09.06.2013 Views

9. Giardini nell'antichità - Edu.lascuola.it

9. Giardini nell'antichità - Edu.lascuola.it

9. Giardini nell'antichità - Edu.lascuola.it

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>9.</strong><br />

<strong>Giardini</strong> <strong>nell'antich<strong>it</strong>à</strong><br />

Il giardino della creazione (Genesi 2, 8-10, 15-16)<br />

Poi il Signore Iddio piantò un giardino in Eden, ad Oriente, e quivi pose l’uomo, che<br />

aveva formato; e il Signore Iddio fece germogliare dal suolo ogni specie di alberi<br />

piacevoli di aspetto e buoni a mangiare, e l’albero della v<strong>it</strong>a in mezzo al giardino, e<br />

l’albero della conoscenza del bene e del male. In Eden nasceva un fiume che irrigava<br />

tutto il giardino e quindi si divideva in quattro capi [...]<br />

Il Signore Iddio prese dunque l’uomo e lo pose nel giardino dell’Eden, perché lo<br />

coltivasse e lo custodisse, e dette all’uomo quest’ordine: «Tu puoi mangiare<br />

liberamente di ogni albero del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del<br />

male non devi mangiare, poiché se tu mangerai, di certo morirai».<br />

I giardini di Mida, Erodoto (Storie 140, 2)<br />

Giunti in un’altra regione della Macedonia, ab<strong>it</strong>arono vicino ai giardini che si dice<br />

siano di Mida 1 , figlio di Gordio, dove nascono spontaneamente rose che hanno ciascuna<br />

sessanta petali e il cui profumo supera tutte le altre. In questi giardini, come i Macedoni<br />

raccontano, fu catturato anche Sileno 2 .<br />

• In che cosa consiste l’eccezional<strong>it</strong>à dei giardini di Mida?<br />

• Che cosa ti pare abbiano in comune con il giardino dell’Eden?<br />

• Il testo greco, per indicare le rose che nascono spontaneamente, usa<br />

l’espressione: autómata roda (neutro plurale). Anche se non studi il<br />

greco, che cosa ti suggerisce l’aggettivo autómata? Quali parole <strong>it</strong>aliane<br />

derivano dall’aggettivo autómatos?<br />

1 Mida: re della Frigia.<br />

2 Sileno: nome di alcuni personaggi di natura m<strong>it</strong>ica. Al plurale, indicava danzatori simili ai Satiri,<br />

mun<strong>it</strong>i di coda equina. Secondo una tradizione m<strong>it</strong>ologica, Sileno era un essere animalesco e silvestre,<br />

capace di cantare in modo mirabile.


• Che legame ha quest’autosufficienza – verrebbe da dire questa<br />

automatic<strong>it</strong>à – della natura dei paradisi con il m<strong>it</strong>o della creazione biblica?<br />

E col m<strong>it</strong>o dell’età dell’oro (di cui puoi leggere sul s<strong>it</strong>o, nel Glossario della<br />

Sezione Strumenti)?<br />

I paradisi persiani<br />

Il termine paradiso in avestico – lingua indoeuropea di ceppo iranico in cui è<br />

redatta l’Avesta, complesso dei libri sacri della religione di Zoroastro – è<br />

costru<strong>it</strong>o da pairi («attorno») e daeza («muro») e significa «giardino protetto,<br />

circondato da un muro». Senofonte è il primo a usare in greco il termine<br />

parádeisos in riferimento ai giardini persiani. Si trattava di parchi reali in cui,<br />

oltre alla coltivazione di varie specie di piante, trovava posto l’allevamento di<br />

svariati tipi di animali, anche i più strani e rari. I paradisi erano riserve di caccia<br />

e luoghi di svago per i vari componenti della famiglia reale.<br />

Senofonte, Economico IV 13; 20-22<br />

«E oltre a ciò», fece Socrate,«in tutte le terre in cui [il re] va a soggiornare, s’impegna<br />

perché diventino giardini i cosiddetti ‘paradisi’, pieni di tutte le cose belle e buone che<br />

la terra è sol<strong>it</strong>a produrre; qui egli stesso passa la maggior parte del tempo quando la<br />

stagione non glielo impedisce».<br />

«Per Zeus,» fece Cr<strong>it</strong>obulo, «è necessario allora, o Socrate, impegnarsi perché, dove<br />

passa il suo tempo, i paradisi siano nel miglior modo forn<strong>it</strong>i di alberi e di tutte le altre<br />

belle cose che la terra produce».<br />

Si dice che Ciro, quando Lisandro venne da lui per portargli i doni degli alleati, tra gli<br />

altri segni di cordial<strong>it</strong>à (come ebbe a spiegare una volta a Megara lo stesso Lisandro a<br />

un osp<strong>it</strong>e) gli abbia mostrato personalmente – a detta sua – anche il «paradiso» di<br />

Sardi. Lisandro ne rimaneva meravigliato: gli alberi erano belli, piantati a distanza<br />

regolare e tutti formavano angoli perfetti; molti e gradevoli erano i profumi che li<br />

accompagnavano nella loro passeggiata. Meravigliandosi di ciò disse: «Sono proprio<br />

meravigliato, o Ciro, per la bellezza di tutto questo, ma molto di più ammiro chi ha<br />

misurato e disposto ogni cosa». Ciro, ascoltato ciò se ne compiacque e disse: «ebbene,<br />

sono io, o Lisandro, che ho misurato e disposto tutto questo, e ci sono degli alberi che<br />

ho anche piantato personalmente».<br />

Trad. F. Roscalla


Senofonte, Ciropedia I 3, 14; 4, 5; 4, 11<br />

«Ragazzo mio, se resterai con me […] potrai disporre dei miei cavalli e di tutti gli altri<br />

puledri che vorrai e ti sarò tanto più grato quanto più spesso lo farai. Poi, potrai<br />

disporre dei miei cavalli e di tutti gli altri puledri che vorrai, e quando tornerai a casa,<br />

potrai portare con te tutti gli amici che ti piacerà portare. E quelle fiere che ora<br />

vagano nel ‘paradiso’ ecco, le regalo a te, e altre di ogni specie ne adunerò: non<br />

appena avrai imparato a montare a cavallo, potrai inseguirle e abbatterle con l’arco o<br />

con il giavellotto, come fanno gli adulti».<br />

Ciro disse ai compagni: «Che cosa insulsa, amici, le nostre battute nel ‘paradiso’! Era,<br />

direi, come andare a caccia di animali legati. Per prima cosa il terreno era lim<strong>it</strong>ato,<br />

poi si trattava di bestie piccole, con la scabbia … una zoppa, un’altra mutilata … Ma<br />

quelle che spaziano per i monti e sulla praterie come mi sono sembrate grandi e<br />

pasciute! I cervi spiccano balzi verso il cielo come fossero uccelli, i cinghiali ci<br />

venivano incontro proprio come, si dice, fanno gli uomini coraggiosi ed erano così<br />

grandi che per noi non sarebbe stato facile fallire il colpo. Insomma, anche morte<br />

queste fiere mi sembrano più belle delle bestie vive chiuse nel ‘paradiso’».<br />

• Qual è l’etimologia di paradiso?<br />

• Definisci il paradiso persiano, quale appare nei testi di Senofonte riportati,<br />

in un breve testo organizzato attorno alle seguenti parole chiave<br />

- ricreazione;<br />

- riserva di caccia;<br />

- alberi e animali di varie specie.<br />

• Nel secondo passo della Ciropedia, il giovane Ciro formula, rispetto al<br />

«paradiso», una cr<strong>it</strong>ica che potrebbe anche riguardare il giardino quale si<br />

è venuto a definire nei secoli fino ad oggi. Chiarisci il senso e l’attual<strong>it</strong>à di<br />

questa cr<strong>it</strong>ica.<br />

• Scrivi un breve testo che metta in relazione i seguenti dati:<br />

- l’etimologia del termine avestico paradiso, chiar<strong>it</strong>a sopra;<br />

- il giardino come luogo dell’otium intellettuale;<br />

- il concetto di hortus conclusus.


Il giardino di Alcinoo nell’isola dei Feaci (Odissea, VII, 81-130)<br />

«[…] Ma Odisseo andava al palazzo stupendo d’Alcinoo, e molto in cuore<br />

es<strong>it</strong>ava, là fermo, senza passare la soglia di bronzo.<br />

Come splendore di sole c’era, o di luna<br />

nell’alta casa del magnanimo Alcinoo.<br />

Muri di bronzo di qua e di là s’allungavano 85<br />

dalla soglia all’interno; e intorno un fregio di smalto.<br />

Porte d’oro la solida casa dentro chiudevano,<br />

d’argento s’alzavano su bronzea soglia gli stip<strong>it</strong>i;<br />

e l’arch<strong>it</strong>rave di sopra era d’argento, d’oro l’anello:<br />

d’oro e d’argento ai due lati eran cani, 90<br />

che Efesto fece con arte sapiente,<br />

per custodire la casa del magnanimo Alcinoo;<br />

per sempre immortali erano e senza vecchiezza.<br />

Lungo il muro si appoggiavano i troni, di qua e di là,<br />

in due file, dalla soglia all’interno; e pepli sopra 95<br />

sottili, ben tessuti, eran gettati, lavori di donne.<br />

Là dei Feaci sedevano i principi,<br />

a bere e mangiare: in abbondanza ne avevano.<br />

Fanciulli d’oro sopra solidi piedistalli<br />

si tenevano dr<strong>it</strong>ti, reggendo in mano fiaccole accese, 100<br />

illuminando le notti ai banchettanti in palazzo.<br />

Cinquanta ancelle erano in casa d’Alcinoo:<br />

alcune con mole moliscono giallo frumento,<br />

altre tessono tele e girano i fusi,<br />

simili a foglie d’altissimi pioppi: 105<br />

dalle tele in lavoro goccia limpido l’olio.<br />

Quanto i Feàci sono sapienti sugli uomini tutti<br />

a reggere l’agile nave sul mare altrettanto le donne<br />

son tess<strong>it</strong>rici di tele; a loro Atena donò in grado massimo<br />

di far opere belle e d’aver savia mente. 110<br />

Fuori, poi, dal cortile, era un grande orto, presso le porte,<br />

di quattro iugeri corre tutt’intorno una siepe.<br />

Alti alberi là dentro, in pieno rigoglio,<br />

peri e granati e meli dai frutti lucenti,<br />

e fichi dolci e floridi ulivi; 115<br />

mai il loro frutto vien meno o finisce,


inverno o estate per tutto l’anno: ma sempre<br />

il soffio di Zeffiro altri fa nascere e altri matura.<br />

Pera su pera appassisce, mela su mela,<br />

e presso il grappolo il grappolo, e il fico sul fico. 120<br />

Là anche una vigna feconda era piantata, ed una parte di questa<br />

in aprico terreno matura al sole; d’un’altra vendemmiano i grappoli<br />

e altri ne pigiano; ma accanto ecco grappoli verdi,<br />

che gettano il fiore, altri appena maturano.<br />

Più in là lungo l’estremo filare, aiuole ordinate 125<br />

d’ogni ortaggio verdeggiano, tutto l’anno ridenti.<br />

E due fonti vi sono: una per tutto il giardino<br />

si spande; l’altra all’opposto corre fin sotto il cortile,<br />

fino all’alto palazzo: qui viene per acqua la gente.<br />

Questi mirabili doni dei numi erano in casa d’Alcinoo. 130<br />

• La descrizione del giardino comincia al v. 111. Abbiamo riportato anche<br />

la precedente descrizione del palazzo, perché il giardino ne è parte<br />

integrante. R<strong>it</strong>rova in questa descrizione:<br />

- i tratti tipici dell’amoen<strong>it</strong>as (Locus amoenus 3 );<br />

- gli aspetti che connettono questo giardino con il m<strong>it</strong>o dell’età dell’oro;<br />

- le connessioni tra giardino e potere nella prospettiva indicata da Andrew<br />

Wallace Hadrill, secondo il quale il giardino è simbolo di potere.<br />

• In latino giardino si dice hortus, da cui il nostro «orto», che però è cosa<br />

diversa dal giardino. Il giardino di Alcinoo presenta caratteristiche<br />

intermedie tra l’orto e il giardino?<br />

• Che cosa ha in comune questo giardino col biblico giardino dell’Eden?<br />

Che cosa manca nel giardino omerico che invece è presente in quello<br />

della creazione?<br />

3 Locus amoenus. Si tratta di una descrizione convenzionale i cui elementi caratterizzanti sono un<br />

boschetto che dà piacevole frescura, l'acqua limpida di un fiume o fonte sempre freschissima, talora una<br />

grotta che offre un comodo riparo naturale. L'archetipo è la grotta di Calipso nell'Odissea, ma la<br />

descrizione si è andata via via fissando in maniera convenzionale negli Idilli di Teocr<strong>it</strong>o e nelle Egloghe di<br />

Virgilio. Nel Fedro di Platone Socrate dialoga in un boschetto ombreggiato da un grande platano e<br />

rinfrescato da una sorgente, È qui l'inizio di un modello di grande v<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à per tutta la letteratura europea,<br />

nel quale l’amoen<strong>it</strong>as è lo sfondo ideale della med<strong>it</strong>azione filosofica o della creazione artistica.


Il giardino di Calipso (Odissea V, 55-74)<br />

Ermes è inviato da Zeus nell’isola in cui Odisseo soggiorna con la dea Calipso,<br />

per ordinare all’eroe di riprendere il viaggio verso Itaca.<br />

Quando arrivò nell’isola lontana, 55<br />

allora dal livido mare balzato sul lido,<br />

andava, finché fu alla grande spelonca, dove la ninfa<br />

trecce belle ab<strong>it</strong>ava: e la trovò ch’era in casa.<br />

Gran fuoco nel focolare bruciava e lontano un odore<br />

di cedro e di fissile tuia odorava per l’isola, 60<br />

ardenti; lei dentro, cantando con bella voce<br />

e percorrendo il telaio con spola d’oro, tesseva.<br />

Un bosco intorno alla grotta cresceva, lussureggiante:<br />

ontano, pioppo e cipresso odoroso.<br />

Qui uccelli dall’ampie ali facevano il nido, 65<br />

ghiandaie, sparvieri, cornacchie che gracchiano a lingua distesa,<br />

le cornacchie marine, cui piace la v<strong>it</strong>a del mare.<br />

Si distendeva intorno alla grotta profonda<br />

una v<strong>it</strong>e domestica, florida, feconda di grappoli.<br />

Quattro polle sgorgano in fila, di limpida acqua, 70<br />

una vicina all’altra, ma in parti opposte volgendosi.<br />

Intorno molli prati di viola e di sedano<br />

erano in fiore; a venir qui anche un nume immortale<br />

doveva incantarsi guardando, e goderne nel cuore.<br />

• R<strong>it</strong>rova in questa descrizione:<br />

- i tratti tipici dell’amoen<strong>it</strong>as;<br />

- gli aspetti comuni al giardino dell’Eden.


Decorazione parietale a giardino (paradeisos). Pompei, Casa delle Nozze di Alessandro.<br />

Gli animaletti (grilli, usignoli, cicale) ai quali sono dedicati numerosi epigrammi dell’Antologia Palatina, sono<br />

rappresentati in queste p<strong>it</strong>ture murarie, veri e propri loci amoeni, allietati da piante verdeggianti (virentia), frutti e fiori.<br />

Il giardino e il divieto. Mentre nel giardino della creazione c’è un divieto, nei<br />

giardini persiani e in quelli omerici questo è assente. Tuttavia, si potrebbe<br />

osservare che, nel caso del giardino di Calipso, il divieto è implic<strong>it</strong>o, visto che<br />

un dio sta scendendo dall’Olimpo per ingiungere a Odìsseo di lasciare l’isola.<br />

Anche nel m<strong>it</strong>o dell’età dell’oro esistono divieti implic<strong>it</strong>i che vengono violati,<br />

colpe che vengono commesse: altrimenti non si giustificherebbe l’idea del<br />

regresso morale dell’uman<strong>it</strong>à nelle successive età. Ciò vale anche per i<br />

Romani. Il giardino è il luogo dell’otium, inteso come studio, ma anche come<br />

v<strong>it</strong>a incentrata sul privato, vissuta in modo egoistico. Il poeta Catullo quando<br />

riflette sulla sua v<strong>it</strong>a disimpegnata, scrive, rivolgendosi a se stesso (carme 51,<br />

vv. 13-16):<br />

L’otium, o Catullo ti rovina;<br />

a causa dell’otium ti esalti e ti ecc<strong>it</strong>i troppo;<br />

l’otium ha rovinato un tempo sovrani<br />

ed opulente c<strong>it</strong>tà.


L’otium era vissuto a Roma con senso di colpa, come trasgressione<br />

all’imperativo morale dell’impegno per la res publica. Il fatto che il giardino sia<br />

sede privilegiata dell’otium – e spesso anche luogo del lusso, quindi infranga<br />

un altro imperativo romano, quello di una v<strong>it</strong>a frugale – trasferisce sulla realtà<br />

del giardino la negativ<strong>it</strong>à dell’otium.<br />

• Rispetto a che cosa era inadempiente Odísseo?<br />

• Nel m<strong>it</strong>o delle età dell’oro quali colpe segnano il graduale regresso<br />

morale degli uomini?<br />

• C’è nel giardino romano una negativ<strong>it</strong>à originaria che lo accosta al<br />

giardino biblico dell’Eden?<br />

• Quali sono i due «peccati originali» di cui si macchiano l’uomo romano e<br />

Adamo?<br />

Il giardino dell’Eden (Dante, Purgatorio XXVIII 1-42, 139-145)<br />

Nel suo viaggio simbolico dagli abissi infernali alla luce eterna del Paradiso,<br />

Dante, giunto in cima alla montagna del Purgatorio, si trova nell’Eden o<br />

Paradiso terrestre. In un giardino ameno incontra una donna, Matelda, che è<br />

l’immagine della felic<strong>it</strong>à terrena anteriore alla prima colpa: rappresenta cioè<br />

l’uman<strong>it</strong>à prima del peccato originale.<br />

Leggi il testo.<br />

Vago già di cercar dentro e dintorno<br />

la divina foresta spessa e viva,<br />

ch'a li occhi temperava il novo giorno, 3<br />

sanza più aspettar, lasciai la riva,<br />

prendendo la campagna lento lento<br />

su per lo suol che d'ogne parte auliva. 6<br />

Un'aura dolce, sanza mutamento<br />

avere in sé, mi feria per la fronte<br />

non di più colpo che soave vento; 9


per cui le fronde, tremolando, pronte<br />

tutte quante piegavano a la parte<br />

u' la prim'ombra g<strong>it</strong>ta il santo monte; 12<br />

non però dal loro esser dr<strong>it</strong>to sparte<br />

tanto, che li augelletti per le cime<br />

lasciasser d'operare ogne lor arte; 15<br />

ma con piena letizia l'ore prime,<br />

cantando, ricevieno intra le foglie,<br />

che tenevan bordone a le sue rime, 18<br />

tal qual di ramo in ramo si raccoglie<br />

per la pineta in su 'l l<strong>it</strong>o di Chiassi,<br />

quand'Eolo Scirocco fuor discioglie. 21<br />

Già m'avean trasportato i lenti passi<br />

dentro a la selva antica tanto, ch'io<br />

non potea rivedere ond'io mi 'ntrassi; 24<br />

ed ecco più andar mi tolse un rio,<br />

che 'nver' sinistra con sue picciole onde<br />

piegava l'erba che 'n sua ripa uscio. 27<br />

Tutte l'acque che son di qua più monde,<br />

parrieno avere in sé mistura alcuna,<br />

verso di quella, che nulla nasconde, 30<br />

avvegna che si mova bruna bruna<br />

sotto l'ombra perpetua, che mai<br />

raggiar non lascia sole ivi né luna. 33<br />

Coi pie ristretti e con li occhi passai<br />

di là dal fiumicello, per mirare<br />

la gran variazion di freschi mai; 36<br />

e là m'apparve, sì com'elli appare<br />

sub<strong>it</strong>amente cosa che disvia<br />

per maraviglia tutto altro pensare, 39<br />

una donna soletta che si gia<br />

cantando e scegliendo fior da fiore<br />

ond'era pinta tutta la sua via. 42<br />

Quelli ch'anticamente poetaro 139<br />

l'età de l'oro e suo stato felice,<br />

forse in Parnaso esto loco sognaro. 141


Qui fu innocente l'umana radice;<br />

qui primavera sempre e ogne frutto;<br />

nettare è questo di che ciascun dice. 144<br />

Ormai desideroso di esplorare in lungo<br />

e in largo la foresta divina folta e piena di v<strong>it</strong>a,<br />

che attenuava alla vista la luce del nuovo giorno,<br />

senz'altro indugio, lasciai il bordo del ripiano,<br />

prendendo la campagna lento lento<br />

sul terreno che profumava da ogni parte.<br />

Un'aria dolce, sempre uguale a se stessa<br />

mi carezzava la fronte<br />

con intens<strong>it</strong>à non superiore a quella di un lieve vento;<br />

mossi da questa, i rami tremolando, docili<br />

tutti si piegavano dalla parte (a ponente)<br />

dove il santo monte (la montagna del Purgatorio)<br />

proietta la sua ombra al sorgere del sole;<br />

non tuttavia in quel loro piegarsi, discostandosi dalla loro posizione<br />

normale tanto, che gli uccelli sui rami<br />

fossero indotti a interrompere le loro attiv<strong>it</strong>à;<br />

anzi, facevano lieta accoglienza al giorno nascente,<br />

cantando tra le fronde, le quali, col loro stormire<br />

facevano al loro canto un accompagnamento<br />

simile a quello che si forma di ramo in ramo<br />

dentro la pineta sul l<strong>it</strong>orale di Classe (presso Ravenna)<br />

quando Eolo (re dei venti) libera Scirocco (dalla grotta in cui lo<br />

teneva chiuso insieme con gli altri venti)<br />

Ormai i miei passi lenti mi avevano portato<br />

dentro quella selva antica tanto che non potevo più<br />

[vedere il punto in cui ero entrato;<br />

ed ecco, m'impediva di proseguire un fiumicello (il Lete),<br />

che sul lato sinistro con le piccole onde<br />

faceva piegare l'erba che era spuntata sulla sua riva.<br />

Tutti i corsi d'acqua che da noi (sulla Terra) sono più limpidi<br />

parrebbero contenere in sé qualche impur<strong>it</strong>à,<br />

a paragone di quella, che lascia trasparire il suo fondo,<br />

sebbene scorra scura scura


sotto l'ombra f<strong>it</strong>ta, che non lascia mai<br />

penetrare il raggio del sole o della luna.<br />

Mi arrestai col piede, con gli occhi oltrepassai<br />

il fiumicello, per ammirare<br />

la grande varietà di rami fior<strong>it</strong>i;<br />

e là mi apparve, come quando ci si presenta all'improvviso qualcosa<br />

che distoglie, a causa della meraviglia che susc<strong>it</strong>a, la mente da ogni<br />

altro pensiero,<br />

una donna tutta sola che camminava<br />

cantando e scegliendo tra i fiori i fiori<br />

di cui era dipinta tutta la sua v<strong>it</strong>a.<br />

[...]<br />

I poeti antichi che cantarono<br />

l'et dell'oro e la sua v<strong>it</strong>a felice,<br />

forse sognarono sul Parnaso (il monte delle Muse) questo luogo. Qui i<br />

progen<strong>it</strong>ori del genere umano erano innocenti;<br />

qui era sempre primavera e nasceva ogni frutto;<br />

questo è il nettare di cui tanto si parla".<br />

Matelda, incisione di Gustave Doré per un’edizione di fine Ottocento della Divina Commedia.


• R<strong>it</strong>rova in questa descrizione:<br />

- i tratti tipici dell'amoen<strong>it</strong>as;<br />

- gli aspetti comuni al giardino dell'Eden;<br />

- gli aspetti che connettono questo giardino con il m<strong>it</strong>o dell'età dell'oro.<br />

• Matelda afferma nel finale del canto che i poeti antichi, cantando l'età<br />

dell'oro, forse intesero parlare di questo luogo in cui vissero i progen<strong>it</strong>ori<br />

dell'uman<strong>it</strong>à in stato di innocenza. Dunque, Dante stesso coglie le<br />

connessioni tra la narrazione biblica e il m<strong>it</strong>o pagano dell'età dell'oro.<br />

Ciò può voler dire che il cristiano Dante attribuisce una qualche<br />

attendibil<strong>it</strong>à alle "favole" degli autori pagani?<br />

Il giardino incantato di Armida (Torquato Tasso, Gerusalemme liberata, XVI 9-19)<br />

Goffredo, comandante delle milizie cristiane, invia due soldati a cercare<br />

Rinaldo, la cui presenza è indispensabile per il buon es<strong>it</strong>o della guerra. L’eroe è<br />

stato attirato nelle isole felici, dove è prigioniero della maga Armida, che lo<br />

tiene in dolce prigionia in un giardino incantato. Leggi il testo.<br />

Poi che lasciar gli aviluppati calli 4 , 9<br />

in lieto aspetto il bel giardin 5 s'aperse:<br />

acque stagnanti, mobili cristalli 6 ,<br />

fior vari e varie piante, erbe diverse,<br />

apriche 7 collinette, ombrose valli,<br />

selve e spelonche in una vista offerse 8 :<br />

e quel che 'l bello e 'l caro accresce a l'opre,<br />

l'arte, che tutto fa, nulla si scopre 9 .<br />

4<br />

aviluppati calli: tortuosi sentieri.<br />

5<br />

il bel giardin: il giardino incantato di Armida, dove Rinaldo è irret<strong>it</strong>o dal fascino sensuale di lei e<br />

dimentico dei suoi doveri di guerriero.<br />

6<br />

acque ... cristalli: laghi e ruscelli limpidi.<br />

7<br />

apriche: soleggiate.<br />

8<br />

in una ... offerse: si mostrarono ad un solo sguardo.<br />

9<br />

e quel... scopre: l'artificio che ha creato tutto ciò non si rileva per nulla, il che aumenta il pregio<br />

dell'opera.


Stimi 10 (si misto il culto è co 'l negletto 11 ) 10<br />

sol 12 naturali e gli ornamenti e i s<strong>it</strong>i.<br />

Di natura arte par, che per diletto<br />

l'im<strong>it</strong>atrice sua scherzando im<strong>it</strong>i 13 .<br />

L'aura, non ch'altro 14 , è de la maga effetto,<br />

l'aura che rende gli alberi fior<strong>it</strong>i:<br />

co' fiori eterni eterno il frutto dura,<br />

e mentre spunta l'un, l'altro matura.<br />

Nel tronco istesso e tra l'istessa foglia 11<br />

sovra il nascente fico invecchia il fico;<br />

pendono a un ramo, un con dorata spoglia,<br />

l'altro con verde, il novo e 'l pomo antico 15 ;<br />

lussureggiante serpe alto 16 e germoglia<br />

la torta v<strong>it</strong>e ov'è più l'orto aprico 17 :<br />

qui l'uva ha in fiori acerba, e qui d'or l'have<br />

e di piropo e già di nettar grave 18 .<br />

Vezzosi augelli infra le verdi fronde 12<br />

temprano a prova lascivette note 19 :<br />

mormora l'aura, e fa le foglie e l'onde<br />

garrir che variamente ella percote.<br />

Quando taccion gli augelli alto risponde 20 ,<br />

quando cantan gli augei più lieve scote 21 :<br />

sia caso od arte, or accompagna, ed ora<br />

alterna i versi lor la musica óra 22 ,<br />

10<br />

Stimi: crederesti.<br />

11<br />

sì... negletto: così bene fuse sono le parti coltivate e quelle incolte.<br />

12<br />

sol; solamente.<br />

13<br />

di natura ... im<strong>it</strong>i: è come se la natura si fosse divert<strong>it</strong>a a im<strong>it</strong>are l'arte e non il contrario.<br />

14<br />

L'aura ... altro: persino l'aria.<br />

15<br />

un con ... antico: il frutto nuovo e quello maturo: uno con la buccia verde e l'altro dorata.<br />

16<br />

serpe alto: serpeggia in alto.<br />

17<br />

aprico: soleggiato.<br />

18<br />

qui l'uva ... grave: qui la v<strong>it</strong>a ha l'uva acerba, qui invece dorata come piropo (gemma color rosso) e già matura.<br />

19<br />

temprano ... note: modulano a gara amabili note.<br />

20<br />

alto risponde: risponde in modo n<strong>it</strong>ido e forte.<br />

21 scote: batte, scuote.


Vola fra gli altri un 23 che le piume ha sparte 13<br />

di color vari ed ha purpureo il rostro 24 ,<br />

e lingua snoda in guisa larga 25 , e parte 26<br />

la voce sì ch'assembra il sermon nostro 27 .<br />

Questi ivi allor continovò 28 con arte<br />

tanta il parlar che fu mirabil mostro 29 .<br />

Tacquero gli altri ad ascoltarlo intenti,<br />

e fermaro i susurri in aria i venti,<br />

Deh mira — egli cantò — spuntar la rosa 14<br />

dal verde suo 30 modesta e verginella,<br />

che mezzo aperta ancora e mezzo ascosa 31 ,<br />

quanto si mostra men, tanto è più bella.<br />

Ecco poi nudo il sen già baldanzosa<br />

dispiega; ecco poi langue 32 e non par quella,<br />

quella non par che desiata inanti<br />

fu da mille donzelle e mille amanti.<br />

Così trapassa al trapassar d'un giorno 33 15<br />

de la v<strong>it</strong>a mortale il fiore e 'l verde;<br />

né perché faccia indietro april r<strong>it</strong>orno 34 ,<br />

si rinfiora ella mai, né si rinverde.<br />

Cogliam la rosa in su 'l mattino adorno<br />

di questo dì, che tosto il seren perde;<br />

22<br />

la musica óra: l'aura musicale.<br />

23<br />

un: un pappagallo.<br />

24<br />

rostro: becco.<br />

25<br />

in guisa larga: tanto larga.<br />

26<br />

parte: articola.<br />

27<br />

assembra ... nostro: im<strong>it</strong>a il nostro linguaggio.<br />

28<br />

continovò: continuò.<br />

29<br />

mostro: prodigio.<br />

30<br />

dal verde suo: dal bocciolo.<br />

31<br />

ascosa: nascosta.<br />

32<br />

langue: appassisce.<br />

33<br />

al trapassar d'un giorno: breve come il trascorrere di un giorno.<br />

34<br />

perché ... r<strong>it</strong>orno: benché ogni anno torni aprile; cioè la primavera.


cogliam d'amor la rosa: amiamo or quando<br />

esser si puote riamato amando 35 .<br />

Tacque, e concorde de gli augelli il coro, 16<br />

quasi approvando, il canto indi ripiglia.<br />

Raddoppian le colombe i baci loro,<br />

ogni animal d'amar si riconsiglia 36 ;<br />

par che la dura quercia e 'l casto alloro 37<br />

e tutta la frondosa ampia famiglia,<br />

par che la terra e l'acqua e formi e spiri 38<br />

dolcissimi d'amor sensi 39 e sospiri.<br />

Fra melodia si tenera, fra tante 17<br />

vaghezze allettatrici e lusinghiere,<br />

va quella coppia 40 , e rigida e costante<br />

se stessa indura a i vezzi del piacere 41 .<br />

Ecco tra fronde e fronde il guardo inante<br />

penetra e vede, o pargli di vedere,<br />

vede pur certo il vago e la diletta 42 ,<br />

ch'egli è in grembo a la donna, essa a l'erbetta,<br />

Ella dinanzi al petto ha il vel diviso, 18<br />

e 'l crin sparge incomposto 43 al vento estivo;<br />

langue per vezzo 44 , e 'l suo infiammato viso<br />

fan biancheggiando i bei sudor più vivo;<br />

qual raggio in onda, le scintilla un riso<br />

35<br />

amiamo ... amando: amiamo ora, finché amando possiamo sperare di essere riamati (cioè finché<br />

siamo giovani).<br />

36<br />

si riconsiglia : riprende.<br />

37<br />

casto alloro: casto, perché in alloro si mutò Dafne che fuggiva le insidie di Apollo.<br />

38<br />

spiri: emani.<br />

39<br />

sensi: sentimenti.<br />

40<br />

quella coppia: Carlo e Ubaldo, i due guerrieri inviati a cercare Rinaldo per ricondurlo al campo.<br />

41<br />

se stessa ... piacere: si rende insensibile alle lusinghe del piacere.<br />

42<br />

il vago e la diletta: l'amante e l'amata, cioè Rinaldo e Armida.<br />

43<br />

e'l crin ... incomposto: lascia i capelli scomporsi.<br />

44<br />

langue per vezzo: si mostra languida per civetteria.


ne gli umidi occhi tremulo e lascivo.<br />

Sovra lui pende 45 : ed ei nel grembo molle<br />

le posa il capo, e 'l volto al volto attolle 46 ,<br />

e i famelici sguardi avidamente 19<br />

in lei pascendo 47 si consuma e strugge.<br />

S'inchina, e i dolci baci ella sovente<br />

liba 48 or da gli occhi e da le labra or sugge,<br />

ed in quel punto ei sospirar si sente<br />

profondo sì 49 che pensi: "Or l'alma fugge<br />

e 'n lei trapassa peregrina 50 ". Ascosi<br />

mirano i due guerrier gli atti amorosi.<br />

• R<strong>it</strong>rova nella descrizione del giardino di Armida:<br />

- i tratti tipici del locus amoenus;<br />

- gli elementi della descrizione che fanno pensare a un incantesimo<br />

operato da una maga;<br />

- i segni di una sensual<strong>it</strong>à accesa della descrizione che, in un autore<br />

cristiano come Tasso, non possono non assumere un valore simbolico: di<br />

che cosa? (l'otium voluttuoso dell'eroe contrasta con i suoi doveri di<br />

guerriero impegnato nella liberazione del sepolcro di Cristo a<br />

Gerusalemme);<br />

• L'idea del traviamento è estranea al concetto di giardino in generale,<br />

quale emerge dalle descrizioni riportate sin qui? Rispondi adducendo<br />

esempi.<br />

• Ripeti con tue parole, poi commenta la seguente riflessione di uno<br />

studioso: "Accanto all'illusionismo magico, altri fattori concorrono a dare<br />

corpo, nel canto, a un tema dominante: lo scambio di apparenza e realtà.<br />

È il caso dell'emulazione fra 'caso' e 'artificio' (ottava 10), dell'im<strong>it</strong>azione<br />

della voce umana da parte del pappagallo (ottava 13). Questa<br />

45<br />

pende: è china.<br />

46<br />

il volto ... attolle: e rivolge il suo volto verso il volto di lei.<br />

47<br />

e i famelici... pascendo: saziando gli sguardi avidi con la vista di lei.<br />

48<br />

liba: assapora.<br />

49<br />

profondo sì: così profondamente.<br />

50<br />

Or ... peregrina: ora la sua anima sta per fuggire per congiungersi con quella dell'amata.


scenografia, in cui troviamo disorientamento intellettuale e illusione ottica,<br />

prepara il dramma di Rinaldo, che è riconoscimento dell'inganno di cui i<br />

sensi lo hanno reso v<strong>it</strong>tima" (R. Ceserani).<br />

Giambattista Tiepolo, Rinaldo e Armida, 1752 c.a. Residenza di Würzburg.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!