Italian Bookshelf (download as PDF) - Ibiblio
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482 “<strong>Italian</strong> <strong>Bookshelf</strong>.” Annali d’italianistica 25 (2007)<br />
v<strong>as</strong>to e multiforme mosaico, ancora poco indagato, degli esperimenti epici tra T<strong>as</strong>so e<br />
Marino. Assente dai torchi tipografici per tre secoli, il poema è finalmente oggetto di<br />
un’edizione contemporanea, all’interno di un’ambiziosa collana della University of<br />
Chicago Press.<br />
“The Other Voice in Early Modern Europe” ha prodotto nell’arco di undici anni 45<br />
volumi, principalmente di donne, attestanti la presenza dell’istanza femminile (come<br />
soggetto attivo della pratica letteraria e/o come oggetto della riflessione culturale) nella<br />
tradizione occidentale a partire dal XV secolo. Un prolifico piano editoriale che trae<br />
ispirazione ed energia da un fermo <strong>as</strong>sunto, ribadito da Margaret L. King e Albert Rabil<br />
Jr. nell’introduzione comune ad ogni volume: “In western Europe and the United States,<br />
women are nearing equality in the professions, in business, and in politics. Most enjoy<br />
access to education, reproductive rights, and autonomy in financial affairs. […] These<br />
recent achievements have their origins in things women (and some male supporters) said<br />
for the first time about six hundred years ago” (ix). La collana si pone quindi come<br />
obiettivo di ri-configurare, ri-formulare la storia della tradizione letteraria occidentale,<br />
proponendo opere spesso tradotte in inglese per la prima volta. L’apparato critico di cui i<br />
testi sono dotati è corposo e ben strutturato, nel proposito di fornire preziosi strumenti di<br />
indagine ad un pubblico specialistico, e un dispositivo didattico funzionale ad una<br />
fruizione più ampia.<br />
Questa intenzione ― non del tutto attesa ― si rileva anche nel c<strong>as</strong>o della<br />
Scanderbeide. Russell, infatti, organizza nella sua introduzione un discorso a<br />
focalizzazione progressiva che parte da una rapida ricostruzione del contesto storicoculturale<br />
all’interno del quale è maturato il poema, seguita da una dettagliata biografia di<br />
Sarrocchi, per addentrarsi poi nello specifico della Scanderbeide, dall’analisi del soggetto<br />
allo studio sommario dello stile e delle fonti (studio che si dispiega, poi, nelle note al<br />
testo); la curatrice offre una bibliografia ricca e non dispersiva, che va ad aggiungersi a<br />
quella ― di più ampio orizzonte ― comune a tutti i volumi della collana. Il poema è<br />
corredato da una descrizione dei personaggi principali e da un glossario; ogni canto,<br />
inoltre, è preceduto da un brevissimo ri<strong>as</strong>sunto.<br />
La veste editoriale grazie alla quale la Scanderbeide vede oggi la luce, si adopera<br />
per offrire al pubblico anglofono contemporaneo gli strumenti di mediazione necessari<br />
alla ricezione di un’opera distante nel tempo e nello spazio, estranea per lingua e<br />
sensibilità poetica.<br />
Va in questa direzione anche la scelta di tradurre il poema in prosa, mantenendo<br />
tuttavia la divisione in ottave, nell’ambizioso tentativo di permettere “to read smoothly<br />
and attain <strong>as</strong> full comprehension of the original text <strong>as</strong> possible, both literal and<br />
contextual, making at times explicit what is implicit or elliptically expressed in verse,<br />
without obscuring any figurative expression […] giving the version that is the nearest<br />
possible to the cultural context of the author, producing therefore in English an<br />
impression similar to the one created in <strong>Italian</strong> by the original text” (60).<br />
La volontà di colmare i divari e riconnettere gli estremi di un lungo percorso<br />
culturale non si realizza solo attraverso la minuziosa costruzione di un denso apparato<br />
informativo (l’introduzione, la descrizione dei personaggi, i ri<strong>as</strong>sunti, il glossario, le<br />
note), cioè in una procedura a mettere, ma si esplica anche attraverso l’attuazione di<br />
scelte forti nella direzione dell’a levare, a partire dall’<strong>as</strong>senza del testo originale a fronte,<br />
ridotto ad una selezione di un centinaio di ottave in appendice, tratte da quattro canti<br />
diversi. Cinque dei ventitré canti originari, poi, sono stati completamente eliminati (canti