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Ennio Poleggi

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<strong>Ennio</strong> <strong>Poleggi</strong><br />

elicoidale progettata da Simone Cantoni (1780), sino ai ponti sospesi che<br />

dalla terrazza dogale conducevano alla Cattedrale 79.<br />

Eppure la messe di fonti inedite, che documenta le vicende di questa<br />

storica sede, bene evidenzia il modello d’immagine che Genova volle darsi<br />

dopo il 1587, sia nella gerarchia e qualità degli spazi interni sia nella collocazione<br />

del contesto urbano. Nonostante una discreta conservazione, mancano<br />

oggi connessioni più strette fra il Palazzo, la piazza Nuova antistante<br />

(oggi G. Matteotti) e il Malcantone (T. Reggio), l’asse viario che raccolse<br />

fino al 1840 i maggiori accessi pubblici citati più volte 80. Occorre insomma<br />

riaccentrare accortamente l’ombelico della repubblica oligarchica (e del<br />

Comune trecentesco) perché gli ampi restauri attuali, fra via San Lorenzo<br />

(già carrettiera Carlo Alberto) e piazza Raffaele De Ferrari, sospingono<br />

piuttosto i flussi pedonali verso quest’ultima che, se ne attraversano l’accesso<br />

interno, sbucano sotto la grande facciata settecentesca di Simone Cantoni<br />

senza abbracciarne la maestà neoclassica, né tanto meno percepirne i rapporti<br />

con la città vecchia che da qui si adagia sino al porto 81.<br />

Già dal 1992 una corretta introduzione a tutto il Palazzo ed ai suoi rapporti<br />

ambientali avrebbe accresciuto l’interesse per uno storico scenario che,<br />

negli ultimi quattro secoli, era passato dal Comune tardomedievale alla repubblica<br />

oligarchica del siglo de los Genoveses sino al Municipio del Regno<br />

sardo (1816), per tornare ancora Palazzo di giustizia dal 1855 al 1970.<br />

Nei differenti percorsi del Palazzetto, fra Palazzo e Cattedrale, vi è un<br />

incrocio sorprendente di vedute panoramiche e di spazi interni che evocano<br />

eventi, senza richiuderli in vetrine da museo. A iniziare dalla scala<br />

elicoidale (piano della loggia maggiore) lungo un interessante percorso<br />

alternativo fra torre Grimaldina, sottotetti e terrazze dove sono ancora<br />

celle del secolo scorso. A colpo d’occhio la mole di Palazzetto e Torretta,<br />

visibile dalla Grimaldina o, più lontano, dalle circonvallazioni a monte,<br />

nulla ha perduto dell’imprinting repubblicano e – a zoom ravvicinato –<br />

——————<br />

79 E. POLEGGI, Il Palazzo della Signoria... cit., passim; N. OSSANNA CAVADINI, Simone Cantoni<br />

architetto, Milano, Electa, 2003, p. 131, nota 58.<br />

80 CENTRO DI DOCUMENTAZIONE PER LA STORIA, L’ARTE, L’IMMAGINE DI GENOVA, Collezione<br />

topografica, Atlanti, n. 1125; AS GE, Cartografia, Mappe e Tipi, pianta 460. Ibid., 476 « Piano<br />

regolare (...) approvato il 12 dicembre 1834 »: disegno con quote perimetrali e all’interno dell’intero<br />

complesso.<br />

81 De Ferrari la piazza dei genovesi, a cura di E. POLEGGI, Genova, De Ferrari, 2005, Postfazione,<br />

pp. 216-217.

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