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Storia della tradizione teatrale musicale a Jesi - Fondazione Lanari

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più antico Teatro del Leone agisce a <strong>Jesi</strong> dal 1732 (anno inaugurale) fino<br />

all’avvento del nuovo teatro, al quale passano le attività istituzionali alla<br />

sua apertura, nel 1798; ebbene, il “Leone” –condominio privato-<br />

appartiene alle medesime famiglie che daranno vita al “Concordia”. Di<br />

fatto, si può dire che gli stessi proprietari del “Leone” a partire dal 1790<br />

costruiscono una nuova sede (il “Concordia”), proprio in quel luogo più<br />

centrale (l’odierna Piazza Repubblica) dove il “Leone” sarebbe dovuto<br />

nascere secondo l’intenzione del progetto originario del 1726 (ma<br />

costruito invece altrove -e più piccolo- per insorti motivi): identità di<br />

proprietà, dunque, e di dislocazione che, in linea ipotetica, avrebbe potuto<br />

arretrare la continuità del “Leone-Pergolesi” di parecchi decenni, fino al<br />

1732, appunto.<br />

Ma, al di là delle congetture, la realtà attestata di oltre 200 anni di<br />

programmazione continuativa di un teatro può ben testimoniare essa<br />

stessa il valore e lo spessore di quel particolare carattere, quella<br />

attitudine, quella consuetudine, quella volontà, quel bisogno di<br />

affermazione che riferiti ad essere umano diciamo “personalità” e con<br />

riguardo ad una istituzione –qui ad un teatro– si dice invece “<strong>tradizione</strong>”.<br />

Basta scorrerne la cronologia per rendersi conto <strong>della</strong> sua continuità<br />

operativa che, tranne brevissime interruzioni per fisiologici lavori di<br />

restauro o per momentanee cause di forza maggiore, non è mai venuta<br />

meno nella volontà <strong>della</strong> gerenza né in quella del pubblico: una continuità<br />

che vede spettacoli d’opera e operetta accanto a quelli di prosa e di altra<br />

tipologia, scanditi normalmente nelle due principali stagioni annuali del<br />

“Carnevale” (da Natale a Quaresima) e <strong>della</strong> “Fiera” (settembre), ma<br />

anche estemporaneamente in altri periodi dell’anno; una continuità<br />

contraddistinta dall’appuntamento con l’“opera in musica”, che raramente<br />

manca almeno una volta all’anno e che in parecchie annate ricorre<br />

addirittura più volte in differenti stagioni ordinarie e straordinarie, per un<br />

totale assoluto di quasi 250 stagioni d’opera e operetta in una<br />

progressione di vita e attività giunta a 210 anni (1798-2007).<br />

LA “VOLONTÀ TEATRALE” DI UNA COMUNITÀ<br />

È ben vero –negarlo sarebbe sciocco– che nella vita di un’istituzione<br />

possono interferire turbative esterne che ne condizionino l’attività: nella<br />

fattispecie, incendi, crolli, danneggiamenti o anche periodi di crisi sociale<br />

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