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Aprile 2006 - Ispettoria Salesiana Meridionale - Via Don Bosco, 8 ...

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scuola libertaria e agnostica, che abbandona l’individuo a se stesso, bensì si tratta<br />

di insegnare a trovare la verità, guidando il fanciullo a confrontarsi con la realtà<br />

nei suoi multiformi aspetti, per coglierne tutta la sua intelligibilità» 2 . Conoscere la<br />

verità significa realizzare la libertà interiore, che è il primo fondamentale fine dell’educazione<br />

(Maritain). La carità della verità sarà tanto più apprezzata se si pensa<br />

che, come ebbe a dire qualche anno fa l’attuale pontefice, «la vera sciagura dell’uomo<br />

è proprio l’essere all’oscuro della verità» 3 .<br />

Le motivazioni che sostengono la fatica di coloro che si impegnano quotidianamente<br />

nella scuola possono essere diverse (lasciando da parte quelle meno nobili,<br />

che purtroppo a volte si riscontrano), ad esempio: una particolare e quasi innata<br />

propensione all’educare, la ricerca della promozione umana dell’alunno, una<br />

naturale simpatia per i bambini e i giovani...<br />

L’amore che alimenta e sostiene l’educatore cristiano ha una sua originalità sia<br />

nella sorgente che lo alimenta sia nella modalità in cui si manifesta: è, infatti, l’amore<br />

così come l’ha vissuto concretamente Cristo, è l’amore che viene descritto<br />

da s. Paolo nel suo inno alla carità (1 Cor 13). L’amore per l’uomo, che accomuna<br />

tutti coloro che si occupano di educazione nella scuola, è per gli educatori cristiani<br />

«un amore che si nutre dall’incontro con Cristo» (Deus caritas est 34). Da questo<br />

punto di vista, vale anche per loro il richiamo del papa: «Occorre condurli a<br />

quell’incontro con Dio in Cristo che susciti in loro l’amore e apra il loro animo<br />

all’altro, così che per loro l’amore del prossimo non sia più un comandamento<br />

imposto per così dire dall’esterno, ma una conseguenza derivata dalla loro fede<br />

che diventa operante nell’amore (cf. Gal 5,6) (31a). Coloro che «svolgono sul piano<br />

pratico il lavoro della carità nella Chiesa... devono... farsi guidare dalla fede<br />

che nell’amore diventa operante (cf. Gal 5,6). Devono essere<br />

quindi persone mosse innanzitutto dall’amore di Cristo,<br />

persone il cui cuore Cristo ha conquistato con il suo amore,<br />

risvegliandovi l’amore per il prossimo» (33).<br />

Questa motivazione di fondo è coerente con lo scopo essenziale<br />

che si propone ogni educatore cristiano che lavora<br />

all’interno della scuola: realizzare «un vero umanesimo, che<br />

riconosce nell’uomo l’immagine di Dio e vuole aiutarlo a<br />

realizzare una vita conforme a questa dignità» (30b).<br />

L’educatore cristiano deve essere una persona professionalmente<br />

capace e ricca di umanità. Il papa sottolinea che tra<br />

«gli elementi costitutivi che formano l’essenza della carità<br />

cristiana e ecclesiale» (31) c’è anzitutto la “competenza<br />

professionale”, che significa capacità di «saper fare la cosa<br />

giusta al momento giusto» (31a). Subito dopo, però, aggiun-<br />

2 PieroViotto, Presupposti filosofico-pedagogici dell’educazione di ispirazione cristiana, in AA.VV.,<br />

“Educare, ‘sfida’ quotidiana per le scuole materne fism”, Roma, FISM,1998, p. 60.<br />

3 Joseph Ratzinger, Fede, verità, tolleranza, Siena, Cantagalli, 2003, p. 69.<br />

LE RADICI<br />

DELL’AMORE<br />

DELL’EDUCATORE<br />

CRISTIANO<br />

Salesiani<br />

Italia<br />

<strong>Meridionale</strong><br />

<strong>Salesiana</strong><br />

5<br />

NO<br />

TI<br />

ZIA<br />

RIO

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