IL LINGUAGGIO FIGURATO - Il Crocevia

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IL LINGUAGGIO FIGURATO
infrangere le sue leggi intrinseche>> (51). Trascrivo per il piacere dei lettori dal bel testo che ho studiato al Ginnasio col professor Tellarini , due pagine memorabili sul parlare e scrivere figurato: due pagine che brillano per la forza del pensiero e che mi hanno dato preziose emozioni intellettuali. Il parlar figurato e la sua spontaneità. E’ chiaro che c'è differenza d'intensità e d'efficacia tra la forma semplice e la figurata. Se io dico che Dante fu un grandissimo Poeta, dico qualche cosa di meno vivo e di meno efficace che se dicessi: Dante fu un'aquila dì poesia. Ora talvolta il mio spirito calmo e sereno potrà ammirar Dante per la mirabile armonia e geometria delle sue concezioni, e allora sarà propria al mio pensiero la prima forma, la forma semplice; tal altra l'animo mio si accenderà di entusiasmo dinanzi a qualche volo del divino poeta, a qualche suo grido lacerante di anima tormentata, e allora mi scoppierà dal cuore la figura, l'immagine, la metafora. Il che vuol dire che il parlar figurato, se l’autore non simula e non inge, è anch’essom proprio, anzi il solo proprio in certi momenti e quando chi scrivee quando chi scrive è in determinate condizioni di spirito. Provatevi a togliere da un passo di Dante o di Omero tutte le figure e riducetelo al pensiero nudo e scusso: voi vi troverete fra le mani un cencio e avrete distrutto l’opera d’arte. E’ tanto vero poi che il parlar figurato non è un che di aggiunto, che il popolo ne è amantissimo e davvero si può dire che In realtà mette conto di passare un quarto d’ora in piazza tra il popolino e di sincerarsene. Si vedrà allora come sgorghino naturalmente dalle labbra del popolo immagini e figure a iosa, anche dì quelle che sembrerebbero a prima vista doversi trovare soltanto nelle opere degli scrittori colti. E non si può davvero pensare che il popolo pensi ad adornare il suo discorso e si stilli il cervello per parlar bene: esso parla come sente, e le immagini gli fioriscono spontanee sul labbro. Che il parlar figurato non sia nulla di cercato e di aggiunto, ma invece una forma propria e naturale d'espressione, si può vedere anche osservando come i vari popoli abbiano varia tendenza all'uso delle immagini e delle figure e anzi di certo genere d'immagini e di figure. Per esempio, abbondano di traslati realistici i popoli la cui mente in generale tende piú al concreto che all'astratto: par quasi che abbiano bisogno di rendere sensibile e palpabile anche ciò che è spirituale o anche solo meno pratico e reale. Voi potrete soprendere questa tendenza dei popoli pratici nelle forme piú comuni del loro dire, nei termini piú convenzionali della lingua. Fare una visita dicono gl'Italiani; pagare una visita dicono gl'Inglesi. Passare il tempo, diciamo noi; spendere il tempo dicono quelli. Un uomo che ha venti milioni, ammiriamo noi; un uomo che vale venti milioni, apprezzano gli Americani. (Fortunato Rizzi). 3
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