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permette una datazione di ciascuna parte della sua opera. Per seguirne agevolmente il
pensiero , basta l’antico detto ebraico “Annulla la tua volontà di fronte alla Sua”, cioè
basta sapere che ogni volta che ripetiamo le parole di un Giusto,o ne narriamo le
imprese, la sua anima vive in noi.
Behinah: l’immagine del mondo
Dice Max Weber che l’uomo è impigliato in una rete di significati per cui la
cultura consiste proprio in questa rete. Questo è il concetto base del pensiero di Rabbi
Nachman: che la rivelazione si manifesta in una rete di immagini, configurazioni,
forme, caratteristiche che eegli chiama Behinnot, da un precedente concetto
cabalistico presente negli allievi di Rabbi Izhaq Luria a lui sia pace, per cui fra una
aspetto del Divino e l’altra c’è più di una porta che ne è immagine e
rappresentazione. Si racconta che gli fu chiesto del verso che recita “Sarete popolo di
Sacerdoti” e il Rabbi rispose è l’immagine del Giusto, perché ogni Giusto delle
generazioni può essere un gradino e un livello di salita, e ognuno è la Behinnah di
quello che la precede e di quello che lo segue. Infinita dunque è la rete di significati
che si svolge da ciascuna delle parole della Torah o delle Aggadot del Talmud, e il
Giusto è quello che interpreta e guida l’uomo comune attraverso queste molteplici
immagini, ne riesce a trarre un cammino che esso stesso Torah. Per cui la vera vita
del Giusto è la vita delle sue idee, intuizioni, commenti come dice Rabbi Natan nel
Hayyè Mohara”N, la biografia spirituale di Rabbi Nachman: “Perché la vita
fondamentale è la vita vera, che è la Sapienza, come dice il Kohelet “la Sapienza
vivifica chi la possiede” 1 .
1 Hayyè Mohara”N :Introduzione.