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14 La Lanterna - numero 1 - febbraio 2011 la quale segnatamente le due navi erano state concepite, risultò ben frequentata da uomini d’affari, da personalità del mondo dello spettacolo , della cultura e dello sport. Poi fatalmente l’accresciuta e amplificata offerta del mezzo aereo assottigliò la presenza della clientela che negli ultimi anni ebbe una marcata caduta accompagnata da consistenti perdite economiche . La sofferta decisione di disfarsi dei due gioielli della cantieristica e dell’armamento nazionali sfociò quindi nella decisione della loro vendita all’Iran, all’epoca imperante lo Scià (1976) - ad un prezzo risibile in rapporto al costo originario - che le destinò all’uso di caserme. Ma anche laggiù la tumultuosa rivoluzione komeinista avrebbe poco dopo sconvolto la situazione del paese: Michelangelo e Raffaello furono avviate alla demolizione, finite poi da un bombardamento aereo iracheno. Dieci anni di vita, dunque, che gli autori di quest’opera hanno saputo far rivivere fornendo un ampio e articolato supporto documentale e di informazioni conducendo il lettore in atmosfere e tempi non proprio così lontani, ma tuttavia per molti - soprattutto se non particolarmente interessati a tale specifico ambito storico - pressochè sconosciuti. Gli anni delle grandi navi da crociera (Raffaello e Michelangelo non si potevano comunque convertire a tale uso) dovevano arrivare ben più tardi. Il corredo fotografico che integra e accompagna la narrazione risulta molto ricco, tecnicamente ben riprodotto e in parte addirittura inedito. La presentazione dell’opera - anzi il suo varo, come precisava l’invito alla serata - è avvenuta il 17 dicembre 2010 nell’ affollata sala conferenze del Grand Hotel Savoia Excelsior , presenti, oltre ai due autori, l’editore G.U.Hoepli, con qualificati interventi svolti da esponenti del mondo cantieristico, dell’editoria e culturale. Ha presentato Biancastella Zanini. Ha sorretto l’esposizione di Maurizio Eliseo una significativa serie di diapositive. Ci piace da ultimo soffermarci sulla figura dell’amico Maurizio Eliseo che circa un anno fa accolse di buon grado il nostro invito a tenere una applaudita conferenza nella nuova sala convegni della base nautica, sulla storia e l’evoluzione delle navi passeggeri. Già allora apprezzammo la sua vasta conoscenza del settore, prerogativa che lo qualifica, ormai da anni, stimato studioso ed esperto a livello internazionale. Ne fanno anche testimonianza le sue numerose, apprezzate pubblicazioni e le consulenze richieste in Italia ed all’estero dove frequentemente si sposta (Londra, New York), svolgendo anche attività di libera docenza universitaria in materia di storia navale e tecnologie di allestimento di bordo. (f.r.). La Raffaello in navigazione
La Lanterna - numero 1 - febbraio 2011 Era noto che “Galeb” - il favoleggiato panfilo dello Stato jugoslavo del quale il Maresciallo Tito fece ottimo uso come nave immagine destinata ad ospitare autorevoli personalità di mezzo mondo sia politiche che mondane - avesse le meno mondane origini di una bananiera opportunamente sottoposta ad un radicale restayling. Ma non era del tutto noto a gran parte del numeroso pubblico che giovedì 17 febbraio ha affollato la sala convegni della palazzina servizi ,l’avvincente e quanto mai avventurosa storia di questa nave che, varata a Genova nel 1937, è stata protagonista di un destino assolutamente incredibile per le perigliose vicende che l’hanno coinvolta. Se ne è reso erudito narratore l’ing. Alberto Guglia che, in virtù anche dei buoni rapporti che intratteniamo con l’Associazione ATENA, ha accettato il nostro invito a svolgere una conferenza sul “Galeb” e la sua storia. L’oratore è uno stimato ingegnere navale della Wartsila che ha voluto dedicarsi ad approfondire e ad indagare sulla vita di questa singolare nave stimolato anche dalla copiosa documentazione tecnica lasciatagli dallo zio, capitano Giovanni Mibelli ,che proprio sulla bananiera “RAMB III”, mutatasi in “Galeb” alla fine della seconda guerra mondiale, si trovava imbarcato come direttore di macchina. L’esposizione dell’ing.Guglia, accompagnata da una serie di rare immagini fotografiche del tempo, ha preso avvio dagli anni in cui il Ministero delle Colonie decise di razionalizzare la produzione e il commercio delle banane prodotte in Somalia realizzando, negli anni 1937/38 , la costruzione di quattro navi espressamente progettate per il loro trasporto da Mogadiscio a Napoli. Il varo avvenne per due di esse in casa nostra (a Monfalcone al San Rocco di Muggia), le altre due presso i cantieri genovesi. A tutte venne imposto il nome di RAMB (I,II,III e IV) che altro non era che l’acronimo di Regia Azienda Monopolio Banane che costituì allo scopo “GALEB”, da bananiera a panfilo di Stato per Tito la Società Italo-Somala di Navigazione nel ruolo di armatore. Si trattava di valide navi dotatedi motori Fiat (una sola montava un motore Sulzer), lunghe quasi 120 metri e una stazza di circa 2250 tonn. Potevano sviluppare una velocità di 18,5 nodi e disponevano di ampie celle frigorifere, di un impianto di aria condizionata , di cabine per l’equipaggio e per un ristretto numero di passeggeri e di una sala di infermeria. La loro attività si svolse regolarmente fino al giugno del 1940 quando ebbe inizio il secondo conflitto mondiale. A quella data tre bananiere si trovavano nel mar Rosso, una, la RAMB III, nel Mediterraneo. E’ la storia di quest’ultima che interessa il racconto dell’oratore: da bananiera viene trasformata e armata come nave militare (incrociatore leggero) e quindi utilizzata per la scorta di convogli; viene silurata a Bengasi da un sottomarino inglese nel maggio del ’41; riesce a salvarsi pur se gravemente danneggiata e con una fortunosa, lenta navigazione ritorna a Muggia al San Rocco, dove, in quattro mesi di ininterrotto e intenso lavoro può riprendere il mare dopo solo quattro mesi. Dopo l’8 settembre del ’43 i tedeschi se ne impossessano e, ribattezzata Kiebitz, la impiegano in numerose operazioni come posamine. Il 5 novembre del ’44 è nel porto di Fiume dove 15 subisce un intenso bombardamento che la affonda. La Jugoslavia la sottopone a lavori di rimessa in efficienza e la utilizza come nave scuola con il nome di Morner. Ma il suo destino finale sarà quello di assumere il ruolo di panfilo di Stato con l’ultimo suo nome, “Galeb” (gabbiano) e in tale ruolo opererà brillantemente per molti anni registrando ben 549 giorni di navigazione durante i quali tocca un po’ tutto il mondo e in particolare i porti dei Paesi cosiddetti non allineati. Ospita in prestigiose crociere, soprattutto nel Mediterraneo, capi di Stato, sovrani, grandi artisti del cinema come Liz Taylor e Richard Burton, Sofia Loren ed altri. Dissoltasi cruentemente la Repubblica Federativa di Tito, “Galeb”, dopo diverse incertezze, è stato acquisito dalla municipalità di Fiume che, secondo le manifestate intenzioni, intende trasformarlo in museo galleggiante essendo ancora ben conservati i suoi più significativi locali con i loro arredi. Di tutto questo ha ben più ampiamente riferito l’ing.Guglia che fra l’altro ha recentemente dato alle stampe il libro “Da RAMB III a GALEB - Bananiera, incrociatore, nave scuola, yacht”, per i tipi dell’editore Luglio. Prolungati applausi hanno confortato l’oratore che in precedenza aveva anche risposto ad alcune domande del pubblico.
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