marzo-aprile 2010 - Fnsi
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Porta la data del 31<br />
<strong>marzo</strong> la nota con la<br />
quale il Ministero del<br />
Lavoro, d’intesa con quello<br />
dell’Economia, ha approvato<br />
l’istituzione del<br />
“Fondo di perequazione a<br />
tutela della prestazioni<br />
previdenziali dei giornalisti<br />
pensionati e dei superstiti<br />
titolari di pensione di<br />
reversibilità”. Cosicché ha<br />
ora piena validità anche<br />
giuridica, a partire dal 1°<br />
gennaio di quest’anno,<br />
l’intesa contrattuale che<br />
affida all’INPGI la potestà<br />
di raccogliere e gestire il<br />
contributo mensile di 5<br />
euro a carico di tutti giornalisti<br />
professionisti e<br />
pubblicisti “con un rapporto<br />
di lavoro disciplinato<br />
dagli articoli 1, 2, 12 e<br />
36 del contratto di nazionale”.<br />
Al completamento dell’iter<br />
manca ora solo la<br />
stesura e l’approvazione<br />
(da parte di INPGI e FNSI) del regolamento di gestione di<br />
questo Fondo, soprattutto in relazione ai tempi ed alle<br />
modalità di erogazione delle prestazioni che si prevede<br />
possano essere attuate non prima di tre anni.<br />
“Si tratta di un importante traguardo – ha affermato<br />
Andrea Camporese, presidente dell’INPGI- esito della<br />
trattativa contrattuale nella quale il vertice della FNSI si<br />
è fatto portavoce e parte attiva di una richiesta dell’Unione<br />
Pensionati”. Il Fondo, ha aggiunto il segretario della<br />
FNSI, Franco Siddi, “ è frutto di una ben precisa scelta di<br />
solidarietà della categoria che riuscirà a contenere almeno<br />
una parte dell’erosione del potere di acquisto degli assegni<br />
di pensione che, dopo pochi anni dalla prima erogazione<br />
l’inflazione, inevitabilmente determina”.<br />
Non serve, purtroppo (né potrebbe<br />
mai farlo) ad invertire la strada intrapresa<br />
in Italia (ma non in tutti i Paesi euro-<br />
I MINISTERI APPROVANO<br />
L’INTESA CONTRATTUALE<br />
uN fONdO PEr NON<br />
ANdArE A fONdO<br />
Non credibile per ora l’ipotesi di riduzione fiscale<br />
per il lavoro dipendente – Si va verso l’aumento<br />
dei contributi previdenziali da versare all’INPGI<br />
| GIUSEPPE | ISELLI |<br />
segue a pag. 2<br />
P E N S I O N A T O<br />
Organo dell’Unione Nazionale Giornalisti Pensionati Sindacato di base della F.N.S.I.<br />
ANNO XIII n.3 - MAGGIO-GIUGNO <strong>2010</strong> - Sped. in abbonamento postale Art. 2, comma 20/c, L. 662/96<br />
Poste Italiane - Filiale di Terni - Direzione: Corso Vittorio Emanuele II, 349, Roma - Tel. 06680081 - fax 066871444<br />
www.fnsi.it - E-mail: segreteria.fnsi@fnsi.it - (Distribuzione gratuita)<br />
pei) che ricerca faticosamente<br />
(e con risultati insufficienti)<br />
il risanamento<br />
della spesa pubblica facendo<br />
pagare ai lavoratori<br />
dipendenti ed agli anziani<br />
in particolare i costi più alti.<br />
Spesa pubblica non arrivata<br />
alla catastrofe greca<br />
soprattutto grazie all’ancora<br />
forte propensione al<br />
risparmio delle famiglie<br />
italiane.<br />
Non è solo la spesa previdenziale<br />
nell’ occhio del<br />
ciclone: ormai ci si attacca<br />
a tutto. Probabilmente da<br />
un governo che, all’improvviso,<br />
annulla senza<br />
nessuna gradualità, gli<br />
stanziamenti per le tariffe<br />
postali all’editoria o riduce<br />
al lumicino Enti lirici fra i<br />
più importanti al mondo,<br />
ci si può aspettare di tutto.<br />
L’ unica cosa che ci<br />
possiamo togliere dalla testa<br />
a me pare l’attesa,<br />
piuttosto ingenua (diciamo<br />
di natura puramente fideistica) di una riduzione significativa<br />
dell’ alta imposizione fiscale. Non ci sarà nulla<br />
per lavoratori dipendenti e pensionati (gli unici contribuenti<br />
costretti alla virtù): in parte per oggettive difficoltà,<br />
in parte perché nessuno ha veramente voglia, adesso,<br />
di mettere mano a riforme fiscali. Se intendono arrivare<br />
ora alla cosiddetta “devoluzione”, come cerca di imporre<br />
la Lega, molto probabilmente ciò segnerà la fine anticipata<br />
della legislatura. Oppure si arriverà ad ulteriori<br />
chiacchiere: fare leggi oggi da applicare fra 3, 5 anni o<br />
chissà quando. Così saranno tutti (a parole) molto contenti:<br />
di più, naturalmente (e in silenzio) gli evasori fiscali,<br />
che alcuni esperti stimano in crescita parallela alla diminuzione<br />
del lavoro dipendente.<br />
Accontentiamoci dunque (almeno per<br />
ora) del nostro Fondo. Teniamocelo ben<br />
caldo e cerchiamo di nutrirlo bene, pen-
3 4<br />
5<br />
“Cumulo” di problemi<br />
per giovani pensionati<br />
di Paolo Serventi Longhi<br />
uN fONdO PEr NON<br />
ANdArE A fONdO<br />
segue da pag. 1<br />
sando magari ai miglioramenti possibili<br />
da introdurre al rinnovo dei<br />
prossimi contratti.<br />
Intanto pensiamo anche alla salute<br />
dell’INPGI ed agli interventi per<br />
conservarla. Il bilancio consuntivo<br />
2009 è finito alla grande, con un<br />
La coda del diavolo<br />
di Devil<br />
Intimidire i giornali<br />
per abolire la cronaca<br />
di Romano Bartoloni<br />
6<br />
Tra scoop, toccatine<br />
e le pile da smaltire<br />
di Antonio De Vito<br />
7 “Tangentopoli”<br />
il catalogo è questo<br />
di Romano Bonifacci<br />
8Inno d’Italia? Peggio<br />
di quello americano<br />
di Auro Roselli<br />
9Il Picchiorosso<br />
di Addavenì<br />
10Il<br />
Travaso ispirato dal<br />
filosofo da marciapiede<br />
1112<br />
di Giuseppe Prunai<br />
Il mondo della terza età<br />
di Errebi<br />
Cinema che passione<br />
1314<br />
di Neri Paoloni<br />
Lo scaffale<br />
Lettere<br />
È mOrTO GINO TOmASEllI<br />
maggiogiugno ’10<br />
avanzo di gestione pari<br />
a circa 94 milioni di<br />
euro, il 50 per cento in<br />
più del risultato positivo<br />
dell’anno precedente.<br />
Numeri splendidi,<br />
dai quali, però, non<br />
possiamo trarre conclusioni<br />
fuorvianti. Dopo<br />
la prossima estate<br />
saranno note le conclusioni<br />
del bilancio attuariale,<br />
affidato alle<br />
cure di uno dei massimi<br />
esperti del settore.<br />
Senza mettersi a fare<br />
gli indovini è del tutto<br />
evidente che la proiezione<br />
nel futuro dei<br />
conti del nostro ente<br />
previdenziale, anch’<br />
esso sottoposto alle<br />
tensioni di un settore in<br />
crisi come quello editoriale,<br />
metterà in evidenza<br />
serie criticità:<br />
non possiamo sapere<br />
ora con precisione in<br />
quali anni, ma sappiamo<br />
che queste criticità<br />
ci saranno, la cosiddetta,<br />
maledetta “gobba”.<br />
Allora, prima che l’anno finisca,<br />
bisognerà prendere qualche decisione<br />
non semplice: credo che bisognerà<br />
scegliere tra un’ulteriore riduzione<br />
delle future prestazioni previdenziali<br />
e un aumento dei contributi<br />
versati dagli editori. Sono convinto<br />
che non si potrà più prendere tempo<br />
e che, se non decideremo noi, saranno<br />
altri a decidere al posto nostro.<br />
Personalmente ritengo, in via<br />
prioritaria, non praticabile la prima<br />
ipotesi: penso che fra riduzione delle<br />
prestazioni, limitazioni al cumulo tra<br />
pensioni ed altri redditi, prepensio-<br />
È morto, a fine <strong>marzo</strong>, il collega Gino Tomaselli. Giornalista di punta dei<br />
periodici S. Paolo, ha svolto in più occasioni incarichi nel sindacato dei giornalisti.<br />
E’ stato consigliere dell’INPGI e dell’Assemblea Casagit. Per un mandato<br />
è stato presidente del Gruppo lombardo giornalisti pensionati e membro<br />
dell’Esecutivo nazionale dell’UNGP. Aveva da poco superato i 77 anni.<br />
Tutti lo ricordano come un buon compagno di lavoro, un amico solidale e<br />
concreto verso i colleghi, rispettoso delle idee e delle opinioni altrui. Alla famiglia<br />
ed agli amici a lui più vicini, le più sentite condoglianze dell’UNGP.<br />
Il GIOrNAlISTA | mAGGIO | GIuGNO | <strong>2010</strong><br />
2<br />
namenti, casse integrazioni, l’ universo<br />
mondo dei giornalisti abbia già<br />
dato e piuttosto pesantemente.<br />
Adesso tocca agli editori, unici imprenditori<br />
italiani a godere del privilegio<br />
di versare all’INPGI circa il 7<br />
per cento in meno dei contributi previdenziali<br />
che tutti gli altri “padroni”<br />
(e loro stessi per i dipendenti non<br />
giornalisti) versano all’INPS. E’ una<br />
forbice che, in tempi di vacche magre,<br />
non può più essere lasciata così<br />
aperta. Bisognerà stringerla, almeno<br />
in parte.<br />
PENSIONATI E dINTOrNI<br />
INTESE<br />
Diciamocelo francamente: in<br />
Piazza Navona, a fine <strong>aprile</strong>, per<br />
manifestare contro la legge sulle intercettazioni<br />
c’erano più turisti che<br />
giornalisti. E siccome siamo a Roma,<br />
alla vigilia di votazioni e congressi,<br />
qualcuno se l’è presa col segretario<br />
FNSI Franco Siddi che “non è riuscito<br />
a portare tanta gente in piazza”.<br />
Strano destino quello di Siddi, lo attaccano<br />
sempre. Se riempie Piazza<br />
del Popolo lo accusano di farsela con<br />
la CGIL, minacciano fuoco e fiamme,<br />
addirittura un nuovo sindacato dei<br />
giornalisti. Poi non succede nulla. Se<br />
non riempie Piazza Navona lo accusano<br />
di non saper fare niente: “Altro<br />
che manifestazioni ci vogliono, hai<br />
firmato un contratto di merda, ben ti<br />
sta.” Poi non succede nulla. Bisognerebbe<br />
uscire da questo circolo infernale,<br />
inventarsi qualcosa di nuovo,<br />
di veramente creativo. Per esempio,<br />
Siddi potrebbe andare dall’on. Cicchitto<br />
e proporgli una ragionevole intesa,<br />
di quelle che fanno grandi i politici:<br />
voi, ministri berlusconiani mollate<br />
la legge sulle intercettazioni e<br />
noi, perfidi giornalisti comunisti, vi<br />
molliamo l’Ordine. Tanto, come dice<br />
un ex presidente lombardo (indovinate<br />
chi), la Corte Costituzionale,<br />
anche senza Ordine, ci concede di lavorare.<br />
Mentre, invece, col rischio di<br />
qualche annetto di galera nessuno<br />
scriverebbe a cuor leggero di alcuna<br />
indiscrezione giudiziaria. Non sarebbe<br />
un compromesso storico, ma ci farebbe<br />
vivere meglio. O no?
Sono Gilberto Rossi, ho sessanta<br />
anni giusti giusti, e da cinque<br />
mesi sono in pensione. Beato<br />
te, direte voi. Mica tanto.<br />
Tutto è cominciato il primo<br />
agosto dell’anno scorso, quando<br />
nella redazione del mio giornale,<br />
“la Voce degli Appennini”, il capo<br />
redattore, davanti alla macchina<br />
erogatrice dell’acqua fresca, dice<br />
sotto voce ai tre colleghi presenti<br />
(compreso il sottoscritto): “Ho saputo<br />
che i conti sono di nuovo in<br />
rosso porpora, che stiamo perdendo<br />
un milione al mese, che la pubblicità<br />
regionale e locale, compresi<br />
i necrologi, è quasi a zero, che le<br />
vendite si sono ulteriormente ridotte<br />
al di sotto sella soglia fisiologica<br />
di un redattore per mille copie<br />
vendute. In conclusione, hanno<br />
fatto venire il dottor Moscerini dalla<br />
federazione degli editori, da Roma,<br />
per scrivere un piano di ristrutturazione-riorganizzazione-rilancio.<br />
Insomma, tagliano il 40 per<br />
cento di noi. Prepensionamenti,<br />
cassa integrazione, mobilità, dicono”.<br />
Ora, come avrete capito, il nostro<br />
è un piccolo giornale di provincia,<br />
profondamente radicato sul<br />
territorio (come siamo soliti dire),<br />
con cinquanta dipendenti, 24 giornalisti<br />
(oltre a 73 tra co.co.co, partite<br />
Iva, stagisti e quant’altro) e 26<br />
tra tecnici e amministrativi. Il quaranta<br />
per cento di 24, più o meno,<br />
corrisponde ad un po’ più di nove.<br />
Nove dunque.<br />
“Ma il cdr che fa?”, chiede il Gigi,<br />
redattore di prima nomina. Il cdr<br />
si identifica nella persona della collega<br />
Lucrezia, unica presente (su tre<br />
membri uno è malato a casa e il terzo<br />
è inviato a seguire un feroce delitto<br />
nel paesone a 32 chilometri dal<br />
capoluogo, e non schioda da lì per<br />
paura di essere rispedito al desk).<br />
“Ragazzi – ci dice Lucrezia, dopo un<br />
breve colloquio con il direttore – non<br />
vi preoccupate. Sono solo voci. Nessun<br />
problema per ora. Il piano non<br />
c’è. E poi tu, Gilberto, di che ti<br />
preoccupi, tu sei insostituibile!”. Ha<br />
ragione, penso io, un capo servizio<br />
da sempre al desk della politica regionale<br />
e locale, che chiude otto pagine<br />
e, quando occorre, persino la<br />
’10<br />
3<br />
maggiogiugno<br />
STORIE DI GIORNALISTI (MASCHI) CHE LASCIANO<br />
IL LAVORO PRIMA DEI 65 ANNI<br />
“cumulO” dI PrOblEmI<br />
PEr GIOvANI PENSIONATI<br />
prima, la cronaca nazionale ed altro,<br />
con 35 anni di esperienza sulle<br />
spalle, non si sostituisce facilmente.<br />
Certo, sono stanco, non ce la faccio<br />
più, vorrei andarmene. Ma in questo<br />
giornale siamo tutti al minimo<br />
contrattuale più contingenza. E’<br />
pur vero che gli scatti ci consentono<br />
di campare benino, ma il giornale è<br />
nato vent’anni fa e nessuno qui<br />
dentro ha più di sette-otto scatti. Insomma<br />
con tre figli sulle spalle di<br />
cui due studenti universitari e senza<br />
alcuna chance di impiego a breve,<br />
in questa situazione in pensione non<br />
ci posso andare, ci rimetterei troppo.<br />
Tanto – penso – ci pensa il cdr. E<br />
il cdr ci pensa. La trattativa sul piano<br />
presentato il 2 agosto, si apre il 3<br />
agosto e si chiude il 5 (d’altra parte<br />
– ha detto l’Agosti , leader del cdr,<br />
quello malato – l’amministratore<br />
delegato aveva prenotato l’aereo per<br />
Antigua per il 6 agosto mattina).<br />
Risultato: otto giornalisti dipendenti<br />
in cig immediata e tra questi anche<br />
i due possibili prepensionati,<br />
naturalmente volontari. Volontari<br />
in questo senso: potete rifiutare e<br />
andate in cig per due anni, poi in<br />
mobilità e poi, diciamo così, si vede.<br />
Oppure potere accettare il pensionamento<br />
anticipato. Ovviamente io<br />
sono uno dei due.<br />
Tratto con l’azienda, chiedo almeno<br />
un incentivo all’esodo, come<br />
si dice, e mi offrono tre mesi. Tutti<br />
mi consigliano di accettare. Accetto.<br />
In soldoni, liquidazione+scivolo =<br />
chiusura anticipata del mutuo Inpgi<br />
prima casa. Con la pensione si<br />
stringe la cinghia e ci si arrampica<br />
sugli specchi. Così accetto la proposta<br />
della Virtus, gloriosa società di<br />
basket della mia città, che partecipa<br />
alla serie A2 (sarebbe la B nel basket)<br />
difesa ogni anno con fatica:<br />
addetto stampa e responsabile delle<br />
Il GIOrNAlISTA | mAGGIO | GIuGNO | <strong>2010</strong><br />
relazione esterne. L’offerta economica<br />
è decente e mi consente di<br />
guardare al futuro con maggiore fiducia.<br />
Meglio però fare un po’ di conti<br />
con chi ci capisce. Per questo vado<br />
nel capoluogo regionale, all’Associazione<br />
stampa, dove riesco a parlare<br />
con il collega fiduciario Inpgi,<br />
gentilissimo e disponibile. Il colloquio<br />
però squarcia il velo della mia<br />
ignoranza su una cosa che si chiama<br />
regolamento Inpgi: insomma, c’è il<br />
CUMULO, cioè io non posso cumulare<br />
la pensione con più di 20.000<br />
euro lordi di lavoro autonomo, circa<br />
1200 euro netti, più o meno, al mese.<br />
E cioè la metà circa di quello che<br />
mi offre la Virtus, per i prossimi<br />
cinque anni (e cioè finchè io non<br />
compirò 65 anni). Ma il sottoscritto<br />
- obietto – di una integrazione allo<br />
stipendio ha bisogno ora, con i figli<br />
ancora da sistemare. Niente da fare,<br />
è il Regolamento, che vale però solo<br />
per i giornalisti uomini. “Pensa – mi<br />
dice il fiduciario – che nel 2009 non<br />
potevi cumulare più di 8.000 euro<br />
lordi. Oggi le cose vanno meglio.<br />
Per le colleghe è diverso, per loro la<br />
pensione di vecchiaia scatta a 60<br />
anni, per gli uomini a 65. Inoltre, il<br />
cumulo oggi vale solo per i giornalisti<br />
perché per gli altri lavoratori è<br />
stato abolito. Ma tu queste cose non<br />
le sapevi? Ti dovevi informare prima”.<br />
Una storia come tante (una storia<br />
vera, anche se i nomi sono fasulli)<br />
e che ho sentito ripetere da molti<br />
colleghi. Ed allora, perché non pensare<br />
davvero che una norma anacronistica<br />
e discriminatoria possa<br />
essere cambiata? Come dice l’Unione,<br />
perché non facciamo un passo<br />
avanti, noi dell’Inpgi?<br />
| PAOLO | SERVENTI LONGHI |<br />
Consigliere di amministrazione INPGI
No, non siamo messi bene, come<br />
Paese, come Italia. Le<br />
avete viste in tv le immagini<br />
della demolizione di una (dicasi<br />
una) casa abusiva a Ischia ? E’<br />
scoppiata una rivolta, subito. “Ma<br />
come, qui siamo tutti abusivi, il<br />
piano regolatore lo aspettiamo da<br />
quarant’anni, e voi lasciate senza<br />
tetto quella famiglia, quel poveretto?”.<br />
Difficile dire chi ha ragione e<br />
chi ha torto, di chi la responsabilità<br />
di quella situazione che trova analogie<br />
in tutta la penisola, purtroppo.<br />
La legge deve fare il suo corso e chi<br />
è nel torto deve pagare. Ma quanti<br />
sono nel torto, amministratori compresi,<br />
sindaci e assessori disattenti,<br />
compiacenti, un po’ strabici e “tira<br />
a campà”? Tutti a chiedere regole,<br />
comportamenti civili, norme e sanzioni,<br />
ma poi all’atto pratico il “non<br />
rispetto” sembra essere il verbo.<br />
Freddo inverno, neve e pioggia<br />
fuori e il solito bla bla in tv, Di Pietro,<br />
Bocchino, tutti contro tutti, il<br />
vespone sempre in auge discettante<br />
sull’universo e se non sei d’accordo<br />
con lui ti fa la faccia stupita o torva<br />
secondo gli argomenti. La politica,<br />
le elezioni regionali, i manifesti sei<br />
per sei servono o no? Berlusconi<br />
proclama: “ L’ultima missione ? Tagliare<br />
le tasse . Realizzare uno Stato<br />
meno invadente sarà il mio compito<br />
finale”. Finale? Ben venga. O<br />
non è piuttosto una replica, sempre<br />
un po’ prima delle urne? Sembra la<br />
scena di Totò e Peppino a Milano,<br />
piazza del Duomo. “Noio!?” eccetera.<br />
Quella la vediamo da tanto e volentieri.<br />
Ma le tasse, no! Non ci affliggete,<br />
da destra e da sinistra. E’<br />
puro masochismo, come le donne<br />
che se la torturano (fonte internet),<br />
per farsela più bella la Jolanda (vocabolario<br />
Littizzetto), ma poi (sempre<br />
internet), si mettono una mentina<br />
proprio lì, per rinfrescarsela. Il<br />
profumo della vita!<br />
Ormai il freddo è passato, prati<br />
fioriti ed estate vicina. L’umore (politica<br />
a parte) è migliorato. Facciamoci<br />
coraggio, nonostante il rapporto<br />
Eurispes <strong>2010</strong> sul Bel Paese.<br />
Gli studiosi espongono tutti gli<br />
aspetti del declino , riflettono, spiegano.<br />
Che fare? La ricetta è sempli-<br />
lA cOdA dEl dIAvOlO<br />
DI DEVIL<br />
fArE GlI INdOvINI<br />
NEl PAESE dEl dEclINO<br />
ce: “Non si tratta di fare gli indovini,<br />
ma di capire e governare”. E’<br />
una parola, a scorrere i dati . Ad<br />
esempio, nel 2050 il rapporto pensionati-<br />
lavoratori sarà del 70%<br />
(era 38% nel 2000), ma si parla di<br />
tutti i Paesi Ocse, per l’Italia sarà<br />
più alto. Viviamo (vivremo), di più<br />
(facciamo gli scongiuri), sarà benefico<br />
l’effetto del life-learning, cioè<br />
avremo appreso e fatto tesoro di più<br />
cose durante tutta la vita, tutta la<br />
società godrà del forte aumento delle<br />
scelte familiari, della flessibilità<br />
dell’occupazione (speriamo che gli<br />
esperti abbiano ragione), cambierà<br />
il concetto stesso di vecchiaia. Nascono<br />
“nuovi processi esistenziali” e<br />
“nuove età”, siamo già alla quarta e<br />
ci dobbiamo domandare che cosa è<br />
diventata o sta diventando la terza.<br />
In Italia lavorano circa 25 milioni<br />
di persone, il 10,83% ha tra i 55<br />
e i 64 anni, l’1,4% è over 65. Ma<br />
negli ultimi sei anni mentre il “lavoro<br />
maturo”, 385 mila unità, è aumentato<br />
del 16,71%, il lavoro dei<br />
giovani è diminuito, 900 mila in<br />
meno fra i 25 e i 34 anni, 370 mila<br />
tra i 15 e i 24 anni. Stanno meglio i<br />
vecchietti ? Non sembra. Crescono<br />
anche le difficoltà dei lavoratori senior:<br />
sono espulsi precocemente dal<br />
mondo del lavoro, ne sappiamo<br />
qualcosa anche noi giornalisti, 700<br />
prepensionati espulsi dalla redazioni,<br />
non ancora sessantenni, quindi<br />
giovani , efficienti, ancora in gamba;<br />
ed è pesante in tutte le aziende<br />
la discriminazione degli over 45; e<br />
c’è l’invecchiamento funzionale; e<br />
c’è la marginalizzazione dai processi<br />
formativi e di carriera. Di fatto si<br />
rottamano i più anziani ( o i meno<br />
giovani) secondo il precetto “young<br />
in, old out”, e le misure previden-<br />
Il GIOrNAlISTA | mAGGIO | GIuGNO | <strong>2010</strong> 4<br />
ziali sono adoperate come strumenti<br />
di politica del lavoro. Perché non<br />
valorizzare di più il part-time come<br />
ponte fra lavoro e pensionamento e<br />
non promuovere la “formazione”<br />
fino al termine della vita lavorativa?<br />
Vecchi e giovani nella stessa barca.<br />
Il sociologo francese Louis<br />
Chauvel, parla dei nati dopo gli Anni<br />
60, come dei “baby losers”, dei<br />
perdenti. Scrive: “In quanto a redditi<br />
e stili di vita, non possono più<br />
contare su ciò cui sono stati abituati<br />
dalla propria famiglia di origine,<br />
hanno visto mutare radicalmente la<br />
propria posizione. Sono più scolarizzati<br />
dei loro genitori, ma hanno<br />
un lavoro peggiore e guadagnano<br />
meno”.<br />
Le retribuzioni. Nel 2008 gli stipendi<br />
italiani erano al 23° posto su<br />
30 paesi Ocse, salario medio di<br />
21.374 dollari (14.700 euro). Prima<br />
la Corea del Sud (40 mila dollari),<br />
decimi gli Usa (30,7) e , davanti<br />
a noi anche Germania, Francia<br />
e Spagna. Superiamo soltanto<br />
portoghesi, cechi, turchi, polacchi,<br />
slovacchi, ungheresi e messicani.<br />
L’italiano guadagna il 44% meno<br />
dell’inglese, il 14% meno dello spagnolo.<br />
Abbiamo le retribuzioni medie<br />
fra le più basse dei paesi industrializzati.<br />
Ma nel paese speciale chiamato<br />
Italia milioni di imprese e lavoratori<br />
“indipendenti” si autocertificano<br />
le tasse denunciando cifre irrisorie o<br />
comunque lontane dal vero, la Finanza<br />
ha scoperto nel 2009 ben seimilasettecentoquindici<br />
evasori totali.<br />
Chi saprà mai quanti altri “totali”<br />
o “parziali” abitano nelle nostre<br />
città, nelle nostre strade, magari nel<br />
nostro condominio?
28a<br />
Roma per protestare,<br />
<strong>2010</strong>. Ancora una<br />
volta giornalisti in piazza<br />
28<strong>aprile</strong><br />
frenare e contrastare la corsa al voto<br />
parlamentare sul ddl Alfano che tradisce<br />
la voglia di censura e di bavagli<br />
da parte del Governo e del sistema<br />
dei poteri dietro il pretesto di<br />
combattere gli abusi dei tam-tam<br />
sulle intercettazioni telefoniche.<br />
In piazza Navona, ma “anche<br />
nelle piazze delle redazioni”, come<br />
ha assicurato il segretario della<br />
FNSI, Franco Siddi, la reazione è<br />
stata dura e, stavolta, persino spalleggiata<br />
dagli editori. Se il disegno di<br />
legge di centro-destra, passato alla<br />
Camera nel giugno dello scorso anno,<br />
come quello (Mastella) di centrosinistra<br />
della scorsa legislatura,<br />
vietavano ai cronisti di pubblicare<br />
quasi tutto delle inchieste giudiziarie,<br />
al giro di boa in commissione<br />
giustizia al Senato si vieta tutto, si<br />
impone il silenzio totale di ogni notizia<br />
fino al processo pubblico; e con<br />
l’andazzo dei tribunali di oggi fino a<br />
due o tre anni dopo il fatto. E la cronaca<br />
in differita non è più cronaca.<br />
Peraltro, il ddl, inasprito dal carico<br />
dei nuovi emendamenti persecutori,<br />
va giù pesante contro il mestiere<br />
del cronista, e non risparmia<br />
gli editori che rischiano sanzioni per<br />
centinaia di migliaia di euro; sanzione<br />
che possono ammazzare le piccole<br />
testate.<br />
Quel giorno di fine <strong>aprile</strong>, l’incontro<br />
FNSI, UNCI, FIEG con il<br />
presidente del Senato, Renato Schifani<br />
ha prodotto soltanto la speranza<br />
dei tempi lunghi caratteristici dei<br />
nostri rissosi parlamentari. Non a<br />
caso il presidente dell’Unione cronisti<br />
italiani, Guido Columba, confida<br />
che il seme della ragionevolezza possa<br />
emergere dal gioco contrapposto<br />
maggioranza/opposizione. Comunque,<br />
il clima politico generale non<br />
promette nulla di buono, E i giornalisti<br />
sono pronti a tutto, garantisce il<br />
presidente della FNSI, Roberto Natale:<br />
scioperi, disobbedienza civile e<br />
professionale, ricorso alla Corte europea<br />
dei diritti dell’uomo a Strasburgo.<br />
Da qualche anno ormai, con il<br />
vento in poppa della rivoluzione<br />
’10<br />
IN PIAZZA A ROMA CONTRO LA POLITICA<br />
DEL BAVAGLIO ALLA STAMPA<br />
INTImIdIrE I GIOrNAlI<br />
PEr AbOlIrE lA crONAcA<br />
elettronica, il sistema dei poteri<br />
aspira a sbarazzarsi della mediazione<br />
giornalistica e a tarpare le ali ad<br />
ogni palpito di critica, sale e pepe di<br />
ogni modello di informazione in un<br />
Paese democratico. In sintonia con<br />
questo obiettivo, un disegno di legge,<br />
che avrebbe dovuto ridimensionare<br />
gli eccessi di intercettazioni telefoniche<br />
(nel 2007 125mila costate<br />
224 milioni di ero), scoraggiare il<br />
gossip sulla pelle degli altri, si è trasformato<br />
in un giro di vite sulle indagini<br />
e sulle notizie. Commenta il<br />
sen. Felice Casson, uno dei pochissimi<br />
parlamentari (per la verità assieme<br />
a Di Pietro), coerente oggi come<br />
ieri sulla necessità della resistenza, e<br />
assolutamente contrario a una svolta<br />
così radicale: “l’intento è di mettere<br />
le manette a polizia e magistrati<br />
che indagano, e di imbavagliare la<br />
stampa”:<br />
Quando scattò la censura fascista,<br />
la prima vittima fu la cronaca.<br />
Mussolini in persona ridusse le pagine<br />
dei giornali e ordinò la smobilitazione<br />
della nera, niente più notizie<br />
su fatti e misfatti della politica e della<br />
società. Oggi lo scopo non è diverso<br />
anche se si ricorre a un metodo<br />
più raffinato, l’intimidazione. Non<br />
centra nulla il pettegolezzo sulle intercettazioni,<br />
quando si pretende di<br />
rinviare sine die la pubblicazione<br />
degli atti giudiziari (divieto assoluto<br />
persino per riassunto) già conosciuti<br />
dalle parti in causa, e quindi non più<br />
segreti, e si minacciano da 4 a 6 anni<br />
di carcere e onerose sanzioni pecuniarie<br />
ai cronisti che esercitano il<br />
loro diritto/dovere di informare. Un<br />
diritto che coincide con quelle dei<br />
cittadini di conoscere le malefatte e<br />
di essere compiutamente informati.<br />
Se queste norme fossero state già<br />
vigenti, il black-out sarebbe calato<br />
su fatti delittuosi che hanno impres-<br />
5<br />
maggiogiugno<br />
Il GIOrNAlISTA | mAGGIO | GIuGNO | <strong>2010</strong><br />
sionato enormemente l’opinione<br />
pubblica: le vicende sulla clinica di<br />
S. Rita a Milano, le risate di due imprenditori<br />
alla notizia del terremoto<br />
all’Aquila. Il bacio in fronte del<br />
banchiere Fiorani a Fazio, la concussione<br />
di un giudice tributari e di<br />
un suo consulente per aggiustare<br />
una sentenza su controversie fiscali,<br />
le tangenti sulla sanità in Puglia, le<br />
torbide vicende del campionato di<br />
calcio.<br />
Ma cosa prevede il ddl? Si potrà<br />
intercettare in presenza di “gravi<br />
indizi di reato”, cioè come la legge<br />
attuale, ma le intercettazioni dovranno<br />
essere “assolutamente indispensabili”<br />
per la prosecuzione delle<br />
indagini. Per i reati di mafia e terrorismo<br />
basteranno, invece, “sufficienti<br />
indizi di reato”. Al magistrato<br />
è fatto divieto di rilasciare “pubblicamente<br />
dichiarazioni”, ed è impedita<br />
la pubblicazione sui giornali di<br />
nomi e foto dei magistrati inquirenti.<br />
Chi pubblica gli atti proibiti del<br />
procedimento, rischia l’arresto fino<br />
a 2 mesi e l’ammenda dai 2 ai<br />
10mila euro. In caso di intercettazioni,<br />
la condanna è più severa: carcere<br />
fino a 2 mesi e ammenda da 4<br />
a 20mila euro; per gli atti secretati<br />
la condanna arriva fino ai 6 anni.<br />
Oltre all’arresto fino a 2 mesi, i cronisti<br />
rischiano il carcere fino a 4 anni<br />
se registrano conversazioni senza<br />
avvertire l’interessato e fino a 6 anni<br />
se si rendono “complici”. Qualora<br />
il disegno di legge fosse approvato<br />
così come è dal Parlamento, varranno<br />
i divieti di pubblicazione, sia<br />
pure per stralci e riassunti, anche<br />
per i procedimenti in corso.<br />
Pietra tombale sulla cronaca<br />
giudiziaria, se l’opinione pubblica<br />
finisce per accettare l’ineluttabile<br />
per quieto vivere.<br />
| ROMANO | BARTOLONI |
Terminate le elezioni regionali del<br />
“pasticcio” e delle regole chissenefrega,<br />
ma aggiustate in corsa<br />
così non piange nessuno, (ma poi tutti<br />
a piangere sulle astensioni), molti si<br />
affannano a stilare le “liste” (ancora?<br />
no, non quelle!), con o senza vertigine,<br />
per dirla con Umberto Eco, delle<br />
cose che non vanno adesso, non andavano<br />
ieri e l’altro ieri e , presumibilmente<br />
non andranno molto meglio<br />
domani. Chi ha vinto, chi ha perso,<br />
chi sopravvive al destino definito una<br />
volta per tutte, tanto tempo fa, “cinico<br />
e baro”, i tifosi sugli spalti e sulle<br />
curve, non ci stupiscono più di tanto<br />
. Speriamo che adesso , a urne chiuse,<br />
bianchi, rossi verdi e neri dedichino<br />
qualche attenzione a problemi<br />
concreti, a soluzioni lungamente attese.<br />
Basta pestare l’acqua nel mortaio.<br />
La politica , certo. Le istituzioni,<br />
l’informazione. Abbiamo vissuto per<br />
mesi di scoop e annunci, contumelie e<br />
promesse. Crisi, meno soldi, dilagante<br />
evasione fiscale, impedimenti legittimi<br />
per chi comanda e non deve dar<br />
conto a nessuno, lacrime in tv e rivelazioni<br />
quotidiane sui giornali, nei siti<br />
internet. Tizio se la fa con quella ,<br />
scandalo made in England , il cantante<br />
si auto flagella made in Italy,<br />
“mi drogo”, cacciato da Sanremo, e<br />
chissenefrega, davvero, le mamme<br />
piangono e povero figlio che pena. Ci<br />
siamo sorbiti una Iena manesca che,<br />
munita di guanti di resina, ha toccato<br />
il “pacco” a Beckam, inseguendo<br />
poi il giocatore (sempre made in England),<br />
gridando:”E’ piccolo, è piccolo!”,<br />
intendendo moravianamente il<br />
“lui”, e sai che scoop! Ma che notizia<br />
è, che televisione è ? Povero Beckam,<br />
in balia di una scooppista “tastatrice”<br />
di pudenda! Per fare audience si<br />
rincorre l’avanspettacolo del secolo<br />
scorso. Che però, almeno, faceva ridere.<br />
Altre liste. Bill Gates ha infilato<br />
l’Italia nella “lista della vergogna”.<br />
Perché? “E’ il solo paese che ha ridotto<br />
gli aiuti allo sviluppo”. Sembrava<br />
di vederlo puntare il ditino:<br />
”Caro Silvio, tu trascuri i poveri di<br />
questo mondo e non credo che gli<br />
elettori italiani siano d’accordo con i<br />
tuoi tagli”. Caro Bill, molti elettori<br />
italiani, ormai si sa e si risà, sono<br />
A PrOPOSITO<br />
LE LISTE<br />
DELLE<br />
VERGOGNE<br />
DI ANTONIO DE VITO<br />
TrA ScOOP, TOccATINE<br />
E lE PIlE dA SmAlTIrE<br />
Il “pacco” del povero beckam, bill Gates e il cavaliere,<br />
la pace in Palestina, l’armonia noiosa del cardinale<br />
d’accordo con il Cavaliere, non hanno<br />
letto la tua intervista al Suddeusche<br />
Zeitung in cui dicevi, riferendoti<br />
a lui :” I ricchi spendono molto più<br />
per i loro problemi personali come la<br />
calvizie, che per la lotta contro la malaria”.<br />
Sarà ! Ma non hai fatto i conti<br />
, caro Bill, con la multiformità del<br />
nostro Capo, capace di due parti apparentemente<br />
inconciliabili, in commedia,<br />
israeliano con Netanyhau e<br />
palestinese con Abu Mazen, quasi<br />
nelle stesse ore, in quell’inizio di febbraio.<br />
“Se questo è un uomo” ha titolato<br />
il corsivista del “Buongiorno”, su<br />
La Stampa. Uno capace di raccontare<br />
ai frati della basilica della Natività,<br />
a Betlemme, una barzelletta sulla<br />
Madonna “che avrebbe preferito una<br />
femminuccia”, può legittimamente<br />
conquistare anche le simpatie del<br />
giornalista Nasser Laham, direttore<br />
dell’Agenzia di stampa palestinese<br />
Maan : “Il premier italiano può essere<br />
il regista del processo di pace”.<br />
Quella pace è in cima alla lista delle<br />
liste, attesa in tutto il mondo. Hai visto<br />
mai! Forza cavaliere, datti da fare,<br />
magari è una rosa che fiorirà<br />
adesso, a maggio. Torniamo a casa<br />
nostra. Nell’agenda delle liste in evidenza<br />
( c’è anche quella delle cose<br />
inaudite, come la fermata del bus<br />
abolita a Roma davanti alla casa del<br />
Capo, di punto in bianco) ci sono<br />
tante cose irrisolte, le fabbriche che<br />
chiudono, le auto mai più fatte in Sicilia<br />
(secondo Fiat), i bamboccioni da<br />
coccolare , le mafie di ogni tipo con<br />
radici antiche , gli amici dei mafiosi,<br />
la corruzione, le difficoltà della giu-<br />
Il GIOrNAlISTA | mAGGIO | GIuGNO | <strong>2010</strong> 6<br />
stizia e dei giudici, i processi eterni (e<br />
come potrebbe essere diversamente<br />
senza uomini e mezzi e con le leggi<br />
che oggi valgono e domani no?), la<br />
scuola che è quella che è (di riforma<br />
in riforma produce solo più asini), la<br />
sanità non ne parliamo. Mentre il<br />
cardinale Kasper attacca (un’altra lista<br />
che si allunga) i giornalisti sul caso<br />
Boffo-Feltri : “Per una parte della<br />
stampa l’armonia è noiosa, per questo<br />
inventa complotti”. E Feltri replica<br />
: “Grazie a Dio , sono ateo. Non ho<br />
fatto nomi e non conosco né Bertone<br />
né Vian “, riferendosi alle presunte<br />
“gole profonde” che gli avrebbero<br />
dato l’imbeccata dall’interno della<br />
Chiesa. Nulla di nuovo sotto il sole.<br />
Ma si può essere ottimisti di fronte<br />
al “caos delle pile scariche”? Dove<br />
si buttano, che cosa ne dobbiamo fare?<br />
Arriva la normativa dell’UE sul<br />
riciclo, però – rilevano i soliti giornalisti<br />
disfattisti – in Italia nessuno sa<br />
dove metterle. In tutta Europa un<br />
milione di tonnellate di batterie, velenose,<br />
nocive ( piombo, cadmio, nichel,<br />
acidi assortiti). E in parte riciclabili.<br />
Bruxelles “si sente tradita”,<br />
lamentando che ai cittadini dei vari<br />
Stati non viene data la necessaria informazione.<br />
Ecco una cosa da mettere<br />
nella lista , con una nota: urgente.<br />
Una cosetta come la raccolta differenziata,<br />
adesso per lo più attuata<br />
soltanto a parole. Ce la faranno i nostri<br />
eroi a salvarci dalla debordante<br />
monnezza di ogni tipo? Ci sarebbe<br />
urgente bisogno di un presidentespazzino.<br />
Ma c’è da fidarsi di un tifoso<br />
del nucleare?
si va in pensione, c’è chi<br />
si mette a scrivere un libro, c’è<br />
Qquando<br />
chi invece continua a collaborare<br />
con questa o quella testata e c’è<br />
invece chi cambia vita completamente.<br />
Fa il nonno e basta. Il mio<br />
caso è diverso. Uscito dalla redazione,<br />
in cui ho trascorso una vita (l’Unità)<br />
il lavoro me lo sono portato a<br />
casa. Almeno in parte, dal momento<br />
che in quella redazione facevo anche<br />
dell’altro.<br />
Tutto è nato nelle vacanze del<br />
1992 quando mi venne l’idea di curare<br />
personalmente una sorta di archivio<br />
su tangentopoli che all’epoca<br />
era argomento del giorno e che tale<br />
è rimasto per parecchio tempo. Il<br />
mio obiettivo all’inizio era solo quello<br />
di fornire ai cronisti della giudiziaria<br />
uno strumento che li tenesse<br />
aggiornati e informati su quello di<br />
cui la stampa italiana andava scrivendo.<br />
Pensavo che prima o poi il<br />
mio lavoro si sarebbe esaurito parallelamente<br />
al fenomeno tangentizio.<br />
E invece dopo 18 anni me ne sto ancora<br />
occupando, tutti i giorni.<br />
Confesso che alle volte mi assale<br />
qualche dubbio sulla giustezza di<br />
questa scelta. Mi incoraggiano a<br />
proseguire i pareri di alcuni ( ma<br />
non troppi, per la verità ) compagni<br />
che mi sono sempre vicini , di importanti<br />
colleghi di altre testate ( il<br />
16/2/98 la Repubblica mi dedicò un<br />
intera pagina della cronaca milanese<br />
) e di un paio di professori universitari,<br />
Nicola Tranfaglia e Giorgio<br />
Galli, che nel <strong>marzo</strong> 2002 , presso la<br />
libreria Tikkun di via Montevideo<br />
presentarono, assieme a me, quello<br />
che è ormai diventato il mio archivio.<br />
Attualmente è collocato presso<br />
la sede dell’Archivio del Lavoro, a<br />
Sesto San Giovanni, per la parte<br />
18/2/1992 – 31/8/2002. La parte<br />
che va dall’1/9/2002 ai giorni nostri<br />
si trova, ben ordinato, nel magazzino<br />
dello Spi Cgil ( il sindacato dei<br />
pensionati ) di Monza.<br />
Ma in che consiste l’archivio ?<br />
Semplicemente in decine di migliaia<br />
ritagli di giornali, una vera e propria<br />
montagna, raccolti in buste, una per<br />
giorno, e di giorni dal 18 febbraio<br />
1992 non ne ho saltato uno. Quindi<br />
materiale nè segreto, nè trafugato :<br />
’10<br />
7<br />
maggiogiugno<br />
HO MESSO IN ARCHIVIO VENT’ANNI DI NOTIZIE,<br />
MIGLIAIA DI PERSONE<br />
“TANGENTOPOlI”,<br />
Il cATAlOGO È quESTO<br />
tutta roba pubblicata, pazientemente<br />
raccolta e faticosamente (<br />
nessuno mi ha mai dato una mano<br />
nè offerto una idea su come procedere<br />
per la sua classificazione ) ordinata.<br />
Attualmente sto trasferendo sul<br />
mio pc le note relative al contenuto<br />
di ogni busta ( notizie di reato consumato<br />
in ogni parte dell’Italia e all’estero,<br />
commenti, dichiarazioni,<br />
interviste sulla giustizia, proposte di<br />
legge, udienze, testimonianze, rivelazioni,<br />
dossier vari) . Ormai ho<br />
messo a posto il 1992, il 1993, il<br />
1994, sto lavorando al 1995. Quel<br />
che ho scritto è una sorta di guida<br />
necessaria per consultare, il più velocemente<br />
possibile, quel mare di ritagli.<br />
Ma nello stesso tempo è una<br />
cronaca puntuale di quel che è avvenuto<br />
giorno per giorno, sia pure<br />
per sommi capi.<br />
Perchè l’ho fatto ?<br />
E’ una bella domanda. L’ho fatto<br />
perchè ritengo che su Tangentopoli<br />
e dintorni non si sia riflettuto<br />
abbastanza. Si è parlato molto, ci si<br />
è difesi, si è attaccato, si è polemizzato<br />
: ma - lo ripeto - riflettuto poco,<br />
o quasi niente. Più d’uno, a destra,<br />
al centro e a sinistra, attendono<br />
ancora una risposta. Molti fatti<br />
sono stati dimenticati e con loro il<br />
clima nel quale essi sono stati portati<br />
alla<br />
luce con un ritmo impressionante.<br />
Rinfrescare la memoria, dare loro<br />
il significato giusto è ancora possibile.<br />
Non è mai troppo tardi per<br />
studiare e fare storia in maniera<br />
corretta, uscendo dalla fumosa e<br />
sterile polemica quotidiana.<br />
Io poi sono uno che ritiene che<br />
l’onestà e l’etica siano indispensabili<br />
per la politica, per me<br />
addirittura pregiudiziali. I programmi<br />
e i confronti, anche aspri su<br />
di loro, vengono dopo. Altrimenti,<br />
Il GIOrNAlISTA | mAGGIO | GIuGNO | <strong>2010</strong><br />
volenti o nolenti, si concorre a dare<br />
solide basi all’antipolitica e si finisce<br />
in un baratro nel quale è difficile<br />
immaginare le conseguenze. La politica<br />
è troppo importante, per questo<br />
va salvaguardata da fatti e uomini<br />
miserevoli.<br />
Terzo : l’ho fatto anche per rendere<br />
merito ad una parte della giurisdizione<br />
di avere compiuto per intero<br />
il suo dovere nell’interesse del<br />
Paese e della magistratura stessa,<br />
presa nel suo complesso. La<br />
stessa cosa non si può dire della<br />
politica : essa si è macchiata di fatti<br />
gravi ma chi può dire se ha imparato<br />
la lezione ? Le autocritiche, tanto<br />
in voga qualche tempo fa, oggi<br />
scarseggiano eppure Partito per<br />
Partito, istituzione per istituzione,<br />
una discussione pacata sulle ragioni<br />
del disastro morale ed etico, nel<br />
quale era precipitato, il Paese<br />
avrebbero potuta iniziarla. Niente,<br />
tutto archiviato e in gran parte rimosso.<br />
Ultima annotazione : questa sorta<br />
di libro mastro di Tangentopoli<br />
contiene migliaia di nomi. Ci sono<br />
quelli dei politici famosi, quelli dei<br />
politici di mezza tacca e infine quelli<br />
di sconosciuti, e sono tanti : semplici<br />
cittadini, portaborse di ministri,<br />
sindaci, assessori, imprenditori,<br />
funzionari, preti, docenti e clinici<br />
universitari, ufficiali della guardia<br />
di finanza, militari dell’esercito,<br />
amministratori locali di piccoli centri.<br />
Rappresentano la più eloquente<br />
dimostrazione che in Italia esisteva<br />
nel 1992 un vero e proprio sistema<br />
nel quale spesso ( certamente non<br />
sempre ) bastava avere un poco di<br />
potere per esercitarlo a scopo di corruzione.<br />
I giornali dell’epoca ci dicono<br />
che la tangente era diventata la<br />
norma. In alto e in basso. Certa politica<br />
aveva purtroppo fatto scuola.<br />
| ROMANO | BONIFACCI |
sul vostro giornale che c’è<br />
polemica in Italia sull’inno nazionale<br />
e non posso resistere alla<br />
Lleggo<br />
tentazione di dire anche la mia.<br />
Fui mandato in America come<br />
giornalista nel lontano 1949 e ormai<br />
ho tutta una numerosa famiglia americana<br />
e una doppia cittadinanza: italiana<br />
e americana. Mi sovrastano<br />
quindi due inni nazionali e, in tempi<br />
di olimpiadi invernali come questo in<br />
cui scrivo, quasi preferirei perdere<br />
che vincere e sorbirmi l’uno o l’altro o<br />
magari tutti e due fra i più inetti inni<br />
nazionali del mondo. Al sicuro dai<br />
miei sogni atletici di settant’anni fa,<br />
sono ormai un vecchietto raggrinzito,<br />
rattrappito, risecchito e a parere di<br />
maggioranza rimbambito e il mio solo<br />
sport è quello di lamentarmi.<br />
Questo mio lamento comincia con<br />
l’inno americano che si basa su un<br />
combattimento del 1812 che, più che<br />
una vittoria americana fu una sconfitta<br />
britannica. Canta l’inno americano”...<br />
e le bombe scoppiando in cielo<br />
e il bagliore rosso dei razzi ci mostravano<br />
che la nostra bandiera era ancor<br />
a là ...” E questo si spiega: quel genio<br />
dell’ammiraglio britannico si era dimenticato<br />
le maree e da dove poteva<br />
avvicinarsi al forte Mc Henry di Baltimora.<br />
Le sue palle da cannone con la<br />
miccia accesa scoppiavano in cielo e<br />
non arrivavano al bersaglio. Quanto<br />
poi al bagliore rosso dei razzi ora si sa<br />
che il bagliore dei razzi moderni è blu<br />
o così bianco da essere accecante<br />
quindi il bagliore rosso denunziava<br />
razzi primitivi e inefficienti. Storia<br />
passatissima e pressochè offensiva per<br />
la Gran Bretagna che, riconosciamolo,<br />
e ormai il più affidabile alleato del-<br />
PREMIO ALLA CARRIERA<br />
A GIANCARLO BO<br />
Il Consiglio dell’Ordine dei<br />
giornalisti del Veneto ha conferito,<br />
all’unanimità, il “Premio alla<br />
carriera <strong>2010</strong>” al collega Giancarlo<br />
Bo, segretario del Gruppo<br />
regionale dell’UNGP. A Bo, 84<br />
anni il 22 maggio, più di 60 di<br />
giornalismo, da sempre impegnato<br />
nell’Ordine, nel sindacato, all’INPGI,<br />
i nostri migliori auguri.<br />
maggiogiugno ’10<br />
LETTERA DALLA CALIFORNIA<br />
INNO d’ITAlIA? PEGGIO<br />
dI quEllO AmErIcANO<br />
bisognerebbe cambiarlo con la musica del “va pensiero”<br />
e un testo nuovo che vi propongo<br />
l’America. Figuriamoci gli altri.<br />
Ma la musica è peggio. Derivava<br />
da una canzone inglese: Ad Anacreonte<br />
in cielo che ringraziava un<br />
poeta greco beone per l’ispirazione<br />
che dava a beoni inglesi del 18° secolo.<br />
È una musica difficile da cantare<br />
che, con le sue sgangherate note su e<br />
giù bene rammenta il barcollante ritorno<br />
a casa degli ubriachi E questo<br />
quando ci sarebbe una magnifica<br />
canzone: America the beautiful che<br />
enumera convincentemente le ragioni<br />
per amare l’America ieri, oggi e domani.<br />
“...Oh bella dai cieli spaziosi e<br />
dalle ambrate onde di grano, dalla<br />
purpurea maestà delle montagne al di<br />
là della fertile piana...” Ci potrebbe<br />
essere una scelta americana peggiore?<br />
Ahimè si: l’inno nazionale italiano.<br />
Se si può criticare l’inno americano<br />
per essere anacronistico, che dire<br />
dell’inno di Mameli? Deriva da una<br />
ubriacatura nazionalistica, non solo<br />
italiana, del diciannovesimo secolo,<br />
causata da prematuri tentativi di aggregare<br />
un impero plurietnico, l’Austro-ungarico,<br />
che si frantumò alle<br />
forze centrifughe di popoli artificialmente<br />
riuniti. “Va fiori d’Italia. Va<br />
fuori che è l’ora Va fuori d’Italia va<br />
fuori stranier.” Storia morta e sotterrata..<br />
È ora di pentirci. “Ritorna straniero,<br />
ritorna che è l’ora ...” Rivolgiti<br />
all’Ente Nazionale Turistico per chiarimenti.<br />
La musica? Come accettarla<br />
quando un’alternativa potrebbe essere<br />
il coro dal Nabucco Verdiano: Va<br />
pensiero?<br />
Tanto per cominciare un’esortazione<br />
a pensare non mi sembra superflua<br />
per italiani, americani e chissà<br />
quanti altri. Lo so che, come dice<br />
Riccardo Muti, il Verdiano Va pensiero<br />
è un nostalgico coro di esuli ebrei.<br />
Ma che c’entra? Si cambiano le parole<br />
e diventa un inno. Sarebbe la prima<br />
volta? Certo no: l’inno nazionale<br />
Il GIOrNAlISTA | mAGGIO | GIuGNO | <strong>2010</strong> 8<br />
musicalmente più bello e nobile è il<br />
tedesco Deutschland ueber alles. La<br />
musica non è responsabile del nazionalismo<br />
tedesco, è semplicemente<br />
l’adagio da un quartetto di Haydn.<br />
Le parole ce le hanno messe dopo,<br />
quando Bismark fondò la Germania<br />
moderna.<br />
Similmente si può fare del Va<br />
pensiero: una musica solenne e nobile,<br />
cantabile e già nota al gran pubblico<br />
italiano.<br />
Ecco la mia proposta:<br />
Va pensiero con animo grato<br />
Al ricordo di glorioso passato<br />
Ma più ancora alla forza e all’ardire<br />
Per le sfide d’un fulgido avvenire<br />
Va pensiero all’ italico ingegno<br />
Associato a grandissimo impegno<br />
Va pensiero alla gloria dell’oro<br />
Che compensa l’onesto lavoro<br />
Va pensiero con lunga visione<br />
Che ci sprona alle scelte e all’azione<br />
O qualcosa di simile. Lo so che<br />
nel Nabucco c’è più musica. C’è anche<br />
più musica nel quartetto di<br />
Haydn. Lo so che qui si tratta di manipolare<br />
un po’ le strofe e ridurle per<br />
non annoiare le folle sportive quando<br />
vinciamo o sovraccaricare la memoria<br />
degli scolaretti. Lo so che, in politica<br />
democratica, potrebbe essere<br />
controproducente cercare di convincere<br />
l’Italiano medio a cercare gloria<br />
e oro nell’onesto lavoro o a non usare<br />
l’italico ingegno solo a ideare intrighi,<br />
imbrogli, inganni, intrallazzi e<br />
inghippi.<br />
So anche che si può sostenere che<br />
un inno nazionale non può essere razionale;<br />
deve vaneggiare per infiammare<br />
le soldatesche. Lo so che un<br />
calmo esame delle vere glorie nazionali<br />
potrebbe lasciare freddi. Ma sarebbe<br />
poi un gran male? Un po’ di<br />
pensiero non guasta mai.<br />
| AURO | ROSELLI |
ci volete fare, è la crisi. Persino<br />
Obama, in ristrettezze, taglia<br />
i finanziamenti alla Nasa<br />
Cche<br />
per la missione del 2020 e deve rinunciare<br />
alla Luna. Mancano i soldi,<br />
non è finito il peggio come raccontano<br />
alcuni, raccontavano nel secondo<br />
mese dell’anno, a Ballarò e altrove.<br />
L’economista Spaventa lanciò nel<br />
talk show una proposta: affittiamo<br />
un palasport e ci riuniamo tutti<br />
quelli della mia fascia di reddito,<br />
che pagano tutto e in quella riunione<br />
ci chiederemo come fanno quelli<br />
che guadagnano meno di noi ma girano<br />
in Ferrari e vanno in vacanza<br />
alle Bahamas. Ecco il vero problema<br />
italiano, parlando di qualsiasi cosa<br />
sempre lì si finisce, alle tasse che<br />
troppi, tanti, la maggioranza degli<br />
italiani non paga e continuerà a non<br />
pagare. Altro che il rubinetto impugnato<br />
dal viceministro Castelli che<br />
dice che è colpa dei cinesi, come per<br />
il computer Olivetti made in China.<br />
Intanto l’opinione pubblica è scettica<br />
sulla fine della crisi, chi fa le domande<br />
agli italiani, Pagnoncelli e gli<br />
altri, si sente dire che non è vero che<br />
è finita, almeno per più della metà.<br />
Così due o tre mesi fa, così adesso, a<br />
maggio.<br />
Quella serata in tv, casa Floris.<br />
Casini attacca Tremonti che non è<br />
vero che aveva capito tutto prima<br />
degli altri, altrimenti non avrebbe<br />
perorato la Robin tax e i Tremonti<br />
bond. E perchè se ne vanno dall’Italia<br />
le multinazionali? La bella Concita,<br />
direttore de L’Unità, replica : e<br />
perché non dovrebbero se siamo assediati<br />
in questa Italia da mafie di<br />
tutti i tipi, anche al Nord, anche a<br />
Milano? E grandi lagne perché la<br />
Fiat non produrrà più auto a Termini<br />
Imerese, ma – aggiunge la direttora<br />
- non ci sono neppure le autostrade<br />
per arrivare a Termini Imerese!<br />
E naturalmente il ministro Bondi<br />
bacchetta ogni giornalista e ogni<br />
servizio di cronaca, “qui è tutto manipolato<br />
per denigrare il governo”.<br />
E dà persino ragione a Spaventa, è<br />
vero che la crisi non è finita, ma per<br />
fortuna c’è stato Tremonti con la sua<br />
azione. E – sempre Bondi dixit – il<br />
piano casa ha funzionato, abbiamo<br />
fatto grandi investimenti, non pos-<br />
Il PIcchIOrOSSO<br />
ADDAVENÌ<br />
SIcIlIA, AuTO AddIO<br />
ObAmA AddIO AllA luNA<br />
siamo abbassare le tasse adesso.<br />
Argomentazioni secche, contrastate<br />
dalla rappresentante Cgil che<br />
cita Rosarno, i condoni, le dichiarazioni<br />
del governo : “ La Fiat deve restare<br />
a Termini Imerese, frase ripetuta<br />
per dieci giorni e poi si cambia<br />
registro, siamo aperti a tutte le soluzioni”.<br />
Castelli: “E’ vero quello che<br />
dice Bondi, ma è vero anche quello<br />
che hanno fatto vedere i servizi“. E<br />
cita il sociologo Ricolfi, ci sono regioni<br />
del Paese dove si evade quasi<br />
tutto. “Invito la Guardia di Finanza<br />
a leggersi questo libro”, rincara la<br />
dose Castelli. E la Di Gregorio: “Ma<br />
perchè avete abolito l’Ici prima casa?<br />
E’ chiaro che il lavoro nero è una<br />
soluzione quando uno non ce la fa”.<br />
E Castelli .” Adesso L’Unità giustifica<br />
anche il lavoro nero”. Servizio da<br />
Torino, un operaio : “Trovare un lavoro<br />
è vincere alla lotteria”. E un altro:<br />
“Un lavoro? Solo in nero si trova”.<br />
Trionfo, dappertutto, del secondo<br />
lavoro, del lavoro del pensionato.<br />
Ci si deve arrangiare.<br />
Crisi, che continua. Confusione<br />
delle lingue per le soluzioni. Le Regioni,<br />
con le elezioni alle porte, hanno<br />
stabilizzato molti precari. Tutto<br />
fa brodo. La cosa fa il paio con le liquidazioni<br />
e le buonuscite per i politici<br />
trombati alle urne. Milioni e<br />
milioni di euro di debiti delle Regioni<br />
e ci chiediamo ogni volta perché<br />
questi baracconi (definizione di Casini)<br />
continuano a sprecare, sprecare,<br />
sprecare, regalare, facendo pagare<br />
a tutti noi il conto. Ancora : “Il<br />
piano casa è fallito ovunque, perché<br />
farraginoso, perché strutturalmente<br />
non poteva funzionare”. E Bondi:<br />
“Le Regioni offrono servizi ineffi-<br />
9<br />
Il GIOrNAlISTA | mAGGIO | GIuGNO | <strong>2010</strong><br />
cienti”. E via con il bla-bla, il costo<br />
della sanità, il dibattito sul nucleare,<br />
mi permetta Floris, e Rutelli tira in<br />
ballo il turismo, la capacità di competere<br />
con l’estero, il ministro della<br />
cultura condivide, Castelli non condivide<br />
il “centralismo” turistico, tutti<br />
gridano, Castelli grida a Rutelli:<br />
“Alla Lombardia ci pensiamo noi”.<br />
“Federalismo fiscale e centralismo<br />
nucleare ?” chiosa Concita. E Casini:<br />
“Castelli, tu non se il ministro del<br />
Nord!”. Che cosa avrà capito il telespettatore?<br />
Spaventa bacchetta la<br />
Guidi, un filmato sulle frane messinesi<br />
mette fine ai confusi scontri<br />
verbali: “Gli sfollati sono ancora<br />
senza case”. E si riparla del Ponte<br />
sullo stretto, è partito il cantiere:<br />
“No, tagliano l’erba e basta”. Zero<br />
lavori, solo annunci. Fumo negli occhi?<br />
E si capisce perché la Fiat scappa<br />
dalla Sicilia. Concita: “Il Ponte<br />
non è la priorità, sarà una gigantesca<br />
torta per il solito clan”. E Castelli:<br />
“Il Ponte si farà”. E via con gli<br />
elogi alla classe dirigente meridionale<br />
che ha vinto le elezioni e scelto il<br />
ponte. Infine Floris annuncia che fino<br />
a dopo le elezioni in Rai niente<br />
dibattiti, bloccati i “contenitori politici”.<br />
Casini: “Mi sembra uno scherzo”.<br />
Il giorno dopo non si parla d’altro.<br />
Par condicio sì o no, con regolamento<br />
o a piacere? E una parolaccia<br />
“da pollaio” ? Nelle stesse ore esplode<br />
la bomba Bertolaso, quasi santo,<br />
quasi ministro ma ahimè indagato.<br />
Chissà chi ce l’ha con lui e i suoi<br />
amici. I giudici parlano di “sistema<br />
gelatinoso”degli inquisiti eccellenti.<br />
Il Cavaliere :”I pm si vergognino”.<br />
La storia sembra essere ( purtroppo)<br />
sempre la stessa.
Il “Travaso delle idee” è stato<br />
senz’altro il più longevo dei settimanali<br />
italiani umoristico-satirici.<br />
Il primo numero è datato 25<br />
febbraio 1900 ed uscì fino al giugno<br />
del 1944 per ricomparire il 14<br />
giugno 1946 con il sottotitolo “organo<br />
ufficiale delle persone intelligenti”,<br />
probabilmente dettato da<br />
quel clima qualunquista, diffuso<br />
nella società italiana del dopoguerra<br />
e ispirato da Guglielmo<br />
Giannini (il suo settimanale,<br />
L’Uomo Qualunque, esce nel dicembre<br />
del ’44), in polemica con<br />
il proliferare delle testate di partito.<br />
Con alterne fortune, Il Travaso<br />
visse fino al gennaio 1966. Inutile<br />
ogni tentativo di risuscitarlo. Nel<br />
1973, con “Il dito nell’occhio – Il<br />
Travaso” al quale collaboravano<br />
Dario Fo e Pino Zac, e nel triennio<br />
1986-88. Ma non ebbe fortuna. I<br />
tempi erano cambiati, era cambiato<br />
il gusto della gente. La satira<br />
si andava pian piano spalmando<br />
sulla stampa quotidiana e periodica<br />
e, soprattutto, in TV. Prima<br />
timidamente, con le imitazioni<br />
di Alighiero Noschese, poi con le<br />
satire sempre più dure fino a quelle<br />
di Neri Marcoré, dei Guzzanti,<br />
di Crozza di Serena Dandini e Dario<br />
Vergassola.<br />
Il mezzo televisivo e la rete<br />
hanno finito per ammazzare la<br />
stampa satirica un po’ in tutta<br />
Europa, basti pensare al celebre<br />
“Punch” inglese. Praticamente,<br />
sono sopravvissuti solo due settimanali<br />
satirici: “Il vernacoliere”,<br />
con forti connotazioni labroniche,<br />
ed il francese “Le Canard enchaîné<br />
“ .<br />
Racconta Alceste Trionfi, che<br />
fece parte del primo staff del settimanale<br />
che quando un gruppo<br />
di “scapigliati” romani, nel 1900,<br />
decise di dar vita ad un settimanale<br />
satirico-umoristico, la scelta<br />
del titolo cadde sulla testata di cui<br />
fu animatore il Cianchettini, la<br />
macchietta di fine secolo. Il Cianchettini<br />
era uno strano personaggio,<br />
con alcune rotelle fuori posto,<br />
nato a Monte San Giusto, nelle<br />
Marche, nel 1821, e morto a Ro-<br />
’10<br />
maggiogiugno<br />
STORIA AVVENTUROSA DEL PIÙ LONGEVO<br />
SETTIMANALE UMORISTICO ITALIANO<br />
Il TrAvASO ISPIrATO dAl<br />
fIlOSOfO dA mArcIAPIEdE<br />
ma proprio nel ‘900. Gli scapigliati<br />
romani lo avevano definito<br />
un “filosofo da marciapiede”. Insofferente<br />
di ogni disciplina e di<br />
ogni imposizione, aveva girovagato<br />
un po’ per l’Italia. Lo troviamo<br />
a Orvieto, ospite di parenti,<br />
poi a Genova, a Pavia, dove sbarcava<br />
il lunario facendo, come lui<br />
diceva, il “casermiere”, cioè faceva<br />
parte del personale di pulizia<br />
di non so quale caserma. Probabilmente<br />
era un “famiglio” dell’Esercito.<br />
Fu a Pavia che cominciò<br />
a pubblicare la sua testata che<br />
lui stesso – come i giornalisti che<br />
si vedono nel film western – scriveva,<br />
componeva, stampava e<br />
vendeva agli angoli delle strade.<br />
Il titolo esatto del primo numero<br />
(16 agosto 1869) fu: “Il Travaso<br />
d’idee nella mia recipiente testa,<br />
fatto dai corpi animati ed inanimati<br />
– Travaso nell’altrui recipiente<br />
testa”. Già questo era sufficiente<br />
a suscitare ilarità, mentre<br />
il motto “Accidenti ai capezzatori”<br />
creava curiosità. I “capezzatori”,<br />
spiegava il Cianchettini, erano<br />
tutti coloro che mettevano la<br />
“capezza” (cioè la cavezza, la<br />
briglia) al popolo. Una sentenza<br />
vagamente libertaria che richiamò<br />
l’attenzione delle autorità,<br />
sempre pronte a reprimere la diffusione<br />
delle idee socialiste – una<br />
repressione che culminò, 30 anni<br />
dopo, con le cannonate di Bava<br />
Beccaris. Da Pavia, il Cianchettini<br />
si trasferì armi e bagagli a Milano,<br />
dove prese a vendere Il Travaso<br />
da un’edicola di legno che<br />
tutti i giorni montava e smontava,<br />
infine a Roma, dove andò ad<br />
arricchire il ventaglio di macchiette<br />
che animò la scena romana<br />
di fine ‘800 e primo ‘900, come<br />
lo pseudo generale “Mannaggia<br />
la rocca”, il Conte Tacchia, il<br />
Il GIOrNAlISTA | mAGGIO | GIuGNO | <strong>2010</strong> 10<br />
Sor Capanna, per citare i più noti.<br />
Ma a Roma, dove sperava di<br />
trovare finalmente riconoscimenti<br />
e guadagni , il Cianchettini<br />
morì di polmonite e di stenti.<br />
Di un simile personaggio, si finisce<br />
per avere nostalgia. Fu così<br />
che gli scapigliati romani, guidati<br />
da Filiberto Scarpelli, Carlo<br />
Montani, Marchetti, Tolomei e<br />
Yambo, decisero di chiamarlo “Il<br />
Travaso”, in ricordo del Cianchettini,<br />
del quale fu anche realizzato<br />
un busto in gesso che troneggiava<br />
in redazione. Il giornale<br />
venne diretto per lungo tempo da<br />
“Guasta” (Guglielmo Guastaveglia).<br />
Nel periodo fascista direttore<br />
fu Pietro Silvio Rivetta che,<br />
con lo pseudonimo di Toddi, fu<br />
uno dei maggiori esponenti della<br />
letteratura surrealista italiana. Al<br />
settimanale collaborarono alcune<br />
delle migliori firme del tempo come<br />
Gandolin (Luigi Arnaldo<br />
Vassallo), Guido Vieni (Giuseppe<br />
Martellotti), Giulio De Frenzi<br />
(Luigi Federzoni), Caramba e<br />
Yorick (Piercoccoluto Ferrigni),<br />
Manca, De Rosa, Daniele Fontana,<br />
Luigi Bompard. Una delle rubriche<br />
più seguite era quella dedicata<br />
alle “pubbliche proteste”<br />
di Oronzo E. Marginati, pseudonimo<br />
di Luigi Lucatelli. Nel dopoguerra<br />
il periodico fu una vera<br />
e propria fucina di talenti dell’umorismo<br />
e della vignettistica italiana,<br />
ospitando racconti e disegni<br />
di molti artisti di vaglia, come<br />
Attalo, Mameli Barbara,<br />
Giorgio Cavallo, Enrico De Seta,<br />
Luigi De Simoni, Folco, Alberto<br />
Fremura, Giammusso, Gianni<br />
Isidori, Jacovitti, Kremos, Alberto<br />
Mastroianni, Giuliano Nistri,<br />
Umberto Onorato e Furio Scarpelli.<br />
| GIUSEPPE | PRUNAI |
“I giornalisti si scusano<br />
sempre con noi in privato<br />
per quello che hanno scritto<br />
contro di noi in pubblico”<br />
Oscar Wilde<br />
PIAZZE SEmIdESErTE<br />
SENZA I PENSIONATI<br />
In un editoriale su “Il fatto”, il direttore<br />
Antonio Padellaro ha irriso la<br />
manifestazione di protesta dei giornalisti<br />
contro il ddl sulle intercettazioni<br />
(vedi articolo in altra pagina),<br />
perché, a sentir lui, in piazza Navona<br />
c’erano in prevalenza anziani. Intanto,<br />
va spiegato al collega che non da<br />
oggi l’unione giornalisti pensionati è<br />
schierata accanto alla fNSI nelle lotte<br />
politico/sindacali. ma guardiamo in<br />
faccia la realtà non solo dei nostri ma<br />
anche dei raduni della triplice. la<br />
cGIl, il sindacato più potente, conta<br />
tra gli iscritti 2.994.167 pensionati<br />
contro 2.751.964 lavoratori in attività.<br />
le piazze sarebbero vuote o semideserte<br />
se alle cosiddette adunate<br />
oceaniche non partecipassero in<br />
massa i cigiellini della terza età.<br />
EuTANASIA dI mASSA<br />
PEr I SETTANTENNI<br />
Eutanasia di massa, il suicidio a 70<br />
anni: è questa la provocazione dello<br />
scrittore martin Amis per fronteggiare<br />
la costante crescita demografica<br />
della terza età. Se si desse retta a<br />
lui e alla sua pazzesca proposta, si<br />
tratterebbe di far fuori quasi un italiani<br />
su quattro. A muso duro gli ha<br />
replicato il giornalista e scrittore<br />
raffaele la capria. “macchè! Io di anni<br />
ne ho 88 e sono ben felice di averne<br />
vissuto 18 da abusivo”. Oggi, nell’epoca<br />
del giovanilismo ad ogni costo,<br />
è importante trovare un senso<br />
alla vecchiaia, una presa di coscienza<br />
e il recupero dell’autostima. certo è<br />
più facile per chi ha mezzi sia culturali<br />
sia economici. Sophia loren, 76<br />
anni, ha appena finito di girare il film<br />
sui lei e la madre, “la mia casa è piena<br />
di specchi”; clint Eastwood ha<br />
Il mONdO<br />
dEllA TErZA ETà<br />
A CURA DI ERREBI<br />
prodotto il suo ultimo film di successo,<br />
“Invictus” a 80 anni; Andrea camilleri,<br />
85 anni, è tra gli scrittori più<br />
alla moda sulla piazza; margherita<br />
hack, 88 anni, è tra i più autorevoli<br />
astrofisici del momento. di contro il<br />
5% dei nostri ottantenni è analfabeta,<br />
mentre il 18% è appena alfabetizzato.<br />
SI mOlTIPlIcANO dA NOI<br />
I NONNI INTErNAuTI<br />
Internauti senior per imparare le basi<br />
del computer, inviare messaggi di<br />
posta elettronica, chattare e usare i<br />
servizi online della pubblica amministrazione.<br />
Nella prima settimana di<br />
maggio, si è svolta la quinta edizione<br />
dell’alfabetizzazione digitale/progetto<br />
Telemouse, promossa dalla fondazione<br />
mondo digitale e Telecom Italia e<br />
che quest’anno si è estesa a lazio,<br />
marche, Piemonte, lombardia e romania.<br />
A roma sono state coinvolte<br />
60 scuole e 50 centri anziani. Nell’occasione,<br />
si sono collegati con la capitale<br />
30 nonni rumeni che stanno seguendo<br />
un corso di informatica, previsto<br />
dal progetto Silver nell’ambito<br />
del programma comunitario “life<br />
long learning”.<br />
GrIllO dOrflES: A 100 ANNI<br />
SI Può SPArlArE<br />
ha compiuto 100 anni Gillo dorfles,<br />
critico d’arte, pittore, filosofo, l’uomo<br />
che ha cambiato l’estetica in Italia<br />
e non solo. “detesto la critica che<br />
non sa parlare male di nessuno, odio<br />
le femministe e i cascami del Sessantotto,<br />
la body Art e le orrende periferie<br />
della città italiane”, così, senza<br />
peli sulla lingua, festeggia il suo secolo<br />
di vita con un’unica ambizione per il<br />
resto dei suoi giorni: imparare la lingua<br />
giapponese. In un articolo scritto<br />
per “Il corriere della Sera” in occasione<br />
del suo compleanno, si dichiara,<br />
fra l’altro “ un nemico feroce del<br />
11<br />
Il GIOrNAlISTA | mAGGIO | GIuGNO | <strong>2010</strong><br />
femminismo. riconosco alle donne parità<br />
di diritti ma trovo abominevole<br />
che alcune si facciano chiamare al<br />
maschile dottore o professore, senza<br />
rendersi conto di andare contro l’eguaglianza<br />
sociale dei sessi. Peggio<br />
ancora quelle che vorrebbero fare<br />
del femminismo una prerogativa, come<br />
se si considerassero una categoria<br />
a sé”.<br />
lA vITA rIcOmINcIA<br />
A SETTANTA ANNI<br />
una volta, i più ottimisti sostenevano<br />
che la vita ricomincia a 40, 50 anni,<br />
perché ai 60 ci si sentiva fuori gioco.<br />
Oggi, invece, ai 60 anni si può anche<br />
ripartire daccapo. Si ritrova nuove<br />
voglie con il tempo della pensione a<br />
disposizione, con i figli grandi e con la<br />
tranquillità economica. Se in un buona<br />
forma fisica ci si può permettere occupazioni<br />
da giovani, viaggi e sport,<br />
studio e scrittura. Secondo il direttore<br />
del censis, Giuseppe roma, i sessantenni<br />
si lanciano in nuovi progetti,<br />
avendo (fatti i debiti scongiuri) ancora<br />
20/25 anni davanti a loro. viaggiano<br />
come trottole nella realtà e nel<br />
web ( i “Silver surfer” sono il 23%),<br />
hanno amici (il 55% nei ha più di sei<br />
anche giovani), si dichiarano innamorati<br />
(54,2%), o addirittura disposti ad<br />
innamorarsi di nuovo (7%).<br />
mASchI PIù ATTIvI<br />
fINO A TArdA ETà<br />
“la vita viagra” è il titolo azzeccato<br />
di un libro scritto da miariangela mianiti<br />
per l’editore derive-Approdi. calza<br />
a pennello con quanto sta accadendo<br />
alla sessualità degli uomini ultrasessantenni,<br />
sessualità che sembra<br />
riscoprire freschezza grazie alla pillola<br />
blu. Solo a milano sono state vendute<br />
l’anno scorso 200mila confezioni<br />
di farmaci salva virilità, mentre il giro<br />
di affari in Italia ha superato i<br />
200milioni di euro. una ricerca scientifica<br />
negli uSA, pubblicata dal “british<br />
medical Journal”, conferma che<br />
gli anziani fanno sesso fino alla tarda<br />
età. A 75 anni il 16,8% delle donne ha<br />
ancora una vita sessuale contro il<br />
38,9% degli uomini.
In una recente intervista al “Corriere<br />
della Sera” Claudia Cardinale<br />
osserva con rammarico che<br />
il nuovo cinema italiano nel mondo<br />
non circola. “Un tempo, afferma<br />
l’attrice, si realizzavano tante coproduzioni.<br />
Mi dispiace perchè la<br />
Francia ha un grande rispetto per<br />
l’arte, ma se penso alle iniziative<br />
che organizzano sull’Italia, sono per<br />
registi del passato. Ho parlato con<br />
De Niro, Scorsese e Coppola, mi<br />
hanno detto di essere cresciuti col<br />
cinema italiano, conoscevano tutto,<br />
eravamo il faro. E poi?”<br />
E’ amara la constatazione di<br />
questa nostra grande attrice, forse<br />
derivata anche dall’essere quasi dimenticata<br />
qui in Italia. Lei che ha<br />
reso famoso il cinema italiano nel<br />
mondo con La ragazza con la valigia,<br />
di Valerio Zurlini, il Gattopardo<br />
di Visconti o C’era una volta il West<br />
di Leone. Purtroppo è vero. All’estero<br />
conoscono poco e quasi niente<br />
della cinematografia italiana attuale.<br />
Sono rimasti a Fellini, a Visconti<br />
e al rivalutato Leone, colui che ha<br />
nobilitato il genere “spaghetti western”.<br />
Il nuovo cinema italiano non<br />
“sfonda”, se non in occasioni marginali.<br />
Perchè Baaria, tanto per citare<br />
un prodotto più che meritevole della<br />
nostra cinematografia non ha ottenuto<br />
nemmeno una candidatura agli<br />
Oscar? Eppure qualcosa di buono<br />
sugli schermi è comparso, negli ultimi<br />
tempi, anche con successo di<br />
pubblico. Torno qui a parlare volentieri<br />
di “Io, loro e Lara”, di Verdone.<br />
Mi era sembrato un buon esempio di<br />
nuova commedia all’italiana. Eppure,<br />
come nota ancora dispiaciuta<br />
Claudia Cardinale nella citata intervista,<br />
Carlo Verdone non ha avuto<br />
candidature al prestigioso premio<br />
italiano dei David di Donatello. Forse,<br />
se la giuria dell’accademia fosse<br />
stata meno arcigna all’attore e regista<br />
romano avrebbe potuto dare lo<br />
spazio che merita con questo divertente<br />
ed amaro piccolo ritratto dell’Italia<br />
odierna.<br />
Fortunatamente la stessa giuria<br />
ha annoverato tra i film che concorreranno<br />
il 7 maggio alla premiazione<br />
“La prima cosa bella”, di Paolo<br />
Virzì e “Mine Vaganti” di Ferzan<br />
cINEmA<br />
chE PASSIONE<br />
DI NERI PAOLONI<br />
cOmmEdIA All’ITAlIANA,<br />
rIEccOlA IN GrAN fOrmA<br />
Ozpetek, assieme a Baaria, di Giuseppe<br />
Tornatore e “Vincere” di<br />
Marco Bellocchio. Perchè questi due<br />
“piccoli” film, se non capolavori,<br />
sono comunque un ottimo ritratto<br />
di una società italiana in forte trasformazione,<br />
con i suoi pregi e difetti,<br />
così come lo è il film di Verdone.<br />
Non siamo più, fortunatamente,<br />
ai cinema panettone, dove la volgarità<br />
(anch’essa una caratteristica<br />
dell’Italia d’oggi) la fa da padrone e<br />
purtroppo “vende” ai botteghini.<br />
Ma “La prima cosa bella” è piaciuto<br />
molto e “Mine Vaganti” ha tenuto<br />
testa, nelle sale cinematografiche<br />
italiane, anche alle corazzate americane.<br />
Avrei voluto vedere citato per<br />
il David anche “Questioni di cuore”,<br />
di Francesca Archibugi, ma sono<br />
lieto che tra i migliori attori protagonisti<br />
siano stati indicati sia l’ottimo<br />
Antonio Albanese, sia Kim<br />
Rossi Stuart che non è solo bello.<br />
Per tornare a Claudia Cardinale, se<br />
la cinematografia italiana attuale<br />
non sfonda, all’estero, forse è proprio<br />
in quella che molti definiscono<br />
“nuova commedia all’italiana” la<br />
possibile ripresa del nostro cinema.<br />
Le famiglie di Verdone, Virzì, Ozpetek,<br />
ed anche di Salvatores in<br />
“Happy Family”, sono analizzate<br />
con una perfetta attenzione e un approfondimento<br />
delle loro caratteristiche,<br />
negative e positive. Forse<br />
non saranno ancora esportabili, ma<br />
certo, di fronte a certe insulse commediole<br />
americane che sbarcano<br />
settimanalmente nelle sale nostre<br />
sale cinematografiche, tanto di cappello<br />
agli italiani.<br />
Si veda il bel film di Ozpetek,<br />
questo turco italiano che già ci aveva<br />
dato il gioiello de “Le fate ignoranti”.<br />
Ebbene “Mine Vaganti” fos-<br />
Il GIOrNAlISTA | mAGGIO | GIuGNO | <strong>2010</strong> 12<br />
se stato prodotto negli USA e recitato<br />
da attori americani, sarebbe stato<br />
considerato un capolavoro. E’ non<br />
solo un bel film, ben ambientato in<br />
un Salento splendido e lussureggiante,<br />
ma soprattutto ottimamente<br />
recitato. C’e’ da meravigliarsi per<br />
questo dopo avere dovuto sorbirci<br />
film in cui protagonisti maschi e<br />
femmine sembravano appena usciti<br />
da un cattivo set dell’Isola dei Famosi.<br />
Un applauso particolare alla<br />
bravissima Ilaria Occhini, la nonna<br />
della famiglia dei pastai Cantone,<br />
bellissima figura di una matriarca<br />
che sa comprendere vizi e virtù dei<br />
suoi congiunti, sa scusarli e guidarli.<br />
E che dire della Stefania Sandrelli,<br />
di “La prima cosa bella”. Superba.<br />
Grazie care attrici che non dovete<br />
puntare solo sulla vostra avvenenza,<br />
ma invece sulla vostra bravura. Grazie<br />
anche a Margherita Buy, candidata<br />
al Donatello come migliore attrice<br />
protagonista nel terribile ma<br />
anche bellissimo “Lo spazio bianco”,<br />
ma deliziosa anche in quella<br />
commediola-vacanza di Gabriele<br />
Salvatores, “Happy Family”, divertente<br />
ritratto di due famiglie d’oggi<br />
in una bellissima Milano d’estate,<br />
splendidamente fotografata da Italo<br />
Petriccione. Coraggio, Claudia, forse<br />
sarà proprio la nuova commedia<br />
all’italiana a fare uscire la nostra cinematografia<br />
dalle secche.<br />
FOR EVER<br />
Scrive Giovanni Sartori: “Il<br />
problema non è il pluralismo interno,<br />
ma è la virulenza, slealtà e<br />
scorrettezza con la quale si dispiega”.<br />
Il professore parla dei<br />
partiti o della FNSI?
MIRELLA DELFINI<br />
mOlluScO SArà lEI!<br />
La vita segreta dei piccoli<br />
abitanti del mare<br />
Editori Riuniti, university press,<br />
GEI, 2009, pagg. 268<br />
Euro 18,00<br />
INSETTO SArAI Tu<br />
Introduzione di Giorgio Celli<br />
Editori Riuniti, university press,<br />
GEI, 2009, pagg. 268<br />
Euro 18,00<br />
“ha inventato la divulgazione<br />
scientifica umo-<br />
L’autrice<br />
ristica” dopo essere stata<br />
inviata speciale “anche nelle zone calde<br />
del mondo”, giornalista di vari quotidiani,<br />
da Il Giorno a Paese sera, a Repubblica,<br />
a L’Unità, protagonista di trasmissioni radiofoniche<br />
in Italia e all’estero, collaboratrice<br />
del Giornalino delle Edizioni paoline.<br />
Insomma, Mirella è un’autorità, i suoi volumi<br />
hanno avuto (compresi questi) varie<br />
edizioni, e tanti lettori. Dell’”insetto”,<br />
uscito per la prima volta vent’anni fa,<br />
Piero Angela ha scritto: “E’ un libro tamtam,<br />
chi lo legge lo consiglia subito a un<br />
altro..”. L’insetto adesso è impreziosito<br />
dai disegni di Forattini che invogliano a<br />
sfogliare le pagine , per seguire appassionatamente<br />
le avventure del bruco autostoppista,<br />
della vespa eumene, dell’ape<br />
megachile, del coleottero zyras, fra<br />
termiti, cimici di bosco, geotrupi, cicale,<br />
formiche fulve, afidi, mosche e via elencando,<br />
tutti “spassosi e furbissimi amici”<br />
come li chiama M.D.: “Loro non sono invecchiati,<br />
è la scienza che ha fatto passi<br />
da gigante, ed oggi delle loro astuzie se<br />
ne sa molto di più. Purtroppo gli esseri<br />
umani nel frattempo hanno fatto anche<br />
gigantesche castronerie e continuano a<br />
farle , così oggi gli insetti sono molto più<br />
vicini a diventare “padroni della Terra”<br />
come prevedeva già nel 1970 il grande<br />
entomologo Karl von Frish”. Insetti che,<br />
riconosce Celli “non sono popolari, l’uomo<br />
della strada non li ama”. Ma “ridiamo<br />
degli insetti e con gli insetti, perché ridere<br />
delle proprie paure significa averle già<br />
superate”. Invito accolto. Quanto ai piccoli<br />
abitanti del mare del primo libro,<br />
“Mollusco sarà lei!” è il seguito ideale di<br />
Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne.<br />
Biologia come scienza e come avventura.<br />
Un insolito divertimento.<br />
lO ScAffAlE<br />
CELINO BERTINELLI<br />
NON vENNE lA bEfANA<br />
Racconti e poesie<br />
Grafiche Torato Edizioni, pagg. 156<br />
Euro 8,00<br />
C osa<br />
non ha fatto nella vita<br />
Celino Bertinelli, classe<br />
1918, nato nella Bassa Parmense,<br />
vissuto nella Bassa Padovana:<br />
giornalista dal ’46, per trent’anni<br />
segretario dell’Associazione<br />
Stampa Padovana, segretario dell’Ordine<br />
veneto, consigliere e assessore<br />
del Comune di Padova, dove,<br />
per 22 anni, ha diretto il Teatro<br />
Verdi, presidente di numerosi enti<br />
pubblici, Grand’ Ufficiale al merito<br />
della Repubblica. Ha scritto molto,<br />
racconti, poesie, commedie. In questo<br />
volume i racconti, spesso velati<br />
di malinconia, di rimpianti: i ricordi<br />
dell’infanzia sul Po, della guerra,<br />
delle donne innamorate e sfortunate.<br />
Le poesie, forse, scavano di più<br />
nel profondo: anch’esse datate.<br />
Bambino o vecchio, Bertinelli è<br />
sempre illuminato da dolcezza soffusa<br />
che diventa malinconia , dolore<br />
appena mascherato. “Perderti<br />
per ritrovarti; / tacere per sentirti; /<br />
sognarti per averti; / son tutti modi<br />
per amarti è del ’72. Una delle ultime:<br />
Dammi una stella, / dice il bimbo<br />
alla mamma, / volgendo il volto<br />
paffuto / verso l’alto, / ove brillano e<br />
vibrano / tanti piccoli lumi, / che<br />
paion dipinti / sulla tela / che di<br />
giorno / bella si scorge / colorata di<br />
blu. / Tende la mano / il bimbo che<br />
sogna / un mondo di stelle, / fors’anche<br />
lontano, / ma pur sempre<br />
disposto / a donare la gioia / a chi<br />
solo conosce / la pura bellezza / che<br />
l’età gli impone. E’ del luglio 2009.<br />
Del ’66 invece Le pagine bianche /<br />
mi guardano fredde. / Il tempo passato,<br />
/ le gioie, le ansie, / gli affanni,<br />
/ le cose incompiute, / i fatti salienti:<br />
/ tutto da esse / potrei riavere.<br />
/ E nulla rimane, / nelle pagine<br />
bianche. / Intonsi quei fogli, / dai<br />
bordi ingialliti, / mi tolgono oggi / il<br />
mio domani.<br />
13<br />
Il GIOrNAlISTA | mAGGIO | GIuGNO | <strong>2010</strong><br />
ROMANO BARTOLONI<br />
CARLO FELICE CORSETTI<br />
GuIdA All’uNIvErSO<br />
cOmuNIcAZIONE<br />
Sallustiana Multimedia, <strong>2010</strong>,<br />
pagg. 384<br />
Euro 20,00<br />
brutta aria per i<br />
giornalisti e per l’infor-<br />
“Tira<br />
mazione, stretta (e costretta)<br />
– scrive nella prefazione il presidente<br />
dell’Ordine, Lorenzo Del Boca –<br />
in ambiti sempre più angusti e meno liberi.<br />
I cosiddetti poteri forti vogliono la<br />
comunicazione che piace a loro, anche<br />
un po’ sciatta e , se occorre, superficiale<br />
purchè sia loro utile”. E continua: “E’<br />
una crisi che colpisce soprattutto i cronisti”.<br />
Notazione significativa nel Centenario<br />
del Sindacato cronisti romani,<br />
occasione importante di racconto per il<br />
duo Bartoloni-Corsetti, il primo giornalista<br />
di lungo corso, presidente del sindacato<br />
che ha toccato il secolo di vita,<br />
noto ai nostri lettori come tesoriere dell’UNGP<br />
e infaticabile scrittore su questo<br />
nostro periodico; il secondo generale<br />
dei carabinieri ed esperto comunicatore,<br />
non solo per la Benemerita. Questa<br />
“guida”si giova degli scritti di tanti colleghi<br />
che “ricordano” fatti e fattacci di<br />
cronaca, le peripezie per raccontarli, e<br />
svelano a distanza di decenni i risvolti<br />
degli accadimenti , da “Pio XII morto<br />
due volte” alla “bici del Duce”, dall’inchiesta<br />
sui travestiti dei giovani cronisti<br />
di Momento Sera alla “diabolica signora<br />
Kappler”, dalle “foto rubate del morto”<br />
alle guerre fra i giornali (rivalità mai<br />
appianate e battaglie quotidiane senza<br />
esclusione di colpi, anche bassi), dalla<br />
tragica vicenda di Alfredino, al terrorismo,<br />
alla seduta spiritica di Prodi, ai 55<br />
giorni di Moro. Cronaca nera, cronaca<br />
bianca, cronaca rosa. L’avventura della<br />
cronaca esemplificata pagina su pagina,<br />
senza trionfalismi. Chi erano gli autisti<br />
dei giornali ? E quanti gettoni dovevi<br />
avere in tasca? E che faceva il cronista<br />
in Campidoglio? E quel “cadavere di<br />
nome Pasolini”? Tanti fatti raccontati in<br />
tanti anni. La nostra storia (questa di<br />
Roma e tanta altra – pure spesso già<br />
centenaria – di tutt’Italia), i “segreti del<br />
mestiere”, la riprova che la stampa serve<br />
se è libera e i cronisti sono lasciati liberi<br />
di fare il loro lavoro.
GIUSI BONACINA<br />
GOGÌ<br />
Sestante edizioni, Bergamo, 2009,<br />
pagg. 175<br />
Euro 10,00<br />
P<br />
oesie in bergamasco. In<br />
dialetto, rigorosamente. Ma<br />
con traduzione a fianco per<br />
i non praticanti del Verbo Orobico.<br />
Fuor di scherzo, è notevole la verve<br />
poetica della Bonacina, giornalista,<br />
scrittrice ed esperta di tradizioni<br />
bergamasche (appunto), di folklore,<br />
cultura e costume, autrice, qualche<br />
anno fa, dei racconti di “Odiavo le<br />
trecce”. Ma che cosa sono, per i foresti,<br />
i “gogì” del titolo? L’autrice dedica<br />
il libro “in ricordo di mia madre<br />
che portava gli spilli appuntati sul<br />
grembiule e mi diceva abbracciandomi:<br />
“Sta’ atènta ai gogì!”. Ed eccoli<br />
assurgere a simbolo delle parole<br />
bergamasche, la lingua dialettale<br />
bergamasca, nota nell’introduzione<br />
Francesco Coter, che in questi versi<br />
diventa “poesia colorata di memorie,<br />
di allegrezze infantili, di bellezze<br />
passeggere. Poesia che rallenta, sia<br />
pure per poco, la folle corsa del<br />
mondo verso uno spaventoso vicolo<br />
cieco”. Vabbè, vabbè. Nella “nota<br />
dell’autore”, l’autrice si professa<br />
“no global”, convinta. E “non violenta”.<br />
Posizione antitetica? “Credo,<br />
per quel che mi riguarda, di aver<br />
trovato la soluzione ideale. Parlo e<br />
scrivo in dialetto bergamasco. Anche<br />
i versi? Sì, anche i versi”. E, a<br />
chi obietta, “ma è impossibile da capire”,<br />
lei risponde: “Noi ci sforziamo,<br />
mica tanto in verità, di renderlo accessibile<br />
a tutti, (e poi basta la traduzione..),<br />
ma comunque lo amiamo<br />
così com’è, perché assomiglia alle<br />
nostre strade, alle nostre case, ai<br />
volti di tutti quelli che ci sono cari”.<br />
Gogì è anche un cane, tradotto Spillo.<br />
A lui è dedicata la prima poesia,<br />
proviamo a scriverla in dialetto, pardon,<br />
in lingua bergamasca? “Tu séret<br />
un volpì, ma mìa de rassa; /chèl<br />
che a Bèrghem a s’ dìs un ca bastàrd<br />
/ epor a mé te me parìet tal<br />
bel…/ ‘l cagnì pio bèl del mond, ‘l<br />
pio sae, ‘l pio car…”. Sì, sì, manca<br />
la dieresi sulla o di pio. Ma si capisce,<br />
si capisce. Buona lettura.<br />
lO ScAffAlE<br />
UGO FRANZOLIN<br />
Il dONO<br />
Prefazione di Nicola Vacca<br />
Edizioni Settimo Sigillo, pagg. 48<br />
Euro 6,00<br />
P erché?<br />
/ Che domanda. / Nessuno<br />
sa rispondere. / Chi ha<br />
tentato / si è perduto / nei labirinti<br />
del cuore.<br />
Ecco un poeta che talvolta si perde, poi<br />
si ritrova, poi si riperde: perché, in tutto<br />
questo caos è Arduo passare per la<br />
cruna di un ago. Come scrive Nicola<br />
Vacca nella prefazione, “la poesia di<br />
Franzolin è un inquieto cercare nella<br />
naturalezza delle cose di cui è fatto<br />
l’uomo. La sua poesia crede nell’uomo<br />
e soprattutto nel cuore dell’uomo. Non<br />
lo spaventa l’inganno della storia nel<br />
quale sono tutti precipitati. Prima del<br />
naufragio ci sono ancora possibilità di<br />
salvezza. C’è una luce, ma tocca sentirla<br />
con il cuore prima di vederla con<br />
gli occhi”. Come i gabbiani: Stormi di<br />
gabbiani / volano altissimi / nel mare<br />
azzurro, / ali aperte al vento / nei giorni<br />
del sole, / nei giorni della tempesta.<br />
Nato nel ’20 a Villa del Bosco (Padova),<br />
Franzolin ha fatto la seconda guerra in<br />
Marina ed è stato sul fronte dell’ Africa<br />
Settentrionale, fino al’epilogo di El Alamein.<br />
Poi corrispondente di guerra sui<br />
fronti di Anzio e della Linea Gotica. A<br />
questa sua esperienza ha dedicato tre<br />
romanzi: “Il repubblichino”, “I vinti di<br />
Salò”, “I giorni di El Alamein”. Poeta dei<br />
sentimenti, lo è anche di quelli civili: lucido<br />
e impietoso, ieri come oggi: Nella<br />
piazza sterminata / irrompe possente /<br />
la voce del demiurgo / che dall’alto di<br />
una tribuna / vaticina l’età del piombo.<br />
/ Esplode l’urlo dei fedeli / pronti alla<br />
morte. / Lontano, da una torre, / rintocchi<br />
dal suono grave / ricordano che tutto<br />
tramonta / nell’oscurità del tempo.<br />
Per tutti, anche per i potenti, arriva<br />
sempre l’ora delle verità: perché Nella<br />
vita di ogni uomo / un giorno il gallo ha<br />
cantato.<br />
Il GIOrNAlISTA | mAGGIO | GIuGNO | <strong>2010</strong> 14<br />
DOMENICO PARAVATI<br />
vOcAbOlArIO cOmmENTATO<br />
dEl dIAlETTO dI SAN flOrO<br />
Alla ricerca della lingua<br />
(quasi) perduta<br />
Janografica, Rignano Flaminio,<br />
2009, pagg. 154<br />
Euro 25,00<br />
Un giornalista calabrese, da lunga<br />
pezza cittadino di Rignano<br />
Flaminio, provincia di Roma,<br />
30 anni di professione ai Giornali radio<br />
Rai, ripensa al paese natale, al suo dialetto,<br />
materno, di “San Floro (Calabria<br />
centrale, Stretta di Catanzaro, a due<br />
passi dalle Serre, a due passi dalla Sila<br />
Piccola)”. Dedica nove anni all’amarcord<br />
della sua “lingua” mai dimenticata, anzi<br />
a un m’arricùardu che ha percorso con<br />
il fratello fotografo Feliciano, come fece<br />
già qualche anno fa con un altro volume<br />
(“Ciao san Floro, ciao Calabria”, edizioni<br />
Abc Communication), dedicato a persone<br />
e paesi (come Borgia, Miglierina, Cetraro,<br />
Siderno, San Luca, Saracena, Zaccanopoli,<br />
Sibari e tanti altri), ripercorrendo<br />
le strade dei vent’anni dimenticate o<br />
scomparse, delle quali Corrado Alvaro<br />
scriveva: “Nessuno è mai riuscito a ritrovarle<br />
com’erano prima, poiché la natura,<br />
a mano a mano che cresciamo,<br />
cresce e deperisce come noi…”. Ed ora<br />
questi “ricordi di fanciullezza, che non<br />
vanno perduti”, e che i figli dell’ufficiale<br />
postale Giuseppe Paravati, il giornalista<br />
e il fotografo “nato a Nicastro” dove allora<br />
la famiglia abitava, ricostruiscono<br />
con i suoni delle parole, fra battute, storielle<br />
e proverbi. Una storia “interna”, di<br />
affetti e ricordi di un paese che alla fine<br />
degli Anni 50 aveva duemila abitanti ed<br />
ora ne conta appena cinquecento. Nell’Italia<br />
di allora si parlava quasi soltanto in<br />
dialetto, chiosa l’autore, “l’italiano si imparava<br />
scarsamente a scuola, la radio<br />
l’ascoltavano in tre o quattro fortunati, i<br />
giornali li leggevano quegli stessi (se li<br />
leggevano), la televisione non c’era….”.<br />
L’Italia di lì a poco sarebbe stata sconvolta<br />
e profondamente cambiata dalle<br />
migrazioni interne, dalla Calabria, dalla<br />
Campania, dalla Puglia, dalla Sicilia infiniti<br />
e lentissimi treni della speranza per<br />
il far-nord, per la capitale, “a ccercà ‘a<br />
fortuna”. Un fiume di sradicati alle prese<br />
con un altro mondo. Ma con il dialetto<br />
per sempre nella mente e nel cuore.
CASAGIT, INTERNET<br />
E I DOCUMENTI<br />
CORRETTI<br />
Ho scritto questa lettera a Daniele<br />
Cerrato<br />
Caro Presidente,<br />
da tempo mi sono rivolto all’ufficio<br />
rimborsi della Casagit<br />
per fare presente che le distinte di<br />
liquidazione erano errate. Infatti<br />
nel retro delle mie figuravano le<br />
spese per farmaci relative anche a<br />
mia moglie. Ciò non corrisponde<br />
a quanto scritto in testa: “…dettaglio<br />
dei farmaci relativo alla sua<br />
richiesta di concorso spese sostenute<br />
per l’assistito Massolo Roberto”.<br />
All’ufficio rimborsi avevo<br />
chiesto la rettifica della documentazione<br />
2009. La precisazione<br />
delle spese mi serviva per la dichiarazione<br />
dei redditi. Infatti<br />
adesso che per mia moglie pago il<br />
MAV per lei ho diritto a “scaricare”<br />
l’intero ammontare delle spese<br />
mentre per me continuerò a dichiarare<br />
la differenza tra “richiesto”<br />
e “rimborsato”. Ovviamente<br />
con la documentazione inviatami<br />
da CASAGIT dovrò fare i salti<br />
mortali per convincere il CAF che<br />
la medicina “X” non è mia ma di<br />
mia moglie. Mi si precisa che “il<br />
nostro sistema informatico non è<br />
in grado di effettuare “a posteriori”<br />
l’attribuzione dei medicinali<br />
per le pratiche evase fino al<br />
31/12/09”. Ed a me cosa interessa?<br />
Avrebbero dovuto dichiarare<br />
il vero “a priori”. Non facendolo<br />
l’hanno fatto diventare loro “a<br />
posteriori”. E adesso pretenderebbero<br />
che siano i miei 84 anni a<br />
trovare la soluzione? Provvedano<br />
ad operare a mano o come credono:<br />
Io ho diritto ad avere documenti<br />
corretti! CASAGIT, caro<br />
Presidente, come tu ben sai è una<br />
nostra creatura e la sua gestione<br />
deve, innanzi tutto, tener conto<br />
delle esigenze dei suoi soci. Si informatizzi<br />
quanto vuole, ma<br />
avendo sempre ben presente il<br />
“quadro d’assieme”, in modo da<br />
procurare effetti positivi e non negativi<br />
ai giornalisti che col loro<br />
contributo permettono a questo<br />
lETTErE<br />
organismo di assolvere al suo fondamentale<br />
compito.<br />
Salutissimi.<br />
Roberto Massolo<br />
________________________<br />
Caro collega,<br />
sul tuo diritto, che sottolinei,<br />
di avere documenti corretti credo<br />
non sia il caso di aggiungere nulla.<br />
Un pleonasmo in meno, io credo,<br />
allunga la vita. Ti vorrei far<br />
notare, tuttavia, che il dettaglio<br />
dei farmaci richiesti e rimborsati<br />
dalla Cassa l’hai ricevuto come<br />
da tua specifica richiesta e che,<br />
proprio per effetto della informatizzazione<br />
ulteriormente implementata,<br />
d’ora in poi lo stesso<br />
dettaglio è ritrovabile nelle distinte<br />
di liquidazione inviate a casa<br />
dei soci. Questo non per effetto<br />
della tua garbata missiva ma perché<br />
abbiamo deciso di offrire un<br />
servizio in più ai nostri soci rendendo<br />
ancora più facile la compilazione<br />
delle denunce dei Redditi.<br />
In alternativa basterebbe, comunque,<br />
tenersi le fotocopie. Con<br />
ORGANO DELL’UNIONE NAZIONALE<br />
GIORNALISTI PENSIONATI<br />
SINDACATO DI BASE DELLA F.N.S.I.<br />
REGISTRAZIONE PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA<br />
N. 565/98 DEL 30 NOVEMBRE 1998<br />
Direttore responsabile<br />
Giuseppe Iselli<br />
Direzione e redazione in Roma (00186) -<br />
Corso Vittorio Emanuele, 349<br />
Tel. 06680081 - Fax 066871444<br />
www.fnsi.it - E-mail: infofnsi@tin.it<br />
La collaborazione è aperta a tutti i colleghi.<br />
La responsabilità delle opinioni espresse è<br />
dei singoli autori<br />
15<br />
l’occasione voglio ricordare a tutti<br />
i soci che iscrivendosi all’Area<br />
Riservata del nostro sito<br />
(www.casagit.it) è possibile scaricare<br />
autonomamente quanto occorre<br />
per le dichiarazioni fiscali.<br />
Infine, quando dici che “la Casagit<br />
è una nostra creatura” mi fai<br />
un grande piacere. Ma, come tutte<br />
le nostre creature – comprese<br />
quelle bipedi e che mettiamo al<br />
mondo – anche la nostra Cassa<br />
meriterebbe una tirata d’orecchi<br />
quando e se sbaglia e un apprezzamento<br />
quando fa qualcosa di<br />
buono. Il tono della tua lettera mi<br />
sembra più portato a evidenziare<br />
solo la percezione dei difetti. Per<br />
questo, indipendentemente dal<br />
fatto che si tratti di recuperare<br />
tasse per meno di due decine di<br />
euro o cifre più consistenti, ti pregherei<br />
di guardare alla “creatura”<br />
nel suo insieme comprendendo<br />
nello sguardo anche quanto<br />
sta facendo in termini di efficienza<br />
e, perché no, di rigore per continuare<br />
– ancora ti cito – “ad assolvere<br />
al suo fondamentale compito”.<br />
Un caro saluto<br />
Daniele Cerrato<br />
Presidente Casagit<br />
P E N S I O N A T O<br />
Organo dell’Unione Nazionale Giornalisti Pensionati Sindacato di base della F.N.S.I.<br />
Il GIOrNAlISTA | mAGGIO | GIuGNO | <strong>2010</strong><br />
U.N.G.P. Comitato Esecutivo<br />
Presidente: GIUSEPPE ISELLI<br />
Vicepresidenti: MASSIMO SIGNORETTI (vicario)<br />
ANTONIO DE VITO<br />
Segretario generale: MAURIZIO MENDIA<br />
Tesoriere: ROMANO BARTOLONI<br />
Consiglieri: PAOLO AQUARO, FRANCESCO BROZ-<br />
ZU, CLAUDIO COJUTTI, DARIO DE LIBERATO,<br />
MAURO LANDO, GIUSEPPE PERUZZI<br />
Collegio revisori dei conti: MARIO PETRINA<br />
(presidente), GIACINTO BORELLI, VANNI CARISI,<br />
ENRICO COLAVITA, ENZO DE VIRGILIO,<br />
DOMENICO MARCOZZI, ROBERTO TAFANI<br />
FINITO DI STAMPARE NEL MESE DI MAGGIO <strong>2010</strong><br />
DALLA SALLUSTIANA - ROMA
GruPPI rEGIONAlI uNGP<br />
GruPPO AbruZZESE<br />
Corso Vittorio Emanuele, 10 Tel. 085/4219299<br />
65121 PESCARA Fax 085/4293019<br />
Presidente: Oddone Fausto CELESTINI<br />
Vice Presidente: Giampiero PERROTTI<br />
Segretario: Nicola DI BONITO<br />
GruPPO dEllA bASIlIcATA<br />
Via Mazzini 23/E Tel. 0971/411439<br />
85100 POTENZA Fax 0971/411439<br />
Presidente: Vittorio SABIA<br />
GruPPO cAlAbrIA<br />
Via Biagio Camagna, 28 Tel. 0965/810980<br />
89100 REGGIO CALABRIA Fax 0965/327176<br />
GruPPO cAmPANIA<br />
Via Cappella Vecchia, 8/b Tel. 081/7642332<br />
80121 NAPOLI Fax 081/7644746<br />
Presidente: Ermanno CORSI<br />
Segretario: Sergio GALLO<br />
GruPPO EmIlIA rOmAGNA<br />
Strada Maggiore 6 Tel. 051/239991-261750<br />
40125 BOLOGNA Fax 051/228877<br />
Presidente: Roberto MAZZANTI<br />
Vice Presidente: Paola RUBBI<br />
Segretario-Tesoriere: Arrigo MARTINO<br />
GruPPO frIulI vENEZIA GIulIA<br />
Corso Italia 13 Tel. 040/370371<br />
34121 TRIESTE Fax 040/370378<br />
Presidente: Gianni MARTELLOZZO<br />
Vice Pres.: Dante Di RAGOGNA<br />
Tesoriere: Francesco PARMEGIANI<br />
GruPPO lAZIO<br />
Piazza della Torretta 36 Tel.06/68712556871103<br />
00186 ROMA Fax 06/6871170<br />
Presidente: Marcello ZERI<br />
Vice Pres.: Manuela CADRINGHER<br />
Segretario: Romano BARTOLONI<br />
Tesoriere: Franco INNOMINATI<br />
GruPPO lIGurIA<br />
Via Fieschi, 3 int. 26 Tel. 010/5657002<br />
16121 GENOVA Fax 010/592063<br />
Presidente: Gianclaudio BIANCHI<br />
Segretario-Tesoriere: Roberto TAFANI<br />
GruPPO lOmbArdIA<br />
Viale Montesanto 7 Tel. 02/63751<br />
20124 MILANO Fax 02/6595842<br />
Presidente: Gianfulvio BRUSCHETTI<br />
Segretario: Benito SICCHIERO<br />
Tesoriere: Giuseppe PIROVANO<br />
GruPPO mArchE<br />
Via Leopardi 2 Tel. 071/2077708<br />
60122 ANCONA Fax 071/204210<br />
Presidente: Giovanni GIACOMINI<br />
GruPPO PIEmONTE<br />
Corso Stati Uniti 27 Tel. 011/5623373<br />
10128 TORINO Fax 011/539129<br />
Presidente: Elvio ROSSI<br />
Segretario: Claudio CERASUOLO<br />
Tesoriere: Roberto FRANCHINI<br />
GruPPO PuGlIA<br />
Via Gioacchino Toma 50/52 Tel. 080/5560318<br />
70125 BARI 080/5560817<br />
Presidente: Pasquale TEMPESTA Fax 080/5560817<br />
Segretario: Giovanni PIGNATARO<br />
GruPPO SArdEGNA<br />
Via Barone Rossi 29 Tel. 070/650359<br />
09125 CAGLIARI Fax 070/653293<br />
Presidente: Gianni PERROTTI<br />
Vice Presidenti: Carmelo ALFONSO<br />
Segretario: Giovanni PUGGIONI<br />
GruPPO SIcIlIA<br />
Via Francesco Crispi 286 Tel. 091/581001<br />
90139 PALERMO Fax 091/6110447<br />
Presidente: Orlando SCARLATA<br />
Vice Presidente: Mario PETRINA<br />
Segretario: Luigi TRIPISCIANO<br />
Tesoriere: Fausto GALATI<br />
GruPPO TOScANA<br />
Via dei Medici 2 Tel. 055/2398358-213254<br />
50123 FIRENZE Fax 055/210807<br />
Presidente: Mario TALLI<br />
Segretario Tesoriere: Giuseppe PERUZZI<br />
GruPPO TrENTINO AlTO AdIGE<br />
Via dei Vanga 22 Tel. 0471/971438<br />
39100 BOLZANO Fax 0471/981192<br />
Presidente: Giancarlo VINCENTI<br />
Vice Presidente: Gerd STAFFLER<br />
Segretario-Tesoriere: Ermanno HILPOLD<br />
GruPPO umbrIA<br />
Via del Macello, 55 Tel. 075/5733900<br />
06128 PERUGIA Fax 075/5728639<br />
Presidente: Ciro PAGLIA<br />
GruPPO vAllE d'AOSTA<br />
Via E. Aubert 51 Tel.0165/32673-365324<br />
11100 AOSTA Fax 0165/32673<br />
Presidente: Ezio BÉRARD<br />
Segretario: Daniele AMEDEO<br />
GruPPO vENETO<br />
San Polo, Calle Pezzana 2162 Tel. 041/5242633<br />
30125 VENEZIA Fax 041/710146<br />
Presidente: Paolo ACCATTATIS<br />
Vice Presidente: Ermanno FERRIANI<br />
Segretario: Giancarlo BO<br />
Tesoriere: Vanni CARISI