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Italian Bookshelf (download as PDF) - Ibiblio

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462 “<strong>Italian</strong> <strong>Bookshelf</strong>.” Annali d’italianistica 25 (2007)<br />

umana, di cui sono a volte innamorati o dai quali vogliono essere accettati e addirittura<br />

salvati.<br />

A tale proposito, nell’introduzione, intitolata “Bodies of Desire,” Maggi riporta<br />

come esempio una storia menzionata da Girolamo Menghi (1529-1609) nel suo<br />

Compendio dell’arte essorcistica, in cui si dimostra la totale dedizione di uno spirito<br />

familiare nei riguardi di un giovane di cui è innamorato. Gli spiriti dei trattati presi in<br />

esame mostrano sempre (come anche rilevato da Machiavelli nel suo Discorso sulla<br />

prima Deca di Tito Livio) una sorta di comp<strong>as</strong>sione (coinvolgimento emotivo e<br />

intellettuale) verso gli uomini, anche se per manifestarla devono sconvolgere l’ordine<br />

naturale. Quando gli spiriti decidono di comunicare con gli umani, essi <strong>as</strong>sumono una<br />

forma corporea che non è di vera carne, bensì di aria compattata. Da questa <strong>as</strong>serzione lo<br />

studioso deriva una delle idee più aff<strong>as</strong>cinanti dell’inchiesta: i corpi degli spiriti sono<br />

bodies of metaphors, metafore di un corpo vero, che essi usano solo quando vogliono<br />

interagire col genere umano, corpi d’aria e di parole che simulano l’incarnazione per<br />

poter essere più vicini all’uomo. Sulla b<strong>as</strong>e di questa constatazione Maggi si sente in<br />

dovere di sottolineare che “con le espressioni visibile metafora o corpo metaforico egli<br />

non intende riferirsi al “processo di allegorizzazione cristiana degli antichi miti” (7), né<br />

ha intenzione di produrre un “ragguaglio storico delle differenti interpretazioni filosoficoteologiche”<br />

fiorite intorno ai corpi dei demoni (7-8), ma vuole bensì focalizzarsi<br />

primariamente sui concetti di “visibilità” corporea degli spiriti (8) e sui significati del<br />

corpo dell’angelo caduto, nel contesto del suo ‘commercio’ con gli umani.<br />

Nell’analisi del primo trattato, lo Strix (contenuto nel Capitolo I, intitolato: “To<br />

Read the Body of a Monster”), Maggi pone in evidenza l’atteggiamento savonaroliano e<br />

sostanzialmente antiumanistico di Giovan Francesco Pico che traccia una netta linea di<br />

demarcazione tra cultura cristiana e cultura greco-latina, ponendo i ‘pil<strong>as</strong>tri’ letterari della<br />

cl<strong>as</strong>sicità sub specie diaboli e definendo la strega come un essere ibrido e deforme, su cui<br />

s’aff<strong>as</strong>tellano, in un visibile e metaforico ‘parlare’ corporeo, spezzoni di racconti<br />

demoniaci e, che come Maggi scrive, spingendo la metafora linguistica fino in fondo,<br />

costituisce un “patchwork of narrative particles” (17). Il rogo di una strega equivale<br />

quindi ai roghi, tanto amati dal Savonarola, dei libri cl<strong>as</strong>sici. L’analisi del trattato si<br />

conclude con la rilevazione dell’antinomia Eva/Maria contenuta nel De Venere et<br />

Cupidine, dello stesso autore.<br />

Il secondo capitolo del volume è dedicato ad un excursus critico del “denso” (17)<br />

Palagio degli incanti di Strozzi Cigogna, messo all’Indice nel 1623, che si configura<br />

come vera e propria “sistematica t<strong>as</strong>sonomia” del mondo degli spiriti (17) e come<br />

autorevole manuale con cui è possibile, volendo, sconfiggere le coorti infernali. Anche<br />

Cigogna è convinto che la letteratura cl<strong>as</strong>sica sia la ‘discarica’ in cui s’amm<strong>as</strong>sano i dati<br />

biografici degli spiriti; tra questi ultimi sono annoverati quelli che mettono in guardia gli<br />

uomini dai pericoli, gli esseri delle acque, i geni, le larve, i Lari/ Penati (anche se di<br />

quest’ ultima categoria il trattatista non può provare l’ iniquità, non essendo riuscito a<br />

reperire fonti cl<strong>as</strong>siche che confortino la sua tesi).<br />

Si p<strong>as</strong>sa poi a Pompeo Della Barba e al suo Sulla spositione d’un sonetto platonico,<br />

ove si discute tra l’altro, della natura d’amore (in chiave neoplatonica), dell’attrazione<br />

sessuale e del piacere; e degli spiriti degli amanti (identificati con i Lares/larvae) che,<br />

spesso, spinti da incontenibile desiderio, ritornano sulla terra, con falsi, ‘temporanei’<br />

corpi fatti d’aria, per accoppiarsi con la persona amata. L’unico rimedio contro di essi è

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