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guardati dall'uomo con un solo libro - Omeopatia

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'' Fai in modo che il tuo discorso sia migliore del tuo silenzio o taci''<br />

(Dionigi il vecchio)<br />

PRESENTAZIONE<br />

Durante le lezioni, i corsi, i seminari, le visite dal vivo, gli scambi<br />

d’opinione cui assisto tra colleghi, più e più volte mi sono imbattuta nella<br />

stessa osservazione, figlia di teste diverse, ma, evidentemente, di frequente<br />

ris<strong>con</strong>tro nella pratica omeopatica. Tanti omeopati infatti, anche lontani<br />

per metodologia, formazione, approccio ecc…, rilevano <strong>un</strong> problema<br />

com<strong>un</strong>e.<br />

Capita, a volte, di prescrivere <strong>un</strong> rimedio, o <strong>un</strong>a serie di rimedi che,<br />

dall’analisi del quadro attuale del paziente, sembrano, ben indicati,<br />

addirittura calzanti, coerenti <strong>con</strong> la legge della similitudine, ma non<br />

sempre apportano i risultati attesi e auspicati.<br />

Magari produ<strong>con</strong>o <strong>un</strong> miglioramento tangibile, anche abbastanza<br />

duraturo del quadro di sofferenza, magari il paziente ne risulta<br />

inizialmente soddisfatto; ma, successivamente i disturbi si ripresentano, i<br />

sintomi per cui eravamo stati <strong>con</strong>sultati ritornano <strong>con</strong> identica o diversa<br />

intensità, oppure nuove problematiche si affacciano nel quadro<br />

combinandosi <strong>con</strong> le precedenti.<br />

Ad <strong>un</strong>’analisi attenta e profonda, si può osservare che, in questi casi, non<br />

si trattava di guarigione reale, definitiva.<br />

Il paziente sta meglio per <strong>un</strong> certo periodo, ma la malattia p<strong>un</strong>tualmente si<br />

ripresenta; si può assistere ad <strong>un</strong> nuovo miglioramento dopo <strong>un</strong>a<br />

successiva somministrazione del rimedio, ma non all’eradicazione del<br />

male.<br />

Anzi, le successive ass<strong>un</strong>zioni del medesimo medicamento, risultano<br />

gradualmente meno efficaci; come se il rimedio prescritto risultasse sì<br />

benefico almeno inizialmente, ma non sufficientemente efficace per<br />

garantire quella che Hahnemann, nel se<strong>con</strong>do paragrafo dell’Organon,<br />

definisce come ’’…la restaurazione, rapida, dolce, duratura della<br />

salute ossia la rimozione del male nella sua totalità...’’ cioè la<br />

guarigione ideale. Stabile e definitiva.<br />

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