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Simbolica Massonica del terzo millennio di Irene Mainguy - panasur

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Una Grande Loggia è regolare se la Gran Loggia Unita d’Inghilterra lo afferma e la riconosce. I suoi membri<br />

non devono essere atei, ma devono credere nell’esistenza <strong>di</strong> un Essere Supremo, le logge devono operare<br />

alla presenza <strong>di</strong> un libro sacro aperto, non devono accettare donne e non devono trattare né politica né<br />

religione. Ce ne sono, come il Grande Oriente <strong>di</strong> Francia, che non si adeguano a tutti questi punti, e che<br />

hanno comunque dei riconoscimenti internazionali.<br />

Il segreto inviolabile è in fondo una leggenda massonica che dura da molti secoli e consiste nell’emozione,<br />

tutta personale, <strong>di</strong> una cerimonia vissuta intensamente, nell’esperienza <strong>di</strong> un incontro fraterno e<br />

affettuoso, nel senso <strong>di</strong> quieta pace <strong>di</strong> una serata <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione con<strong>di</strong>vise. Tutti i massoni possono<br />

affermare che nel loro percorso sono partiti inevitabilmente dall’affermazione <strong>di</strong> Sant’Agostino, inquietum<br />

est cor nostrum, inquietu<strong>di</strong>ne che talvolta i più fortunati hanno potuto placare con serietà, senno, benefizio<br />

e giubilo nel lavoro <strong>di</strong> loggia.<br />

Prefazione<br />

Il libro, la simbologia massonica, de Jules Boucher <strong>del</strong> 1948, ha fatto la felicità <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse generazioni <strong>di</strong><br />

massoni. Boucher si sforzava <strong>di</strong> insegnarci la via <strong>di</strong> mezzo passando tra le opposizioni apparentemente<br />

contrad<strong>di</strong>ttorie <strong>di</strong> caselle bianche e nere. L’immaginazione dei giovani massoni, quelli <strong>di</strong> ieri come quelli <strong>di</strong><br />

domani, corre al passo <strong>di</strong> un cavallo a briglia sciolta.<br />

Con questa nuova <strong>Simbolica</strong> massonica, un’altra donna contribuisce con una nuova pietra, una pietra <strong>di</strong><br />

coronamento, all’e<strong>di</strong>ficio <strong>del</strong> quale Jules Boucher pose le fondamenta.<br />

L’uso dei simboli è alla base <strong>di</strong> ogni nostro insegnamento: esso consente il gioco <strong>del</strong>le analogie e <strong>del</strong>le<br />

corrispondenze. Ma il simbolismo mal compreso può trasformarsi in un ostacolo o, peggio ancora, in un<br />

dogma ancora più avvilente <strong>di</strong> quelli che condanniamo. Lezione <strong>di</strong> Rabelais: “la scienza senza coscienza è la<br />

rovina <strong>del</strong>l’anima”.<br />

Narcisse Flubacher: Or <strong>di</strong> Ginevra, giugno 2001.<br />

Premessa<br />

Nel 1948, Jules Boucher scrisse: “se il nostro lavoro stimolerà altri stu<strong>di</strong> che lo correggano o lo completino,<br />

ne saremo felici”. Questo importante <strong>di</strong> Boucher ha fortemente segnato il mezzo secolo passato, facendo<br />

seguito all’opera <strong>di</strong> altri pioneri: Oswald Wirth, Edouard Plantagener, Amélie Gédalge, Marcel Spaeth,<br />

Edmond Gloton.<br />

I tre primi gra<strong>di</strong>, massoneria azzurra, da soli contengono e potenzialmente riassumono tutti gli altri (definiti<br />

superiori).<br />

Il simbolo suggerisce, lasciando a tutti la possibilità <strong>di</strong> percepirlo e svilupparlo all’infinito, a seconda <strong>del</strong>le<br />

proprie capacità.<br />

Questa guida intende fornire a ogni lettore basi sicure che consentano <strong>di</strong> trovare un filo d’Arianna coerente<br />

nel dedalo labirintico <strong>di</strong> quella foresta <strong>di</strong> simboli che deve e può essere progressivamente decifrata.<br />

I. Considerazioni preliminari<br />

Linguaggio analogico universale. Un simbolo non impone nulla: piuttosto, invita a scoprire, a comprendere<br />

e a me<strong>di</strong>tare. E’ definito da un termine, <strong>del</strong> quale è quin<strong>di</strong> importante ricercare l’etimologia, per valutarne il

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