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STORIA G.S.M. (in pdf) - Gruppo Speleologico Marchigiano CAI ...

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Perchè e come fu scoperta la "Grotta Grande del Vento" di Frasassi.<br />

A partire dal 23/5/1971 fui l'istruttore del "1° Corso di <strong>in</strong>troduzione alla Speleologia" organizzato<br />

dal G. S. M per addestrare nuove leve di coraggiosi appassionati che la nostra azione di<br />

"proselitismo" aveva richiamato.<br />

Durante una lezione, per colpire la fantasia dei giovanissimi partecipanti, raccontai la "favola" del<br />

Foro degli Occhialoni, due grandi buchi che trapassano quasi la cima della montagna nel versante<br />

opposto a quello dell'attuale entrata turistica alla grotta, (per <strong>in</strong>tenderci, lato "Grotta del<br />

Mezzogiorno"). Dissi che si poteva, molto ipoteticamente, supporre che questo residuo di grotta<br />

potesse avere avuto <strong>in</strong> passato un proseguimento alla stessa altezza nel versante opposto, visto che<br />

l'acqua del fiume Sent<strong>in</strong>o, sciogliendo il calcare e scavando le grotte, aveva tagliato <strong>in</strong> due la<br />

montagna formando la Gola di Frasassi.<br />

La storiella f<strong>in</strong>ì li.<br />

Un giorno di settembre del 1971, ritornando a casa <strong>in</strong> treno da Rim<strong>in</strong>i, dove lavoravo, alla Stazione<br />

di Fano <strong>in</strong>contrai Rolando Silvestri, un giovanissimo partecipante al corso di speleologia da me<br />

tenuto. Durante il tragitto verso Ancona, parlammo di tante cose, naturalmente di grotte e del<br />

fatto che da qualche tempo non frequentava più la nostra Sede. Rolando rispose con una serie di<br />

scuse poco conv<strong>in</strong>centi, poi mi disse:<br />

"Sai Giancarlo, non è vero che ho dimenticato la speleologia;<br />

alcuni giorni fa sono stato a Genga con il mio amico Umberto Di<br />

Santo con il quale mi sono arrampicato f<strong>in</strong>o all'altezza del Foro<br />

degli Occhialoni, ma nel versante opposto. Abbiamo trovato dei<br />

piccoli buchi che entravano nella roccia, uno <strong>in</strong> particolare ci è<br />

sembrato che proseguisse".<br />

Conoscevo bene quella zona, ma buchi "di particolare <strong>in</strong>teresse"<br />

non ne avevo mai visti. L'ost<strong>in</strong>azione con la quale Rolando<br />

<strong>in</strong>sistette, anche nel dubbio, mi fece sorgere alcuni sospetti che<br />

allora non avrei mai confidato a nessuno per il timore di essere<br />

giudicato, primo dai miei vecchi compagni di grotta , un credulone<br />

troppo fantasioso.<br />

Accantonando le mie presunzioni di "vecio speleologo", e senza<br />

una motivazione sostenibile, feci allora l'atto di fede umana più<br />

ispirato della mia vita: organizzai per il sabato successivo una<br />

estemporanea spedizione di ricerca nell'ambito del Corso di<br />

Speleologia.<br />

Quel giorno erano con me, oltre a Rolando Silvestri, Giorgio<br />

Lacopo, Francesco Raccuglia e Gianni Cieri.

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