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Simbolica Massonica del terzo millennio di Irene Mainguy - panasur

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Prefazione <strong>di</strong> Paolo Lucarelli<br />

<strong>Simbolica</strong> <strong>Massonica</strong> <strong>del</strong> <strong>terzo</strong> <strong>millennio</strong><br />

Irène <strong>Mainguy</strong> - 2004<br />

Sin dalla sua nascita, nel XVII secolo, la Libera Muratoria moderna – o Massoneria <strong>Simbolica</strong> – si presenta<br />

come un luogo privilegiato <strong>di</strong> riflessione, condotta in comune da uomini che sentirono prepotentemente la<br />

necessità <strong>di</strong> trovare risposte alle fondamentali domande esistenziali.<br />

I massoni speculativi avevano ere<strong>di</strong>tato un ambiente singolare dai loro predecessori operativi. Un modo<br />

particolare <strong>di</strong> riunirsi. I muratori si incontravano in logge, e avevano la consuetu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> iniziare e terminare i<br />

loro incontri, detti lavori, con un’apertura e una chiusura cerimoniale. Sistema gerarchico che si percorreva<br />

tramite speciali rituali <strong>di</strong> ammissione, che prevedevano un giuramento <strong>di</strong> obbe<strong>di</strong>enza. Questo modo <strong>di</strong><br />

operare in una ricerca spirituale, e <strong>di</strong> tradurne i risultati in un sistema rituale e simbolico, ha costituito<br />

nell’arco <strong>di</strong> poco più <strong>di</strong> un secolo l’attuale struttura <strong>del</strong>la Massoneria moderna.<br />

Due leggende: la prima sostenere che i muratori, cioè le maestranze <strong>di</strong> mestieri <strong>del</strong>le gilde me<strong>di</strong>evali,<br />

possedessero arcani misteri esoterici che erano stati dati loro in deposito <strong>di</strong> gloriose e illustri; e che questi<br />

misteri trasmessi “by immemorial time”, costituirono e costituiscono ancora il deposito sapienziale e<br />

iniziatico <strong>del</strong>l’Oriente massonico: L’invenzione <strong>del</strong>la Tra<strong>di</strong>zione. L’altra è nota come la leggenda <strong>del</strong> Terzo<br />

Grado: si narra <strong>di</strong> come l’e<strong>di</strong>ficazione <strong>del</strong> Tempio fosse <strong>di</strong>retta da 3 maestri, Salomone stesso, Hiram re <strong>di</strong><br />

Tiro e Hiram l’architetto. I 3 possedevano la conoscenza <strong>di</strong> una particolare Parola, detta <strong>di</strong> Maestro, che<br />

aveva la caratteristica <strong>di</strong> poter essere pronunciata e trasmessa solo se tutti e tre erano presenti, e in modo<br />

molto singolare. L’architetto Hiram fu assassinato da 3 Compagni che volevano farsi comunicare la Parola,<br />

per cui rimasti solo in due a conoscerla, questa <strong>di</strong>ventava non più trasmissibile e la costruzione <strong>del</strong> Tempio<br />

nella sua forma perfetta si interruppe. Nasce qui il dramma <strong>del</strong>la Parola Perduta, e il compito, l0obiettivo<br />

dei fratelli massoni, <strong>di</strong>venta quello <strong>di</strong> partire alla sua ricerca. Questo racconto è la descrizione <strong>di</strong> una<br />

trage<strong>di</strong>a che ha impe<strong>di</strong>to il perfezionamento <strong>di</strong> tutta la Creazione, <strong>di</strong> cui la costruzione <strong>del</strong> Tempio è<br />

simbolo e allegoria. E’ possibile nell’Or<strong>di</strong>ne muratorio, grazie alla ricerca e al lavoro che i fratelli conducono<br />

in comune, ritrovare la parola perduta e quin<strong>di</strong> ricondurre il mondo sulla via <strong>del</strong>la giustizia e <strong>del</strong>la<br />

perfezione, passare dal caos all’or<strong>di</strong>ne.<br />

La ricerca portò a evoluzioni successive, e quin<strong>di</strong> a gra<strong>di</strong> superiori al <strong>terzo</strong>. I fratelli si <strong>di</strong>visero, creando nel<br />

corso <strong>del</strong> XVIII secolo e parte <strong>del</strong> XIX secolo vari sistemi <strong>di</strong> gra<strong>di</strong> superiori, regimi o Alti Gra<strong>di</strong> costituirono<br />

quelli che oggi definiamo riti: Rito francese, Rito Scozzese Antico ed Accettato e Rito Emulation. Oltre a<br />

questi esistono ancora il Rito Scozzese Rettificato, l’Arco Reale, Rito <strong>di</strong> York, Rito Svedese, l’Antico e<br />

Primitivo Rito <strong>di</strong> Menphis e Misraim, il Rito Filosofico Italiano, il Rito Simbolico Italiano. L’importante è la<br />

riflessione, non lo strumento che serve a riflettere.<br />

Il 24 giugno 1717, 4 logge <strong>di</strong> Londra si riunirono per fondare la prima Grande Loggia ed eleggere un Gran<br />

Maestro, nacque la Massoneria moderna come Istituzione, come struttura organizzata e accentrata. Molte<br />

logge inglesi rimasero in<strong>di</strong>pendenti. Anni dopo 6 <strong>di</strong> queste fondarono sempre a Londra un’altra Grande<br />

Loggia che si definì degli Antients, degli Antichi, per <strong>di</strong>fferenziarsi dalla prima che chiamavano Moderns. Si<br />

trascinò a lungo, con molta asprezza, finché fu creata nel 1813 la United Grand Lodge of England, quella<br />

attuale.<br />

Fu anche creata una loggia ad hoc, detta of Riconciliation, che operò dal 1813 al 1816 dove sorsero subito<br />

due logge cosiddette “<strong>di</strong> istruzione”, la Stability e l’Emulation.


Una Grande Loggia è regolare se la Gran Loggia Unita d’Inghilterra lo afferma e la riconosce. I suoi membri<br />

non devono essere atei, ma devono credere nell’esistenza <strong>di</strong> un Essere Supremo, le logge devono operare<br />

alla presenza <strong>di</strong> un libro sacro aperto, non devono accettare donne e non devono trattare né politica né<br />

religione. Ce ne sono, come il Grande Oriente <strong>di</strong> Francia, che non si adeguano a tutti questi punti, e che<br />

hanno comunque dei riconoscimenti internazionali.<br />

Il segreto inviolabile è in fondo una leggenda massonica che dura da molti secoli e consiste nell’emozione,<br />

tutta personale, <strong>di</strong> una cerimonia vissuta intensamente, nell’esperienza <strong>di</strong> un incontro fraterno e<br />

affettuoso, nel senso <strong>di</strong> quieta pace <strong>di</strong> una serata <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione con<strong>di</strong>vise. Tutti i massoni possono<br />

affermare che nel loro percorso sono partiti inevitabilmente dall’affermazione <strong>di</strong> Sant’Agostino, inquietum<br />

est cor nostrum, inquietu<strong>di</strong>ne che talvolta i più fortunati hanno potuto placare con serietà, senno, benefizio<br />

e giubilo nel lavoro <strong>di</strong> loggia.<br />

Prefazione<br />

Il libro, la simbologia massonica, de Jules Boucher <strong>del</strong> 1948, ha fatto la felicità <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse generazioni <strong>di</strong><br />

massoni. Boucher si sforzava <strong>di</strong> insegnarci la via <strong>di</strong> mezzo passando tra le opposizioni apparentemente<br />

contrad<strong>di</strong>ttorie <strong>di</strong> caselle bianche e nere. L’immaginazione dei giovani massoni, quelli <strong>di</strong> ieri come quelli <strong>di</strong><br />

domani, corre al passo <strong>di</strong> un cavallo a briglia sciolta.<br />

Con questa nuova <strong>Simbolica</strong> massonica, un’altra donna contribuisce con una nuova pietra, una pietra <strong>di</strong><br />

coronamento, all’e<strong>di</strong>ficio <strong>del</strong> quale Jules Boucher pose le fondamenta.<br />

L’uso dei simboli è alla base <strong>di</strong> ogni nostro insegnamento: esso consente il gioco <strong>del</strong>le analogie e <strong>del</strong>le<br />

corrispondenze. Ma il simbolismo mal compreso può trasformarsi in un ostacolo o, peggio ancora, in un<br />

dogma ancora più avvilente <strong>di</strong> quelli che condanniamo. Lezione <strong>di</strong> Rabelais: “la scienza senza coscienza è la<br />

rovina <strong>del</strong>l’anima”.<br />

Narcisse Flubacher: Or <strong>di</strong> Ginevra, giugno 2001.<br />

Premessa<br />

Nel 1948, Jules Boucher scrisse: “se il nostro lavoro stimolerà altri stu<strong>di</strong> che lo correggano o lo completino,<br />

ne saremo felici”. Questo importante <strong>di</strong> Boucher ha fortemente segnato il mezzo secolo passato, facendo<br />

seguito all’opera <strong>di</strong> altri pioneri: Oswald Wirth, Edouard Plantagener, Amélie Gédalge, Marcel Spaeth,<br />

Edmond Gloton.<br />

I tre primi gra<strong>di</strong>, massoneria azzurra, da soli contengono e potenzialmente riassumono tutti gli altri (definiti<br />

superiori).<br />

Il simbolo suggerisce, lasciando a tutti la possibilità <strong>di</strong> percepirlo e svilupparlo all’infinito, a seconda <strong>del</strong>le<br />

proprie capacità.<br />

Questa guida intende fornire a ogni lettore basi sicure che consentano <strong>di</strong> trovare un filo d’Arianna coerente<br />

nel dedalo labirintico <strong>di</strong> quella foresta <strong>di</strong> simboli che deve e può essere progressivamente decifrata.<br />

I. Considerazioni preliminari<br />

Linguaggio analogico universale. Un simbolo non impone nulla: piuttosto, invita a scoprire, a comprendere<br />

e a me<strong>di</strong>tare. E’ definito da un termine, <strong>del</strong> quale è quin<strong>di</strong> importante ricercare l’etimologia, per valutarne il


significato completo. Diceva Goethe: “<strong>di</strong>ventano una finestra spalancata sull’ineffabile realtà”. A Ciascuno<br />

<strong>di</strong> noi aspetta lo sforzo <strong>di</strong> aprire questa finestra. Il simbolismo forma un tutto coerente, poiché tutti i<br />

simboli sono legati tra loro.<br />

II. Introduzione per l’appren<strong>di</strong>sta<br />

Prima <strong>di</strong> essere introdotti nel Gabinetto <strong>di</strong> Riflessione, si viene spogliati <strong>di</strong> tutti i metalli che significa, tra<br />

l’altro, che si devono abbandonare preconcetti, giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> valore, passioni e interessi venali, orgoglio e così<br />

via. (semplicità evangelica: beati i poveri <strong>di</strong> spirito, poiché loro è il regno dei cieli) E’ in questo ambiente <strong>di</strong><br />

preparazione e <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione che <strong>di</strong>viene possibile prepararsi a morire a se stessi, re<strong>di</strong>gendo un<br />

testamento filosofico. Sempre con gli occhi bendati, si effettuano subito dopo tre viaggi nella loggia, e si<br />

viene sottoposti a tre prove purificatrici, per mezzo <strong>del</strong>l’aria, <strong>del</strong>l’acqua e <strong>del</strong> fuoco. L’or<strong>di</strong>ne, i segni, i<br />

toccamenti, l’età e la batteria costituiscono elementi nuovi. Virtualmente iniziati, si ricevono gli strumenti<br />

necessari al perfezionamento, per procedere nella conoscenza <strong>di</strong> se stessi. La costruzione <strong>del</strong>l’opera è da<br />

avviare, aiutati dal Secondo Sorvegliante e dal padrino.<br />

L’appren<strong>di</strong>sta viene sempre a Nord, il luogo meno illuminato <strong>del</strong>la Loggia, in cui è tenuto a osservare il<br />

silenzio.<br />

III. Introduzione per il Compagno<br />

Si passa dalla perpen<strong>di</strong>colare alla livella. Nuovi strumenti <strong>di</strong> questo grado sono il regolo, compasso, leva,<br />

livella, in grado <strong>di</strong> permettergli <strong>di</strong> realizzare un capolavoro. L’opera da compiere su se stessi, uno stato <strong>di</strong><br />

perfezione umana da realizzare. Il percorso <strong>del</strong> compagno è innanzi tutto interiore.<br />

Sei un compagno? Ho visto la stella fiammeggiante.<br />

Si tratta evidentemente <strong>di</strong> una visione interiore, percepita dall’occhio <strong>del</strong> cuore. Vedere con l’occhio<br />

interiore significa conoscere, e conoscere vuol <strong>di</strong>re identificarsi con l’oggetto <strong>del</strong>la Conoscenza, perché si<br />

<strong>di</strong>venta ciò che si vede realmente. La virtù essenziale <strong>di</strong> questo simbolo era il numero aureo o Divina<br />

Proporzione, che regola il pentagono stellato e si manifesta anche in tutte le forme viventi <strong>del</strong>l’universo,<br />

<strong>di</strong>sponendo le leggi <strong>di</strong> Armonia, Bellezza ed Equilibrio, al contrario <strong>del</strong> caos informe <strong>di</strong> ciò che è sparso.<br />

Le due sfere, la terrestre e la celeste, <strong>di</strong>ventano da questo momento il suo campo <strong>di</strong> ricerca. E’ n periodo<br />

ricco <strong>di</strong> presa <strong>di</strong> coscienza, <strong>di</strong> lavoro costruttivo e <strong>di</strong> trasformazioni, chiarite e guidate dalla sua buona<br />

stella.<br />

IV. Introduzione per il maestro<br />

Dopo la notte più nera torna sempre la luce. E’ ciò che insegna il mito <strong>di</strong> Hiram. Si potrebbe essere colti da<br />

un salutare sgomento realizzando la brevità <strong>del</strong>la vita, <strong>di</strong> fronte al lavoro da compiere, a quest’onere<br />

immenso, mentre con ogni respiro ci si avvicina ineluttabilmente alle porte <strong>del</strong>l’Oriente eterno. In ognuno<br />

<strong>di</strong> noi <strong>di</strong>mora la possibilità <strong>di</strong> operare una metanoia, fino a che sussista un soffio <strong>di</strong> vita. Avendo ormai<br />

varcato la porta <strong>del</strong>la morte, conosco l’acacia.<br />

Possiamo paragonare ciascun maestro a un capitano, il solo responsabile a bordo <strong>del</strong>la nave, che tenta <strong>di</strong><br />

attraversare il mare <strong>del</strong>le passioni per trovare la terra <strong>del</strong>la serenità, quella <strong>del</strong>l’Unità originaria. E’ la<br />

volontà spirituale <strong>di</strong> ciascuno che deve servire da timone alla nave. Il viaggio è lungo e non bisogna perdere<br />

<strong>di</strong> vista le motivazioni iniziali, quelle che ci hanno fatto bussare alla porta <strong>del</strong> tempio. Il magistero<br />

rappresenta il passaggio dall’esterno all’interiorità, che è anche passaggio dalla molteplicità all’Unità.


Ora beneficiare <strong>del</strong>la pienezza dei <strong>di</strong>ritti massonici, che in contropartita comportano dei doveri. Il <strong>di</strong>fficile<br />

cammino <strong>del</strong> maestro massone impone <strong>di</strong> operare per riunire ciò che è sparso, nella speranza <strong>di</strong> ritrovare,<br />

un giorno lontano, forse, la parola perduta!<br />

V. Abbreviazioni<br />

In Massoneria l’abbreviazione è sempre un’apocope, seguita da tre punti.<br />

VI. I tre punti<br />

Ignorato dai paesi anglosassoni, questo simbolo ha un’origine puramente latina e corporativa.<br />

Avviene per ricordare che il massone cerca <strong>di</strong> tendere verso il giusto mezzo (tesi, antitesi, sintesi) in tutte le<br />

cose. I due punti inferiori rappresentano le opinioni opposte, mentre il <strong>terzo</strong> attesta il superamento <strong>di</strong><br />

quelle opposizioni che le sintetizza me<strong>di</strong>ante la via <strong>di</strong> mezzo.<br />

Rappresentano un richiamo al ternario.<br />

Contrassegnano la manifestazione <strong>del</strong> Verbo.<br />

Ricordano all’uomo che egli nasce, vive e muore.<br />

Possiamo pensare alle tre celebri frasi <strong>del</strong>la Scrittura: Chiedete a vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto,<br />

cercate e troverete.<br />

Principi Generali<br />

1. L’iniziazione<br />

Iniziazione designa l’ammissione <strong>di</strong> un appren<strong>di</strong>sta. Comparve per la prima volta nel 1801 e <strong>di</strong>viene ufficiale<br />

nel 1826.<br />

Significa sia inizio che avviamento.<br />

Essere iniziati significa rinascere a se stessi in modo <strong>di</strong>verso. L’iniziazione corrisponde a un processo<br />

volontario <strong>di</strong> tirarsi fuori dal mondo profano e caotico <strong>del</strong>la materia per ricevere, grazie a una catena<br />

ininterrotta, un’influenza spirituale.<br />

Il neofita (la nuova pianta) prende coscienza <strong>del</strong> carattere effimero <strong>del</strong>la vita, <strong>del</strong>la relatività <strong>del</strong> tempo, da<br />

cui la necessità <strong>di</strong> trovare il proprio posto in questa ricerca <strong>di</strong> unità.<br />

Secondo Benoist, le con<strong>di</strong>zioni più imperative per ricevere l’iniziazione possono riassumersi in 4 punti:<br />

purità <strong>del</strong> corpo, nobiltà dei sentimenti, l’ampiezza <strong>di</strong> orizzonti intellettuale e la <strong>di</strong>gnità <strong>del</strong>lo spirito.<br />

2. Il simbolismo<br />

Dal greco Symbolon, vuol <strong>di</strong>re segno, nel senso <strong>di</strong> rappresentazione concreta <strong>di</strong> un’idea astratta. Se ci<br />

riferiamo alla parola latina symbolus, il senso viene ampliato per in<strong>di</strong>care un segno <strong>di</strong> riconoscimento che<br />

viene consegnato a due persone che vogliono separarsi.<br />

Analizzare intellettualmente un simbolo è come sbucciare un frutto per scoprirne il nocciolo. Il linguaggio<br />

simbolico è profondamente coerente. Il simbolo invita a scoprire una realtà che sta oltre le apparenze. Luc


Benoist considera che nell’or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong>le idee, un simbolo costituisce tra l’altro un elemento <strong>di</strong> relazione ricco<br />

<strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione e <strong>di</strong> analogia. Esso compone le contrad<strong>di</strong>zioni e concilia gli opposti.<br />

Il simbolismo appare come un linguaggio universale, un insieme <strong>di</strong> segni e co<strong>di</strong>ci che ognuno percepisce in<br />

funzione <strong>del</strong> proprio intelletto, <strong>del</strong>la propria facoltà <strong>di</strong> ragionamento analogico e <strong>del</strong>lo stato <strong>di</strong> risveglio<br />

interiore <strong>del</strong>la propria coscienza. Le parole non possono esprimere il contenuto, non più <strong>di</strong> quanto possano<br />

esprimere la totalità <strong>del</strong>l’arte pittorica o <strong>del</strong>l’arte musicale. Definire un simbolo significa limitarlo e<br />

attribuirgli un significato riduttivo. Un simbolo rivela velando e vela rivelando.<br />

Il simbolo può essere paragonato anche a un cristallo che rifrange la luce in modo <strong>di</strong>verso, a seconda <strong>del</strong>la<br />

faccetta che la riceve. I simboli hanno un aspetto pluri<strong>di</strong>mensionale. Ogni simbolo adempie una funzione <strong>di</strong><br />

me<strong>di</strong>azione: getta dei ponti, riunisce elementi separati, la realtà sensibile e soprasensibile (informale), la<br />

ragione umana e la realtà essenziale, la terra e il cielo, la materia e lo spirito.<br />

Non deve essere idolatrato, deve unicamente servire quale strumento <strong>di</strong> comprensione e <strong>di</strong> esplorazione<br />

così che possa essere trasmesso anche ad altri ricercatori.<br />

La funzione <strong>del</strong> Simbolo consiste nel collegare ciò che è in alto con ciò che è in basso. Vi è <strong>di</strong>fferenza<br />

fondamentale da stabilire tra il simbolo e le allegorie, che rappresentano l’espressione <strong>di</strong> un’idea astratta<br />

per mezzo <strong>di</strong> una immagine concreta. L’allegoria rinvia a un concetto preciso che non lascia alcuna libertà <strong>di</strong><br />

interpretazione.<br />

Benoist precisa che ogni simbolo è suscettibile <strong>di</strong> almeno due interpretazioni opposte che devono essere<br />

unite per ottenere il senso completo. M.M. Davy osserva che sul piano sacrale il simbolo resta polivalente,<br />

rivelando significati <strong>di</strong>versi, anzi contrari, presentati a coppie.<br />

3. Riti e rituali<br />

Quattro segni principali caratterizzano i Liberi Muratori: Gutturale, Manuale, Pettorale, Relativo ai Pie<strong>di</strong>.<br />

Il rito è, dal punto <strong>di</strong> vista etimologico, ciò che viene compiuto conformemente all’or<strong>di</strong>ne.<br />

I quattro principali riti praticati in Francia, secondo l’or<strong>di</strong>ne cronologico <strong>del</strong>la loro fondazione: 1) Rito<br />

Scozzese Rettificato (1778-1790); 2) Rito Francese (1780 – 1801); 3) Rito Scozzese Antico ed Accettato<br />

(1805 – 1820); 4) Rito Inglese <strong>di</strong> stile Emulation (1813 – 1823) nato dalla riconciliazione degli Ancients e dei<br />

Moderns)<br />

Tre tipi <strong>di</strong> simboli: figurati (quadro <strong>di</strong> loggia, decorazioni, gioielli); sonori (colpo <strong>di</strong> maglio, parola <strong>di</strong> passo,<br />

parole sacre, leggende dei gra<strong>di</strong>, suoni prodotti durante i viaggi); agiti ( rappresentano i riti propriamente<br />

detti).<br />

I rituali rappresentano un mezzo <strong>di</strong> accesso in quanto veicoli <strong>di</strong> simboli. Ogni fase <strong>del</strong> rituale (colpi <strong>di</strong><br />

maglio, parole, gesti) prepara un clima <strong>di</strong> ricettività e <strong>di</strong> apertura interiore.<br />

La comprensione <strong>del</strong> rituale da parte <strong>di</strong> un ufficiale <strong>di</strong> loggia viene evidenziata dalla qualità <strong>del</strong>l’applicazione<br />

che ne fa. Vivere il rituale significa vivere attivamente la Massoneria e accedere a una <strong>del</strong>le sue più<br />

profonde ricchezze.<br />

Commissione dei rituali: un poco ovunque si manifesta la volontà <strong>di</strong> restaurare i testi d’origine, <strong>di</strong> tornare<br />

alla fonte.


4. Il ritmo e i suoni nel rituale<br />

Ogni forma ed ogni movimento che abbia origine in un numero o in una figura si inscrive <strong>di</strong> conseguenza in<br />

un ritmo.<br />

5. La Tra<strong>di</strong>zione<br />

Termine “tra<strong>di</strong>zione” deriva dal latino tra<strong>di</strong>tio, che in<strong>di</strong>ca l’azione <strong>di</strong> consegnare, <strong>di</strong> trasmettere. La<br />

tra<strong>di</strong>zione trascende le nozioni <strong>di</strong> spazio e <strong>di</strong> tempo. La tra<strong>di</strong>zione abramica si sud<strong>di</strong>vise in tre rami<br />

(Giudaismo, Cristianesimo, Islam). La tra<strong>di</strong>zione cerca <strong>di</strong> trasmettere <strong>del</strong>la modalità <strong>di</strong> accesso alla<br />

conoscenza <strong>del</strong>l’Universo. Il termine viene impiegato comunemente per designare un uso, un’abitu<strong>di</strong>ne,<br />

ad<strong>di</strong>rittura un costume.<br />

6. L’esoterismo<br />

Viene dal greco esoterikos, io apro una porta e faccio passare dall’esterno (esoterismo) all’interno<br />

(esoterismo), con ciò svelando <strong>del</strong>le verità nascoste. Questo concerto stabilisce una gerarchia tra due livelli<br />

<strong>di</strong> insegnamento, uno destinato a tutti (esoterismo), l’altro riservato a pochi (esoterismo). L’esoterismo<br />

permette <strong>di</strong> comprendere la verità interiore da tutte le vie tra<strong>di</strong>zionali. L’esoterismo si pone al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> tutte<br />

le forme dogmatiche, rappresentando per il ricercatore una ricerca <strong>del</strong>la conoscenza <strong>di</strong> se stesso.<br />

L’esoterismo favorisce la conoscenza <strong>di</strong> ciò che è nascosto nell’origine <strong>di</strong> tutte le cose. Ciò che la religione<br />

chiama mistero, viene definito segreto nell’esoterismo. La Cabbala è l’esoterismo <strong>del</strong> Giudaismo, l’Esicasmo<br />

<strong>del</strong> Cristianesimo e il Sufismo <strong>del</strong>l’Islam.<br />

La parola occultismo è comparsa sotto la penna <strong>di</strong> Eliphas Lévi nel 1856, definito come credenza in forze<br />

occulte e la pratica <strong>del</strong>le scienze occulte, come la magia, l’astrologia, la me<strong>di</strong>cina occulta, la <strong>di</strong>vinazione o<br />

mantica, l’utilizzazione <strong>del</strong>la Cabbala e <strong>del</strong>l’Alchimia per acquisire potere sugli esseri e sulle cose. Agli occhi<br />

degli esoteristi non vi sono misure comuni.<br />

7. Sacro e profano<br />

L’aggettivo che ha come contrario la parola “sacro” è profano, chi non è iniziato. L’uomo materialista che<br />

<strong>di</strong>mentica la volta stellata sopra la sua testa possiede un senso assai marcato <strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>vidualità, e ne<br />

rendono assai spesso testimonianze le arti, la letteratura e la filosofia contemporanee, improntate ad<br />

incoerenza e assur<strong>di</strong>tà.<br />

Sacro deriva dal latino sacer, termine che ritroviamo nella parola “sacerdote” e che significa messo da<br />

parte.<br />

Ogni loggia massonica rappresenta uno spazio sacro, consacrato durante i lavori, la quale compen<strong>di</strong>a il<br />

cosmo. Essere sensibile ad esso significa possedere il senso <strong>del</strong> sacro e, per ciò stesso, la consapevolezza<br />

<strong>del</strong>l’onnipresenza <strong>di</strong> un Principio motore <strong>di</strong> tutte le cose.<br />

E’ il dominio sacro che deve essere il centro <strong>del</strong> lavoro massonico. I riti <strong>di</strong> apertura e <strong>di</strong> chiusura favoriscano<br />

la manifestazione <strong>di</strong> una Presenza spirituale tra gli iniziati riuniti, mentre nello stesso tempo creano una<br />

sacralizzazione <strong>del</strong> tempo, <strong>del</strong>lo spazio e <strong>del</strong> luogo. Andare sempre più avanti nella via <strong>del</strong>la Luce e <strong>del</strong>la<br />

Conoscenza, in uno sviluppo la cui remunerazione o ricompensa sono anch’esse <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne sacro.<br />

8. Sapere e conoscenza


Il sapere appartiene al dominio <strong>del</strong>l’eru<strong>di</strong>zione, riguarda una somma <strong>di</strong> conoscenze acquisite con lo stu<strong>di</strong>o;<br />

il lavoro mentale analitico si effettua in un secondo momento e la comprensione frammentaria che ne<br />

risulta forma ciò che chiamiamo personalità cognitiva acquisita <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo. E’ legato alla nozione <strong>di</strong><br />

avere: si possiede un sapere.<br />

La conoscenza appartiene a un ambito <strong>di</strong>verso. Conoscere è nascere con, è aprire agli occhi sulla natura <strong>di</strong><br />

una cosa come se si nascesse con essa, in modo tale che questa percezione risvegli la coscienza a ciò che<br />

abbiamo <strong>di</strong> analogo in noi. La conoscenza non è dunque una scienza, un sapere, ma uno stato: lo stato <strong>di</strong><br />

identificazione, o l’identificazione a qualcosa, significa unificarsi con quella cosa, fondersi con essa. Meister<br />

Eckart afferma che la conoscenza pura è sconosciuta a quanti non siano spogliati <strong>del</strong> proprio ego e <strong>di</strong> tutte<br />

le cose materiali. La conoscenza precede il sapere, poiché lo ingloba completamente.<br />

Il sapere è comunicabile, mentre la conoscenza è il più <strong>del</strong>le volte incomunicabile.<br />

Il sapere appartiene al dominio <strong>del</strong>l’avere, la conoscenza a quello <strong>del</strong>l’essere.<br />

9. Il Segreto<br />

Il segreto iniziatico non può mai essere rivelato, in quanto è per definizione inaccessibile e incomunicabile,<br />

e non potrebbe essere penetrato dai profani, poiché la sua conoscenza è legata alla stessa iniziazione. La<br />

natura <strong>del</strong> segreto massonico è legata all’uso dei riti e dei simboli, che suggeriscono più <strong>di</strong> quanto<br />

esprimano, e costituiscono l’essenza stessa <strong>del</strong>l’insegnamento iniziatico. Il segreto massonico è una facenda<br />

tra se stessi e il Sé, tra se stessi e noi, se stessi e Lui.<br />

Leggere opere sulla Massoneria non rivelerà mai l’essenziale al lettore, poiché esso risiede nel <strong>di</strong>namismo<br />

proprio <strong>del</strong> vissuto. La Massoneria è innanzi tutto una società iniziatica che trasmette ai suoi membri un<br />

soffio <strong>di</strong> vita interiore.<br />

Definizione <strong>del</strong> segreto data dalla Masonry Dissectea: Quali sono i segreti dei Massoni? Segni, toccamenti e<br />

molte parole. Dove conservate i vostri segreti? Sotto il mio seno sinistro. Avete una chiave per i vostri<br />

segreti? Si. Dove la tenete? In una scatola d’osso che non si apre né si chiude se non con chiave d’avorio: La<br />

lingua è la bocca e la chiave d’avorio sono i denti.<br />

10. Il Silenzio<br />

Proviene dal latino silentium, silentiosus (da silere: tacere). Se è interiore <strong>di</strong>viene me<strong>di</strong>tazione.<br />

Costituisce la prima <strong>di</strong>sciplina iniziatica. Lo si trova in tutte le tra<strong>di</strong>zioni, dai 7 anni <strong>di</strong> silenzio osservati dai<br />

<strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> Pitagora, ai 12 anni che si era imposto colui che sarebbe poi <strong>di</strong>venuto Rabbi Akiba. Il primo<br />

insegnamento <strong>del</strong> Buddha è: Fai silenzio in te stesso, e ascolta.<br />

11. La loggia e il tempio<br />

Il tempio è un grande e<strong>di</strong>ficio elevato in onore <strong>di</strong> qualche Dio, in cui il popolo si riunisce per onorarlo.<br />

Dal latino templum, è un termine <strong>di</strong> origine specificamente romana, che in<strong>di</strong>ca il settore <strong>del</strong> cielo <strong>del</strong>imitato<br />

dall’augure romano con l’aiuto <strong>di</strong> un bastone, nel quale venivano osservati sia i fenomeni naturali, sia il<br />

passaggio <strong>di</strong> uccelli. In seguito esso <strong>di</strong>viene il luogo o l’e<strong>di</strong>ficio sacro in cui si praticava questa osservazione<br />

<strong>del</strong> cielo e al quale venne attribuito il termine tempio: luogo <strong>di</strong> congiunzione tra il cielo e la terra, il riflesso


<strong>del</strong> mondo <strong>di</strong>vino. Il tempio massonico rappresenta una ierofania (luogo sacro o sacralizzato) soltanto per la<br />

durata dei lavori e dei rituali.<br />

La loggia è il luogo in cui i massoni si incontrano per lavorare. La loggia viene considerata come un simbolo<br />

<strong>del</strong> mondo o <strong>del</strong> cosmo. Cos’è una loggia giusta e perfetta? Il centro <strong>di</strong> un cuore sincero.<br />

Il tempio può dunque designare il locale che ospita il lavoro dei massoni, mentre la loggia può<br />

rappresentare il raggruppamento vivente che si riunisce in questo luogo chiamato tempio, ma il valore<br />

intrinseco <strong>del</strong> termine loggia è l’entità che essa illustra.<br />

12. La gerarchia<br />

13. L’egregoro<br />

La parola egregio è <strong>di</strong> origine greca e significa vegliare, colui che veglia. E’ nel 1860 che Eliphas Levi avrebbe<br />

ripreso questo termine <strong>di</strong> egregio, scritto con due g, ammodernandolo e definendo questo termine nel suo<br />

Dogma <strong>del</strong>l’altra magia come guar<strong>di</strong>ani <strong>del</strong>la notte. Esso corrisponderebbe a una forza, una presenza<br />

sintetica, che realizza la comunione armoniosa e positiva <strong>di</strong> una assemblea, eventualmente <strong>di</strong> massoni. E’<br />

necessario <strong>di</strong>stinguere due tipi <strong>di</strong> egregio: il primo è considerato qualitativamente positivo, il secondo<br />

qualitativamente negativo.<br />

I Gesti Rituali<br />

1. Il segno d’or<strong>di</strong>ne<br />

Il segno d’or<strong>di</strong>ne corrisponde al segno penale e ricorda: preferirei farmi tagliare la gola piuttosto che<br />

rivelare i segreti che mi sono stati confidati.<br />

Questo segno separa la testa dal resto <strong>del</strong> corpo, l’intelletto dalla sfera emotiva. Il segno d’or<strong>di</strong>ne favorisce<br />

il risveglio <strong>del</strong>la coscienza e la concentrazione necessaria ad ogni lavoro <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne interiore.<br />

2. L’or<strong>di</strong>ne<br />

Or<strong>di</strong>ne si traduce in greco con la parola kosmos. Questi gesti rituali possiedono tre virtù: or<strong>di</strong>nano il corpo,<br />

assicurano il potere <strong>del</strong>lo spirito e collegano all’universale. Essi unificano il corpo, l’anima e lo spirito.<br />

3. Il toccamento<br />

Nel primo grado, il toccamento è ternario, e riproduce la batteria <strong>del</strong> grado secondo il ritmo, continuo o<br />

<strong>di</strong>scontinuo, <strong>del</strong> rituale praticato.<br />

4. La batteria e l’acclamazione<br />

Ogni batteria è preceduta dal segno d’or<strong>di</strong>ne e seguita dall’acclamazione. Simbolo sonoro e manuale <strong>del</strong>la<br />

Massoneria. Annuncia l’apertura e chiusura dei lavori, tracciando un limite, un confine, ma essa serve<br />

anche a celebrare un evento importante: onore <strong>di</strong> un nuovo Venerabile, esultanza per celebrare un<br />

avvenimento lieto, lutto quando un massone passa all’Oriente Eterno. Rappresenta insieme un mezzo <strong>di</strong><br />

espressione e <strong>di</strong> riconoscimento.<br />

Nel R.S.A.A. la batteria è composta da colpi eguali, seguiti dalla parola Houzé; nel Rito Francese segue la<br />

parola Vivat.


Libertà – Uguaglianza –Virtù – Onore) insieme all’invocazione al Grande Architetto <strong>del</strong>l’Universo.<br />

5. La marcia<br />

Ogni volta che il piede avanza, si riunisce all’altro formando una squadra. I tre passi vengono effettuati da<br />

colui che chiede <strong>di</strong> entrare nel tempio. La marcia ha un ritmo regolare, che allude al significato degli sforzi<br />

costanti e <strong>del</strong>le lotte che l’appren<strong>di</strong>sta deve condurre contro se stesso per avanzare in <strong>di</strong>rezione <strong>del</strong>la luce.<br />

6. Catena d’unione<br />

Tale catena unisce i liberi muratori al <strong>di</strong> fuori <strong>del</strong>lo spazio e <strong>del</strong> tempo. Questa catena, formata da persone<br />

<strong>di</strong> buona volontà, rappresenta una comunità <strong>di</strong> cuore e <strong>di</strong> pensiero. Tutti i massoni <strong>del</strong> mondo formano una<br />

sola famiglia nel tempo e nello spazio. Nel termine catena si percepisce anche una nozione <strong>di</strong> legame<br />

in<strong>di</strong>ssolubile, come quello che unisce ogni massone, me<strong>di</strong>ante il giuramento prestato, alla catena d’unione<br />

fraterna su tutta la superficie <strong>del</strong> globo.<br />

Questa catena appare essenzialmente come il simbolo <strong>del</strong>la solidarietà umana, o più <strong>del</strong>la riconciliazione<br />

universale. Si ritiene che la mano destra comunichi alla sinistra, che viene considerata ricettiva, l’energia<br />

ricevuta e trasmessa dal Venerabile. Essa include simbolicamente nella sua memoria tutti i membri <strong>del</strong>la<br />

loggia e, per estensione, <strong>del</strong>l’Or<strong>di</strong>ne, fin dalla sua fondazione.<br />

Tutti gli anelli <strong>del</strong>la catena sono sullo stesso piano: il Venerabile come l’appren<strong>di</strong>sta, l’intellettuale come chi<br />

esegue lavori manuali. In una presenza in<strong>di</strong>spensabile alla soli<strong>di</strong>tà <strong>del</strong>la catena, e tutti sono in<strong>di</strong>vidualmente<br />

responsabili <strong>del</strong>la sua continuità.<br />

7. La circumambulazione (circolazione nel tempio)<br />

Circumbambulare significa camminare girando intorno, <strong>del</strong>la preposizione latina circum, che significa<br />

intorno e deambulazione. Marcia effettuata intorno a un elemento sacro.<br />

Guenòn osserva che in Massoneria, nella sua forma attuale, il senso <strong>del</strong>le circumbambulazioni è solare, ma<br />

in origine, nell’antico rituale operativo, esso era probabilmente polare.<br />

L’abito<br />

1. Né nudo, né vestito<br />

E’ in questo stato che il can<strong>di</strong>dato viene preparato fisicamente all’iniziazione, vale a <strong>di</strong>re né nudo, né<br />

vestito, ma in stato <strong>di</strong> decenza, spogliato in parte dei suoi abiti: braccio e seno sinistro scoperti, gamba e<br />

ginocchio destri messi a nudo, piede sinistro scalzo, con una lunga corda intorno al collo che termina con un<br />

nodo scorsoio e gli occhi coperti da una spessa benda.<br />

Al secondo grado, la spalla e il seno destro vengono scoperti, con i capelli sciolti e la bavetta <strong>del</strong> grembiule<br />

alta.<br />

Al <strong>terzo</strong> grado, il compagno deve essere scoperto fino all’addome. E legato con un triplice corda tenuta<br />

dall’Esperto; inoltre, egli porta sul braccio destro una piccola squadra, indossa il grembiule <strong>di</strong> compagno e<br />

porta i capelli sciolti.<br />

2. Il grembiule


Il grembiule dei tagliapietre era <strong>di</strong> pelle, <strong>di</strong> un candore straor<strong>di</strong>nario, simboleggia la purità, lo stato <strong>di</strong><br />

virginità virtualmente posseduto dal neofita. Vi ricorderà incessantemente che l’uomo è condannato al<br />

lavoro, e che un massone deve condurre una vita attiva e laboriosa.<br />

Il ruolo <strong>del</strong> grembiule consiste nel proteggere il massone durante il lavoro, evitando che resti ferito dalle<br />

schegge che si <strong>di</strong>staccano dalla pietra grezza. <strong>Simbolica</strong>mente le sue imperfezioni, i suoi vizi e le sue<br />

passioni.<br />

Il grembiule <strong>del</strong>l’appren<strong>di</strong>sta ha cinque lati (con la bavetta alzata) che possono essere messi in<br />

corrispondenza con i cinque sensi. E’ costituita da due parti <strong>di</strong> forme geometriche <strong>di</strong>verse: una triangolare,<br />

simbolo <strong>del</strong> Principio spirituale, e una quadrangolare simbolo <strong>del</strong>la Materia prima. Il triangolo, si<br />

sovrappone al quadrato, <strong>del</strong>imitando così la zona <strong>di</strong> attività <strong>del</strong>l’influenza spirituale. Ricordano il<br />

quaternario <strong>del</strong>la materia sormontato dal ternario <strong>del</strong>lo spirito, il quale rappresenta l’apice <strong>del</strong>la coscienza<br />

umana. Nel grado <strong>di</strong> compagno, la bavetta ripiegata esprime il lavoro <strong>di</strong> spiritualità <strong>del</strong>la materia.<br />

3. I guanti bianchi<br />

Suggeriscono che le mani <strong>di</strong> un massone devono restare da ogni atto deprecabile, simbolo <strong>del</strong>la purezza<br />

<strong>del</strong>le opere e <strong>del</strong> cuore. Sono un simbolo, ma anche un oggetto rituale, ricevuti il giorno <strong>del</strong>l’iniziazione,<br />

serviranno a rammentare gli impegni solennemente presi.<br />

4. La tunica<br />

Diverse obbe<strong>di</strong>enze femminili francesi hanno adottato una tunica nella loro tenuta. Questo uso presenta,<br />

tra gli altri vantaggi, quello <strong>di</strong> mettere i partecipanti all’unisono e allo stesso livello, dal punto <strong>di</strong> vista<br />

<strong>del</strong>l’abbigliamento, permettendo loro <strong>di</strong> nascondere reciprocamente, all’occorrenza, eventuali metalli.<br />

L’Appren<strong>di</strong>sta<br />

1. Privarsi dei metalli<br />

IN origine questo spogliarsi dai metalli corrispondeva a una vera rinuncia ai propri beni, <strong>di</strong> cui il can<strong>di</strong>dato<br />

veniva spossessato, in prefigurazione <strong>del</strong>le opere <strong>di</strong> beneficenza che avrebbe praticato in seguito. Si prende<br />

coscienza che si è nel mondo senza essere <strong>del</strong> mondo.<br />

Questo rito sta pertanto a significare che il neofita deve abbandonare passioni, orgoglio, eroismo, opinioni<br />

e pregiu<strong>di</strong>zi. Privandosi dei propri valori, l’essere ri<strong>di</strong>venta virtualmente semplice, da molteplice che era.<br />

Semplicità significa anche ritorno allo stato <strong>di</strong> innocenza. Alla fine <strong>del</strong>la cerimonia <strong>di</strong> iniziazione, i metalli<br />

che appartenevano al profano vengono restituiti all’appren<strong>di</strong>sta, e queste due operazioni <strong>di</strong> spoliazioni e<br />

restituzione dei metalli esprimono la sintesi <strong>del</strong>le operazioni alchemiche.<br />

2. Libero e <strong>di</strong> buoni costumi<br />

Libero viene dal latino liber. Socialmente libero, non schiavo; affrancato da doveri; libero nel senso <strong>di</strong><br />

vacante, non occupato, in<strong>di</strong>pendente, padrone. Libertà <strong>di</strong> scelta, che agisce senza ostacoli, senza<br />

opposizioni e senza subire controlli arbitrari, libero <strong>del</strong>le proprie azioni. Può <strong>di</strong>sporre <strong>del</strong>la propria persona.<br />

La qualità consiste in una <strong>di</strong>sposizione personale interiore, che possiede la volontà <strong>di</strong> liberarsi sempre <strong>di</strong> più<br />

da tutto ciò che non è essenziale alla propria realizzazione, e ciò impone <strong>di</strong> trovare il tempo necessario a<br />

procedere in vista <strong>di</strong> questo obiettivo.


Si elevano templi alla virtù e si scavano oscure e profonde pigioni al vizio.<br />

3. La luce<br />

Perché avete volute essere ammesso alla Massoneria? Perché ero nelle tenebre e desideravo vedere la<br />

luce.<br />

La luce simboleggia le influenze celesti e spirituali, costituisce la parte più importante <strong>del</strong>l’insegnamento<br />

iniziatico. Le frontiere tra la luce/simbolo e la luce/metafora restano indefinite. Ad ogni fase <strong>di</strong> oscurità, <strong>di</strong><br />

tenebra. Segue una fase <strong>di</strong> luce, <strong>di</strong> purità e <strong>di</strong> rigenerazione. Si può pensare, con Mircea Eliade, che il<br />

significato <strong>del</strong>la Luce sia in definitiva una scoperta personale e, d’altra parte, ognuno scopre <strong>di</strong> essere stato<br />

spiritualmente preparato a scoprirlo.<br />

Secondo il prologo <strong>del</strong> Vangelo <strong>di</strong> Giovanni, la luce primor<strong>di</strong>ale si identifica con il Verbo.<br />

La conoscenza <strong>del</strong>la Luce in<strong>di</strong>ca l’insieme <strong>di</strong> tutte le virtù, simbolo <strong>del</strong> Grande Architetto <strong>del</strong>l’Universo.<br />

Il punto ottimale <strong>del</strong>la Luce corrisponde a mezzogiorno pieno, l’istante in cui simbolicamente si aprono i<br />

lavori, che si chiuderanno invariabilmente a mezzanotte in punto.<br />

Le tre Luci <strong>di</strong>rigono la loggia, cinque la illuminano e sette la rendono giusta e perfetta.<br />

4. La corda al collo / Le catene<br />

5. La porta bassa o stretta<br />

La porta può essere definita come una superficie piatta, in genere rettangolare, corrispondente a un piano<br />

verticale che scivola su uno orizzontale. La porta stretta, o porta bassa, non ha lo stesso significato <strong>del</strong>la<br />

porta solstiziale. Al profano viene chiesto <strong>di</strong> attraversare una porta che non vede. Per tale motivo egli deve<br />

abbassarsi, con ciò dando prova <strong>di</strong> umiltà.<br />

La porta <strong>del</strong> tempio è bassa per in<strong>di</strong>care le <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> passaggio <strong>del</strong> mondo profano al mondo iniziatico.<br />

Questa porta fa pensare alle porte <strong>del</strong>la nascita e <strong>del</strong>la morte. La porta degli Dei è il solstizio d’inverno, il<br />

San Giovanni invernale, il periodo natalizio. La porta degli uomini corrispondeva invece al solstizio estivo, a<br />

Giovanni Battista, rappresenta insieme il giorno più lungo e la notte più corta.<br />

6. La benda<br />

Simboleggia le tenebre in opposizione alla luce, invita a fare il vuoto su tutto ciò che si crede <strong>di</strong> sapere.<br />

Rappresenta un fattore <strong>di</strong> concentrazione e un catalizzatore <strong>del</strong>le percezioni esterne, annullando l’uso<br />

<strong>del</strong>la vista, gli altri sensi si fanno più vigili. Serve anche per impe<strong>di</strong>rgli <strong>di</strong> vedere il tempio e i presenti, per<br />

scrupolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>screzione e <strong>di</strong> protezione.<br />

7. La coppa e la bevanda amara<br />

Dopo avergli fatto bere un poco d’acqua e chiesto <strong>di</strong> impegnarsi, egli berrà <strong>di</strong> nuovo e scoprirà l’amarezza<br />

contenuta nel calice, nella cui acqua pura e stata versata a sua insaputa una dose <strong>di</strong> liquido amaro.<br />

Bere alla coppa significa impegnarsi fermamente nel cammino <strong>del</strong>la conoscenza <strong>di</strong> se stessi; Bere il calice<br />

fino in fondo significa accettare <strong>di</strong> perseverare fino alla fine, quale che sia la natura <strong>del</strong>le prove da<br />

sopportare, e impegnarsi a trionfare <strong>del</strong>le proprie tenebre interiori.; Prestare giuramento sulla coppa<br />

significa impegnarsi nella via iniziatica con la ferma determinazione <strong>di</strong> liberarsi da tutti gli ostacoli.


Boucher considera le tre fasi che caratterizzano la bevanda <strong>del</strong>l’iniziato: la prima come liquido insipido,<br />

senza sapore, simbolo <strong>del</strong>la vita <strong>del</strong> profano nella quale lo spirito non è stato risvegliato; la seconda amara<br />

simboleggia la vita <strong>del</strong>l’iniziato che ha intrapreso la ricerca e la scoperta <strong>di</strong> se stesso; la terza rappresenta la<br />

vita <strong>del</strong>l’adepto, essa gli conferisce serenità, profonda pace interiore, la quiete assicurata dall’iniziazione.<br />

8. Il giuramento<br />

Termine giuri<strong>di</strong>co: deposito de<strong>di</strong>cato agli dei a garanzia <strong>del</strong>la propria buona fede. Il giuramento viene<br />

richiamato in occasione <strong>di</strong> ogni tornata con il segno d’or<strong>di</strong>ne: preferirei farmi tagliare la gola piuttosto che<br />

rivelare i segreti che mi sono confidati, tradendo il mio giuramento.<br />

9. L’ara dei giuramenti<br />

Le Tre Gran<strong>di</strong> Luci <strong>del</strong>la Massoneria formano simbolicamente un Tutto. Il Volume <strong>del</strong>la Legge Sacra<br />

contiene il messaggio <strong>di</strong> una Tra<strong>di</strong>zione atemporale, espressione <strong>del</strong> rapporto tra la Verità e la Saggezza; un<br />

livello inferiore, tuttavia, esso contiene la norma morale che deve sostenere ogni massone.<br />

10. I tre viaggi o purificazioni<br />

La terra è l’immagine <strong>del</strong> concreto. Il neofita esce dunque dal concreto per trovarsi <strong>di</strong> fronte a<br />

manifestazioni <strong>di</strong> energia più astratta. Nel piano <strong>del</strong>l’aria, che corrisponde a quello <strong>del</strong>le idee, <strong>del</strong> mondo<br />

interme<strong>di</strong>o.<br />

Pellegrino: viaggiatore esterno che deve coprire senza sosta il tragitto che va dall’ignoranza alla<br />

Conoscenza. I luoghi <strong>di</strong> pellegrinaggio sono costituiti da stazioni. Pellegrinus, da cui deriva pellegrino,<br />

significa straniero. Il vero viaggio consiste nel <strong>di</strong>rigersi dalla periferia verso il centro <strong>di</strong> se stessi, per<br />

accedere al proprio cuore e aprire il tempio interiore paragonabile a un Santo dei santi in<strong>di</strong>viduale, in tutto<br />

e per tutto assimilabile all’Unico.<br />

Prova <strong>del</strong>l’aria: questo piano aereo corrisponde a quello <strong>del</strong>le idee, <strong>del</strong>la psiche, <strong>del</strong> regno interme<strong>di</strong>o.<br />

L’andatura <strong>del</strong> recipiendario, in queste con<strong>di</strong>zioni, non può essere che zigzagante, e senza sostegno si<br />

troverebbe nell’incapacità <strong>di</strong> trovare una <strong>di</strong>rezione. L’aria evoca idee <strong>di</strong> ascensione, <strong>di</strong> elevazione,<br />

materializzate dalla tavola basculante. Chi non è stato sottoposto a una solida preparazione ne ricava la<br />

misura nella propria me<strong>di</strong>ocrità. Credendo <strong>di</strong> avere acquisito un briciolo <strong>del</strong>la suprema scienza, egli<br />

potrebbe credersi per tale motivo superiori ai fratelli, ma rapidamente si ritrova a terra, riportato alla<br />

realtà, bruscamente <strong>di</strong>sceso dalla vetta <strong>del</strong>la sua presunzione. Questo primo viaggio, o prova <strong>di</strong><br />

purificazione <strong>del</strong>l’aria, corrisponde al lavoro <strong>del</strong>l’appren<strong>di</strong>sta.<br />

Prova <strong>del</strong>l’acqua: l’acqua non ha forma, ma si adatta all’elemento solido che la contiene; è vita e<br />

movimento. Fonte <strong>di</strong> vita, mezzo <strong>di</strong> purificazione e sorgente <strong>di</strong> rigenerazione. Questo secondo viaggio<br />

corrisponde all’opera <strong>del</strong> compagno che passa dalla perpen<strong>di</strong>colare alla livella, acquistando la conoscenza<br />

<strong>di</strong> se stesso e <strong>del</strong> cosmo.<br />

Prova <strong>del</strong> fuoco: deve svolgersi nel più grande silenzio, in una calma e una serenità che prefigurano la<br />

grande Pace alla quale dovrà un giorno accedere il futuro maestro, cercando in ogni cosa la misura e<br />

l’equità. Il fuoco in<strong>di</strong>spensabile alla vita <strong>del</strong>l’uomo è ambivalente, poiché può riscaldare e anche bruciare. E’<br />

attraverso il fuoco che il futuro massone brucia le ultime scorie <strong>del</strong> suo ego, prima <strong>di</strong> rinascere in un essere<br />

deciso a cercare il Bello, il Bene e il Vero in tutte le cose.<br />

11. Il pavimento a mosaico


Due luci: quella <strong>del</strong> giorno e <strong>del</strong>la realtà, quella <strong>del</strong>la notte con le sue illusioni e sogni. Simboleggiano la<br />

contrapposizione degli opposti. Il nero non è considerato un colore, ma l’assenza <strong>di</strong> luce. In senso<br />

superiore, è il non manifestato, la sostanza in<strong>di</strong>fferenziata e anche le tenebre inferiori. Il bianco<br />

rappresenta l’unità; è il simbolo <strong>del</strong>la <strong>di</strong>vinità, <strong>di</strong> tutto ciò che è manifesto e principio <strong>del</strong> manifesto. E’<br />

costituito dalla fusione <strong>di</strong> tutti i colori.<br />

Nella figura <strong>di</strong> yin/yang, il punto chiaro al centro <strong>del</strong>lo yin scuro e il punto scuro al centro <strong>del</strong>lo yang chiaro<br />

in<strong>di</strong>cano che ogni elemento <strong>del</strong> binario racchiude il suo contrario: la vita nella morte, la morte nella vita; la<br />

vittoria nella sconfitta, la sconfitta nella vittoria; la forza nella debolezza, la debolezza nella forza e via<br />

<strong>di</strong>cendo. L’opposizione è una con<strong>di</strong>zione <strong>del</strong> <strong>di</strong>venire. Su un piano relativo, si può considerare che nella<br />

con<strong>di</strong>zione umana non c’è niente <strong>di</strong> assolutamente nero o assolutamente bianco, poiché la visione<br />

<strong>del</strong>l’Assoluto che tutto trascende sorpassa le nostre capacità.<br />

12. Le due colonne<br />

Due colonne situate a Occidente segnano la separazione tra il mondo sacro e il profano. La luce totale come<br />

la notte totale rendono egualmente ciechi. E per essere percepito e realizzato, l’Assoluto deve scindersi in<br />

due o in parti costituenti che, opponendosi, si affermano … La materia e lo spirito, come le tenebre e la<br />

luce, sembrano formare la prima dualità <strong>di</strong>scernibile. Le due colonne B e J possono essere assimilate alle<br />

due porte solstiziali: Boaz per il solstizio d’inverno, Giovanni Evangelista; Jakin per il solstizio d’estate,<br />

Giovanni Battista. Il nome <strong>del</strong>le colonne serve come parola sacra all’appren<strong>di</strong>sta e al compagno. Essere<br />

sulle colonne significa prendere posto in loggia. L’Uno manifestato si sdoppia nel Due.<br />

13. Le melagrane<br />

La melagrana può essere assimilata alla Libera Muratoria. Gli alveoli possono essere paragonati a logge<br />

massoniche. I chicchi sono solidali gli uni con gli altri, come saldati tra loro. Un chicco <strong>di</strong> melagrana non si<br />

stacca facilmente. La melagrana simboleggia la vita. Il sapore dei chicchi rossi, racchiusi sotto una scorza<br />

amara, fa pensare alla Conoscenza esoterica che nessun iniziato può ottenere se non dopo essersi<br />

emancipato da tutte le prove <strong>del</strong>la via iniziatica. Il rosso è il simbolo <strong>del</strong> calore e <strong>del</strong>la luce. La melagrana<br />

rientra propriamente nell’ambito dei simboli <strong>del</strong>la dualità, dalla ra<strong>di</strong>ce <strong>del</strong> melograno, che è velenosa,<br />

mentre il frutto è zuccherino.<br />

Cantico spirituale, san Giovanni <strong>del</strong>la Croce: le melagrane rappresentano i misteri più alti <strong>di</strong> Dio, i suoi più<br />

profon<strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zi e le sue più sublimi grandezze. I chicchi <strong>del</strong>la melagrana sono simbolo degli innumerevoli<br />

effetti <strong>del</strong>la perfezione <strong>di</strong>vine. La forma rotonda esprime l’eternità <strong>di</strong> Dio che non ha, come il cerchio, né<br />

inizio né fine. Il succo <strong>di</strong> melagrana in<strong>di</strong>ca il go<strong>di</strong>mento <strong>del</strong>l’anima, per mezzo <strong>del</strong>la conoscenza e<br />

<strong>del</strong>l’amore, <strong>del</strong>la natura degli attributi <strong>di</strong> Dio, e la mirabile letizia che essa trae da tale possesso.<br />

Nell’infinità dei chicchi si può <strong>di</strong>scernere anche l’immagine <strong>di</strong> un insieme <strong>di</strong> esseri in apparenza tutti simili,<br />

giunti un giorno a bussare alla porta <strong>del</strong> tempio, ma tutti <strong>di</strong>versi nella ricerca e nell’espressione <strong>del</strong>la Verità.<br />

14. Il bordo dentellato <strong>del</strong> tappeto <strong>di</strong> loggia<br />

15. La corda con i no<strong>di</strong> o nappa dentellata<br />

Cordone che contorna il tappeto <strong>di</strong> loggia su tre lati. Essa è formata da un numero variabile <strong>di</strong> no<strong>di</strong> e lacci<br />

d’amore e termina ad ogni estremità con un grosso fiocco o nappa sfrangiata. Rappresenta il limite <strong>del</strong><br />

mondo manifestato. Ogni esistenza è complessa, fatta <strong>di</strong> legami e <strong>di</strong> no<strong>di</strong>, e se i primi rappresentano la vita,


i secon<strong>di</strong> rappresentano l’insi<strong>di</strong>a. Lo scopo <strong>di</strong> ognuno <strong>di</strong> noi è quello <strong>di</strong> liberarsi per accedere infine alla<br />

conoscenza <strong>del</strong> Bello, <strong>del</strong> Buono e <strong>del</strong> Vero. Ogni nodo simboleggia una stazione, un incrocio, un crocevia,<br />

simile alle svolte che cambiano l’esistenza. Il laccio d’amore è un nodo lento, non stretto, e la sua forma<br />

particolare evidenzia la facilità <strong>di</strong> scioglierlo. La nappa terminale può rappresentare la collettività, formata<br />

da fili in<strong>di</strong>viduali, che richiama a ciascuno dei suoi membri la responsabilità <strong>del</strong> singolo.<br />

16. I tre pilastri (o can<strong>del</strong>abri)<br />

La saggezza è rappresentata dall’or<strong>di</strong>ne ionico, la Forza dall’or<strong>di</strong>ne dorico e la Bellezza dall’or<strong>di</strong>ne corinzio. I<br />

tre pilastri (colonnine) portano ciascuno una can<strong>del</strong>a accesa, definita stella. E’ possibile riconoscere e<br />

identificare ogni ufficiale dal pilastro che lo rappresenta. Il pilastro <strong>del</strong> Venerabile si chiama Saggezza;<br />

quello <strong>del</strong> Primo Sorvegliante si chiama Forza e quello <strong>del</strong> Secondo Sorvegliante si chiama Bellezza. I tre<br />

pilastri, Luci su cui si sostiene la loggia e si costituisce il tempio, simboleggiano la realizzazione spirituale<br />

<strong>del</strong>l’iniziato. La Saggezza inventa, la forza sostiene e la Bellezza adorna. La Saggezza possiede la capacità <strong>di</strong><br />

concepire l’opera, la Forza <strong>di</strong> costruirla e la Bellezza <strong>di</strong> conferirle armonia e <strong>di</strong> esprimere all’esterno ciò che<br />

contiene interiormente. La Saggezza ne simboleggia l’essenza, la forza la potenza infinita e la Bellezza<br />

esprime la perfezione e l’eccellenza <strong>del</strong>le opere <strong>di</strong> Dio.<br />

I pilastri sono proprio tre e non quattro perché, pur sostenendo in qualche modo la volta <strong>del</strong>la loggia (il suo<br />

cielo) il piano sul quale poggiano è celeste e non terrestre. Si tratta <strong>di</strong> tre pilastri celesti che sostengono il<br />

mondo terrestre. Sul piano celeste la loro posizione sarebbe quella <strong>di</strong> un triangolo equilatero e sul piano<br />

terrestre vengono <strong>di</strong>sposti a squadra.<br />

La Saggezza viene definita come una piena conoscenza, un perfetto <strong>di</strong>scernimento <strong>del</strong>le cose. Tutto il<br />

mondo è opera <strong>del</strong>la saggezza infinita <strong>di</strong> Dio. La si chiama anche Verbo, saggezza incarnata.<br />

Forza significa Virtù, è la facoltà naturale <strong>di</strong> fare qualcosa. La Forza è una <strong>del</strong>le quattro Virtù car<strong>di</strong>nali, e<br />

consiste in una grandezza d’animo e <strong>di</strong> coraggio che conferisce la fiducia per sopportare le afflizioni o<br />

l’audacia per compiere gran<strong>di</strong> imprese.<br />

La Bellezza allude figurativamente a cose spirituali e morali. La Bellezza <strong>del</strong>lo spirito e dei sentimenti è più<br />

pregevole <strong>di</strong> quella <strong>del</strong> corpo. La Bellezza <strong>del</strong>la Virtù è opposta alla mostruosità <strong>del</strong> vizio.<br />

Nessuna <strong>di</strong> esse è più importante <strong>del</strong>le altre.<br />

17. Il sole<br />

18. La luna<br />

Essa è simbolo <strong>del</strong>l’anima <strong>del</strong> mondo, dei riflessi, <strong>del</strong>l’apparenza sottile <strong>del</strong>l’essere. La Luna è associata<br />

all’acqua come il Sole lo è al fuoco. Essendo la sua luce in<strong>di</strong>retta essa è simbolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza, ma anche <strong>di</strong><br />

rinnovamento, in virtù <strong>del</strong>la sua perio<strong>di</strong>ca ricomparsa.<br />

19. Il <strong>del</strong>ta luminoso<br />

E’ la rappresentazione simbolica più significativa <strong>di</strong> uno degli aspetti <strong>del</strong> Principio; l’occhio che tutto vede.<br />

Simboleggia la coscienza permanentemente risvegliata. L’occhio frontale è simbolo <strong>di</strong> trascendenza.<br />

Rappresenta la proiezione <strong>del</strong> cuore e <strong>del</strong>l’eternità in un eterno presente. Quest’unico occhio frontale che<br />

vede tutto e <strong>di</strong>scerne l’Unità <strong>del</strong>la molteplicità è la superiore intelligenza pensante <strong>del</strong>la Sefirah Binah. Il<br />

Delta, quarta lettera <strong>del</strong>l’alfabeto greco, è formato da un triangolo. Sotto forma <strong>di</strong> triangolo equilatero, il


Delta rappresenta la prima <strong>del</strong>le figure geometriche. I tre lati <strong>del</strong> triangolo sono tradotti con la formula<br />

pensare bene, <strong>di</strong>re bene, fare bene, o ancora con il motto repubblicano Libertà – Uguaglianza – Fraternità.<br />

Luce – Tenebre – Durata. Esso è anche un simbolo <strong>di</strong> equilibrio.<br />

20. La volta stellata<br />

Volta deriva dal latino volvere, che ha il senso <strong>di</strong> girare, ruotare. I tempio massonico non ha tetto, al<br />

coperto sul piano orizzontale con la porta chiusa, è scoperto sul piano verticale. La scala spirituale si<br />

estende dalla terra al cielo, aprendosi sulla scoperta <strong>del</strong>la Conoscenza, paragonabile a un oceano senza<br />

sponde.<br />

21. Il colore <strong>del</strong>le logge azzurre<br />

Tale appellativo ricorda che i primi tre gra<strong>di</strong> riguardano il lavoro su un piano cosmico che non è possibile<br />

oltrepassare finché si rimane su questo livello. Essa è a cielo aperto, sotto la volta stellata, che in<strong>di</strong>ca le<br />

possibilità <strong>di</strong> elevazione spirituale alle quali ogni massone può tendere.<br />

22. Le tre finestre<br />

Sul tappeto <strong>di</strong> loggia ve<strong>di</strong>amo tre finestre con grate, la prima a Oriente, la seconda a Mezzogiorno, la terza<br />

a Occidente. Non troviamo finestre a Nord, poiché non vi è luce, ed è la colonna <strong>del</strong>l’appren<strong>di</strong>sta a trovarsi<br />

nel freddo e nell’oscurità, o meglio a ricevere la luce per riflesso. Le finestre nel grado <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>sta hanno<br />

le grate.<br />

23. I tre gra<strong>di</strong>ni<br />

Troviamo la presenza <strong>di</strong> questi tre gra<strong>di</strong>ni anche nelle rappresentazioni <strong>del</strong> tappeto <strong>di</strong> loggia. Ai pie<strong>di</strong><br />

<strong>del</strong>l’Oriente, i tre gra<strong>di</strong>ni formano una frontiera ascensionale che conduce verso il punto più illuminato <strong>del</strong><br />

tempio massonico. La scala partecipa <strong>del</strong> simbolismo <strong>del</strong>la verticalità, <strong>del</strong>l’asse <strong>del</strong> mondo, e permette la<br />

circolazione nei due sensi, quello <strong>del</strong>la salita e quello <strong>del</strong>la <strong>di</strong>scesa. Quando il massone sarà <strong>di</strong>venuto<br />

maestro, potrà accedere al <strong>terzo</strong> gra<strong>di</strong>no, e se ha ben compreso il senso <strong>del</strong>la sua missione, saprà<br />

ri<strong>di</strong>scendere i tre gra<strong>di</strong>ni per illuminare e trasmettere la luce ricevuta.<br />

24. La pietra grezza<br />

La materia minerale rappresenta nell’universo il regno più lontano dal Principio, d’altronde, se ci riferiamo<br />

alle leggi <strong>del</strong>l’analogia, secondo le quali ciò che è in basso è come ciò che è in alto, possiamo considerare<br />

che la pietra è il simbolo <strong>del</strong> Principio. Simboleggia la natura umana allo stato bruto, ma perfettibile. E’ il<br />

simbolo <strong>del</strong>l’appren<strong>di</strong>sta appena entrato.<br />

Lo scalpello rappresenta la facoltà <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento, la pietra rappresenta l’elemento passivo e gli<br />

strumenti l’elemento attivo. Lo scalpello, attivo nei confronti <strong>del</strong>la pietra, è passivo nei confronti <strong>del</strong><br />

maglietto.<br />

Nel silenzio <strong>del</strong>la concentrazione, l’appren<strong>di</strong>sta si mette all’opera e sgrossa la pietra grezza, al fine <strong>di</strong> uscire<br />

dalla cava, <strong>di</strong> trovare la norma che gli permetterà <strong>di</strong> incorporarsi all’e<strong>di</strong>ficio con armonia e anche <strong>di</strong> trovare<br />

il suo posto nel cantiere.<br />

25. Fare una tavola


Lavoro <strong>di</strong> architettura: si chiama così ogni <strong>di</strong>scorso pronunciato in loggia e ogni scritto sui misteri <strong>del</strong>la<br />

Massoneria.<br />

Tavola <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno: il registro sul quale sono scritte le <strong>del</strong>iberazioni <strong>del</strong>la loggia.<br />

Tavola tracciata: è una lettera/missiva in<strong>di</strong>rizzata alla loggia, e in genere ogni scritto <strong>di</strong> questa natura.<br />

Le tavole presentate in loggia sono saggi simbolici elaborati. Ogni argomento <strong>di</strong> riflessione richiede un<br />

approccio preliminare alla documentazione, che si attua con la ricerca <strong>del</strong>le fonti. Il massone deve stabilire<br />

una riflessione personale a partire degli elementi <strong>di</strong> documentazioni riuniti. Gli scambi <strong>di</strong> opinioni, i <strong>di</strong>versi<br />

punti <strong>di</strong> vista devono permettere <strong>di</strong> ampliare la riflessione e <strong>di</strong> assicurare, in base a una tavole presentata in<br />

loggia, una visione globale <strong>del</strong> soggetto.<br />

26. Il numero tre<br />

Le cifre (<strong>di</strong>eci arabe e sette romane) sono innanzitutto i segni grafici che permettono <strong>di</strong> comporre i numeri.<br />

Ma ogni cifra possiede anche le qualità <strong>di</strong> un numero. La cifra: lo scheletro <strong>del</strong> numero. La etimologia latina<br />

numerus in<strong>di</strong>ca che ha come funzione quella <strong>di</strong> partecipare, <strong>di</strong>stribuire, <strong>di</strong>videre.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o dei numeri è uno dei più utili sul cammino <strong>del</strong>la Conoscenza, poiché ci fa scoprire la genesi e la<br />

struttura <strong>del</strong>l’universo, i rapporti tra gli esseri e le cose.<br />

Pitagora insegnava che i numeri sono forze viventi. Platone sosteneva nel Timeo che la matematica forma<br />

la base <strong>del</strong>l’armonia universale. Zoroastro afferma che il numero regna nell’universo.<br />

Ogni numero rappresenta un’espressione <strong>di</strong>versa <strong>del</strong>la stessa unità primor<strong>di</strong>ale, che si <strong>di</strong>vide come la<br />

cellula <strong>di</strong> un organismo per moltiplicarsi.<br />

Il numero 2 non è un’ad<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> due unità <strong>di</strong>stinte,ma la <strong>di</strong>visione in parti uguali <strong>del</strong>l’unità, dalla quale<br />

nascono tutte le coppie <strong>di</strong> opposti e <strong>di</strong> complementari. La chiave dei numeri si situa tra l’1, che è insieme<br />

essere e non essere, sostanza ed essenza, e il 2, che rappresenta due metà o due poli <strong>del</strong>la medesima<br />

realtà.<br />

Se l’appren<strong>di</strong>sta ha tre anni, l’essere che vive nell’universo possiede tre <strong>di</strong>mensioni: fisica, psichica e<br />

spirituale. Il tre è un numero archetipico: rappresenta il Principio, l’Unità che contiene la molteplicità;<br />

rappresenta la manifestazione: i contrari, gli estremi, il cielo e la terra, ecc; rappresenta il ritorno all’unità e<br />

l’essere primor<strong>di</strong>ale.<br />

L’1 non ha forma, è il simbolo <strong>del</strong>l’Assoluto, è il punto, il germe. Il 2 è la linea, il dominio <strong>del</strong>l’informale; il 3,<br />

numero creatore per eccellenza, genera la prima figura geometrica possibile, il triangolo. Tra i ternari più<br />

importanti possiamo citare il ternario <strong>del</strong> tempo (passato, presente e futuro), <strong>del</strong>l’esistenza (nascere, vivere<br />

e morire), le tre <strong>di</strong>mensioni <strong>del</strong>lo spazio (lunghezza, larghezza, altezza).<br />

Ternari massonici: si riconoscono con un segno, una parola e un toccamento; il toccamento è triplo; i tre<br />

punti che caratterizzano la firma, un <strong>terzo</strong> termine che mostra la via <strong>di</strong> mezzo; i tre gran<strong>di</strong> colpi: bussate e vi<br />

sarà aperto, chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete; i tre percorsi in loggia <strong>del</strong> can<strong>di</strong>dato; le tre gran<strong>di</strong><br />

luci dei Moders; tre gran<strong>di</strong> luci <strong>del</strong>la Massoneria: la squadra, il compasso e il Volume <strong>del</strong>la Legge Sacra;<br />

Oriente dal <strong>del</strong>ta, dal sole e dalla luna; i tre pilastri: Saggezza, Forza e Bellezza; la marcia si fa per tre passi;<br />

la loggia è tri<strong>di</strong>mensionale; il segno è ternario. Esso si fa con la squadra, la livella e la perpen<strong>di</strong>colare, che<br />

rappresentano i tre gioielli mobili o le tre luci <strong>del</strong>la loggia: Venerabile, Primo e Secondo Sorvegliante; alla


ichiesta <strong>del</strong>la parola sacra, la risposta viene fornita in tre tempi: non so né leggere/né scrivere/posso solo<br />

compitare; il primo lavoro si fa su una pietra grezza per mezzo <strong>di</strong> due strumenti; tre gra<strong>di</strong>: appren<strong>di</strong>sta,<br />

compagno e maestro; l’appren<strong>di</strong>sta ha tre anni.<br />

27. La parola <strong>di</strong> passo nel rito francese<br />

28. Non so leggere, né scrivere, posso solamente compitare<br />

La parola sacra <strong>del</strong>l’appren<strong>di</strong>sta si riferisce al nome dato nella Bibbia a una <strong>del</strong>le due colonne situate<br />

all’entrata principale <strong>del</strong> Tempio <strong>di</strong> Salomone. L’insegnamento consiste nel modo <strong>di</strong> compitare lettera per<br />

lettera il nome <strong>del</strong>la prima colonna. Su un piano iniziatico, imparare a leggere e scrivere consiste nel<br />

ritrovare la traccia <strong>del</strong> Principio nelle fasi sparse <strong>del</strong>la manifestazione.<br />

29. Il quadro <strong>del</strong> grado <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>sta<br />

Rettangolo 1:2 che corrisponde quin<strong>di</strong> a due quadrati sovrapposti. All’inizio <strong>del</strong>la Massoneria speculativa<br />

non esisteva un locale massonico vero e proprio: il locale prescelto doveva permettere <strong>di</strong> non essere né<br />

visti, né compresi. Il fratello Esperto tracciava con il gesso o con un carboncino i simboli principali <strong>del</strong> grado<br />

al quale doveva lavorare la loggia, per poi cancellarli <strong>di</strong>ligentemente alla chiusura dei lavori. Questo modo<br />

<strong>di</strong> fare aveva il vantaggio <strong>di</strong> permettere a tutti membri <strong>del</strong>la loggia <strong>di</strong> conoscere l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> successione dei<br />

simboli. Inoltre, al momento <strong>del</strong>l’esecuzione <strong>del</strong> tracciato, l’attenzione dei massoni veniva attirata su<br />

ognuno dei simboli, il che favoriva un’autentica me<strong>di</strong>tazione sui possibili significati.<br />

Si è presa l’abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> rappresentare il quadro su una tela <strong>di</strong>pinta. Sintesi figurata dei simboli.<br />

Il Gabinetto <strong>di</strong> riflessione (o prova <strong>del</strong>la terra)<br />

La prova <strong>del</strong>la terra, vissuta nel Gabinetto <strong>di</strong> Riflessione, sarebbe stata introdotta probabilmente verso il<br />

1765-1770. Ciò nonostante, il Gabinetto <strong>di</strong> Riflessione sembra essere un elemento antico dei rituali<br />

<strong>del</strong>l’iniziazione massonica. Questa prova figura solo nei rituali massonici <strong>di</strong> origine latina.<br />

Durante questo isolamento, egli deve affrontare quattro fattori ambientali: il silenzio, la solitu<strong>di</strong>ne,<br />

l’immobilità e l’oscurità. Questi fattori dovranno favorire il confronto con se stesso, poiché si troverà<br />

bruscamente proiettato in un universo sconosciuto, che potrebbe percepire come ostile.<br />

Questo luogo permette a ciascuno <strong>di</strong> fare un’incursione nella tomba prima che giunga la sua ora.<br />

Simboleggia una <strong>di</strong>scesa interiore al centro <strong>del</strong>la terra. Il Gabinetto <strong>di</strong> Riflessione invita il postulante a<br />

morire a se stesso per rinascere, e lo incita a proseguire il percorso <strong>del</strong>la sua esistenza, rettificandola, al fine<br />

<strong>di</strong> risvegliare la sua coscienza a un’altra <strong>di</strong>mensione, per dare un senso <strong>di</strong>verso alla sua vita.<br />

I simboli <strong>del</strong> Gabinetto <strong>di</strong> Riflessione, possiamo classificarli in 5 categorie: natura fisica, temporali, natura<br />

intellettuale, luminosi, ermetici.<br />

Naturali: L’acqua e il pane rappresentano gli elementi soli<strong>di</strong> e liqui<strong>di</strong>. Il pane evoca anche il simbolismo <strong>del</strong><br />

chicco <strong>di</strong> grano che sepolto nella terra rappresenta soltanto la prima fase <strong>del</strong>l’iniziazione. L’acqua è simbolo<br />

<strong>del</strong>l’anima, mutevole quanto la forma <strong>del</strong> recipiente che la contiene.<br />

Temporali: la clessidra è simbolo <strong>del</strong> tempo che scorre tra nascita e morte, la sterilità <strong>del</strong>la sabbia evoca qui<br />

la nullità <strong>del</strong>le cose omogenee che scivolano via, come la vita senza ideale, senza realizzazione, un semplice<br />

accidente terreno. L’arresto <strong>del</strong> suo movimento suggerisce l’arresto dei battiti <strong>di</strong> un cuore. Il passaggio tra i


due compartimenti si effettua attraverso uno stretto orifizio che si può assimilare alle <strong>di</strong>fficoltà che l’essere<br />

sperimenta per passare da uno stato a un altro. Il movimento <strong>di</strong> deflusso <strong>del</strong>la sabbia da un compartimento<br />

all’altro è impercettibile all’inizio <strong>del</strong>la sua <strong>di</strong>scesa e accelera gradualmente. Girare la clessidra significa<br />

avviare un nuovo ciclo <strong>di</strong> possibilità.<br />

Intellettuale: il cranio viene messo al posto <strong>del</strong>lo scheletro come simbolo <strong>del</strong>la fine <strong>di</strong> un ciclo vitale.<br />

Rappresenta la brevità <strong>del</strong>la vita e l’uomo ridotto alla sua più semplice espressione. Ci rammenta quanto la<br />

vita in questo mondo sia relativa e la carne sia apparenza: tutto è passeggero e transitorio.. Il testamento<br />

significa nella etimologia greca, patto, e in ebraico alleanza. E’ una <strong>di</strong>sposizione che si re<strong>di</strong>ge in previsione<br />

<strong>di</strong> una morte prossima. Quali sono i doveri <strong>del</strong>l’uomo verso Dio?, verso i suoi simili? Verso se stesso?. E’<br />

anche un punto <strong>di</strong> passaggio verso un altro <strong>di</strong>venire, una nuova qualità <strong>del</strong>l’essere.<br />

Luminosi: la can<strong>del</strong>a è costituita da tre elementi: lo stoppino, la sostanza grassa e la fiamma. La can<strong>del</strong>a si<br />

spegne soltanto quando arriva alla fine <strong>del</strong>lo stoppino: analogamente, per effetto <strong>del</strong>la vecchiaia, l’uomo<br />

arriva al termine <strong>del</strong>la sua vita. Ogni can<strong>del</strong>a accesa è paragonabile a una vita. Un soffio sposta la fiamma,<br />

ama essa si risolleva. Una forza ascensionale la ristabilisce. La can<strong>del</strong>a è ciò che illumina il mondo (mitsvah),<br />

e la Torà è la Luce.<br />

Avvertimenti a caratteri profetico: se una vana curiosità ti ha condotto qui, vai via; se temi <strong>di</strong> essere<br />

illuminato sui tuoi <strong>di</strong>fetti, non sei benvenuto tra noi; se sei capace <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssimulare, trema, perché verrai<br />

trafitto; se tieni alle <strong>di</strong>stinzioni umane, esci da questo luogo, qui non ve ne sono; se la tua anima ha provato<br />

spavento, non andare più oltre; se tu perseveri, sari purificato dagli elementi, verrai fuori dall’abisso <strong>del</strong>le<br />

tenebre, vedrai la luce; si potranno esigere da te i più gran<strong>di</strong> sacrifici, anche quello <strong>del</strong>la vita. Sei pronto?<br />

Ermetici: lo zolfo è simbolo <strong>del</strong>lo spirito, il mercurio <strong>del</strong>l’anima, il sale <strong>del</strong>la sapienza e <strong>del</strong> sapere. Essi sono<br />

<strong>di</strong>sposti in una coppa, essa stessa simbolo ideografico <strong>del</strong>la <strong>di</strong>scesa al centro, tronco <strong>di</strong> cono rovesciato; è in<br />

fondo alla coppa che si deposita il se<strong>di</strong>mento. Questo ternario alchemico sale, zolfo e mercurio secondo<br />

l’ermetismo, ogni cosa è composta da questi tre principi posti in relazione: - con la sfera <strong>di</strong> equilibrio che<br />

risulta dalla neutralizzazione <strong>del</strong>l’azione sulfurea centrifuga e <strong>del</strong>la reazione mercuriale centripeta,<br />

penetrante e compressiva. Il ternario alchemico può essere messo in corrispondenza con quello <strong>di</strong> spirito,<br />

anima e corpo. Lo zolfo è il principio attivo maschile, il mercurio il principio passivo femminile e il sale è<br />

neutro.<br />

Al canto <strong>del</strong> gallo ciascuno si risveglia dopo un periodo <strong>di</strong> sonno per riprendere l’attività cosciente.<br />

Simboleggia la forza e il coraggio. Per combattere l’ignoranza, vincere le passioni e i pregiu<strong>di</strong>zi, l’errore e<br />

l’ipocrisia, per padroneggiare infine le pulsioni degli istinti inferiori. Il canto <strong>del</strong> gallo annuncia con certezza<br />

il giorno che nasce.<br />

V.I.T.R.I.O.L. è l’abbreviazione <strong>di</strong> un motto alchemico latino composto da 7 parole: Visita Interiora Terrae<br />

Rettificando Invenies Occultum Lapidem. Potrai alfine trovare la pietra nascosta dei Saggi. Discen<strong>di</strong> nelle<br />

viscere <strong>del</strong>la terra, nell’intimo <strong>di</strong> te stesso e troverai il nucleo in<strong>di</strong>visibile sul quale potrai costruire un’altra<br />

personalità, un uomo nuovo. E’ anche il nome <strong>del</strong>l’acido solforico che permette agli alchimisti <strong>di</strong> produrre il<br />

sale a partire da determinati metalli.<br />

Il Compagno<br />

1. La mano, strumento <strong>del</strong> pensiero in azione


Aristotele: la mano è lo strumento degli strumenti. Gli consentono <strong>di</strong> realizzare concretamente ciò che la<br />

sua intelligenza concepisce. La mano è l’agente <strong>di</strong> esecuzione <strong>del</strong>la mente. Quando si parla <strong>del</strong>lo strumento<br />

<strong>del</strong>la mano, più che altro si pensa alla destra <strong>del</strong> latino dextra, da cui deriva destrezza. In matematica i segni<br />

e i simboli orientati verso destra sono positivi, mentre quelli orientati a sinistra negativi. Ogni essere è unico<br />

nella molteplicità; così anche la sua mano riflette il carattere unico <strong>del</strong>la sua personalità, come è<br />

ulteriormente confermato dalle impronte <strong>di</strong>gitali.<br />

Il nome <strong>di</strong> Dio, Allah, si scrive con cinque lettere, e la sua grafia corrisponde alla posizione <strong>del</strong>le cinque <strong>di</strong>ta<br />

<strong>del</strong>la mano aperta. Nella tra<strong>di</strong>zione ebraica la parola Yada, che significa conoscenza, si costruisce sulla<br />

ra<strong>di</strong>ce Yad, che significa mano.<br />

2. I Cinque Viaggi<br />

Primo viaggio: Maglietto e Scalpello. Perfezionamento nella pratica <strong>del</strong> taglio <strong>del</strong>la pietra secondo le<br />

<strong>di</strong>mensioni volute. Primo anno de<strong>di</strong>cato alle istruzioni.<br />

Secondo viaggio: Compasso e Regolo. L’arte <strong>di</strong> tracciare linee sui materiali sgrossati e levigati. Secondo<br />

anno de<strong>di</strong>cato ad acquisire gli elementi.<br />

Terzo viaggio. Regolo e Pinza. Conduzione, trasporto e posa dei materiali lavorati. Terzo anno de<strong>di</strong>cato al<br />

trasporto <strong>del</strong>le pietre e dei materiali tagliati.<br />

Quarto viaggio: Squadra e Regolo. Elevazione <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio, orientamento <strong>del</strong>l’insieme, verifica <strong>del</strong>la posa e<br />

squadra dei materiali per terminare l’opera massonica. Quarto anno de<strong>di</strong>cato alle costruzione e<br />

all’elevazione <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio.<br />

Quinto viaggio: Mani Libere. Istruito a sufficienza nelle pratiche manuali, il compagno deve de<strong>di</strong>care<br />

l’ultimo anno allo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>la teoria. Quinto anno nello stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>la “teoria”.<br />

3. La marcia <strong>del</strong> Compagno<br />

E’ composta da cinque passi. Il compagno scopre <strong>di</strong> proseguire la marcia avviata nel grado <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>sta<br />

effettuando un passo a squadra a destra. Il quinto passo gli permetterà <strong>di</strong> tornare sull’asse iniziale che non<br />

deve mai perdere <strong>di</strong> vista. Il quarto passo, detto passo <strong>di</strong> lato, invita il compagno ad agire, a viaggiare.<br />

4. Il segno d’or<strong>di</strong>ne<br />

Si fa con l’azione <strong>del</strong>le due braccia a squadra. Il braccio destro è a squadra, la mano poggiata sul cuore.<br />

5. La stella fiammeggiante<br />

Con la sua misteriosa lettera G stia al compagno come il Delta sta all’appren<strong>di</strong>sta. Tre gioielli: il pavimento a<br />

mosaico, la stella fiammeggiante e il bordo dentellato. Il mondo appare come un grande uomo, l’uomo<br />

come un piccolo mondo. Una parte importante <strong>del</strong> simbolismo massonico è derivata <strong>di</strong>rettamente dai<br />

Pitagorici.<br />

Il numero 5 è anche quello <strong>del</strong>l’armonia nella salute e nella bellezza realizzate nel corpo umano. La stella<br />

appare agli occhi <strong>del</strong> compagno soltanto al termine <strong>del</strong> quinto viaggio, come la quintessenza <strong>del</strong>la<br />

Conoscenza che egli deve trovare.


Siete un compagno? Ho visto la stella fiammeggiante. Quest’ultima corrisponde alla visione interiore con<br />

l’occhio <strong>del</strong> cuore. Vedere con l’occhio interiore significa conoscere.<br />

6. Il numero aureo<br />

Numero onnipresente in tutte le opere <strong>del</strong>l’Antichità. Abbandonato a partire dal XVII secolo. Sotto<br />

l’influenza <strong>del</strong> metodo analitico <strong>di</strong> Cartesio. E’ insieme matematico e simbolico. Il numero aureo è<br />

contenuto in tutte le proporzioni <strong>del</strong> suo corpo. I rapporti 3 e 5 sono sufficienti quando non si cerca una<br />

precisione rigorosa.<br />

7. La lettera G<br />

La si vede menzionata per la prima volta solo nel 1730: Geometria, Gravitazione, Generazione, Genio,<br />

Gnosi.<br />

Geometria: è la quinta <strong>del</strong>le arti liberali; Gravitazione: forza attrattiva che si esercita tra tutti i corpi forniti<br />

<strong>di</strong> massa; Generazione: riguarda l’età o la vita <strong>del</strong>l’uomo; Genio: capacità straor<strong>di</strong>naria che supera i limiti<br />

umani abituali, è lo spirito <strong>di</strong>vino che presiede alla nascita; Gnosi: significa conoscenza sacra, che è insieme<br />

conoscenza e sapienza.<br />

8. La spiga <strong>di</strong> grano<br />

Per essere ammesso in loggia come compagno, il massone pronuncia la parola <strong>di</strong> passo Shibboleth, che<br />

significa spiga.<br />

Nulla viene dato gratuitamente all’uomo senza la sua partecipazione attiva. Il chicco <strong>di</strong> grano <strong>di</strong>venterà<br />

spiga grazie agli sforzi continui e attenti <strong>del</strong> coltivatore, alleati con quelli <strong>del</strong>la natura.<br />

Ognuno matura secondo il proprio ritmo, le proprie capacità <strong>di</strong> crescita. L’opera <strong>del</strong> compagno è un lavoro<br />

<strong>di</strong> realizzazione e <strong>di</strong> ricerca <strong>del</strong>la Conoscenza.<br />

9. Parola <strong>di</strong> passo<br />

La parola <strong>di</strong> passo Shibboleth significa spiga, o torrente.<br />

10. La parola sacra<br />

Boaz si compita in ebraico con 3 lettere: beth, ain, zain. La forza in lui<br />

Jachin si compita in ebraico con 4 lettere: iod, caph, iod, nun. Agli stabilirà. Stabilire viene dall’omonimo<br />

verbo latino che significa sistemare con forza, fissare, costruire. Stabile vuol <strong>di</strong>re fermo, solido, durevole.<br />

Boaz e Jachin totalizzarono in ebraico 7 lettere. Il loro significato congiunto (con forza egli stabilirà) fornisce<br />

al compagno un primo approccio al settenario.<br />

11. Il colore rosso<br />

La loggia <strong>di</strong> compagno deve essere tappezzata <strong>di</strong> rosso. Questo colore è presente sul tappeto <strong>di</strong> loggia. Puro<br />

colore <strong>del</strong> fuoco, è anche il colore <strong>del</strong>la conoscenza e <strong>del</strong>l’amore, dei cuori avi<strong>di</strong> <strong>di</strong> conoscenza spirituale,<br />

<strong>del</strong> fuoco interiore <strong>del</strong>la Conoscenza. Il rosso colore <strong>del</strong> sangue, <strong>del</strong> principio vitale, pone l’accento<br />

sull’importanza <strong>del</strong>la vita e <strong>del</strong>la realizzazione <strong>del</strong> vivente.


12. I cinque sensi<br />

U<strong>di</strong>to – intelletto.<br />

Vista – chiaroveggenza.<br />

Gusto – apprezzamento dei valori spirituali e <strong>di</strong> ciò che è sottile<br />

Tatto – prudenza e <strong>di</strong>scernimento<br />

Olfatto – intuito<br />

13. Gli or<strong>di</strong>ni architettonici<br />

Il tema <strong>del</strong> secondo viaggio è l’architettura. Simmetria, <strong>di</strong> origine greca, significa con misura. Fa appello al<br />

senso <strong>del</strong>l’armonia e <strong>del</strong>l’equilibrio.<br />

Tre or<strong>di</strong>ni attribuiti ai tre pilastri: Saggezza, Maestro Venerabile, Ionico – Forza, Primo Sorvegliante, Dorico;<br />

Bellezza, Secondo Sorvegliante, Corinzio.<br />

All’austerità <strong>del</strong>l’or<strong>di</strong>ne dorico succede la grazia <strong>del</strong>l’or<strong>di</strong>ne ionico; il corinzio è l’or<strong>di</strong>ne romano per<br />

eccellenza. L’or<strong>di</strong>ne toscano è un or<strong>di</strong>ne romano derivato dal dorico portato in Italia. L’or<strong>di</strong>ne composito<br />

rappresenta una sorta <strong>di</strong> miscela ibrida dei tre or<strong>di</strong>ni greci per ornare gli archi <strong>di</strong> Trionfo.<br />

14. Le Sette Arti Liberali<br />

Vi sono 7 scienze liberali: grazie ad esse sono state inventate tutte le scienze e le tecniche <strong>di</strong> questo mondo.<br />

Ed è la scienza <strong>del</strong>la geometria, fondamento <strong>di</strong> tutte le altre.<br />

Il Trivio <strong>del</strong>le Arti <strong>del</strong>la parola: E’ composta dalla Grammatica, dalla Retorica e dalla Logica. Sono da<br />

mettere in correlazione con il Verbo creatore e or<strong>di</strong>natore <strong>del</strong> caos descritto nella genesi.<br />

Grammatica – origine greca: gramma significa lettera, da cui il latino grammatica, l’arte <strong>di</strong> leggere e scrivere<br />

lettere. L’arte che insegna a parlare e scrivere correttamente, e che si articola in tre parti: morfologia<br />

(vocabolario), sintassi (regola <strong>di</strong> accordo <strong>del</strong>le parole tra loro), stile (arte <strong>di</strong> servirsi <strong>del</strong>la morfologia e <strong>del</strong>la<br />

sintassi, applicandole alla composizione). La saggezza è sinonimo <strong>di</strong> sapere, la forza proviene dall’or<strong>di</strong>ne e<br />

dalla logica <strong>del</strong>la sintassi, e la bellezza è l’arte <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre le frasi secondo le leggi <strong>del</strong>l’armonia. La<br />

Grammatica in<strong>di</strong>cava l’interpretazione dei racconti e <strong>del</strong>le favole <strong>del</strong>la mitologia.<br />

Retorica – è l’arte <strong>del</strong> ben <strong>di</strong>re e <strong>di</strong> parlare qualcosa in modo conveniente.<br />

Logica – scienza che insegna a perfezionare il ragionamento. Aristotele viene considerato il padre <strong>del</strong>la<br />

Logica. Logikos viene da logos. Secondo Platone, il logos è <strong>di</strong>o, considerato come la ragione e il verbo <strong>del</strong><br />

mondo.<br />

Da questo trivio deriva il quadrivio: Aritmetica, Geometria, Astronomia che conducono all’approfon<strong>di</strong>mento<br />

<strong>del</strong>la conoscenza dei numeri, <strong>del</strong>la terra, <strong>del</strong> cielo, coronata dall’arte <strong>del</strong>le nove muse, la Musica.<br />

Aritmetica – e soprattutto la scienza dei numeri, dei rapporti e <strong>del</strong>le proporzioni, o ritmologia. Tutti gli<br />

esseri temporali possiedono due numeri, uno per la loro esistenza, l’altro per la loro azione. La Cabbala<br />

ebraica si nutre in gran parte <strong>del</strong>la scienza dei numeri nonché <strong>di</strong> quella <strong>del</strong>le lettere. L’espressione <strong>di</strong><br />

scienza dei numeri per evitare ogni confusione con l’aritmetica profana ritmologia e rifiuta quello <strong>di</strong>


numerologia, termine <strong>di</strong> invenzione recente che speso designa una sorta <strong>di</strong> arte <strong>di</strong>vinatoria che non ha<br />

quasi nessun rapporto con la vera scienza tra<strong>di</strong>zionale dei numeri.<br />

Geometria – geo, terra e metron misura. E’ una scienza che ha per oggetto la misura <strong>del</strong>la terra, la<br />

<strong>di</strong>mensione considerata nei suoi tre aspetti: linea, superficie e volume. Le 7 arte liberali si basano sulla<br />

Geometria, inventata da Euclide.<br />

Musica – i teorici me<strong>di</strong>evali <strong>di</strong>stinguevano nella musica quattro <strong>di</strong>versi gra<strong>di</strong>: musica celesti, musica<br />

mundana, musica humana, musica instrumentalis.<br />

Astronomia – scienza che insegna a osservare e conoscere il movimento e la <strong>di</strong>sposizione degli astri.<br />

15. Gran<strong>di</strong> iniziati<br />

Socrate – iniziava sempre con l’esaminare le opinioni <strong>del</strong>la persona con cui <strong>di</strong>scuteva, per poi portarla<br />

progressivamente a constatare <strong>di</strong> essere in realtà ignorante sull’argomento e <strong>di</strong> aver bisogno <strong>di</strong> imparare.<br />

Questa prima fase <strong>del</strong> <strong>di</strong>alogo si chiamava ironia socratica, poiché egli la manifestava fingendo sempre<br />

ammirazione <strong>di</strong>nanzi alla risposta piena <strong>di</strong> sicurezza data alla domanda che aveva appena posto<br />

sull’argomento <strong>del</strong> Vero, <strong>del</strong> Bello, <strong>del</strong> Bene e <strong>del</strong>la Virtù. Nessuno è volontariamente cattivo, la cattiveria è<br />

ignoranza, perché conoscere il bene significa fare il bene. La Temperanza era per Socrate una <strong>del</strong>le prime<br />

virtù.<br />

Pitagora – la comunità pitagorica era chiamata eteria o sinedrio, e contava al massimo 300 membri, dei<br />

quali Pitagora era il maestro incontestato. L’etica pitagorica è fondata sull’armonia <strong>del</strong>l’universo. Pitagora<br />

considerava l’Uno come numero completo. Le serie dei 4 primi numeri (1+2+3+4=10) costituisce la decade,<br />

la quale, composta con i quattro primi numeri, forma il quaternario che genera tutti gli altri numeri. Il<br />

quaternario, fonte <strong>del</strong>l’eterna <strong>di</strong>sposizione <strong>del</strong> mondo, non è altro che Dio stesso, l’Organizzatore supremo.<br />

Il quaternario racchiude tutta la potenza <strong>del</strong>la decade e perciò stesso <strong>di</strong> tutti i numeri. Tra i Pitagorici si<br />

<strong>di</strong>stinguevano tre gran<strong>di</strong> classi: i Matematici (si applicavano all’approfon<strong>di</strong>mento <strong>del</strong>le scienze geometriche<br />

e astronomiche, chiamati anche esoterici); i Venerabili (si de<strong>di</strong>cavano alla contemplazione); i Politici (si<br />

consacravano agli affari umani). Come in tutte le confraternite iniziatiche, i Pitagorici si riconoscevano per il<br />

tramite <strong>di</strong> simboli e segni <strong>di</strong> riconoscimento.<br />

Maometto – nacque verso il 570 alla Mecca, in Arabia. Orfano da giovanissimo. Si ritirava spesso per<br />

me<strong>di</strong>tare in una grotta <strong>del</strong> deserto. La sua devozione era rivolta verso il Principio. All’età <strong>di</strong> 40 anni, nella<br />

grotta <strong>di</strong> Hira, ricevette una prima rivelazione da parte <strong>del</strong>l’Arcangelo Gabriele, giunto ad annunciargli che<br />

Dio l’aveva scelto come messaggero presso gli uomini. Si mise a pre<strong>di</strong>care il messaggio tra i suoi compatrioti<br />

<strong>del</strong>la Mecca, in seguito a una rivelazione si decide <strong>di</strong> eludere questo clima <strong>di</strong> persecuzione e <strong>di</strong> lasciare la<br />

Mecca per cercare rifugio a Me<strong>di</strong>na. Maometto significa colui che è lodato. Ogni fondatore <strong>di</strong> una nuova<br />

tra<strong>di</strong>zione exoterica, si tratti <strong>di</strong> Mosé, Gesù o Maometto, rappresenta un aspetto <strong>del</strong> verbo <strong>di</strong>vino, <strong>del</strong> logos<br />

universale. La parola Islam significa sottomissione a Dio e pace. Questa tra<strong>di</strong>zione si fonda sulla pratica <strong>di</strong> 5<br />

pilastri: la shahada o professione <strong>di</strong> fede; le cinque preghiere rituali quoti<strong>di</strong>ane; lo zakat, imposta o<br />

elemosina legale; il <strong>di</strong>giuno annuale durante il Ramadan; l’hadj o pellegrinaggio alla Mecca almeno una<br />

volta nella vita.<br />

16. La glorificazione <strong>del</strong> lavoro<br />

La maggior parte <strong>del</strong>le persone lavora spesso in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>fficili, che generano stress, fretta, pressioni <strong>di</strong><br />

ogni sorta, assoggettate a ritmi legati alla remunerabilità. Questo marcia o muori è profondamente


contrario al ritmo naturale, che tende al benessere e all’armonia. Solo un’infima minoranza <strong>di</strong> privilegiati<br />

gode <strong>di</strong> ciò che viene prodotto dallo sforzo <strong>del</strong>la maggioranza che lavora. Conviene scegliere<br />

assennatamente strumenti <strong>di</strong> lavoro adeguati, adatti al progetto considerato e maneggiarli con la massima<br />

efficacia, vale a <strong>di</strong>re con arte e abilità, in perfetta conformità con la natura <strong>del</strong> lavoro, cercando <strong>di</strong><br />

procedere <strong>di</strong> pari passo con la forza e la bellezza. Il lavoro <strong>di</strong>viene un dovere vissuto come un piacere.<br />

Glorificare il proprio lavoro significa caratterizzarlo con una qualità <strong>di</strong> stato d’animo, un modo <strong>di</strong> essere e <strong>di</strong><br />

vivere che si manifestino nell’arte e nel modo in cui si fanno le cose.<br />

17. Le due sfere<br />

Tutti i punti <strong>del</strong>la sfera si trovano a eguale <strong>di</strong>stanza dal centro. Essa non ha destra, né sinistra, né alto, né<br />

basso. E’ considerata un simbolo <strong>di</strong> perfezione e <strong>di</strong> totalità, al punto che un essere concepito come perfetto<br />

sarebbe rappresentato simbolicamente con una sfera. La sfera è anche simbolo <strong>del</strong>l’androgine, l’unione <strong>di</strong><br />

Yin/Yang, ovvero <strong>del</strong> principio femminile e <strong>di</strong> quello maschile. Pitagora considerava l’universo come un<br />

Tutto animato che definisce con la parola greca kosmo, per esprimere la bellezza, l’or<strong>di</strong>ne e la regolarità<br />

che vi regnano. I Latini tradussero questa parola con mundus. Dall’Unità considerata come principio <strong>del</strong><br />

mondo deriva il nome <strong>di</strong> universo. Al grado <strong>di</strong> compagno le colonne sono sormontate da globi, al posto<br />

<strong>del</strong>le melagrane. Uno rappresenta il globo terrestre, l’altro la sfera celeste.<br />

18. La pietra cubica<br />

L’assoluta regolarità <strong>del</strong>le sei facce <strong>di</strong> ogni pietra assicura la perfetta stabilità <strong>del</strong>l’una sull’altra. Il cubo è la<br />

forma ultima <strong>del</strong>la manifestazione, mentre la sfera ne rappresenta la forma primor<strong>di</strong>ale. La sfera e il cubo<br />

corrispondono, rispettivamente, ai due punti <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>namico e statico. Le sei facce <strong>del</strong> cubo sono<br />

orientate secondo le tre <strong>di</strong>mensioni <strong>del</strong>lo spazio. Il cubo non può né rotolare, né scivolare. La pietra cubica<br />

rappresenta la stabilità assoluta e in tal senso è un riflesso <strong>del</strong> Principio. Il cubo comporta sei facce e do<strong>di</strong>ci<br />

spigoli. Se <strong>di</strong>stese, le sei facce <strong>del</strong> cubo danno l’immagine <strong>del</strong>la croce latina, che simboleggia l’uomo<br />

universale nella sua pienezza. Quando si osserva un cubo, è possibile vedere solo tre facce. Il cammino<br />

iniziatico conduce al passaggio <strong>del</strong> manifestato al non manifestato, dal visibile all’invisibile, partendo dal<br />

relativo per accostarsi all’Assoluto. Se il compagno rimanesse allo sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una semplice pietra cubica, non<br />

vi sarebbe progresso, mentre in realtà il capolavoro da realizzare è la pietra cubica a punta.<br />

19. La pietra cubica a punta<br />

Un cubo sormontato da una piramide con quattro facce. Questa piramide in<strong>di</strong>vidua un punto <strong>di</strong><br />

convergenza <strong>del</strong>le quattro <strong>di</strong>rezioni <strong>del</strong>lo spazio. La piramide è solidamente unita alla terra con la sua base<br />

quadrata, e si eleva come una montagna verso il cielo; in tal senso veniva considerata dagli Egiziani come il<br />

tempio sacro per eccellenza. La pietra cubica a punta è suscettibile <strong>di</strong> comprendere in modo armonico e<br />

or<strong>di</strong>nato 26 punti, vale a <strong>di</strong>re il valore numerico <strong>del</strong>le lettere che formano il tetragramma ebraico (iod – he<br />

– vav – he), che egli definisce come uno dei nomi <strong>del</strong> Grande Architetto <strong>del</strong>l’Universo. La pietra cubica a<br />

punta simboleggia la pietra filosofale.<br />

20. Il numero cinque<br />

Il cinque è un numero <strong>di</strong>spari, somma <strong>del</strong> primo numero pari e <strong>del</strong> primo numero <strong>di</strong>spari: 2 + 3. Si chiama<br />

sferico. Sintesi <strong>del</strong> 3, o principio maschile, e il 2 o principio femminile.<br />

21. Il tappeto <strong>di</strong> loggia


Al grado <strong>di</strong> compagno il tappeto <strong>di</strong> loggia deve essere rosso. Gli elementi <strong>del</strong> tappeto <strong>di</strong> loggia si classificano<br />

in tre gruppi:<br />

• I simboli rappresentati sul tappeto <strong>del</strong> primo grado: le due colonne, il pavimento a mosaico, la<br />

squadra e il compasso (talvolta il Volume <strong>del</strong>la Legge Sacra), la luna e il sole, la pietra grezza a<br />

sinistra, la pietra cubica (o pietra cubica a punta) a destra, la perpen<strong>di</strong>colare, la livella, il simbolo<br />

<strong>del</strong>la tavola da <strong>di</strong>segno dei maestri, l’in<strong>di</strong>cazione dei quattro punti car<strong>di</strong>nali.<br />

• Gli elementi <strong>del</strong> secondo grado che troviamo mo<strong>di</strong>ficati: cinque gra<strong>di</strong>ni sostituiscono i tre<br />

precedenti, la stella fiammeggiante sostituisce il <strong>del</strong>ta luminoso, le tre finestre sono aperte e non<br />

più chiuse da griglie, la sfera terrestre e la sfera celeste sostituiscono le melagrane in cima alle due<br />

colonne, la squadra e il compasso sono intrecciati tra loro, con l’asticella <strong>di</strong> destra che passa sulla<br />

squadra.<br />

• I simboli specifici <strong>del</strong> grado <strong>di</strong> compagno: il colore rosso dominante <strong>del</strong> grado, la spiga <strong>di</strong> grano, la<br />

stella fiammeggiante con la lettera G al centro, le due sfere terrestre e celeste, il regolo e la leva,<br />

(nel rito Francese) la rappresentazione <strong>del</strong>la cazzuola.<br />

Gli strumenti<br />

Appartengono a tre categorie:<br />

a) 5 utensili <strong>di</strong> tracciato e <strong>di</strong> controllo: il calibro <strong>di</strong> 24 pollici; il filo a piombo/la perpen<strong>di</strong>colare; la<br />

livella; la squadra; il compasso.<br />

b) 3 utensili <strong>di</strong> lavorazione: l’ascia, il maglietto, lo scalpello.<br />

c) 2 utensili <strong>di</strong> posa: la leva; la cazzuola.<br />

Le associazioni principali in Massoneria sono:<br />

• La perpen<strong>di</strong>colare e la livella<br />

• La squadra e il compasso<br />

• IL maglietto e lo scalpello<br />

• Il regolo e la leva<br />

Il regolo o calibro <strong>di</strong> 24 pollici: corrisponde al tempo immutabile. La rettitu<strong>di</strong>ne e il rigore devono applicarsi<br />

alla mente, così da acquisire la padronanza <strong>del</strong> comportamento quoti<strong>di</strong>ano. Farne uso per trovare la<br />

misura, l’or<strong>di</strong>ne inerente in tutte le cose, la <strong>di</strong>sciplina nel quoti<strong>di</strong>ano, la presenza nell’istante, l’attenzione a<br />

tutto ciò che fa, la costanza in una linea <strong>di</strong> condotta liberamente scelta per l’e<strong>di</strong>ficazione <strong>del</strong> suo Tempio<br />

interiore.<br />

Il filo a piombo, la perpen<strong>di</strong>colare: il termine appiombo designa parimenti il fatto <strong>di</strong> presentarsi o <strong>di</strong> parlare<br />

con sicurezza, senza timore. La perpen<strong>di</strong>colare ci invita a <strong>di</strong>scendere in noi stessi. Questo strumento ci<br />

invita a cercare in profon<strong>di</strong>tà, ma anche a trovare un equilibrio e una stabilità nel mantenimento <strong>di</strong> tutte le<br />

attitu<strong>di</strong>ni nel nostro essere.


La livella: assicura l’orizzontalità. Tutto ciò che si produce <strong>di</strong> essenziale nella nostra vita parte da un incrocio<br />

<strong>di</strong> percorsi, o arriva ad esso. Il compagno si situa al punto <strong>di</strong> congiunzione <strong>di</strong> questi due assi, quello verticale<br />

e quello orizzontale, La livella ci consente <strong>di</strong> trovare la misura <strong>del</strong> quoti<strong>di</strong>ano, o giusto mezzo, <strong>di</strong> tendere<br />

all’equità e all’equilibrio, nel momento in cui si realizza l’unione perfetta <strong>del</strong>la verticale e <strong>del</strong>l’orizzontale.<br />

Essa invita ad appianare gli ostacoli generati dall’ego, per accedere alla liberazione interiore.<br />

La squadra: si chiama in latino norma, che significa regola, mo<strong>del</strong>lo o esempio. Tardo latino exquadra,<br />

deriva dal verbo squadrare che significa squadrare, rendere quadrato. E’ possibile vedere nella squadra un<br />

doppio regolo che dà la misura dei piani orizzontali e verticale. La squadra è utensile che armonizza i<br />

contrari. Il maneggio <strong>del</strong>la squadra richiede una costante rimessa in <strong>di</strong>scussione <strong>di</strong> se stessi, <strong>del</strong>le proprie<br />

azioni e <strong>del</strong> mondo. L’utilizzazione <strong>del</strong>la squadra permette <strong>di</strong> dare alle parole il loro senso appropriato,<br />

affinché non esprimano altro che idee precise, ragionamenti confortati da basi solide e giuste. Le sue aste<br />

devono essere <strong>di</strong> lunghezza ineguale: 3,4,5. Io voglio è l’orientamento creatore determinante <strong>di</strong> ogni opera<br />

in cantiere, Io devo significa accettare i vincoli e gli obblighi propri <strong>del</strong>la con<strong>di</strong>zione umana per rispettare i<br />

legami tra tutti i fratelli umani.<br />

Il compasso: dal latino compassare, che significa misurare con il passo. Permette simbolicamente <strong>di</strong><br />

valutare la portata e le conseguenze degli atti <strong>di</strong> ciascuno <strong>di</strong> noi. Simboleggia il <strong>di</strong>namismo costruttore <strong>del</strong><br />

pensiero, la sua libertà creatrice, nonché la capacità <strong>di</strong> invenzione, <strong>di</strong> concezione e <strong>di</strong> realizzazione <strong>del</strong>lo<br />

spirito. Concezione circolare <strong>del</strong>la vita, ciclica dalla nascita alla morte. Il cerchio è la figura che risulta dalla<br />

sua proiezione nello spazio. Richiama in forma <strong>di</strong>versa la concezione <strong>del</strong>la ruota, fattore <strong>di</strong> sviluppo <strong>del</strong>le<br />

civiltà.<br />

L’ascia: simboleggia la forza in movimento. La massoneria ci insegna che le armi sono anche utensili e che<br />

gli utensili possono essere utilizzati come armi.<br />

Il maglietto: corrisponde alla volontà spirituale che attualizza e stimola la conoscenza sottointesa dal gesto.<br />

Strumento <strong>di</strong> potere sulla materia, il maglietto simboleggia l’energia e la potenza, come pure la costanza<br />

nel lavoro. Corrisponde alla presenza <strong>di</strong> spirito, al controllo <strong>di</strong> se stessi, alla perseveranza e al coraggio. E’<br />

anche un simbolo <strong>di</strong> potere e <strong>di</strong> autorità per ogni maestro che adempie alla funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione<br />

<strong>del</strong>l’officina.<br />

Lo scalpello: simbolo <strong>di</strong> determinazione, vettore <strong>del</strong>la realizzazione <strong>del</strong>l’obiettivo scelto. E’ simbolo <strong>di</strong> una<br />

conoscenza <strong>di</strong>stintiva, <strong>del</strong>la facoltà <strong>di</strong> scegliere volontariamente in base a motivazioni serie, il cui<br />

fondamento sia oggettivamente verificabile. Strumento <strong>del</strong> <strong>di</strong>scernimento, virtù essenziale in ogni ricerca in<br />

cui vi sia la volontà <strong>di</strong> pervenire a un’opera compiuta.<br />

La leva: simboleggia la forza e il movimento, e per tale motivo può essere utilizzata solo con grande cautela.<br />

Permette <strong>di</strong> manipolare cariche molto pesanti. Serve a sollevare, muovere, sostenere un corpo troppo<br />

pesante per l’uomo, le cui forze sono insufficienti per sollevare il peso considerato, senza l’aiuto <strong>di</strong> uno<br />

strumento. Un interme<strong>di</strong>ario che offre la possibilità <strong>di</strong> sollevare un carico pesante moltiplicando la forza<br />

umana. La leva consente <strong>di</strong> issare in altezza le pietre le une sulle altre, permette il passaggio a uno sta<strong>di</strong>o<br />

superiore, consentendo al massone un lavoro <strong>di</strong> integrazione nella collettività, <strong>di</strong> assemblaggio <strong>del</strong>le pietre<br />

che, unite le une alle altre, erigono le mura <strong>del</strong> tempio. Archimede <strong>di</strong>sse: “datemi un punto d’appoggio e<br />

solleverò il mondo”. Definire il punto <strong>di</strong> fede che si è dato. La leva permette al massone <strong>di</strong> utilizzare la sua<br />

forza, che poggia sulla conoscenza che egli ha <strong>del</strong>l’universo, <strong>di</strong> controllare la sua energia nell’azione e nello<br />

sforzo, e <strong>di</strong> agire coscientemente secondo la legge <strong>del</strong>le interazioni causa/effetto. Offre il metodo per<br />

superare ostacoli, la resistenza materiale, fisica o morale, ma ciò è possibile solo sapendo utilizzare i propri


punti <strong>di</strong> appoggio con la volontà <strong>di</strong> superare ciò che sembra essere superiore alle proprie forze. La buona<br />

utilizzazione <strong>del</strong>la leva si fonda sulla conoscenza e sulla padronanza <strong>del</strong>le forze messe in movimento. Essa<br />

rappresenta la tenacia <strong>di</strong> una volontà stabile, la fe<strong>del</strong>tà ai propri impegni nel proseguire il cammino<br />

prescelto fino al termine.<br />

La cazzuola: serve a spalmare il cemento che unisce tutte le parti <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio. Ci insegna ad applicare il<br />

cemento <strong>del</strong>l’affetto e <strong>del</strong>la bontà per unire tutti i membri <strong>del</strong>la famiglia massonica, ovunque si trovino,<br />

<strong>di</strong>spersi nel mondo, in una sola comunità <strong>di</strong> amore fraterno. La cazzuola può essere considerata insieme al<br />

cemento come l’agente e il legame tra una pietra e l’altra. E’ simbolo <strong>di</strong> unità. E’ lo strumento <strong>di</strong> lavoro per<br />

la ricerca <strong>del</strong> Bello. Del Bene e <strong>del</strong> Vero nella costruzione <strong>del</strong>la nostra opera, che consiste in un’esistenza<br />

alla ricerca <strong>del</strong>l’Eternità, nonché <strong>del</strong>la vita e <strong>del</strong>l’armonia tra tutti noi.<br />

Dalla perpen<strong>di</strong>colare alla livella: questo passaggio contribuisce al lavoro <strong>di</strong> trasformazione e trasmutazione<br />

avviato nel Gabinetto <strong>di</strong> riflessione con l’esortazione <strong>del</strong>la formula Vitriol.<br />

La squadra e il compasso: se la squadra rappresenta la terra, il compasso è il simbolo <strong>del</strong> cielo; il loro<br />

incrociarsi si richiama allo stretto intreccio tra microcosmo e macrocosmo. Può trattarsi solo <strong>di</strong> un<br />

passaggio dallo stato umano, rappresentato dalla terra, agli stati sopraumani, rappresentati dal Cielo (o dai<br />

Cieli). Al primo grado, l’apertura <strong>del</strong> compasso deve essere fissata a 30°. Al secondo sarà <strong>di</strong> 45°. Al <strong>terzo</strong><br />

grado sarà <strong>di</strong> 60°, limite ottimale <strong>del</strong>le nostre possibilità. Deve essere sempre un equilibrio nel rapporto tra<br />

squadra e compasso, e questo equilibrio ci mostra i limiti da non superare, poiché il compasso aperto a più<br />

<strong>di</strong> 90° <strong>di</strong>venta uno strumento instabile e inefficace. Al primo grado, aperto a 30° viene posto sotto la<br />

squadra, a significare che lo spirito è sotto il moggio, con la predominanza <strong>del</strong>le contingenze <strong>del</strong> mondo<br />

profano. Al secondo grado, i progressi <strong>del</strong> compagno sono simboleggiati dall’intreccio <strong>del</strong> compasso e <strong>del</strong>la<br />

squadra sull’ara dei giuramenti. I rapporti materia/spiritualità si equilibrano. Il compagno fa un passo <strong>di</strong> lato<br />

verso mezzogiorno prima <strong>di</strong> tornare in asse, esplorando quin<strong>di</strong> la superficie <strong>del</strong> globo terrestre. Al <strong>terzo</strong><br />

grado il compasso a 60° si sovrappone completamente alla squadra, all’inverso <strong>del</strong> primo grado. La materia,<br />

conosciuta e dominata, è <strong>di</strong>retta dallo spirito. Il maestro fa i suoi passi in semicerchio, tracciando un volume<br />

per scavalcare il feretro <strong>di</strong> Hiram.<br />

Il maglietto e lo scalpello associati: il maglietto corrisponde all’utilizzazione <strong>del</strong>la gravità nella mano <strong>del</strong><br />

massone, la forza centripeta intorno a un punto, mentre lo scalpello corrisponde alla rottura, alla forza<br />

centrifuga che fa sparire la materia superflua. L’uomo, però, non può agire <strong>di</strong>rettamente sulla materia, ed è<br />

allora che lo scalpello servirà da interme<strong>di</strong>ario. Spesso quest’ultimo dovrà essere affilato, ovvero rivedere<br />

continuamente le conoscenze acquisite, per non lasciarle smussare.<br />

Il regolo e la leva: il regolo, statico, è liscio e graduato, e dà la <strong>di</strong>stanza tra due punti che può essere definita<br />

come porzione <strong>di</strong> linee, <strong>di</strong>visione definita <strong>del</strong>lo spazio, <strong>del</strong> tempo e <strong>del</strong>la materia, principio <strong>di</strong> ogni misura.<br />

La leva può essere considerata come un regolo in movimento nello spazio e nel tempo. Il regolo graduato<br />

in<strong>di</strong>ca alla potente leva il senso e la portata utile <strong>del</strong>la sua forza. Al fine <strong>di</strong> riunire tutti questi dati, possiamo<br />

approntare un quadro riepilogativo <strong>del</strong> simbolismo degli strumenti, definendone l’aspetto attivo e passivo.<br />

Il Maestro<br />

1. La parola <strong>di</strong> passo nel R.S.A.A.<br />

Tubalcain, dà accesso alla Camera <strong>di</strong> Mezzo. E’ il nome <strong>di</strong> colui che per primo seppe lavorare i metalli.<br />

Questo termine significa possesso <strong>del</strong> mondo e, <strong>di</strong> fatto, la scoperta <strong>di</strong> metalli utili come ferro o rame


assicurò all’uomo il possesso <strong>di</strong> tutti i beni <strong>del</strong>la terra. Il maestro può viaggiare da Oriente a Occidente, da<br />

Mezzogiorno a Settentrione e viceversa. Egli è libero e sovrano, libero massone in una libera loggia. Il<br />

termine ebraico Tubalcain si trova una sola volta nella Bibbia e si scrive con sette lettere. Significa anche<br />

asse <strong>del</strong> mondo.<br />

2. La parola <strong>di</strong> passo nel R.F.<br />

Giblim, è il nome degli abitanti <strong>del</strong> Monte Gibel, che estraevano le pietre dalla casa e sagomavano i cedri<br />

per la costruzione <strong>del</strong> tempio.<br />

3. La marcia a ritroso<br />

Questa marcia a ritroso permette al recipiendario <strong>di</strong> non affrontare troppo bruscamente e senza<br />

preparazione la morte. E’ il momento <strong>del</strong>l’accettazione <strong>di</strong> ciò che si è. Il momento <strong>di</strong> arresto <strong>di</strong> fronte alla<br />

stella è importante, poiché gli consente <strong>di</strong> fare il punto su sé stesso. La stella fiammeggiante è un punto<br />

fisso, come la stella polare. Tutti i sentieri spirituali implicano una volontà <strong>di</strong> ritorno al centro, all’origine,<br />

all’Unità principale. E’ il passaggio dall’apparenza alla realtà, o ancora <strong>del</strong>la forma all’essenza.<br />

4. Maestro Hiram<br />

Un mito racconta un evento che appartiene completamente al passato. Non si sa nulla, o molto poco, sulla<br />

verità storica <strong>del</strong>l’evento stesso. Un mito offre un mo<strong>del</strong>lo esemplare (Hiram), crea il mo<strong>del</strong>lo a partire da<br />

un avvenimento che è accaduto (l’assassinio <strong>del</strong> maestro con tre colpi); esprime una realtà <strong>del</strong>l’essere: la<br />

verità <strong>del</strong> mito consiste in questa realtà. Il mito aiuta a percepire una <strong>di</strong>mensione nascosta <strong>del</strong>la realtà<br />

umana e attua la funzione simbolica e analogica <strong>di</strong> risveglio <strong>del</strong>l’intuizione spirituale. Hiram: piuttosto la<br />

morte, <strong>di</strong>ce, che svelare il segreto che mi è stato confidato. Questa risposta ha anche un significato<br />

alchemico. In tutte le lingue semitiche, tra cui l’ebraico, ogni parola è generalmente formata da tre<br />

consonanti, ra<strong>di</strong>ce che conserva, in tutte le parola derivate, un senso fondamentale. Hiram: tre lettere in<br />

ebraico è HRM, a prescindere dalle <strong>di</strong>fferenti vocalizzazioni. Hiram <strong>di</strong> Tiro, Hiram Abbi o Abbif; Hiram figlio<br />

<strong>di</strong> bela e nipote <strong>di</strong> Beniamino.<br />

5. La tomba <strong>di</strong> Hiram<br />

Le <strong>di</strong>mensioni <strong>del</strong>la tomba <strong>di</strong> hiram: 3-5-7; ossia 3 cubiti <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà, 5 <strong>di</strong> larghezza e 7 <strong>di</strong> lunghezza,<br />

ricapitolando il numero <strong>del</strong>le tre età dei gra<strong>di</strong>.<br />

6. La carne si stacca alle ossa<br />

La carne scomparsa ricorda il mondo transitorio, passeggero e relativo <strong>di</strong> una vita che scorre via. Hiram ha<br />

sacrificato la propria vita per liberare il massone dalla paura <strong>di</strong> morire e mostrare che l’essenziale risiede<br />

nell’opera realizzata e non nell’esistenza <strong>del</strong>la persona. Questa leggenda è un supporto <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione che<br />

prepara a una conoscenza <strong>del</strong>la morte.<br />

7. Tutto si <strong>di</strong>ssolve<br />

Dal momento che la carne si è già staccata dalle ossa, non resta altro che lo scheletro <strong>del</strong>la tra<strong>di</strong>zione. Nel<br />

corpo umano esiste una particella in<strong>di</strong>struttibile, simbolicamente rappresentata come un osso<br />

particolarmente duro, alla quale l’anima resterebbe legata dopo la morte. Questo osso si chiama LUZ. Il LUZ<br />

contiene gli elementi virtuali necessari alla restaurazione <strong>del</strong>l’essere. Il LUZ imperituro nell’essere umano


corrisponderebbe al nocciolo <strong>di</strong> immortalità. A questo osso, situato all’estremità inferiore <strong>del</strong>la colonna<br />

vertebrale, viene dato l’appellativo <strong>di</strong> SACRO.<br />

8. I cinque punti perfetti <strong>del</strong> magistero<br />

Primo punto: consiste nel toccamento che si fa prendendosi reciprocamente il polso destro e formando n<br />

artiglio. Presenza <strong>di</strong> sostegno e <strong>di</strong> solidarietà. L’artiglio a forma <strong>di</strong> tridente fa pensare alla lettera shin in<br />

ebraico (W). Nello Zohar si <strong>di</strong>ce che shin designa con le sue tre aste i tre nomi <strong>di</strong>vini (Jehovah, Elohenou,<br />

Jehovah). Significa che io tenderò sempre la mano per assistere un Fratello.<br />

Secondo punto: avvicinare reciprocamente il piede destro dal lato interno. Possiamo vedere in questo gesto<br />

la volontà <strong>del</strong> maestro <strong>di</strong> correre in soccorso <strong>del</strong> suo fratello. Significa che non avrò mai paura <strong>di</strong><br />

allontanarmi dal mio cammino per assistere un Fratello.<br />

Terzo punto: toccarsi reciprocamente il ginocchio destro flesso. Può essere paragonato a una leva. La<br />

genuflessione è considerata segno <strong>di</strong> umiltà. Significa che quando mi inginocchierò per pregare, non dovrò<br />

mai <strong>di</strong>menticare <strong>di</strong> pregare per mio Fratello come per me stesso.<br />

Quarto punto: avvicinare il petto dal lato destro. E’ un segno <strong>di</strong> prossimità, <strong>di</strong> identificazione e <strong>di</strong> scambio. Il<br />

petto è la sede <strong>del</strong> coraggio e <strong>del</strong>l’affettività. Significa che serberò i segreti <strong>del</strong> mio Fratello come se fossero<br />

i miei.<br />

Quinto punto: appoggiare reciprocamente la mano sinistra sulla schiena, <strong>di</strong>etro la spalla destra. Se la spalla<br />

è passiva, la mano è attiva, vi è dunque l’unione <strong>di</strong> polarità contrarie. Viste dall’altro, esse formano un<br />

laccio d’amore o un otto. Significa che sarò sempre pronto ad assistere un Fratello fino quando ci sarà in<br />

mio potere.<br />

Rituale <strong>del</strong> Rito Scozzese Antico e Accettato: Come fu rialzato, F:. mio, quando era stato trovato morto? –<br />

Me<strong>di</strong>ante i cinque punti <strong>del</strong> compagnonaggio. Quali sono i cinque punti <strong>del</strong> compagnonaggio? – Lo si prese<br />

con il toccamento da appren<strong>di</strong>sta, ma la pelle si staccò dalla carne, poi con il toccamento da compagno, e <strong>di</strong><br />

nuovo la presa scivolò; allora lo si prese con il toccamento da maestro, conficcando cioè le cinque unghie<br />

<strong>del</strong>la mano destra nel suo polso destro e, trainando con tutta la forza, il piede destro contro il suo piede<br />

destro, il ginocchio destro contro il suo ginocchio destro, il lato destro <strong>del</strong> petto contro il lato destro <strong>del</strong><br />

suo, con la mano sinistra a sostenere la schiena; poi gli sussurrarono all’orecchio MAHHABONE, che<br />

significa putrefatto.<br />

9. I cattivi compagni<br />

Immaturi, non potendo attendere il tempo <strong>del</strong> loro aumento <strong>di</strong> salario, essi mostrano una mancanza <strong>di</strong><br />

perseveranza, <strong>di</strong> pazienza, oltre che <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento e <strong>di</strong> reali capacità. Essere coscienti <strong>di</strong> non sapere nulla<br />

o assai poco è un primo passo per vincere l’ignoranza, perché significa porsi in uno stato favorevole<br />

all’acquisizione <strong>del</strong>la conoscenza.<br />

10. I figli <strong>del</strong>la vedova<br />

I massoni sono designati con l’espressione figli <strong>del</strong>la vedova. Vidua significa “vuota, priva <strong>di</strong>”. Il termine<br />

vuoto si riferisce allo spazio e non al semplice nulla. Figli <strong>del</strong>la Vedova significherebbero figli <strong>del</strong>lo spazio. A<br />

me, figli <strong>del</strong>la Vedova! Tronco <strong>del</strong>l’Elemosiniere viene chiamato Tronco <strong>del</strong>la Vedova. Ogni massone che si<br />

trovi in una situazione <strong>di</strong>fficile implora l’aiuto dei fratelli, cosciente <strong>del</strong> proprio stato <strong>di</strong> debolezza. L’unione<br />

fa la forza e permette <strong>di</strong> superare tutte le <strong>di</strong>fficoltà in<strong>di</strong>viduali.


11. La parola perduta e le parole sostituite<br />

Tutte le tra<strong>di</strong>zioni testimoniano <strong>di</strong> qualcosa <strong>di</strong> perduto o <strong>di</strong> nascosto che occorre ritrovare. La per<strong>di</strong>ta <strong>del</strong>la<br />

pronuncia <strong>del</strong> gran nome <strong>di</strong>vino presso gli Ebrei, la scomparsa <strong>del</strong> Graal nella tra<strong>di</strong>zione cristiana, <strong>del</strong>la<br />

bevanda <strong>di</strong> immortalità presso gli indù (Soma) e i Persiani (Haoma), e numerose leggende e fiabe che<br />

narrano analogamente la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> qualcosa <strong>di</strong> prezioso che va ritrovato. Nella tra<strong>di</strong>zione massonica,<br />

l’essenza <strong>del</strong> contenuto <strong>del</strong>la leggenda <strong>di</strong> Hiram si impernia sulla per<strong>di</strong>ta <strong>del</strong>la Parola e sulla sua ricerca.<br />

Questa per<strong>di</strong>ta è la conseguenza <strong>del</strong>la scomparsa <strong>del</strong>l’architetto Maestro Hiram. Definire la parola umana è<br />

<strong>di</strong>fficile, l’unione <strong>di</strong> lettere in sillabe forma una parola, queste lettere, che hanno tutte un valore numerico,<br />

attingono la loro unità fondamentale dal Verbo creatore iniziale. Un Ebreo se deve pronunciare il<br />

Tetragramma, sostituita a questa parola Adoni (Aleph, valet, nun, iod). La per<strong>di</strong>ta <strong>del</strong>la pronuncia <strong>del</strong> Nome<br />

ineffabile fu legata alla <strong>di</strong>struzione <strong>del</strong> Tempio <strong>di</strong> Gerusalemme, poiché la tra<strong>di</strong>zione ebraica ne vietava la<br />

pronuncia al <strong>di</strong> fuori <strong>del</strong> Tempio, il che spiega la comparsa <strong>di</strong> una parola <strong>di</strong> sostituzione. Parola sostituita<br />

nel R.S.A.A. si pronuncia Moahon (mem, vav, aleph, beith, nun) che significa creato dal padre e figlio <strong>del</strong><br />

padre. Parola sostituita nel Rito Francese è Machbenah che significa il costruttore colpito. Ineffabile è<br />

sinonimo <strong>di</strong> inesprimibile, poiché non può essere manifestato da un semplice essere umano, limitato, che<br />

assurgerebbe allo stesso livello <strong>di</strong> un Principio Creatore.<br />

12. Il cerchio e il punto centrale<br />

Il cerchio è il simbolo perfetto <strong>del</strong>la totalità, costituito da tre elementi: il centro, la circonferenza e il raggio<br />

che lega il primo alla seconda. La sua forma esprime pienezza, armonia e perfezione. Nel suo centro tutti i<br />

raggi coesistono in una sola unità, la sua periferia chiusa su se stessa forma una ruota che evoca l’idea <strong>di</strong> un<br />

movimento possibile. La circonferenza simboleggia l’universo senza inizio né fine, e rappresenta<br />

l’estensione <strong>del</strong> punto nello spazio. Il raggio rappresenta il legame permanente tra la circonferenza e il<br />

centro. Senza collegamento ad un centro, ogni essere si troverebbe privo <strong>di</strong> equilibrio. Se il centro<br />

rappresenta l’Uno, immagine <strong>del</strong> Principio da cui nasce ogni creazione, la circonferenza rappresenta la<br />

molteplicità. Tracciare un cerchio la cui circonferenza sia ovunque e in nessun luogo rappresenta per ogni<br />

maestro massone il primo lavoro da compiere. Il fatto che il centro sia ovunque può significare che ogni<br />

massone è per definizione libero <strong>di</strong> trovare la propria giusta misura, il proprio centro, il quale è specifico<br />

per ogni in<strong>di</strong>viduo, e l’ovunque <strong>del</strong> centro rappresenta l’ideale <strong>di</strong> una libertà fondamentale <strong>di</strong> pensare ed<br />

agire che non va mai persa <strong>di</strong> vista. Se il compasso è completamente aperto, <strong>di</strong>viene una retta sterile che<br />

non può tracciare nulla. E’ importante che il maestro massone non si perda e trovi la misura <strong>del</strong> compasso<br />

che corrisponde alla sfera <strong>del</strong>le proprie capacità <strong>di</strong> conoscenza. Simboleggiando la <strong>di</strong>scesa <strong>del</strong>lo spirituale<br />

sulla materia per coor<strong>di</strong>narla.<br />

13. L’età <strong>del</strong> maestro massone<br />

Sette anni e più. Perché Salomone impiegò sette anni e più per la costruzione <strong>del</strong> Tempio. Numero 7, il<br />

rango dei sette massoni che devono essere riuniti come numero minimo viene chiaramente menzionata in<br />

una raccolta <strong>del</strong> Rito Francese. Contrariamente all’idea alquanto <strong>di</strong>ffusa <strong>di</strong> un minimo <strong>di</strong> sette maestri, ne<br />

sono sufficienti tre per aprire una loggia, a con<strong>di</strong>zione che siano assistiti da altri quattro massoni appren<strong>di</strong>ti<br />

o compagni. Due compagni e due appren<strong>di</strong>sti. I gra<strong>di</strong>ni <strong>del</strong>la scala. I sette gironi <strong>del</strong>la settimana, le sette<br />

virtù, i sette peccati capitali, le sette Arti Liberali. Il 7 è la somma <strong>di</strong> 4 + 3, unione <strong>del</strong> quaternario e <strong>del</strong><br />

ternario che mostra la capacità <strong>del</strong> maestro <strong>di</strong> spiritualizzare la materia. E’ il quadrato sormontato da un<br />

triangolo, ed è anche 6 + 1 che corrisponde alle sei <strong>di</strong>rezioni <strong>del</strong>lo spazio più il centro. Ciò ricorda anche la<br />

creazione in sei giorni con il settimo giorno <strong>di</strong> riposo. E più fa pensare che la ricerca <strong>del</strong> maestro sia<br />

illuminata.


14. Riunire ciò che è sparso<br />

Il compito od opera essenziale <strong>di</strong> un maestro massone, che comporta <strong>di</strong>verso aspetti: <strong>di</strong>ffondere la luce e<br />

riunire ciò che è sparso. L’appren<strong>di</strong>stato e il compagnonaggio sono stati una preparazione, una ricerca<br />

preliminare, in vista <strong>del</strong>l’atto <strong>di</strong> riunire ciò che è sparso, poiché in tutte le cose nell’universo si trovano<br />

particelle <strong>del</strong>la Parola Perduta. I due gra<strong>di</strong> precedenti, con gli otto viaggi effettuali alla ricerca <strong>del</strong>la<br />

conoscenza dei quattro elementi, hanno fornito i mezzi per ricostituire nella sua Unità l’immenso<br />

rompicapo frammentato <strong>del</strong> nostro universo. Ritrovare la Parola Perduta significa recuperare l’or<strong>di</strong>ne<br />

principale in cui ogni cosa cercata si trova al suo posto, a cominciare da noi stessi. Nel mito <strong>di</strong> Osiride, Iside<br />

riunisce le membra sparse <strong>del</strong> suo sposo per restituirgli la vita. I maestri massoni uniscono i loro sforzi per<br />

far rinascere Hiram con i cinque punti <strong>del</strong> magistrato.<br />

15. La Camera <strong>di</strong> Mezzo<br />

Ricorda che un maestro massone si trova sempre tra la squadra e il compasso, vale a <strong>di</strong>re nel luogo stesso<br />

in cui si iscrive la stella fiammeggiante, la quale corrisponde anche a ciò che si chiama invariabile mezzo. Al<br />

centro <strong>del</strong> mondo, al centro <strong>di</strong> tutte le cose, come simbolo <strong>di</strong> unità. Al centro <strong>del</strong>l’unione. Punto <strong>di</strong> partenza<br />

<strong>di</strong> un nuovo ciclo.<br />

16. Il copricapo<br />

Il nuovo maestro porta un copricapo come segno <strong>del</strong>le prerogative <strong>del</strong>la sua funzione <strong>di</strong> comando, e tale<br />

copricapo si assimila così a una corona, segno <strong>di</strong> potere e <strong>di</strong> sovranità. Secondo un uso assai antico, che<br />

potevano mostrare tutte le persone che pregavano gli Dei. La Massoneria nel suo complesso può essere<br />

considerata come la sposa, la vedova <strong>di</strong> Maestro Hiram.<br />

17. L’acacia<br />

Può essere definita come una forza vitale che permane, un messaggio <strong>di</strong> gioia e <strong>di</strong> speranza, un pegno <strong>di</strong><br />

pace, un segno che annuncia un’alleanza. Partiti alla ricerca <strong>del</strong>le spoglie <strong>di</strong> Hiram, i maestri trovano un<br />

ramo <strong>di</strong> acacia con cui in<strong>di</strong>viduano il luogo in cui la terra era stata rivoltata <strong>di</strong> fresco. Esso <strong>di</strong>viene il punto <strong>di</strong><br />

raduno dei maestri. Sul piano massonico vi è una evoluzione nel simbolismo vegetale. Al primo grado la<br />

melagrana fornisce dei chicchi racchiusi che fanno corpo unico con la materia. Al grado <strong>di</strong> compagno, le<br />

spighe <strong>di</strong> grano devono tornare alla materia prima per poter marcire e rinascere. Al grado <strong>di</strong> maestro, il<br />

ramo <strong>di</strong> acacia è pegno <strong>di</strong> resurrezione, il suo verde persistente simboleggia la speranza nell’immortalità <strong>del</strong><br />

essere, la fecon<strong>di</strong>tà <strong>del</strong>le conoscenze acquisite con il lavoro, l’incorruttibilità <strong>del</strong>la verità, dei mon<strong>di</strong>,<br />

conosciuti e sconosciuti, <strong>del</strong>l’essere. L’acacia annuncia così una meta formosi possibile, quella <strong>di</strong> ciascuno <strong>di</strong><br />

noi. L’acacia che esce dalla tomba è simbolo <strong>del</strong>la vita che trae origine dalla morte, si tratta <strong>del</strong>la<br />

simbolizzazione <strong>del</strong>la formula: nulla si crea, nulla si <strong>di</strong>strugge; è la <strong>di</strong>mostrazione che la vita ha bisogno <strong>del</strong>la<br />

morte per riprodursi. L’acacia compare in <strong>di</strong>fferenti tra<strong>di</strong>zioni come promessa <strong>di</strong> resurrezione e <strong>di</strong><br />

immortalità. Il legno <strong>di</strong> acacia è considerato sacro senza dubbio in virtù <strong>del</strong>la sua immarcescibilità. Le sue<br />

foglie persistenti testimoniano la perpetuità <strong>del</strong>la vita, con ciò alludendo all’immortalità.<br />

18. Da Oriente a Occidente<br />

Si tratta <strong>di</strong> un costante viaggio iniziatico che ha per obiettivo, tra l’altro, quello <strong>di</strong> proseguire all’esterno <strong>del</strong><br />

tempio l’opera avvita al suo interno. Ogni maestro massone ha il dovere <strong>di</strong> far risplendere a Occidente,<br />

simbolicamente nel mondo profano, la luce che ha ricevuto a Oriente, nella sua loggia. Viaggiare da<br />

Occidente a Oriente in<strong>di</strong>ca una ricerca permanente <strong>del</strong>la luce e un ritorno costante per trasmetterla


nuovamente. Questo viaggio verso Oriente configura un viaggio nell’interiorità, un viaggio <strong>di</strong> conoscenza <strong>di</strong><br />

se stessi (microcosmo), che permette <strong>di</strong> accedere alla conoscenza <strong>del</strong>l’universo (macrocosmo). In<br />

massoneria la porta <strong>del</strong>la morte viene designata come passaggio all’Oriente Eterno, o accesso alla Vera<br />

Luce. Dal fiammeggia mento espansivo <strong>del</strong>la stella <strong>del</strong> compagno a Oriente, dove essa risplendeva, essa<br />

passa progressivamente a Mezzogiorno, poi a Occidente, invitando il futuro maestro a passare dalla ricerca<br />

alla riflessione, dal raccoglimento alla me<strong>di</strong>tazione, a mezzanotte. Questi percorsi assicurano scambi<br />

costruttivi tra l’esterno e l’interno, tra la Luce e le tenebre. Da Oriente a Occidente, il maestro <strong>di</strong>viene<br />

un’autentica fiaccola <strong>di</strong> luce per i suoi fratelli umani su tutta la superficie <strong>del</strong>la terra.<br />

19. La marcia <strong>del</strong> maestro massone<br />

La marcia <strong>del</strong>l’appren<strong>di</strong>sta si effettua con tre passi in linea retta, il compagno continua la marcia<br />

effettuando due passi supplementari, un passo <strong>di</strong> lato a destra verso il Mezzogiorno, per poi tornare al<br />

centro. Al grado <strong>di</strong> maestro, il recipiendario effettua dunque cinque passi che lo conducono alla testa <strong>del</strong><br />

feretro <strong>di</strong> Hiram, che egli scavalca effettuando prima un semicerchio a destra, seguito da un altro a sinistra.<br />

Essa testimonia la continuità <strong>del</strong> cammino massonico nell’esplorazione approfon<strong>di</strong>ta <strong>del</strong>le tre <strong>di</strong>mensioni:<br />

la linea, il piano e il volume. La marcia termina con le braccia levate verso il cielo, il segno <strong>di</strong> orrore e<br />

l’esclamazione: ah, Signore mio Dio!, in ricordo <strong>del</strong>la scoperta <strong>del</strong> cadavere <strong>di</strong> Hiram da parte dei maestri<br />

partiti alla sua ricerca. E’ il completamento <strong>di</strong> un ciclo e l’inizio <strong>di</strong> un altro. Il numero 8 è il primo cubico (2 x<br />

2 x 2), che corrisponde al numero manifestato su tutti i piani. L’otto posto in orizzontale è il simbolo<br />

<strong>del</strong>l’infinito al quale il maestro può cercare <strong>di</strong> tendere, fino al suo passaggio all’Oriente Eterno.<br />

20. Il Segno <strong>di</strong> orrore<br />

La marcia termina sempre con le braccia al cielo, le <strong>di</strong>ta aperte è l’esclamazione: ah, Signore mio Dio!,<br />

lasciando ricadere le mani sulle lettere M:.B:. <strong>del</strong> grembiule da maestro, come per nasconderle. Alla<br />

scoperta <strong>del</strong> corpo, esterrefatto, il maestro <strong>del</strong>la loggia leva le braccia al cielo, allargando le <strong>di</strong>ta <strong>del</strong>le mani<br />

ed esclamando. Questa costatazione <strong>del</strong>la realtà <strong>del</strong>l’assassinio supera le capacità <strong>del</strong>l’intelletto. Il maestro<br />

fa appello alle forze superiori con questo gesto che è insieme esclamazione, segno <strong>di</strong> stupore e <strong>di</strong><br />

stupefazione, ma anche <strong>di</strong> prostrazione.<br />

21. Il segno d’or<strong>di</strong>ne<br />

I segni costituiscono mezzi <strong>di</strong> riconoscimento.<br />

22. La tavola da <strong>di</strong>segno<br />

Rapporto tra la tavola da <strong>di</strong>segno <strong>del</strong> maestro e la tavola tracciata dal segretario <strong>di</strong> loggia, in occasione <strong>di</strong><br />

ogni tornata: la tavola da <strong>di</strong>segno rappresenta sul tappeto <strong>di</strong> loggia, con l’alfabeto massonico, <strong>del</strong>le lettere<br />

che <strong>di</strong>ventano simbolo tangibile <strong>del</strong> magistero, rappresenta il suo supporto <strong>di</strong> lavoro.<br />

23. Il quadro <strong>del</strong> grado <strong>di</strong> maestro<br />

Al <strong>terzo</strong> grado il nero e il tema <strong>del</strong>la scomparsa e <strong>del</strong>la morte predominano, invitando alla me<strong>di</strong>tazione. Il<br />

bianco rappresenta la sintesi <strong>di</strong> tutti i colori riflessi, mentre il nero è l’assorbimento <strong>di</strong> tutti i colori, ed è<br />

considerato anche come assenza <strong>di</strong> colore. Il quadro <strong>di</strong> loggia <strong>del</strong> grado ricapitola i principali simboli <strong>del</strong><br />

grado: un feretro, emblemi <strong>di</strong> morte quali tibie incrociate e cranio, squadra alla testa <strong>del</strong> feretro a<br />

Occidente, compasso ai pie<strong>di</strong> <strong>del</strong> feretro a Oriente, il simbolo <strong>del</strong>la tavola da <strong>di</strong>segno, un tumulo che<br />

ricorda la tomba <strong>di</strong> hiram sormontata da un ramo <strong>di</strong> acacia, lacrime <strong>di</strong> argento, nappa dentellata.


Le funzioni<br />

1. Le funzioni e gli ufficiali<br />

Gli ufficiali si alzano e vengono sostituiti, senza contrasti, in armonia. Alzarsi, essere sostituiti, significa<br />

accettare <strong>di</strong> partecipare al movimento <strong>del</strong>la vita, evitare ogni fissazione, ogni cristallizzazione contraria alla<br />

propria evoluzione. La vocazione <strong>del</strong>la Massoneria, tra l’altro, è quella <strong>di</strong> trasmettere alle generazioni, nel<br />

corso <strong>del</strong> tempo, gli elementi tra<strong>di</strong>zionali <strong>del</strong>la conoscenza, affinché coloro che seguiranno contribuiscano<br />

al progresso e al miglioramento <strong>del</strong>l’umanità in generale, oltre che all’elevazione, se possibile fino al sacro,<br />

dei fratelli e in particolare <strong>di</strong> se stessi. Quella <strong>di</strong> sapersi ritirare è una lezione iniziatica. L’esperienza non si<br />

ottiene in altro modo che con la pratica, il tempo, il lavoro personale e l’assidua presenza. Una loggia è<br />

<strong>di</strong>retta da tre ufficiali, illuminata da cinque e resa giusta e perfetta da sette.<br />

2. Il maestro venerabile<br />

Il venerabile in carica detiene nelle sue mani tutti i poteri, il che implica una responsabilità assai gravosa. La<br />

sua funzione è immobile. Non basta <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> un potere: è ben più necessario saperlo esercitare, poiché<br />

in questo risiede il vero talento. Egli deve vedere tutto, sapere tutto, controllare tutto, anche se per <strong>del</strong>ega.<br />

Il venerabile non può agitarsi nell’ambito <strong>del</strong>la manifestazione, poiché deve esserne il centro. Ecco perché è<br />

l’unico massone che in loggia non si alza in pie<strong>di</strong> all’or<strong>di</strong>ne per parlare. Non si tratta <strong>di</strong> un privilegio sugli<br />

altri, ma <strong>del</strong> segno in base al quale si presume che egli sia continuamente all’or<strong>di</strong>ne nella sua interiorità.<br />

Egli porta sul petto una squadra ad aste ineguali, il cui rapporto <strong>di</strong> proporzione è legato a un segreto <strong>del</strong><br />

mestiere. Tale squadra rappresenta l’unione e la sintesi <strong>del</strong>la perpen<strong>di</strong>colare e <strong>del</strong>la livella, attributi<br />

rispettivi dei due Sorveglianti. On ogni via iniziatica la nozione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto è intimamente legata a quella <strong>di</strong><br />

dovere, e la nozione <strong>di</strong> libertà a quella <strong>di</strong> obbe<strong>di</strong>enza. Il Venerabile incarna la Sapienza che concepisce, il<br />

Primo Sorvegliante la Forza che esegue e porta a compimento, il Secondo Sorvegliante la Bellezza che<br />

adorna l’opera. Dopo la funzione più elevata a Oriente, egli va ad occupare, a Occidente, la funzione più<br />

umile <strong>di</strong> Copritore.<br />

3. Il Primo Sorvegliante<br />

Siede a Occidente, incaricato <strong>di</strong> procurare i materiali per la costruzione <strong>del</strong> Tempio <strong>di</strong> Salomone.<br />

Simboleggia la Forza. I Sorveglianti hanno la <strong>di</strong>rezione <strong>del</strong>la propria colonna ed è a loro che ogni fratello<br />

deve rivolgersi per chiedere la parola: essi, a loro volta, la chiedono al Venerabile in favore <strong>del</strong> fratello con<br />

un colpo <strong>di</strong> maglietto Adempie funzioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione <strong>del</strong> lavoro massonico sotto il controllo <strong>del</strong> Maestro<br />

Venerabile che ne è l’or<strong>di</strong>natore. Reca sul petto la livella, è la ricerca <strong>del</strong> giusto mezzo che assicura l’accesso<br />

alla Camera <strong>di</strong> Mezzo e all’Unità.<br />

4. Il Secondo Sorvegliante<br />

Siede al centro <strong>del</strong>la colonna <strong>di</strong> mezzogiorno. Reca sul petto la perpen<strong>di</strong>colare, simbolo attivo <strong>del</strong>la ricerca<br />

interiore nelle profon<strong>di</strong>tà <strong>del</strong> silenzio, <strong>del</strong>l’equilibrio e <strong>del</strong>la retta via. Adempie una funzione <strong>di</strong> accoglienza,<br />

<strong>di</strong> apertura e <strong>di</strong> educazione per gli appren<strong>di</strong>sti, in quanto è incaricato <strong>del</strong> loro risveglio. Simboleggia la<br />

bellezza. Il filo a piombo guida lo spirito verso il proprio asse interiore. Osserva il sole al suo meri<strong>di</strong>ano,<br />

chiama i fratelli dalla ricreazione al lavoro e ricorda tutti loro <strong>di</strong> riposare. La sua funzione deve essere<br />

adempiuta con elasticità, tatto e fermezza, senza rigi<strong>di</strong>tà, ma con un rigore tinto <strong>di</strong> comprensiva dolcezza.<br />

5. L’oratore


Viene dal latino orare che significa pregare. E’ colui che può imporre silenzio, me<strong>di</strong>tazione e riflessione. E’ il<br />

guar<strong>di</strong>ano <strong>del</strong>la Legge, il custode <strong>del</strong>la tra<strong>di</strong>zione massonica. Egli reca sul petto un libro aperto su cui è<br />

scritto legge massonica. Il dovere <strong>del</strong>l’Oratore è innanzitutto quello <strong>del</strong>l’obiettività più attenta, il che<br />

significa che non deve tanto utilizzare l’arte <strong>del</strong>la persuasione (o retorica), quanto quella <strong>del</strong>la <strong>di</strong>alettica,<br />

tecnica <strong>di</strong> ragionamento in<strong>di</strong>ssociabile <strong>del</strong>la retorica. Al momento dei passaggi <strong>di</strong> grado l’Oratore è<br />

incaricato <strong>di</strong> presentare un <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> benvenuto a nome <strong>del</strong>la loggia, adeguandosi al livello<br />

<strong>del</strong>l’interlocutore. Dopo le sue conclusioni, nessuno (neppure il Venerabile) è più autorizzato a prendere la<br />

parola sull’argomento trattato.<br />

6. Il Segretario<br />

Re<strong>di</strong>ge la tavola <strong>di</strong> architettura, da sottoporre all’approvazione <strong>del</strong>la loggia nella tornata seguente. Sul<br />

petto reca due penne incrociate. Il verbale dei lavori precedenti deve essere il giusto riflesso <strong>di</strong> tutto ciò che<br />

è stato tramandato e pronunciato nella loggia. Tale memoria <strong>del</strong>la loggia favorisce la consapevolezza <strong>del</strong>le<br />

decisioni prese. Se le parole volano, gli scritti restano. La tra<strong>di</strong>zione orale non è più considerata come<br />

sufficientemente affidabile. Lo scritto rimane, lasciando una traccia concreta <strong>del</strong> pensiero. Secondo l’origine<br />

<strong>del</strong> termine, il Segretario è il depositario dei segreti.<br />

7. Il Tesoriere<br />

Il tesoriere siede <strong>di</strong>nanzi alla colonna <strong>del</strong> Mezzogiorno. E’ incaricato <strong>di</strong> percepire le quote, i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong><br />

ammissione e <strong>di</strong> aumento <strong>del</strong> salario. E’ il depositario dei metalli e dei valori che appartengono alla loggia. I<br />

suoi conti sono verificati dal Venerabile e chiusi una volta l’anno. Il tesoriere è annualmente responsabile<br />

<strong>del</strong> pagamento regolare dei tributi <strong>del</strong>la loggia nei confronti <strong>del</strong> tesoro principale <strong>del</strong>la sua obbe<strong>di</strong>enza.<br />

Reca sul petto due chiavi incrociate, che gli conferiscono il potere <strong>di</strong> aprire o chiudere il tesoro <strong>del</strong>l’officina.<br />

Rappresenta anche un “apriti Sesamo”. Due chiavi <strong>di</strong>sposte a forma <strong>di</strong> croce <strong>di</strong> Sant’Andrea dovuta<br />

all’immaginazione <strong>di</strong> un ricamatore per ragioni <strong>di</strong> estetica e <strong>di</strong> equilibrio <strong>del</strong> motivo.<br />

8. L’Ospedaliere<br />

Siede <strong>di</strong>nanzi alla colonna <strong>del</strong> Nord. Raccoglie in loggia le donazioni fatte al tronco <strong>del</strong>la beneficenza e la<br />

sua cassa è in<strong>di</strong>pendente da quella <strong>del</strong> tesoriere. I fon<strong>di</strong> che egli gestisce sono destinati esclusivamente a<br />

soccorrere i fratelli in stato <strong>di</strong> in<strong>di</strong>genza. Rende conto <strong>del</strong>la sua gestione stilando un bilancio annuale <strong>di</strong><br />

fronte all’officina al momento <strong>del</strong>la costituzione <strong>del</strong> nuovo collegio. L’Ospedaliere fa circolare il tronco <strong>del</strong>la<br />

vedova per raccogliere l’obolo dei fratelli. La vita è un perpetuo scambio tra dare e avere. E’ auspicabile che<br />

questa funzione venga espletata da un anziano Venerabile.<br />

9. L’Esperto<br />

Guida i can<strong>di</strong>dati nel corso <strong>del</strong>le prove iniziatiche, prende posto davanti all’Ospedaliere, voltandogli le<br />

spalle, con la spada in mano, sempre pronto a eseguire un or<strong>di</strong>ne proveniente dal Venerabile. Ha<br />

i’incombenza <strong>di</strong> raccogliere le palline e le schede <strong>di</strong> ogni votante e <strong>di</strong> assistere allo spoglio dei voti. Sul<br />

collare <strong>del</strong> esperto si trova un occhio, simbolo <strong>di</strong> vigilanza. La sua funzione è essenzialmente mobile, come<br />

quella dei Diaconi presso gli Antients.<br />

10. Maestro <strong>del</strong>le Cerimonie<br />

Siede davanti alla colonna <strong>del</strong> Mezzogiorno. Incaricato <strong>del</strong>l’ammissione dei Visitatori. Prima <strong>del</strong>l’apertura<br />

dei lavori, prepara la loggia. E’ l’incaricato <strong>di</strong> condurre la marcia per ogni circolazione nel tempio. La sua


funzione è essenzialmente mobile, porta sul collare due spade incrociate con un bastone al centro. Va a<br />

cercare i <strong>di</strong>gnitari sul sagrato e li annuncia alla porta <strong>del</strong>la loggia prima <strong>di</strong> introdurli solennemente.<br />

Distribuisce le palline per i voti. Aiuta l’Esperto a preparare i can<strong>di</strong>dati all’iniziazione e a sottoporli alle<br />

<strong>di</strong>verse prove. E auspicabile che la deambulazione <strong>del</strong> Maestro <strong>del</strong>le Cerimonie si facciano con solennità e<br />

sobrietà, secondo un ritmo calmo e posato.<br />

11. I Diaconi<br />

E’ un ufficio specifico degli Antients. La parola <strong>di</strong>acono viene dal latino <strong>di</strong>aconus, e a sua volta proveniente<br />

dal greco <strong>di</strong>acono, che significa ministro, servitore. Assistenti dei tre ufficiali principali che <strong>di</strong>rigono la<br />

loggia. Il primo Diacono siede a destra <strong>del</strong> Maestro Venerabile, <strong>del</strong> quale trasmette gli or<strong>di</strong>ni al Primo<br />

Sorvegliante. Il Secondo Diacono siede a destra <strong>del</strong> Primo Sorvegliante.<br />

12. Il Copritore<br />

Ha una funzione <strong>di</strong> custo<strong>di</strong>a. E’ buona consuetu<strong>di</strong>ne che sia il Venerabile che ha appena lasciato la carica ad<br />

assolvere tale funzione, insegnando in tal modo che ciò che è in alto è come ciò che è in basso. Concerne<br />

tutto ciò che attiene alla custo<strong>di</strong>a <strong>del</strong>l’accesso, esterno e interno, <strong>del</strong>la porta, ed è per questo che<br />

anticamente era chiamato Fratello Terribile. Il Copritore è seduto a Occidente.<br />

13. I Collari e le sciarpe<br />

In origine il collare aveva unicamente uno scopo : appendere i gioielli. Non si tratta <strong>di</strong> decorazioni<br />

onorifiche, ma <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> riferimento visivi <strong>del</strong>le funzioni occupate.<br />

14. I Gioielli<br />

Mobili: squadra, livella e filo a piombo. Immobili: tavola da <strong>di</strong>segno, pietra cubica a punta e la pietra grezza.<br />

15. Le spade<br />

Essa permette <strong>di</strong> fare giustizia, è il simbolo <strong>di</strong> protezione, vigilanza, coraggio, autorità e regalità. La spada<br />

fiammeggiante appoggiata sul seggio <strong>del</strong> Maestro Venerabile è una spada fiammeggiante.<br />

Etica e Consuetu<strong>di</strong>ni Massoniche<br />

1. Le indagini<br />

Le con<strong>di</strong>zioni preliminari: verificare tramite l’espe<strong>di</strong>ente <strong>di</strong> tre indagini che il can<strong>di</strong>dato sia libero e <strong>di</strong> buoni<br />

costumi. Agli inquirenti rimane la cura <strong>di</strong> apprezzare il valore <strong>del</strong> can<strong>di</strong>dato, la serietà e la profon<strong>di</strong>tà <strong>del</strong>le<br />

sue motivazioni. Domande: richiede <strong>di</strong> essere ammesso senza subire la minima pressione o sollecitazione<br />

dal suo ambiente?, il can<strong>di</strong>dato è equilibrato?, E’ perfettibile e in grado <strong>di</strong> mettersi sinceramente in<br />

<strong>di</strong>scussione?, E’ perseverante e capace <strong>di</strong> un’opera <strong>di</strong> ampio respiro?, Ha uno spirito <strong>di</strong> apertura sufficiente<br />

per accettare punti <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>versi dai suoi?, Persegue una ricerca <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne spirituale?, Sarà un elemento<br />

positivo per l’officina che lo accoglierà?, Cosa può apportare alla loggia?, E’ iniziabile?<br />

2. Il padrino<br />

Dal latino patrinus, a sua volta da pater, padre. Colui che presenta il can<strong>di</strong>dato è un suo amico, che in<br />

seguito adempie tra<strong>di</strong>zionalmente il ruolo <strong>di</strong> padrino. Conoscente stretto o <strong>di</strong> opportunità.


3. I doveri <strong>del</strong>l’appren<strong>di</strong>sta<br />

Assistere alle tornate e alle riunioni <strong>di</strong> istruzione; osservare il silenzio in tornata; sgrossare la pietra grezza,<br />

sforzarsi <strong>di</strong> vincere le proprie passioni e <strong>di</strong> correggere i <strong>di</strong>fetti; obbe<strong>di</strong>re alle richieste dei maestri, in quanto<br />

conformi allo spirito <strong>del</strong>l’Or<strong>di</strong>ne.<br />

4. I doveri <strong>del</strong> Compagno<br />

E’ tenuto all’assiduità proprio come l’appren<strong>di</strong>sta, è importante che il compagno si rechi come visitatore in<br />

altre logge e obbe<strong>di</strong>enze, ciò contribuirà alla sua formazione massonica intellettuale e spirituale. Fa<br />

scoprire il lavoro in comune, sviluppa il senso <strong>del</strong>la comunità e permette <strong>di</strong> armonizzare gli atti e le parole.<br />

5. I doveri <strong>del</strong> maestro<br />

La saggezza nei costumi, la forza nell’unione con i fratelli e la bellezza nel carattere. Essere maestri significa<br />

innanzitutto essere maestri <strong>di</strong> se stessi, impone <strong>di</strong> trovare in ogni cosa il giusto mezzo, sia nei pensieri che<br />

negli atti e nel comportamento. Possiamo considerare il maestro sotto tre aspetti: 1) in formazione:<br />

“morte e resurrezione”; 2) in evoluzione: “proseguire all’esterno”; 3) in <strong>di</strong>venire: “maestro massone<br />

all’esterno come all’interno”: in rapporto con se stesso, alla sua loggia, all’Obbe<strong>di</strong>enza, ala sua cultura, alla<br />

sua famiglia, alla sua situazione socio-professionale.<br />

6. La tolleranza<br />

Deriva dal verbo latino tolo che significa tollerare, portare, sopportare, resistere, am anche sostenere,<br />

mantenere e, per estensione, combattere. Nasce dalla ra<strong>di</strong>ce indoeuropea tel, tol, sulla quale si forma il<br />

nome Atlante, il gigante che sostiene il mondo sulle spalle, come fosse pronto a portare tutti i mali dei suoi<br />

simili. Questa rappresentazione può fare pensare che l’atto <strong>di</strong> tollerare o <strong>di</strong> essere tollerante presupponga<br />

uno sforzo per elevarsi dal basso verso l’alto. E’ anche rispetto <strong>del</strong>le opinioni e <strong>del</strong>le convinzioni altrui. La<br />

nozione <strong>di</strong> tolleranza è estranea alla bibbia; essa appare come una nozione filosofica ed evolutiva, che<br />

comincia davvero a definirsi nei decenni che precedono la nascita <strong>del</strong>la Massoneria nella sua moderna<br />

forma speculativa. La tolleranza è una costruzione progressiva, un vero patto tra uomini <strong>di</strong> buona volontà,<br />

che si elabora innanzitutto per necessità vitale, e in un secondo momento grazie alla ragione. E’<br />

accettazione <strong>del</strong>le <strong>di</strong>fferenze evidenti, siano esse fisiche, socioculturali, politiche o religiose. Si tratta <strong>di</strong><br />

sopportare con un’attitu<strong>di</strong>ne all’ascolto e all’apertura paziente i comportamenti altrui, anche se <strong>di</strong>versi,<br />

anzi opposti ai propri. Tale comportamento <strong>di</strong> tolleranza favorisce la libertà <strong>di</strong> essere se stessi. La tolleranza<br />

consiste nell’astenersi <strong>del</strong> giu<strong>di</strong>care a priori gli altri, e rende attuali: non giu<strong>di</strong>care, se non vuoi essere<br />

giu<strong>di</strong>cato, o ancora non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te. La tolleranza è un punto d’onore per<br />

tutti i massoni. Rappresenta il giusto mezzo tra due estremi: l’intolleranza e il lassismo, i cui effetti <strong>di</strong>versi<br />

sono ugualmente dannosi. La loggia rappresenta un microcosmo nel seno <strong>del</strong> macrocosmo.<br />

L’intolleranza viene definita dal <strong>di</strong>zionario come una <strong>di</strong>sposizione ostile verso persone che professano<br />

opinioni <strong>di</strong>verse dalle proprie.<br />

Il lassismo viene dal latino laxus, che significa rilassato. Dottrina che tende ad attenuare la gravità degli<br />

obblighi morali. Diventa un’eccessiva larghezza <strong>di</strong> idee in materia morale, che a sua volta può sfociare nella<br />

soppressione <strong>di</strong> tutti i <strong>di</strong>vieti. Accettare tutto senza <strong>di</strong>scernimento, per timore <strong>di</strong> situazioni conflittuali,<br />

provoca un comportamento improntato a debolezza.<br />

7. La fraternità


Iene dal termine latino fraternitas – frater, che significa fratello.<br />

Manoscritto Sloane (1700): Di che cosa è fatta la chiave <strong>del</strong>la porta <strong>del</strong>la vostra loggia? Non è fatta, né <strong>di</strong><br />

pietra, <strong>di</strong> ferro, d’acciaio o <strong>di</strong> altro metallo; è la lingua <strong>del</strong> buon nome (che parla solo bene) <strong>del</strong> fratello, sia<br />

alle sue spalle che <strong>di</strong> fronte a lui.<br />

Manoscritto Wilkinson (1727): … la lingua <strong>di</strong> buona reputazione (è quella) che parla allo stesso modo sia<br />

alle spalle che <strong>di</strong>nanzi a un fratello.<br />

Nel senso esoterico è un’unione stretta tra uomini o gruppi umani. La fraternità massonica è uno stato <strong>di</strong><br />

fatto, dal momento che tutti i massoni si riconoscono come figli <strong>del</strong>la Vedova. La fraternità iniziatica<br />

impone all’iniziato <strong>di</strong> riconciliarsi preliminarmente con se stesso, per intraprendere un cammino volontario<br />

ed altruista fondato sull’amore e sulla consapevolezza che tutti gli esseri provengono da una stessa origine.<br />

8. La beneficenza<br />

Viene definita come una <strong>del</strong>le virtù la cui pratica ci è più cara, quella che più ci avvicina all’Autore <strong>del</strong> nostro<br />

essere.<br />

9. Le virtù massoniche<br />

Virtù proviene dal latino virtus, propriamente forza virile, da cui valore, coraggio. Regulateur du Macon:<br />

Cosa è un massone? E’ un uomo libero, amico sia <strong>del</strong> povero che <strong>del</strong> ricco, se sono virtuosi. Guide des<br />

Macon Ecossais: Che cosa intendete con il termine virtù? E’ una <strong>di</strong>sposizione d’animo che porta a fare il<br />

bene. La virtù consisterebbe nell’armonia interiore <strong>del</strong>l’anima. I sette gra<strong>di</strong>ni corrispondono alle tre virtù<br />

teologali. Fede, Speranza e Carità, alle quali si aggiungono le virtù car<strong>di</strong>nali, Forza, Temperanza, Prudenza e<br />

Giustizia.<br />

10. Il Grande Architetto <strong>del</strong>l’Universo<br />

Egli è uno, ed esiste per se stesso; a lui tutti gli esseri devono la loro esistenza. Egli opera ovunque e in ogni<br />

cosa. Invisibile agli occhi dei mortali, egli vede tutte le cose; è lui che invoco; è lui che rivolgo i miei voti e le<br />

mie preghiere. Infiamma i loro cuori <strong>del</strong>l’amore per le virtù. Davide dà a suo figlio Salomone i piani, ricevuti<br />

da Dio, che presi<strong>di</strong>eranno alla costruzione <strong>del</strong> nuovo tempio. In Massoneria esistono due correnti: quella<br />

che si richiama al Grande Architetto <strong>del</strong>l’Universo e quella che lo ignora. Tra i massoni vi sono quelli che<br />

credono al Cielo e quelli che non ci credono … Stante questa realtà, essa non deve costituire un ostacolo<br />

all’armonia ed alla fraternità che debbono regnare tra tutti. Ognuno crede in qualcosa o qualcuno. La<br />

<strong>di</strong>fficoltà consiste nel definire la natura <strong>di</strong> questa convinzione. Si può osservare che essa rappresenta il<br />

Principio spirituale <strong>di</strong> ogni costituzione.<br />

11. Le Agapi<br />

Deriva dal greco apapé, che significa amore, carità. Designa un pasto destinato a manifestare e favorire la<br />

carità reciproca o la comunione dei cuori. L’unione tra gli uomini era simboleggiata dal pasto consumato in<br />

comune.<br />

12. La colonna d’armonia<br />

Il repertorio utilizzato nelle colonne d’armonia dovrebbe essere costituito principalmente da opere<br />

massoniche <strong>di</strong> Mozart, Haydn, Liszt, Sibelius e così via. La musica rappresenta l’Arte <strong>di</strong> armonizzare il suono


che, regolato in altezza, lunghezza e intensità <strong>di</strong>venta una nota. La musica è l’organizzazione coerente <strong>del</strong><br />

suono, <strong>di</strong> molti suoni simultanei o consecutivi. La bellezza <strong>del</strong> suono è nella sua altezza, la forza nella sua<br />

densità e la saggezza è nella sua lunghezza. La colonna d’armonia deve accompagnare il rituale e servirlo in<br />

modo adatto ai suoi bisogni, rimanendo perfettamente adeguata ed esso, e da qui nasce la <strong>di</strong>fficoltà <strong>del</strong><br />

compito assegnato a colui che ne ha la responsabilità.<br />

Fondamenti <strong>del</strong>la Massoneria Francese<br />

1. I Landmark<br />

Un elemento topografico visibile da lontano, che serve come punto <strong>di</strong> riferimento; un mezzo utilizzato per<br />

<strong>del</strong>imitare i confini <strong>di</strong> un territorio; un elemento, un avvenimento o una caratteristica particolarmente<br />

evidenti. Un oggetto, un avvenimento o un cambiamento che segna le tappe <strong>di</strong> un processo o i momenti<br />

critici <strong>di</strong> un’evoluzione storica. I confini dei campi che non devono essere in nessun caso superati. I<br />

Landmark erano intoccabili. E’ una sorta <strong>di</strong> legge non scritta che esprime l’essenza stessa <strong>del</strong>l’Or<strong>di</strong>ne e che<br />

ogni massone deve mantenere immutata: può essere aggiornato, mai creato; non può essere mo<strong>di</strong>ficato,<br />

né alterato. Gli elementi esistenti compilati da numerosi autori ne rivelano tra 5 e 75.<br />

2. Gli Old Charges (Antichi Doveri)<br />

Si chiamano Antichi Doveri alcuni manoscritti inglesi i quali insegnano la storia <strong>del</strong> mestiere. Costituzioni <strong>di</strong><br />

Anderson destinate a sostituire gli Old Charges.<br />

3. Gli Antichi Catechismi massonici<br />

Si chiamano Catechismi perché si presentano sotto forma <strong>di</strong> domande e risposte. Tre fonti principali<br />

appartenenti a questa categoria <strong>di</strong> documenti hanno ampiamente influenzato la Massoneria continentale:<br />

1) La Masonry Dissected (Massoneria notomizzata) <strong>di</strong> Samuel Prichard, apparsa nel 1730; 2) I Tres coups<br />

<strong>di</strong>stincts (La Porta <strong>del</strong>la più antica Massoneria aperta a tutti gli uomini) pubblicato nel 1760; 3) Jachin e<br />

Boaz (la Chiave autentica per la porta <strong>del</strong>la Massoneria, sia antica che moderna) <strong>del</strong> 1762.<br />

4. Costituzioni e regole<br />

Il pastore James Anderson (1680 – 1739) è <strong>di</strong>ventato una celebrità <strong>del</strong>la storia massonica in ragione <strong>del</strong>le<br />

prime Gran<strong>di</strong> Costituzioni da lui redatte. Si presentano sud<strong>di</strong>vise in tre parti più un’appen<strong>di</strong>ce: 1) una storia<br />

generale <strong>del</strong> Mestiere che riassume gli Antichi Doveri; 2) gli Obblighi dei liberi muratori; 3) I regolamenti<br />

<strong>del</strong>la Grande Loggia; 4) I Canti.<br />

5. L’Or<strong>di</strong>ne<br />

L’Or<strong>di</strong>ne come metafisico nella sua essenza e tra<strong>di</strong>zionale nella sua manifestazione. I massoni, <strong>di</strong>sponendo<br />

da una loggia, sono sottoposti all’Or<strong>di</strong>ne. L’Or<strong>di</strong>ne è depositario <strong>del</strong>la tra<strong>di</strong>zione massonica, e quin<strong>di</strong><br />

possiede un carattere universale e atemporale.<br />

6. Le Obbe<strong>di</strong>enze<br />

Le obbe<strong>di</strong>enze sono federazioni amministrative <strong>di</strong> logge (Officine) raggruppate generalmente in Granid<br />

Logge o Gran<strong>di</strong> Orienti. Per dare vita a un’obbe<strong>di</strong>enza, occorre come minimo l’unione preliminare <strong>di</strong> tre<br />

logge in<strong>di</strong>pendenti.<br />

7. L’Area massonica


Detta <strong>del</strong>la Vera Luce, fa risalire simbolicamente l’or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong>la Massoneria alla creazione <strong>del</strong> mondo,<br />

secondo la tra<strong>di</strong>zione biblica. Il calendario massonico si ottiene aggiungendo 4.000 anni. Nel anno 708 <strong>del</strong>la<br />

fondazione <strong>di</strong> Roma, ossia 46 anni prima <strong>del</strong>la nostra era, Giulio Cesare volle riorganizzare il calendario.<br />

Inserì eccezionalmente due nuovi mesi tra novembre e <strong>di</strong>cembre, portando in tal modo il numero dei giorni<br />

<strong>del</strong>l’anno a 365, che <strong>di</strong>ventano 366 ogni 4 anni. Fu solo a partire <strong>del</strong> 1567 che la data attuale <strong>del</strong> primo<br />

gennaio fu adottata come giorno <strong>di</strong> inizio <strong>del</strong>l’anno.<br />

8. L’alfabeto massonico<br />

Sembra essere un’innovazione francese. Produce nove caselle, aperte e chiuse. Esistono numerose varianti<br />

<strong>del</strong>l’alfabeto massonico.<br />

Le obbe<strong>di</strong>enze e i loro Riti<br />

1. Grande Oriente <strong>di</strong> Francia (G.O.D.F.)<br />

E’ la più antica <strong>del</strong>le obbe<strong>di</strong>enze francesi. Il 1717 segna la data <strong>di</strong> nascita <strong>del</strong>la Massoneria speculativa<br />

moderna a Londra, le prime logge francesi fanno la loro comparsa a partire <strong>del</strong> 1725. Il Grande Oriente <strong>di</strong><br />

Francia è stato costituito a partire dal 1773. Un’assemblea generale annuale, chiamata Convento,<br />

costituisce l’organo legislativo <strong>del</strong>l’obbe<strong>di</strong>enza, rappresentata da un <strong>del</strong>egato per ogni loggia. Essa elegge<br />

un Consiglio <strong>del</strong>l’Or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 33 membri che costituisce l’esecutivo, e una Corte <strong>di</strong> Giustizia che rappresenta<br />

l’organo giu<strong>di</strong>ziario. Esiste anche una Commissione Nazionale <strong>del</strong>la Solidarietà. Il Consiglio <strong>del</strong>l’Or<strong>di</strong>ne<br />

elegge annualmente un Gran Maestro. Il mandato dei consiglieri <strong>del</strong>l’or<strong>di</strong>ne dura 3 anni, ed ogni anno è<br />

possibile rinnovare un <strong>terzo</strong> <strong>di</strong> essi. Il Grande Oriente <strong>di</strong> Francia fa proprio il moto repubblicano: Libertà –<br />

Uguaglianza – Fraternità. E’ formata esclusivamente da uomini, ma moltissime <strong>del</strong>le sue logge accettano in<br />

qualità <strong>di</strong> visitatrici le donne, che fanno parte <strong>di</strong> obbe<strong>di</strong>enze amiche. Rappresenta un’istituzione<br />

essenzialmente filantropica, filosofica e progressista che ha per oggetto la ricerca <strong>del</strong>la verità, lo stu<strong>di</strong>o<br />

<strong>del</strong>la morale e la pratica <strong>del</strong>la solidarietà. Il rito prevalentemente praticato nell’obbe<strong>di</strong>enza è il Rito<br />

Francese. Vengono praticati anche altri riti, come il Rito Scozzese Antico e Accettato (fondato in Francia nel<br />

1804), il Rito Scozzese Rettificato (fondato nel 1782), il Rito <strong>di</strong> Memphis e Misraim (creato nel 1813) e il Rito<br />

Inglese <strong>di</strong> stile Emulation a partire dall’anno 2000. Conta con 44.000 membri.<br />

2. La Grande Loggia Nazionale Francese (G.L.N.F.)<br />

Nel 1913 Edouard de Ribaucourt lasciò il GODF con un gruppo <strong>di</strong> massoni per fondare la Grande Loggia<br />

Nazionale In<strong>di</strong>pendente e Regolare per la Francia e le Colonie francesi, riconosciuta dalla Gran Loggia Unita<br />

d’Inghilterra. A partire dal 1948 prese il nome <strong>di</strong> Grande Loggia Nazionale Francese e ha come fondamento<br />

tra<strong>di</strong>zionale la fede in Dio, Grande Architetto <strong>del</strong>l’Universo, la necessità <strong>di</strong> osservare i Landmark e <strong>di</strong> essere<br />

educati dalla Legge Sacra, l’assenza <strong>di</strong> donne in loggia, il rispetto <strong>del</strong>le opinioni e convinzioni e infine<br />

l’assistenza fraterna verso i massoni che versano in stato <strong>di</strong> necessità. I principali riti praticati, in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />

importanza, il Rito Scozzese Antico e Accettato, il Rito inglese <strong>di</strong> stile Emulation, il Rito Francese, il Rito<br />

Scozzese Rettificato e il Rito <strong>di</strong> York. Dichiara <strong>di</strong> avere 1300 logge e 28000 membrei.<br />

3. La Grande Loggia <strong>di</strong> Francia (G.L.D.F.)<br />

Fondata il 7 novembre 1894. Lavora per la Gloria <strong>del</strong> Grande Architetto <strong>del</strong>l’Universo. Obbe<strong>di</strong>enza<br />

specificamente maschile e pratica il Rito Scozzese Antico e Accettato. Conta con 25000 membri attivi nelle<br />

680 logge che sono <strong>di</strong>stribuite per un <strong>terzo</strong> a Parigi.


4. Il Diritto Umano (D.H.)<br />

Nel 1882 ebbe luogo la prima iniziazione <strong>di</strong> una donna, Maria Deraismes, nella loggia dei Liberi Pensatori.<br />

Nel 1893, Maria Deraismes e il dottor Georges Martin crearono la Grande Loggia Mista <strong>di</strong> Francia, il Diritto<br />

Umano. Una nuova obbe<strong>di</strong>enza prese il nome <strong>di</strong> Or<strong>di</strong>ne Misto Internazionale il Diritto Umano. Prima<br />

obbe<strong>di</strong>enza mista ad affermare la uguaglianza <strong>del</strong>l’uomo e <strong>del</strong>la donna. E’ presente in 56 paesi. Lavora al<br />

Rito Scozzese Antico ed accettato e conta con 26000 membri, <strong>di</strong> cui 13000 per la federazione francese, con<br />

circa 440 logge azzurre.<br />

5. La Grande Loggia Femminile <strong>di</strong> Francia (G.L.F.F.)<br />

Per tutte le appartenenti è obbligatoria una tunica nera. I rituali <strong>del</strong>le logge azzurre sono femminilizzati. I<br />

massoni <strong>del</strong>le obbe<strong>di</strong>enze amiche possono assistere in qualità <strong>di</strong> visitatori ai lavori <strong>del</strong>le logge femminili. E’<br />

l’obbe<strong>di</strong>enza femminile numericamente più importante <strong>del</strong> mondo. Essa conta 362 logge e 11.000 affiliate.<br />

Testi Fondamentali<br />

1. La Guide des Macon Ecossais (Guida dei Massoni Scozzesi)<br />

In origine, il R.S.A.A. non era un rito <strong>di</strong> logge azzurre, bensì un sistema <strong>di</strong> alti gra<strong>di</strong>, che nei paesi<br />

anglosassoni è rimasto esclusivamente tale. Fu in Francia, nel 1801, che questo sistema arrivò dall’America<br />

attraverso il Supremo Consiglio <strong>di</strong> Charleston, e nel 1804 esso volle dotarsi dei tre gra<strong>di</strong> <strong>del</strong>le logge azzurre.<br />

2. Regulateur du Macon (Regolatore <strong>del</strong> Massone)<br />

La Massoneria Italiana<br />

Abbiamo notizie <strong>di</strong> logge massoniche nel 1730 a Napoli, nel 1731 a Firenze, nel 1735 a Roma, e in seguito<br />

un po’ dovunque. Per lo più fondate da stranieri, <strong>di</strong>plomatici o militari, e quin<strong>di</strong> a seconda <strong>del</strong>l’origine<br />

praticavano riti <strong>di</strong>versi. La Gran Loggia a Napoli nel 1750 ebbe come Gran Maestro Raimondo <strong>di</strong> Sangro, ma<br />

già nel 1751 scioglimento. Nel 1805 a Milano un Gran Loggia detta “Grande Oriente” sostituita dalla<br />

Carboneria. A Torino nel 1859 intorno alla Loggia “Ausonia” si ricostruì una Gran Loggia nazionale, chiamata<br />

ancora “Grande Oriente d’Italia”. Nel 1908 una scissione da cui nacque quella che fu chiamata Gran Loggia<br />

2<strong>di</strong> Piazza <strong>del</strong> Gesù” (mentre l’altra fu detta “<strong>di</strong> Palazzo Giustiniani”): l’avvento <strong>del</strong> fascismo cancellò in<br />

pratica la vita massonica <strong>del</strong> Paese. La rifondazione <strong>del</strong>la Massoneria italiana iniziò subito dopo la fine <strong>del</strong>la<br />

guerra. Nel 1993 un nucleo <strong>del</strong> Grande Oriente d’Italia “<strong>di</strong> Palazzo Giustiniani” guidato dal suo Gran<br />

Maestro in carica, Giuliano <strong>di</strong> Bernardo, costituì la Gran Loggia Regolare d’Italia. Al momento restano il<br />

Grande Oriente d’Italia <strong>di</strong> Palazzo Giustiniani, la Gran Loggia <strong>di</strong> Piazza <strong>del</strong> Gesù e la Gran Loggia Regolare<br />

d’Italia e un certo numero <strong>di</strong> piccoli corpi massonici che sembra siano qualche decina.<br />

Grande Oriente d’Italia: il G.O.I. ha sottoscritto protocolli d’intesa con i seguenti Corpi Rituali Regolari; il<br />

Rito Scozzese Antico ed Accettato, I Corpi Rituali associati al Rito <strong>di</strong> York, il Rito Simbolico Italiano, l’Antico e<br />

Primitivo Rito <strong>di</strong> Memphis e Misraim, il Rito Noachita e l’Oriente <strong>del</strong>la Croce Rossa <strong>di</strong> Costantino.Il G.O.I.<br />

permette ai fratelli che sono stati elevati al grado <strong>di</strong> Maestro <strong>di</strong> associarsi a questi Corpi Rituali. Il G.O.I. è la<br />

Massoneria regolare italiana. Mantiene relazioni fraterne con le principali Gran<strong>di</strong> Logge Massoniche<br />

Regolari in tutto il modo, tranne, al momento, con la Gran Loggia Unita d’Inghilterra e le Gran<strong>di</strong> Logge ad<br />

essa più strettamente collegate. Attivi nel Grande Oriente d’Italia sono 15.000 Fratelli a 589 Logge. Iscritti<br />

per fasce <strong>di</strong> età: 40 – 60 anni, 40%; 25 – 40 anni 22%; 60 – 75 anni 20% e per con<strong>di</strong>zione professionali:


Liberi professionisti 30%, insegnanti 20%, impren<strong>di</strong>tori 15%, pensionati 22%, <strong>di</strong>pendenti ed operai 13% e<br />

per titolo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o: Laurea 70%.<br />

Gran Loggia degli A.L.A.M. obbe<strong>di</strong>enza <strong>di</strong> Piazza <strong>del</strong> Gesù: ammontano a 7.500 membri in 400 logge<br />

<strong>di</strong>stribuiti in 140 Orienti. Il Rito praticato è esclusivamente il R.S.A.A. Allargamento all’Iniziazione Femminile<br />

nel anno 1995. Ha colleganze con 98 Obbe<strong>di</strong>enze Estere. Ha origine dalla Serenissima Gran Loggia d’Italia a<br />

Roma nel 1910.<br />

Gran Loggia Regolare degli Antichi, Liberi e Accettati Muratori d’Italia: la GLRI è attualmente riconosciuta<br />

dalla Gran Loggia Unita d’Inghilterra e comprendeva 110 logge e circa 3000 affiliati. L’età me<strong>di</strong>a degli iscritti<br />

era <strong>di</strong> 43 anni.<br />

Gran Loggia <strong>Massonica</strong> Femminile d’Italia: è stata costituita nel 1990 a Roma. E’ attualmente l’unica<br />

obbe<strong>di</strong>enza femminile regolare operante in Italia.

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