09.06.2013 Views

1 febbraio 2006 - Cenacoli tra Amici

1 febbraio 2006 - Cenacoli tra Amici

1 febbraio 2006 - Cenacoli tra Amici

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

compassione.<br />

Sì, Dio prova rabbia nel vedere l'azione del male, ancora afferma che la malattia non è premio o punizione<br />

ma frutto di un disordine che contagia l'umanità come conseguenza del peccato originale, il delirio<br />

dell'uomo che si prende per Dio. Gesù è venuto a ristabilire quest'ordine, a riportare l'uomo alla visione<br />

esatta di se e degli altri, a guarire l'uomo da tutte le diffidenze e le lontananze, in Dio non esistono persone<br />

lontane dalla comunità! Gesù interviene, avrebbe potuto pronunciare una parola, guarirlo all'istante. Invece<br />

Gesù stende la mano, lo tocca. Gesto gravido di profezia: Gesù, secondo le norme religiose del tempo,<br />

con<strong>tra</strong>e impurità, si contagia del peccato di quell'uomo. Dio si sporca le mani, non sta alla fines<strong>tra</strong> a<br />

guardare, Dio non giudica, interviene, Dio non ha la puzza sotto il naso, non ragiona, agisce d'istinto, di<br />

passione: prende su di se il peccato dell'uomo, se ne fa carico, ne assume la sofferenza. Il contagio ora<br />

avviene, ma al con<strong>tra</strong>rio: è Gesù che contagia l'uomo con il suo amore, è lui ora che gli cambia la vita.<br />

La conclusione è sconcertante: il lebbroso, guarito, è invitato al silenzio. Dio non ama passare per una<br />

specie di santone, per un elargitore di miracoli, per un potentissimo despota da convincere (e corrompere?).<br />

Ecco, amici, questo è il volto di Dio. Un Dio che non si avvicina solo a chi se lo merita che decide di<br />

sporcarsi le mani, di mettersi in gioco, un Dio che conosce tutte le solitudini e le lebbre che ci tengono<br />

lontani da noi stessi e dagli altri. Viviamo, in questa settimana, nella gioia del dolore assunto da Dio, del suo<br />

amore profondo che ci contagia.<br />

Paolo ci ha suggerito lo stile: "Fratelli, sia che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualsiasi al<strong>tra</strong> cosa,<br />

fate tutto per la gloria di Dio". In ogni gesto che compiremo viviamo da guariti, da salvati, da toccati da<br />

questo amore di Dio che ci mette nuovamente in relazione con i nostri fratelli...<br />

Prega<br />

Cristo, tu hai santificato il dolore umano con la tua vita e con la tua parola. Tu, stanco per il camminare<br />

e sbattuto dalla fatica, ti sei buttato giù a sedere e a riposare sull'orlo del pozzo di Sicar. Tu hai detto:<br />

«Se il chicco di frumento, affidato alla terra, non muore, rimane solo...». Hai detto:<br />

«Voi piangerete e avrete da tribolare; il mondo, invece, si divertirà». Hai detto ancora:<br />

«Se uno vuole venire dietro a me, la smetta di pensare solo a se stesso,<br />

prenda quotidianamente la sua croce in santa pace e mi segua». Per mezzo dei tuoi apostoli<br />

ci hai ripetuto: per essere meno indegni di en<strong>tra</strong>re nel regno della vita, bisogna passare at<strong>tra</strong>verso<br />

molte tribolazioni. Gesù, i tuoi seguaci hanno confermato questa via come quella “règia”<br />

per en<strong>tra</strong>re nell'eternità, dove ritroveremo le tribolazioni della vita presente <strong>tra</strong>sformate in gloria<br />

e tu ci hai assicurato: «Fatevi coraggio, questa gloria eterna nessuno ve la potrà rapire!».<br />

Ci crediamo, Gesù! Ma tu aiutaci a tirar avanti nelle molte tribolazioni e stanchezze quotidiane.<br />

Aiutaci almeno a saper sopportare la pesantezza, il “martirio bianco” della quotidianità.<br />

Aiutaci a saper sopportare la vita con le sue sconfitte e delusioni, con le sue angosce e i problemi.<br />

Crediamo, Signore, ma aumenta in noi la fede, affinché, credendo di più, speriamo di più:<br />

e sperando di più, amiamo anche di più! Così è e così sia!<br />

Un pensiero per riflettere<br />

Il prossimo ci e' stato dato come mezzo per mos<strong>tra</strong>re l'amore che nutriamo per Dio.<br />

Santa Caterina da Siena<br />

Una piccola storia per l’anima<br />

Quando finisce la notte<br />

(Bruno Ferrero, Il Canto del Grillo)<br />

Un vecchio rabbino domandò una volta ai suoi allievi da che cosa si potesse riconoscere il momento preciso<br />

in cui finiva la notte e cominciava il giorno.<br />

"Forse da quando si può distinguere con facilità un cane da una pecora?".<br />

"No", disse il rabbino. "Quando si distingue un albero di datteri da un albero di fichi?".<br />

"No", ripeté il rabbino. "Ma quand'è, allora?", domandarono gli allievi.<br />

Il rabbino rispose: "E' quando guardando il volto di una persona qualunque, tu riconosci un fratello o una<br />

sorella. Fino a quel punto è ancora notte nel tuo cuore".<br />

"Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l'arte di<br />

vivere come fratelli" (Martin Luther King).<br />

14

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!