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STORIA G.S.M. (in pdf) - Gruppo Speleologico Marchigiano CAI ...

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Walter Zambianchi, Enzo Tarulli e qualche altro che, pari meritevole di lode, oggi è penalizzato<br />

dalla memoria di chi scrive.<br />

Mai come allora la presenza del Presidente Pietro Pazzaglia fu determ<strong>in</strong>ante per il<br />

rilancio delle attività, maestro ed esempio <strong>in</strong> ogni senso, fu un punto di riferimento che<br />

non abbandonò mai i giovani entusiasti che si stavano di nuovo riunendo attorno a lui.<br />

Dal 1966 questi nuovi "bocia" accompagnati dai "veci", ritornarono sistematicamente a<br />

visitare tutte le cavità che avevano segnato la storia del gruppo e dopo avere superato la<br />

prova della traversata della "Grotta del Mezzogiorno" (allora considerata<br />

tradizionalmente l'esame per eccellenza) si cimentarono <strong>in</strong> discese più ardite<br />

alle"Tassare " e al " Monte Cucco ".<br />

Tutti dimostrarono che il G.S.M. aveva superato la crisi più profonda della sua storia.<br />

1968 - 1970<br />

[Nota dell'autore: avendo avuto la fortuna ed il privilegio di viverli , a questo punto sono costretto<br />

a cont<strong>in</strong>uare il racconto storico degli avvenimenti seguenti <strong>in</strong> prima persona]<br />

F<strong>in</strong> da ragazzo sono stato attratto dalle storia di grotte misteriose e dai suoi<br />

tesori (naturali e non) ivi celati.<br />

Proprio alla f<strong>in</strong>e degli anni sessata, dopo alcune fantozziane escursioni<br />

fatte "sp<strong>in</strong>gendo" <strong>in</strong> grotta i miei amici più cari, cercavo disperatamente<br />

di conoscere qualcuno che mi <strong>in</strong>segnasse a scendere sotto terra <strong>in</strong> maniera<br />

più sicura e professionale. Spero un giorno di ricordare come e chi , nel<br />

1968, mi disse che ad una certa ora potevo contattare degli speleologi<br />

"veri " che si riunivano <strong>in</strong> un buio scant<strong>in</strong>ato. Andai a conoscerli<br />

riuscendo a "trasc<strong>in</strong>armi" dietro solo Fabio Sturba, diventato mio amico<br />

della vita già solo c<strong>in</strong>que m<strong>in</strong>uti dopo la sua nascita.<br />

Conobbi così la nobile figura di Pietro Pazzaglia, la prestigiosa presenza<br />

di Leonardo Rot<strong>in</strong>i, l'entusiasmo di Piero Mirabella, Giuseppe<br />

Gambelli, Gianni Cieri, Maurizio Bologn<strong>in</strong>i, Enzo Tarulli e Walter<br />

Zambianchi.<br />

Fu così che unendo il loro prezioso <strong>in</strong>segnamento con il nostro personale entusiasmo, io e Fabio<br />

Sturba, divenimmo speleologi ed entrammo a far parte del <strong>Gruppo</strong> <strong>Speleologico</strong> <strong>Marchigiano</strong>.<br />

Con una qu<strong>in</strong>dic<strong>in</strong>a di elementi entusiasti, l'attività speleologica si fece <strong>in</strong>tensa e la voglia di<br />

scoprire "qualcosa" divenne frenesia. Lo spirito di gruppo era tale che ci portò a focalizzare un<br />

elemento di sviluppo <strong>in</strong>dispensabile: dovevamo <strong>in</strong>serirci nel contesto cittad<strong>in</strong>o <strong>in</strong> una forma e con<br />

una presenza più idonea per fare proseliti onde aumentare i componenti dato che solo con un gruppo<br />

numeroso si potevano affrontare le grandi spedizioni che sognavamo di fare.

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