2013 02 - Aghion Oros - Be Love Revolution

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Verso la Grecia Salonicco e Uranopolis 27 febbraio <strong>2013</strong> Siamo partiti prestissimo con un volo RyanAir da <strong>Be</strong>rgamo, affollato e confusionario, e in poco meno di due ore ci ritroviamo affacciati sul mediterraneo, nel Paese simbolo della crisi europea, decisamente più politica che economica, con un bel sole e una temperatura più mite. I partecipanti al viaggio saranno otto, ma al momento siamo in quattro: il sottoscritto, Giovanni, Roberto e Marco. Nel pomeriggio arriverà Vincenzo da Roma e poi i tre provenienti direttamente dal Kosovo. Abbiamo quindi un po’ di tempo per visitare la città di Salonicco; ci infiliamo in un taxi e con un mix dinglese, greco e italiano siamo in centro 4 La Torre al porto di Uranopolis città. La città è stata fondata nel 315 a.C. ed è sempre stata uno snodo importante per i commerci, dall’Impero Romano a quello Ottomano, sotto il cui dominio rimase fino al 1912. È nato qui anche Kemal Atatürk, il fondatore della Turchia moderna. Salonicco, il lungomare e la Torre Bianca Visitiamo la chiesa di San Giorgio, l’Arco e la Tomba di Galerio. La città è trafficata e rumorosa. Attraversiamo un’isola pedonale che ci accompagna fino alla Torre Bianca, proprio
dentro la torre, nacque la bandiera greca, una croce bianca su sfondo blu, in memoria della fede ortodossa che tenne unita la nazione sotto il dominio ottomano e nove strisce, bianche e blu che rappresentano le nove lettere della parola Έλευθερία (libertà). Sul lungomare incontriamo nuovamente un gruppo di studenti italiani in gita che erano con noi sull’aereo. Con loro siamo forse gli unici turisti. Il lungo mare è gradevole e soleggiato, tanto che decidiamo di mangiare un boccone seduti fuori. Polipo e RedSnapper … sapori pieni, pesce delizioso. Riprendiamo il cammino verso la Basilica di Santa Sofia, San Teodosio e la chiesa dei Santi Apostoli, chiesa bizantina del XIV secolo che ricorda incredibilmente, nei colori e nella forma, il Monastero di Gracanica in Kosovo. A mano a mano che ci allontaniamo dall’isola pedonale centrale quello che sembrava un sospetto si concretizza in certezza: intere vie di vetrine vuote, negozi abbandonati, attività fallite. Ogni tanto fa capolino un piccolo alimentari o un modesto negozio di abbigliamento. La crisi in effetti si vede. «Qui siamo abbastanza tranquilli. Ad Atene la situazione è molto peggio. Per strada ci sono persone senza lavoro e senza casa» ci racconta una ragazza «molti hanno perso il lavoro. L’ho perso anch’io ma mio marito per fortuna lavora ancora. Le famiglie dove tutti e due non lavorano più non so proprio come facciano o per quanto possano continuare. Li aiutano i genitori, i risparmi, la chiesa …». Il marito aggiunge: «Negli ultimi due anni il mio stipendio è stato tagliato del 45%. Riusciamo a pagare l’affitto, le bollette, fare 5
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