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i a recarsi per primo tra le rocce dell'Acacus,<br />

nel 1955, alla ricerca di quelle<br />

pitture fantastiche la cui esistenza<br />

gli era stata raccontata dai Tuareg. E<br />

da quel momento diverse spedizioni<br />

finanziate dal Ministero degli Affari Esteri<br />

italiano fecero scoprire forse la<br />

più estesa concentrazione di pitture<br />

rupestri del Sahara. Dopo attenti studi<br />

sono stati individuati almeno cinque<br />

periodi dell'arte rupestre sahariana. Il<br />

più antico è quello detto del "Bubalus<br />

Antiquus" (10.000 - 7.000 a.C. circa),<br />

la cui presenza è limitata nel Tadrart<br />

Acacus e che prende questo nome in<br />

riferimento al grosso bovino dalle corna<br />

ad arco, ora estinto. A questa fase<br />

corrispondono incisioni rupestri nelle<br />

quali predomina la rappresentazione<br />

reale della natura e degli animali,<br />

tra i quali sono largamente rappresentati<br />

quelli tipici della savana. Segue<br />

la fase delle "Teste Rotonde"<br />

(7.000 - 5.000 a.C.), caratterizzata da<br />

pitture che rappresentano persone con<br />

teste molto grandi prive dei caratteri<br />

del viso. Secondo la teoria elaborata<br />

da Mori con la rappresentazione di se<br />

stesso l'uomo per la prima volta si<br />

mette al centro dell'Universo, segnando<br />

in questo modo l'inizio del-<br />

l'antropocentrismo. A questa fase, largamente<br />

presente nel Tadrart Acacus,<br />

corrisponde la rappresentazione in<br />

quantità maggiore di quegli animali,<br />

come antilopi e mufloni, che sopravvivono<br />

all'inaridimento del clima. Segue<br />

lo stile "Bovidiano" o "Pastorale"<br />

(6.000 - 1.500 a.C.), caratterizzato da<br />

uno stile molto raffinato e dalla presenza<br />

di immagini di vita quotidiana e<br />

rappresentazioni di pastori con le loro<br />

mandrie di bestiame. Questa fase<br />

trova la sua massima espressione nel<br />

Tadrart Acacus e nel Tassili n'Ajjer (Algeria).<br />

Dal 1.500 a.C. inizia la fase<br />

chiamata "Cavallina", con la comparsa<br />

nelle rappresentazioni del cavallo,<br />

quasi sempre accompagnato al car-<br />

ro; a questo periodo segue infine quello<br />

denominato "Camelino", che inizia<br />

probabilmente intorno al III secolo<br />

a.C., periodo in cui la desertificazione<br />

è già avanzata e si diffonde il dromedario.<br />

Il clima secco e la protezione<br />

degli anfratti rocciosi hanno permesso<br />

a queste magnifiche opere d'arte<br />

rupestre di giungere fino ai nostri giorni.<br />

Nel parco vivono ancora alcune famiglie<br />

di nomadi, con i loro dromedari<br />

e greggi di capre. La vita è molto difficile<br />

in questa regione, dove le precipitazioni<br />

sono quasi assenti e la vegetazione<br />

scarsa. Tuttavia nel parco<br />

è possibile trovare tamerici, acacie e<br />

alcune graminacee, e inoltre sono presenti<br />

molti arbusti adattati all'ambiente<br />

xerico, tra i quali l'atil, tipico sahariano.<br />

I tuareg conoscono ogni segreto<br />

della vita nel deserto. Sanno perfettamente<br />

che alcuni fiori nascondono<br />

in realtà grosse radici commestibili<br />

e che sotto un po' di erba secca ci<br />

possono essere gli asparagi del de-<br />

●<br />

serto. La fauna è piuttosto scarsa: vivono<br />

ancora alcuni branchi di mufloni<br />

e di gazzelle dorcadi (Gazella dorcas),<br />

una delle specie meglio adattate<br />

all'ambiente desertico, in quanto si<br />

accontenta dell'acqua contenuta nelle<br />

piante di cui si nutre. Prerogativa<br />

questa tipica anche di altre specie come<br />

il gerbillo (Gerbillus gerbillus), un<br />

piccolo roditore che utilizza l'acqua<br />

contenuta nei vegetali e nei tessuti degli<br />

insetti di cui si nutre. E' possibile<br />

incontrare la pericolosa vipera cornuta<br />

(Cerastes cerastes), lo sciacallo dorato<br />

(Canis aureus) e, se si è particolarmente<br />

fortunati, il raro fennec (Fennecus<br />

zerda). Più facili da incontrare<br />

sono gli scorpioni, gli stercorari e le<br />

cornacchie. Sono berberi e tuareg a<br />

fare da guide ed autisti dei fuoristrada,<br />

alla scoperta di questi luoghi affascinanti,<br />

dove la natura e l'abilità dell'uomo<br />

si sono fuse creando uno spettacolo<br />

indimenticabile.●<br />

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