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Visualizza/apri - PubliCatt - Università Cattolica del Sacro Cuore

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Organici in Santa Maria <strong>del</strong>la Steccata e contesto padano 573<br />

quest’ottica dovrebbero porsi anche altri mandati successivi che pure registrano<br />

retribuzioni per i «sacerdoti <strong>del</strong> duomo» (Corpus Domini <strong>del</strong> 1604) 33 e per «sei<br />

preti <strong>del</strong>la Chiesa» (feste di Natale <strong>del</strong> 1614) 34 . Più problematica riesce<br />

l’interpretazione di un’altra lista-spesa, che riporta un compenso dato per «una<br />

amorevolezza alli musici <strong>del</strong> domo senza li quali spesse volte non havrebbe possuto<br />

cantare» (feste di Natale <strong>del</strong> 1612) 35 . In questo documento, infatti, si parla non<br />

di ‘sacerdoti’ o di ‘preti’, ma di musici. Eppure, se si riconosce come legittimo<br />

l’assunto di fondo, cioè a dire che in duomo vi fossero dei preti e dei chierici 36 in<br />

grado di esercitare il ruolo di cantore o di suonatore, nonostante venissero attribuite<br />

ad essi mansioni diverse, il termine ‘musici’ (proposto nel 1612) pare perdere<br />

il connotato proprio di uno specifico profilo professionale. Sulla scorta <strong>del</strong>la documentazione<br />

disponibile, soltanto nel biennio 1635-1636 emergono indicazioni<br />

che attestano – nonostante qualche incertezza interpretativa – la presenza in<br />

duomo di un gruppo di provvisionati definiti ‘ordinari’.<br />

Ma – al di là di tutte le incertezze che solo una ricognizione archivistica più<br />

fortunata potrebbe risolvere – vi è un aspetto oltremodo interessante che rimanda<br />

all’apporto – ben suffragato dalle fonti – dei musici <strong>del</strong>la Steccata ai ‘concerti’<br />

proposti in duomo nelle ricorrenze più rilevanti <strong>del</strong>l’anno quali – in ordine<br />

d’importanza – l’Assunzione di Maria, il periodo pasquale, il Corpus Domini e il<br />

Natale. Un apporto che si propone già nell’ultima decade <strong>del</strong> XVI secolo, ma che<br />

giunge a proporzioni notevoli nel ’600. Ed è proprio questo dato ad accertare un<br />

chiaro mutamento nelle dinamiche <strong>del</strong>la vita musicale parmigiana. A partire dagli<br />

anni Novanta <strong>del</strong> ’500, la Steccata assume una posizione dominante rispetto alle<br />

altre due realtà rappresentate dalla cattedrale e dalla corte. Soprattutto, nel primo<br />

Seicento, ove gli organici <strong>del</strong>l’Oratorio si impongono a tutto campo, è evidente<br />

come l’écart sia forte anche nei confronti <strong>del</strong>la cappella ducale. Un excursus sulle<br />

fonti, mostra come il numero dei musici provvisionati dal Duca, sia nettamente<br />

inferiore a quello dei salariati <strong>del</strong>l’Oratorio. Inoltre, gran parte di essi è inquadrata<br />

anche tra i salariati <strong>del</strong>la Steccata 37 :<br />

33 5 su un totale di 23 elementi (ibid., 4 luglio 1604).<br />

34 AFPr, Busta 4, 31 dicembre 1614.<br />

35 AFPr, Cartella 3, 30 dicembre 1612.<br />

36 Ho trovato un solo mandato (Corpus Domini 1634) in cui i soprani vengono definiti «<strong>del</strong><br />

Duomo» (cfr. PADOAN, Organici, eventi musicali e assetti spaziali <strong>del</strong>la policoralità barocca cit., p. 528).<br />

37 Si svolge in ambito <strong>del</strong> tutto ducale, negli anni 1603-1606, l’attività <strong>del</strong>l’interessante compagnia<br />

dei violini composta da Camillo Dosio, Giovanni Battista Morlacchino, Gio. Francesco<br />

Arola, Giuseppe Morandino ed Ottavio Dosio, cfr. PELICELLI, X (1933), p. 233. Questo gruppo<br />

sembra replicare – a circa trent’anni di distanza – l’esperienza dei «cinque violini» che servirono<br />

a corte, con mansioni diverse, negli anni Sessanta e Settanta <strong>del</strong> Cinquecento (NIWA, La musica<br />

alla corte parmense prima <strong>del</strong>l’arrivo di Claudio Merulo cit., pp. 51-52 e 59). Tra i pochissimi musici

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