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Storia della tradizione teatrale musicale a Jesi - Fondazione Lanari

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parterre di intellettuali e aristocratici <strong>della</strong> corte- deve avere una buona<br />

padronanza di sé, <strong>della</strong> voce, del gesto, dell’interpretazione (anche in<br />

base ai diversi contesti cui si riferisce), oltre che esperienza di musica,<br />

danza, pantomima, scherma e giochi di destrezza vari. Proprio da tale<br />

vivace ed eclettica varietà, probabilmente, trarrà origine la pratica<br />

dell’intermedio rinascimentale: e in seguito, con ulteriore notevole<br />

raffinazione del codice, l’intermezzo in musica, antenato dell’opera buffa.<br />

Di questo panorama così configurato, <strong>Jesi</strong> non conosce l’aspetto “alto”,<br />

non essendo città che ne giustifichi la presenza in quanto centro<br />

importante di potere (quindi sede di corte), o centro di cultura (come<br />

invece in alcune città sede di studio universitario). Non ebbe i fasti di<br />

Urbino, dunque, o quelli di Ferrara, Mantova, Firenze, Parma; né quelli<br />

goliardici di Bologna, Padova, Pavia. Conosce invece il mondo dei<br />

commedianti girovaghi, i “professionisti”, quelli che il teatro lo facevano<br />

per vivere (quasi sempre male), essendo invece il teatro “alto”<br />

appannaggio di “dilettanti” aristocratici e intellettuali.<br />

Si ha notizia solo indiretta, in merito all’intrattenimento “alto” in ambito<br />

jesino, di un’Accademia letteraria fondata in città sul finire del ‘400 da<br />

Angelo Colocci, che si sarebbe poi sciolta non lasciando alcun ricordo di<br />

sé quando il fondatore andò a stabilirsi definitivamente a Roma.<br />

Il versante popolare è invece essenzialmente appannaggio di girovaghi,<br />

che trovano il miglior ambito operativo negli eventi sociali di massa,<br />

soprattutto mercati, fiere, feste: come nel 1442, quando il condottiero<br />

Francesco Sforza arriva a <strong>Jesi</strong> per sposare Bianca Maria, figlia del<br />

potente Signore di Milano Filippo Visconti, in un tripudio di sfarzo, lumi,<br />

intrattenimenti, banchetti.<br />

TEMPO DI FIERA, TEMPO DI SPETTACOLI<br />

A <strong>Jesi</strong> c’erano anticamente tre appuntamenti di fiera: marzo, maggio e<br />

settembre. Una, minore, presso S. Maria del Piano, mentre a maggio e a<br />

settembre si tenevano le due più importanti, in occasione delle feste dei<br />

rispettivi santi patroni. La prima è quella di S. Floriano, <strong>della</strong> durata di<br />

otto giorni, in concomitanza di giochi e <strong>della</strong> presentazione del Pallio;<br />

segue, nel corso dell’anno, quella di S. Settimio, forse ancora più antica,<br />

fiera franca attestata fin dal 1304 e rinomata anche fuori dai confini<br />

“nazionali”, <strong>della</strong> durata di oltre venti giorni.<br />

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