2013 02 - Aghion Oros - Be Love Revolution
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I monaci di Esfigmenou sono considerati un po’<br />
come i “talebani dell’Athos” e la fratellanza è<br />
stata espulsa dagli organi di governo del Monte<br />
Santo ma i monaci hanno rifiutato di andarsene,<br />
minacciando di distruggere il monastero qualora<br />
ne fossero costretti.<br />
I monaci sono per lo più anziani, ne incontriamo<br />
solo due sulla quarantina, uno sta lavorando al<br />
muro a secco attorno ai campi coltivati e l’altro al<br />
porto, intento a sistemare le reti per la pesca.<br />
Quest’ultimo ci chiama e ci ricorda, indicando con<br />
il dito, che: «foto alle pietre si, foto ai monaci no».<br />
Attraversiamo un vecchio ponte di pietra e ci<br />
infiliamo in un sentiero che porta verso la cappella<br />
arroccata nella montagna rocciosa a destra del<br />
monastero (nella foto in alto).<br />
La vista è incredibile e il monastero, seppur un po’<br />
trasandato rispetto agli altri che abbiamo<br />
fino a oggi visitato appare in tutta la sua<br />
maestosità. Un piccolo sentiero procede<br />
verso l’alto e lo seguiamo fino alla grande<br />
croce bianca che avevamo visto dalla<br />
spiaggia.<br />
Decidiamo di proseguire un po’ alla cieca<br />
e, arroccata a picco sul mare, troviamo una<br />
piccola casa di un eremita (a destra).<br />
18<br />
È disabitata, ma non da molto. Proseguiamo<br />
lungo il sentiero e ritorniamo sulla strada<br />
principale che ci accompagna, nel mezzo di<br />
un uliveto, fino al mare, in una baia poco<br />
distante dove a una punta è presente la<br />
darsena di dipendenza del monastero di<br />
Hilandar, dall’altra una piccola chiesa e una<br />
torre protetti da un alto muro circolare e al<br />
centro una piccola isola di rocce e cipressi<br />
che ricorda incredibilmente quella di Böcklin<br />
(in alto nella pagina seguente).<br />
Ci sediamo sulle panche di un piccolo pergolato<br />
costruito attorno un pozzo di pietra per riposare un<br />
po’ e mangiare un po’ di grana e bere un sorso<br />
d’acqua, inoltre si sta facendo tardi e dobbiamo<br />
rientrare per i vespri e la cena, che iniziano alle 16.<br />
Lungo la strada del ritorno incrociamo molti dei<br />
pellegrini ospiti di Hilandar e visitiamo la Torre di<br />
re Milutin (in basso nella pagina seguente),<br />
costruita nel XIV secolo, con funzioni di vedetta e<br />
di difesa del monastero dalle minacce provenienti<br />
dal mare. Dall’alto della torre il panorama è unico.<br />
Rientriamo al monastero in tempo per l’ultimo<br />
giro di clepalo, la tavola di legno che i monaci<br />
appoggiano sulla spalla e suonano con un<br />
martelletto con una sequenza ritmica a quartine<br />
per richiamare i fedeli alla Liturgia. Riconosciamo<br />
che è la terza perché la sequenza, gradualmente