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7° Congresso Internazionale SOI

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<strong>SOI</strong> Subspecialty dayS<br />

30<br />

Come e perché effettuare<br />

un prelievo di cornea Dott.ssa Gabriella Parente<br />

Strategie diagnostico-terapeutiche<br />

per il tra tamento<br />

delle cheratiti microbiche<br />

Introduzione<br />

Le cheratiti microbiche sono causate dalla penetrazione e proliferazione<br />

di microrganismi (batteri, funghi e parassiti) nella cornea con<br />

conseguente reazione infiammatoria destruente all’interno del tessuto<br />

corneale. Le infezioni microbiche si verificano raramente in<br />

assenza di fattori predisponenti 1,2 . Il principale di questi è rappresentato<br />

dall’uso di lenti a contatto 3 (Figura 1), soprattutto l’uso<br />

prolungato notturno4, ma possono essere causate anche da traumi,<br />

o manifestarsi come complicanza di patologie che compromettano<br />

l’integrità della superficie oculare (per esempio nelle cheratopatie<br />

da herpes, da esposizione, nelle cheratopatie tossiche da abuso di<br />

anestetici locali, nella cheratopatia bollosa, etc.).<br />

In presenza di un’infezione suppurativa corneale non esistono segni<br />

clinici distintivi che consentano di determinare con certezza l’agente<br />

causale. Ne risulta che la diagnosi debba essere completata<br />

dal rilievo anamnestico dei principali fattori di rischio e dai risultati<br />

delle procedure diagnostiche atte ad individuare l’agente<br />

microbico causale. Possono fare eccezione a questa regola infiltrati<br />

corneali multipli o infiltrati marginali in assenza di un difetto epiteliale<br />

sovrastante, causati di solito da una reazione immunologica<br />

sterile determinata dalla presenza di antigeni batterici. Tali reazioni<br />

si verificano solitamente nei portatori di lenti a contatto o in<br />

caso di colonizzazione batterica dei margini palpebrali (blefariti<br />

marginali) 5,6 (Figura 2).<br />

In tutti i casi in cui vi è un sospetto di cheratite microbica, l’ap-<br />

Figura 1. Cheratite batterica in portatore di lenti a contatto. Agente microbico<br />

causale Pseudomonas Aeruginosa<br />

Dott. Luigi Fontana<br />

Dott. Giorgio Tassinari<br />

Unità operativa di Oculistica, Ospedale Maggiore, Bologna<br />

proccio più corretto da seguire consiste nell’eseguire un esame diagnostico<br />

colturale e quindi iniziare una terapia antibiotica topica<br />

ad ampio spettro 7 .<br />

Questo capitolo descrive un algoritmo diagnostico-terapeutico di<br />

facile applicazione che riassume le attuali strategie diagnostico<br />

terapeutiche utili a consentire un efficace trattamento della maggior<br />

parte dei casi di cheratite microbica.<br />

Esami preliminari<br />

- Registrazione dell’aspetto clinico<br />

- Scraping (prelievo) corneale<br />

È molto utile sin dall’inizio registrare nella cartella del paziente i<br />

seguenti parametri che descrivono la gravità del processo patologico<br />

(Figura 3):<br />

1) dimensioni della lesione, si misura sia l’estensione del difetto<br />

epiteliale che dell’infiltrato stromale. Solitamente vengono<br />

registrati in millimetri la massima lunghezza e larghezza su<br />

due assi ortogonali, con l’indicazione del loro orientamento.<br />

2) massimo assottigliamento corneale, può essere espresso come<br />

percentuale rispetto allo spessore corneale normale, insieme<br />

all’indicazione della localizzazione del punto di massimo assottigliamento<br />

della lesione.<br />

3) altezza dell’ipopion in millimetri.<br />

4) estensione del deposito di fibrina e presenza di cellule in camera<br />

anteriore.<br />

Figura 2. Infiltrato stromale paralimbare sterile in portatore di lenti a contatto.<br />

È evidente la dilatazione dei vasi limbari.

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