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Ennio Poleggi

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<strong>Ennio</strong> <strong>Poleggi</strong><br />

aveva subito la dimora di Ettore Fieschi alla sommità delle due Scurrerie,<br />

ricomposta in parte dalla casa Curotto dopo l’ampliamento di piazza San<br />

Lorenzo (1840) 64.<br />

Tanto mutamento di un luogo urbano più che centrale rende quasi impossibile<br />

evocarne l’immagine già che, all’incisivo cambio di scena chiesto<br />

degli Imperiale nel 1584 con Scurreria la Nuova, si aggiungevano meno di<br />

tre secoli dopo il secondo tronco della carrettiera Carlo Alberto (via San<br />

Lorenzo), oggi restaurato, cui si deve il ribassamento delle quote stradali<br />

assieme un’inutile progettazione del Palazzo civico dinanzi la Cattedrale<br />

(1839, architetto civico G.B. Resasco) 65.<br />

Nel 1806, sotto l’Impero francese, la ristrettezza di spazi e l’ubicazione<br />

troppo centrale del carcere suggerivano, dati grida miasmi e fumi non proprio<br />

odorosi, dapprima un esproprio poi un trasloco in altra sede proposto<br />

dall’architetto Gaetano Cantoni, con l’idea di traslocarvi l’Archivio di San<br />

Giorgio e dei notai (1810-1811), un tipo di riuso non nuovo e più diffuso<br />

dopo la formazione del Regno d’Italia, a iniziare dallo Steri di Palermo 66.<br />

Attraverso ripetute interruzioni dovute al rovesciamento statuale degli<br />

anni 1814-16, il Palazzetto muterà ruolo dopo il trasferimento dei carcerati<br />

nel monastero soppresso di Sant’Andrea. Nel rapporto chiesto dal Magistrato<br />

di polizia all’architetto Gaetano Cantoni sulla sistemazione si afferma<br />

che il monastero è luogo capace di accogliere trecento persone fra carcerati<br />

——————<br />

esemplare con il maestro Domenico Caranchetta, documento di un’edilizia “continua” che nulla distrugge<br />

e quanto rimane di nobile conserva, specie se traccia di portico medievale. Nè qui sorprende l’altezza alla<br />

chiave di volta del fornice (circa 8m), contiguo com’era alla prima sede del Comune medievale nel sec. XII.<br />

Cfr. E. POLEGGI, Il sistema delle curie nobiliari. Il sito de Fornari, primo palazzo del Comune in Comuni e<br />

memoria storica. Alle origini del comune di Genova. Atti del Convegno di studi Genova, 24 settembre 2001, in<br />

« Atti della Società Ligure di Storia Patria », n.s., XLII (2002), 1, pp. 483-502.<br />

64 AC GE, Amministrazione municipale sotto il governo piemontese, filza 1115, « Beni stabili e mobili<br />

», 1839-40: buona raccolta di programmi, progetti e delibere relative alla sistemazione complessiva<br />

di piazza Nuova ed a un progetto di Palazzo Civico in piazza San Lorenzo. Ibid., Segreteria, scatole<br />

1277, fasc. 181; 1281, fasc. 308-3; 1289, fasc. 751; 1299, fasc. 1155: anni 1852-1858, trattative per richieste<br />

di nuovi interventi nel “profilo” di piazza Nuova.<br />

65 E. POLEGGI, Il Palazzo della Signoria... cit., pp. 32-45.<br />

66 AS GE, Prefettura francese, b. 87, gennaio-giugno 1806, fascicolo della Gendarmerie Imperiale.<br />

Contiene quadri sinottici dei presidi di gendarmeria in provincia e città di Genova (uomini, distanze,<br />

ecc.). Seguono statistiche su Dogana, edifici pubblici comprese le prigioni (Criminale e Malapaga): sui<br />

problemi di strettezza del primo sito si propone di espropriare il chiostro intero dei canonici di San Lorenzo,<br />

a firma dell’« Ingenieur en Chef de 1er classe » (14 maggio 1806). Nel 1811, tralasciata ogni altra<br />

sede, G. Cantoni prepara il preventivo del trasloco degli Archivi al Palazzetto, interrotto dall’appaltatore<br />

nel 1814.

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