<strong>di</strong> aprile hanno deciso <strong>di</strong> fare il verso<br />
alle “Conversazioni in Montagna”<br />
giunte al 5° anno e, a metà del guado,<br />
sono volati dentro al fiume uno dopo<br />
l’altro. <strong>Il</strong> fiume non è più lo stesso, da<br />
quel giorno. Neanche i loro zaini...<br />
Aneddoti a parte, comunque, in questo<br />
inverno alcuni nostri sentieri hanno<br />
subito una bella “batosta” e sarà tema<br />
dei prossimi mesi il comprendere se<br />
rimarranno aperti o meno. Per ora<br />
registriamo la temporanea chiusura<br />
dei sentieri 445, nella zona della Ruina<br />
del <strong>Cimone</strong> che, come <strong>di</strong>ce il nome<br />
stesso, è “ruinata”, portando con sè<br />
anche il sentiero. Un analoga fine è<br />
capitata al sentiero 473 che sale dal<br />
Torrente Scoltenna a Castellino <strong>di</strong><br />
Riolunato, chiuso perchè franato in un<br />
paio <strong>di</strong> punti. Le verifiche sono iniziate<br />
ma si prevede che sarà un lavoro<br />
lungo, visto il tipo d’intervento. <strong>Il</strong><br />
sentiero 531, invece, è percorribile<br />
anche se è necessario fare attenzione<br />
in corrispondenza della frana che in<br />
parte coinvolge la strada per Lago<br />
Santo.<br />
Per il resto, il lavoro costante <strong>di</strong> verifica<br />
e manutenzione della nostra rete<br />
L’appuntamento con il Soggiorno dei<br />
Segnatori è giunto al 3° anno e si<br />
rinnova la voglia <strong>di</strong> godersi le vacanze<br />
estive ma, allo stesso tempo, <strong>di</strong> fare<br />
una gita prolungata sui nostri sentieri.<br />
Sull’onda dell’adagio “più sentieri e<br />
meno strada”, ve<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> guadagnare<br />
tempo da de<strong>di</strong>care alle escursioni<br />
eliminando i viaggi da <strong>Modena</strong> e<br />
attestandoci “in altura”. Dopo Abetone<br />
e Frassinoro... dove si andrà<br />
quest’anno? Chi lo sa! Come negli<br />
anni scorsi stabiliremo in Appennino<br />
la nostra base e giornalmente<br />
organizzeremo i raid <strong>di</strong> manutenzione,<br />
<strong>di</strong> pittura o anche solo <strong>di</strong> rilievo e<br />
verifica. La meta verrà decisa in base<br />
alle proposte dei partecipanti e alle<br />
necessità <strong>di</strong> manutenzione a partire<br />
continua lentamente ma in modo<br />
costante. Si avvia, invece, al termine<br />
il lavoro <strong>di</strong> apertura della nuova rete<br />
dei sentieri presso l’Unione dei Comuni<br />
Montani Valli Dolo, Dragone e Secchia.<br />
Attenzione, dunque, alla nuova numerazione<br />
che si sta andando ad affermare<br />
nella zona perchè i cambiamenti<br />
sono <strong>di</strong>versi nei sentieri che stanno<br />
ad ovest della Via Vandelli (che rimane<br />
sentiero 579 nell’Alto Appennino). <strong>Il</strong><br />
resto della numerazione non ha invece<br />
subito variazioni.<br />
Sul fronte delle attività, il 3° Corso per<br />
Segnatori, svoltosi tra aprile e maggio,<br />
ha portato nuovi Segnatori al nostro<br />
Gruppo: chissà dove ci porteranno...<br />
No, non nel senso “si sono già persi<br />
e chissà dove stanno andando” ma <strong>di</strong><br />
“chissà quali avventure potremo vivere<br />
insieme a loro”! Di sicuro saranno dei<br />
nostri nelle gite in programma nei<br />
prossimi mesi: 6 giugno, 11 luglio, 12<br />
settembre. <strong>Il</strong> martedì precedente (il<br />
primo martedì del mese) si terranno<br />
gli incontri in sede per parlare <strong>di</strong><br />
sentieri, <strong>di</strong> segnatori e... per fare 4<br />
chiacchiere. Inoltre, quest’estate è in<br />
programma il Soggiorno del Segnatore<br />
ma... per questo vi rimando all’articolo<br />
ad esso de<strong>di</strong>cato.<br />
Anche a Pavullo le attività procedono<br />
e si stanno risolvendo alcuni “problemi<br />
<strong>di</strong> gioventù” <strong>di</strong> questi sentieri, alcuni<br />
dei quali sono stati “rosicchiati” dai<br />
proprietari. La situazione è in qualche<br />
punto cambiata rispetto alla carta<br />
inclusa nella Guida presentata dal<br />
Comune in occasione dell’inaugurazione<br />
degli itinerari nel 2008, per cui<br />
fate attenzione ai segni sul terreno.<br />
Le gite a Pavullo si terranno le domeniche<br />
27 giugno, 18 luglio, 26 settembre<br />
e gli incontri per definirne l’organizzazione,<br />
il mercoledì precedente.<br />
Per avere maggiori informazioni sulle<br />
attività del Gruppo e per partecipare,<br />
ci trovate in sede a <strong>Modena</strong> tutti i<br />
martedì sera o a Pavullo (presso lo<br />
Chalet della Parrocchia <strong>di</strong> Monte-<br />
Obizzo) il mercoledì che precede le<br />
gite. La nostra mail è:<br />
sentieristica@cai.mo.it.<br />
A presto... sui nostri sentieri!<br />
Andrea Gasparini<br />
Da Mercoledì 18 a Domenica 22 Agosto<br />
3° Soggiorno dei Segnatori<br />
dal mese <strong>di</strong> luglio. Un occhio (e gli<br />
scarponi) ai sentieri e un occhio alla<br />
vacanza ci faranno assistere a qualche<br />
giorno <strong>di</strong> “<strong>di</strong>vertimento utile”. Nel caso<br />
riteniate che 5 giorni siano troppi o se<br />
“il lavoro chiama” è comunque possibile<br />
partecipare per un periodo più<br />
breve come, per esempio il weekend<br />
o solo la domenica.<br />
Un’attività <strong>di</strong> questo genere <strong>di</strong>pende<br />
moltissimo dai partecipanti per cui è<br />
necessario che ci inviate la vostra<br />
adesione entro il 30 giugno (in sede<br />
o alla mail ) in cui dovrete in<strong>di</strong>care<br />
anche che giorni intendete rimanere.<br />
In seguito vi contatteremo per definire<br />
insieme i dettagli organizzativi e le<br />
attività da portare avanti.<br />
Andrea Gasparini<br />
Prima Carta dei Sentieri<br />
del Parco Nazionale<br />
dell’Appennino Tosco Emiliano<br />
È <strong>di</strong>sponibile dal mese <strong>di</strong> aprile la<br />
prima Carta dei Sentieri del Parco<br />
Nazionale dell’Appennino Tosco<br />
Emiliano. La Carta in scala 1/25.000,<br />
o meglio le due carte (foglio est e foglio<br />
ovest) fronte e retro, coprono il territorio<br />
del Parco che ha andamento da nordovest<br />
a sud-est, come è la <strong>di</strong>rettrice<br />
della dorsale spartiacque appenninica<br />
tosco emiliana. Si va dal passo della<br />
Cisa al passo delle Ra<strong>di</strong>ci, arrivando<br />
a lambire le zone più ad ovest della<br />
nostra provincia.<br />
La base topografica è completa e<br />
aggiornata, i tracciati dei sentieri sono<br />
derivati dalla base dati delle due<br />
Regioni e, per questo, riportano uno<br />
stato aggiornato e ufficiale della rete<br />
sentieristica <strong>CAI</strong>. La Carta nel suo<br />
complesso risulta ricca <strong>di</strong> informazioni<br />
escursionistiche e turistiche che facilitano<br />
la programmazione <strong>di</strong> escursioni.<br />
Infatti, come ogni escursionista<br />
sa - o dovrebbe sapere - pianificare<br />
le escursioni con l’aiuto <strong>di</strong> cartografia,<br />
soprattutto se aggiornata, e altre informazioni<br />
<strong>di</strong>sponibili, rende l’attività in<br />
ambiente più sicura e più appassionante<br />
perchè rende consapevoli dei<br />
pericoli, delle potenzialità e delle<br />
bellezze del territorio che lo ospita. La<br />
Carta è <strong>di</strong>sponibile presso la nostra<br />
Sezione e presso le librerie interessate<br />
al settore escursionistico nel territorio<br />
modenese.<br />
A.G.<br />
Ristampa della “Guida dell’Alto<br />
Appennino Bolognese-<br />
Modenese e Pistoiese dalle<br />
Piastre all’Abetone”<br />
Dopo una lunghissima gestazione <strong>di</strong><br />
ben 12 mesi, viene finalmente alla luce<br />
l’E<strong>di</strong>zione anastatica della ormai<br />
introvabile “Guida dell’Alto Appennino<br />
bolognese-modenese e pistoiese dalle<br />
Piastre all’Abetone” compilata da<br />
Giovanni Bortolotti, e<strong>di</strong>ta dalla Tamari<br />
E<strong>di</strong>tori in Bologna nel lontano 1963 e<br />
rie<strong>di</strong>ta oggi in e<strong>di</strong>zione anastatica dalla<br />
Tamari Montagna <strong>di</strong> Padova. <strong>Il</strong> libroguida<br />
del Bortolotti, <strong>di</strong> ben 684 pagine,<br />
è da considerarsi la più completa opera<br />
mai scritta sull’Alto Appennino delle tre<br />
confinanti province <strong>di</strong> Bologna, Pistoia<br />
e <strong>Modena</strong>. Si tratta <strong>di</strong> una vera e propria<br />
enciclope<strong>di</strong>a storica, geografica,<br />
naturalistica con i contributi scientifici<br />
dei migliori specialisti dell’epoca del cui<br />
apporto il Bortolotti ebbe il merito <strong>di</strong><br />
avvalersi. Questa opera, nata per<br />
iniziativa del Centro Stu<strong>di</strong> Alta Valle del<br />
Reno <strong>di</strong> Porretta Terme d’intesa con la<br />
locale Sezione del Club Alpino Italiano,<br />
approvata e sostenuta dalle altre sezioni<br />
tosco-emiliane <strong>di</strong> riferimento territoriale,<br />
tra cui ovviamente anche la nostra <strong>di</strong><br />
<strong>Modena</strong>, viene oggi riproposta in versione<br />
‘reprint’. Questo volume è davvero<br />
una occasione da non perdere:<br />
esso verrà presentato ufficialmente al<br />
pubblico domenica 20 giugno al Rifugio<br />
Duca degli Abruzzi al Lago Scaffaiolo.<br />
In tale occasione verrà poi riposizionata<br />
la targa in memoria dell’Autore,<br />
Giovanni Bortolotti.<br />
Prezzo <strong>di</strong> copertina previsto al pubblico<br />
Euro 29,00 prezzo scontato ai Soci<br />
<strong>CAI</strong> Euro 20,00.<br />
<strong>Il</strong> prezzo scontato ai Soci <strong>CAI</strong> è praticato<br />
soltanto all’acquisto presso la<br />
Sede.<br />
Vista la tiratura limitata è possibile or<strong>di</strong>nare<br />
il volume e, per fare questo, è<br />
sufficiente inviare il modulo sottostante<br />
per posta a: Club Alpino Italiano -<br />
Sezione <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, via IV Novembre,<br />
40 41123 <strong>Modena</strong>, oppure tramite e-<br />
mail a: modena@cai.it<br />
il sottoscritto (cognome e nome) ......................................................................<br />
in<strong>di</strong>rizzo .....................................................................................................................................<br />
e-mail ...........................................................................................................................................<br />
numero <strong>di</strong> telefono .........................................................................................................<br />
prenota numero copie .................................................................................................<br />
della ristampa anastatica del volume <strong>di</strong> Giovanni Bertolotti<br />
“GUIDA DELL’ALTO APPENNINO BOLOGNESE<br />
MODENESE E PISTOIESE”<br />
dalle Piastre all’Abetone del 1963<br />
al prezzo speciale <strong>di</strong> Euro 20, anziché <strong>di</strong> Euro 29.<br />
9
VI Puntata<br />
Colpo <strong>di</strong> fulmine!<br />
I primi raggi <strong>di</strong> sole coloravano l’erba<br />
quando si sentì il fruscio della cerniera<br />
aprire la tenda. Come tutti gli appassionati<br />
meteo Matteo <strong>di</strong>ede un’occhiata<br />
al cielo prima ancora <strong>di</strong> appoggiare lo<br />
sguardo davanti a se. Nel cielo <strong>di</strong> un<br />
azzurro già abbastanza carico, erano<br />
<strong>di</strong>segnati minuscoli cumulotti, simili a<br />
“Merletti <strong>di</strong> un castello...” <strong>di</strong>sse Milly<br />
ancora mezza addormentata, e aggiunse:<br />
“E poi li chiamano “pecorelle”,<br />
ma che pecorelle! Son troppo grasse!”<br />
“E <strong>di</strong>fatti non sono le pecorelle che <strong>di</strong>ci<br />
tu, sono gli altocumulus floccus e<br />
castellanus” “Allora c’ero arrivata più<br />
vicina coi merletti del castello!” “Esattamente,<br />
mentre gli altri, più soffici,<br />
assomigliano a fiocchi” concluse Matteo.<br />
I due amici <strong>di</strong>sfarono la tenda accarezzati<br />
da una leggera brezza estiva,<br />
mentre le nubi si <strong>di</strong>ssolvevano velocemente.<br />
“Dove si va oggi? Propongo<br />
<strong>di</strong> salire al Libro Aperto, scendere<br />
all’Abetone, poi scavalcare il Monte<br />
Gomito, passare i Denti Della Vecchia<br />
e bivaccare al Lago Nero...” “Un po’<br />
lunghetta...” “Non ce la fai?” <strong>di</strong>sse Milly<br />
con un sorrisetto ironico. “Io reggo, è<br />
il tempo che non so se regge!” “Ma se<br />
è una mattina calda e serena...” “Calda<br />
in prossimità del suolo, ma qualcosa<br />
sta cambiando in quota, e le innocue<br />
nuvolette dell’alba ne erano un segno<br />
premonitore, oltre al fatto che l’altimetro<br />
continua a dare scarti via via maggiori<br />
tra la quota misurata e quella reale<br />
(segnata in carta)” “Aria calda sotto, aria<br />
fredda in arrivo sopra = instabilità, giusto?<br />
E le nuvolette a castello?” “Sono<br />
in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> una certa instabilità in quota,<br />
anche se <strong>di</strong>ssolvono l’instabilità resta,<br />
anzi, nelle ore calde aumenta”. “An<strong>di</strong>amo<br />
al Libro Aperto, poi si vedrà” “OK! Basta<br />
che poi tu non vada a raccontare che<br />
non cammino...” “Chissà...”<br />
<strong>Il</strong> sole scaldava rapidamente, si sentiva<br />
proprio il calore salire dal suolo, una<br />
poiana prendeva quota planando circolare<br />
sopra l’assolato Pizzo Dei Sassi<br />
Bianchi, mentre in cielo si formavano<br />
qua e là piccoli cumuli.<br />
“Ve<strong>di</strong> quella poiana?” “Si alza senza<br />
un colpo d’ala! Pigra!”<br />
“Pigra, ma anche sensibile nel leggere<br />
il tempo: il suo istinto le <strong>di</strong>ce che per<br />
risparmiare energie deve sfruttare le<br />
termiche, e così ci svela dove sono,<br />
o più in generale ci svela che ci sono”.<br />
“E se la termica solleva una poiana<br />
solleva pure una massa d’aria...”<br />
“Si, solleva se stessa: l’aria calda si<br />
solleva”<br />
“Si, ma calda rispetto a cosa?” “Rispetto<br />
all’aria circostante: pensa all’aria<br />
sopra ad un prato rispetto a quella<br />
sopra un bosco, oppure sopra ad un<br />
isola rispetto a quella sopra al mare...<br />
<strong>di</strong> giorno”<br />
“Poi l’aria sale, si raffredda e torna giù<br />
(o meglio si ferma), e non succede<br />
nulla”<br />
“Non è detto che <strong>di</strong>venti più fredda <strong>di</strong><br />
quella circostante, ricor<strong>di</strong> il raffreddamento<br />
a<strong>di</strong>abatico? [III puntata]” “1°<br />
C/100 m, il raffreddamento <strong>di</strong> una masserella<br />
d’aria in ascesa senza scambio<br />
<strong>di</strong> calore con l’esterno... Si, ma come<br />
fa a raffreddarsi? Salendo fa più freddo,<br />
ma se non ha scambio <strong>di</strong> calore<br />
con l’esterno?” “Infatti. Se si raffreddasse<br />
perché in alto fa più freddo, ovvero<br />
per scambio <strong>di</strong> calore con l’ambiente<br />
esterno, sarebbe in equilibrio<br />
con l’ambiente circostante, invece per<br />
salire non deve essere in equilibrio.<br />
Si raffredda per espansione dovuta al<br />
fatto che salendo cala la pressione”<br />
“Per salire, tuttavia, dev’essere sempre<br />
più calda dell’ambiente” “Esatto. Questo<br />
non accade facilmente. Ricor<strong>di</strong> il<br />
gra<strong>di</strong>ente verticale <strong>di</strong> temperatura in<br />
con<strong>di</strong>zioni normali?” “Mh... un po’ troppo<br />
debole: 0.6° C/100 m, vale a <strong>di</strong>re<br />
che ogni 100 m la massa d’aria in<br />
ascesa perde 4 decimi <strong>di</strong> grado rispetto<br />
all’aria attorno, per cui presto sarà<br />
fredda come il resto dell’aria e dovrà<br />
fermarsi”.<br />
“Non è detto! Ci sono alcuni casi<br />
favorevoli:<br />
• <strong>Il</strong> sole scalda molto il suolo, per cui<br />
per alcune centinaia <strong>di</strong> metri i gra<strong>di</strong>enti<br />
verticali sono molto forti, tali da permettere<br />
una notevole <strong>di</strong>fferenza<br />
termica tra la massa d’aria che sale e<br />
quella ferma”<br />
• Oppure aria fredda in quota, per cui<br />
la massa d’aria in ascesa, proveniente<br />
da strati cal<strong>di</strong>, si trova ad una certa<br />
quota (dove è entrata l’aria fredda) parecchio<br />
più calda dell’aria circostante!”<br />
“Si, ok la <strong>di</strong>namica, ma per fare una<br />
nuvola ci vuole l’acqua, non solo il<br />
raffreddamento indotto dalla salita e<br />
dall’espansione a<strong>di</strong>abatica...”<br />
“Dici bene, infatti la materia prima per<br />
la formazione <strong>di</strong> nubi è il vapore<br />
acqueo, ed è proprio con esso che<br />
serve il raffreddamento: raffreddandosi,<br />
il vapore acqueo, condensa in goccioline<br />
che formano le nubi”<br />
“Una volta arrivata la condensazione il<br />
più è fatto, perché l’aria umida, salendo,<br />
si raffredda più lentamente: il gra<strong>di</strong>ente<br />
a<strong>di</strong>abatico saturo è ad<strong>di</strong>rittura inferiore<br />
al gra<strong>di</strong>ente verticale <strong>di</strong> temperatura:<br />
circa mezzo grado ogni 100 m, per cui...<br />
ormai sale spontaneamente! Ve<strong>di</strong>, mi<br />
è tornato in mente tutto!”<br />
“Sì, è il motivo per cui è più facile che<br />
una nube cumuliforme continui a<br />
crescere verticalmente piuttosto che<br />
ne nasca una nuova”.<br />
“Un po’ come sta facendo quella là,<br />
nel bel mezzo del cielo azzurro”<br />
“Sì, è alla fase <strong>di</strong> cumulo me<strong>di</strong>ocris,<br />
considerando che sono appena le 8<br />
e mezzo del mattino (orario solare), e<br />
considerando che sta entrando aria<br />
fredda in quota, ha buone chance <strong>di</strong><br />
arrivare a meta”<br />
“E i cumuli <strong>di</strong> bel tempo?” “Quelli<br />
solitamente a quest’ora devono ancora<br />
nascere... Se ad esempio in quota ci<br />
fosse aria calda, avverrebbe il contrario:<br />
la colonna d’aria in ascesa, incontrando<br />
aria più calda <strong>di</strong> sé, si fermerebbe,<br />
si stabilizzerebbe e la nube,<br />
anche se fosse in espansione verticale,<br />
si stratificherebbe bloccandosi ad uno<br />
spessore modesto: poche centinaia <strong>di</strong><br />
metri, al massimo pochi chilometri”.<br />
“Un po’ come quella nuvoletta là in<br />
fondo, col cappello, sembra un’incu<strong>di</strong>ne...”<br />
“Tutt’altro! È vero che quella è arrivata<br />
ad uno strato stabile, ma quello strato<br />
è la tropopausa, in questa stagione<br />
attorno a 12’000 metri! Quella nube,<br />
che sembra piccola solo perché è lontana<br />
più <strong>di</strong> 100 km, è arrivata al capolinea,<br />
il capolinea più alto possibile”.<br />
“Ecco dove si ferma l’ascesa della<br />
massa d’aria se trova sempre con<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>di</strong> instabilità!”<br />
“Là sotto si sta scatenando un temporale”<br />
“Ok, là sotto, ma noi siamo qua<br />
sopra, mica arriverà fino a noi...” “Non<br />
quella, che comunque si espanderà<br />
parecchio, ma il fatto che ci sia, alle 9<br />
del mattino un cumulonembo incus,<br />
deve preoccupare, specialmente due<br />
escursionisti all’opera!”<br />
E <strong>di</strong>fatti il cumulo me<strong>di</strong>ocris osservato<br />
alle 8 e mezzo è stato già “promosso”<br />
a congestus, e nel cielo andavano formandosi<br />
altri piccole torri cumuliformi.<br />
<strong>Il</strong> sole picchiava, ed ogni tanto qualche<br />
improvvisa raffica (termica) dalla valle<br />
del Fellicarolo sembrava voler spingere<br />
i due ragazzi verso il Libro Aperto.<br />
Dalla cima il paesaggio era splen<strong>di</strong>do;<br />
Matteo guardò l’altimetro: segnava un<br />
numero che subito scambiò per la<br />
data: 2010. “Quota 2010 m? Magari!<br />
Dai, sbrighiamoci Milly, scen<strong>di</strong>amo!”<br />
Un altro cumulonembo andava rapidamente<br />
sviluppandosi verso N, guardandolo<br />
col binocolo si vedeva bene<br />
la parte alta, a cavolfiori “ribollire” impetuosa,<br />
mentre la forte ascesa sollevava<br />
anche l’aria leggermente<br />
<strong>di</strong>stante, in altezza, dal top della nube,<br />
condensandola a leggera <strong>di</strong>stanza e<br />
formando una sorta <strong>di</strong> velo, che la<br />
nube rapidamente sfondava, per poi<br />
crearne uno successivo più in alto.<br />
“Quell’altocumulo generato dai forti<br />
moti ascensionali della nube dà al<br />
cumulo il nome <strong>di</strong> cumulo pileus (cappello,<br />
dal latino)”.<br />
La <strong>di</strong>scesa fu fatta con poche chiacchiere,<br />
ma sempre con un occhio al<br />
cielo, un po’ per la comune passione<br />
per la meteorologia, un po’ per la paura<br />
<strong>di</strong> essere raggiunti da qualche temporale.<br />
Intanto il cumulo pileus era già<br />
<strong>di</strong>ventato un cumulonembo calvus, in<br />
quanto ancora privo <strong>di</strong> incu<strong>di</strong>ne e Matteo<br />
faceva osservare a Milly il succedersi<br />
<strong>di</strong> torri <strong>di</strong> ascensione <strong>di</strong> masse<br />
d’aria, ciascuna in<strong>di</strong>viduata da una<br />
nube cumuliforme coalescente con la<br />
precedente. L’ultima in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tempo,<br />
quella più esterna, aveva i contorni<br />
netti, le altre erano via via più sfumate.<br />
In lontananza si sentiva già il brontolio<br />
dei tuoni, mentre Milly <strong>di</strong>sse, fissando<br />
negli occhi Matteo: “E se un fulmine<br />
ci colpisse?” “A me m’ha già colpito!”<br />
..il risultato…<br />
10<br />
Eccoci giunti alla<br />
soluzione del<br />
nostro gioco che<br />
ci ha virtualmente<br />
portato a<br />
spasso per l’Appennino.<br />
Tra le<br />
mail e i messaggi<br />
arrivati alla<br />
Redazione c’è<br />
stato chi ha indovinato<br />
il punto<br />
<strong>di</strong> arrivo, ma c’è<br />
stato anche chi<br />
ci è andato vicino<br />
e chi sta ancora<br />
vagando<br />
per sentieri... forse.<br />
Ebbene sì, è necessario un bel ripasso<br />
su cartografia e uso della bussola<br />
per tutti!!!<br />
Ve<strong>di</strong>amo dunque la soluzione: siamo<br />
partiti dalla Chiesa <strong>di</strong> Ospitale e,<br />
seguendo azimut 192° per 3.86 km (in<br />
linea d’aria), raggiungiamo il cippo<br />
degli Alpini, sul sentiero 00. Seguendo<br />
quin<strong>di</strong> la <strong>di</strong>rezione 296° per 6 km,<br />
raggiungiamo la vetta <strong>di</strong> Libro Aperto.<br />
Prendendo quin<strong>di</strong> azimut 346° per<br />
4,90 km, superiamo la vetta del<br />
<strong>Cimone</strong> e raggiungiamo la strada per<br />
Pian Cavallaro. L’ultimo punto, la meta<br />
del nostro viaggio, si ottiene <strong>di</strong>rigendosi<br />
a 42° per 2.55 km. La mèta è dunque...<br />
il Giar<strong>di</strong>no Esperia!!! Non poteva<br />
essere che questo, infatti, il punto dove<br />
vi stavamo aspettando, lavorando in<br />
vista della ricostruzione del nuovo<br />
rifugio. Questa volta il Giar<strong>di</strong>no Esperia<br />
è stato il punto <strong>di</strong> arrivo ma in futuro<br />
il nuovo rifugio, che segnerà una svolta<br />
storica nella vita e nell’attività della<br />
nostra Sezione, potrà essere il punto<br />
<strong>di</strong> partenza per scoprire insieme la<br />
bellezza dei nostri monti.<br />
Non rimane altro che salutarvi e ringraziare<br />
chi ha partecipato, ma anche<br />
coloro che si sono limitati a fare il gioco<br />
senza mandare la mail, forse per paura<br />
<strong>di</strong> non rispondere correttamente. Vi<br />
<strong>di</strong>amo infine appuntamento alla<br />
seconda e<strong>di</strong>zione del Concorso...<br />
lasciandovi un po’ <strong>di</strong> tempo per ripassare<br />
la cartografia!
Le nostre ra<strong>di</strong>ci<br />
nel precedente numero de “<strong>Il</strong> <strong>Cimone</strong>” abbiamo riprodotto una ‘cosa’ un po’ misteriosa: la prima pagina del primo numero del Bollettino Notiziario della nostra<br />
Sezione datato 1° Agosto 1929 - VII. “Beh, perché? - si saran chiesti molti lettori Soci e non Soci... - che cosa vuol <strong>di</strong>re, che senso ha, così senza una spiegazione?”<br />
Benissimo!! La mossa era volutamente provocatoria! La spiegazione è semplice: vorremmo iniziare, sempre che la cosa possa riscuoterne il plauso, una<br />
ricostruzione della storia della nostra Sezione in modo non pedante, accademico o agiografico ma fresco, brioso e possibilmente simpatico. Un po’ <strong>di</strong> storia ‘in<br />
pillole’ che ci aiuti a conoscere e valorizzare il nostro passato anche in modo critico, non per amor dell’antiquariato ma perchè la nostra Sezione è come un albero<br />
i cui rami, foglie, fiori e frutti sono il prodotto <strong>di</strong> buone ra<strong>di</strong>ci, ra<strong>di</strong>ci cui <strong>di</strong>amo poca importanza semplicemente perché sono sottoterra e non si vedono.<br />
Servendoci della grafica del nostro Notiziario an<strong>di</strong>amo dunque a esplorare queste benedette ra<strong>di</strong>ci. Siam pronti a partire? Bene: prima <strong>di</strong> tutto ricor<strong>di</strong>amo che<br />
la nostra <strong>sezione</strong> fu fondata nel lontanissimo 1875 e poi rifondata nel 1927, ma questa è tutta una storia a sé, anche piuttosto complessa <strong>di</strong> cui parleremo un’altra<br />
volta.<br />
Quello che per il momento è da sottolineare è che il primo Bollettino Notiziario, organo ufficiale con visibilità anche all’esterno (vedasi il riquadretto con <strong>di</strong>citura<br />
‘Gratis ai Soci - Conto Corrente Postale’ e l’altro ‘Abbonamento annuo L.10 - Un numero separato L.2’) fu questo del 1929. Che cosa c’è da <strong>di</strong>re al riguardo?<br />
Un sacco <strong>di</strong> cose...<br />
Partiamo dall’alto a sinistra, dal ‘logo’ del <strong>CAI</strong>. L’aquila ha il capo rivolto verso l’alto e non orizzontalmente come ora (anche quella del ‘logo’ sarebbe una<br />
storia tutta da scrivere nei suoi cambiamenti grafici dalla Fondazione a oggi).<br />
Dietro lo scudo, anziché una, compaiono ben 2 piccozze decussate (termine aral<strong>di</strong>co per definirle incrociate). A destra dello stemma un’altra piccozza dal lungo<br />
manico (andavano così allora...) e un bastone con manico curvo e dalla punta ferrata unito alla prima da un serto <strong>di</strong> fiori (edelweiss?). Chiaramente piccozza e<br />
bastone stavano a in<strong>di</strong>care due attività specifiche dell’andare in montagna, l’alpinismo e l’escursionismo. Alla estrema destra è riportato lo stemma del Comune<br />
<strong>di</strong> <strong>Modena</strong> con il cartiglio ‘Avia pervia’: curioso questo particolare: con esso si voleva forse evidenziare la collocazione geografica della sede, in <strong>Modena</strong> appunto,<br />
in via Fonte Raso al civico 5; notare inoltre l’esiguo numero telefonico dell’epoca: 6-76! Ne è passata dell’acqua sotto i ponti della telefonia fissa da 81 anni a<br />
questa parte! Per tacer poi <strong>di</strong> quella mobile...<br />
A sinistra dello stemma <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> compare uno sci con due racchette... curioso... perché uno sci soltanto? E dov’è il secondo, è rimasto nella penna del grafico?<br />
mah... Gli sci, all’epoca, erano <strong>di</strong> legno <strong>di</strong> frassino, resistente ed elastico, le racchette erano in bambù con le rotelle <strong>di</strong> legno e i raggi <strong>di</strong> cuoio. Gli sci non<br />
compaiono mai nel ‘logo’ ufficiale del <strong>CAI</strong> perché quando il <strong>CAI</strong> fu fondato, nel 1863, lo sci non esisteva ancora... per primo fu lo SKI CLUB Torino, agli inizi<br />
del 1900 a importare dalla Norvegia i primi esemplari <strong>di</strong> questi rivoluzionari attrezzi. Ci piace ricordare che tra i fondatori dello SKI CLUB <strong>di</strong> Torino c’era anche<br />
un nostro Socio storico, l’allora studente universitario al Politecnico, poi ingegnere, Angelo Benassati che, in età avanzata, fece dono dei suoi sci alla Sezione<br />
<strong>di</strong> <strong>Modena</strong>. Gli sci risalgono al 1905 e sono oggi custo<strong>di</strong>ti in Sede in un luogo nascosto e non li vede quasi più nessuno: sono i nostri ‘gioelli <strong>di</strong> famiglia’... perché<br />
non troviamo loro una degna collocazione ben visibile in sala? La rappresentazione del mono-sci e racchette, oltre al bastone ferrato e alla piccozza, stava a<br />
visualizzare la terza attività praticata in montagna dai nostri soci. L’importanza dello sci (o ski o ad<strong>di</strong>rittura schi come trascritto ripetutamente nei verbali del<br />
Comitato Direttivo d’allora (oggi Consiglio Direttivo), è certificata anche dal riferimento alla sesta e settima riga del ‘proclama’ del Console Vandelli: il Campo<br />
delle Piane <strong>di</strong> Mocogno definito come palestra dello sviluppo del nostro Appennino.<br />
Non sarà certo sfuggito poi, al <strong>di</strong> sotto della testata ‘Club Alpino Italiano - Sezione <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>’ un sottotitolo assolutamante intrigante: ‘Sottosezioni Fanano,<br />
Lama Mocogno, Pavullo, Sassuolo’. Ohibò! nel 1929 c’erano tutte queste sottosezioni? Eh, sembrerebbe <strong>di</strong> sì, ma è presto per <strong>di</strong>re: occorre uno stu<strong>di</strong>o e una<br />
ricerca ‘ad hoc’ che è ancora in corso... ne parleremo più avanti, a ricerca conclusa.<br />
L’articolo <strong>di</strong> fondo, in prima pagina, è a firma Console Fausto Vandelli. Console? Eravamo tornati all’Impero romano? Per rispondere al quesito è necessario<br />
qualche breve accenno al periodo e al contesto storico in cui tutto ciò avvenne.<br />
Nella seconda metà degli anni ‘20, a opera dei Governi Mussolini, venne portato a compimento il progressivo svuotamento delle garanzie, <strong>di</strong>remmo oggi<br />
costituzionali, dello Statuto Albertino, concesso dal Re Carlo Alberto al Regno <strong>di</strong> Sardegna nel 1848, ed ere<strong>di</strong>tato dal Regno d’Italia con l’Unificazione nel 1861.<br />
La politica liberticida della cosiddetta ‘Rivoluzione fascista’ fu volta a perseguire il controllo totale <strong>di</strong> tutti gli aspetti del vivere politico e civile, dalla ristrutturazione<br />
degli apparati dello Stato, al controllo della Economia e delle organizzazioni del lavoro... compreso il mondo dell’Associazionismo in tutte le sue forme<br />
e libere espressioni, cooptando le realtà già esistenti all’interno <strong>di</strong> Enti appositamente ideati come l’O.N.B. (Opera Nazionale Balilla), l’O.N.D (Opera Nazionale<br />
Dopolavoro) e il C.O.N.I (Comitato Olimpico Nazionale Italiano). Si consolidava in tal modo in Italia il Regime fascista.<br />
<strong>Il</strong> numero romano VII posto in aggiunta alla data del nostro Bollettino Notiziario (1° agosto 1929), stava ad in<strong>di</strong>care che quello era il settimo anno dell’E.F.<br />
(Era Fascista).<br />
Tralasciamo a malincuore molte altre considerazioni che potranno essere oggetto <strong>di</strong> una eventuale successiva trattazione: per ora dobbiamo <strong>di</strong>re che le cariche<br />
del <strong>CAI</strong>, come quelle <strong>di</strong> tutte le altre associazioni presenti sul territorio nazionale, non erano più liberamente e democraticamente elettive, ma imposte dall’’Alto’...<br />
<strong>Il</strong> Presidente Generale del <strong>CAI</strong> era il Segretario nazionale del P.N.F. (Partito Nazionale Fascista) che nominava <strong>di</strong>rettamente i Presidenti sezionali che a loro<br />
volta, con il benestare delle ‘Autorità superiori’, sceglievano i membri del Comitato Direttivo (oggi Consiglio Direttivo). <strong>Il</strong> Presidente generale del <strong>CAI</strong>, Augusto<br />
Turati, che era anche il Segretario Nazionale del Partito fascista, nel 1929 nominò Presidente della Sezione <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> del Club Alpino italiano il geometra<br />
Fausto Vandelli che, con il grado <strong>di</strong> ‘Console’, era la massima autorità a livello provinciale della M.V.S.N. (Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale), braccio<br />
armato del P.N.F.. <strong>Il</strong> Console Vandelli, infatti, era il Comandante della 72° Legione della M.V.S.N.: ecco perché, certamente per rimarcare il suo ruolo fascista,<br />
si firmò come Console e non come Presidente...<br />
E per il momento ci fermiamo qui.<br />
ALESSANDRO MARCHIORRI<br />
P.S. Consoci,<br />
L’Autore e la Redazione de ‘<strong>Il</strong> <strong>Cimone</strong>’ vorrebbero sapere se una ‘cosa’ così vi piace o no. Dobbiamo proseguire? Dobbiamo ‘darci un taglio’? Scrivete alla e-mail<br />
della Redazione (redazione@cai.mo.it) un vostro commento (sempre nei limiti della decenza e della buona educazione, beninteso...) oppure, soprattutto Voi Socie e<br />
Soci con pesanti zaini pieni <strong>di</strong> bollini che avete meno <strong>di</strong>mestichezza con questi strumenti moderni, mandateci una cartolina (che è anche più poetica): mandatecela<br />
da dove siete: da <strong>Modena</strong>, da Fanano, da Cittanova, da Pavullo, da Vignola, da la Lama, da’ le Tajole’, da ‘Furmèzen’, dalla Francia, da Castelnuovo Rangone...<br />
11
NOVITÀ IN BIBLIOTECA<br />
<strong>di</strong> Alessandro Marchiorri<br />
M. Rigoni Stern<br />
“Spegniamo<br />
il televisore<br />
e apriamo<br />
un libro!”<br />
Giovanni Mazzanti<br />
“QUOTA 2000”<br />
Ed.Aracne e Tamari Montagna<br />
Parliamo <strong>di</strong> questo libro scritto da<br />
Giovanni Mazzanti, socio <strong>CAI</strong> Bologna,<br />
patrocinato dal Gruppo Regionale del<br />
<strong>CAI</strong> e dalla Regione Emilia-Romagna,<br />
e<strong>di</strong>to da Aracne nel 2008 e rie<strong>di</strong>to nel<br />
2009 da Tamari Montagna.<br />
<strong>Il</strong> lunghissimo sottotitolo “Sguardo alle<br />
<strong>di</strong>eci più alte vette dell’Appennimo<br />
Tosco-Emiliano. Geografia, storia,<br />
ambiente, ricor<strong>di</strong> e guida<br />
escursionistica.” dà la misura e la<br />
portata <strong>di</strong> questa imponente opera:<br />
formato cm 21x29, pagine 276. Non<br />
si tratta solo <strong>di</strong> libro-guida ai 4 “veri<br />
2000” e ai 6 “quasi 2000”<br />
dell’Appennino settentrionale dal<br />
Passo del Lagastrello al Corno alle<br />
Scale, ma <strong>di</strong> una vera e propria<br />
enciclope<strong>di</strong>a per il ‘viandante<br />
d’Appennino’ in veste sia estiva che<br />
invernale, ricca <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazioni su<br />
abbigliamento, alimentazione,<br />
attrezzatura e quant’altro...<br />
Prima <strong>di</strong> tutto all’Autore va il grazie <strong>di</strong><br />
chi scrive per averlo ripetutamente<br />
citato in termini elogiativi facendogli<br />
financo l’onore <strong>di</strong> riportarne alcuni<br />
brani. Le descrizioni degli itinerari<br />
percorsi dal Mazzanti sono<br />
accuratissime e dettagliate e certificano<br />
una frequentazione attenta del<br />
territorio. Le numerose foto sono tutte<br />
<strong>di</strong> ottimo taglio: unico neo nella scelta<br />
delle foto è quella a pag. 51: non mi<br />
pare che su un terreno così, con quella<br />
neve sfatta e l’erba che spunta la foto<br />
sia pertinente a illustrare la<br />
progressione con i ramponi ai pie<strong>di</strong>...<br />
Anche la parte storica e i riferimenti<br />
toponomastici <strong>di</strong>mostrano accuratezza<br />
<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> verifica in loco.<br />
È giusta l’osservazione a pag.<br />
80 secondo la quale il sentiero <strong>CAI</strong><br />
441 non comincia dal Lago della Ninfa,<br />
ma da Fontana Be<strong>di</strong>ni; non precisa<br />
invece è la identificazione delle 324 e<br />
486 come SS (=Strade Statali): esse<br />
sono SP (=Strade Provinciali).<br />
- pag. 25 e fig.17: le ‘scale’ del Corno<br />
non son quelle del versante est?<br />
Questi sono i Balzi dell’òra, o no?<br />
- pag. 38 e 133: l’origine del toponimo<br />
‘Valle dei Cavalieri’ non ha nulla a che<br />
vedere con gli allevatori <strong>di</strong> cavalli,<br />
ieri come oggi chiamati ‘cavallari’,<br />
bensì proviene da un’antica istituzione<br />
giuri<strong>di</strong>ca me<strong>di</strong>evale, i Cavalieri,<br />
funzionari civili e militari preposti al<br />
controllo e alla <strong>di</strong>fesa del territorio loro<br />
affidato, un po’ come, con sfumature<br />
<strong>di</strong>verse, erano altrove chiamati<br />
‘Capitani della Montagna’.<br />
- pag. 42: è ben dura a morire ‘sta<br />
Capanna Tassone! è un errore IGM<br />
che si riproduce ormai da un secolo:<br />
il toponimo corretto è CAPANNO<br />
TASSONI!!!<br />
- pag.120: (a proposito del M.Prado).<br />
“Piccolo ricovero in pietra evoca<br />
epopee <strong>di</strong> escursionisti <strong>di</strong>spersi”.<br />
Sembra,detta così, che da millenni,<br />
escursionisti inesperti si sian persi in<br />
questo punto: queste son facezie.. si<br />
tratta <strong>di</strong> ricovero da pastori che<br />
menavan le greggi all’alpe: figuriamoci<br />
se escursionisti stremati nel fisico e<br />
nella psiche avessero mai potuto e<br />
voluto sobbarcarsi un lavoraccio <strong>di</strong><br />
fatica e <strong>di</strong> ore frutto solo, fra l’altro,<br />
della perizia manuale <strong>di</strong> un pastore!<br />
- pag.125: “...casa appenninica con<br />
copertura a paglia <strong>di</strong> segale... tecnica<br />
costruttiva simile a quella dei tetti dei<br />
cottage (sic!) della Bretagna o<br />
dell’Inghilterra e per questo ascrivibili<br />
secondo alcuni alla cultura celtica.”<br />
Mo’ che sciocchezze! Eran tutte<br />
coperte a mannelli <strong>di</strong> paglia <strong>di</strong> sègale<br />
i tetti non solo delle capanne o delle<br />
strutture <strong>di</strong> servizio, ma anche delle<br />
case <strong>di</strong> abitazione! Spaziando dalla<br />
penisola iberica alle Alpi orientali, dalle<br />
Prealpi venete all’Appennino<br />
settentrionale, laddove c’era<br />
coltivazione <strong>di</strong> sègale, là si facevano<br />
tetti <strong>di</strong> paglia... si consiglia la lettura e<br />
lo stu<strong>di</strong>o dell’opera <strong>di</strong> Aldo Molino “Tetti<br />
<strong>di</strong> paglia” e<strong>di</strong>to da Priuli e Verlucca,<br />
altro che rimenarla con ‘sti benedetti<br />
Celti che buttati fuor dalla porta<br />
rientrano dalla finestra... o da i tetti’.<br />
- pag. 129: A proposito della Valle dei<br />
Porci l’Autore asserisce si trattassero<br />
<strong>di</strong> simpatici suini pascolanti<br />
insieme alle pecore..se non sbaglio,<br />
nei documenti storici della concessione<br />
in enfitèusi alla Comunità <strong>di</strong> Soraggio<br />
si parlava <strong>di</strong> ‘porcho cinghiario’<br />
ovverosia, in termini moderni, <strong>di</strong><br />
cinghiali.<br />
- pag. 129: Lama Lite: ‘lama’ non<br />
significa ampia sella, bensì porzione<br />
<strong>di</strong> territorio umida per sorgenti o acqua<br />
stagnante. In effetti, salendo<br />
dall’Abetina, subito prima della sella,<br />
sulla destra, prima <strong>di</strong> una macchia <strong>di</strong><br />
faggi, c’è una zona umida.<br />
- pag. 141: Viola calcarenata: mi<br />
sembra che il nome esatto sia Viola<br />
calcarata.<br />
- pag. 192: Secondo l’Autore il nome<br />
Corno alle Scale verrebbe “...dalla<br />
successione verticale <strong>di</strong> poderose<br />
stratificazioni orizzontali.”...non è molto<br />
chiaro: detta così sembrerebbe una<br />
struttura a quadretti...<br />
- pag. 207: Non c’è bisogno <strong>di</strong><br />
scomodare i venti del Garda: i Balzi<br />
dell’Ora del Corno alle Scale sono in<br />
realtà i Balzi dell’òra e cioè,<br />
<strong>di</strong>alettalmente, i Balzi dell’ombra,<br />
essendo la loro esposizione<br />
perfettamente a nord.<br />
- pag. 220: Leggiamo che le ‘marmitte<br />
dei giganti’ si sarebbero formate in<br />
seguito “all’erosione <strong>di</strong> caduta delle<br />
acque <strong>di</strong> fusione interne agli antichi<br />
ghiacciai.” Beh, non fu l’acqua in sé a<br />
formare queste regolari concavità, ma<br />
i ciottoli da essa trasportati a ruotare<br />
sulla roccia in posto con effetto mola.<br />
- pag. 225: Al piazzale degli impianti<br />
della Valle delle Pozze (Val <strong>di</strong> Luce)<br />
la ‘Fonte <strong>di</strong> Piero’ non esiste più; è<br />
stata chiusa e davanti è stata piazzata<br />
una baracca <strong>di</strong> legno... in tutta la<br />
testata <strong>di</strong> valle non c’è più una fonte,<br />
tutte captate e intubate per la<br />
produzione <strong>di</strong> neve artificiale..mo’ che<br />
bellezza!<br />
- pag. 246: “...questa <strong>di</strong>vagazione è<br />
consigliabile...” Divagazione? Forse<br />
l’Autore voleva <strong>di</strong>re ‘<strong>di</strong>versione’ o<br />
‘deviazione’...<br />
- pag. 262: “Uno sguardo verso il basso<br />
al vicino inferno verde della Val<br />
Riarbero dove ci tufferemo fra pochi<br />
istanti.” Toh? l’Inferno è <strong>di</strong>ventato<br />
verde? Nell’immaginario collettivo è<br />
sempre stato rosso... forse l’autore<br />
voleva <strong>di</strong>re Oceano verde...<br />
<strong>Il</strong> Mazzanti tra<strong>di</strong>sce una marcata<br />
passione per la musica leggera e i<br />
riferimenti agli interpreti <strong>di</strong> essa sono<br />
molto numerosi: Ven<strong>di</strong>tti, Moran<strong>di</strong>,<br />
Nannini, Finar<strong>di</strong>, Vasco Rossi, Iva<br />
Zanicchi, De André, Mogol-Battisti.<br />
Da recensori forse un po’ impietosi<br />
cogliamo inoltre un largo uso<br />
dell’aggettivo “mitico” attribuito a una<br />
lunga serie <strong>di</strong> persone, cose e località:<br />
mitiche o mitici risultano essere: le<br />
ciaspole, le roccette del Cusna, l’amico<br />
Andrea Porcarelli detto ‘Porz’, l’altro<br />
amico Gigi, paletti in legno, il Fosso<br />
degli Arati, il Riaccio <strong>di</strong> Frova, il sentiero<br />
Airone 3, il sentiero <strong>CAI</strong> 119, un muro<br />
a secco, Giovanni Cattoli detto<br />
‘panino’, Giannarelli Nervio, il sentiero<br />
<strong>CAI</strong> 00... beh, non sono un po’ troppi<br />
questi ‘mitici’?<br />
Un altro rilievo mi pare si possa fare<br />
in merito a un eccesso <strong>di</strong> compiacimento<br />
pruriginoso sui toponimi Nuda,<br />
La Nuda, Monte Nuda che affollano<br />
la dorsale appenninica e che<br />
susciterebbero le fantasie erotiche<br />
degli escursionisti maschi quasi che<br />
esse fossero scollacciate e scosciate<br />
ragazzotte pronte all’uso... ne abbiamo<br />
la prova alla pag.20-249-257.<br />
A corollario non mancano a pag.79-<br />
80 gesti scaramantici tipicamente<br />
maschili e a pag.129 presunte<br />
proprietà afro<strong>di</strong>siache dei mirtilli.<br />
Concludendo, senza alcuna<br />
presunzione o iattanza ma da Socio<br />
<strong>CAI</strong> a Socio <strong>CAI</strong>: nel caso <strong>di</strong> rie<strong>di</strong>zione<br />
<strong>di</strong> questo libro consiglierei all’Autore<br />
<strong>di</strong> sforbiciare senza misericor<strong>di</strong>a tutta<br />
la parte relativa a ricor<strong>di</strong> personali,ai<br />
riferimenti ai cantanti e agli amici<br />
perché tanto, in tutta sincerità, non<br />
interessano a nessuno; poi <strong>di</strong> togliere<br />
anche tutte le battute goliar<strong>di</strong>che che<br />
non mi paiono <strong>di</strong> gran gusto: con<br />
sobrietà e misura si vince sempre,<br />
soprattutto con il ‘label’ del Gruppo<br />
Regionale del Club Alpino e della<br />
Regione Emilia-Romagna. Così<br />
facendo si <strong>di</strong>magrirebbe il volume <strong>di</strong><br />
un certo numero <strong>di</strong> pagine<br />
salvaguardando ed evidenziando<br />
maggiormente la parte descrittiva che<br />
è molto buona. Nel contempo si<br />
potrebbe ipotizzare un volume <strong>di</strong><br />
formato più ridotto e maneggevole.<br />
Auguriamo all’Autore <strong>di</strong> vendere molte<br />
copie però via!, un po’ <strong>di</strong> modestia! A<br />
pag. 253 leggiamo: “<strong>Il</strong> Manzoni ne<br />
aveva venticinque (<strong>di</strong> lettori), io mi<br />
accontento <strong>di</strong> averne cinque volte<br />
meno...”<br />
Solo limitando il computo ai “Promessi<br />
sposi” <strong>di</strong> lettori il Manzoni, almeno<br />
finora, ne avrà avuti qualche decina<br />
<strong>di</strong> milioni: a un quinto in meno il<br />
Mazzanti ne dovrebbe avere... quanti?<br />
Auguriamogliene almeno cinquemila...<br />
o son pochi?<br />
RINGRAZIAMENTI<br />
Si ringrazia il Socio Gianni Sozzi per<br />
aver donato alla Biblioteca Sezionale<br />
i seguenti volumi: “Valmalenco vol.1”,<br />
“Escursioni da Ponte<strong>di</strong>legno e <strong>di</strong>ntorni”,<br />
“Monte Bianco - Val<strong>di</strong>gne”<br />
Ringraziamo anche il Socio Giorgio<br />
Ziliotti per averci donato il libro “Sci<br />
Alpinismo nelle Dolomiti”<br />
Assenze ingiustificate<br />
In seguito a un accurato controllo inventariale, risultano purtroppo<br />
mancanti in biblioteca, senza giustificato motivo, i sottoelencati libri:<br />
- ISOLE 3 Itinerari sulle montagne della Sardegna<br />
- ISOLE 4 A pie<strong>di</strong> in Sardegna vol. 1<br />
- ISOLE 5 Sardegna (collana Guida Monti d’Italia)<br />
- ISOLE 6 33 itinerari sulle montagne della Sardegna<br />
- MAN ALP 49 Manualetto <strong>di</strong> attività ‘Terre Alte’<br />
- MAN ALP 53 <strong>Il</strong> grande libro della montagna<br />
- METEO 12 La meteorologia in montagna<br />
- METEO 13 I tempi son maturi<br />
- PR ALP VEN 16 Guida al Pasubio<br />
- PR ALP VEN 17 Gruppo Casarine-Cornaget<br />
- PR ALP VEN 36 <strong>Il</strong> parco delle cascate <strong>di</strong> Molina<br />
- MISC 62 Ghiaccio verticale<br />
- DOLOM 14 Vie ferrate Dolomiti nord<br />
- DOLOM 15 Vie ferrate Dolomiti sud<br />
- DOLOM 20 I 3000 delle Dolomiti<br />
- DOL OCC 4 Odle- Sella - Marmolada ( Collana Guida Monti d’Italia)<br />
- APP S 31 I sentieri dei passi perduti<br />
Data la tipologia dei volumi <strong>di</strong> cui sopra, nessuno dei quali concesso<br />
al prestito, si deduce che fortemente indagati siano i Direttori-gita<br />
da un paio d’anni a questa parte. Si chiede che costoro, ed eventualmente<br />
altri, controllino <strong>di</strong> non esserseli <strong>di</strong>menticati a casa propria e<br />
si intima loro <strong>di</strong> riconsegnarli al più presto.