pareri 2012 - Mediacampus.it

Tizio, sconvolto per quanto appreso, domanda allora a Caio ed all’amico Tullio –presente
fin dall’inizio del dialogo seppur come semplice spettatore- di consigliarlo sul da farsi.
Caio sostiene che se una cosa del genere fosse capitata a lui avrebbe senza dubbio
provveduto a “dare una lezione” a Mevio, ma, sapendo quanto è pusillanime e privo di
coraggio Tizio, gli consiglia di soprassedere, far finta di non aver saputo nulla e tutt’al più
lasciare la bella fidanzata.
Tullio, pilatesco, si chiama invece fuori, limitandosi a ricordare a Caio che si tratta di
vicende personali e che ognuno può reagire come crede.
Tizio, che nel corso della discussione per addolcire il proprio dolore si è già scolato cinque
bicchieri di Teroldego, reagisce alle accuse di vigliaccheria che gli sono state rivolte e,
forte dell’alcol ingurgitato, barcollando dichiara che avrebbe spaccato la faccia al rivale la
sera stessa.
Caio replica però all’amico che non avrà il coraggio di vendicare l’affronto ricevuto, ma che
se proprio avesse deciso di comportarsi da uomo gli consigliava di aggredire il rivale
quando meno se lo aspettava, magari di notte e di munirsi di un oggetto contundente con
cui colpire a sorpresa.
Tizio, ubriaco fradicio, si accomiata quindi dagli amici e, per trovare il coraggio di aggredire
Mevio, beve ancora tre grappini. In preda al delirio etilico, armato di un mattarello, si
apposta quindi sotto casa del rivale. Quando alle 4 del mattino quest’ultimo rincasa, Tizio
gli si avventa contro e lo colpisce con il pesante bastone di legno, ma, vuoi per l’incapacità
di articolare i movimenti, vuoi per l’agilità dell’antagonista, riesce a cagionare a Mevio un
solo modesto bernoccolo prima di cadere rovinosamente a terra svenuto.
Mevio allora, elettrizzato per lo spavento patito e per il pericolo scampato, infierisce sul
corpo inerme dell’aggressore prendendolo a calci. Il frastuono provocato dalla scena
sveglia però la madre di Mevio che, affacciatasi alla finestra, si avvede del figlio che
prende a calci il corpo sdraiato ed insanguinato di Tizio.
La donna implora Mevio di smetterla ma questi le ordina in modo secco di rientrare in
casa, minacciandola di morte se non fosse tornata a letto senza indugio.
La donna scende in strada per bloccare il figlio, ma questi le rifila un violento spintone che
la fa crollare a terra, battere il capo e morire all’istante. Sopraggiunge nel frattempo una
volante della polizia, gli agenti intimano a Mevio di fermarsi ma questi si lanciano in una
precipitosa fuga. Attraversa la strada senza avvedersi dell’arrivo di un motorino il cui
conducente, per evitarlo, sbanda rimanendo fortunatamente illeso, ma patendo gravi danni
al veicolo.
Tizio viene quindi fermato dalla Polizia ed un Pubblico Ministero dal grande fiuto
investigativo dopo che Tizio, Mevio ed il conducente del motorino hanno sporto
denuncia/querela, ricostruisce esattamente il fatto.
Il candidato, premessi brevi cenni sugli istituti giuridici da prendere in esame per risolvere
la vicenda, rediga un parere motivato circa la responsabilità penale di tutti i soggetti della
storiella sopra narrata.
LEZIONE N° 6 – AVV. CARLO RASIA
01.12.2012
Mentre circolava a bordo del suo ciclomotore sulla strada che dal Meloncello porta a S.
Luca a Bologna, Caio in una curva sinistrorsa scivolava su del gasolio presente sul manto
stradale riportando gravi lesioni guaribili in 30 giorni.
A seguito del sinistro, Caio, mandava una raccomandata di diffida al Comune di Bologna
richiedendo il risarcimento di tutti i danni subiti a causa del cospargimento del gasolio.