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Storia della tradizione teatrale musicale a Jesi - Fondazione Lanari

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molto elevato. Cresce progressivamente la presenza media di pubblico,<br />

nonostante le “opere nuove” abbassino parecchio la media: nel ‘73 si<br />

oltrepassa quota 650, che nel ‘78 diverrà 680; si moltiplicano anche gli<br />

abbonati, che dal centinaio del 1968 superano abbondantemente i 1.000<br />

dieci anni dopo.<br />

L’allargamento del repertorio, oltre al panorama <strong>della</strong> contemporaneità<br />

guarda anche in due altre direzioni: la musica “grande ma inconsueta” e<br />

quella legata alla radice locale, l’opera dei “colossi” <strong>della</strong> <strong>tradizione</strong><br />

<strong>musicale</strong> marchigiana. Pertanto, se nel 1976 <strong>Jesi</strong> incontra per la prima<br />

volta in assoluto la musica di Mozart con Così fan tutte (Wagner, dopo il<br />

mancato appuntamento del 1910, tuttora aspetta), nel ‘77 conosce<br />

finalmente la maturità verdiana di Falstaff, nel ‘78 Don Carlo, nell’‘80 il<br />

suo ardore giovanile con Attila.<br />

Sul versante marchigiano, già nel 1974 si era celebrato il bicentenario<br />

<strong>della</strong> nascita di Spontini allestendo La Vestale, che ebbe anche una<br />

memorabile replica al Teatro di Maiolati; il 1980 segna poi una data<br />

importante con Lucia Valentini in Cenerentola: un gesto per contribuire<br />

al rilancio dell’attenzione su Rossini (il Rossini Opera Festival di Pesaro<br />

vede la prima edizione proprio nel 1980), ma anche il segno d’una<br />

visione moderna dell’opera, proponendone la revisione critica del M°<br />

Zedda, a cui si affida anche la direzione dell’orchestra: complesso<br />

artistico, questo, ormai cresciuto e cardine –insieme al Coro “Bellini”–<br />

del radicamento culturale e produttivo sul territorio, promosso dall’azione<br />

costante del Teatro “Pergolesi” e dello Sferisterio.<br />

L’ATTENZIONE A ROSSINI, POI SPONTINI, PERGOLESI…<br />

L’iniziativa si ripete l’anno seguente con L’italiana in Algeri; nel 1982 la<br />

spinta rossiniana del “Pergolesi” offre invece al suo pubblico<br />

l’emozionante sorpresa di L’Assedio di Corinto, realizzata in grande stile<br />

nella collaborazione produttiva con il Teatro dell’Opera di Marsiglia.<br />

Partito il treno rossiniano con l’ormai avviato ROF pesarese, <strong>Jesi</strong><br />

continua l’azione d’allargamento del repertorio: se Attila nell’‘80 fu una<br />

scoperta fulminante e non solo per il folto pubblico presente in sala (da<br />

allora altri teatri cominciarono a riproporla), Il Pirata dell’‘84 resta<br />

invece memorabile per il valore dell’opera e per l’efficacia<br />

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