9. Giardini nell'antichità - Edu.lascuola.it
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L’otium era vissuto a Roma con senso di colpa, come trasgressione<br />
all’imperativo morale dell’impegno per la res publica. Il fatto che il giardino sia<br />
sede privilegiata dell’otium – e spesso anche luogo del lusso, quindi infranga<br />
un altro imperativo romano, quello di una v<strong>it</strong>a frugale – trasferisce sulla realtà<br />
del giardino la negativ<strong>it</strong>à dell’otium.<br />
• Rispetto a che cosa era inadempiente Odísseo?<br />
• Nel m<strong>it</strong>o delle età dell’oro quali colpe segnano il graduale regresso<br />
morale degli uomini?<br />
• C’è nel giardino romano una negativ<strong>it</strong>à originaria che lo accosta al<br />
giardino biblico dell’Eden?<br />
• Quali sono i due «peccati originali» di cui si macchiano l’uomo romano e<br />
Adamo?<br />
Il giardino dell’Eden (Dante, Purgatorio XXVIII 1-42, 139-145)<br />
Nel suo viaggio simbolico dagli abissi infernali alla luce eterna del Paradiso,<br />
Dante, giunto in cima alla montagna del Purgatorio, si trova nell’Eden o<br />
Paradiso terrestre. In un giardino ameno incontra una donna, Matelda, che è<br />
l’immagine della felic<strong>it</strong>à terrena anteriore alla prima colpa: rappresenta cioè<br />
l’uman<strong>it</strong>à prima del peccato originale.<br />
Leggi il testo.<br />
Vago già di cercar dentro e dintorno<br />
la divina foresta spessa e viva,<br />
ch'a li occhi temperava il novo giorno, 3<br />
sanza più aspettar, lasciai la riva,<br />
prendendo la campagna lento lento<br />
su per lo suol che d'ogne parte auliva. 6<br />
Un'aura dolce, sanza mutamento<br />
avere in sé, mi feria per la fronte<br />
non di più colpo che soave vento; 9