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LIBRO: MAURIZIO CHIARANDA-URGENZE E ... - Appunti

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insufflazioni. Conto ad alta voce anche il ciclo appena l’ho terminato per tenere in conto di quanti ne<br />

ho fatti.<br />

Alla fine dei 5 cicli si valuta se è ricomparso il polso. A differenza di prima che ho valutato polso e<br />

respirazione, ora valuto solo il polso. Perché ci può essere polso senza respirazione, ma non il<br />

contrario. Un soggetto che non ha attività cardiaca non può avere respirazione perché, se non c’è<br />

battito, il sangue non ossigena il centro del respiro (il centro del respiro è fuori gioco, i muscoli con la<br />

mioglobina hanno una riserva d’ossigeno, l’encefalo no).<br />

Mentre posso avere arresto respiratorio con presenza di attività cardiocircolatoria come capacità del<br />

cuore di pompare sangue e generare una pressione. Però anche se può succedere, questa condizione si<br />

mantiene per poco tempo perché poi il sangue sono sarà più ossigenato. Il tempo di mantenimento di<br />

questo stato dipende dall’attività fisica che stava svolgendo il pz, dalle sue riserve di ossigeno perché<br />

comunque nel sangue una certa riserva di ossigeno c’è e si può attingere, ma solo per qualche minuto,<br />

dopo di che il pz va in arresto cardio-circolatorio.<br />

Tornando alla sequenza: il pz non ha polso ripetere la sequenza di altri 5 cicli.<br />

Se invece c’è polso, ma non respira vado a vicariare solo la respirazione con l’ambu facendo una<br />

insufflazione ogni 6 secondi, quindi circa 10 in un minuto.<br />

Bisogna stare un po’ lontano dal pz perché in caso di defibrillazione se il soccorritore tocca il pz ci<br />

rimane attaccato pure lui.<br />

E’ importante dosare le forze ed avere una buona tecnica significa faticare di meno.<br />

Contare ad alta voce e tenere il conto dei cicli eseguiti perché ci può essere stanchezza o crampo del<br />

soccorritore e, se qualcuno deve subentrare, capisce in che punto della sequenza si inserisce.<br />

Il cambio è fondamentale nella sequenza. Ci sono delle modalità precise per non perdere tempo<br />

dandosi il cambio. Chi ventila fa meno fatica. Le compressioni non vanno interrotte. Perchè le prime<br />

5-6-7 servono a dare al sangue una certa pressione e quelle che vengono successivamente fanno<br />

circolare il sangue. L’obiettivo del massaggio serve a perfondere i tessuti nobili: cervello e cuore.<br />

Perciò per attivare la circolazione le prime compressioni sono inefficaci, per questo il massaggio va<br />

interrotto il meno possibile. All’interruzione abbiamo una caduta della pressione e ho necessità di<br />

riattivare il tutto e ciò mi fa perdere l’effetto di flusso che avevo raggiunto. Per creare meno<br />

interruzioni possibili prima le compressioni erano 15, ora sono 30 e questo anche perché la<br />

ventilazione, essendo difficile, non sempre viene effettuata e perciò si è preferito dare priorità alle<br />

compressioni.<br />

Per chi non lo fa sempre c’è anche la componente emotiva che incide sul massaggio.<br />

Se sono da solo, devo effettuare tutta la sequenza o su di un lato o dietro la testa del pz.<br />

Alla testa va il team leader, se c’è il medico è lui, perché deve fare le valutazioni: è migliore la<br />

valutazione globale del pz e va a visualizzare il monitor che è posto al lato del pz. Inoltre la<br />

ventilazione è più difficile da fare. La compressione è solo un fatto meccanico. Chi sta alla destra<br />

gestisce la via venosa. Chi è alla sinistra si occupa dell’ossigeno, del defibrillatore e della pervietà<br />

delle vie aeree (dell’intubazione). Dividersi i compiti fa perdere meno tempo e fa affrontare meglio<br />

l’emergenza. È tutto standardizzato a livello internazionale.<br />

Dopo la laurea mi può capitare di effettuare un’assistenza in ambulanza e se sono sull’ambulanza devo<br />

controllare se c’è tutto l’occorrente per la rianimazione e se tutto funziona perché chi usa l’attrezzatura<br />

ne è il responsabile. Se l’ambu è rotto, è colpa mia e non di chi ha noleggiato l’ambulanza. Quando mi

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