01m prima.indd - L'Azione

More documents

Recommendations

Info

6 >FABRIANO< L'Azione 5 FEBBRAIO 2011 Biblioteca, ecco il futuro Attività fervente tra editoria, incontri, mostra e "tour" per le frazioni di ELISABETTA MONTI Una biblioteca aperta, sempre aggiornata, con spazi per conferenze ed incontri culturali di ogni genere, che si offra ai lettori, che li vada a cercare nei quartieri delle grandi città. Biblioteche che siano come “fontane” e non come “serbatoi”, che non immagazzinino libri per conservarli ma per farli circolare continuamente. Lo storico bibliotecario Luigi De Gregori descriveva così la sua idea di biblioteca futura. Un’idea condivisa a pieno dal direttore della nostra biblioteca Andrea Paoli (curatore, tra l’altro, del volume, insieme a Giorgio De Gregori, “Vita di un bibliotecario romano: Luigi De Gregori”). Il direttore illustra i prossimi progetti legati al nuovo complesso bibliotecario, proprio in linea con il percorso appena accennato. “La prossima iniziativa - spiega Paoli - riguarderà una serie di incontri sull’editoria indipendente. Interverranno gli autori di “Spinoza. Un libro serissimo”, un’interessante raccolta di ri essioni tratte dal blog “Spinoza.it”, e gli autori di “Schegge di Liberazione”, un e-book collettivo gratuitamente scaricabile dalla rete, realizzato per l’anniversario della resistenza. Un esperimento nuovo e di grande attrattiva, soprattutto per i giovani”. Dopo il successo dei primi incontri, riprenderà a breve (a cavallo tra la primavera e l’autunno) la rassegna letteraria “Caffè 900”, sempre a cura della compagnia “Ruvido Teatro”. “Nel mese di aprile - prosegue Paoli - in occasione della giornata mondiale del libro, abbiamo in progetto di realizzare una mostra dedicata alle illustrazioni di libri per ragazzi, in collaborazione con il Museo della Carta e della Filigrana. Nell’ambito della rassegna, sarebbe molto interessante poter organizzare dei workshop proprio sulle illustrazioni di favole, rivolto a bambini e ragazzi”. Le attività della Biblioteca proseguiranno a giugno, con un anniversario importante: il documento più antico della nostra città, conservato in archivio, compie 1000 anni. Nell’occasione verrà organizzata una presentazione speciale. In autunno, invece, ci sarà una giornata di studi dedicata alla gura di Romualdo Sassi. Oltre al settore della letteratura, tra i progetti futuri c’è anche quello di dedicare un ampio spazio al mondo del cinema. “L’idea è quella di realizzare delle mini rassegne cinematografiche La passione di Bennani per le foto Tenace, curioso, capace... Un incontro ad un anno dalla scomparsa Ho conosciuto Quadrio Bennani attraverso le parole e la partecipazione di coloro che hanno voluto ricordarlo, ad un anno dalla scomparsa, con un pubblico omaggio patrocinato dal Comune e organizzato dal Centro Studi Don Riganelli, dal Foto Club Arti Visive B di Fabriano ed in particolare dal signor Paolo Carmenati. La sala del Centro di Aggregazione Giovanile era gremita e gli ultimi arrivati si sono dovuti accontentare di assistere in piedi alla proiezione delle sue foto e alle testimonianze dei relatori: Aldo Crialesi (Presidente del centro Studi Don Riganelli); Massimo Bardelli (Fotoclub “Arti Visive” Fabriano e Delegato Provinciale Fiaf.); Aurelio Zenobi (Presidente Cad Fabriano); Maria Adelia Antonella (Medico di Medicina Generale) e Laura Pavoni (Fotoclub “Arti Visive” Fabriano). Proverò a descrivere l’uomo che mi è parso emergere dalle lacrime di chi lo ha amato, dalle parole di chi lo ha conosciuto e dalle foto che ha scattato: appassionato, perfezionista, curioso, capace, tenace, sereno, libero…. La sala di lettura al primo piano della biblioteca Appassionato - Soprattutto della fotogra a, ma anche del modellismo (dai treni agli aeromodelli, passando per i galeoni), della pittura, dell’artigianato e della famiglia. Appassionato della fotogra a, tanto da volerne trasmettere la passione ad ogni costo a chi lo circondava; tanto da possedere sempre l’ultimo modello di attrezzatura fotogra ca; tanto da costruire personalmente congegni capaci di adattare l’ultimo modello di attrezzatura fotogra ca alle sue esigenze; ma non troppo da perdere di vista la famiglia o il lavoro da ferroviere. Perfezionista - Alla ricerca del miglioramento continuo o forse della perfezione, non tanto per ottenere riconoscimenti altrui, di cui si curava poco, quanto per sé stesso e per personale soddisfazione. Curioso - Di scoprire tutto ciò che la tecnica sapeva offrirgli per esprimere al meglio la fotogra a; di sperimentare nuove soluzioni tecniche o di affrontare nuove esperienze come l’aeromodellismo. Capace - Di realizzare il proprio sogno di raccontare storie attraverso le immagini; di diffondere il suo entusiasmo; di costruire qualsiasi cosa, dagli orologi a quel carillon che tanto m’ha ricordato quel “l’ultimo giro di giostra” (n.d.a. titolo di un libro di Tiziano Terzani); di fare a meno dei riconoscimenti altrui e preferire l’anarchia della fotogra a “amatoriale”. Tenace - Nella ricerca del miglioramento continuo e nel coltivare e trasmettere la sua passione. Sereno - Nell’affrontare la vita e la malattia, propria e dei suoi cari. Libero - Perché disinteressato ad ogni tornaconto, anche economico. Degno - Degno maestro della fotogra a… e non soltanto, per tutte le qualità appena descritte; degno di essere ricordato dalle tante persone che hanno scelto di trascorrere una parte di questo sabato pomeriggio al Cag, in sua memoria. La fotogra a di Quadrio Bennani è certamente una ricchezza per Fabriano, da valorizzare. L’omaggio alla sua memoria mi è parsa essere una occasione per conoscere un maestro di vita da non dimenticare e da far conoscere anche alle nuove generazioni. Francesca Pisani - sottolinea il Direttore - trattando tematiche speci che. Una potrebbe essere, ad esempio, l’Unità d’Italia, oppure incontri dedicati ad un regista in particolare”. Sempre nell’ottica di una biblioteca che esca fuori, che si “offra ai lettori”, è partito da poco il progetto “Biblioteca nelle frazioni”, un’iniziativa che intende avvicinare i cittadini residenti nelle frazioni. Il personale della Biblioteca, forniti di una certa quantità di libri e riviste, si recherà periodicamente nelle frazioni, ospitato di volta in volta presso le sedi di associazioni, parrocchie ecc. Il materiale preso in prestito potrà essere riconsegnato nel corso Grazie a tutti per il ricordo di mio padre Quadrio Quadrio Bennani con la sua macchina fotogra ca L'ingresso della nuova biblioteca di Fabriano della prossima visita. Entro giugno verrà attivato, inoltre, il nuovo sito della Biblioteca, con tutte le notizie e le informazioni utili. “Grazie alla nuova collocazione in centro - conclude Paoli - la Biblioteca sta attirando sempre più visitatori e non solo. Molti giovani vengono a proporci iniziative ed incontri, e questo non può che essere un bene. Ovviamente non possiamo accogliere tutte le proposte, ma facciamo il possibile. Per potenziare le risorse, abbiamo pensato anche ad una possibile collaborazione con i privati. Tutto questo per far sì che la biblioteca diventi sempre più un luogo creativo di incontro”. A seguito dell’incontro promosso dal Fotoclub “Arti Visive” di Fabriano in ricordo di mio padre Bennani Quadrio, vorrei ringraziare il Comune di Fabriano per aver offerto il suo patrocinio e essere stato presente nella persona del Sindaco Roberto Sorci, il Centro Studi “Don Riganelli” con il prof. Aldo Crialesi, il Fotoclub “Arti Visive” di cui mio padre era socio. Un ringaziamento particolare va agli organizzatori appartenenti al Fotoclub: l’ing. Paolo Carmenati, promotore e anima dell’iniziativa, coadiuvato dall’attento “occhio fotografi co” di Giacomo Ilari e da Laura Pavoni, che pur se ha conosciuto mio padre solo negli ultimi mesi, ne ha saputo cogliere ed apprezzare stima e amicizia. Un carissimo grazie anche a Massimo Bardelli per la sua critica autorevole e competente, che ha vivacizzato l’incontro mettendo in luce la variegata esperienza fotografi ca di mio padre. Una sentita riconoscenza alle incisive testimonianze della dott.ssa Maria Adelia Antonella e di Aurelio Zenobi e naturalmente a tutti coloro che hanno offerto un contributo alla ricostruzione della personalità e degli interessi poliedrici di Quadrio, tra cui mio zio Peppino Falcionella, suo amico inseparabile fi n da giovanissimo, Reversi Umberto, Marchetti Riccardo, Balilla Beltrame. E infi ne un grazie caloroso al numeroso pubblico intervenuto per salutare mio padre. Ornella, la fi glia 06 fabriano.indd 2 02/02/11 14.15
L'Azione 5 febbraio 2011 di ALDO CRIALESI >FABRIANO< Franz Liszt venne a Fabriano Il grande musicista ungherese in città nel 1868 come pellegrino Franz Liszt in un ritratto del 1865 Il 2011 è l’anno lisztiano, dedicato cioè al grande musicista ungherese Franz Liszt (1811- 1886) nel secondo centenario della sua nascita. Può interessare i fabrianesi sapere che Liszt è stato una volta a Fabriano? C’è stato non da giovane quando era ancora sconosciuto o quasi, ma a 57 anni quando era celeberrimo in tutta Europa come pianista e compositore ed era l’idolo dei salotti dell’alta società. Non venne come musicista, ma come pellegrino, in visita privata, nel luglio del 1868, quando le Marche appartenevano già al Regno d’Italia. Bisogna sapere che la vita molto intensa e movimentata di Liszt, che ha conosciuto grandi amori, strepitosi successi mondani, ha avuto anche una parentesi per così dire mistica, con una sorprendente conversione religiosa che l’ha portato a pensare anche al sacerdozio. Ricevette infatti da Pio IX l’ordine minore del diaconato, ultimo passo prima dell’ordinazione presbiterale; e in questo cammino di preparazione agli ordini sacri minori fu guidati a Roma da don Antonio Solfanelli, Alla chiesa di S. Biagio restaurato l'organo La festa dei Ss. Biagio e Romualdo che all’inizio di ogni mese di febbraio caratterizza i giorni 3 (festa di S.Biagio) e 7 (festa di S.Romualdo) quest’anno, come abbiamo anticipato la settimana scorsa, sarà arricchita dal ritorno al suono del restaurato organo Callido (foto) che la chiesa conserva dalla fine del 1791. La parrocchia dei Ss. Biagio e Romualdo per il periodo 3-7 febbraio organizza concerti, conferenze, celebrazioni religiose per dare all’avvenimento il risalto che merita. Il programma prevede per le ore 18.15 di giovedì 3 febbraio una benedizione del restaurato organo da parte del vescovo Giancarlo Vecerrica che celebrerà una Messa. Lo strumento, per la circostanza, sarà suonato dall’organista Mirella Dirminti. Sabato 5 febbraio, alle ore 17, si terrà una conferenza sulla storia ed il restauro del Callido dell’organaro Michel Formentelli e del prof. Mauro Ferrante, ispettore presso la soprintendenza di Urbino per la conservazione e la tutela degli organi storici nelle Marche. Farà seguito un concerto inaugurale di Maurizio Maffezzoli. Domenica 6 febbraio, a partire dalle ore 21, si terrà la tradizionale processione dalla cripta che conserva il corpo di S. Romualdo fino alla chiesa. Il sindaco, Roberto Sorci, ed il vescovo Giancarlo Vecerrica, ripeteranno nella cripta che custodisce il corpo di San Romualdo un antichissimo gesto che prevede l’apertura della teca in cui si trova un busto argenteo del grande riformatore dell’ordine benedettino e fondatore dei camaldolesi. L’antichissima tradizione denominata “Venuta di San Romualdo” vuole che sindaco e vescovo inseriscano contemporaneamente nella teca due chiavi custodite presso il comune e il monastero dei camaldolesi e contemporaneamente aprano alla visione dei fedeli il busto che poi, in processione, viene portato nella soprastante chiesa dei Ss. Biagio e Romualdo. Dopo il rito che si ripete da oltre quattrocento anni, sarà cantato il solenne Te Deum a cui farà seguito una esibizione del gruppo Verba Manent con musica medioevale e lettura di brani benedettino-romualdini. Lunedì 7 febbraio, infine, alle ore 18.15 il vescovo Vecerrica celebrerà una messa in onore di San Romualdo. L’organista sarà Mario Solinas. Il restauro dell’organo e le manifestazioni sono possibili grazie al determinante contributo della Fondazione Carifac. un prelato di origini fabrianesi, che doveva avere non poca autorevolezza tra il clero della città eterna, se gli fu affidato l’alto compito di guidare al diaconato una star di prima grandezza come Franz Liszt. Dunque l’Abate Antonio e Liszt vennero pellegrini a Fabriano. Ma mica solo a Fabriano: visitarono prima Cascia e il santuario della Madonna della Stella non lontano da Cascia, quindi Assisi. Poi, dopo Fabriano, Loreto, per terminare il loro viaggio a Grottammare (nei pressi di S. Benedetto del Tronto), ospite del conte Fenili (parente di Solfanelli); e in questa località marina Liszt compose vari brani di musica sacra, prima di ritornare a Roma il 1° ottobre dello stesso anno. A Fabriano i due si trattennero dal 6 al 10 luglio, per far piacere al padre dell’Abate Antonio, Vincenzo Solfanelli e furono ospitati dal prof. Raniero Pandolfi, che era direttore del Ginnasio comunale e che era noto per aver dato alle stampe una bella grammatica latina. Il prof. Pandolfi è ricordato da Romualdo Sassi nel suo “Chi è? fabrianese”. Ma in questo libro o in altri del Sassi, non si dice nulla dei due Solfanelli, né del loro ascendente Fra Venanzo Solfanelli, sepolto nel piccolo santuario rupestre della Madonna della Stella, che pure è morto in fama di santità. Ma da dove ho assunto queste informazioni su Franz Liszt e i tre Solfanelli? Da una pubblicazione stampata negli Usa nell’anno 2000: “Franz Liszt e Agnese Street Klindworth” curata da Pauline Pocknell. Non avrei avuto notizia di questo libro 7 che raccoglie la corrispondenza epistolare intercorsa per 32 anni tra il musicista ungherese e la sua ammiratrice senza il tramite dell’amico Giancarlo Pecci che vive in Lombardia ed è un abilissimo “internauta” (è lui che ha scritto o due libri dedicati alle celebri cantanti fabrianesi Elisa Petri e Rinalda Pavoni). A lui infatti non sfugge nulla di quanto riguarda Fabriano, sia del passato che del presente. Attraverso una inusitata triangolazione Hillsdale (New York), Gorgonzola (Milano), Fabriano (Ancona) anche i fabrianesi sono ora edotti che Franz Liszt ha soggiornato nella nostra città e che i Solfanelli ebbero a che fare con lui. Ne sono edotti con 142 anni di ritardo. Ma dei Solfanelli riparleremo una prossima volta. Celeberrimo pianista nato nel 1811: quest'anno ricorre il bicentenario Duecento anni fa a Raiding, in Ungheria, nel 1811, nasceva il grande pianista, compositore e direttore d’orchestra Franz Liszt. Avviato allo studio della musica dal padre, amministratore al servizio dei principi Esterháry, cominciò ad esibirsi in pubblico come pianista nel 1820. Dopo un periodo di studi a Vienna, nel 1824 si stabilì a Parigi, e fino al 1827 suonò ripetutamente in Francia, Inghilterra e Svizzera. Interruppe poi la carriera concertistica per approfondire la sua cultura musicale e per dedicarsi a studi di poesia, filosofia e sociologia; frequentò in quel tempo Lamartine, Hugo, Lamennais, Heine e divenne amico fraterno di Berlioz e Chopin. Nel 1835 fuggì in Svizzera con la moglie del conte d’Agoult, dalla quale ebbe tre figli: Blandine, Cosima (che divenne moglie di H. von Bülow e poi di Wagner) e Daniel. Con lei fu in Italia, dove rimase quasi ininterrottamente fino al 1839. Il periodo dei suoi maggiori trionfi di pianista cominciò alla fine del 1839; fino al 1847 fu il concertista più ammirato, più discusso, più retribuito d’Europa, con successi paragonabili a quelli suscitati nel decennio precedente da Paganini. A questi primi anni appartengono le composizioni pianistiche più fortemente segnate dalla ricerca virtuosistica, come l’Album di un viaggiatore (1835-36, contenente il celebre Al lago di Wallenstein e le parafrasi su melodie alpine), i due primi quaderni di Anni di Pellegrinaggio (1836-39): Svizzera e Italia, fra cui la fantasia Da una lettura di Dante, i 24 Grandi studi dedicati a Czerny e i 6 Studi trascendentali da Paganini (1838), nonché una prima serie di Rapsodie ungheresi (1839-47). Alla fine del 1847 abbandonò la carriera concertistica e si stabilì a Weimar come direttore della cappella di corte. Qui per circa un decennio Liszt si dedicò alla composizione, alla direzione d’orchestra e all’insegnamento. Risalgono a questo periodo composizioni di più ampio respiro strutturale, come la Sonata in si minore dedicata a Schumann (1853), Totentanz (parafrasi del Dies irae, 1849) per pianoforte e orchestra, le sinfonie Faust (1854) e Dante (1856), e i primi 12 poemi sinfonici, fra cui il meraviglioso Les preludes (1848-50, inizialmente nato come introduzione ad un gruppo di odi corali, poi rielaborato come poema autonomo con titolo ispirato alle Méditations poétiques di Lamartine), Tasso (1849), Prometeo (1850), Mazeppa (1851), Hamlet (1858). L’attività di direttore d’orchestra, in teatro e in concerto, fu di grandissimo rilievo culturale per la scelta del repertorio di Berlioz, Schumann, Verdi e Wagner. Nel 1865 prese la tonsura e gli ordini minori Nel suo insieme la produzione di Liszt abbraccia buona parte dei generi musicali allora correnti. Alle composizioni citate si devono ancora aggiungere: l’opera teatrale Don Sanche (1825), gli oratori Christus (1855-66) e La leggenda della santa Elisabetta (1862), 4 Messe per soli, coro e orchestra (fra cui la Messa per l’incoronazione, 1867) e un Requiem (1868), 2 Concerti (1830-49) e 3 Fantasie per pianoforte e orchestra, un tredicesimo poema sinfonico composto in tarda età (Dalla culla alla tomba, 1881) e i 2 celebri Mephisto-Walzer per orchestra (il primo, propriamente, La danza nel villaggio, 1860; il secondo del 1881); alcuni Duo per violino e pianoforte, circa 80 Lieder per canto e pianoforte, moltissime pagine religiose su testo latino o tedesco per voci o coro con accompagnamento di pianoforte, organo o altri strumenti. Sterminata è la produzione pianistica, che conta, oltre ai titoli già ricordati, il ciclo Armonie poetiche e religiose (1845- 52), un terzo quaderno di Anni di pellegrinaggio (1866-77), un secondo gruppo di Studi trascendentali (1851), la serie definitiva di 19 Rapsodie ungheresi (1846-85), le due Leggende di S. Francesco (1863), e una miriade di studi e fantasie da concerto, marce, pezzi brillanti e caratteristici, parafrasi e pot-pourris di motivi d’opera (soprattutto di Rossini, Bellini, Donizetti, Meyerbeer, Weber, Wagner e Verdi). Inoltre, vari pezzi per organo, fra cui una Fantasia e fuga sul nome BACH (1855-70). Ugualmente ampio è il settore delle trascrizioni, sia per orchestra (soprattutto di composizioni proprie), sia per pianoforte (Lieder di Beethoven, Schubert, Mendelssohn e Schumann), per due pianoforti, per pianoforte a quattro mani, per organo. Tanto ampia e poliedrica produzione è dominata da un’assoluta libertà nei confronti degli schemi tradizionali, da una disinvolta indipendenza dalle convenzioni che porta il compositore ad assimilare quasi per istinto i tratti nuovi di un’epoca e i segni di una modernità, ma anche a riunire insieme gli atteggiamenti più disparati e contraddittori: il pianista brillante e mondano e il compositore paludato e meditativo di musica sacra, la rivisitazione di Bach e edl contrappunto arcaico e l’esuberanza espressiva del poema sinfonico. Tale libertà lo accomuna all’altro grande esponente del pianismo romantico, Chopin, rispetto al quale, tuttavia, si colloca stilisticamente al polo opposto. Se il "pianismo" di Chopin ricerca l’intimità del salotto, le forme brevi e la perfezione del cesello, quello di Liszt presuppone invece le folle e la dimensione spettacolare dell’esibizione virtuosistica, predilige le sonorità irruenti, i grossi contrasti, le forme ampie che diano spazio all’improvvisazione acrobatica. Certo, la miriade delle sue composizioni non si fa apprezzare che per l’arditezza tecnica e la travolgente ricerca di effetti; ma in altri casi il virtuosismo si traduce in una vera sperimentazione di nuove possibilità espressive e apertura verso nuovi spazi sonori inesplorati (si veda, per esempio, l’uso quasi timbricopercussivo del pianoforte nella Totentanz, ammirata da Bartók). Innovativa è, in certa misura, anche la sua produzione orchestrale, dove sull’esempio di Berlioz, assegna al timbro una una nuova importanza e ricerca nuove vie della strumentazione (per esempio, nell’impiego dei fiati). Nonostante i titoli di carattere letterario, i poemi sinfonici di Liszt non sono «musica a programma» nel senso più stretto, come lo era ad esempio la Sinfonia fantastica di Berlioz. Fausto Farroni 07m fabriano.indd 2 02/02/11 14.23
Page 1 and 2: Il musicista Liszt a Fabriano nel 1
Page 3 and 4: L'Azione 5 FEBBRAIO 2011 >INCHIESTA
Page 5: L'Azione 5 FEBBRAIO 2011 >CRONACA P
Page 9 and 10: L'Azione 5 FEBBRAIO 2011 >FABRIANO<
Page 11 and 12: L'Azione 5 FEBBRAIO 2011 >AGORA'< 1
Page 13 and 14: L'Azione 5 FEBBRAIO 2011 >SPAZIO LA
Page 15 and 16: L'Azione 5 FEBBRAIO 2011 Lo scorso
Page 17 and 18: L'Azione 5 FEBBRAIO 2011 >MATELICA<
Page 19 and 20: L'Azione 5 FEBBRAIO 2011 >CERRETO D
Page 21 and 22: L'Azione 5 FEBBRAIO 2011 >CHIESA< L
Page 23 and 24: L'Azione 5 FEBBRAIO 2011 >CULTURA N
Page 25 and 26: L'Azione 5 FEBBRAIO 2011 >SPORT Nel
Page 27 and 28: L'Azione 5 FEBBRAIO 2011 >SPORT< 27
Page 29 and 30: L'Azione 5 FEBBRAIO 2011 Educare al
Page 31 and 32: L'Azione 5 FEBBRAIO 2011 >DIALOGO<

01m prima.indd - L'Azione

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

Delete template?

Save as template?