informa - consorzio biogas
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Cioè il tema non è il “food o no food”,<br />
ma la discriminante è comprendere<br />
se la bioenergia è una “soluzione a<br />
somma zero” oppure no: cioè se mettiamo<br />
il mais nel digestore al posto<br />
del rumine, se mettiamo l’Arundo donax<br />
negli impianti per l’etanolo anziché<br />
produrre medica per le vacche da<br />
latte, oppure se c’è un alternativa per<br />
produrre in azienda agricola biomasse<br />
per gli uni e gli altri utilizzi, appunto<br />
“the biofuels done right 4 “ , ovvero “il<br />
biometano fatto bene”.<br />
Alla luce di questa sfi da nominalismi<br />
quali colture non alimentari, biocarburanti<br />
di prima, seconda terza generazione,<br />
non sono suffi cienti per avere<br />
un’esatta comprensione dei termini<br />
del problema. Non è superfl uo quindi<br />
esigere di chiamare i problemi con il<br />
loro vero nome: abbiamo cioè bisogno<br />
di promuovere sistemi agricoli<br />
effi cienti nell’uso del suolo e nel<br />
contempo capaci di ridurre le emissioni<br />
di gas climalteranti.<br />
IL BIOMETANO<br />
E LA PROPOSTA DELLA<br />
COMMISSIONE UE<br />
Sebbene non abbia valore cogente in<br />
quanto ancora da approvare dal Parlamento<br />
e dagli Stati Membri, di grande<br />
interesse è la proposta di modifi ca della<br />
Direttiva sulle FER 5 in tema di biocarburanti<br />
con cui il tema dell’ILUC è<br />
stato affrontato con equilibrio, riconoscendone<br />
le incertezze metodologiche<br />
e scientifi che e derubricando il tema<br />
16<br />
BIOGAS INFORMA<br />
4 “Biofuels Done Right: Land Effi cient Animal Feeds Enable Large Environmental and Energy Benefi ts” Bruce<br />
Dale e altri 2010 . Great Lakes Bioenergy Research Center, Michigan State University<br />
5 http://ec.europa.eu/energy/renewables/biofuels/doc/biofuels/com_2012_0595_en.pdf<br />
alla distinzione tra biomasse a rischio<br />
ILUC e biomasse esenti, secondo un<br />
principio di precauzione a mio avviso<br />
condivisibile.<br />
In sintesi nella proposta della Commissione<br />
ci sono alcuni elementi apprezzabili:<br />
a) si mantiene l’obiettivo del 10% di<br />
biocarburanti al 2020: il tema del<br />
ruolo dei biocarburanti nella decarbonizzazione<br />
del sistema dei trasporti<br />
viene confermato.<br />
b) Si limita il mercato dei biocarburanti<br />
di prima generazione al 5%: questi<br />
biocarburanti, infatti, in quanto prodotti<br />
con colture di primo raccolto<br />
hanno diffi coltà a migliorare la loro<br />
land e carbon effi ciency, ed in ultima<br />
analisi in quanto utilizzano la frazione<br />
edibile dei loro raccolti (amidacea/zuccherina<br />
od olii) tendono a<br />
essere sempre più costosi<br />
c) Si crea un mercato per gli advanced<br />
biofuel, assegnandone il 5%<br />
al 2020 e promettendo di riservarne<br />
maggiore attenzione nel post<br />
2020 e favorendone la diffusione<br />
iniziale mediante una premialità (x<br />
counting) per incentivare l’utilizzo<br />
delle biomasse meno iluc risk.<br />
La proposta della Commissione aiuta<br />
in modo chiaro a defi nire il concetto di<br />
advanced biofuel, ovverossia di quei<br />
biocarburanti in grado di essere prodotti<br />
con biomasse aventi un rischio<br />
ILUC moderato o nullo (elevata land<br />
effi ciency) e aventi una bassa “green<br />
house gas intensity”, cioè aventi una<br />
elevata carbon effi ciency, e per questo<br />
defi nisce i criteri tramite i quali possa<br />
essere defi nita la tipologia di biomasse<br />
da ammettere alle premialità “double<br />
counting”.<br />
Sono questi i principi del “biometano<br />
fatto bene” prodotto in codigestione<br />
tra colture di primo raccolto e crescenti<br />
quote di biomasse di integrazione, cioè<br />
secondi raccolti, sottoprodotti agricoli<br />
e agroindustriali, effl uenti zootecnici,<br />
sottoprodotti delle bioraffi nerie.<br />
Tra le biomasse di integrazione quindi,<br />
solo i cereali in secondo raccolto<br />
(in precessione e successione a colture<br />
alimentari) raccolti allo stadio di maturazione<br />
cerosa e quindi come pianta<br />
intera comprensiva sia della granella<br />
che della parte lignocellulosica, non<br />
sono stati chiaramente indicati dalla<br />
proposta di Direttiva. Ma la proposta<br />
prevede la possibilità di successive<br />
disaggregazioni a livello di biomasse<br />
escluse. In questo caso è da rimarcare<br />
l’importanza dei cereali piante intere<br />
(colture lignocellulosiche) di secondo<br />
raccolto e la loro inclusione assieme<br />
alle colture lignocellulosiche, in quanto<br />
come abbiamo detto il tema è l’uso<br />
del suolo, non la qualità di una coltura.<br />
Una “coltura alimentare” può essere<br />
meno iluc risk di una “non alimentare”.<br />
Le colture di secondo raccolto permettono<br />
di migliorare l’effi cienza di conversione<br />
dell’energia solare in azienda,<br />
riducendo la lisciviazione dell’azoto<br />
nel periodo invernale, permettendo<br />
una maggiore rimozione dell’azoto dei<br />
concimi o del digestato dal terreno. In<br />
USA ne hanno già preso atto, inserendo<br />
una coltura invernale quale la “Camelina<br />
sativa” tra le biomasse ammesse<br />
agli advanced biofuel.