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Ennio Poleggi

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<strong>Ennio</strong> <strong>Poleggi</strong><br />

non perché essendo de’ consiglieri del Minor Consiglio avevo detto e confermato costantemente<br />

il vero in difesa della giustizia e della libertà, come farei di nuovo, bisognando.<br />

Di torto sì evidente se ne dolsero i cittadini, i quali conobbero che bandito il<br />

parlar libero dai Consigli vi si sarebbe introdotto il silenzio col timore » 27 .<br />

Colpevole di una lunga polemica sull’autonomia della giustizia che riteneva<br />

osteggiata dai Collegi, Spinola aveva fra l’altro osato proporre una<br />

magistratura eletta dal Minor consiglio ma con giudici esterni (chiamata<br />

conservatori e difensori della quiete), capace di guidare tutta la struttura con<br />

equilibrio oltre ad una polizia bene organizzata. « Iustitiam vero criminalem a<br />

civibus minime administrandum esse », era parola d’ordine di un nobile come<br />

lo Spinola (1562-1631), pronto in ogni occasione a rivendicare la libertà di<br />

parola e di pensiero del buon “repubblichista”, come scriverà nel Ragionamento<br />

sopra il provedere agli abusi della giustizia criminale in Genova che Rodolfo<br />

Savelli, suo maggior studioso in questione, ha considerato « la più<br />

spietata critica al funzionamento della giustizia nella Repubblica di Genova,<br />

e il più originale tentativo di risolverne le contraddizioni ».<br />

È ancora da Spinola che abbiamo una scena efficace delle condizioni e<br />

dei costumi nelle carceri del primo ’600:<br />

« 10. Le prigioni qui della città non sono segrete e senza tal segretezza non si può far<br />

giustizia cha vaglia.<br />

11. Nelle nostre prigioni, quando vi sono ricchi o poveri che fan del ricco, vi si fanno<br />

bagordi, banchetti, giuochi e strepiti continui, oltre il perpetuo flusso e riflusso di visite<br />

come ne’sponsalitii o nei parti delle donne. Il che tutto quanta corruttola introduca,<br />

ne’ Rotanti ne i Fiscali (e) ne li scrivani et in tutti li ministri inferiori della giustitia,<br />

non potrei dirlo a bastanza.<br />

12. Per certa sorte di cose, le quali sono più tosto transgressioni e disubbidienze che<br />

delitti, vi dovrebbe esser qualche prigion chiara, grande e ben sana, separata però dal<br />

comercio delle altre prigioni assegnate ai delinquenti.<br />

13. Quando alcun è in prigione per cose gravi, si aprino particolarmente gli occhi nel<br />

lasciarvi entrar religiosi.<br />

14. Io mi ricordo parecchie burle, fatte da coloro i quali erano in prigione, col farsi far<br />

delle chiavi false. Al che, se sia mai dato rimedio, io nol so » 28 .<br />

La ricognizione oggettiva su condannati e spazi rivela più luoghi di<br />

controllo diseguale che di pena, com’era certo la vecchia prigione di Mala-<br />

——————<br />

27 Andrea Spinola. Scritti scelti, a cura di C. BITOSSI, Genova, Sagep, 1981, p. 183 (da Discorsi di<br />

Andrea Spinola sopra la sua carcerazione, pp. 144-183).<br />

28 Estraiamo citazioni del Ragionamento di Spinola da R. SAVELLI, Potere e giustizia... cit., pp. 31 e<br />

141; A. SPINOLA, Prigionia e prigioni, in Dizionario filosofico politico, BIBLIOTECA UNIVERSITARIA DI<br />

GENOVA, Manoscritti, B.VIII.28, cc. 87-89, paragrafi 1-2-3; Andrea Spinola. Scritti scelti... cit., pp. 36-39.

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