I quartieri della Circoscrizione Sud - Comune di Brescia
I quartieri della Circoscrizione Sud - Comune di Brescia
I quartieri della Circoscrizione Sud - Comune di Brescia
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Lisa Cesco è autrice <strong>della</strong> storia dei <strong>quartieri</strong> Porta Cremona-Volta, Fornaci, Villaggio Sereno e<br />
Lamarmora, del capitolo secondo “A spasso per la <strong>Sud</strong>”, delle interviste a Giancarlo Buizza, Giuseppe<br />
Chiappani e Luigia Casari.<br />
Diego Serino è autore <strong>della</strong> storia dei <strong>quartieri</strong> Folzano, Chiesanuova, Don Bosco e Perlasca, del<br />
capitolo terzo “Alle origini del decentramento” e delle interviste a Sante Pinzoni, Giuseppe Zubani e<br />
Don Riccardo Vecchia.<br />
In copertina:<br />
Nuovo mercato <strong>di</strong> Porta Cremona - <strong>Brescia</strong><br />
(Per concessione dei Civici Musei d’Arte e Storia <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>)
Lisa Cesco Diego Serino<br />
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE<br />
l’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
CIRCOSCRIZIONE SUD
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
L’Assessorato alla Partecipazione e Decentramento del <strong>Comune</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> ha ritenuto opportuno promuovere una<br />
pubblicazione che ripercorra la storia del decentramento<br />
amministrativo nella nostra città, dalle origini fino alla recente<br />
riforma che ne <strong>di</strong>segna una nuova identità formale<br />
e sostanziale, in occasione del trentennale <strong>di</strong> fondazione<br />
delle Circoscrizioni in forma istituzionale.<br />
I testi presenteranno in forma monografica, snella ed essenziale,<br />
le cinque attuali circoscrizioni del sistema decentrato<br />
bresciano, rilevando come le stesse abbiamo piano piano preso corpo da una spinta<br />
nata dal basso, dall’esigenza spontanea dei citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> quartiere <strong>di</strong> aggregarsi in Comitati<br />
per con<strong>di</strong>videre un’esperienza <strong>di</strong> partecipazione nella vita degli stessi <strong>quartieri</strong>, nella connotazione<br />
urbanistica e nelle iniziative sociali e aggregative. Il racconto vuole quin<strong>di</strong> anche<br />
ripercorrere l’esperienza dei primi consigli <strong>di</strong> quartiere e delle persone che ne sono state<br />
fautrici e protagoniste, riportando la testimonianza dei singoli soggetti che hanno vissuto<br />
e determinato l’esperienza <strong>della</strong> partecipazione attiva e spontanea <strong>di</strong> quegli anni.<br />
Il quadro sulle circoscrizioni si completa in un alternarsi fra storia politica dei consigli circoscrizionali,<br />
che comprende anche la menzione dei Presidenti, con un loro profilo biografico<br />
e il resoconto <strong>della</strong> loro esperienza amministrativa, e una breve storia del territorio, dei<br />
<strong>quartieri</strong> e <strong>della</strong> loro trasformazione urbanistica e sociale, nell’elencazione dei luoghi <strong>di</strong><br />
rappresentanza storica e <strong>di</strong> aggregazione sociale, testimonianza <strong>di</strong> lente trasformazioni e<br />
graduali cambiamenti che ne hanno determinato l’attuale assetto.<br />
La recente riforma, che ha ri<strong>di</strong>segnato i confini circoscrizionali, ha portato come conseguenza<br />
l’avvio <strong>di</strong> un ripensamento complessivo sul significato del decentramento, configurandosi<br />
la circoscrizione sempre più come ente territoriale multifunzionale, luogo <strong>di</strong><br />
rappresentanza e consultazione dei <strong>quartieri</strong>, ma anche luogo <strong>di</strong> erogazione <strong>di</strong> servizi.<br />
Sentiti ringraziamenti vanno a tutti coloro che hanno collaborato all’elaborazione <strong>di</strong> questo<br />
breve trattato storico sulle circoscrizioni, in particolare agli autori che nei mesi scorsi<br />
hanno effettuato un importante lavoro <strong>di</strong> ricerca sulla nascita, la crescita, la trasformazione<br />
e l’evoluzione nel tempo del decentramento e <strong>della</strong> partecipazione a <strong>Brescia</strong>.<br />
Il Vicesindaco<br />
Assessore alla Partecipazione e Decentramento<br />
Fabio RolFi<br />
4
I SALUTI<br />
Raccontare la storia delle circoscrizioni attraverso gli<br />
uomini e le donne che sono stati protagonisti <strong>della</strong><br />
loro nascita ed evoluzione credo rappresenti il modo<br />
migliore per recuperare l’entusiasmo delle origini<br />
e prendere spunto dal passato per lavorare ancora<br />
meglio nel futuro.<br />
Per questo ritengo che questo libro rappresenti una<br />
tappa fondamentale del percorso partecipativo,<br />
proprio perché ha il merito <strong>di</strong> narrare una storia che il passare degli anni avrebbe<br />
reso sempre più <strong>di</strong>fficile da ricostruire.<br />
Si tratta <strong>di</strong> un modo per avvicinare la citta<strong>di</strong>nanza alle istituzioni ed al territorio dove<br />
vivono: il libro si pone anche l’obiettivo <strong>di</strong> favorire la conoscenza delle ricchezze<br />
artistiche, culturali e sociali dei <strong>quartieri</strong> che fanno parte <strong>della</strong> circoscrizione sud,<br />
presentando in maniera semplice le peculiarità <strong>di</strong> questa zona.<br />
Recuperare la storia, quin<strong>di</strong>, ma soprattutto fornire nuova vitalità alla partecipazione,<br />
avvicinando i bresciani all’attività pubblica, in particolare quella legata al territorio:<br />
credo che nell’anno delle celebrazioni del trentennale delle circoscrizioni fosse<br />
doveroso recuperare un pezzo <strong>di</strong> storia <strong>della</strong> nostra terra, delle nostre tra<strong>di</strong>zioni,<br />
perche’ tramandare le tra<strong>di</strong>zioni e’ una delle mission che ci siamo posti. Per incarico<br />
siamo la struttura piu’ vicina ai citta<strong>di</strong>ni e questa occasione va sfruttata per far sentire<br />
la nostra presenza alla nostra gente.<br />
5<br />
Il Presidente<br />
<strong>della</strong> circoscrizione <strong>Sud</strong><br />
GiaCoMo liNi
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
23<br />
25<br />
CIRCOSCRIZIONE<br />
NORD<br />
Mappa delle Circoscrizioni <strong>della</strong> città <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong><br />
5<br />
CIRCOSCRIZIONE OVEST<br />
20<br />
7<br />
26<br />
CIRCOSCRIZIONE SUD<br />
2 - Borgo Trento<br />
11 - Mompiano<br />
15 - Villaggio Prealpino<br />
17 - San Bartolomeo<br />
22 - Casazza<br />
28 - Sant’Eustacchio<br />
29 - San Rocchino-Costalunga<br />
9<br />
24<br />
21<br />
3<br />
6<br />
8<br />
28<br />
10<br />
27<br />
4<br />
17<br />
2<br />
22<br />
6<br />
1<br />
30<br />
12<br />
15<br />
11<br />
CIRCOSCRIZIONE NORD<br />
19<br />
29<br />
14<br />
CIRCOSCRIZIONE CENTRO<br />
CIRCOSCRIZIONE EST<br />
CIRCOSCRIZIONE SUD<br />
6 Don Bosco - 8 Folzano - 9 Fornaci - 10 Lamarmora<br />
12 Porta Cremona - 20 Chiesanuova - 24 Villaggio Sereno<br />
CIRCOSCRIZIONE<br />
CENTRO<br />
1 - <strong>Brescia</strong> Antica<br />
3 - Porta Milano<br />
4 - Centro Storico Nord<br />
14 - Porta Venezia<br />
27 - Centro Storico <strong>Sud</strong><br />
30 - Crocifissa <strong>di</strong> Rosa<br />
CIRCOSCRIZIONE<br />
OVEST<br />
5 - Chiusure<br />
7 - Fiumicello<br />
21 - Urago Mella<br />
23 - Villaggio Ba<strong>di</strong>a<br />
25 - Villaggio Violino<br />
26 - Primo Maggio<br />
18<br />
13<br />
16<br />
CIRCOSCRIZIONE<br />
EST<br />
19 - San Polo - SanPolino<br />
13 - Bettole- Buffalora<br />
18 - Sant’Eufemia<br />
16 - Caionvico
Introduzione<br />
1. I QUARTIERI DELLA CIRCOSCRIZIONE SUD<br />
La CiRCosCRizioNe sUD è la circoscrizione più popolosa in assoluto<br />
<strong>della</strong> città.<br />
Il territorio <strong>Sud</strong> comprende i <strong>quartieri</strong>:<br />
• Fornaci<br />
• Chiesanuova<br />
• Villaggio Sereno<br />
• Don Bosco<br />
• Folzano<br />
• Lamarmora<br />
• Porta Cremona-Volta<br />
E’ abitata da 44.281 residenti, con una prevalenza delle donne – che sono oltre<br />
23 mila – sugli uomini, che ammontano a circa 21 mila.<br />
Il quartiere più popoloso è quello <strong>di</strong> Porta Cremona-Volta (con quasi 12.800<br />
abitanti), seguito dal quartiere Don Bosco (7.590 residenti), da quello <strong>di</strong><br />
Lamarmora (6.995) e Chiesanuova (6.688). Il meno densamente popolato è<br />
Folzano, con 1.776 residenti.<br />
In<strong>di</strong>rizzo Sede <strong>Circoscrizione</strong> <strong>Sud</strong>:<br />
Via Micheli, 8/10<br />
Orario apertura sede: da lunedì a giovedì dalle 9,30 alle 12,15 e dalle 14,00 alle 15,45; venerdì dalle 9,30 alle 12,15.<br />
Telefono 030 347715 oppure 030 3531804<br />
Fax 030 3548324<br />
E-mail circoscrizionesud@comune.brescia.it<br />
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30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
8<br />
Porta Cremona fra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento Per concessione dei Civici Musei d’Arte e Storia <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
Capitolo 1<br />
1. I QUARTIERI DELLA CIRCOSCRIZIONE SUD<br />
I <strong>quartieri</strong> <strong>della</strong> <strong>Circoscrizione</strong> <strong>Sud</strong><br />
PoRTa CReMoNa-VolTa<br />
Il vasto inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> Porta Cremona e <strong>della</strong> Volta incomincia idealmente da<br />
quella che un tempo era denominata Porta Sant’Alessandro (<strong>di</strong>ventata Porta Cremona<br />
nel 1862 e in seguito piazzale Cremona), ed era situata fra via Vittorio<br />
Emanuele II e via XX Settembre, perpen<strong>di</strong>colare a corso Cavour. La porta urbana,<br />
aperta nel 1249, venne ricostruita nel 1520, con i tipici caselli per i gabellieri e<br />
una struttura <strong>di</strong>fensiva con torre e ponte. Uno degli episo<strong>di</strong> storici <strong>di</strong> cui la porta<br />
è stata protagonista fu l’ingresso in città del Granduca <strong>di</strong> Toscana, avvenuto<br />
nel 1628.<br />
Nell’Ottocento l’antica struttura <strong>della</strong> porta è sostituita da nuove costruzioni, e<br />
nel piazzale prospiciente viene realizzato l’e<strong>di</strong>ficio porticato del Mercato del vino,<br />
<strong>di</strong> gusto neoclassico.<br />
Illustrazione storica <strong>di</strong> Porta S. Alessandro vista da <strong>Sud</strong><br />
9<br />
Per concessione dei Civici Musei d’Arte e Storia <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
Per concessione dei Civici Musei d’Arte e Storia <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong><br />
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
Alla fine degli anni Venti del Novecento l’impostazione del piazzale muta ancora,<br />
con un allargamento degli spazi e la parziale copertura del Garza che vi<br />
scorreva nei pressi.<br />
Poco lontano ha inizio via Cremona, che collega via Zima con la Volta, passando<br />
tra i <strong>quartieri</strong> Leonessa, Sant’Antonio e il villaggio Ferrari.<br />
Un tratto <strong>della</strong> via, all’altezza del bivio con via Bianchi, viene identificato già nelle<br />
mappe settecentesche come “Forca <strong>di</strong> cane”, un toponimo antico su cui sono state<br />
avanzate molte congetture, fra cui quella che lo riconduce a una biforcazione<br />
<strong>di</strong> case (dal <strong>di</strong>aletto furca de cà).<br />
Zona tra via Cremona e via Forcello<br />
L’area fra Porta Cremona e la Volta è punteggiata da <strong>di</strong>versi inse<strong>di</strong>amenti realizzati<br />
dalla fine degli anni Venti al secondo dopoguerra, nati come <strong>quartieri</strong> periferici per<br />
ospitare l’espansione demografica <strong>della</strong> città. Il primo nucleo a sorgere nella zona fu il<br />
quartiere Leonessa, inizialmente denominato “Littorio”, la cui e<strong>di</strong>ficazione venne<br />
promossa nel 1926 dal <strong>Comune</strong> su una superficie <strong>di</strong> 20 mila metri quadrati, acquistata<br />
dalle Ferrovie e situata fra via Cremona e la linea ferroviaria <strong>Brescia</strong>-Parma.<br />
L’obiettivo era quello <strong>di</strong> farne un quartiere “per le classi impiegatizie” e operaie,<br />
con villette quadrifamiliari con giar<strong>di</strong>no, protette dal traffico <strong>di</strong> via Cremona da<br />
alcuni spazi ver<strong>di</strong>.<br />
10
1. I QUARTIERI DELLA CIRCOSCRIZIONE SUD<br />
Fra il 1936 e il 1938 viene costruito il villaggio Ferrari, su un’area <strong>di</strong> 35 mila<br />
metri quadrati posizionata fra via Cremona e via Duca degli Abruzzi. L’operazione,<br />
che si propone come esperimento d’avanguar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia operaia, è promossa<br />
dall’industriale Roberto Ferrari, per dare alloggi ai lavoratori impiegati nel vicino<br />
Calzificio Ferrari.<br />
L’inse<strong>di</strong>amento è costituito da 40 e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> varia tipologia e da un palazzo centrale<br />
con torretta che domina il villaggio, ospitando negozi per il quartiere e l’ufficio<br />
postale. Alcuni stu<strong>di</strong>osi hanno identificato nel villaggio Ferrari uno degli esempi<br />
emblematici sul territorio <strong>di</strong> paternalismo industriale “protetto”, in linea cioè con<br />
le politiche sociali del fascismo: non a caso il villaggio viene dotato <strong>di</strong> tutti i servizi<br />
<strong>di</strong> base per la comunità, come l’asilo infantile, la scuola elementare, lo spaccio<br />
alimentare, la presenza <strong>di</strong> un curato per l’assistenza religiosa. Di pari passo, però,<br />
la <strong>di</strong>tta mantiene in<strong>di</strong>rettamente il controllo su <strong>di</strong>pendenti e famiglie imponendo<br />
agli assegnatari degli alloggi il rispetto <strong>di</strong> un rigido regolamento, che prescrive<br />
“la moralità più severa” <strong>di</strong> tutti i componenti delle famiglie, l’or<strong>di</strong>ne e la retta<br />
condotta, pena lo sfratto.<br />
Nel 1954, con la chiusura del Calzificio, molti dei residenti abbandonarono il<br />
villaggio, non potendo acquistare le villette che venivano messe in ven<strong>di</strong>ta.<br />
Veduta del Quartiere Leonessa<br />
11<br />
Per concessione dei Civici Musei d’Arte e Storia <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
Per concessione dei Civici Musei d’Arte e Storia <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong><br />
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
Oggi il quartiere, pur mantenendo la sua originaria fisionomia <strong>di</strong> “isola” ai confini<br />
<strong>della</strong> città, è stato pienamente inserito nel contesto urbano.<br />
Quasi coevo è il quartiere Bonoris, costruito negli anni 1937-39 (il terzo<br />
lotto vedrà invece la luce nel secondo dopoguerra) a sud del villaggio Ferrari,<br />
per iniziativa <strong>della</strong> Congrega <strong>della</strong> Carità Apostolica, con la finalità <strong>di</strong> rendere<br />
<strong>di</strong>sponibili case popolari e a basso prezzo per le famiglie meno abbienti.<br />
Tra i <strong>quartieri</strong> Bonoris e Leonessa si situa il villaggio S. Antonio, costruito<br />
nel 1949-50 per ospitare i profughi giuliano-dalmati giunti a <strong>Brescia</strong> dopo il<br />
passaggio dei territori istriani e dalmati alla Jugoslavia. L’e<strong>di</strong>ficazione del villaggio<br />
viene promossa dal Comitato profughi <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>, secondo uno schema<br />
unitario <strong>di</strong> abitazione, replicabile in <strong>di</strong>verse aree.<br />
A completare lo scorcio dei <strong>quartieri</strong> sorti nella zona <strong>di</strong> Porta Cremona è il<br />
villaggio Verde, l’ultimo ad essere costruito, nel 1953, su iniziativa del <strong>Comune</strong>,<br />
nell’area fra via Maggi e la ferrovia <strong>Brescia</strong>-Parma, per alloggiare i senzatetto<br />
per motivi bellici.<br />
La prosecuzione verso sud <strong>di</strong> via Cremona <strong>di</strong>venta via <strong>della</strong> Volta, una denominazione<br />
che risale al XII secolo per in<strong>di</strong>care l’ampio territorio un tempo<br />
situato fuori dalle mura <strong>della</strong> città. I reperti tombali trovati nella zona fanno<br />
supporre che anticamente la Volta ospitasse una fara, ovvero un accampamento<br />
<strong>di</strong> guerrieri longobar<strong>di</strong> e delle relative famiglie.<br />
Per lungo tempo la Volta è stata un’area incontaminata <strong>di</strong> boschi dove si praticava<br />
la caccia. A partire dal Duecento e nei secoli successivi vengono avviate<br />
Veduta <strong>di</strong> Porta Cremona nei primi anni del Novecento<br />
12
1. I QUARTIERI DELLA CIRCOSCRIZIONE SUD<br />
attività agricole come la coltivazione <strong>di</strong> viti e ortaggi e si sviluppano cascinali<br />
e case <strong>di</strong> campagna: questa vocazione rurale <strong>della</strong> zona verrà conservata fino<br />
alla prima guerra mon<strong>di</strong>ale.<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista amministrativo la Volta faceva parte del <strong>Comune</strong> autonomo<br />
<strong>di</strong> S. Alessandro, che sopravvive fino al penultimo decennio dell’Ottocento,<br />
prima <strong>di</strong> venire assorbito nel <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>. A partire da quel momento,<br />
sul crinale fra Otto e Novecento, la Volta inizia a conoscere un significativo<br />
sviluppo urbanistico – avviato con l’inaugurazione dell’ospedale psichiatrico<br />
- che impone la dotazione <strong>di</strong> servizi e infrastrutture: nel 1923 arrivano i nuovi<br />
impianti dell’acqua potabile, oltre a scuole, collegamenti viari e alla condotta<br />
me<strong>di</strong>ca. Nel frattempo vengono avviate attività produttive industriali (come<br />
quelle degli stabilimenti Ferrol, Molini Sordelli, Palazzoli) che insieme agli inse<strong>di</strong>amenti<br />
commerciali e abitativi daranno alla zona il volto o<strong>di</strong>erno <strong>di</strong> realtà<br />
ormai integrata nella <strong>di</strong>mensione citta<strong>di</strong>na.<br />
L’Ospedale psichiatrico<br />
Fino alla seconda metà del XIX secolo il Manicomio Provinciale occupava<br />
una parte dello Spedale Maggiore <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>, ma l’inadeguatezza <strong>di</strong><br />
tale sistemazione e la necessità <strong>di</strong> una nuova struttura per il ricovero dei<br />
pazienti con problemi psichiatrici si rendeva sempre più manifesta tanto<br />
da essere denunciata nel ren<strong>di</strong>conto del <strong>di</strong>rettore me<strong>di</strong>co dell’ospedale,<br />
datato 1882.<br />
In seguito la Deputazione Provinciale incaricò due suoi membri <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are<br />
e visitare i centri più importanti in Italia per definire la tipologia <strong>di</strong> manicomio<br />
più consona alle esigenze <strong>della</strong> città: dopo una lunga <strong>di</strong>samina<br />
venne proposto come riferimento il manicomio <strong>di</strong> Imola, e il 30 aprile<br />
1889 il Consiglio provinciale <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> deliberava la costruzione <strong>di</strong> una<br />
struttura “introducendovi tutte quelle varianti che la scienza e l’esperienza<br />
suggeriscono”.<br />
I lavori <strong>di</strong> costruzione ebbero inizio nel 1892 su progetto dell’ingegner<br />
Gadola (e successivamente dell’ing. Cacciatore che apportò alcune mo<strong>di</strong>fiche)<br />
e si conclusero nel 1896.<br />
13
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
Per concessione dei Civici Musei d’Arte e Storia <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong><br />
Tutto il progetto era <strong>di</strong>mensionato per una capacità recettiva <strong>di</strong> circa<br />
550/600 pazienti, stima che all’epoca sembrava ottimale, ma già nel 1903,<br />
neppure <strong>di</strong>eci anno dopo l’inaugurazione, gli alienati (come venivano allora<br />
chiamati gli ospiti del manicomio), complice la pellagra e l’alcolismo,<br />
erano oltre 700.<br />
L’esponenziale aumento <strong>della</strong> domanda e l’effetto devastante <strong>della</strong> prima<br />
guerra mon<strong>di</strong>ale (dal 1915 un intero pa<strong>di</strong>glione venne a<strong>di</strong>bito esclusivamente<br />
al ricovero <strong>di</strong> militari) <strong>di</strong>mostrarono la necessità <strong>di</strong> ulteriori ampliamenti<br />
con la costruzione <strong>di</strong> nuovi pa<strong>di</strong>glioni.<br />
All’epoca i malati erano sud<strong>di</strong>visi in tranquilli, semi agitati, agitati, furiosi,<br />
suici<strong>di</strong>, vecchi, cronici ed epilettici, e ad ognuno era assegnato un pa<strong>di</strong>glione,<br />
con caratteristiche architettoniche e costruzioni <strong>di</strong>verse (per furiosi e<br />
suici<strong>di</strong>, ad esempio, c’era un pa<strong>di</strong>glione isolato, con piccole cellette protette<br />
da sbarre ed imbottite).<br />
Con la soppressione dei manicomi, la struttura <strong>di</strong> via Duca degli Abruzzi ha<br />
mutato destinazione, e oggi ospita la sede dell’Asl <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> e del Distretto<br />
1, ma non ha perso del tutto la sua vocazione originaria, dal momento<br />
che ospita anche una comunità alloggio e una residenza sanitaria per la<br />
<strong>di</strong>sabilità mentale.<br />
L’Ospedale Psichiatrico in una foto del 1904<br />
14
FoRNaCi<br />
1 . I Q U A R T I E R I D E L L A C I R C O S C R I Z I O N E S U D<br />
La storia <strong>di</strong> Fornaci affonda le sue ra<strong>di</strong>ci in un documento risalente all’anno 843, in cui<br />
il vescovo Ramperto, nell’assegnare beni al monastero <strong>di</strong> San Faustino maggiore, gli<br />
conferiva anche le fornaci situate verso Flero, che avrebbero fornito mattoni e materiale<br />
e<strong>di</strong>lizio necessario per le costruzioni avviate dal cenobio in città e in campagna.<br />
Il nome <strong>della</strong> frazione, situata a sud <strong>della</strong> città sulla strada verso Quinzano e Cremona,<br />
deriva infatti dalla presenza <strong>di</strong> antiche fornaci nate col favore <strong>di</strong> un terreno<br />
particolarmente argilloso, grazie ai se<strong>di</strong>menti trasportati dalle acque del Garza. Dai<br />
reperti ritrovati si ritiene che la zona fosse abitata già dall’epoca romana.<br />
Fa parte <strong>di</strong> Fornaci anche la località chiamata dagli abitanti “Serpente”: il nome<br />
deriva dall’ampia corte che sorgeva in quell’area nell’alto Me<strong>di</strong>oevo, che serviva da<br />
ospizio per accogliere i viandanti in cammino sulla strada da <strong>Brescia</strong> a Quinzano, ed<br />
era denominata in latino “Hospitale S. Mariae ad cerrum pictum” (con riferimento<br />
secondo alcuni stu<strong>di</strong>osi all’insegna <strong>di</strong>pinta su un acero per richiamare l’attenzione<br />
dei pellegrini, secondo altri a un e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong>pinto), frase rielaborata in termini <strong>di</strong>alettali<br />
come “Sér pènt”<br />
La Parrocchiale del quartiere Fornaci<br />
15<br />
Archivio Lucini
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
Nel Quattrocento il borgo conosce un significativo ampliamento, che si consoliderà<br />
nel secolo successivo attorno al piccolo convento dei frati <strong>della</strong> Congregazione del<br />
Terz’Or<strong>di</strong>ne regolare <strong>di</strong> Lombar<strong>di</strong>a e alla chiesa de<strong>di</strong>cata a San Rocco, la cui e<strong>di</strong>ficazione<br />
incomincia nel 1519.<br />
Attorno al convento e alla chiesa, grazie alla presenza attiva dei religiosi terziari,<br />
la comunità si consolida e cresce, nonostante alla fine del Seicento i frati debbano<br />
abbandonare la frazione per spostarsi nel nuovo convento <strong>di</strong> Borgo Pile. Il borgo <strong>di</strong><br />
Fornaci aveva sempre fatto parte dell’antica parrocchia <strong>di</strong> Verziano: bisogna attendere<br />
il 1816, con la costruzione <strong>della</strong> nuova chiesa <strong>di</strong> San Rocco, perché con decreto<br />
vescovile la frazione venga <strong>di</strong>chiarata parrocchia autonoma.<br />
Nell’Ottocento la contrada conosce un nuovo slancio economico e demografico,<br />
ospitando anche la sede <strong>di</strong> una Società operaia cattolica.<br />
Oggi Fornaci conta oltre 2600 abitanti e grazie all’espansione degli inse<strong>di</strong>amenti<br />
citta<strong>di</strong>ni e ai collegamenti viari è <strong>di</strong>ventata parte integrante del perimetro urbano.<br />
Fra i retaggi del passato rimangono in zona due eleganti abitazioni, la settecentesca<br />
villa Onofri, con grande portico e cortile, e la coeva villa Pellizzari <strong>di</strong> Meduna.<br />
16
VillaGGio seReNo<br />
1 . I Q U A R T I E R I D E L L A C I R C O S C R I Z I O N E S U D<br />
L’origine del nome dato al Villaggio viene collegata alla “Cooperativa Serena”<br />
che fu protagonista dell’e<strong>di</strong>ficazione del complesso urbanistico, nato secondo<br />
lo schema organizzativo dei villaggi ispirati da padre Marcolini. Dopo i villaggi<br />
Violino, Ba<strong>di</strong>a e Prealpino, il primo nucleo urbano del Sereno fu inaugurato nel<br />
1963 (i lavori erano iniziati nel 1961), ampliato qualche anno più tar<strong>di</strong> con<br />
inse<strong>di</strong>amenti successivi che conferirono la forma attuale al Villaggio, tra le vie<br />
Flero, Labirinto e l’autostrada.<br />
Fino alla fine degli anni Cinquanta la zona ospitava campi e prati che si prestavano<br />
come pascoli o aree da coltivare, e <strong>di</strong>vennero ben presto oggetto <strong>di</strong> una rinnovata<br />
attenzione come possibile area da e<strong>di</strong>ficare per dare risposte all’aumentata<br />
richiesta <strong>di</strong> case, sull’onda del boom demografico e <strong>della</strong> ripresa economica.<br />
L’idea, coltivata da padre Marcolini con la cooperativa “La famiglia”, era quella<br />
<strong>di</strong> dar vita a nuclei urbani decentrati, con case e villette a prezzo abbordabile<br />
e realizzabili in tempi brevi. Al Villaggio Sereno la realizzazione delle<br />
costruzioni venne affidata a piccole imprese o realtà a gestione famigliare, che<br />
<strong>di</strong>edero all’inse<strong>di</strong>amento la tipica pianta dei villaggi Marcolini, organizzata in<br />
lotti abitati sud<strong>di</strong>visi da vie in <strong>di</strong>rezione est-ovest e da traverse in senso nordsud,<br />
contrad<strong>di</strong>stinte da una numerazione progressiva. Alla memoria <strong>di</strong> padre<br />
Marcolini i residenti del Sereno hanno de<strong>di</strong>cato un monumento, eretto alla fine<br />
degli anni Ottanta.<br />
Villaggio Sereno<br />
17<br />
Archivio Lucini
Archivio Lucini<br />
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
I primi tempi al Villaggio non furono facili per i residenti – circa 600 famiglie<br />
- dal momento che il nuovo inse<strong>di</strong>amento scontava la mancanza <strong>di</strong> collegamenti<br />
<strong>di</strong>retti con la città, costringendo gli abitanti del Sereno a farsi strada fra<br />
detriti e sentieri precari per arrivare fino a via Labirinto e prendere lo storico<br />
“Leoncino”, antenato del bus che collegava con il centro. C’era poi il problema<br />
delle strade poco battute, e inizialmente non asfaltate, e <strong>della</strong> carenza <strong>di</strong><br />
servizi <strong>di</strong> base, come scuole e luoghi <strong>di</strong> culto.<br />
Nei primi tempi è l’e<strong>di</strong>ficio delle scuole elementari a prestarsi a spazio polifunzionale,<br />
in grado <strong>di</strong> ospitare asilo, scuola, oratorio, Acli e riunioni pubbliche.<br />
Nel 1964 viene costruita la prima chiesa, de<strong>di</strong>cata a San Filippo Neri, cui si<br />
aggiunge nel 1969 una chiesa intitolata a San Giulio prete, per ricordare padre<br />
Giulio Bevilacqua. Si formano due <strong>di</strong>stinte comunità parrocchiali e nell’arco <strong>di</strong><br />
una decina <strong>di</strong> anni il Villaggio viene dotato delle principali strutture <strong>di</strong> servizio<br />
per la comunità, come scuole, oratorio, campo sportivo, cinema. Per l’inaugurazione<br />
<strong>della</strong> biblioteca bisognerà invece aspettare il 1981.<br />
Fra gli e<strong>di</strong>fici storici inglobati nel Villaggio fin dalla sua e<strong>di</strong>ficazione figura l’antica<br />
villa Di Rosa, risalente al Settecento, che si contrad<strong>di</strong>stingue per il <strong>di</strong>segno architettonico<br />
che richiama da vicino l’impostazione delle ville venete, con facciata<br />
signorile e galleria pedonale che cinge idealmente il pianterreno <strong>della</strong> villa.<br />
Il quartiere a metà degli anni ‘80<br />
18
laMaRMoRa<br />
1 . I Q U A R T I E R I D E L L A C I R C O S C R I Z I O N E S U D<br />
Intitolato ad Alessandro Lamarmora, fondatore del corpo dei Bersaglieri nel 1836, il<br />
quartiere si sviluppa da un primo nucleo <strong>di</strong> case popolari e<strong>di</strong>ficate alla fine degli anni<br />
Trenta del secolo scorso.<br />
Nel secondo dopoguerra l’area conosce una significativa espansione, con l’inaugurazione<br />
<strong>di</strong> complessi <strong>di</strong> case <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia economica popolare destinati ad accogliere un<br />
ine<strong>di</strong>to mix sociale, composto da nuovi residenti delle più <strong>di</strong>verse provenienze: dai<br />
profughi istriani ai conta<strong>di</strong>ni giunti in città per offrire manodopera, cui si aggiungevano<br />
famiglie arrivate a <strong>Brescia</strong> dal sud Italia.<br />
Chiesa e asilo vengono inizialmente ricavati nel cortile e nelle stanze <strong>di</strong> una casa<br />
colonica: bisogna aspettare il 1951 per l’apertura <strong>della</strong> scuola elementare e il 1953<br />
per l’inaugurazione <strong>della</strong> chiesa, de<strong>di</strong>cata a San Giacinto.<br />
E<strong>di</strong>fici caratteristici del quartiere sono quello <strong>della</strong> Centrale del latte, realizzato nel<br />
1931 con un’impostazione architettonica moderna, e la palazzina sede dell’Azienda<br />
dei servizi municipalizzati (ora A2A), sorta negli anni Sessanta.<br />
Negli anni Settanta sull’asse est-ovest urbano nasce via Cefalonia, attorno alla quale<br />
si sviluppa il moderno quartiere <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Due, con architetture <strong>di</strong> gusto contemporaneo,<br />
caratterizzatosi nel tempo per la presenza <strong>di</strong> uffici, banche e realtà <strong>di</strong>rigenziali.<br />
Veduta <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Due con il Crystal Palace<br />
19
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
Il Quartiere Perlasca<br />
Il quartiere Perlasca è il secondo a nascere con l’e<strong>di</strong>ficazione che caratterizzò<br />
la zona conosciuta, oggi, con il nome <strong>di</strong> Lamarmora, nel periodo post bellico.<br />
Correva l’anno 1947 quando la necessità <strong>di</strong> trovare nuove case per i senza<br />
tetto portò alla costruzione dei primi sei condomini del quartiere Bettinzoli, un<br />
anno dopo cominciava l’e<strong>di</strong>ficazione del quartiere Perlasca, grazie all’Istituto<br />
Case Popolari che, tra il 1949 ed il ’50, consegnava ben trecentonovantadue<br />
alloggi ad altrettante famiglie.<br />
Il “Perlasca”, che prende nome dal partigiano Giacomo Perlasca, fucilato solo<br />
quattro anni prima, nasceva, quin<strong>di</strong>, come quartiere nuovo caratterizzato dalla<br />
presenza degli operai dei gran<strong>di</strong> stabilimenti produttivi, come Berar<strong>di</strong>, Om,<br />
Atb, dei <strong>di</strong>pendenti pubblici e <strong>di</strong> giovani famiglie con parecchi bambini.<br />
Sessat’anni fa al Perlasca le strade erano ancora sterrate e per un anno intero<br />
mancò il collegamento con il trasporto pubblico, il quartiere sorgeva con il<br />
Bettinzoli in mezzo alle gran<strong>di</strong> proprietà terriere. I negozi si contavano sulla<br />
punta delle <strong>di</strong>ta: una latteria, un fruttivendolo ed un ferraio ma, soprattutto,<br />
Pasqua. Giornata <strong>di</strong> festa per la visita del Presidente <strong>della</strong> Repubblica Giovanni Gronchi<br />
20
1 . I Q U A R T I E R I D E L L A C I R C O S C R I Z I O N E S U D<br />
una cooperativa <strong>di</strong> consumo che risultò fondamentale per la sopravvivenza<br />
degli abitanti del quartiere.<br />
Al Perlasca nel giro <strong>di</strong> un anno arrivò, comunque, il filobus ma mancavano<br />
ancora servizi fondamentali, come il gas, così le famiglie erano costrette ad<br />
arrangiarsi con stufe a legna ed a carbone mentre per i fornelli da cucina si<br />
usavano le bombole: il gas sarebbe giunto solo tra il ’52 ed il ’53.<br />
A quei tempi le lavatrici erano ancora un lusso per le famiglie più abbienti,<br />
nelle zone popolari, invece, si utilizzava ancora il lavatoio pubblico che, al<br />
Perlasca, era rappresentato da un e<strong>di</strong>ficio coperto e dotato <strong>di</strong> do<strong>di</strong>ci vasche in<br />
cemento a getto continuo <strong>di</strong> acqua, che oggi non esiste più.<br />
Il Perlasca era un quartiere popolari, dove gente con i sol<strong>di</strong> non c’era ma era<br />
la generosità <strong>di</strong> tutti a fare comunità: esempio furono i me<strong>di</strong>ci Federico Baccaglioni<br />
e Michele Zorat che erano pronti a visitare i propri vicini ad ogni ora con<br />
l’attenzione e la de<strong>di</strong>zione dei dottori <strong>di</strong> una volta.<br />
Figura che non può essere tralasciata raccontando del Perlasca degli anni ’50<br />
è sicuramente quella <strong>di</strong> Don Fer<strong>di</strong>nando Pezzetti, colui che <strong>di</strong>ede vita all’Oratorio<br />
facendolo <strong>di</strong>venire un punto <strong>di</strong> ritrovo per i ragazzi del quartiere.<br />
I lavori <strong>di</strong> costruzione del Cavalcavia Kennedy e la Unicarbo in prossimità <strong>della</strong> Stazione ferroviaria<br />
21
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
Sarà grazie la suo impegno che verrà e<strong>di</strong>ficata la uova chiesa con annesso<br />
l’oratorio.<br />
Nel 1944 la stragrande maggioranza delle famiglie americane possedeva un<br />
frigorifero, a metà degli anni cinquanta al Perlasca si attendeva, invece, l’arrivo<br />
del giasarol che con il suo carretto trasportava il ghiaccio per alimentare le<br />
ghiacciaie delle famiglie.<br />
Negli anni ’50 arrivò il cinema che verrà utilizzato, oltre che per i film, per<br />
ritrovarsi a guardare insieme “Lascia o raddoppia” la trasmissione del giovedì<br />
<strong>di</strong> Mike Bongiorno.<br />
Con il passare dei decenni le cose cambiarono anche al Perlasca, soprattutto,<br />
durante gli anni ’70, il quartiere visse un periodo <strong>di</strong> ammodernamento che<br />
cambiò sostanzialmente le abitu<strong>di</strong>ni dei suoi abitanti. Tra gli anni ’70 e gli<br />
’80 vennero rifatte completamente le cucine degli appartamenti, poi, i bagni,<br />
gli ascensori, infine, arrivarono la televisione nelle case e il riscaldamento<br />
centralizzato. Attualmente la zona ha cambiato ra<strong>di</strong>calmente la propria fisionomia,<br />
anche se il Perlasca mantiene ancora quelle sue sembianze <strong>di</strong> isola<br />
silenziosa.<br />
La gloriosa filovia “N° 2” in via Lamarmora davanti alle “Case Rosse”<br />
22
CHiesaNUoVa<br />
1. I QUARTIERI DELLA CIRCOSCRIZIONE SUD<br />
Posto nella zona sud est <strong>della</strong> città, a circa tre chilometri dal centro, Chiesanuova<br />
è un territorio <strong>di</strong> cui si conosce poco, anche, se sicuramente le sue<br />
origini sono pressoché agricole, come gli altri territori che circondavano <strong>Brescia</strong>.<br />
A conferma <strong>di</strong> questa tesi, come sempre, arriva la toponomastica: il<br />
nominativo “Le Fontanelle”, con il quale era in<strong>di</strong>cato il quartiere <strong>della</strong> Noce,<br />
o la cascina “La Canal”, che con ogni probabilità deve il suo nome alla sua vicinanza<br />
con il fiume Grande, uno dei canali fondamentali per l’irrigazione dei<br />
campi, riba<strong>di</strong>scono la vocazione sostanzialmente agricola <strong>di</strong> questi territori.<br />
Anche il Liber Potheris, infatti, racconta <strong>di</strong> una vasta estensione <strong>di</strong> vigneti in<br />
queste zone già nel 1255.<br />
Inserita all’interno <strong>della</strong> chiusura <strong>di</strong> Bottonaga, nel 1600 causa l’aumento<br />
<strong>della</strong> popolazione, per or<strong>di</strong>ne del vescovo Gradenigo, venne imposta l’e<strong>di</strong>ficazione<br />
<strong>di</strong> una nuova chiesa, consacrata nel 1629.<br />
La zona, attualmente caratterizzata da numerosi inse<strong>di</strong>amenti industriali,<br />
Il parco <strong>di</strong> Chiesanuova<br />
23<br />
Archivio Lucini
Archivio Lucini<br />
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
soprattutto nella zona <strong>della</strong> Noce, un tempo era contrad<strong>di</strong>stinta dalla presenza<br />
<strong>di</strong> numerose cascine, alcune che sopravvivono ancora oggi in mezzo ai nuovi<br />
inse<strong>di</strong>amenti abitativi, alle gran<strong>di</strong> arterie stradali ed alle fabbriche.<br />
Basti pensare all’ex cascina Moroni, oggi restaurata per ospitare il ristorante<br />
“Olimpo”, una <strong>di</strong>mora lasciata fino a vent’anni fa in stato <strong>di</strong> semi abbandono<br />
e restaurata nell’ormai lontano 1987, arricchita da interessanti affreschi e<br />
soffitti lignei. Al suo interno è presente una cappelletta de<strong>di</strong>cata a Sant’Angela,<br />
datata 1695, ed un’e<strong>di</strong>coletta sulla quale è raffigurato lo stemma <strong>della</strong><br />
famiglia Moroni, casata che <strong>di</strong>ede l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficare l’intero inse<strong>di</strong>amento.<br />
La cascina, infatti, doveva essere la <strong>di</strong>mora estiva dei Moroni, famiglia <strong>di</strong> origine<br />
bergamasca che aveva rami familiari a <strong>Brescia</strong>, Bologna, Milano e Roma.<br />
Altra villa storica è quella splen<strong>di</strong>da <strong>di</strong> via Labirinto ed appena più a nord<br />
la casa “Breda –Laim”, chiamata così perché in passato apparteneva alla<br />
signora tedesca Anna Maria Nebel, vedova Laim. Successivamente la casa<br />
passò <strong>di</strong> proprietà dai Caponati, ai Merli, fino ai Pasini. Proprio nei campi<br />
Chiesanuova anni ‘80<br />
24
1. I QUARTIERI DELLA CIRCOSCRIZIONE SUD<br />
vicino a questo e<strong>di</strong>ficio, in passato, sono state trovate <strong>di</strong>vise appartenenti<br />
ai soldati che nel 1512 posero d’asse<strong>di</strong>o la città. A dare conferma a questa<br />
tesi la lapide situata a fianco <strong>della</strong> parrocchiale del quartiere <strong>della</strong> Noce che<br />
recita così: “Hic locus oran<strong>di</strong> velox Vincentius autor Per<strong>di</strong>ta cum Franco ab<br />
hoste fuit”. Con ogni probabilità, quin<strong>di</strong>, proprio alla Noce ci fu uno sconto<br />
cruento nel tentativo <strong>di</strong> sbarrare il passo a Guglielmo da Foix, cugino del re<br />
<strong>di</strong> Francia Luigi XII, intenzionato a dare una lezione alla nostra città, prima<br />
<strong>di</strong> soccombere nella battaglia <strong>di</strong> Ravenna.<br />
Nel corso dei secoli la zona è andata progressivamente urbanizzandosi ed il<br />
continuo amuleto <strong>della</strong> popolazione, nel 1970, la realizzazione <strong>di</strong> una nuova<br />
chiesa, fatta sorgere lungo via <strong>della</strong> Noce e progettata dagli architetti Fasser,<br />
Mettifogo, Rubagotti e Simeoni.<br />
25
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
il qUaRTieRe DoN bosCo<br />
Il quartiere Don Bosco, un tempo faceva parte del vasto territorio, denominato<br />
Bottonaga, che iniziava proprio al <strong>di</strong> fuori delle mura <strong>della</strong> città, dalla parte <strong>della</strong><br />
porta <strong>di</strong> S. Nazaro. Questa zona confinava a nord con la parrocchia <strong>di</strong> Fiumicello e<br />
le chiusure <strong>di</strong> S. Giovanni, a occidente con il fiume Mella, a sud con le parrocchie<br />
<strong>di</strong> Veriano e Folzano e, ad est, con le chiusure <strong>di</strong> S. Alessandro.<br />
Il territorio <strong>di</strong> Bottonaga racchiudeva sostanzialmente gli attuali <strong>quartieri</strong> Don<br />
Bosco, Chiesanuova, Girelli, Noce e Pilastroni.<br />
Fin dai tempi me<strong>di</strong>oevali questo territorio era caratterizzato da una scarsa popolazione,<br />
per lo più ortolani e conta<strong>di</strong>ni, anche se ebbe un certo rilancio economico<br />
e civile nei perio<strong>di</strong> caratterizzati dalle dominazioni longobarde e franche.<br />
Come in tutte le comunità parallelamente si sviluppava anche la comunità religiosa<br />
e la necessità <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficare luoghi adatti al culto. Sorsero, quin<strong>di</strong>, la chiesa <strong>di</strong><br />
Santa Maria <strong>di</strong> Vergnano, che pare essere quella <strong>di</strong> origine più antica, e quella <strong>di</strong><br />
Santa Maria <strong>di</strong> Bottonaga.<br />
In quel periodo aumentavano anche le ville e le cascine padronali delle famiglie<br />
nobiliari e dei ricchi possidenti<br />
Alla fine del seicento e durante il secolo successivo, nelle varie case padronali <strong>di</strong><br />
Bottonaga, furono aperti numerosi oratori como<strong>di</strong> per i proprietari e per i conta<strong>di</strong>ni<br />
che lavoravano nei campi.<br />
Rimasta zona essenzialmente agricola e <strong>di</strong> confine questo luogo comincia a svilupparsi<br />
nei primi decenni del 1900, quando iniziarono ad inse<strong>di</strong>arsi i primi nuclei<br />
abitati, grazie, in particolare, alla Cooperativa e<strong>di</strong>le ferrovieri che, tra via Toscana<br />
e via Lombar<strong>di</strong>a, costruì le prime 24 villette e 6 case, che avrebbero dato il via<br />
all’e<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> questo quartiere. Parallelamente si sviluppavano gli inse<strong>di</strong>amenti<br />
industriali, come lo scalo merci a ovest <strong>di</strong> via Dalmazia, i magazzini generali<br />
Borghetto e la <strong>di</strong>tta Federico Marasini, la più antica <strong>della</strong> zona che operava nel<br />
campo degli appalti ferroviari, tanto per citare alcune delle aziende più importanti<br />
e caratteristiche del territorio. Proprio la società Borghetto insistette, nel 1927,<br />
affinché si realizzasse per intero la vecchia via Bottonaga.<br />
La nuova via, attraversato il canale Garzetta, arrivò così sino al fiume Grande, in<br />
corrispondenza <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio con ruota idraulica ancora oggi visibile.<br />
26
1. I QUARTIERI DELLA CIRCOSCRIZIONE SUD<br />
Nel 1933 il quartiere e la via in questione vennero de<strong>di</strong>cati a San Giovanni Bosco,<br />
come celebrazione <strong>della</strong> sua santificazione ed in corrispondenza con l’Istituto Salesiani<br />
<strong>di</strong> cui lo stesso santo fu fondatore. La denominazione venne ufficializzata<br />
nel 1937 e contemporaneamente si dava il via ai lavori <strong>di</strong> costruzione <strong>della</strong> chiesa<br />
de<strong>di</strong>cata a S. Paolo, progettata dal salesiano bresciano Giulio Vallotti.<br />
Nel frattempo il quartiere cresceva progressivamente e cominciarono a sorgere<br />
nuovi e<strong>di</strong>fici in via Marche, via Lazio e via Sicilia. Nel 1952 la popolazione contava<br />
3.184 abitanti e 944 famiglie che, confrontate alle 25 <strong>di</strong> poco più <strong>di</strong> trent’anni<br />
prima, sono significative <strong>di</strong> come il quartiere stesse crescendo dal punto <strong>di</strong> vista<br />
urbanistico ed abitativo e delineando, neanche troppo lentamente, il quartiere<br />
Don Bosco come lo conosciamo oggi.<br />
27
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
FolzaNo<br />
Frazione sorta nella parte sud <strong>della</strong> città almeno sin dall’epoca romana Folzano<br />
era ai quei tempi una spianata incuneata in mezzo alle folte foreste<br />
che caratterizzavano la zona boschiva che attorniava <strong>Brescia</strong> da Roncadelle<br />
a Castenedolo.<br />
Luogo agricolo e <strong>di</strong> caccia, quin<strong>di</strong>, Folzano, con molte probabilità, deve il suo<br />
nome dal latino “fundus infulcianus”, dal quale deriva, poi, il nome Fulcianus,<br />
che potrebbe significare, appunto, fondo incuneato in un fitto bosco.<br />
Fu, comunque, la villa <strong>di</strong> un grande signore romano, Felice o Fulcious, appunto,<br />
dal quale potrebbe prendere origine, secondo un’altra teoria, il nome<br />
Folzano: proprietario <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> ed alcune abitazioni, probabilmente il nobile<br />
romano pose le basi per la formazione <strong>della</strong> “villula”, il primo agglomerato<br />
<strong>di</strong> abitazioni.<br />
Testimonianza dell’epoca romana è rappresentata da una lapide sulla quale è<br />
posta la scritta “Iovi O.M. Sac. Minicia”, ritrovata nel 1867, vicino ad un’area<br />
de<strong>di</strong>cata al culto <strong>di</strong> Minerva.<br />
Folzano assunse maggiore importanza quando venne tracciata la strada che<br />
prendendo il via da Porta Cremona e passando per il territorio <strong>di</strong> Folzano, prima,<br />
e S. Zeno, poi, si <strong>di</strong>rigeva verso la pianura. La leggenda vuole che questa<br />
strada, abbandonata in epoca me<strong>di</strong>oevale, venne percorsa dai patroni <strong>della</strong><br />
città SS. Faustino e Giovita.<br />
Successivamente questo territorio <strong>di</strong>venne parte del demanio pubblico per<br />
essere, poi, donato, con documento datato 15 luglio 1037, dall’imperatore<br />
Corrado II al vescovo <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>.<br />
Nell’alto me<strong>di</strong>oevo il territorio appartenne, in parte per donazione longobarda,<br />
all’abbazia <strong>di</strong> Nonantola ed infine venne compreso nelle Chiusure nella<br />
prima quadra <strong>di</strong> Sant’Alessandro.<br />
Trovandosi ai confini <strong>della</strong> città Folzano fu più volte <strong>di</strong>sturbato dal passaggio <strong>di</strong><br />
truppe nemiche: basti ricordare l’asse<strong>di</strong>o del 1435 e quello del 1483.<br />
Storicamente, nonostante negli Statuti bresciani si parlasse già <strong>di</strong> una fornace<br />
nel 1470, la località rimase, soprattutto, agricola, grazie alla presenza <strong>di</strong> latifon<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> famiglie come i Legnazzi, i Peschiera, i Gussago, i Torri.<br />
28
1. I QUARTIERI DELLA CIRCOSCRIZIONE SUD<br />
Nel 1850 a Folzano si coltivavano foraggi, gelsi e viti ed esistevano case <strong>di</strong><br />
campagna particolarmente belle, molte <strong>della</strong> quali esistenti tutt’ora.<br />
Negli anni a venire la zona si è arricchita <strong>di</strong> numerosi inse<strong>di</strong>amenti industriali<br />
tra le quali vale la pena ricordare le Fonderie San Zeno, che fornisce lavoro a<br />
centinaia <strong>di</strong> operai.<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista religioso, invece, non è nota la data <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione <strong>della</strong><br />
prima chiesa, anche se durante i lavori <strong>di</strong> demolizione del 1765 volti all’e<strong>di</strong>ficazione<br />
<strong>della</strong> nuova chiesa vennero scoperti due antichi <strong>di</strong>pinti <strong>di</strong> origine me<strong>di</strong>oevale<br />
al <strong>di</strong> sotto dei quali ne erano presenti alcuni ancora più datati. All’interno<br />
dell’attuale chiesa, inoltre, vale la pena ricordare la pala raffigurante il<br />
battesimo dell’imperatore Costantino ad opera <strong>di</strong> Gian Battista Tiepolo.<br />
La Chiesa <strong>di</strong> Folzano<br />
29<br />
Archivio Lucini
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
30<br />
Vincenzo Foppa, Natività, Chiesa <strong>di</strong> Santa Maria Assunta
Capitolo 2<br />
A spasso per la <strong>Sud</strong><br />
le CHiese<br />
2. A SPASSO PER LA SUD<br />
Chiesa <strong>di</strong> S. Maria <strong>della</strong> Vittoria<br />
La chiesa è uno dei tre templi votivi citta<strong>di</strong>ni e<strong>di</strong>ficati nel ricordo dei caduti <strong>della</strong><br />
prima guerra mon<strong>di</strong>ale, dopo che era stata invocata la protezione celeste in<br />
occasione <strong>della</strong> ritirata <strong>di</strong> Caporetto. Già mentre è in corso il conflitto, nel 1917,<br />
vengono avviate le procedure per acquisire l’area in via Cremona, e nel 1926 la<br />
chiesa, progettata da Alfredo Premoli, viene aperta ai fedeli. Il completamento<br />
<strong>della</strong> struttura subisce numerosi arresti e riprese, prima che la chiesa venga ultimata<br />
nel 1953.<br />
All’interno, <strong>di</strong> impostazione romanico-gotica, risalta la grande tela settecentesca<br />
con la Madonna e il Bambino in trono e i santi Faustino e Giovita, cui conferisce<br />
ulteriori suggestioni la tra<strong>di</strong>zione secondo cui proprio nell’antica Porta Cremona<br />
i santi patroni <strong>della</strong> città avrebbero subito il martirio. Da vedere anche la vetrata<br />
policroma con l’Assunta, realizzata da Oscar Di Prata nella cappella <strong>di</strong> fronte al<br />
battistero.<br />
A completare il trittico dei templi votivi per i caduti <strong>della</strong> Grande Guerra, insieme<br />
alla chiesa <strong>della</strong> Immacolata nella zona <strong>di</strong> via Veneto, è la chiesa <strong>di</strong><br />
San Giovanni Bosco, iniziata nel 1937 e consacrata a San Paolo Apostolo<br />
nel 1950. A navata unica con volta a botte, la chiesa è decorata con numerosi<br />
affreschi del pittore comense Mario Bogani. Di particolare interesse storico, nella<br />
nicchia attigua al battistero, è la statua <strong>di</strong> Maria Ausiliatrice in legno policromo,<br />
da sempre al centro <strong>della</strong> devozione dei fedeli, tanto che un tempo veniva adornata<br />
<strong>di</strong> preziosi ex voto.<br />
Chiesa <strong>di</strong> S. Maria in Silva<br />
Progettata dall’architetto Rodolfo Vantini in stile neoclassico, la chiesa viene ultimata<br />
nel 1857, nell’area prospiciente via Corsica. Insolita è l’impostazione interna <strong>della</strong><br />
31
Archivio parrocchia <strong>di</strong> San Silvestro<br />
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
struttura, con la navata dal corpo semicircolare che secondo alcuni stu<strong>di</strong>osi richiama<br />
un e<strong>di</strong>ficio a pianta centrale, seppure in una combinazione <strong>di</strong> schemi <strong>di</strong>versi.<br />
Nella cappella destra, sopra il fonte battesimale, si <strong>di</strong>stingue la tela <strong>di</strong> Lattanzio<br />
Gambara che raffigura Santa Barbara venerata dal devoto P.A. Ducco, <strong>di</strong> recente<br />
restaurata: il <strong>di</strong>pinto era stato realizzato nella seconda metà del Cinquecento per<br />
la chiesa dei Santi Nazaro e Celso, ed è stato trasferito nell’Ottocento in Santa<br />
Maria in Silva.<br />
Protettrice <strong>di</strong> artificieri e artiglieri, invocata contro i fulmini e la morte improvvisa,<br />
la santa viene raffigurata con tratto morbido ed elegante, in una scena cui il Gambara<br />
conferisce effetti <strong>di</strong> grande espressività, fino al dettaglio prospettico, sullo<br />
sfondo, del fulmine che colpisce una rocca.<br />
Fra le altre opere da ammirare spicca l’affresco <strong>di</strong> Angelo Inganni con S. Bartolomeo<br />
apostolo che dona il pane ad alcuni fanciulli, datato 1860, e la decorazione<br />
del catino del presbiterio realizzata da Cesare Bertolotti, che raffigura Maria consolatrice<br />
degli afflitti.<br />
Il percorso <strong>di</strong> scoperta delle tele preziose prosegue a Folzano, nella chiesa <strong>di</strong><br />
San Silvestro (in cui al momento sono in corso lavori <strong>di</strong> consolidamento prima<br />
Veduta interna <strong>della</strong> Chiesa <strong>di</strong> San Silvestro<br />
32
2. A SPASSO PER LA SUD<br />
<strong>della</strong> riapertura ai fedeli),<br />
dove è custo<strong>di</strong>to il <strong>di</strong>pinto<br />
<strong>di</strong> Giovanni Battista Tiepolo<br />
che rappresenta il battesimo<br />
dell’imperatore Costantino<br />
per mano <strong>di</strong> papa Silvestro,<br />
ed è stato realizzato nel<br />
1759. L’opera costituisce la<br />
pala dell’altare maggiore, e in<br />
essa si riconoscono l’intensa<br />
luminosità, i cromatismi e<br />
la leggerezza delle linee<br />
che, insieme allo sfondo<br />
scenografico, caratterizzano la<br />
maturità creativa dell’artista.<br />
La chiesa è un esempio ben<br />
conservato <strong>di</strong> architettura sacra<br />
<strong>della</strong> prima metà del Settecento,<br />
con l’effetto ascensionale<br />
<strong>della</strong> facciata, incorniciata<br />
dalla lanterna <strong>della</strong> cupola e<br />
dal campanile, e l’interno con<br />
Pala del Tiepolo nella chiesa <strong>di</strong> San Silvestro<br />
un’unica ampia navata a pianta rettangolare. Vicino all’ingresso è significativo<br />
il bassorilievo <strong>della</strong> “Risurrezione <strong>di</strong> Cristo” a grandezza naturale, che si rifà a<br />
moduli rinascimentali. Di scuola tiepolesca la pala dell’”Immacolata Concezione”,<br />
nella ex cappella del Sacro Cuore, mentre nell’area presbiterale l’altare maggiore è<br />
ornato dagli stucchi <strong>di</strong> Antonio Ferretti. La chiesa conserva anche un organo costruito<br />
attorno al 1870 da Giovani Tonoli.<br />
La parrocchia <strong>di</strong> Santa Maria Assunta, a Chiesanuova, <strong>di</strong> moderna<br />
costruzione (è aperta al culto dal 1972) custo<strong>di</strong>sce una rinomata tavola opera<br />
<strong>di</strong> Vincenzo Foppa, sul tema <strong>della</strong> “Natività”, che faceva parte <strong>di</strong> un polittico e<br />
viene datata attorno al 1482-85 circa. La tavola ad olio, ospitata nella cappella<br />
feriale <strong>della</strong> chiesa (visibile in occasione delle funzioni o previa prenotazione<br />
in parrocchia), è espressione <strong>della</strong> piena maturità dell’artista, precursore del<br />
33<br />
Archivio parrocchia <strong>di</strong> San Silvestro
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
naturalismo lombardo e maestro nel calibrare i toni luministici con effetti <strong>di</strong><br />
verismo. La scena dell’adorazione del Bambino si <strong>di</strong>stingue per la delicata intimità<br />
domestica che la pervade, per l’uso sapiente <strong>della</strong> luce e per lo sfondo con un<br />
paesaggio collinare, dove l’angelo annuncia la natività ai pastori, in continuità con<br />
la narrazione in primo piano.<br />
Di origine cinquecentesca, poi ampliata nel Settecento è la chiesa <strong>di</strong> Santa<br />
Maria <strong>della</strong> Noce, nell’omonima via, con interno a tre navate caratterizzato<br />
dall’ambiente raccolto e dalle piccole <strong>di</strong>mensioni. Fra i <strong>di</strong>pinti <strong>di</strong> maggiore pregio<br />
custo<strong>di</strong>ti nella chiesa risalta la Madonna con Bambino in trono e i Santi Nazaro<br />
e Celso, opera <strong>di</strong> Francesco Clusone risalente al 1515. Da vedere anche l’altare<br />
secentesco <strong>della</strong> cappella terminale nella navata sinistra. Di Santa Maria <strong>della</strong><br />
Noce fu parroco Sant’Arcangelo Ta<strong>di</strong>ni, prima <strong>di</strong> spostarsi a Botticino, dove fondò<br />
nel 1900 la Congregazione delle Suore operaie.<br />
La chiesa <strong>di</strong> San Rocco, a Fornaci, è stata costruita nell’Ottocento su una<br />
preesistente struttura che risaliva al Cinquecento, <strong>di</strong> cui rimangono tracce nella<br />
cappella sinistra (fra cui un piccolo affresco).<br />
Presso gli altari laterali è possibile ammirare il <strong>di</strong>pinto, forse <strong>di</strong> scuola morettesca,<br />
<strong>della</strong> Madonna col Bambino, e la tela con i Santi Carlo Borromeo, Bernar<strong>di</strong>no e<br />
Rocco del secolo XVII. Pregevoli le architetture interne, con pianta a croce greca e<br />
struttura unitaria. La cupola è stata decorata da Vittorio Trainini.<br />
Di recente realizzazione è la chiesa <strong>di</strong> San Giacinto, nel quartiere Lamarmora,<br />
promossa dal Comitato per le chiese dei nuovi <strong>quartieri</strong> e consacrata nel<br />
1953 da monsignor Giacinto Tre<strong>di</strong>ci. Alla facciata con andamento ad archi fa da<br />
contrappunto, all’interno, l’unica navata con volta a botte. Ad alcune decorazioni<br />
e vetrate <strong>della</strong> chiesa ha lavorato Oscar Di Prata. Significative la tela <strong>della</strong> Sacra<br />
famiglia <strong>di</strong> scuola lombarda del Settecento, e la Madonna <strong>della</strong> cintola, nel presbiterio,<br />
che alcuni ritengono opera <strong>della</strong> scuola <strong>di</strong> Francesco Paglia.<br />
34
le TRaDizioNi<br />
2. A SPASSO PER LA SUD<br />
La Madunina dei custù<br />
La tra<strong>di</strong>zione è legata alla festa per la raccolta delle ortaglie che si celebrava<br />
ogni anno, a novembre, nell’antico quartiere <strong>di</strong> Bottonaga. La zona fra via<br />
Corsica e l’attuale quartiere Don Bosco ha avuto fino ai primi decenni del Novecento<br />
una vocazione rurale, grazie alla presenza <strong>di</strong> campi coltivati ad ortaglie.<br />
Per i conta<strong>di</strong>ni del luogo era un’usanza con<strong>di</strong>visa quella <strong>di</strong> ritrovarsi, una<br />
volta all’anno, in occasione <strong>della</strong> fine del raccolto, nella chiesa <strong>di</strong> Santa Maria<br />
in Silva, un tempo denominata Madonnina del buon viaggio e identificata<br />
come la protettrice dei raccolti, cui era de<strong>di</strong>cata la massima devozione. Dopo<br />
la messa ci si dava appuntamento nelle vie del quartiere per una giornata <strong>di</strong><br />
festa popolare cui si univa gente proveniente dalle altre zone <strong>della</strong> città.<br />
La ricorrenza ha preso il nome <strong>di</strong> “Madunina dei custù” per richiamare il tipico<br />
ortaggio che veniva coltivato (“custù” è il nome <strong>di</strong>alettale con cui venivano<br />
chiamate le verze): nella festa che seguiva la messa venivano imban<strong>di</strong>ti i tipici<br />
Gli Alpini, artefici <strong>della</strong> casoncellata<br />
35
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
casoncelli bresciani, anch’essi soprannominati “de la Madunina dei custù”.<br />
Oggi la tra<strong>di</strong>zione, che affonda le sue ra<strong>di</strong>ci nell’Ottocento, è tornata a vivere grazie<br />
agli Alpini <strong>di</strong> Bottonaga, che organizzano ogni anno a novembre la caratteristica<br />
fiera con i tipici casoncelli, accompagnata da bancarelle per le vie.<br />
Il rogo <strong>della</strong> vecchia<br />
Nel quartiere <strong>di</strong> vecchia Bottonaga la sera del Giovedì grasso si rinnova, sullo<br />
schema <strong>di</strong>stintivo <strong>di</strong> un tempo, il “rogo <strong>della</strong> vecchia”. Secondo l’uso popolare,<br />
le vie del quartiere sono attraversate da una sfilata variopinta e strepitante,<br />
che ha il valore simbolico <strong>di</strong> richiamare gli spiriti maligni con il frastuono <strong>di</strong><br />
pentole e barattoli, per condurli sul carro dove svetta la “Vecchia”, un grosso<br />
pupazzo <strong>di</strong> fattezze umane.<br />
Come vuole la tra<strong>di</strong>zione, una volta calate le tenebre alla Vecchia viene appiccato<br />
il fuoco in un posto visibile da tutti, sulla scorta <strong>di</strong> una ritualità antica,<br />
che vede nel fantoccio un rimando alla figura <strong>della</strong> strega, o più probabilmente<br />
un simbolo dell’inverno rigido e buio, che deve lasciare il posto alla<br />
primavera che si avvicina. Nel remoto immaginario conta<strong>di</strong>no, legato al ciclo<br />
naturale e ai ritmi produttivi <strong>della</strong> terra, bruciare la vecchia, simbolo <strong>di</strong> una<br />
femminilità non più feconda ed emblema <strong>di</strong> tutte le sventure e avversità, serviva<br />
per scacciare gli spiriti maligni e la miseria, propiziando invece fertilità<br />
e prosperità.<br />
36
i PaRCHi<br />
2. A SPASSO PER LA SUD<br />
Luogo <strong>di</strong> aggregazione e punto <strong>di</strong> riferimento soprattutto per la stagione primaverile<br />
ed estiva, il parco Gallo nell’area <strong>di</strong> via Cefalonia rappresenta una meta <strong>di</strong> richiamo<br />
grazie alla fitta vegetazione che rende la zona particolarmente ombreggiata e fresca.<br />
Giochi per bambini, pergolati e servizio ristoro <strong>di</strong>stribuiti su un’area <strong>di</strong> oltre 37 mila<br />
metri quadrati aggiungono attrattiva allo spazio verde, frequentato da famiglie e da<br />
residenti <strong>di</strong> tutte le età.<br />
Sempre a <strong>Brescia</strong> Due, il parco Tarello inaugurato nel 2007 costituisce un polmone<br />
verde da 100 mila metri quadrati <strong>di</strong> superficie, che con le sue geometrie e la suggestiva<br />
fontana ornamentale ha ri<strong>di</strong>segnato il volto del quartiere, proponendosi come<br />
spazio comune <strong>di</strong> ritrovo, grazie ai viali per passeggiate, ai giochi per i più piccoli e<br />
all’area spettacolo.<br />
Ha preso forma grazie al recupero <strong>di</strong> aree agricole abbandonate il parco Pescheto,<br />
in zona Lamarmora, favorendo la riqualificazione delle aree limitrofe con i suoi quasi<br />
Veduta aerea del parco Gallo<br />
37<br />
Settore Manutenzione spazi aperti - <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
Settore Manutenzione spazi aperti - <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong><br />
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
40 mila metri quadrati <strong>di</strong> superficie, dotati <strong>di</strong> aree gioco per bambini, pergolati, uno<br />
spazio de<strong>di</strong>cato all’attività motoria dei cani e le attrezzature sportive per praticare la<br />
pallavolo, giocare a calcetto o a bocce.<br />
Di recente realizzazione sono i giar<strong>di</strong>ni Bettinzoli, ricavati nell’area <strong>di</strong> via Caleppe,<br />
in una zona un tempo incolta. Elementi caratteristici dello spazio verde sono lo snodo<br />
dei vialetti per fare passeggiate e la ricca piantumazione che si estende su una superficie<br />
<strong>di</strong> oltre 10 mila metri quadrati.<br />
Il parco <strong>di</strong> via Parenzo, a Chiesanuova, è stato realizzato nel 2004 su una superficie<br />
<strong>di</strong> 25 mila metri quadrati, secondo il criterio <strong>della</strong> progettazione partecipata con<br />
gli abitanti del quartiere: in questa prospettiva sono stati privilegiati gli spazi de<strong>di</strong>cati<br />
ai giochi per bambini e le possibilità lu<strong>di</strong>che offerte da un’area spettacoli per manifestazioni<br />
all’aperto.<br />
Con un’estensione <strong>di</strong> oltre 39 mila metri quadrati, il parco <strong>di</strong> via Livorno è un’area<br />
pensata per accogliere residenti delle più <strong>di</strong>verse fasce <strong>di</strong> età, con attrezzature sportive<br />
per giocare a calcetto, giochi per bambini, pergolati e fontana ornamentale.<br />
Scorcio del parco Tarello<br />
38
2. A SPASSO PER LA SUD<br />
A Fornaci, il parco Boninsegna rappresenta un nuovo spazio verde, realizzato insieme<br />
ai nuovi inse<strong>di</strong>amenti <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia convenzionata. Giochi per i più piccoli, tavoli e<br />
pergolati sono <strong>di</strong>stribuiti su una superficie <strong>di</strong> oltre 7500 metri quadrati.<br />
Una vasta area verde è quella ricavata nel parco Centro <strong>Sud</strong> <strong>di</strong> via Boves, nella<br />
zona <strong>della</strong> Volta, che <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> giochi per l’infanzia, attrezzature sportive per calcetto<br />
e bocce e una superficie <strong>di</strong> oltre 30 mila metri quadrati per sod<strong>di</strong>sfare le esigenze degli<br />
abitanti del quartiere.<br />
Dopo la risistemazione ha assunto una nuova centralità <strong>di</strong> quartiere il parco Dordoni,<br />
in via Repubblica Argentina, in precedenza <strong>di</strong>viso in due parti da una strada<br />
carrabile, ora eliminata con la messa in sicurezza dell’area verde arricchita da percorsi<br />
interni, nuovi giochi per bambini e aree <strong>di</strong> sosta pensate per il comfort degli anziani.<br />
Di recente è stato risistemato il sottopassaggio che collega l’area verde <strong>di</strong> via Repubblica<br />
Argentina con il parco <strong>di</strong> via del Brasile, separati dal tracciato <strong>della</strong> ferrovia<br />
<strong>Brescia</strong>-Parma. Abbattute le barriere architettoniche, il sottopassaggio pedonale e ciclabile<br />
è <strong>di</strong>ventato un pratico collegamento per i residenti fra la zona <strong>di</strong> via Duca degli<br />
Abruzzi e quella <strong>di</strong> via Cremona.<br />
Il parco Pescheto in una veduta aerea<br />
39<br />
Settore Manutenzione spazi aperti - <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
le RealTà Del TeRRiToRio<br />
IRCCS Centro San Giovanni <strong>di</strong> Dio Fatebenefratelli<br />
La storia dell’Istituto <strong>di</strong> via Pilastroni affonda le sue ra<strong>di</strong>ci nel 1882, anno in<br />
cui inizia la sua attività come ospedale psichiatrico grazie a una donazione ai<br />
Padri Fatebenefratelli destinata alla cura dei malati alienati.<br />
Dopo la riforma psichiatrica del 1978 la struttura conosce un profondo processo<br />
<strong>di</strong> cambiamento che passa attraverso un preciso percorso formativo degli<br />
operatori, il rinnovamento degli e<strong>di</strong>fici e l’attivazione <strong>di</strong> progetti sperimentali<br />
come quello che porta allo sviluppo <strong>di</strong> competenze e strutture innovative per<br />
la riabilitazione <strong>di</strong> persone con <strong>di</strong>sturbi mentali gravi e quello per la riabilitazione<br />
delle persone affette dalla malattia <strong>di</strong> Alzheimer, ambito per cui l’Istituto<br />
entra a far parte <strong>di</strong> un progetto-pilota <strong>della</strong> Regione Lombar<strong>di</strong>a.<br />
Insieme a questo processo <strong>di</strong> importante cambiamento inizia una intensa attività<br />
<strong>di</strong> ricerca scientifica che contribuisce al riconoscimento dell’Istituto, nel<br />
1996, come Istituto <strong>di</strong> Ricovero e Cura a Carattere Scientifico-IRCCS per la<br />
riabilitazione psichiatrica e per la riabilitazione <strong>della</strong> malattia <strong>di</strong> Alzheimer.<br />
Oltre alle unità operative <strong>di</strong> degenza, day hospital, a strutture per la residenzialità<br />
psichiatrica e ambulatori, particolarmente attiva è la vocazione del<br />
Centro sul fronte <strong>della</strong> ricerca scientifica, che vede attive <strong>di</strong>verse unità organizzative<br />
sia nella forma <strong>di</strong> veri e propri laboratori, come quelli <strong>di</strong> genetica,<br />
neurobiologia, neuroimaging, neuropsicologia e neurofisiologia, che <strong>di</strong> équipe<br />
de<strong>di</strong>cate, come quelle <strong>della</strong> ricerca psico-sociale e <strong>della</strong> ricerca clinica sulla<br />
malattia <strong>di</strong> Alzheimer.<br />
Cooperativa La Mongolfiera<br />
La Cooperativa sociale La Mongolfiera Onlus nasce nel 1986 per realizzare<br />
servizi che migliorano le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita personale, sociale e lavorativa delle<br />
persone in situazione <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap e delle loro famiglie.<br />
Nel corso degli anni ha realizzato servizi e progetti con specifici e <strong>di</strong>fferenti<br />
obiettivi, tutti accomunati però dalle stesse linee d’impegno e da una convinzione<br />
<strong>di</strong> fondo: che la <strong>di</strong>versità sia ricchezza.<br />
40
2. A SPASSO PER LA SUD<br />
Con sede operativa al Villaggio Sereno, la cooperativa ha attivato molteplici<br />
servizi, come il Centro Diurno Disabili - servizio <strong>di</strong>urno semiresidenziale – la<br />
Comunità Socio Sanitaria - servizio residenziale <strong>di</strong> protezione sociale per persone<br />
adulte <strong>di</strong>sabili - il Servizio Avviamento al Lavoro, il Centro Socio Educativo,<br />
il Servizio <strong>di</strong> Formazione all’Autonomia, il Servizio Tempo Libero.<br />
41
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
le PaRRoCCHie Della CiRCosCRizioNe sUD<br />
San Silvestro Papa<br />
Via del Rione, 56 – Folzano<br />
Parroco Don Giuseppe Mensi<br />
tel. 030 2667072<br />
Del Beato Palazzolo<br />
Via Botta, 46<br />
Parroco Don Alberto Maranesi<br />
tel. 030 2667072 - 030 3542542<br />
S. Maria in Silva<br />
Via Corsica, 46<br />
Parroco Don Giuseppe Tomasini<br />
tel. 030 224044 - 030 220231<br />
S. Giacinto<br />
Piazzale Tre<strong>di</strong>ci, 16<br />
Parroco Don Gianbattista Baronio<br />
tel. 030 224636<br />
Oratorio 030 224580<br />
S. Giovanni Bosco<br />
Via S. G. Bosco, 15<br />
Parroco padre Alessandro Zoli<br />
tel. 030 221339<br />
42<br />
San Giulio Prete<br />
Via V, 12 - Villaggio Sereno<br />
Parroco Don Mario Neva<br />
tel. 030 3542873<br />
S. Maria <strong>della</strong> Noce<br />
Via Noce, 103<br />
Parroco Don Arturo Balduzzi<br />
tel. 030 3541615 - fax 3547856<br />
S. Filippo Neri<br />
Traversa XII, 162 - Villaggio Sereno<br />
Parroco Don Mario Neva<br />
tel. 030 3542055<br />
San Rocco<br />
Via Fornaci, 82<br />
Parroco Don Roberto Rongoni<br />
tel. 030 2680160<br />
S. Maria Assunta in Chiesanuova<br />
Via Fura, 119<br />
Parroco Don Arturo Balduzzi<br />
tel. 030 3541615<br />
fax 3547856
Santi Pietro e Paolo<br />
via Duca degli Abruzzi 72<br />
parroco Don Roberto Zanini<br />
tel. 030 3540712<br />
parrocchia.voltabs@alice.il<br />
Santa Maria <strong>della</strong> Vittoria<br />
via Cremona 97<br />
Parroco padre Francesco Ferrari<br />
Tel. 030 2422801<br />
ACLI - Sede provinciale <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong><br />
Via Corsica, 165<br />
Tel. 030 2294012<br />
PGS Mario Bettinzoli calcio<br />
Via S. Giovanni Bosco, 15<br />
Tel. 030 3540672<br />
www.mariobettinzolicalcio.it<br />
Aied – Associazione italiana<br />
educazione demografica<br />
Via Cefalonia, 49<br />
Tel. 030 220169<br />
www.aiedbrescia.org<br />
2. A SPASSO PER LA SUD<br />
le assoCiazioNi Della CiRCosCRizioNe sUD<br />
43<br />
Alleanza per la salute mentale<br />
Via Pilastroni, 4<br />
Tel. e fax 030 3530666 - 3501577<br />
www.psichiatriabrescia.it/alleanza.html<br />
Amici <strong>della</strong> montagna<br />
Oratorio Salesiano<br />
Via San Giovanni Bosco, 15<br />
Tel. 030 221339<br />
Centro musicale “Clau<strong>di</strong>o e<br />
Mauro Terroni”<br />
Traversa II, 24 - Villaggio Sereno<br />
Tel. 328 5326025<br />
www.orclamate.it<br />
Associazione culturale Vox Aurae<br />
Via Giovanni Asti, 18<br />
Tel. 030 3541738<br />
www.voxaurae.com<br />
Associazione sportiva Aics<br />
Via Zara, 66<br />
Tel. 030 222755
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
le assoCiazioNi Della CiRCosCRizioNe sUD<br />
Associazione Vivere insieme<br />
Via Livorno 15<br />
Chiesanuova<br />
Tel. 030 3534444<br />
Associazione “6…in Compagnia”<br />
Via Lottieri, 3<br />
Tel. 030 3533199<br />
Comitato Ambiente Città <strong>di</strong><br />
<strong>Brescia</strong><br />
Via S. Zeno 139<br />
Tel. 030 347105<br />
Centro sportivo ricreativo<br />
culturale “Parco Ziziola”<br />
Via <strong>della</strong> Ziziola 22<br />
tel. 030 348662<br />
Auser Insieme Gruppo<br />
Animazione Anziani Sereno<br />
Trav. XII 58/a Villaggio Sereno<br />
Tel. 0303729381<br />
auser.cdlt@bs.lomb.cgil.it<br />
44<br />
Gruppo Auser Insieme Lamarmora<br />
Via Lamarmora 90<br />
tel. 030 3729381<br />
auser.cdlt@bs.lomb.cgil.it<br />
Gruppo Alpini <strong>di</strong> Bottonaga<br />
Via Monte Guglielmo 6<br />
segreteria@alpinibottonaga.it<br />
www.alpinibottonaga.it<br />
Gruppo Alpini Lamarmora<br />
Via Gheda 18<br />
lamarmora.brescia@ana.it<br />
Leonessa Calcio Onlus<br />
Associazione sportiva<br />
<strong>di</strong>lettantistica<br />
Via Duca degli Abruzzi, 20<br />
tel. 360501655 - fax 030 2425147<br />
Polisportiva bresciana no frontiere<br />
Via Labirinto 430<br />
info@polisportivanofrontiere.it<br />
www.polisportivanofrontiere.it
Unione Astrofili <strong>Brescia</strong>ni<br />
Traversa XII n. 172<br />
Villaggio Sereno<br />
tel. 348 5648190<br />
www.astrofilibresciani.it<br />
Polisportiva GSO San Giacinto<br />
Piazzale Giacinto Tre<strong>di</strong>ci, 15<br />
tel. 030 2452120<br />
info@gsosangiacinto.com<br />
Polisportiva Volta<br />
Viale Duca degli Abruzzi 68<br />
Tel. 030 348149<br />
Polisportiva Chiesanuova<br />
Via Savona 36<br />
Tel. 030 3544135<br />
Gruppo anziani <strong>di</strong> Porta Cremona<br />
Via Repubblica Argentina 120<br />
Tel. 030 223710<br />
2. A SPASSO PER LA SUD<br />
le assoCiazioNi Della CiRCosCRizioNe sUD<br />
45<br />
Cooperativa San Giuseppe<br />
Fiumicello S.A.R.L.<br />
Via Malta, 43 Folzano<br />
Tel. 030 266357
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
46<br />
Veduta <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Due dal parco Tarello Settore Manutenzione spazi aperti - <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
3. ALLE ORIGINI DEL DECENTRAMENTO<br />
Capitolo 3<br />
Alle origini del decentramento<br />
Dai CoMiTaTi sPoNTaNei ai CoNsiGli Di qUaRTieRe<br />
La lunga storia <strong>della</strong> partecipazione a <strong>Brescia</strong><br />
Le prime esperienze <strong>di</strong> partecipazione nei <strong>quartieri</strong> risalgono al 1965, in particolare<br />
a San Polo oltre che nell’area nord con Borgo Trento, San Bartolomeo,<br />
Mompiano e Villaggio Prealpino. Si trattava però <strong>di</strong> episo<strong>di</strong> a sé stanti, temporanei<br />
e senza organicità, in cui i residenti facevano gruppo per risolvere<br />
qualche specifico problema <strong>di</strong> quartiere.<br />
L’avvio del movimento <strong>di</strong> quartiere vero e proprio viene datato al 1967, quando<br />
proprio a San Polo, nel mese <strong>di</strong> gennaio, si costituisce il primo comitato<br />
<strong>di</strong> quartiere <strong>della</strong> città, che organizza la sua prima iniziativa in febbraio, una<br />
tavola rotonda sui problemi del borgo abitato, con la partecipazione degli assessori<br />
ai Lavori pubblici e all’Urbanistica. A breve <strong>di</strong>stanza, nel mese <strong>di</strong> marzo,<br />
si terrà la prima assemblea del secondo comitato, nato a Mompiano.<br />
All’interno dei comitati si <strong>di</strong>scute dei problemi più rilevanti <strong>della</strong> zona, e presto<br />
si fa sentire il desiderio <strong>di</strong> trasformarli in consigli <strong>di</strong> quartiere, con l’intento <strong>di</strong><br />
dar vita a un organismo solido e rappresentativo, capace <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare protagonista<br />
delle battaglie più importanti, come quelle per la casa, i trasporti, la<br />
scuola e i servizi. I <strong>quartieri</strong> capofila del movimento per la creazione <strong>di</strong> questi<br />
nuovi organismi furono quelli <strong>della</strong> periferia citta<strong>di</strong>na, da Sant’Eufemia a Urago,<br />
da Folzano a Lamarmora, dal quartiere Don Bosco al Villaggio Prealpino,<br />
che erano anche i più penalizzati perché carenti <strong>di</strong> strutture sociali e servizi.<br />
Bisognerà attendere l’inizio degli anni Settanta per passare dalla spontaneità<br />
iniziale del movimento, ancora troppo frammentato per riuscire a interloquire<br />
con l’amministrazione comunale, ad una fase <strong>di</strong> maturazione: fu in quel periodo<br />
che i comitati <strong>di</strong> quartiere si dotarono <strong>di</strong> statuti che ponevano l’assemblea<br />
dei citta<strong>di</strong>ni al centro delle attività decisionali, e che stabilivano le modalità <strong>di</strong><br />
47
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
elezione dei futuri consigli <strong>di</strong> quartiere, che avrebbero rappresentato l’organismo<br />
esecutivo dell’assemblea.<br />
In molte zone si optò per l’elezione <strong>di</strong>retta in seno all’assemblea dei residenti,<br />
mentre in altri <strong>quartieri</strong>, come l’area <strong>di</strong> via Chiusure, si procedette a vere e<br />
proprie elezioni a suffragio universale. Alla fine del 1970 erano già operanti<br />
cinque Consigli <strong>di</strong> quartiere, fra cui quello <strong>di</strong> Folzano, mentre erano imminenti<br />
le elezioni a Lamarmora e al quartiere Don Bosco, e un significativo movimento<br />
<strong>di</strong> partecipazione si stava consolidando a Chiesanuova.<br />
Nei <strong>quartieri</strong> stava crescendo l’interesse a partecipare alle scelte <strong>di</strong> amministrazione<br />
citta<strong>di</strong>na, tanto che in una riunione del Consiglio <strong>di</strong> Mompiano, nel<br />
<strong>di</strong>cembre del 1970, vennero messi a fuoco due punti car<strong>di</strong>nali attorno a cui<br />
sarebbe ruotata la riven<strong>di</strong>cazione dei Consigli: fu avanzata la possibilità <strong>di</strong><br />
analizzare i bilanci del <strong>Comune</strong> e si espresse il desiderio <strong>di</strong> intervenire sulle<br />
scelte urbanistiche che interessavano la zona.<br />
Nel giugno del 1971 nacque anche il Comitato <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento fra i <strong>quartieri</strong>,<br />
ritenuto un passaggio in<strong>di</strong>spensabile per acquisire omogeneità <strong>di</strong> azione e<br />
rappresentatività. Il coor<strong>di</strong>namento chiedeva esplicitamente un riconoscimento<br />
ufficiale dei Consigli <strong>di</strong> quartiere da parte del <strong>Comune</strong>, e l’assegnazione <strong>di</strong><br />
mezzi e strumenti (come le se<strong>di</strong>) per poter espletare al meglio il loro ruolo.<br />
L’atteso riconoscimento da parte del Consiglio comunale arrivò il 28 luglio del<br />
1972, con la previsione <strong>di</strong> un periodo <strong>di</strong> “sperimentazione” <strong>di</strong> 18 mesi, e la<br />
programmazione nei <strong>quartieri</strong> <strong>di</strong> elezioni a suffragio universale (con l’estensione<br />
del <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> voto ai <strong>di</strong>ciottenni, nonostante la maggiore età fosse allora<br />
fissata a ventuno anni) con lista unica aperta a tutti i citta<strong>di</strong>ni.<br />
Fra il 1973 e il 1974 vennero eletti 30 Consigli <strong>di</strong> quartiere. Le zone dell’attuale<br />
circoscrizione <strong>Sud</strong> in cui si inse<strong>di</strong>arono Consigli furono <strong>quartieri</strong> piccoli<br />
come Folzano e Fornaci, che avevano meno <strong>di</strong> 5 mila abitanti, aree <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a<br />
<strong>di</strong>mensione - come i <strong>quartieri</strong> Don Bosco, Lamarmora, Chiesanuova e il Villaggio<br />
Sereno - e <strong>quartieri</strong> più popolosi come Porta Cremona, che superavano<br />
i 10 mila residenti.<br />
Una volta terminato il periodo <strong>di</strong> “sperimentazione”, il coor<strong>di</strong>namento dei<br />
<strong>quartieri</strong> avviò un confronto con l’amministrazione comunale per delineare un<br />
regolamento con<strong>di</strong>viso, che co<strong>di</strong>ficasse le competenze assegnate ai Consigli <strong>di</strong><br />
quartiere. Da parte <strong>di</strong> questi ultimi, <strong>di</strong> pari passo con il ra<strong>di</strong>camento in città,<br />
48
3. ALLE ORIGINI DEL DECENTRAMENTO<br />
cresceva l’interesse a partecipare da protagonisti alle decisioni sui no<strong>di</strong> amministrativi,<br />
sociali e urbanistici.<br />
Una vera svolta per i <strong>quartieri</strong> sarà l’approvazione in <strong>Comune</strong> dell’atteso regolamento<br />
nell’aprile del 1975, che recepiva molte delle istanze avanzate dal coor<strong>di</strong>namento<br />
dei Consigli, prevedendo la consultazione obbligatoria <strong>di</strong> questi<br />
ultimi su alcuni temi centrali per la vita amministrativa citta<strong>di</strong>na, quali i bilanci<br />
comunali <strong>di</strong> previsione, i piani regolatori, le convenzioni urbanistiche, i piani<br />
<strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia economica e popolare, l’informazione obbligatoria sulle richieste<br />
<strong>di</strong> licenze e<strong>di</strong>lizie riguardanti il quartiere, la facoltà <strong>di</strong> proposta <strong>di</strong> iniziative<br />
idonee per i servizi sociali <strong>di</strong> zona.<br />
La normativa prendeva atto del ruolo riconosciuto <strong>di</strong> fatto ai Consigli <strong>di</strong> quartiere,<br />
che avevano già contribuito alla <strong>di</strong>scussione sulla variante al Piano regolatore<br />
approvata dal <strong>Comune</strong> nel giugno del 1973, che aveva nel complesso<br />
recepito le istanze proposte dai <strong>quartieri</strong>: fra queste la necessità <strong>di</strong><br />
salvaguardare l’area delle colline, con l’imposizione <strong>di</strong> un vincolo <strong>di</strong> tutela per<br />
Sant’Anna e la Maddalena, e per la parte del colle San Giuseppe ancora libera<br />
da convenzioni <strong>di</strong> lottizzazione.<br />
Nel frattempo anche il Parlamento stava affrontando la questione <strong>della</strong> partecipazione<br />
“dal basso” ai temi amministrativi locali, che si sarebbe tradotta nella<br />
legge nazionale sul decentramento, la n. 278 dell’aprile 1976, che prevedeva<br />
la possibilità per i Comuni <strong>di</strong> <strong>di</strong>videre il proprio territorio in Circoscrizioni.<br />
Dopo un decennio <strong>di</strong> esperienza partecipativa, anche <strong>Brescia</strong> intraprese il cammino<br />
che porterà, nell’aprile del 1977, ad approvare il regolamento locale<br />
attuativo <strong>della</strong> legge.<br />
Con questo passaggio il Consiglio comunale introdusse la sud<strong>di</strong>visione territoriale<br />
in nove Circoscrizioni al posto dei trenta <strong>quartieri</strong> originari, accorpando<br />
Fornaci, Chiesanuova e il Villaggio Sereno nella Quinta <strong>Circoscrizione</strong>, mentre<br />
Don Bosco, Folzano e Lamarmora formeranno la Sesta <strong>Circoscrizione</strong> (Porta<br />
Cremona sarà invece inserita nella Settima <strong>Circoscrizione</strong>).<br />
Nella primavera del 1978 vennero eletti dal Consiglio comunale i primi Consigli<br />
<strong>di</strong> <strong>Circoscrizione</strong>, che rimasero in carica fino al 1980 quando, in contemporanea<br />
con le elezioni in Loggia, a suffragio universale i bresciani votarono il<br />
rinnovo dei Consigli <strong>di</strong> <strong>Circoscrizione</strong>.<br />
La ripartizione del territorio urbano in nove Circoscrizioni è rimasta valida fino<br />
49
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
alla riforma del decentramento comunale votata in Loggia nell’ottobre del<br />
2007 - ed entrata formalmente in vigore con le elezioni amministrative <strong>della</strong><br />
primavera 2008 - che ha ridotto il numero delle Circoscrizioni da nove a cinque<br />
(denominate Centro, Nord, Est, Ovest, <strong>Sud</strong>). Nella <strong>Circoscrizione</strong> <strong>Sud</strong> sono<br />
state unite le originarie Quinta e Sesta <strong>Circoscrizione</strong> con i relativi <strong>quartieri</strong>, e<br />
con l’aggiunta <strong>di</strong> Porta Cremona-Volta.<br />
50
i PResiDeNTi Della qUiNTa CiRCosCRizioNe<br />
1978 • Adriano Mor<br />
3. ALLE ORIGINI DEL DECENTRAMENTO<br />
Originario <strong>di</strong> Leno, classe 1941, coniugato e padre <strong>di</strong><br />
ben cinque figli è attualmente pensionato dopo aver<br />
insegnato lettere alle scuole me<strong>di</strong>e ed aver lavorato per<br />
parecchi anni come operaio all’Om, periodo durante il<br />
quale concluderà gli stu<strong>di</strong>. Trasferitosi a Villaggio Sereno<br />
Mor si avvicina alla politica, come spesso capitava in<br />
quegli anni, a soli <strong>di</strong>ciotto anni. Democristiano vive tutto<br />
il percorso partecipativo dei <strong>quartieri</strong> e, nel 1978, viene nominato presidente <strong>della</strong><br />
quinta circoscrizione. In quegli anni fu impegnato a favorire la convivenza all’interno<br />
<strong>di</strong> una comunità <strong>di</strong>fferenziata dal punto <strong>di</strong> vista sociale, con i gran<strong>di</strong> palazzi Iacp da un<br />
lato e le villette dall’altro. L’accordo che portò all’in<strong>di</strong>viduazione <strong>della</strong> sede circoscrizionale<br />
<strong>di</strong> via Livorno fu un altro dei successi ottenuti da Mor, abile ad affrontare anche<br />
le problematiche inerenti alla viabilità derivante dalla notevole industrializzazione che<br />
caratterizzò la zona sud del quartiere. E’ stato segretario <strong>della</strong> sezione Dc <strong>di</strong> Villaggio<br />
Sereno ed attualmente è ancora impegnato in attività sociali, in particolare con le Acli.<br />
1980 - 1981 • Fiorenzo Bolognini (Psi)<br />
Nato nel 1949, coniugato, Fiorenzo Bolognini è attualmente<br />
pensionato dopo aver lavorato come capo centro<br />
per lo Iacp, oggi Aler, e poi in <strong>Comune</strong>. Dal punto <strong>di</strong> vista<br />
politico Bolognini, che proviene dalla sfera socialista, vive<br />
la sua esperienza da presidente in un momento abbastanza<br />
complesso, viste le <strong>di</strong>namiche apertesi con il compromesso<br />
storico tra Dc e Pci che tagliava fuori il Psi. Siamo agli inizi degli anni ’80 e le<br />
problematiche che interessano le circoscrizioni sono, soprattutto concrete, come la<br />
viabilità o il mancato recapito <strong>della</strong> posta: <strong>di</strong>fficoltà che Bolognini, in un solo anno,<br />
riuscirà ad appianare. Dopo il primo anno <strong>di</strong> presidenza Bolognini si <strong>di</strong>mette dall’incarico<br />
per motivazioni personali.<br />
51
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
1981 - 1985 • Sante Pinzoni (Pci)<br />
Classe 1947, coniugato con un figlio, Sante Pinzoni,<br />
pensionato dopo anni <strong>di</strong> lavoro come tecnico in<br />
un’azienda per la lavorazione del vetro, cresce politicamente<br />
nel Pci, fornendo in contributo fondamentale per<br />
quanto concerne la nascita del consiglio <strong>di</strong> quartiere <strong>di</strong><br />
Chiesanuova, <strong>di</strong>venendo presidente del consiglio ancora<br />
nel 1974. Nel ’79 è consigliere in quinta circoscrizione<br />
ed a lui viene affidata la responsabilità <strong>della</strong> commissione urbanistica. Divenuto<br />
presidente dal 1981 all’85 Pinzoni resterà all’interno <strong>della</strong> circoscrizione, come<br />
consigliere, anche i mandati successivi, occupandosi sempre <strong>di</strong> urbanistica e <strong>di</strong>venendo<br />
il vicepresidente <strong>di</strong> Andrea Gervasi dal 2003 al 2008.<br />
Non eletto nell’ultimo appuntamento elettorale attualmente Sante Pinzoni è, comunque,<br />
membro esterno <strong>della</strong> commissione urbanistica <strong>della</strong> circoscrizione sud.<br />
1985 - 1990 • Luisa Coppa (Pci)<br />
Insegnante alla scuola elementare <strong>di</strong> Chiesanuova, attualmente in pensione e trasferitasi<br />
nel milanese, Luisa Coppa è stata presidente <strong>di</strong> circoscrizione per cinque anni con l’appoggio<br />
del Pentapartito, la coalizione che dal 1980 al 1992 legò Dc, Psi, Pri, Pli e Ps<strong>di</strong>.<br />
1990 - 1991/1991 - 1994 • Davide Guarneri (Dc)<br />
Nato nel 1966 a Villaggio Sereno, coniugato con 4<br />
figli, attualmente è coor<strong>di</strong>natore dell’associazione<br />
comunità e scuola e presidente nazionale dell’Age. La<br />
sua esperienza politica comincia a 19 anni quando si<br />
avvicina al Ppi. Entrato in coniglio <strong>di</strong> circoscrizione è<br />
impegnato soprattutto all’interno <strong>della</strong> commissione<br />
attività promozionali.<br />
Diviene presidente durante il periodo <strong>della</strong> stesura dello statuto del <strong>Comune</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> e come presidente <strong>di</strong> circoscrizione partecipa attivamente portando<br />
52
3. ALLE ORIGINI DEL DECENTRAMENTO<br />
le istanze delle circoscrizioni in Loggia affinché quest’ultime ottenessero più<br />
competenze e fosse favorito il <strong>di</strong>alogo con il territorio. Si adoperò in maniera<br />
particolare anche per risolvere le delicate questioni viabilistiche ed urbanistiche<br />
che caratterizzarono questa zona nonché a quelle legate all’ambiente.<br />
Chiusa l’esperienza circoscrizionale Guarneri ha scelto <strong>di</strong> abbandonare la politica<br />
e de<strong>di</strong>carsi unicamente al sociale ed alla sua famiglia.<br />
1994 - 1998 • Paola Dioni (Ppi)<br />
Classe 1970, nativa delle Fornaci, attualmente impiegata<br />
e madre <strong>di</strong> due figli, cresce in ambienti cattolici per passare<br />
alla politica attiva agli inizi degli anni novanta. Entrata<br />
in circoscrizione nelle liste del Ppi vive da consigliere i primi<br />
due anni <strong>della</strong> sua esperienza in quinta circoscrizione,<br />
in particolare, impegnata nella commissione cultura.<br />
Eletta, sempre nelle liste del Ppi, il mandato successivo<br />
viene scelta per guidare come presidente la quinta circoscrizione. Sono anni particolarmente<br />
stimolanti quelli vissuti dalla Dioni perché le circoscrizioni vengono<br />
coinvolte nella stesura del nuovo piano regolatore e le Fornaci saranno <strong>di</strong>segnate<br />
proprio come consigliato dalla circoscrizione e degli abitanti del quartiere.<br />
E’ un periodo, anche, <strong>di</strong> battaglie importanti come quelle condotte per le barriere<br />
fonoassorbenti del Villaggio Sereno o per avere maggiore chiarezza ai tempi <strong>della</strong><br />
costruzione dell’inceneritore.<br />
Sono anni in cui, tuttavia, la Dioni si rende conto <strong>di</strong> essere sempre più lontana<br />
dalla sua parte politica: verso la fine del mandato sceglie, così, <strong>di</strong> rompere gli<br />
indugi passando tra le file <strong>di</strong> Rifondazione Comunista, più vicina alla sua visione<br />
sociale e politica.<br />
Can<strong>di</strong>data l’anno successivo proprio tra le liste <strong>di</strong> Rifondazione la Dioni rientra in<br />
circoscrizione, questa volta, all’opposizione. A fine mandato non si ripresenterà più<br />
in circoscrizione e proverà a can<strong>di</strong>darsi in <strong>Comune</strong>, Provincia e Parlamento senza,<br />
tuttavia, venire eletta. La politica, comunque, resta una sua grande passione.<br />
53
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
1998 - 2003/ 2003 - 2008 • Andrea Gervasi<br />
(Margherita-Dl)<br />
Nato a Colzano, nella Bassa bresciana, nel ’45, e<br />
trasferitosi in città nel lontano 1961 Andrea Gervasi,<br />
oggi presidente <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Trasporti, è una <strong>di</strong> quelle<br />
persone che hanno vissuto per intero e da protagonisti<br />
i tre decenni <strong>della</strong> storia del decentramento.<br />
Avvicinatosi giovanissimo alla politica prendendo ad<br />
esempio i democristiani Moro e Zaccagnini, Gervasi, che ha vissuto anche<br />
l’esperienza da sindacalista nelle file <strong>della</strong> Cisl e <strong>di</strong> addetto al movimento<br />
traffico sezione trasporti, si avvicina alla politica con la volontà <strong>di</strong> fornire un<br />
contributo, soprattutto, dal punto <strong>di</strong> vista sociale, forte dei valori provenienti<br />
dall’esperienza degli alpini.<br />
Vissuta l’esperienza <strong>di</strong> consigli e comitati <strong>di</strong> quartiere Gervasi viene eletto, tra<br />
le file del Ppi, presidente <strong>della</strong> quinta circoscrizione, nel 1999. Gli anni del primo<br />
mandato sono destinati, soprattutto, ad interventi viabilistici ed urbanistici<br />
legata alla nascita dei <strong>quartieri</strong>. Nel 2003 Gervasi viene nuovamente confermato<br />
presidente, carica che manterrà fino alla fine del mandato.<br />
Deluso dal proprio partito Gervasi, eletto recentemente presidente <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong><br />
Trasporti, è oggi simpatizzante del Pdl, con il cuore da democristiano.<br />
54
i PResiDeNTi Della sesTa CiRCosCRizioNe<br />
1978 • Riccardo Pozzi (Pci)<br />
3. ALLE ORIGINI DEL DECENTRAMENTO<br />
Nato nel 1940, coniugato e padre <strong>di</strong> due figli, attualmente<br />
è pensionato dopo aver lavorato come perito<br />
meccanico prima ed all’interno <strong>della</strong> Fineco poi. Avvicinatosi<br />
politicamente al Pci appena <strong>di</strong>ciottenne Pozzi<br />
è uno dei protagonisti <strong>della</strong> volontà <strong>di</strong> partecipazione<br />
nata all’interno dei <strong>quartieri</strong> sin dalla fine degli anni<br />
sessanta. E’ uno dei fondatori del comitato <strong>di</strong> quartiere<br />
<strong>di</strong> Lamarmora, uno dei primi a nascere accanto a quello delle Chiusure,<br />
vive l’esperienza dei consigli da presidente e <strong>di</strong>viene, successivamente, proprio<br />
presidente <strong>della</strong> sesta, nel periodo <strong>di</strong> traghettamento verso il primo appuntamento<br />
elettorale delle circoscrizioni. Presentatosi alle successive votazioni<br />
Pozzi entra all’interno del consiglio <strong>della</strong> sesta e vi resta per ben quin<strong>di</strong>ci anni<br />
impegnato, in particolare, all’interno <strong>della</strong> commissione urbanistica. Ripresentatosi<br />
nel ’95 Pozzi è il primo dei non eletti ma liberatosi un posto da consigliere<br />
ha nuovamente l’occasione <strong>di</strong> rientrare all’interno dell’organo circoscrizionale.<br />
Pozzi, tuttavia, non è in linea con la politica del presidente dell’epoca<br />
Fulvio Mor, proveniente dal suo medesimo partito, i Ds, è rinuncia all’incarico.<br />
Dal ’95 al ’98, quin<strong>di</strong>, la sesta circoscrizione è costretta ha rinunciare ad uno<br />
dei suoi protagonisti più attivi: Pozzi, tuttavia, prosegue nell’attività sociale<br />
avvicinandosi al Centro Sportivo Ricreativo Culturale Parco Ziziola, destinato<br />
agli anziani, <strong>di</strong> cui attualmente è presidente. Ripresentatosi all’appuntamento<br />
elettorale del 1999, viene nuovamente scelto come presidente. Sono gli anni<br />
che lo vedono particolarmente impegnato a rispondere alle necessità dei<br />
citta<strong>di</strong>ni in vista <strong>di</strong> due novità impattanti per il territorio come termoutilizzatore<br />
e metropolitana ma, anche, all’interno <strong>di</strong> un’apertura delle circoscrizioni<br />
verso il mondo <strong>della</strong> scuola.<br />
Nel 2003 Pozzi è sempre in circoscrizione.<br />
55
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
1980 - 1981 • Giuseppe Sguazzi (Dc)<br />
Classe 1947, architetto, insegnate e docente <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno<br />
universitario, attualmente in pensione, Giuseppe Sguazzi<br />
nasce in via Ugoni, in centro città, ma dopo la laurea<br />
si trasferisce nel quartiere <strong>di</strong> Lamarmora.<br />
Simpatizzante <strong>della</strong> Democrazia Cristiana, pur non avendo<br />
nessuna tessera, Sguazzi arriva all’esperienza delle circoscrizioni<br />
senza aver vissuto quella <strong>di</strong> comitati e consigli <strong>di</strong> quartiere, presentandosi e<br />
venendo eletto al primo appuntamento elettorale proprio tra le file <strong>della</strong> DC.<br />
Eletto presidente resta in carica per un solo anno, poi, per motivi personali, lascia<br />
la presidenza pur restando all’interno del consiglio nella sesta, come membro <strong>della</strong><br />
commissione urbanistica. In quegli anni si adoperò particolarmente per migliorare<br />
la viabilità ed i collegamenti <strong>della</strong> zona <strong>di</strong> Lamarmora e per la valorizzazione<br />
del Parco Gallo. Terminata l’esperienza con la fine del mandato nell’85 non si è<br />
più presentato. Attualmente è presidente dell’associazione culturale “Accademia<br />
<strong>della</strong> realtà” <strong>di</strong> Flero.<br />
1981 - 1985 • Vito Robles (Ps<strong>di</strong>)<br />
Nato a Castrovillari, in provincia <strong>di</strong> Cosenza, Vito Robles,<br />
si trasferisce a <strong>Brescia</strong> nel 1972, come <strong>di</strong>pendente<br />
dell’Inail, ente <strong>di</strong> cui oggi è <strong>di</strong>rigente. Avvicinatosi alla<br />
politica giovanissimo, nel 1972 è già tesserato con il<br />
Ps<strong>di</strong>. Giunto nella nostra città si avvicina subito al Ps<strong>di</strong><br />
locale, partito che in quegli anni aveva anche alcuni rappresentati<br />
in Loggia.<br />
Eletto consigliere <strong>di</strong> circoscrizione nel 1980, l’anno successivo Robles è chiamato<br />
a sostituire Sguazzi e mantiene la carica <strong>di</strong> presidente sino al 1985. In quegli anni<br />
Robles si impegna particolarmente per la costruzione delle se<strong>di</strong> circoscrizionali<br />
<strong>di</strong> Folzano e via Lottieri, per quella <strong>della</strong> piscina <strong>di</strong> via Ro<strong>di</strong> e per migliorare la<br />
viabilità. Nell’85 è consigliere comunale mentre nel periodo tra l’89 ed il ’92 è segretario<br />
citta<strong>di</strong>no del Ps<strong>di</strong>. E’ protagonista <strong>della</strong> rifondazione del Ps<strong>di</strong> e segretario<br />
provinciale del suo partito dal 2005.<br />
56
3. ALLE ORIGINI DEL DECENTRAMENTO<br />
1985 - 1988 • Luciano Pialorsi (Psi)<br />
Nato nel 1940, coniugato con due figli, professionista<br />
ed impren<strong>di</strong>tore, Luciano Pialorsi è stato particolarmente<br />
attivo all’interno degli Organi Collegiali<br />
<strong>della</strong> scuola, in particolare per quanto concerne le<br />
scuole del territorio <strong>della</strong> sesta circoscrizione dove<br />
ha ricoperto la carica <strong>di</strong> presidente del consiglio del I<br />
Circolo Didattico. Convinto che la partecipazione sia<br />
uno dei mezzi più vali<strong>di</strong> per concorrere alla gestione <strong>della</strong> cosa pubblica, con<br />
spirito <strong>di</strong> servizio e con l’entusiasmo che caratterizzava i comitati <strong>di</strong> quartiere,<br />
si è reso subito <strong>di</strong>sponibile a lavorare in circoscrizione. Inizialmente attivo<br />
come coor<strong>di</strong>natore del Settore “Scuola Cultura Sport e, Tempo Libero” e poi<br />
<strong>di</strong>venuto, presidente si è sempre <strong>di</strong>mostrato attento più agli interventi pratici<br />
ed alle esigenze <strong>della</strong> gente, che agli interessi <strong>della</strong> politica. Tra i successi <strong>della</strong><br />
sua gestione è sicuramente da ricordare la fondazione del centro anziani<br />
autogestito <strong>di</strong> Via Lottieri, all’interno del quartiere Lamarmora, ancora oggi<br />
in funzione, che fornisce occasioni <strong>di</strong> incontro e socializzazione fra gli anziani,<br />
complice anche il campo <strong>di</strong> bocce creato appositamente per loro.<br />
Nel quartiere la gente ricorda ancora oggi, insieme alla sua forte e costruttiva<br />
presenza nella scuola, il suo contributo <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> impegno dato nella circoscrizione<br />
in occasione <strong>della</strong> grande nevicata dell’85 che paralizzò <strong>Brescia</strong>.<br />
Fautore anche <strong>di</strong> numerose iniziative ricreative e sportive fra cui la famosa<br />
“ciclo passeggiata ecologica”, che spaziava nei tre <strong>quartieri</strong> Lamarmora –<br />
Folzano e Don Bosco e si concludeva presso la Centrale Comunale del Latte<br />
con degustazione dei prodotti <strong>della</strong> Centrale.<br />
Nel 1988 ha lasciato la circoscrizione per entrare in Consiglio Comunale dove<br />
è stato eletto presidente <strong>della</strong> Commissione Sanità e Assistenza. Successivamente<br />
è stato revisore dei conti in ASM.<br />
57
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
1988 - 1991 • Angelo Balsamo (Dc)<br />
Originario <strong>di</strong> Enna, nato nel ’52 e coniugato con<br />
due figli Angelo Balsamo si trasferisce a <strong>Brescia</strong> nel<br />
’73, come impiegato parastatale. Attualmente è libero<br />
professionista come consulente commerciale per<br />
aziende. Avvicinatosi alla politica in giovane età Balsamo<br />
già a 18 anni è tesserato Dc e dal ’75 al ’76 è<br />
segretario <strong>della</strong> sezione Don Bosco del suo partito.<br />
Nel 1980 è segretario politico <strong>della</strong> sesta circoscrizione e nel 1985 si can<strong>di</strong>da<br />
per il consiglio <strong>della</strong> circoscrizione in questione come capolista. Eletto come<br />
consigliere nel 1988 <strong>di</strong>viene presidente <strong>di</strong> circoscrizione sostituendo Pialorsi<br />
passato in consiglio comunale. Il suo impegno politico <strong>di</strong> quegli anni fu legato<br />
soprattutto all’esigenza <strong>di</strong> ottenere maggiori deleghe per le circoscrizioni nel<br />
nome <strong>di</strong> una vera partecipazione. In quegli anni si posero le basi per il parco<br />
Pescheto ed anche per il Tarello che verrà, poi, costruito molti anni dopo.<br />
Negli anni ’90 è segretario citta<strong>di</strong>no del Ppi.<br />
1991 - 1995 • Fulvio Mor (Ds)<br />
Classe ’53, agronomo, cresciuto politicamente nel<br />
Pci, Fulvio Mor si avvicina alla politica già all’età <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>ciotto anni. Attivo nei comitati <strong>di</strong> quartiere entra<br />
nel consiglio <strong>di</strong> quartiere sin dalla sua costituzione<br />
nel 1978 e vi resta come consigliere, operando, in<br />
particolare, nella commissione urbanistica sino al<br />
1991, quando <strong>di</strong>viene presidente <strong>della</strong> stessa, dopo<br />
essere stato per un certo periodo il vice <strong>di</strong> Angelo Balsamo. Il suo impegno<br />
come presidente è in<strong>di</strong>rizzato soprattutto al sociale ed alla valorizzazione dei<br />
parchi come luogo <strong>di</strong> aggregazione <strong>della</strong> comunità. Nelle lezioni successive<br />
Mor si presenta con la lista “Gente <strong>di</strong> quartiere” esperienza dei Ds che avevano<br />
voluto allargare le loro liste ai personaggi più rappresentativi e conosciuti <strong>della</strong><br />
zona. Il risultato fu un successo sia per la lista che conquistò circa il 22% sia<br />
58
3. ALLE ORIGINI DEL DECENTRAMENTO<br />
personale per Mor, che toccò quota 828 voti. Il nuovo consiglio, che avrebbe<br />
dovuto appoggiarsi sull’accordo tra Ds e Ppi, fu molto travagliato e, proprio<br />
il mancato accordo tra i due partiti favorì la minoranza che con soli nove voti<br />
riuscì a fare eleggere Silvana Chiappini. La <strong>di</strong>fficile situazione si sbloccò quando<br />
Ppi e Ds decisero <strong>di</strong> rimettersi insieme e votare la sfiducia alla Chiappini,<br />
costretta così a <strong>di</strong>mettersi. L’accordo successivo portò al compromesso Libra<br />
(Ppi) per mezzo mandato e Mor (Ds) per il periodo restante. Lo strappo <strong>di</strong><br />
Libra, che restò in carica per tutto il mandato, con il suo partito, farà in modo<br />
che l’accordo tra i due partiti non verrà rispettato.<br />
1995 - 1996 • Silvana Chiappini (Lega Nord)<br />
Nata a <strong>Brescia</strong> il 29 luglio del 1947, coniugata, Silvana<br />
Chiappini è laureata in Economia e Commercio<br />
all’Università <strong>di</strong> Parma, svolge la professione <strong>di</strong> ragioniere<br />
commercialista in città.<br />
La sua esperienza politica matura tra le file <strong>della</strong> Lega<br />
Nord, movimento al quale è inscritta sin dal 1993. Già<br />
l’anno successivo la Chiappini viene eletta consigliere<br />
circoscrizionale nella sesta circoscrizione e, per circa un anno, nel 1995, ricopre<br />
anche la carica <strong>di</strong> presidente <strong>della</strong> circoscrizione stessa. Successivamente la<br />
Chiappini viene nuovamente eletta consigliere <strong>di</strong> circoscrizione, ruolo che continuerà<br />
a ricoprire sino al 2008, occupandosi in particolare <strong>di</strong> sicurezza.<br />
Parallelamente dal 1999 sino a fine mandato ricopre anche il ruolo <strong>di</strong> assessore al<br />
Bilancio del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Castelmella, proseguendo poi come consigliere comunale.<br />
Eletta alle amministrative del 2008 nella lista Lega Nord Lega Lombarda Bossi,<br />
attualmente, è segretario e membro <strong>della</strong> Commissione Consiliare “Bilancio<br />
programmazione, tributi e rapporti con le aziende partecipate” e membro <strong>della</strong><br />
Commissione Consiliare “Commercio economia e lavoro, turismo”.<br />
Grazie alla sua professionalità è stata nominata revisore dei Conti dell’Amministrazione<br />
Provinciale dal 1994 al 2000, revisore dei Conti del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Cortefranca<br />
dal 1997 al 2002, come presidente e componente del Collegio sindacale<br />
dell’Ospedale Civile <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> da marzo 2003 a maggio 2006.<br />
59
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
1996 - 1999 • Salvatore Libra (Ppi)<br />
Nato nel 1965 nel quartiere Don Bosco, coniugato,<br />
Salvatore Libra esercita la professione <strong>di</strong> avvocato<br />
dopo la laurea in legge conseguita nel 1995. Tesserato<br />
Dc e, per un certo periodo, coor<strong>di</strong>natore <strong>della</strong> sezione<br />
Don Bosco del suo partito, Libra viene eletto per la<br />
prima volta in consiglio <strong>di</strong> circoscrizione nel 1991 e vi<br />
resta continuativamente sino al 1999, quando <strong>di</strong>viene<br />
consigliere comunale come primo dei non eletti questa volta tra le file dello<br />
S<strong>di</strong>. L’esperienza <strong>di</strong> Libra, infatti, prima con la Dc e poi con il Ppi prosegue<br />
sino alla presidenza, durante il quale arriva lo strappo con il gruppo politico<br />
d’origine a causa <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti visioni politiche.<br />
Durante il periodo da consigliere prima, e da presidente poi, Libra fu particolarmente<br />
impegnato nelle attività legate all’avvento del termoutilizzatore, come<br />
la sensibilizzazione ambientale, gli interventi pratici legati alla <strong>di</strong>stribuzione<br />
dei cassonetti ed una serie <strong>di</strong> migliorie dovute proprio ad accor<strong>di</strong> con Asm.<br />
Eletto, in consiglio comunale, il mandato successivo, ha occupato la carica <strong>di</strong><br />
presidente <strong>della</strong> commissione commercio e la vicepresidenza del bilancio. Resta<br />
in consiglio comunale fino a fine mandato: presentatosi negli ultimi appuntamenti<br />
elettorali con lo S<strong>di</strong> non è stato più rieletto ma continua a mantenere<br />
l’interesse politico e ad impegnarsi all’interno del <strong>di</strong>rettivo del suo partito.<br />
1999 - 2003 Riccardo Pozzi (Ds)<br />
60
3. ALLE ORIGINI DEL DECENTRAMENTO<br />
2003 - 2009 • Fabio Rolfi (Lega Nord)<br />
Nato a <strong>Brescia</strong>, città dove continua a risiedere, nel<br />
1977, e nominato vicesindaco nell’attuale legislatura,<br />
Fabio Rolfi, grazie al successo personale e del suo<br />
partito, inizia l’attività politica a soli <strong>di</strong>ciassette anni<br />
iscrivendosi alla Lega Nord <strong>di</strong> Gussago. Diplomatosi<br />
all’Itas Pastori <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> il giovane Rolfi si iscrive al<br />
corso <strong>di</strong> laurea in Economia all’Università <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>, partecipando attivamente<br />
alle iniziative del movimento universitario padano, organizzazione universitaria<br />
<strong>della</strong> Lega Nord. Il suo impegno lo portano a <strong>di</strong>venire presto il responsabile<br />
provinciale del movimento universitario e ad essere eletto come rappresentante<br />
degli studenti all’interno del consiglio <strong>di</strong> amministrazione dell’Università.<br />
Nel 1996 <strong>di</strong>venta coor<strong>di</strong>natore provinciale del Movimento Giovani Padani e,<br />
nel 1998, viene eletto consigliere <strong>della</strong> terza circoscrizione sempre nelle file<br />
<strong>della</strong> Lega Nord. Nel 1999 <strong>di</strong>venta consigliere comunale a Gussago. Forte<br />
dei successi ottenuti nel 2003 Rolfi partecipa alle elezioni amministrative del<br />
comune capoluogo, can<strong>di</strong>dandosi come consigliere circoscrizionale e <strong>di</strong>venendo<br />
presidente <strong>della</strong> sesta sino a fine mandato nel 2008. Dal 2003 al 2008 ha<br />
ricoperto il ruolo <strong>di</strong> segretario citta<strong>di</strong>no <strong>della</strong> Lega Nord e dal 2007 è membro<br />
del consiglio nazionale del suo partito. Dal 2008 vicesindaco ed assessore con<br />
deleghe alla sicurezza e al decentramento. Dal punto <strong>di</strong> vista professionale Rolfi<br />
è un libero professionista nel campo <strong>della</strong> me<strong>di</strong>azione finanziaria e cre<strong>di</strong>tizia.<br />
61
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
il PResiDeNTe Della CiRCosCRizioNe sUD<br />
Giacomo Lini (Lega Nord)<br />
Coniugato, classe 1960, Giacomo Lini si è <strong>di</strong>plomato<br />
come perito agrario presso l’istituto tecnico agrario<br />
“G. Pastori”, per poi proseguire il proprio percorso <strong>di</strong><br />
stu<strong>di</strong> con la specializzazione in tecniche <strong>della</strong> comunicazione<br />
conseguita presso l’istituto Goldman Cegos<br />
<strong>di</strong> Milano. Esperto <strong>di</strong> informatica e gestione delle reti<br />
è, anche, informatore me<strong>di</strong>co scientifico del farmaco<br />
per un’azienda farmaceutica. Lini si è impegnato nel sociale prestando servizio<br />
volontario nella Croce Bianca e nell’associazione <strong>Brescia</strong> Soccorso. Attualmente<br />
è presidente <strong>della</strong> circoscrizione sud ed assistente al capogruppo <strong>della</strong> Lega<br />
Nord in consiglio comunale Nicola Gallizioli. In passato ha ricoperto il ruolo<br />
<strong>di</strong> membro esterno <strong>della</strong> commissione ambiente e territorio ed attività promozionali<br />
<strong>della</strong> ex quinta circoscrizione mentre nell’attuale legislatura, prima <strong>di</strong><br />
ricevere il mandato da presidente, ha rivestito l’incarico <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>natore <strong>della</strong><br />
commissione ambiente e territorio <strong>della</strong> circoscrizione sud.<br />
62
3. ALLE ORIGINI DEL DECENTRAMENTO<br />
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30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
Folla in attesa del Presidente <strong>della</strong> Repubblica 64 Giovanni Gronchi per l’inaugurazione del quartiere Perlasca
4. LA CIRCOSCRIZIONE RACCONTATA<br />
Capitolo 4<br />
La <strong>Circoscrizione</strong> raccontata<br />
La storia delle Circoscrizioni è la storia degli uomini che le hanno abitate, e che<br />
con ruoli e modalità <strong>di</strong>verse – molti da semplici citta<strong>di</strong>ni – hanno inteso animare il<br />
percorso <strong>di</strong> partecipazione, ciascuno con il proprio personale contributo.<br />
La lunga trama del decentramento a <strong>Brescia</strong> è in buona parte racchiusa, quasi cu-<br />
sto<strong>di</strong>ta gelosamente nelle testimonianze dei protagonisti, che a partire dagli anni<br />
Sessanta hanno vissuto i primi fermenti partecipativi nei <strong>quartieri</strong>, li hanno seguiti<br />
e accompagnati fino alla nascita delle Circoscrizioni.<br />
La narrazione <strong>di</strong> queste esperienze, declinate nel sociale, nel civile o nella politica,<br />
compone un affresco da cui emerge l’aspetto forse più autentico <strong>di</strong> quegli anni,<br />
che lascia un’ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> cui fare memoria.<br />
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30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
TRaDizioNi e soliDaRieTà<br />
Nel CUoRe Della VeCCHia boTToNaGa<br />
Giancarlo Buizza<br />
Hanno conosciuto le asprezze <strong>della</strong> guerra, i sacrifici <strong>della</strong> marcia, i rigori delle<br />
campagne d’inverno e quello che fa male nel profondo, il conflitto interno<br />
<strong>di</strong> vedersi contrapposti e usar la forza contro altri uomini, uguali a loro ma<br />
schierati sul fronte opposto. La guerra, quella che li aveva segnati, a tratti<br />
induriti, era finita da quasi trent’anni. Loro, gli Alpini bresciani, erano tornati<br />
alla vita privata e alle attività quoti<strong>di</strong>ane. Anche i reduci raccolti intorno al<br />
quartiere <strong>di</strong> Bottonaga, una manciata <strong>di</strong> terra e case racchiusa nel perimetro<br />
fra via Dalmazia, via Zara, i Pilastroni e via Corsica. Tutto intorno la <strong>di</strong>stesa<br />
<strong>di</strong> campi coltivati ad ortaglie, attività <strong>di</strong> elezione degli abitanti <strong>della</strong> zona per<br />
molti decenni del Novecento.<br />
Bottonaga era un quartiere strano già nel nome, i tentativi <strong>di</strong> scovare l’etimologia<br />
<strong>di</strong> quell’appellativo si sono sempre sprecati, una delle tesi più accre<strong>di</strong>tate<br />
è che derivi dalla presenza, nei tempi andati, <strong>di</strong> una fabbrica <strong>di</strong> bottoni. Quello<br />
che ha sempre colpito <strong>di</strong> quel rione era l’apparente antinomia fra la sua natura<br />
<strong>di</strong> quartiere citta<strong>di</strong>no, alle porte del centro, suo malgrado “moderno”, e il ra<strong>di</strong>camento<br />
profondo <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zioni antiche e popolari, che per qualche misteriosa<br />
alchimia proprio lì avevano trovato un luogo d’elezione.<br />
Con questo stesso co<strong>di</strong>ce genetico sono nati gli Alpini <strong>di</strong> Bottonaga, gruppo fondato<br />
nel 1974 con un nucleo iniziale <strong>di</strong> una trentina <strong>di</strong> persone, oggi cresciute<br />
fino ad arrivare a un’ottantina, cui si aggiunge l’appoggio <strong>di</strong> una schiera <strong>di</strong> abitanti<br />
del quartiere, che volontariamente collaborano alle iniziative proposte.<br />
Il primo capogruppo è stato Gino Bernar<strong>di</strong>, cui sono seguiti Milziade Berther,<br />
Ottorino De Me<strong>di</strong>ci, Walter Tedol<strong>di</strong> fino ad arrivare alle guida attuale, Giancarlo<br />
Buizza.<br />
«La voglia che ci ha sempre sostenuto è quella <strong>di</strong> ritrovarci fra <strong>di</strong> noi e dare<br />
il segnale <strong>della</strong> nostra presenza, perpetuando quello spirito <strong>di</strong> corpo che ha<br />
sempre contrad<strong>di</strong>stinto gli Alpini», <strong>di</strong>ce Buizza, raccontando del legame a doppio<br />
filo che li unisce al vecchio quartiere, ma anche <strong>della</strong> capacità <strong>di</strong> “riconvertirsi”,<br />
una volta finita la guerra, per mettersi al servizio <strong>della</strong> comunità civile.<br />
66
4. LA CIRCOSCRIZIONE RACCONTATA<br />
«I principi fondanti <strong>della</strong> nostra vita associativa sono lo spirito <strong>di</strong> fratellanza,<br />
la solidarietà umana, il senso civico, i valori cristiani, che cerchiamo <strong>di</strong> concretizzare<br />
con l’impegno nella società per dare una testimonianza viva dell’essere<br />
alpini».<br />
Talenti declinati nella concretezza innanzitutto. Nel 1976 il gruppo è in Friuli,<br />
accanto ai terremotati, come in questi mesi è sceso in Abruzzo per portare<br />
aiuto alle popolazioni colpite dal sisma.<br />
Ma l’attività realizzata non è solo <strong>di</strong> protezione civile, è soprattutto <strong>di</strong> tipo<br />
sociale, rivolta al mondo <strong>della</strong> terza età e alle nuove generazioni: da questo<br />
impegno sono nate la festa per gli anziani con l’elezione dell’anziano e<br />
dell’anziana del quartiere, la promozione <strong>di</strong> gite fuori porta, la giornata del<br />
malato, il pranzo <strong>di</strong> Pasquetta, l’atteso asinello <strong>di</strong> Santa Lucia che da molti<br />
anni, carico <strong>di</strong> leccornie, fa il giro delle scuole materne <strong>della</strong> zona. E ancora<br />
l’appuntamento <strong>della</strong> notte <strong>di</strong> Natale sotto l’albero per un brin<strong>di</strong>si con vin<br />
brulé offerto ai parrocchiani, le sottoscrizioni per aiutare chi è in <strong>di</strong>fficoltà, la<br />
realizzazione del monumento ai caduti ora collocato nel Parco Gallo.<br />
Giancarlo Buizza<br />
67
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
«Forse la proposta che più ci connota è quella dei “Casonsei de la Madunina<br />
dei custù”, un appuntamento atteso da molti, alla fine <strong>di</strong> novembre, per riannodare<br />
i fili <strong>di</strong> una tra<strong>di</strong>zione centenaria del quartiere <strong>di</strong> Bottonaga, quando gli<br />
ortolani si ritrovavano in festa per ringraziare <strong>della</strong> buona riuscita del raccolto<br />
e coinvolgevano la città in un momento conviviale accompagnato da una fiera<br />
per le vie».<br />
Sono ormai più <strong>di</strong> trent’anni che, ogni novembre, gli alpini <strong>di</strong> Bottonaga rinnovano<br />
l’appuntamento con la festa, iniziata artigianalmente con casoncelli fatti<br />
in casa per essere offerti al quartiere, e poi cresciuta nel tempo, fino a toccare<br />
quota 180 mila casoncelli, l’equivalente <strong>di</strong> 7 quintali e mezzo, nelle ultime<br />
e<strong>di</strong>zioni, il cui ricavato ad offerta viene destinato a iniziative benefiche.<br />
«Tutti aspettano questa manifestazione, che richiama gente da città e provincia<br />
ed è seconda solo alla fiera <strong>di</strong> San Faustino: è un modo per unire la gente,<br />
Alpini nelle scuole a Santa Lucia<br />
68
4. LA CIRCOSCRIZIONE RACCONTATA<br />
lo spirito è rimasto intatto e la voglia <strong>di</strong> partecipare, <strong>di</strong> anno in anno, è sempre<br />
tanta», spiega Buizza, ricordando il cerimoniale inflessibile che governa<br />
l’evento, secondo cui «il primo piatto <strong>di</strong> casoncelli è sempre per il sindaco».<br />
Da Boni a Trebeschi, da Padula a Martinazzoli, gli Alpini li hanno presi tutti per<br />
la gola, i primi citta<strong>di</strong>ni, come <strong>di</strong>mostra la teoria <strong>di</strong> ringraziamenti provenienti<br />
dalla Loggia, incorniciati e appesi alle pareti <strong>della</strong> sede, sotto i cappelli dei<br />
“veci” ormai scomparsi, che sembrano un’installazione contemporanea sul<br />
tema dell’ad<strong>di</strong>o.<br />
Gli Alpini non hanno bisogno <strong>di</strong> particolari richiami o sottili strategie per coinvolgere<br />
i residenti. «Noi in fondo non facciamo che proporre le cose più semplici.<br />
E la gente ci segue».<br />
Cose semplici, ma fortemente aggreganti, che <strong>di</strong>ventano un valore aggiunto<br />
anche per i “bocia”, le nuove reclute che si affiancano al cammino dei “veci”<br />
per proseguire la storia del Gruppo Alpini Bottonaga. «Proprio le tra<strong>di</strong>zioni del<br />
quartiere sono state il filo rosso che ha avvicinato i giovani al nostro gruppo:<br />
quante volte sono arrivate “nuove leve” che si ricordavano dell’asinello <strong>di</strong><br />
Santa Lucia che arrivava a scuola quando erano bambini, o che conservavano<br />
ancora la memoria infantile <strong>della</strong> casoncellata <strong>della</strong> Madunina dei custù, conosciuta<br />
a tavola al fianco dei genitori».<br />
I giovani sono consapevoli che spetterà a loro raccogliere il testimone dell’impegno<br />
sociale e del legame con il quartiere tramandato dagli alpini che sono<br />
venuti prima <strong>di</strong> loro, sperando <strong>di</strong> riuscire presto ad avverare il sogno coltivato<br />
da tutto il gruppo, «quello <strong>di</strong> veder realizzata la nuova sede degli Alpini <strong>di</strong> Bottonaga<br />
con il recupero <strong>di</strong> un rudere <strong>di</strong> un vecchio fienile, situato nel parco Pescheto,<br />
che è testimonianza <strong>della</strong> secolare vita rurale del vecchio quartiere».<br />
69
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
PiCCole MUNiCiPaliTà CResCoNo<br />
CoN seNsoRi ViTali Nei qUaRTieRi<br />
Giuseppe Chiappani<br />
A quattor<strong>di</strong>ci anni c’era chi sognava già <strong>di</strong> cambiare il mondo e chi, sentendosi<br />
un privilegiato perché era fra i pochi che proseguivano gli stu<strong>di</strong>, sceglieva <strong>di</strong><br />
andare a bottega per imparare la politica, quella vissuta e <strong>di</strong>scussa, seppure<br />
in una <strong>di</strong>mensione protetta <strong>di</strong> quartiere. La storia <strong>di</strong> Giuseppe Chiappani incomincia<br />
da qui, nei primi anni Settanta, quando poco più che tre<strong>di</strong>cenne faceva<br />
la spola fra Folzano e <strong>Brescia</strong> per seguire le lezioni all’Itis, e la sera partecipava<br />
da <strong>di</strong>etro le quinte ai primi comitati <strong>di</strong> quartiere.<br />
Armato <strong>di</strong> registratore a bobine, il suo compito era quello <strong>di</strong> registrare fedelmente<br />
quanto veniva detto nelle riunioni del comitato <strong>di</strong> Folzano, frazione in<br />
cui era nato e cresciuto. Coor<strong>di</strong>natore del comitato era lo zio, Luciano Chiappani,<br />
che ci teneva a registrare gli incontri per non <strong>di</strong>menticarsi nulla, e poter<br />
riascoltare il tono in cui venivano dette certe cose, per avere la misura <strong>della</strong><br />
gravità del problema.<br />
«Folzano era allora un paesino alle porte <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>, un’isola fuori dalla città,<br />
ma anche un quartiere <strong>di</strong>menticato», ricorda. I no<strong>di</strong> maggiori erano la scarsità<br />
<strong>di</strong> collegamenti via autobus con <strong>Brescia</strong>, le strade non asfaltate circondate da<br />
campagna (via Malta ad esempio non era asfaltata e via San Zeno era solo<br />
un tracciato), il problema delle scuole sempre in bilico verso la chiusura per il<br />
basso numero degli iscritti e quello dell’esiguità dei servizi per le persone che<br />
avevano bisogno <strong>di</strong> assistenza. Tutte le volte che si scatenava un temporale intenso,<br />
poi, Folzano puntualmente si allagava, perché per il malfunzionamento<br />
<strong>di</strong> fogne e fossati l’acqua <strong>della</strong> città veniva drenata fino alla frazione in aperta<br />
campagna.<br />
La spinta catalizzatrice che da principio unì i residenti fu quin<strong>di</strong> squisitamente<br />
pratica, sorretta dall’idea <strong>di</strong> «darsi da fare per risolvere i problemi». Quei problemi<br />
che sono sempre stati vissuti molto intensamente, «il paese era piccolo,<br />
non più <strong>di</strong> un migliaio <strong>di</strong> persone, c’era molta partecipazione, il nucleo originario<br />
è nato attorno alla chiesa, con il parroco don Pasquale Zanotti, le prime<br />
riunioni propedeutiche del comitato si tenevano all’oratorio. L’esperienza <strong>di</strong> par-<br />
70
4. LA CIRCOSCRIZIONE RACCONTATA<br />
tecipazione e tutto ciò che ne è derivato non ci sarebbe stata se non si fosse nutrita <strong>di</strong><br />
una coesione così grande».<br />
Da ragazzino con il suo registratore a bobine sempre al seguito, in quell’avventura<br />
<strong>di</strong> partecipazione pesata con gli occhi <strong>di</strong> un teenager ha tratto una<br />
filosofia che gli è sempre servita come metro: «O fai qualcosa per risolvere ciò<br />
che non va, o non te ne puoi lamentare». Pragmatismo allo stato puro, la cifra<br />
che ha sempre contrad<strong>di</strong>stinto il borgo <strong>di</strong> Folzano, nato attorno a nuclei abitati<br />
nei pressi <strong>di</strong> cascine preesistenti, e in seguito cresciuto con nuove costruzioni grazie<br />
alla vicina fornace <strong>di</strong> laterizi che dava lavoro a molti residenti <strong>della</strong> frazione.<br />
Non sorprende, quin<strong>di</strong>, che le riunioni del comitato - prelu<strong>di</strong>o del consiglio<br />
<strong>di</strong> quartiere e poi <strong>della</strong> circoscrizione - fossero sempre accese e partecipate.<br />
Il nucleo che lo animava annoverava gente versatile, spesso impegnata su<br />
più fronti: oltre a Luciano Chiappani, che era impiegato dell’Inail e faceva<br />
anche l’assicuratore, c’erano Luigi Ferrari, ragioniere alla Sip e commercialista<br />
a tempo perso, Vincenzo Rossetti, tecnico <strong>della</strong> qualità alla Breda meccanica,<br />
Gino Romano, impiegato all’Asm ma anche artista e pittore. Erano un po’ la<br />
“crème” nel contesto del quartiere, «persone animate dalla voglia <strong>di</strong> mettere<br />
Giuseppe Chiappani<br />
71
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
a <strong>di</strong>sposizione quel po’ che sapevano per la comunità». Poche invece le donne,<br />
ad eccezione <strong>di</strong> Maddalena Gazzoli, fruttivendola del borgo che nel comitato<br />
sarebbe <strong>di</strong>ventata un punto <strong>di</strong> riferimento importante.<br />
Il metodo per farsi intendere dal <strong>Comune</strong> era quello collaudato in quasi tutti<br />
i <strong>quartieri</strong>: si andava <strong>di</strong>rettamente in Loggia, si chiedeva <strong>di</strong> parlare con il sindaco<br />
Boni, si coinvolgeva un gran numero <strong>di</strong> residenti perché la loro presenza<br />
facesse pesare ancora <strong>di</strong> più le richieste. «Non erano gran<strong>di</strong> riven<strong>di</strong>cazioni,<br />
chiedevamo il necessario, e spesso si cercava <strong>di</strong> arrivare a una soluzione interme<strong>di</strong>a:<br />
forse per questo siamo riusciti ad ottenere molte cose: il rior<strong>di</strong>no <strong>della</strong><br />
rete fognaria, la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> gas dell’Asm nel quartiere, che a Folzano<br />
arrivò in quegli anni, una migliore frequenza degli autobus, un nuovo cimitero,<br />
visto che fino ad allora Folzano lo aveva con<strong>di</strong>viso con San Zeno».<br />
Oltre alla ragionevolezza delle richieste, non va trascurato che il quartiere era<br />
sempre stato un importante “bacino d’utenza” per il ra<strong>di</strong>camento <strong>della</strong> Democrazia<br />
cristiana, e che anche in quest’ottica era percepito dalla Loggia. Nonostante<br />
ciò, nel comitato la presenta dei partiti non veniva avvertita, perché<br />
a prevalere era «la <strong>di</strong>scussione vivace sul fare». Lo stesso Chiappani, allora<br />
ragazzino, ricorda una sensazione chiara, «per me quella non era politica, era<br />
cercare <strong>di</strong> fare qualcosa per le esigenze del territorio».<br />
Oggi come allora, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> quasi quarant’anni la formula <strong>della</strong> consulta<br />
<strong>di</strong> quartiere viene riproposta a Folzano, per far sì che i citta<strong>di</strong>ni possano partecipare<br />
alla vita comune, all’interno delle nuove macro-circoscrizioni che si<br />
avvicinano sempre <strong>di</strong> più al modello <strong>di</strong> “piccole municipalità”.<br />
«In una circoscrizione così ampia come la <strong>Sud</strong>, che conta più <strong>di</strong> 44 mila abitanti<br />
- quasi una citta<strong>di</strong>na – è più <strong>di</strong>fficile intercettare le esigenze dei residenti dei<br />
singoli <strong>quartieri</strong>: da qui è nata l’idea <strong>di</strong> rispolverare il modello <strong>della</strong> consulta, un<br />
sistema che consente <strong>di</strong> arrivare molto più velocemente “dentro” i problemi».<br />
Per dar vita al nuovo organismo è stato stilato un apposito regolamento,<br />
frutto del lavoro <strong>della</strong> Commissione per le politiche partecipative <strong>della</strong> <strong>Sud</strong><br />
con l’appoggio degli uffici del Decentramento comunale, in cui si stabiliscono<br />
le attribuzioni e il funzionamento delle consulte <strong>di</strong> quartiere, pensate come<br />
organismi rappresentativi sul territorio circoscrizionale, composti da sette a<br />
un<strong>di</strong>ci membri a seconda <strong>della</strong> densità abitativa, oltre che da un membro<br />
designato dal Consiglio circoscrizionale (il regolamento è uno strumento va-<br />
72
4. LA CIRCOSCRIZIONE RACCONTATA<br />
lido anche per gli altri <strong>quartieri</strong> citta<strong>di</strong>ni che vorranno dar vita a consulte<br />
analoghe).<br />
La consulta ha un potere non deliberativo ma propositivo, ha il compito <strong>di</strong><br />
raccogliere le istanze dei citta<strong>di</strong>ni e comunicarle al Consiglio circoscrizionale,<br />
tramite un referente eletto al proprio interno che mantiene i rapporti con la<br />
<strong>Circoscrizione</strong>, il presidente e i coor<strong>di</strong>natori delle <strong>di</strong>verse commissioni.<br />
L’incubatrice <strong>di</strong> questo nuovo strumento partecipativo non poteva che essere<br />
Folzano, con i suoi 1700 abitanti e la <strong>di</strong>mensione mantenuta intatta <strong>di</strong> borgo<br />
fortemente coeso che ben si presta a questa sperimentazione. A Folzano si è<br />
costituito un comitato promotore, composto da residenti gravitanti attorno<br />
all’oratorio, alle Acli e al gruppo Caritas, e nel luglio del 2009 si sono tenute<br />
le elezioni pubbliche dei componenti <strong>della</strong> consulta impostate, come accadeva<br />
negli anni Settanta, su lista unica con <strong>di</strong>versi can<strong>di</strong>dati, senza riferimenti partitici<br />
ma dando risalto unicamente alla persona.<br />
«Abbiamo avuto 189 votanti fra gli aventi <strong>di</strong>ritto, un buon risultato per Folzano,<br />
visto che queste persone rappresentano il “nocciolo duro” <strong>della</strong> frazione,<br />
su cui si può contare». Il Consiglio <strong>di</strong> <strong>Circoscrizione</strong> ha ratificato l’elezione dei<br />
sette membri <strong>della</strong> consulta, nominando Chiappani come proprio componente<br />
designato all’interno del neonato organismo.<br />
«Se le Circoscrizioni stanno sempre più acquisendo il volto <strong>di</strong> piccole municipalità,<br />
la consulta <strong>di</strong> Folzano, e quelle che potranno nascere in futuro, avranno il ruolo<br />
peculiare <strong>di</strong> essere “sensori” nei <strong>quartieri</strong>, per anticipare bisogni e attese reali».<br />
Mutato profondamente il contesto partecipativo dagli anni Settanta ad oggi, è<br />
<strong>di</strong>fficile pensare che la nuova consulta sia una mera rie<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> quelle d’antan:<br />
sono cambiati in tempi, i contesti <strong>di</strong> vita, gli stessi luoghi <strong>della</strong> politica.<br />
«Credo però che anche oggi, se la gente non è coinvolta non è solo a causa<br />
dell’in<strong>di</strong>vidualismo, ma è anche colpa nostra, che non la sappiamo coinvolgere».<br />
Per questo uno degli strumenti privilegiati d’azione <strong>della</strong> consulta saranno<br />
le assemblee pubbliche, oltre che l’incontro <strong>di</strong>retto con i residenti.<br />
Se c’è un significato che può accomunare l’esperienza <strong>di</strong> partecipazione <strong>di</strong><br />
un tempo con quella o<strong>di</strong>erna è forse il valore meta-politico <strong>della</strong> consulta,<br />
pensata non su un livello partitico, ma per accogliere e accomunare le <strong>di</strong>verse<br />
sensibilità civili, capaci <strong>di</strong> far scattare idee, per trovare soluzioni nuove ai<br />
problemi <strong>di</strong> sempre.<br />
73
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
seRVizi DeCeNTRaTi, PeRsoNa al CeNTRo<br />
Nella FoRMUla MaGiCa Di qUaRTieRe<br />
Luigia Casari<br />
In principio l’idea <strong>di</strong> buttarsi nell’esperienza partecipativa non l’aveva nemmeno<br />
sfiorata: il lavoro in banca, come <strong>di</strong>rigente all’Ufficio titoli - per lei che era la prima<br />
donna in città ad essere arrivata a questo traguardo <strong>di</strong> vertice - appariva già<br />
così appagante da tacitare altre ambizioni.<br />
L’impegno nel quartiere per Luigia Casari nasce con la complicità <strong>di</strong> don Colenghi,<br />
allora parroco <strong>della</strong> Volta, il primo che la spinge a unirsi al movimento <strong>di</strong><br />
partecipazione in atto negli anni Settanta a Porta Cremona. «Poi l’esperienza mi<br />
piacque moltissimo», ricorda oggi che è una “splen<strong>di</strong>da ottantenne” e coltiva<br />
con lo stesso entusiasmo <strong>di</strong> allora la passione per la politica intesa in senso partecipativo,<br />
come cura <strong>della</strong> vita aggregata nella polis.<br />
La spiegazione è semplice, e lei l’ha intuita fin dall’inizio: «Stando sotto il campanile<br />
entri in contatto solo con persone e mon<strong>di</strong> che conosci. Se ti apri, fuoriesci<br />
dalla tua routine, hai l’occasione <strong>di</strong> conoscere più cose, e tutte, a loro modo, ti<br />
arricchiscono». In quegli anni, poi, a fare da collante ci pensava l’entusiasmo<br />
trascinante degli abitanti del quartiere, che si traduceva nella spontaneità del<br />
movimento.<br />
«Ci si ritrovava tutti in piazzale Cremona, nella palazzina che allora era dell’Asm,<br />
e ci si confrontava sui problemi del quartiere». Ora che sono passati quasi quarant’anni<br />
da quelle prime riunioni improvvisate, a <strong>di</strong>spetto <strong>di</strong> battaglie, <strong>di</strong>scussioni<br />
e lotte, volgendo lo sguardo all’in<strong>di</strong>etro Casari formula un giu<strong>di</strong>zio lucido e<br />
<strong>di</strong>smagato. «Ieri come oggi, mi accorgo che i problemi non sono cambiati molto.<br />
Allora si <strong>di</strong>scuteva <strong>di</strong> viabilità, sicurezza, decentramento, servizi alla persona. Alcune<br />
questioni sono state risolte, altre no. Ma se penso ai problemi del traffico,<br />
ai <strong>di</strong>sagi su via Cremona, sempre troppo stretta, o a temi più preoccupanti per<br />
l’intera zona sud, come i no<strong>di</strong> ambientali legati all’Alfa Acciai o alla <strong>di</strong>scarica <strong>di</strong><br />
Buffalora, che rimangono intatti ancora adesso, mi rendo conto che siamo ancora<br />
a quel punto».<br />
Eletta nel Consiglio <strong>di</strong> quartiere alla metà degli anni Settanta, Casari ricorda<br />
ancora, <strong>di</strong> quel periodo, la sede ricavata in via Belvedere, l’assenza <strong>di</strong> alcun con-<br />
74
4. LA CIRCOSCRIZIONE RACCONTATA<br />
tributo compensata da una<br />
irriducibile forza <strong>di</strong> volontà,<br />
che si scontrava spesso con il<br />
<strong>di</strong>stacco formale <strong>della</strong> Loggia.<br />
«Avvertivamo un contrasto<br />
profondo fra il nostro entusiasmo,<br />
quello <strong>di</strong> chi voleva fare,<br />
e le “non risposte” che arrivavano<br />
dal <strong>Comune</strong>». D’obbligo,<br />
quin<strong>di</strong>, puntare sulla base,<br />
coinvolgere la gente con volantinaggi<br />
e propaganda attraverso<br />
i più <strong>di</strong>versi mezzi.<br />
Nel frattempo erano nate le<br />
prime commissioni e Casari<br />
era in quella de<strong>di</strong>cata ai Servizi<br />
sociali. Lì iniziarono altre<br />
battaglie, prima fra tutte quella<br />
per garantire la presenza<br />
Luigia Casari<br />
nel quartiere <strong>di</strong> un’assistente<br />
sociale “decentrata”. «In quei tempi pareva impossibile che un’assistente sociale<br />
potesse venire in periferia, ma dopo tanto impegno così fu: anche se non aveva<br />
un ufficio de<strong>di</strong>cato, a noi sembrava un sogno che due volte a settimana questa<br />
figura professionale, importante riferimento per gli anziani, potesse arrivare nel<br />
quartiere, rispondere ai loro problemi».<br />
Poi fu la volta del Consultorio, aperto in alcuni locali al quartiere Leonessa per<br />
garantire l’assistenza sanitaria e le attività <strong>di</strong> prevenzione. «Il punto fermo in<br />
cui abbiamo sempre creduto è stato il decentramento dei servizi e la necessità<br />
<strong>di</strong> essere il più vicini possibile all’utente. Forse eravamo più decentrati allora <strong>di</strong><br />
adesso: le domande per partecipare ai grest o agli asili nido si valutavano a livello<br />
<strong>di</strong> quartiere, che era un osservatorio privilegiato da cui si potevano conoscere<br />
le persone, sapere chi aveva più bisogno e calibrare l’offerta <strong>di</strong> conseguenza».<br />
Fondamentale, per concretizzare nella realtà i principi <strong>di</strong> partecipazione, è sempre<br />
stata l’idea <strong>di</strong> sviluppare un decentramento che non fosse puramente burocrati-<br />
75
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
co o amministrativo, ma guardasse alla persona, ai problemi che la investivano<br />
<strong>di</strong>rettamente, e ai servizi messi in campo per dare una risposta efficace e il più<br />
vicina possibile.<br />
E’ nello stesso periodo che nasce l’idea <strong>di</strong> un centro anziani per un quartiere<br />
come Porta Cremona che non aveva mai avuto un punto <strong>di</strong> riferimento aggregativo<br />
per la terza età. «Qui non c’era niente, e noi pativamo la “concorrenza” <strong>di</strong><br />
San Polo, che era in<strong>di</strong>viduato come quartiere più a rischio, verso cui il <strong>Comune</strong><br />
in<strong>di</strong>rizzava le risorse. Se a San Polo c’erano due grossi centri per anziani, noi<br />
abbiamo fatto <strong>di</strong> necessità virtù e siamo partiti da soli, incominciando a fare<br />
incontri casa per casa per farci conoscere, e chiedendo al sindaco la concessione<br />
<strong>di</strong> un’aula attigua alla scuola elementare Ugolini, in via Repubblica Argentina». Il<br />
Gruppo anziani pensionati <strong>di</strong> Porta Cremona-Volta ha iniziato le sue attività nel<br />
1976, e ha festeggiato nel 2006 i trent’anni <strong>di</strong> impegno.<br />
Prevenzione sanitaria, socializzazione, aggiornamento culturale sono state fin da<br />
subito le finalità del gruppo, promotore <strong>di</strong> incontri perio<strong>di</strong>ci con me<strong>di</strong>ci e psicologi<br />
su tematiche sanitarie, oltre che <strong>di</strong> visite guidate e conferenze, comme<strong>di</strong>e e<br />
concerti. «In trent’anni abbiamo sempre avuto professori che hanno proposto<br />
relazioni a titolo gratuito, dalla Divina Comme<strong>di</strong>a alle opere liriche, da Paolo VI<br />
alle Dieci giornate». Se le richieste per avere a Porta Cremona una biblioteca<br />
Il coro del gruppo anziani Porta Cremona<br />
76
4. LA CIRCOSCRIZIONE RACCONTATA<br />
decentrata non sono mai andate a buon fine, il gruppo anziani è riuscito a<br />
mettere in pie<strong>di</strong> una piccola biblioteca “autogestita”, arricchita man mano con<br />
libri regalati dalle <strong>di</strong>verse realtà citta<strong>di</strong>ne e da privati. «Il centro è vissuto con<br />
la raccolta <strong>della</strong> carta che veniva poi venduta, ora siamo più in <strong>di</strong>fficoltà perché<br />
viene pagata meno, e il prossimo cambio <strong>di</strong> sede <strong>della</strong> circoscrizione Est, con cui<br />
con<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo i locali, sarà un passaggio delicato da cui ci auguriamo <strong>di</strong> uscire con<br />
la garanzia <strong>di</strong> mezzi per proseguire».<br />
In seno al centro anziani si è costituito anche un coro, e sono stati avviati i primi<br />
corsi <strong>di</strong> attività motoria. «Siamo sempre stati in<strong>di</strong>pendenti e autogestiti nei programmi,<br />
non abbiamo mai voluto imporre nessuna forma <strong>di</strong> tesseramento, per<br />
lasciare alla gente la scelta <strong>di</strong> partecipare liberamente alle nostre attività, senza<br />
sentirsi vincolata».<br />
Sul versante amministrativo, dopo la nascita delle Circoscrizioni l’impegno <strong>di</strong> Luigia<br />
Casari è proseguito come consigliere <strong>della</strong> Settima <strong>Circoscrizione</strong>, <strong>di</strong> cui nel<br />
1993 è <strong>di</strong>ventata presidente, eletta fra le file <strong>della</strong> Dc. «Il passaggio alle Circoscrizioni<br />
è stato così veloce che non ce ne siamo neanche accorti, <strong>di</strong> certo, rispetto<br />
ai <strong>quartieri</strong>, è subentrata molta più politica, anche se eravamo consapevoli che<br />
il movimento spontaneo <strong>della</strong> prima ora aveva bisogno <strong>di</strong> una veste nuova, che<br />
lo regolarizzasse». Oggi che è ancora l’anima organizzativa del Gruppo anziani,<br />
Casari mantiene una posizione critica sul passaggio da nove a cinque circoscrizioni,<br />
«perché la sensazione, su territori così estesi, è che si sia persa la capillarità<br />
<strong>di</strong> intervento».<br />
Pur essendo una delle poche donne <strong>di</strong>ventate presidenti <strong>di</strong> circoscrizione, Casari<br />
ha sempre seguito una sua peculiare filosofia operativa, evitando la tentazione <strong>di</strong><br />
lobby in rosa e quin<strong>di</strong>, come lei stessa ammette, «cercando <strong>di</strong> non privilegiare le<br />
donne, perché ritenevo che tutti dovessero essere presenti ai miei occhi».<br />
77
Archivio Lucini<br />
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
Dai CoMiTaTi Di qUaRTieRe alle CiRCosCRizioNi:<br />
CHiesaNUoVa TeRRa Di FRoNTieRa<br />
Sante Pinzoni<br />
Erano i primi anni ’70, il quartiere <strong>di</strong> Chiesanuova muoveva i suoi primi passi,<br />
ed era ancora terra <strong>di</strong> frontiera, come ama definirla Sante Pinzoni, uno dei<br />
protagonisti <strong>della</strong> nascita dei consigli <strong>di</strong> quartiere proprio in questa zona <strong>della</strong><br />
città, che vedeva crescere gli uni <strong>di</strong> fronte agli altri le villette ed i palazzoni<br />
dell’Aler.<br />
“Erano tempi ben <strong>di</strong>versi da quelli <strong>di</strong> oggi, c’erano maggiori <strong>di</strong>fficoltà pratiche<br />
ma la voglia comune, in<strong>di</strong>pendentemente dalle parti politiche, <strong>di</strong> rimboccarsi le<br />
maniche e fare qualcosa per il bene <strong>di</strong> tutti, ci sentivamo una comunità. L’importante<br />
era fare qualcosa <strong>di</strong> concreto ed in quel periodo i problemi da risolvere<br />
erano parecchi” spiega Sante Pinzoni, che nel 1974 <strong>di</strong>venne presidente del<br />
consiglio <strong>di</strong> quartiere <strong>di</strong> Chiesanuova.<br />
Le case Aler <strong>di</strong> Chiesanuova<br />
78
4. LA CIRCOSCRIZIONE RACCONTATA<br />
“In quegli anni c’erano da sbrogliare i più <strong>di</strong>sparati problemi pratici che gravavano<br />
sulla vita quoti<strong>di</strong>ana degli abitanti del quartiere: mi ricordo, per esempio, che<br />
una delle prime questione che ci trovammo ad affrontare fu quella <strong>della</strong> mancanza<br />
<strong>di</strong> collegamenti: gli autobus, infatti, non arrivavano al quartiere <strong>della</strong> Noce”<br />
prosegue Pinzoni che, nonostante siano passati tanti anni, ha ancora voglia <strong>di</strong><br />
fornire il suo contributo in circoscrizione come membro esterno <strong>della</strong> commissione<br />
urbanistica, anche se i valori che stavano alla base dei consigli <strong>di</strong> quartiere, a<br />
suo avviso, si sono progressivamente smarriti all’interno delle circoscrizioni.<br />
“C’era un’altra tensione morale, una voglia <strong>di</strong> partecipare al cambiamento delle<br />
cose che ci entusiasmava tutti, e ci portava a lavorare per un progetto comune:<br />
quello <strong>di</strong> risolvere insieme, unendo le nostre forze per farci sentire maggiormente,<br />
le problematiche che la nascita <strong>di</strong> un nuovo quartiere porta necessariamente<br />
con sé. La parola d’or<strong>di</strong>ne, tra <strong>di</strong> noi era collaborazione, perché davanti a tutti gli<br />
interessi venivano posti quelli del quartiere e <strong>della</strong> gente che vi abitava: ci sentivamo<br />
parte <strong>di</strong> una comunità e volevamo dare attivamente il nostro contributo”<br />
continua Pinzoni, che con piacere ricorda i successi <strong>di</strong> quelle battaglie importanti<br />
per rendere Chiesanuova una quartiere vivibile e ben servito.<br />
“La nostra volontà era duplice: da un lato lavorare insieme per migliorare le con<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>di</strong> vivibilità del quartiere dall’altro c’era una forte volontà <strong>di</strong> fare aggregazione<br />
e trovare dei punti <strong>di</strong> aggregazione: il centro sportivo, o la sede <strong>della</strong><br />
circoscrizione più avanti, avranno proprio questo ruolo”.<br />
Rimpiange, un po’, Pinzoni, i tempi in cui la politica veniva messa da parte quando<br />
era necessario lavorare insieme per risolvere i problemi.<br />
“Credo che le circoscrizioni debbano essere concepite come un servizio al citta<strong>di</strong>no<br />
al <strong>di</strong> là delle questioni politiche, un punto <strong>di</strong> riferimento e <strong>di</strong> ascolto del<br />
territorio, ed un modo per permettere alla gente <strong>di</strong> partecipare alla gestione ed<br />
alla <strong>di</strong>fesa <strong>della</strong> cosa pubblica” ha concluso Pinzoni.<br />
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30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
la NasCiTa Di VillaGGio seReNo<br />
Giuseppe Zubani<br />
Era il 28 novembre 1953 quando padre Ottorino Marcolini poneva le basi per<br />
la nascita <strong>della</strong> cooperativa “La Famiglia”, progetto <strong>di</strong> case bifamiliari ed a<br />
schiera stu<strong>di</strong>ato per i <strong>quartieri</strong> periferici <strong>della</strong> città: da allora la cooperativa<br />
ha costruito nel bresciano qualcosa come ventimila alloggi.<br />
II Villaggio Sereno nacque proprio dall’impegno <strong>di</strong> Padre Marcolini e <strong>della</strong> sua<br />
cooperativa che ai primi degli anni ’60 <strong>di</strong>ede il via al primo lotto del Sereno:<br />
nel 1967 verranno consegnati i primi 861 alloggi, poi ne arriveranno altri nel<br />
1975 e nel 1978.<br />
Giuseppe Zubani, geometra impiegato all’interno <strong>della</strong> cooperativa La Famiglia<br />
già dal 1962, scelse proprio <strong>di</strong> andare a vivere in uno <strong>di</strong> quei <strong>quartieri</strong> che aveva<br />
contribuito a creare: era il 1973.<br />
“In realtà, in tanti anni <strong>di</strong> lavoro con la cooperativa, a Villaggio Sereno, ho curato<br />
solo pochi interventi <strong>di</strong> sistemazione, sono stato impegnato sia in altre zone <strong>della</strong><br />
città, come il Violino o la Stocchetta, che in provincia ed anche fuori” ha spiegato<br />
Zubani che, tuttavia, conosce bene il Villaggio sia dal punto <strong>di</strong> vista urbanistico,<br />
per interessi professionali, che da quello sociale per avervi vissuto oltre trent’anni,<br />
impegnandosi, per un certo periodo, anche dal punto <strong>di</strong> vista politico.<br />
Ad andare ad abitare al Villaggio Sereno furono, soprattutto, famiglie <strong>di</strong> impiegati<br />
ed operai, e giovani coppie che avevano scelto quel quartiere alle<br />
porte <strong>della</strong> città come luogo per far nascere i propri figli.<br />
“Gli anni ’70 furono gli anni dell’entusiasmo, <strong>della</strong> voglia <strong>di</strong> partecipazione,<br />
soprattutto, all’interno <strong>di</strong> questi <strong>quartieri</strong> dove si andavano formando<br />
nuove comunità: il desiderio <strong>di</strong> poter partecipare alla gestione <strong>della</strong> cosa<br />
pubblica, in particolare per le questioni pratiche più imminenti, era particolarmente<br />
sentita dalla gente” ha proseguito il geometra, oggi pensionato<br />
da una decina d’anni, ricordando quella voglia <strong>di</strong> partecipazione che entusiasmò<br />
anche lui.<br />
Erano gli anni dei consigli <strong>di</strong> quartiere e Giuseppe Zubani, con quello spirito<br />
<strong>di</strong> servizio tipico <strong>di</strong> chi visse da protagonista quell’esperienza, fu subito pronto<br />
a mettere al servizio del quartiere il suo tempo e la sua esperienza.<br />
80
4. LA CIRCOSCRIZIONE RACCONTATA<br />
“Sono rimasto all’interno dei consigli e, poi, delle circoscrizioni sino al 1995:<br />
ho de<strong>di</strong>cato a questa esperienza venti anni <strong>della</strong> mia vita, che all’interno <strong>della</strong><br />
circoscrizione operò, soprattutto, nella commissione urbanistica” racconta<br />
Zubani che, dal ’75 al ’95, si impegnò in circoscrizione tra le file del Pci.<br />
“C’erano parecchie cose da fare ed eravamo un punto <strong>di</strong> riferimento per la<br />
popolazione, anche, se in realtà mi sarebbe piaciuto che alle circoscrizioni<br />
fosse dato maggiore peso e qualche competenza in più” ha proseguito Zubani<br />
che tra gli interventi più importanti che hanno visto la partecipazione <strong>della</strong><br />
circoscrizione ricorda proprio quello del parco <strong>di</strong> Villaggio Sereno.<br />
Da Villaggio Sereno Zubani è andato via qualche anno fa, per trasferirsi al<br />
Violino, altro villaggio storico, il primo a nascere dall’esperienza <strong>della</strong> cooperativa<br />
La Famiglia, ancora nel lontano 1958: 252 alloggi che oggi rappresentano<br />
una piccola parte <strong>di</strong> un quartiere che si è allargato parecchio con<br />
interventi anche recenti.<br />
Giuseppe Zubani<br />
81
Archivio Lucini<br />
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
“Al Sereno torno spesso, non potrei fare altro, in quel quartiere ho passato<br />
gran parte <strong>della</strong> mia vita: è un po’ cambiato rispetto ad una volta ma, per<br />
certi aspetti, anche in meglio: è un po’ più organizzato rispetto ad una volta<br />
ed i rapporti sono molto umani, come quelli che si vivono all’interno dei paesi”<br />
ha concluso Zubani.<br />
Lavori <strong>di</strong> manutenzione al Villaggio Sereno<br />
82
4. LA CIRCOSCRIZIONE RACCONTATA<br />
“DON RICCARDO VECCHIA:<br />
PER 25 ANNI PARROCO DELLE FORNACI”<br />
Era il 7 gennaio del 1967 quando Don Riccardo Vecchia assunse l’incarico <strong>di</strong><br />
parroco delle Fornaci affidatogli da mons. Morstabilini: qui vi resterà sino al<br />
1992, partecipando alla crescita ed alla formazione <strong>di</strong> un quartiere, alle porte<br />
<strong>della</strong> città, che in quei tempi mancava <strong>di</strong> qualsiasi servizio ed anche <strong>di</strong> una<br />
vera e propria comunità. Don Riccardo, con la sua straor<strong>di</strong>naria figura, ebbe<br />
il merito <strong>di</strong> <strong>di</strong>venire punti <strong>di</strong> riferimento per tutti.<br />
Don Riccardo, purtroppo, non c’è più, si è spento il 6 giugno <strong>di</strong> quest’anno,<br />
ormai lontano dalle sue Fornaci, all’età <strong>di</strong> 92 anni.<br />
La figura <strong>di</strong> Don Vecchia è una figura particolare, sempre protagonista, nonostante<br />
quella sua aria umile e silenziosa. Nato, a Sabbio Chiese, il 27 febbraio<br />
1917, Don Riccardo viene or<strong>di</strong>nato il 7 giugno del 1941 dal Vescovo Tre<strong>di</strong>ci.<br />
Inviato come curato a Be<strong>di</strong>zzole Don Riccardo vi resterà per ventisei anni,<br />
vivendo il tribolato periodo che seguì l’armistizio del 1943.<br />
Don Vecchia, al quale i tedeschi avevano ucciso il giovanissimo fratello Giuseppe,<br />
partigiano in Vallesabbia, non ebbe dubbi da che parte schierarsi e<br />
scelse la Resistenza.<br />
Nel 1967, infine, <strong>di</strong>venne, parroco <strong>di</strong> Fornaci, un quartiere a metà strada tra il<br />
paese e la città, che aveva bisogno <strong>di</strong> interventi importanti e, soprattutto, <strong>di</strong><br />
creare punti <strong>di</strong> incontro ed aggregazione che aiutassero a fare comunità.<br />
Don Riccardo, appena presa <strong>di</strong>mora nella vecchia canonica, si occupò proprio<br />
<strong>di</strong> questo: i suoi parrocchiani, o forse è meglio <strong>di</strong>re i suoi amici, ricordano<br />
quanto impegno il Don mise per ampliare il nuovo oratorio, per costruire<br />
il nuovo e<strong>di</strong>ficio per il catechismo, per sistemare il cinema e, soprattutto,<br />
per ammodernare la chiesa parrocchiale. Ed era proprio la sistemazione <strong>di</strong><br />
quest’ultima a riempire d’orgoglio Don Riccardo, come lui stesso ricordò la<br />
domenica del 5 ottobre 1992, giorno <strong>della</strong> conclusione del suo mandato pastorale,<br />
in alcune righe lette durante la messa dal suo curato Don Gianluca.<br />
“Insieme abbiamo realizzato tante cose e vi rendo atto che nulla avrei potuto<br />
senza il vostro aiuto intelligente e <strong>di</strong>sinteressato. Ma se un rimpianto, più<br />
degli altri, mi prende, è quello per la nostra chiesa parrocchiale. Mi piacerebbe,<br />
infatti, essere ricordato come il parroco che, restaurando la chiesa, ha<br />
83
Archivio Lucini<br />
30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
raccolto il voto <strong>di</strong> tutti perché l’opera dei padri fosse consegnata ai figli come<br />
memoria e stimolo a crescere nella fede e nella virtù”.<br />
Quello che, tuttavia, colpiva <strong>di</strong> Don Vecchia, era la sua presenza attenta e <strong>di</strong>screta<br />
e la sua vicinanza, in particolare, ad anziani, ai malati, ai poveri ed ai sofferenti.<br />
“Ci sono persone che per dono <strong>della</strong> Provvidenza, segnano in modo indelebile la<br />
nostra vita: Don Riccardo è stata una <strong>di</strong> queste. Carattere forte e schivo, temperamento<br />
risoluto, fisico asciutto, non ha mai avuto paura <strong>di</strong> lavorare duramente<br />
e <strong>di</strong> stare dalla parte dei più deboli” raccontano gli amici Gianpietro Abrami,<br />
Gastone Dioni e Pietro Ferraboli che ebbero modo <strong>di</strong> lavorare con lui all’interno<br />
<strong>della</strong> parrocchia.<br />
Tra i meriti <strong>di</strong> Don Riccardo bisogna ricordare con quanta de<strong>di</strong>zione si de<strong>di</strong>cò<br />
anche ai giovani cercando <strong>di</strong> creare degli spazi aggregativi a loro destinati: come<br />
non ricordare, per esempio, il centro<br />
giovanile, luogo <strong>di</strong> aggregazione<br />
destinato ai bambini ed ai<br />
ragazzi, ma anche agli adulti ed<br />
agli anziani, con l’intento proprio<br />
<strong>di</strong> creare una comunità.<br />
Don Riccardo, ancora giovane,<br />
capì l’importanza <strong>di</strong> dotare le<br />
Fornaci <strong>di</strong> quei servizi sino ad<br />
allora inesistenti: ecco, quin<strong>di</strong>, il<br />
campo da calcio, costruito grazie<br />
ad una raccolta <strong>di</strong> carta, ferro e<br />
stracci, oppure i campi da tennis,<br />
il campo polifunzionale, il parco<br />
giochi per l’infanzia.<br />
“Don Riccardo seppe avvicinare<br />
le persone attraverso le opere, facendo<br />
loro riscoprire la gioia <strong>della</strong><br />
fede e del servizio cristiano agli<br />
altri” ricordano coloro che l’hanno<br />
conosciuto.<br />
Ingresso <strong>della</strong> Parrocchiale delle Fornaci<br />
84
4. LA CIRCOSCRIZIONE RACCONTATA<br />
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30 ANNI DI PARTECIPAZIONE - L’esperienza delle Circoscrizioni a <strong>Brescia</strong><br />
86
In<strong>di</strong>ce<br />
La mappa delle Circoscrizioni pag. 6<br />
Introduzione - La <strong>Circoscrizione</strong> <strong>Sud</strong> pag. 7<br />
Capitolo 1<br />
INDICE<br />
I <strong>quartieri</strong> <strong>della</strong> <strong>Circoscrizione</strong> <strong>Sud</strong><br />
Porta Cremona pag. 9<br />
Fornaci pag. 15<br />
Villaggio Sereno pag. 17<br />
Lamarmora pag. 19<br />
Chiesanuova pag. 23<br />
Il Quartiere Don Bosco pag. 26<br />
Folzano pag. 28<br />
Capitolo 2<br />
A spasso per la <strong>Sud</strong><br />
Le chiese pag. 31<br />
Le tra<strong>di</strong>zioni pag. 35<br />
I parchi pag. 37<br />
Realtà del territorio pag. 40<br />
Le parrocchie <strong>della</strong> circoscrizione <strong>Sud</strong> pag. 42<br />
Le associazioni <strong>della</strong> circoscrizione <strong>Sud</strong> pag. 43<br />
Capitolo 3<br />
Alle origini del decentramento<br />
La lunga storia <strong>della</strong> partecipazione a <strong>Brescia</strong> pag. 47<br />
I presidenti <strong>della</strong> Quinta <strong>Circoscrizione</strong> pag. 51<br />
I presidenti <strong>della</strong> Sesta <strong>Circoscrizione</strong> pag. 55<br />
Capitolo 4<br />
La <strong>Circoscrizione</strong> raccontata<br />
Giancarlo Buizza pag. 66<br />
Giuseppe Chiappani pag. 70<br />
Luigia Casari pag. 74<br />
Sante Pinzoni pag. 78<br />
Giuseppe Zubani pag. 80<br />
Don Riccardo Vecchia pag. 83<br />
87
Progettazione ed impostazione grafica<br />
FZ Graphic & Design - <strong>Brescia</strong><br />
Stampa<br />
Graficasette - Bagnolo Mella (BS)
circoscrizione sud<br />
Stampato con il contributo <strong>di</strong><br />
<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> - Assessorato alla Partecipazione e Decentramento