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1 febbraio 2006 - Cenacoli tra Amici

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Il deserto, allora, ci costringe a fermarci, a fare diga, a riscoprire cosa è essenziale nella vita, a dargli<br />

maggiore spazio, maggiore testa, maggiore attenzione. Pietro, rileggendo la pagina del diluvio, vede<br />

un'allusione al nostro Battesimo, fondamentale per la nos<strong>tra</strong> vita spirituale, battesimo purtroppo poco<br />

presente nella nos<strong>tra</strong> attenzione e nella nos<strong>tra</strong> preghiera e la Quaresima è per eccellenza tempo di riscoperta<br />

del battesimo, ripetendo con Ireneo: "cristiano, diventa ciò che sei!" Come Gesù Maestro, anche noi<br />

vogliamo fare quaranta giorni di deserto; Gesù scelse che tipo di Messia diventare, noi per ri-scegliere che<br />

tipo di uomini essere.<br />

Questi 40 giorni, allora, sono di preparazione al grande annuncio della Pasqua, alla grande festa della<br />

Risurrezione di Cristo. Vedrete come in queste settimane anche l'Eucarestia acquisterà un tono più austero,<br />

dando più spazio al silenzio durante la preghiera, accentuando la venerazione alla Parola di Dio, proponendo<br />

una riscoperta del Battesimo. Come fare, nel concreto, per vivere con intensità questo tempo?<br />

Tre i suggerimenti dal passato delle comunità. Il primo è percepire la fame: fame di Parola, di senso, di<br />

autenticità. Un cuore sazio non si percepisce con autenticità, ecco allora la proposta del digiuno. Digiuno<br />

simbolico, dalla TV, dalla fretta, ma anche digiuno autentico dall'eccesso di cibo che, ricordiamocelo,<br />

appesantisce il nostro ciclo energetico. Un digiuno per qualcosa, però. Spegnere il televisore per giocare con<br />

mio figlio, rinunciare al filetto per aiutare un povero, digiunare dal pettegolezzo per guardare agli altri con<br />

lo sguardo di Dio.<br />

La seconda s<strong>tra</strong>da proposta è quella della preghiera. Una preghiera fatta soprattutto di ascolto, più che di<br />

richiesta. E' questo il tempo di leggere la Parola, tutti i giorni, dieci minuti, con calma. Invocare lo Spirito<br />

prima, mettersi una posizione che aiuti la concen<strong>tra</strong>zione, staccare il telefono e leggere la Parola, magari<br />

quella della domenica. Leggerla con calma, assaporandola, lasciandola scendere nel cuore, senza fretta.<br />

Riscoprire, magari, se la famiglia è cristiana, la benedizione del cibo tutti insieme, prima di mettersi a<br />

tavola. Un gesto semplice che ci richiama alla dimensione della gratuità e della bontà di Dio e di ciò che<br />

riceviamo da lui. Infine la terza dimensione, quella dell'elemosina. Elemosina che non significa dare del<br />

superfluo, ma spalancare il cuore ai bisogni degli altri, una fede che diventa concretezza. Perché non<br />

dedicare un po' di tempo ad andare a trovare la vecchia zia che non vediamo mai? Perché non rinunciare a<br />

qualcosa per aiutare i nostri fratelli che (sul serio) muoiono di fame?<br />

Allargare il proprio cuore agli altri diventa un gesto che dentro di noi produce un cambiamento, diventando<br />

davvero figli della pace. Vale la pena di investire, quindi, non abbiamo paura di avventurarci con Gesù nel<br />

deserto per uscirne più autentici e sereni, buon Quaresima, amici, buon cammino di autenticità!<br />

Prega<br />

O Cristo, salvezza di chi era perduto, tu sai quante volte ho provato a ricominciare, ma ancora<br />

mi ha vinto il peccato. Mi trovo ogni volta più stanco, più vecchio nel cuore. Mi chiedo a che serve<br />

provarci. O Signore, fortezza di chi è tentato, tu sai quante volte ho fallito, eppure ti avvicini a me:<br />

tu solo puoi dare l’aiuto a chi è incarcerato nello spirito. E oggi ti attendo, ti invoco.<br />

O Cristo, pace di chi a te si affida, accoglimi ancora. Tu hai vinto il Maligno che insidia ogni uomo e vieni<br />

a recarmi la buona notizia: « Il tempo è compiuto, il Regno è vicino». La grazia non passi invano:<br />

convertimi a te, oggi. La vita con te, in te, sarà ad ogni istante lo stupore di una nuova creazione. Amen<br />

Vivere la Parola<br />

Francesco d’Assisi ha parlato con il lupo e il lupo ha cominciato a convivere con le persone.<br />

Forse il lupo di Francesco non era un animale, ma una persona che si approfittava degli altri<br />

creando miseria e disperazione. Come famiglia e come comunità approfittiamo di questa domenica<br />

per dialogare e scoprire quali lupi in noi devono essere ammansiti<br />

e così avremo la prova più bella che il battesimo ci salva.<br />

Per la lettura spirituale<br />

Farsi uomo significa divenire “poveri”, non avere niente con cui farsi forte di fronte a Dio, nessun<br />

sostegno, nessuna forza e sicurezza oltre all'impegno e al sacrificio del proprio cuore. Il divenire uomo<br />

appare in tal modo come confessione della povertà dello spirito umano di fronte alla rivendicazione totale<br />

dell'inaccessibile <strong>tra</strong>scendenza di Dio. Con il coraggio di una tale povertà cominciò l'avventura divina<br />

della nos<strong>tra</strong> salvezza. Gesù non si era tenuto niente e non si difendeva con niente: nemmeno con la sua<br />

origine. Satana, invece, cerca di impedire questa povertà radicale. Egli vuole fare Gesù forte, perché teme<br />

propriamente una cosa sola: l'impotenza di Dio nella natura umana assunta, Dio in un cuore umano votato al<br />

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