Ennio Poleggi
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<strong>Ennio</strong> <strong>Poleggi</strong><br />
L’originaria articolazione di un Palazzo ducale repubblicano, che caratterizza<br />
più di prima l’immagine di Genova nel coro delle grandi città d’arte rinascimentali,<br />
non è soltanto monumento di architettura e di autenticità<br />
espressiva. Ricca di preesistenze da conservare, e di soluzioni intervenute ad<br />
aggiornare funzioni e forme che ne hanno modellato i caratteri, può aprire<br />
una rassegna comparativa – di ricerca e divulgazione – che rifletta sui rari<br />
edifici rimasti del genere, dietro cui si celano drammi di un’epoca agitata e<br />
difficile come l’età moderna, quando signorie, regni ed imperi ancora guardavano<br />
più alla punizione corporale che al controllo delle persone 35.<br />
Sull’Europa delle città Marino Berengo ha disegnato un quadro ampio e<br />
informato di pene e costumi contrastanti, ancora divisi fra carceri preventive<br />
e punitive per ricchi e poveri; senza aggiornamenti di celle più ampie e<br />
condizioni di vita coerenti alle norme nuove, ma persistendo nel disordine<br />
arcaico di vecchi fortilizi 36. Tutta la vicenda discende da una storiografia<br />
del diritto civile che sventola sempre la solita lista di carceri medievali, fra<br />
palazzi di governo e porte urbiche o distribuite in torri cittadine distinte<br />
per debitori, bancarottieri, ladri, prostitute e minori delinquenti; o, altrimenti,<br />
per criminali destinati alla pena capitale.<br />
Sono siti storici di una crudeltà interessata, fonti senza fine di guadagni<br />
per il custode che, con i famigli, decideva a suo arbitrio collocazione, ampiezza<br />
e luminosità di celle – anche possibilità di ricevere ospiti o di uscire<br />
temporaneamente – quando vi fosse chi poteva pagare a qualsiasi prezzo.<br />
Sino a che non s’introdurranno più fitte le confraternite e le “misericordie”.<br />
Alcuni squarci si colgono nei brevi studi su Milano, Venezia, lo Stato<br />
della Chiesa, i Regni meridionali, anche se il confronto più ravvicinato e<br />
interessante giunge dalla regina dell’Adriatico, fra le città portuali più ricche<br />
ed attente, che emerge da una renovatio urbis esemplare affidata in gran parte<br />
alla rappresentatività degli edifici pubblici 37. Limitati sono poi i disegni di<br />
progetto che consentono confronti tra edifici analoghi troppo stratificati,<br />
passati ad usi differenti, scomparsi del tutto o senza rilevamenti utili a restituirne<br />
precise funzioni. Rimangono per ora piante e sezioni di Venezia, Ge-<br />
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35 M. BERENGO, L’Europa delle città. Il volto della società urbana europea tra Medioevo ed Età<br />
moderna, Torino, Einaudi, 1999, pp. 629-634.<br />
36 Cfr. note 21 e 44.<br />
37 R. CANOSA - I. COLONNELLO, Storia del carcere in Italia dalla fine del Cinquecento all’Unità,<br />
Roma, Sapere 2000, 1984.