Il Re, il Saggio e il Buffone di Shafique Keshavjee - panasur

Se Dio ha creato il mondo, chi ha creato Dio?
L’unica scusa di Dio è non esistere, ha scritto Stendhal.
Il concorrente Buddhista: Lei sa certo che il buddhismo rifiuta l’idea di un Dio creatore del mondo,
perché se così fosse sarebbe anche responsabile delle sofferenze dell’universo. Siddhartha
Gautama, il Buddha, ha mantenuto il silenzio riguardo a ciò che lei chiama Dio.
Il rabbino Halévy contrariamente al maestro buddhista: credo, insieme a tutto il mio popolo in un
Dio creatore, sia benedetto il suo nome.
Non è tanto l’esistenza di Dio a costituire un problema, ma l’esistenza in sé. Perché esiste qualche
cose e non il nulla?
Il Saggio: i fisici contemporanei ci parlano spesso del “vuoto quantico” originario, a partire del
quale si sarebbe evoluto l’universo!
Forse, proseguì il rabbino, ma questo vuoto non è il puro nulla. E’ una potenzialità, un latenza. In
origine c’è pur sempre qualche cosa, un sorta di energia indescrivibile, fatta di “materia” e di
“antimateria”, a partire dalla quale l’universo prende forma. Da dove viene quell’energia?
Dottor Clément: Qual è il numero che viene prima dell’uno? Lo zero non è un numero, è piuttosto
l’assenza di numero. L’uno è l’ineludibile punto di partenza. Dio è l’uno a partire dal quale tutto
viene pensato e vissuto.
Alain Tannier: l’origine che esiste resta un mistero. Pur non credendo in Dio io sono pronto ad
ammettere che credo in un’energia di cui sfugge l’origine e dalla quale, tramite il caso e le leggi
della complessità, è nato il nostro universo.
Il rabbino: ciò che differenza gli uomini religiosi dagli altri è che, per noi, quest’universo è
orientato. E’ animato da un Significato. Ed è precisamente questo “Moto Orientatore” il mistero
stesso di Dio, che noi cerchiamo di accogliere, con umiltà, nell’esperienza religiosa. E’ proprio
l’esperienza di questo “Moto” nelle nostre vite a darci la fede.
Clément: il vero Dio è sempre al di là delle rappresentazioni umane. Lessing ha detto: “La ricerca
della verità è più preziosa della verità”.
Quasi tutti i grandi fisici di questo secolo erano religiosi: Einstein, Heisenberg, Max Plank e molti
altri.
Parabola riportata dal gesuita Antony de Mello: molto tempo fa, in una regione desertica, un
uomo che si credeva profeta trasmise un ordine che proveniva, a quanto diceva lui, da Dio.
“Nessuno mangerà più di un frutto al giorno”. La Legge fu osservata fedelmente per secoli, fino al
giorno in cui gli scienziati scoprirono il modo di trasformare il deserto in terreno coltivabile. Il
paese si riempì di alberi da frutto e gli alberi si piegavano sotto il peso dei frutti non colti.
Chiunque affermasse che lasciar marcire tanta frutta era un peccato conto l’umanità era
considerato blasfemo.
Un uomo senza Dio è come un fiore senza terra. Non appassisce per volere dell’Assoluto, ma
perché è completamente privo di radici.
La prova del Buddhista
L’insegnamento del Buddha non si reduce né a una filosofia né a una religione né a un sistema
etico. Non fa appello a una fede o a un atto di adorazione, ma invita a un lavoro su se stessi. Il
buddhismo è la via che porta al Risveglio, alla conoscenza della vera natura degli esseri e delle
cose, alla completa liberazione della sofferenza.
Buddha significa “Risvegliato”. Si narra che a sconvolgere la sua vita così ben regolata furono
quattro incontri: con un vecchio, con un malato, un cadavere e un monaco errante. Rinunciando ai
piaceri e alla vita di famiglia, divenne lui stesso un asceta alla ricerca di una soluzione per la