la chirurgia speciale

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carsi supino, o bocconi, sebbene assai raramente, sono certo dovuti
o al sollievo che l'animale accidentalmente ha trovato risultargli
da tali posizioni, od a tentativi, che esso in tal modo €a, guidato
dal proprio istinto, per liberarsi dal male che lo strazia; ed anno
per il Clinico una importanza da non disprezzarsi: ma quante volte
non ho io stesso visto cavalli, affetti da semplici coliche stercoracee,
o da timpanite intestinale o da enterite, mettersi in posizione supina,
od a sedere sulle natiche, senza presentare i più piccoli indizi
d'un'occlusione intestinale!
Varie volte io ho visto, specialmente a Milano, in cavalli, che
avevano presentati negli ultimi tempi di simili fatti, all'autossia
non trovarsi alcun ernia interna, né altro strozzamento, ma fatti
di enterite tossica per avvelenamento arsenicale (due casi), di crepatura
del ventricolo e peritonite settica (parecchi casi); ovvero,
dopo d'aver presentato spiccatissimi tali sintomi, guarire poco per
volta completamente. Nei bovini poi il fatto di mettersi a ginocchio
sugli arti anteriori, tenendo sollevato il treno posteriore, non è raro;
e pare che si debba al timore che l'animale prova che la compressione
del suolo contro l'addome aumenti le sue sofferenze, per cui
dopo d'essersi inginocchiato come per isdraiarsi, ad un tratto si
risolleva in piedi. Le stesso vedesi talora negli equini.
I sintomi d'occlusione intestinale non si appalesano nei primi
tempi del male: anzi la defecazione, spontanea o provocata con
clisteri o con purganti, si effettua ancora normalmente. Le feci
sonb dapprima configurate a scibale od a focacce, secondo la specie;
più tardi si fanno sciolte p»-r l'imposizione di clisteri, ovvero affatto
asciutte, se all'animale non furono amministrati serviziali; poi miste
con muco, poi l'animale espelle, a rari intervalli, anche muco semplice
o perfino sanguinolento, e da ultimo non presenta che tenesmo,
che sforzi espulsivi inani, e per un certo tempo inarca il dorso,
solleva la coda, abbassando il sedere ed avvicinando gli arti posteriori
agli anteriori. Talora, in seguito a questi sforzi si vede arrovesciarsi
all'infuori la mucosa rettale, o perfino un tratto di retto
a tutto spessore.
Nell'ernia pelvica de'bovini fu osservato che l'animale si
corica più spesso sul lato destro, che ha impacciati i moti dell'arto
addominale destro, dal quale si mostra perfino zoppicante, in causa
della limitazione d'azione, in cui l'animale pone i muscoli psoas,
iliaco ecc. per non fare una dolorosa compressione sul viscere erniato.
Coll'avanzare della malattia l'animale ha coprostasi, emette