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Visualizza/apri - PubliCatt - Università Cattolica del Sacro Cuore

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Organici in Santa Maria <strong>del</strong>la Steccata e contesto padano 599<br />

Congregazione, pur condizionata dalle gravi difficoltà <strong>del</strong> dopo-peste (si pensi anche<br />

alla limitata disponibilità riscontrabile nel quadro dei musici sopravvissuti 94 ),<br />

indica un passo deciso verso l’individuazione di nuove e più feconde prospettive<br />

95 .<br />

Ad onta di questo approdo, il ritardo nel riconoscere il violino come strumento<br />

fondamentale per i ‘concerti’, riesce sorprendente se rapportato all’ingente impegno<br />

finanziario sostenuto dall’Oratorio per poter contare su organici stabili di<br />

rilevanti proporzioni non soltanto nell’ambito vocale, ma anche in quello strumentale.<br />

La tabella 1 mette in evidenza come il rapporto tra i due ambiti, dal 1587<br />

al 1629, si sviluppi in modo coerente: l’andamento nel tempo dei due livelli risulta<br />

abbastanza sincrono: all’incremento/flessione <strong>del</strong> numero <strong>del</strong>le voci corrisponde<br />

un’analoga dinamica degli strumenti. Il rilievo assunto dai suonatori appare elevato.<br />

Infatti, se comprendiamo nel gruppo dei suonatori anche l’organista,<br />

l’incidenza <strong>del</strong>la componente strumentale oscilla su valori che vanno da un quarto<br />

ad un terzo <strong>del</strong> totale dei componenti la cappella.<br />

Alla luce <strong>del</strong>l’alto profilo degli organici, potrebbe riuscire singolare la presenza<br />

di un solo organista. In realtà, si tratta di una scelta motivata dal fatto che nella<br />

chiesa vi erano, sì, due cantorie giustapposte, ma un solo organo. Semmai è interessante<br />

notare che, negli anni in cui i ruoli di organista e di maestro di cappella<br />

sono ricoperti da un solo musico, Vincenzo Bonizzi, si ricorre ad un secondo or-<br />

un licenziamento voluto dall’Ordine, soccorre una nota, senza data, inviata da Bonamente al<br />

Linati (probabilmente suo referente nella corte ducale) in cui afferma: «Il P. fra Gio. Battista<br />

Bonamente minor Conventuale di San Francesco Musico <strong>del</strong> violino accettato in detto servitio,<br />

e con licenza de’ suoi superiori, desidera che S.A. scrivi al P. R. mo Vicario […] di detto Ordine<br />

con farlo collocare di stanza qui in Parma come pure è restato con detta Altezza Ser. ma» (cfr.<br />

ASPr, Teatri e spettacoli di età farnesiana, 1545-1757, b. 1). Non è da escludere che l’istanza <strong>del</strong> musico<br />

mantovano non sia stata considerata e che quindi abbia dovuto lasciare Parma contro la<br />

sua volontà.<br />

94 Un’indicazione sulle difficoltà determinate da questa limitata disponibilità emerge in un memoriale<br />

di Tarquinio Merula che nel 1635, in qualità di maestro di cappella per le «Laudi <strong>del</strong>la<br />

B.V.M.» nella cattedrale di Cremona, dichiara di aver dovuto aumentare il salario ai musici che,<br />

dopo il contagio, erano pochi e si erano fatti preziosi (cfr. MAURIZIO PADOAN, Tarquinio Merula<br />

nelle fonti documentarie, in ANNALISA LOMBARDI, MAURIZIO PADOAN e ALBERTO COLZANI, Contributi<br />

alla musica lombarda <strong>del</strong> Seicento cit., pp. 59-157: 67 e 106.<br />

95 Altre indicazioni che confermano un reale cambiamento di indirizzo vengono da una polizza<br />

<strong>del</strong> 9 <strong>apri</strong>le 1631 in cui si registra - relativamente alla festività <strong>del</strong>l’Annunciazione – la presenza,<br />

in qualità di violinista, di un padre di San Pietro Martire (AOCPr, Mandati 48, 1627-1641). Lo<br />

stesso padre figura tra i musici «che servirono per la Compieta sollenne <strong>del</strong> Sig. r Sempliciano<br />

Olivo maestro di Capella» (ibid., 10 luglio 1631). Alla medesima festività dovrebbe riferirsi<br />

un’altra polizza in cui si attesta un pagamento di quattro scudi «à ms Alessandro Raineri da S.<br />

Secondo, qual, sono il violino, in occasione <strong>del</strong>la musica fatta dal sig. r Simpliciano Olivi,<br />

nell’oratorio sod. o che cosi hanno ordinato» (ibid., 15 luglio 1631). Un’ulteriore conferma è data<br />

da una nota spese per l’Annunciazione <strong>del</strong> 1632, nella quale figura un non meglio identificato<br />

«Padre dal violino da Colorno» (AOCPr, Ordinazioni 17, 1631-1632, 2 <strong>apri</strong>le 1632, f. 337r).

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