Italian Bookshelf (download as PDF) - Ibiblio
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438 “<strong>Italian</strong> <strong>Bookshelf</strong>.” Annali d’italianistica 25 (2007)<br />
contro i Turchi del 1532. Era amico di “capitani e maestri di guerra”, fra i quali il<br />
Marchese di V<strong>as</strong>to Alfonso D’Avalos e il Marchese Federigo Gonzaga. Forse cosa ancor<br />
più importante, il Giovio si era perfezionato nell’arte dell’intervista personale in modo da<br />
poter controllare le narrazioni dei viaggiatori e i resoconti degli amb<strong>as</strong>ciatori con le<br />
informazioni che derivano dalle sue fonti orali dirette in un vero e proprio reportage<br />
moderno (cfr. per una ampia e accurata r<strong>as</strong>segna delle fonti scritte disponibili al Giovio,<br />
Eric Cochrane, Historiography in the <strong>Italian</strong> Renaissance, Chicago: University of<br />
Chicago Press, 1981, 324-37). Visto in questa prospettiva, il Commentario si rivela frutto<br />
di una lunga e meditata preparazione da parte dell’autore.<br />
La “Nota” che conclude l’introduzione al testo (64-67) contiene una utile<br />
documentazione della composizione della editio princeps, delle ristampe e delle<br />
traduzioni del Commentario nel Cinquecento. Non si danno invece notizie definitive del<br />
manoscritto; per la recensio di tutti i testimoni si dovrà attendere l’edizione critica del<br />
vol. XI delle Opere del Giovio di prossima pubblicazione presso l’Istituto Poligrafico<br />
dello Stato. Per la presente edizione, la curatrice si è servita di una copia della stampa<br />
conservata presso la Biblioteca Universitaria di Bologna ammodernata nella grafia<br />
secondo i criteri definiti dalla Edizione Nazionale delle opere gioviane.<br />
Strutturalmente, il Commentario consiste di: 1) una lettera dedicatoria a Carlo V,<br />
datata da Roma, 22 gennaio 1531; 2) una breve narrativa sulle origini della potenza turca<br />
e l’<strong>as</strong>cesa di Othman (1280-1324, Osman nella tr<strong>as</strong>crizione italiana del Giovio), il<br />
fondatore della din<strong>as</strong>tia ottomana; 3) una sequenza cronologicamente ordinata e disposta<br />
in singoli capitoli, di “ritratti” dei sultani a lui succeduti: Orkhan (1326-1362, Orcanna);<br />
Murad I (1362-1389, Amurate I); Bayediz (1389-1402, Baiazeto I); Suleyman Celebi<br />
(1402-1411, Calepino); Mehemed I (1413-1421, Maometto I); Murad II (1441-1444,<br />
1446-1451, Amurate II); Mehemed II (1444-1446, 1451-1481, Maometto II); Bayadiz II<br />
(1481-1512, Baiazetto II); Selim I (1512-1520, Selim I); Suleyman (1520-1566,<br />
Solimano); 4) una sezione conclusiva con notizie minute sull’organizzazione dell’armata<br />
e dell’amministrazione turche, ma anche con suggerimenti per agire fondati<br />
sull’identificazione della tipologia turca esposta come esplicito tramite di una lotta<br />
impostata sulla conoscenza del nemico.<br />
Il Commentario non è una “storia” nel senso liviano della parola, cioè una<br />
narrazione e spiegazione degli eventi politici e militari occorsi durante il regno dei<br />
sovrani di un paese o di una regione, ma un “commentario”, cioè una narrazione di<br />
avvenimenti c<strong>as</strong>ualmente connessi ma decisamente ancorati all’iniziativa e al carisma dei<br />
singoli sultani turchi succedutisi nell’arco di due secoli. “Il Giovio temette sempre e<br />
vivamente le incursioni turche lungo la penisola italiana”, sottolinea opportunamente<br />
Price Zimmermann, citando fra alcuni dei p<strong>as</strong>si più efficaci delle Historiae sui temporis<br />
quelli del libro XLV in cui viene descritto il destino dei prigionieri cristiani, catturati<br />
durante le scorrerie del corsaro Barbarossa lungo le coste del Mediterraneo e tr<strong>as</strong>feriti<br />
come schiavi a Costantinopoli nelle stive delle galee turche, mentre Carlo V, sovrano del<br />
Sacro Romano Impero, e il “re cristianissimo” Francesco I, si affrontavano nell’Europa<br />
del Nord ( “Paolo Giovio” in Dizionario biografico degli <strong>Italian</strong>i, Roma: Istituto della<br />
Enciclopedia <strong>Italian</strong>a, vol. 56, 2001, 430-440: 435). Le incursioni sulle coste europee dei<br />
corsari barbareschi, caratterizzate da sbarchi improvvisi, saccheggi e deportazioni degli<br />
abitanti di interi villaggi, erano diventate un fenomeno endemico nella prima metà del<br />
Cinquecento (cfr. Salvatore Bono, Corsari nel Mediterraneo: cristiani e musulmani fra<br />
guerra, schiavitù e commercio, Milano: Mondadori, 1993). Per il Giovio il confronto con